L’Alchermes รจ un liquore italiano di colore rosso cremisi e veniva prodotto a Firenze giร nel XV secolo, dove ancora oggi viene preparato, con l’antica ricetta, presso un emporio.
Tra i suoi ingredienti, oltre all’alcool etilico, zucchero, chiodi di garofano, cannella, acqua, cardamomo, acqua di rose e lamponi, c’รจ la cocciniglia. La cocciniglia รจ il colorante tipico, di colore rosso cremisi, e viene ricavato da un insetto della famiglia Coccoidea.
Attraverso una lunga e particolare lavorazione si ottiene l’acido carmico, da cui si otterrร il colorante. Un chilogrammo ha origine da circa centomila insetti. Il colorante siffatto, da sempre รจ stato destinato principalmente all’industria alimentare (E 120 รจ la sigla dell’additivo) e, in piccola misura, alla tintura dei tessuti. Ovviamente l’estrazione dell’acido carnico dagli insetti ha un costo molto elevato e pertanto, nel tempo, la cocciniglia รจ stata sostituita in modo importante da coloranti di origine sintetica (E 122, E 124, E 132).
Oltre che nell’alchermes, la cocciniglia รจ stata presente in molte bevande di colore rosso, come aperitivi, bitter e bevande gassate. Il nome cremisi e alchermes derivano dall’arabo qirmizi che significa prodotto da insetti.
La ciaramicola
In molti dolci umbri…
La ciaramicola รจ il tipico dolce della provincia di Perugia, di colore rosso con glassa bianca, dove l’alchermes รจ utilizzato in maniera importante, cosรฌ come per gli strufoli e le frappe, che vengono spruzzati con il rosso liquore. Non sono da meno l’arrocciata o rocciata, la zuppa inglese, il salame del re, la pizza di Pasqua dolce, i ravioli dolci con ricotta, le pesche dolci e le castagnole sono tipiche e tradizionali preparazioni di dolci umbri che prevedono l’uso dell’alchermes, che piaceva molto ai Medici e piace ancora a molti. D’ora in avanti, quando assaggerete il tipico liquore rosso cremisi o un dolce che preveda il suo utilizzo, vi sorgerร un dubbio: questo alchermes utilizza il colorante fatto con gli insetti o con gli additivi sintetici? Tra gli ingredienti potrebbe esserci scritto E 120… basterร leggere l’etichetta.
Presentati i risultati del progetto per la conservazione preventiva e programmata dei suoi beni artistici, realizzato da Archimede Arte per il Nobile Collegio del Cambio, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia.
Il Nobile Collegio del Cambio scansionato al millimetro, a trecentosessanta gradi: dai dipinti, agli arredi lignei, alle volte, al portale dโingresso. ร un progetto di digitalizzazione importante quello realizzato nella โbanca piรน bella del mondoโ, una delle testimonianze piรน preziose del rinascimento perugino, con lโobiettivo di garantire una conservazione preventiva e programmata dei suoi beni artistici. Un lavoro presentato in videoconferenza dal Rettore del Nobile Collegio, il professor Vincenzo Ansidei di Catrano, assieme allโavvocato Francesco Depretis, in rappresentanza della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia che ha sostenuto il progetto portato avanti dallo stesso Collegio.
Affidato ad Archimede Arte, azienda umbra leader nel settore dei rilievi 3D, consulente del Ministero dei beni e delle attivitร culturali per la digitalizzazione, con alle spalle servizi di altissima qualitร resi ad importanti enti proprietari di beni di ineguagliabile valore artistico quali i Musei Vaticani, il progetto consente non solo di tutelare il Nobile Collegio del Cambio, ma anche di attuare una minuziosa ricognizione dello stato di salute del patrimonio conservato dentro la straordinaria sede, incastonata tra le mura di Palazzo dei Priori.
