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Ingredienti

  • alcune fette sottili di guanciale di maiale fresco oppure secco
  • qualche foglia di salvia
  • qualche cucchiaio di aceto di vino bianco
  • sale
  • pepe

Preparazione

Ponete in una padella le fette di guanciale, fate perdere loro il grasso e gettatelo via. Rimettete le fette di guanciale nella padella assieme alla salvia, dopo un minuto o due spruzzate dโ€™aceto, regolate se necessario di sale e pepe e servite.

 

Questa preparazione, quasi in disuso, era tipica del periodo invernale ed era conosciuta in tutta lโ€™Umbria. Nella zona di Todi, a volte, si aggiungeva anche del pomodoro. Si serviva per cena, accompagnata da qualche fetta di pane.

 


Per gentile concessione di Calzetti&Mariucci editore.

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รˆ quello che diceva l’androide Roy Batty, interpretato dall’attore Rutger Hauer, nel celebre soliloquio della scena finale del film Blade Runner di Ridley Scott.

La frase entrรฒ fin da subito nella storia del cinema. La stessa cosa avrebbe potuto dire la secolare quercia, detta del Pentimento, che il 31 ottobre 2018 รจ crollata. A tenerla in piedi era rimasto solo un lembo di tronco attaccato a due radici: la maggior parte della base non era piรน radicata in quanto gravemente ammalata da tempo.
Un forte vento l’ha spinta a terra e ha decretato la sua fine. La quercia era uno degli Alberi Monumentali del Trasimeno e uno dei 54 dell’Umbria; si trovava in localitร  Giorgi, nel Comune di Castiglione del Lago, tra la Cappella devozionale dedicata a Santa Margherita e la strada asfaltata che ricalca il percorso dell’antica via medievale Romea Germanica, a suo tempo solcata dai moltissimi pellegrini e viandanti provenienti dal Nord-Est Europa e diretti verso la Santa Sede.

 

La Chiesetta e la Quercia del Pentimento

La Chiesetta e la Quercia del Pentimento

La storia di Santa Margherita

L’antico albero era legato alla storia della Santa: lรฌ infatti, nel 1274, grazie al suo cane, Margherita aveva trovato assassinato il suo amato Arsenio, con cui conviveva more uxorio e aveva avuto un figlio. Era stato ucciso nell’ambito delle faide guelfo-ghibelline.
In quel momento ci fu la svolta della sua vita: perduto il suo grande amore e rifiutata dalla propria e dalla famiglia di lui, diede inizio a un percorso di fede, che iniziรฒ a Cortona presso i Frati Francescani, fatto di assistenza ai malati e opere di caritร . Un percorso che la vide impegnata fino alla sua morte. Margherita, nata a Laviano in provincia di Perugia, รจ stata proclamata Santa nel 1728.
Il binomio Margherita e Quercia del Pentimento, per l’immaginario popolare, รจ sempre stato intangibile e indissolubile e sarebbe bello se continuasse in qualche modo a esistere.
Infatti, recentemente, una giovane quercia รจ stata piantata nello stesso posto di quella andata perduta e una parte del tronco della vecchia pianta รจ stato posizionato nel piazzale antistante la Chiesetta, a ricordo dell’evento.
Parlando con le persone del luogo รจ stato riferito che ci sono delle idee o perlomeno delle sane intenzioni di produrre dei manufatti artigiani o delle opere artistiche, con il legno residuo della devota ma ormai perduta quercia.

Altri giganti

L’albero caduto, era un gigante di una bellezza straordinaria: era alto circa 18 metri, con una circonferenza alla base di circa 4 metri e una chioma di circa 20 metri. Gli altri monumentali lacustri censiti sono una roverella in localitร  Montecolognola, un pino domestico in localitร  Zocco (purtroppo recentemente caduto anch’esso a causa di un forte vento) e una roverella vicino a Zucconami-Sanfatucchio. Nel territorio del Trasimeno ci sono molti altri alberi secolari che a oggi non sono stati ancora ufficialmente censiti, come il pluricentenario agrifoglio di Paciano o il millenario olivo di Villastrada.
Loro sรฌ che hanno visto cose, cose che noi umani…