Lโobiettivo del Nobile Collegio del Cambio: tutelare, conservare e valorizzare il patrimonio. โIl Nobile Collegio del Cambio, sede della Corporazione dei Cambiavalute, edificata nella splendida cornice di Palazzo dei Priori, rappresenta uno scrigno unico di tesori artistici, tra i piรน importanti della cittร , meta di turisti e studiosi da tutto il mondo โ ha esordito nella presentazione del progetto il Rettore, professor Vincenzo Ansidei di Catrano -. Custodisce al suo interno autentici capolavori della storia dell’arte italiana, come gli affreschi della Sala dell’Udienza realizzati da Perugino, gli arredi e gli intarsi lignei, opera di Domenico del Tasso e Giampiero Zuccari, le decorazioni della Cappella di San Giovanni, eseguite da Giannicola di Paolo. Negli ultimi decenni, grazie al generoso sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, sono stati eseguiti importanti interventi di restauro, sia degli affreschi che dell’arredo ligneo. Piรน recentemente si รจ provveduto al restauro conservativo dei Portoni e della preziosa Matricola del 1377. Oggi, ci รจ apparsa quindi particolarmente interessante โ ha sottolineato Ansidei – la possibilitร di commissionare un progetto che consentisse di accertare con estrema precisione lo “stato di salute” dei luoghi, in modo tale da poter tutelare preventivamente i preziosi e delicati beni artistici presenti nellโantica sede dei Cambiavalute. Le innovative tecniche di digitalizzazione aprono inoltre inediti scenari di studio, e la minuziosa e dettagliata ricostruzione fotografica consente giร oggi agli storici dellโarte di effettuare valutazioni ancora piรน approfondite sugli affreschi di Perugino e dei suoi collaboratori. Questa iniziativa, tecnologicamente avanzata, testimonia ancora una volta l’attenzione e la cura del Nobile Collegio del Cambio nello svolgimento del suo compito istituzionale precipuo, che รจ quello di conservazione, tutela e valorizzazione del patrimonio storico-artistico di cui รจ custode. E attesta la sensibilitร della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, da sempre vicina al Collegio in questo percorso di tutela e valorizzazioneโ.
Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, si punta allโinnovazione culturale. โLa Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia โ ha detto Francesco Depretis โ ha sempre prestato molta attenzione alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio artistico, inteso come valore da conservare e tramandare quale ereditร culturale del nostro territorio ma anche un elemento importantissimo per le sue ricadute sociali ed economiche, ad esempio in termini di sviluppo turistico. Attraverso la nostra programmazione abbiamo, quindi, sostenuto negli anni numerosi progetti che vanno in questa direzione, alcuni attivati dalla Fondazione stessa, altri attraverso i bandi a tema nel settore dellโarte, uno strumento che vuole stimolare la collaborazione tra Enti, Associazioni ed Istituzioni su temi specifici per cogliere al meglio le opportunitร di portare unโinnovazione concreta e duratura nelle attivitร culturali. Il progetto che presentiamo oggi, orientato alla salvaguardia e alla conservazione di uno dei luoghi culturali simbolo della cittร di Perugia, rappresenta dunque un traguardo importante, certamente per chi lo ha realizzato –ย dimostrando come la salvaguardia delle risorse ereditate dal passato siano una responsabilitร individuale, oltre che collettiva –ย ma anche per la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, per la quale il tema dellโinnovazione culturale sta assumendo sempre piรน rilevanza anche in seguito allโemergenza sanitaria: realtร aumentata, percorsi virtuali e digitalizzazione sono e saranno sempre di piรนย gli strumenti del futuro per proteggere e conservare il nostro patrimonio artistico, per offrirlo alla piรน ampia fruizione e per mantenere vivo il dialogo con il mondo dellโarte. Non รจ casuale che uno dei bandi a tema del programma 2021, la cui apertura รจ in programma nel mese di aprile, sia indirizzato proprio alla digitalizzazione del patrimonio storico artistico, bibliografico e archivistico del territorioโ.
La filosofia di Archimede Arte: una passione per diffondere lโarte alle future generazioni. โSiamo felici di aver potuto essere al fianco di una icona della cittร e dellโarte rinascimentale perugina. Operiamo con una precisa filosofia, una passione che ci porta a dare il massimo per tutelare lโarte e poterla trasmettere alle future generazioni, unita al desiderio di trasmettere a tutti la bellezza dellโarte come strumento di crescita individualeโ, ha spiegato Aldo Pascucci, amministratore unico di Archimede Arte, intervenuto alla presentazione del progetto. Lโopera di rilievo laser scanner, fotogrammetrico e termografico del Nobile Collegio del Cambio – ha poi continuato a spiegare Pascucci -, ha consentito la digitalizzazione nella sua interezza, con rilievi laser georeferenziati integrati con tecniche di fotogrammetria, a livello di immobile e di opere, e monitorata con indagini termografiche, per una tutela completa ed accurata di tutto il patrimonio. Un lavoro realizzato attraverso strumenti laser e altre tecnologie altamente professionali in grado di rilevare gli immobili artistici con una densitร maggiore di 0,5 millimetri pixel. I rilievi garantiranno, innanzitutto, la salvaguardia dei beni selezionati attraverso la loro digitalizzazione e la possibilitร di conoscere tutti gli aspetti piรน minuziosi. Le attivitร di rilievo artistico supporteranno un obiettivo di conservazione programmata nel medio e nel lungo periodo delle opere architettoniche (pareti, soffitti, volte e pavimenti) attraverso interventi di rilievo a cadenze temporali pluriennali di controllo.
I dati risultanti da tali analisi potranno supportare progettazioni avanzate di interventi volti a ridurre i rischi che gravano sullโintegritร di beni di immenso valore, come quelli del Nobile Collegio del Cambio. โI rilievi termografici โ ha concluso Pascucci – hanno consentito di verificare la situazione degli affreschi delle pareti e della volta affrescata dal Perugino. Inoltre, grazie a software di post elaborazione grafica si ottengono rappresentazioni tridimensionali estremamente minuziose nella qualitร del dettaglio, facilmente esportabili e utilizzabili su piattaforme digitali e gestionaliโ.
Oggi, il “DanteDรฌ” ha un sapore molto particolare, perchรฉ il 2021 รจ lโanno di Dante, dei 700 anni dalla sua morte. Per questo il 25 marzo 2021 – la data in cui prende il via il viaggio letterario nellโaldilร della “Divina Commedia” โ va celebrato con ancora piรน devozione.
Vista di Assisi, foto di Enrico Mezzasoma
Il Sommo Poeta amava lโUmbria. La descrive nellโXI canto del Paradiso della Divina Commedia quando incontra San Francesco nel cielo del Sole con gli spiriti sapienti. In due terzine ci parla di Gubbio e SantโUbaldo, del clima di Perugia, di Nocera e di Gualdo Tadino e naturalmente di Assisi, cittร natale del Santo, che dovrebbe chiamarsi Oriente perchรฉ ha dato alla luce il Sole. ยซIntra Tupino e lโacqua che discende / del colle eletto dal beato Ubaldo, / fertile costa dโalto monte pende, / onde Perugia sente freddo e caldo / da Porta Sole; e di rietro le piange / per grave giogo Nocera con Gualdo. Di questa costa, lร dovโ ella frange/piรน sua rattezza, nacque al mondo un sole/come fa questo talvolta di Gange. / Perรฒ chi dโesso loco fa parole, / non dica Ascesi, chรฉ direbbe corto, / ma Orรฏente, se proprio dir vuoleยป.
Si dice che questa parte fu scritta nel territorio eugubino, allโinterno del castello di Colmollaro dove risiedeva il Conte Bosone Novello Raffaelli, amico di Dante.
Il colophon della Divina Commedia stampata a Foligno.
La prima stampa a Foligno
LโUmbria e la Divina Commedia sono legate anche in modo piรน materiale: a Foligno infatti, lโ11 aprile del 1472 viene stampata lโeditioprinceps dellโopera del Sommo Poeta. La prima copia a stampa sembra essere nata nella casa dellโorafo e zecchiere pontificio EmilianoOrfini, fondatore, assieme al trevano Evangelista Angelini, della prima societร tipografica della cittร di Foligno.
Un Dante inedito a Orvieto
Proprio in questi giorni a Orvieto รจ stato individuato un quadro โ che era sfuggito probabilmente per secoli โ che raffigura un Dante inedito, sempre di profilo nella sua iconica posa, ma con la barba. Lโopera, di autore ignoto, sarebbe databile tra il 1500 e il 1600. ย La raffigurazione sembra prendere spunto dalla dettagliata descrizione che Giovanni Boccaccio fa del volto di Dante Alighieri nel Trattatello in laude di Dante scritto tra il 1351 e il 1355. Boccaccio scrive: ยซIl suo volto fu lungo, e il naso aquilino, e gli occhi anzi grossi che piccioli, le mascelle grandi, e dal labro di sotto era quel di sopra avanzato; e il colore era bruno e i capelli e la barba spessi, neri e crespi, e sempre nella faccia malinconico e pensosoโยป Ulteriori indagini daranno risposte piรน certe.
Orvieto giร conservava a suo modo pezzi di Divina Commedia: nel Duomo, infatti, sono raccontate scene tratte dai canti del Purgatorio e dipinte dal Signorelli.
Foto di Comune di Orvieto
Dolenti note
Lโunica nota dolente nel rapporto fra Dante e lโUmbria รจ Cante Gabrielli di Gubbio che, in veste di podestร di Firenze (1298), emanรฒ due sentenze di condanna contro Dante: con la prima lo condannรฒ a una multa pecuniaria, al divieto a vita di partecipare al Governo di Firenze e allโesilio per due anni dalla Toscana. Con la seconda sentenza, non avendo il poeta ottemperato a quanto stabilito, lo condannรฒ al rogo, alla distruzione delle sue case e alla confisca dei suoi beni.
La natura calcarea dellโUmbria ha determinato nel corso di milioni di anni la formazione di numerose cavitร sotterranee.
La distribuzione delle grotte nella regione ricalca quella dei massicci carbonatici che, sottoposti al fenomeno del carsismo, hanno originato uno spazio, in buona parte ancora inesplorato, dove sono presenti organismi perfettamente adattati alle particolari condizioni di vita determinate dalla scarsitร o dalla completa assenza di luce.