Ingredienti:
150 g di cioccolato dolce
100 g di cioccolato amaro
150 g di mandorle dolci
120 g di rum
120 g di alchermes
3 tazzine di caffรจ
6 fette di pane raffermo

Preparazione:
Togliere al pane la crosta e dividere in due ogni fetta. Versare in una casseruola il caffรจ, quindi unite metร  della cioccolata e fatela sciogliere a fuoco basso, quindi aggiungere 70 grammi di alchermes e 70 grammi di rum. Immergete le fette di pane nella casseruola, bagnatele, toglietele e disponetele sul un piatto da portata. Pelate le mandorle, tostatele in forno e tritatele., quindi mescolate con la cioccolata rimasta, che avete grattugiato e impastate il tutto con lโ€™alchermes e il rum e stendete il composto ottenuto sulle fette di pane. Fate riposate prima di servire.


Questo รจ un dolce di Carnevale tipico di Cittร  di Castello. Ogni sabato, durante il periodo di Carnevale, un rione della cittร  organizza un veglione. Le famiglie portano son sรฉ piatti di vario tipo, tra i quali non mancano mai i crostini ubriachi. Nellโ€™intervallo tra mezzanotte e lโ€™una si tirano fuori le cibarie e si gustano questi dolci con parenti e amici. Il segreto per preparare dei buoni crostini, che a volte vengono serviti anche in occasione di feste come i battesimi, รจ usare pane leggermente raffermo ma di buona qualitร  e cotto in forno a legna. Qualcuno, รจ un uso recente, preferisce al pane delle fettine di torcolo, ma gli intenditori guardano con sospetto questa usanza.

 

Per gentile concessione di Calzetti & Mariucci Editore

ยซPar che ognun di Carnevale a suo modo possa far; par che ora non sia male anche pazzo diventar. Viva dunque il Carnevale, che diletti ci suol dar. Carneval che tanto vale, che fa i cuori giubilarยป. (Carlo Goldoni).

In pieno tempo carnevalesco tutti si travestono, nellโ€™aria cโ€™รจ odore di divertimento e ยซogni scherzo valeยป. Anche lโ€™Umbria – come da tradizione – si prepara a sfoggiare le sue maschere della Commedia dellโ€™Arte: cinque esemplari davvero particolari che richiamano vizi e virtรน della societร  e che sberleffano i poteri forti. Il furbo, lโ€™avaro, il mattacchione o il rozzo saggio: personaggi antichi, ma sempre attuali.

Bartoccio

La maschera umbra piรน famosa รจ senza dubbio il Bartoccio che arriva direttamente da Pian del Tevere โ€“ un territorio contadino tra San Martino in Campo e Torgiano. Con la sua giacca verde, il gilet rosso porpora e i pantaloni di velluto scuro sfila durante il Carnevale su un carro trainato da buoi per il centro di Perugia con la moglie Rosa, sempre piena di brillocchi ed enuncia rigorosamente in dialetto perugino le sue bartocciate: versi diretti a colpire i personaggi noti dellโ€™epoca, a smascherare i soprusi dei potenti e a evidenziare le lacune della societร , suscitando riso ma anche riflessione. Rappresenta, come tutti i personaggi carnevaleschi, vizi e virtรน dellโ€™uomo: รจ rozzo, sveglio, divertente e saggio. La sua figura, forse popolare o forse inventata dagli scrittori e dai poeti cittadini, risale alla Commedia dellโ€™Arte e se ne trovano tracce giร  dal โ€˜600 nella tradizione letteraria locale. Durante il Risorgimento รจ diventato un simbolo della cittร , incarnando alla perfezione lo spirito perugino che si ribellava al papato.