A oggi sono state censite oltre 800 cavitร naturali, catalogate e georeferenziate allโinterno del Catasto Speleologico dell’Umbria gestito dalla Federazione Umbra Gruppi Speleologici. Le grotte hanno da sempre suscitato nellโuomo moderno interesse e curiositร , la possibilitร concreta di esplorare un mondo parallelo senza necessariamente dover spostare il proprio orizzonte geografico.
Senza il perfezionamento delle tecniche di progressione speleologica non saremmo mai arrivati a scoprire un numero cosรฌ elevato di grotte e proprio grazie a una branca della speleologia che si occupa di indagare le forme di vita presenti negli ambienti ipogei – la biospeleologia per lโappunto – abbiamo avuto la possibilitร di descrivere per la prima volta specie animali del tutto peculiari.
Ferro di cavallo maggiore (Rhinolophus ferrumequinum). Foto di Cristiano Spilinga
Peculiari proprio perchรฉ le particolari condizioni di vita degli ambienti sotterranei hanno determinato una spinta evolutiva che, nel corso di migliaia di anni, ha portato a forme altamente specializzate e perfettamente adattate a quel particolare ambiente.
Tradizionalmente gli studiosi della vita ipogea dividono gli organismi legati alle grotte in tre categorie: i Troglobi, considerati cavernicoli obbligati, cioรจ perfettamente adattati alla vita ipogea e non piรน capaci di svincolarsene, i Troglofili, specie che sono presenti con maggiore regolaritร nellโambiente ipogeo e i Troglosseni, specie che si trovano in ambiente ipogeo solo accidentalmente, come quelli che cadono allโinterno dei pozzi verticali o vengono trasportati dalle acque.
Le cavitร umbre – da quelle piรน piccole fino ad arrivare allโimponente grotta di Monte Cucco che, con i suoi circa 35 km di sviluppo e una profonditร verticale di oltre 900 metri, rappresenta uno dei complessi carsici piรน importanti dโItalia – costituiscono un importante ecosistema da preservare e qualunque tipo di fruizione, da quella legata allโesplorazione e alla ricerca, passando per quella tipicamente ad appannaggio degli speleologi, fino ad arrivare allโutilizzo turistico, deve prevedere un profondo rispetto per lโambiente che si va a visitare.
Lโestrema specializzazione delle forme di vita adattate alle grotte รจ direttamente proporzionale alla loro sensibilitร rispetto alle perturbazioni provenienti dallโesterno, che, andando ad alterare, in alcuni casi in maniera irreversibile, quelle particolari condizioni microclimatiche possono determinare la scomparsa di forme di vita del tutto uniche e peculiari.
La strada per la ricostruzione dellโAbbazia di S. Eutizio in Preci, ferita dai terremoti del 2016, si fa finalmente in discesa.
Ieri, nel centro di comunitร della parrocchia a Preci, รจ stato avviato ufficialmente il tavolo tecnico-giuridico per il recupero del complesso. Erano presenti: lโon. Giovanni Legnini commissario straordinario del Governo alla ricostruzione per le zone del cratere sismico; lโarcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo; il sindaco di Preci Massimo Messi; lโing. Fulvio Maria Soccodato sub commissario alla ricostruzione; funzionari e tecnici della Regione, della Diocesi e di altri enti; imprenditori del luogo.
Per lโAbbazia negli ultimi mesi si รจ lavorato in modo alacre per presentare al commissario Legnini una proposta concreta di fattibilitร . LโArchidiocesi, la Soprintendenza, la Regione, il Comune e lo studio associato di ingegneria Capaldini di Giano dellโUmbria hanno lavorato intorno a varie ipotesi di ricostruzione. A Legnini รจ stata consegnata quella che sembra piรน funzionale e che prevede il consolidamento della rupe e la ricostruzione del complesso abbaziale nella sua interezza, compreso il campanile. Esteticamente, dunque, tutto sarร come prima, ma lo scheletro sarร realizzato con le tecniche antisismiche piรน allโavanguardia. Da sottolineare che si รจ scelto di procedere al recupero-ricostruzione unitario dellโAbbazia e quindi i lavori per la chiesa, il complesso adiacente e il campanile procederanno di pari passo.
La Diocesi, inoltre, comunica che a breve prenderanno il via 24 cantieri, sugli 82 in programma in base allโordinanza 105 del 17 settembre 2020 e al decreto 395 del 30 dicembre 2020.
La vera rivoluzione industriale italiana fu quella degli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso: gli anni del boom, gli anni del “tutti in macchinaโ.
La regola che imperava era benessere: la pizza iniziava lโinvasione del mondo e panna e rucola stavano entravano in tutte le cucine. LโItalia era un cantiere in movimento. I danni della guerra venivano riparati, tutto andava veloce, tutto si rinnovava. Eravamo poveri ma geniali. Le vecchie vie consolari, quelle che da Roma portavano ovunque, furono potenziate e migliorate.
Fu in quegli anni che la parola vacanze divenne realtร per milioni di persone. Ad agosto al Nord chiudevano le fabbriche e cโera chi andava al mare o in montagna, chi invece preferiva tornare dai parenti al Sud. Il risultato? Si imboccava lโautostrada del Sole a Milano sognando di arrivare rapidamente laggiรน ma, inesorabilmente, si finiva incolonnati per 600 chilometri. Per i nuovi automobilisti che sfrecciavano qua e lร erano state pensate delle piccole, ma in realtร grandi, cose per agevolare il viaggio e la sosta: riposarsi dalla guida, sgranchirsi le gambe, mangiare e bere. In autostrada avevano costruito gli autogrill a ponte, cosรฌ divertenti: ยซTu vieni da Milano, io da Firenze e ci incontriamo a Cantagalloยป. Si era aperto il vaso di Pandora e il viaggio diventava divertimento.
Tutto bene finchรฉ si viaggiava sulla A1, ma fuori dallโautostrada le cose si complicavano. Cercare un distributore o un meccanico era unโavventura, ma ancora peggio era trovare un bar dotato anche di servizi igienici. Furono Enrico Mattei e lโarchitetto Mario Bacciocchi a rinnovare, anzi a inventare un modo nuovo e moderno di fare benzina, rilassarsi e fare pipรฌ. Prima cโera solo la pompa di benzina, poi ci fu la stazione di servizio che offriva oltre alla benzina spazio per camminare, spesso anche il meccanico, il bar e pure la toilette, cosรฌ che neppure la pipรฌ fu piรน un problema.
LโUmbria era attraversata dalla SS 3 bis Tiberina che seguiva pigramente il Tevere fino a Perugia per poi continuare verso le sorgenti del fiume e scendere a Cesena. Sui due lati cโerano alberi con il tronco dipinto di bianco catarifrangente, le distanze erano scandite dalle pietre miliari di romana memoria; passava in mezzo ai paesi che incontrava sulla sua strada e ogni tanto cโera una pompa di benzina: una pompa nuda e cruda, chiusa a ore pasti e la notte.
La Tiberina passava da Ponterio, la frazione di Todi ai piedi della collina, dove transitava anche la Ferrovia Centrale Umbra con relativa stazione ferroviaria. In quella zona, tra la SS 3 bis e il Tevere si stava sviluppando una zona industriale, perciรฒ la Tiberina, che attraversava tutta la valle del Tevere, era importante e molto trafficata.
Una pompa di benzina si era resa necessaria e lโincarico fu affidato allโAGIP di Enrico Mattei e la pompa divenne una stazione di serviziodโautore; fu infatti disegnata dallโarchitetto dellโAGIP, che la volle grande con un piazzale davanti. Le stazioni di servizio dellโarchitetto Bacciocchi erano accoglienti e coperte da una tettoia che assomigliava a unโala di gabbiano ideata per non bagnarsi se pioveva o avere ombra sotto il sole rovente, ma soprattutto la si scorgeva da lontano. Inconfondibile. La tettoia poggiava su un corpo di fabbrica con il bar, unโofficina, il lavaggio auto e altre cose utili a chi viaggia in automobile.
Ma poi il traffico si era fatto via via piรน intenso e andava sempre piรน veloce cosรฌ, alla fine degli anni Settanta fu costruita la superstrada E45, la piรน lunga dโEuropa, 5.000 chilometri senza pedaggio, che attraversava tutta lโItalia, tutta lโEuropa e arrivava a capo Nord. Ma, ogni cambiamento ha i suoi risvolti negativi: infatti sono stati tagliati fuori paesi e paesetti e cittร e anche Ponterio. Di conseguenza la Tiberina cadde miseramente in disuso e la sua stazione di servizio divenne un reperto di archeologia industriale. Il comune di Todi perรฒ, grazie a un accordo con ENI, รจ riuscito a trasformare questo reperto industriale in un luogo diverso, pur mantenendo lโidea originale. Da posto di ristoro per automobilisti รจ diventato luogo di aggregazione e di passeggio e forse museo. Il grande spiazzo davanti alla stazione di servizio, diventato Piazza delle Arti, non si affaccia piรน sulla strada, la cara via Tiberina, ma guarda verso il Tevere dove sta sorgendo il nuovo centro commerciale. Da qui, con lโapertura del parco lungo il fiume e del ponte Bailey, si potrร andare da una parte allโaltra del fiume. Per sottolineare ancora di piรน questa nuova vocazione di piazza e di parco, il lato via Tiberina รจ stato chiuso con le opere del grande ceramista Nino Caruso.