 

L’arrivo del Bartoccio a Perugia

Le maschere di Avigliano Umbro

Ci sono poi Nasotorto, Nasoacciaccato, Chicchirichella e Rosalinda che nascono ad Avigliano grazie a una nenia risalente al XVI-XVII secolo, recitata dai bambini e molto diffusa in varie zone dellโ€™Umbria. ยซChi รจ morto? Nasotorto. E chi lโ€™ha sotterrato? Nasoacciaccato. E chi ha suonato la campanella? Quel birbone di Chicchirichella. E chi รจ la piรน bramata e mai convinta? La figlia della Florinda. E chi รจ, chi รจ? La bella Rosalindaโ€ฆยป. Nel 2015 dopo una solenne cerimonia le quattro maschere sono state iscritte allโ€™anagrafe del Comune di Avigliano Umbro e ora fanno parte a tutti gli effetti della tradizione carnevalesca regionale. Con il loro dialetto, che รจ un insieme di lingue che vanno dallโ€™Alta Valle del Tevere alla Conca Ternana, portano in scena le tipiche caratteristiche dellโ€™uomo: lโ€™avarizia, la furbizia, la creativitร  e la gentilezza. Il primo di cui parlare รจ Nasotorto, avaro, possidente, asociale e pieno di paure, convinto che esistano solo due tipi di persone: gli ingenui che sfrutta e i bugiardi che invece evita. Per non spendere quattrini rinuncia a riscaldarsi, per questo รจ sempre raffreddato e porta con sรฉ un fazzoletto bianco che sventola quasi come un vezzo.

Nasoacciaccato invece รจ uno spirito libero, รจ furbo e imbroglione. Non ama avere vincoli e obblighi di nessun tipo; ha grandi doti di affabulatore e per questo รจ capace di farsi ben volere dagli altri. Gira sempre con il suo bastone a cui รจ appeso un fagotto in cui sono racchiusi i suoi averi ed รจ sempre alla ricerca di qualcuno da imbrogliare. Spesso in compagnia di Chicchirichella, suo amico e rivale in amore, entrambi vogliono conquistare Rosalinda.

Chicchirichella rappresenta lo spirito libero, un eterno Peter Pan: รจ esuberante e creativo, ma anche eccentrico e divertente. Vive di musica, non ha regole ed รจ innamorato di Rosalinda che contende con lโ€™amico Nasoacciaccato che incontra nellโ€™osteria in cui sono soliti ubriacarsi.

Infine, cโ€™รจ la bella e furba Rosalinda che grazie al suo fascino รจ capace di attirare le attenzioni maschili e pilotare a suo favore lโ€™amore anche se รจ sempre indecisa tra i suoi due spasimanti Chicchirichella e Nasoacciaccato. รˆ una lontana parente di Nasotorto e spera nella sua ereditร . รˆ un personaggio positivo e incarna lโ€™archetipo della principessa o della seduttrice sensibile, abile nel costruire relazioni dโ€™amore e perchรฉ capace di ispirare emozioni.

Con un grande riscontro di pubblico, la mostra fotografica itinerante corredata da versi Donna vede Donna รจ giusta a coprire la sua seconda tappa: Deruta.

 

Sabato 8 febbraio, presso la Sala Consiliare comunale di Deruta, gremita di persone, c’รจ stata la presentazione del progetto Donna vede Donna, in cui sono intervenuti il Sindaco Michele Toniaccini, l’Assessore al sociale, la derutese Cristina Canuti, l’Assessore alla Cultura di Magione Vanni Ruggeri, Valter Sembolini, A.D. della Cooperativa Pescatori del Trasimeno, Francesca Caproni, direttrice del GAL Trasimeno-orvietano, Giovanni Montani – Sindaco di Acquasparta, la cittadina che ospiterร  una delle prossime tappe della mostra (al momento ci sono 14 richieste tra Comuni, Enti e Associazioni, sia in Umbria sia fuori dei confini regionali e nazionali) – e Paolo Ricciarelli, presidente della ProLoco Deruta.

 

Le finalitร  della mostra Donna vede Donna sono quelle di descrivere, con foto prevalentemente ambientate al lago Trasimeno e versi, le varie sfaccettature femminili e di mettere in risalto la dolcezza, la bellezza e la centralitร  sociale delle donne, aborrendo ogni forma di violenza.
Nella stessa occasione รจ stato presentato il catalogo della mostra, edito da Morlacchi, accompagnato dalla declamazione delle poesie scritte dalle poetesse protagoniste del progetto Donna vede Donna, con la lettura da parte di Alessandra Di Cesare, Francesca Tuscano e Laura Adriani e da una serie di suggestivi video realizzati da Stefano Fasi.