Si tratta di una sequenza di setti di calcestruzzo colorato che riproducono a basso rilievo una composizione di formelle che il maestro ha chiamatoBassorilievo Selinunte. Si tratta di unโarte modulare spazialmente integrata con effetti di chiaro/scuro che si susseguono o, come disse il Maestro: ยซricordano uno spartito musicale, dove gli elementi modulari agiscono come note con ritmi e pause, dove la luce assume un ruolo importante.ยป I setti creano una separazione, ma non sono una barriera perchรฉ lโarte unisce e non separa.
Il Gal Trasimeno-Orvietano si prepara a svolgere un ruolo da protagonista per la promozione dei distretti del cibo del Trasimeno e dellโOrvietano.
ร stato questo lo spirito con il quale lunedรฌ 15 marzo scorso รจ stata organizzata una riunione, in collegamento remoto, con la presenza dellโAssessore Regionale alle Politiche Agricole Roberto Morroni, il consigliere regionale Eugenio Rondini, 28 Aziende Leader del settore Agroalimentare con sede negli otto comuni dellโarea del Trasimeno e il Parco Tecnologico Agroalimentare dellโUmbria. Il prossimo appuntamento sarร invece organizzato per Orvieto tra la fine di marzo e la prima decade di aprile. Infatti il Gruppo di Azione Locale si candida ad essere soggetto proponente, dei distretti del cibo ritenendo questa opportunitร un trampolino di lancio per creare un nuovo modello di sviluppo del settore agroalimentare, in una area nella quale la varietร di prodotti, dal vino allโolio, dai legumi al pesce di lago, dallo zafferano alla fagiolina, alle carni, ai salumi e ai formaggi di qualitร coinvolgono un considerevole numero di aziende che, in genere, uniscono a tutto questo anche lโaccoglienza turistica creando una importante economia locale. Rilevante รจ anche la presenza di Aziende Biologiche, un altro tassello fondamentale per promuovere la qualitร dei prodotti.
Un ringraziamento sincero allโassessore Morroni da parte degli organizzatori, non solo per il prezioso contributo allโevento, ma anche per aver voluto inserire i Gal tra i soggetti proponenti i distretti del Cibo. “Bisogna avere consapevolezza che in Umbria abbiamo luoghi di produzioni di qualitร , veri e propri giacimenti che ci richiedono capacitร di intraprendere per creare un volano di sviluppo in tema di crescita โ ha ricordato lโassessore Morroni โ e i distretti del cibo sono una opportunitร da cogliere consapevoli del fatto che sulla qualitร non scende mai il tramonto neanche in periodi di crisi. Questi progetti possono rappresentare una opportunitร unica, affinchรฉ le piccole aziende possano collaborare, fare rete, in una ottica di innovazione, sperimentando nuovi modelli organizzativi in particolare nella digitalizzazione e nella ricerca”. Ha ricordato inoltre Morroni, che i fondi dei distretti del cibo vengono dal Ministero delle Politiche Agricole sono quindi aggiuntivi rispetto al PSR e ai fondi europei e che, nel bando dellโanno scorso sono rimasti inutilizzati a livello nazionale, 18 milioni di euro. In considerazione di questo fatto e anche della uscita del prossimo bando ha invitato i promotori a mettersi al lavoro per candidarsi celermente allโaccreditamento regionale.
Il compito del Gal sarร impegnativo, ma di fronte alla possibilitร di attrarre quatto milioni di euro per ognuno dei due territori per investimenti, promozione e ricerca, destinati alla rete delle imprese che parteciperanno, occorre passare subito alla fase operativa. Quindi il Gal inizierร a espletare tutti quegli adempimenti che ci dovranno vedere pronti a cogliere le opportunitร del bando del MIPAAF, primo dei quali il coinvolgimento dellโUniversitร per le attivitร di ricerca, ma anche lโanimazione presso gli imprenditori del settore che sono i veri protagonisti del progetto. Soddisfazione peraltro รจ stata dimostrata, giร in questo primo incontro, dalla qualificata presenza delle aziende che hanno partecipato.
Ha chiuso lโincontro il consigliere regionale Eugenio Rondini, referente per lโarea del Trasimeno, che ha portato il suo contributo allโiniziativa garantendo lavoro e vicinanza al territorio alle imprese e al Gal sottolineando che il Trasimeno รจ unโarea ricca di potenzialitร , che vanno messe a sistema, e consapevole del fatto che i distretti del cibo possano essere lโoccasione per lanciare un nuovo modello di sviluppo per il settore agroalimentare umbro.
Avere il coraggio di cambiare, avere il coraggio di affrontare nuovi orizzonti, avere il coraggio di nuove sfide. Si puรฒ fareโฆ questo รจ quello che ci ha fatto capire Caterina Betti, perugina, artista dโanimo e di pensiero, che ha trascorso i passaggi della propria vita e maturazione personale trovando la forza, dapprima, di fare una lunga esperienza come fotografa professionista per poi catapultarsi in quella di chef di successo.
Caterina Betti รจ apprezzata e riconosciuta fin dai suoi primi passi culinari, tantโรจ vero che รจ stata scelta come rappresentante dellโUmbria nella seguitissima trasmissione televisiva Cuochi dโItalia condotta dal famoso chef Alessandro Borghese.
Chef Caterina, durante la nostra intervista avvenuta come unโamabile conversazione, ha raccontato di sรฉ e della sua esperienza, e ci ha trasmesso la passione e lโamore per il suo lavoro. Nellโemozione della narrazione, ci ha orgogliosamente confidato del sostegno e del grande affetto di suo marito Roberto Fattori e della loro figlia, la dolcissima Maria Letizia, fan e prima tifosa di mamma Caterina.
Caterina Betti
Caterina, ci racconti come sei diventata chef?
Il mio lavoro รจ stato da sempre quello di fotografa, che ho fatto per ventโanni, e poi il destino mi ha fatto incontrare Diana Capodicasa, la mia attuale socia, con la quale ho iniziato a collaborare con lโazienda e la scuola di cucina che lei aveva al tempo. Ci siamo trovate, fin da subito, in forte sintonia. Da quel momento ho capito che quella che era stata da sempre una mia grande passione, che praticavo solo tra le mura domestiche e per gli amici, stava sbocciando e piano piano, quando le cose si incastravano, ho capito che il lavoro nel mondo della cucina era quello che volevo fare. Dopo una consultazione familiare, ho fatto un salto nel buio, lasciando la mia attivitร di fotografa. Allโinizio non รจ stato facile, soprattutto per mia figlia Maria Letizia, anche perchรฉ lei mi ha conosciuto come fotografa ed รจ stata sempre abituata a frequentare lo studio, dove รจ cresciuta tra scatti e foto. Adesso Maria Letizia รจ la mia prima sostenitrice. A quasi cinquantโanni ho deciso che dovevo cambiare rotta e con il cuore ho fatto questa follia, seguendo il mio sogno.
Piรน che follia hai avuto il coraggio di scegliere, passando dal certo allโincerto.
Per un anno e mezzo ho tenuto i piedi in due staffe. Per un periodo ho continuato a lavorare come fotografa di matrimoni e contemporaneamente mi occupavo di cucina. Piano piano sentivo che il lavoro di fotografa si stava spegnendo e a quel punto mi sono gettata sempre piรน nella mia nuova sfida. Dopo aver fatto per tanti anni la fotografa di matrimoni, dove ero esposta in prima persona, adesso mi ritrovo sempre negli eventi matrimoniali, ma dietro le quinte, in cucina; mentre Diana, la mia socia, รจ in sala e cura le relazioni di marketing con clienti e aziende. Oggi organizziamo, tramite la nostra azienda Cucinare Catering Eventi, anche delle cooking class per turisti, a cui faccio conoscere i piatti della tradizione, oltre a lavorare per gli eventi in genere.
Raccontaci la strada della tua formazione da chef, in modo che possa essere un esempio per qualcuno che volesse intraprendere questo percorso.
Iniziare questo lavoro non piรน da giovanissimi รจ piรน difficile e serve maggior impegno. Per la mia formazione ho sempre fatto ricerca in tutti i campi, prima allโIstituto dellโArte e poi per raggiungere la mia laurea in Storia dellโArte. Il lato artistico, la progettualitร e la sperimentazione sono anche in cucina, mia costante valvola di sfogo. Mio padre era bravissimo nella preparazione dei piatti e anche mia madre era unโottima cuoca, che appuntava le sue ricette tradizionali umbre in un prezioso libricino che ancora oggi custodisco gelosamente. Tutto ciรฒ mi ha sempre portato a far ricerca, nel rispetto delle tradizioni culinarie locali e, quando mi sono accorta che la cucina stava diventando un lavoro, ho frequentato lโAccademia Italiana Chef a Roma e mi sono diplomata. Questa certificazione ha rappresentato lโavvio ufficiale della mia nuova attivitร .
Caterina, comโรจ stata la tua partenza da chef?
Sono partita, grazie al costante lavoro di Diana come esperta di marketing, preparando le mie ricette durante gli eventi organizzati per aziende private e istituzioni pubbliche. Un mio ricordo bellissimo รจ quello di aver preparato il buffet, alla Biennale di Venezia, per la mostra di apertura dellโartista americana Beverly Pepper, scomparsa recentemente e che ha vissuto per molto tempo a Todi, dove รจ stata amorevolmente apprezzata e a cui ha donato le sue opere per un parco monumentale. Lei ha rappresentato lโUmbria alla Biennale veneziana e noi abbiamo curato il catering per la sua mostra.
Recentemente hai partecipato alla trasmissione Cuochi dโItalia di Alessandro Borghese. Le tue sensazioni?
Dopo varie selezioni, ho fatto il provino finale e dopo una trepidante attesa, mi hanno comunicato che ero stata scelta a rappresentare lโUmbria. ร stata unโemozione fantastica! Partecipare con i miei piatti mi ha fatto crescere e riflettere per migliorarmi professionalmente.
Caterina Betti con Alessandro Borghese in “Cuochi d’Italia”
Le tue preferenze culinarie e i tuoi progetti?
Per i profumi e i ricordi, ho una preferenza per la lavorazione dei lieviti. Mentre il mio prossimo e ambizioso progetto รจ quello di pubblicare un libro di cucina, a cui sto giร lavorando. Sarร molto particolare e non voglio anticipare niente.
Caterina, vuoi mandare un saluto ai nostri lettori, regalandogli una tua ricetta?
Volentieri. In questo lungo periodo di difficoltร legato al Covid, dobbiamo sorridere e andare avanti. ร un momento durissimo dove il lavoro latita ed รจ precario, ma nelle difficoltร vediamo gli aspetti positivi, dove la natura si รจ riappropriata di alcuni spazi e noi abbiamo potuto ripensare alla progettazione del nostro lavoro. Bisogna guardare oltre e tutto rifiorirร , in quanto la gente ha voglia di uscire e incontrare persone, tornando alla normalitร . Saluto tutti con una ricetta, a me molto cara…
TORTA DELLA NONNA IDA
Per la frolla:
150 g di farina 00
1 tuorlo
40 g di zucchero
70 g di burro
Per la farcia:
250 g di ricotta
50 g di zucchero
Mezzo cucchiaino di estratto di vaniglia
Buccia di mezzo limone grattugiata
1 tuorlo dโuovo
1 bicchierino di maraschino
Per la meringa:
2 albumi
100 g di zucchero
Procedimento:
Impastare velocemente gli ingredienti per la frolla, fare una palla e lasciare riposare in frigorifero per 10 minuti. Stendere poi in una teglia imburrata o antiaderente, senza fare i bordi. Cuocere a forno moderato per 15 /20 minuti. Intanto mescolare gli ingredienti del ripieno, quando la base di frolla sarร cotta estrarla dal forno e coprirla con questa farcia. Infornare nuovamente e cuocere per altri 15 minuti circa. Intanto montare a neve i due albumi con lo zucchero, sfornare la torta e ricoprirla interamente con la meringa, lasciandola cuocere a 100ยฐ per circa 30/40 minuti, o almeno finchรฉ non vedrete che la meringa si sarร leggermente dorata.
Inizia lโedizione 2021 dell’Umbria Guitar Festival 2021 – Agimus Perugiadel, festival dedicato alla chitarra. Per gli ovvi motivi legati alla pandemia il concerto inaugurale verrร mandato in streaming nel canale dellโUniversitร per gli stranieri di Perugia.
19 marzo ore 18
Perugia – Sala Goldoni dellโ Universitร per gli stranieri
TRIO DโARNA
Luca Ricci, canto e percussioni
Barbara Abati, flauto
Lucia Bellucci, chitarra
Il terremoto del 2016, che ha colpito, ancora una volta, il Centro Italia, ha causato 299 vittime, ha distrutto cittร , abitazioni, edifici scolastici, opifici, comunicazioni, monumenti. Ha colpito, spesso in modo irreparabile, il patrimonio artistico di tutta lโarea del cratere, in particolare quello della Valnerina, il territorio a cavallo fra Umbria e Marche.
Il libro, che sarร presentato oggi alle ore 21.15 nellโambito della rubrica LIBRI&PENSIERI, collegata Festa di Scienza e di Filosofia-Virtute eCanoscenza, ha per titolo; Un patrimonio ferito. la Valnerina. Il libro รจ stato scritto da Vittoria Garibaldi, storica dellโarte, tra le altre cose giร direttore della Galleria Nazionale dellโUmbria, studiosa entusiasta e profonda conoscitrice del patrimonio culturale umbro. Il libro รจ la raccolta di ben quarantotto articoli, a firma di Vittoria Garibaldi, pubblicati dal Corriere dellโUmbria dal dicembre 2016 al dicembre 2017, รจ stato edito dallโAssociazione Orfini Numeister di Foligno, il cui scopo principale รจ la diffusione della cultura e delle conoscenze storico-artistiche della Cittร e dellโUmbria.
Il libro sarร presentato questa seraย alle ore 21.15, sui canali Facebook e Youtube di Festa di Scienza e di Filosofia sul canale Facebook del Laboratorio di Scienze Sperimentali di Foligno, dallโautrice Vittoria Garibaldi e dal dott. Giuseppe Serafini, Magistrato, Presidente di Sezione de Consiglio di Stato.