 

L’evento derutese prevede, oltre la mostra internazionale fotografica corredata da versi, quattro incontri letterari, in cui vengono dibattute tematiche al femminile che prendono spunto dalle presentazioni di libri riferiti all’universo femminile.
Il primo, domenica 9 luglio ha riguardato la presentazione del libro Non รจ colpa mia – Voci di uomini che hanno ucciso le donne di Lucia Magionami e Vanna Ugolini, edito da Morlacchi, con la partecipazione di Massimo Pici, Presidente dell’Associazione Libertas Margot, Chiara Giussani vicepresidente dell’Associazione Franca Violaโ€“Coordinamento Donne Todi, in un costruttivo dibattito con gli intervenuti sulle tematiche riguardanti i femminicidi e la violenza di genere.
Domenica 16 febbraio alle 16,00 sarร  la volta della Ragazza del canneto di Marco Pareti, poi sabato 22 febbraio alle 16,00 presenteranno Laura Adriani il suo La gigante bambina e Francesca Tuscano i suoi Gli stagni di Mosca e Thalassa; domenica 23 febbraio, con inizio alle ore 17,00, ci sarร  un reading degli autori della Bertoni Editore, sempre di opere riguardanti la sfera femminile.

 

La Mostra Donna vede Donna รจ ospitata nel centro storico derutese, nella splendida Antica Fornace Grazia. L’esposizione รจ rivolta a tutti, adulti e bambini, e soprattutto รจ pensata per sensibilizzare i giovani, attraverso un messaggio positivo e gioioso, sull’importanza e la rilevanza della donna nella vita quotidiana e nei suoi molteplici ruoli.
Marco Pareti รจ il coordinatore del progetto, coideatore insieme a Marina Sereda, mentre Stefano Fasi, รจ il coordinatore fotografico e direttore artistico con la collaborazione di Graziella Mallamaci. Trasimeno in Dialogo e Ars Cultura sono i progetti culturali e sociali sui quali poggia il messaggio di Donna vede Donna, con il supporto del GAL Trasimeno-orvietano.
Le fotografe sono nove, amatoriali e professioniste, tra italiane, russe e albanesi: Sara Belia, Roberta Costanzi, Elena Kovtunova, Antonella Marzano, Lorena Passeri, Rita Peccia, Antonella Piselli, Anastasia Trofimova, Renilda Zajmi. Le cinque autrici sono di origine italiana, russa e giapponese: Sara Belia, Naoko Ishii, Graziella Mallamaci, Mariapia Scarpocchi e Marina Sereda.

 

La mostra รจ aperta dalle 10,30 alle 12,30 e dalle 15,30 alle 18,30 nei giorni di sabato e domenica, fino al 23 febbraio compreso.
Durante l’apertura della mostra saranno presenti alcune protagoniste, fotografe e scrittrici, come guide d’eccezione all’esposizione collettiva.
L’evento del giorno 8 febbraio รจ stato seguito, in diretta video streaming, da MEPRadio in collaborazione con BluSky.
La prossima tappa sarร  a Perugia con l’inaugurazione della mostra Donna vede Donna, prevista il 28 febbraio pv alle ore 17,30 a Palazzo della Penna. Interverranno l’Assessore alla Cultura Leonardo Varasano, il giornalista Sandro Allegrini e l’artista Floriana la Rocca.

ยซLโ€™Umbria รจ uno scrigno che contiene un gran tesoro, ma bisogna farlo conoscere anche fuori questo tesoro altrimenti rimane chiuso nello scrigno per sempreยป.

Io e Alessandro Zaccaro ci siamo conosciuti durante un pranzo, decisamente informale, allโ€™interno di un garage. Tra una mangiata e lโ€™altra abbiamo deciso di fare questโ€™intervista: Alessandro รจ un giovane creativo – un ยซcontent-creatorยป come ama definirsi – ha un blog di successo, ha partecipato a un programma tivรน su LA7, ma ha deciso di restare a vivere in Umbria, dโ€™investire nel suo futuro qui e di puntare sulla sua regione. Viaggi e cibo sono la sua grande passione e li racconta in Fancy Factory, tra foto, ricette e consigli: โ€œHa tutti piace viaggiare e mangiar bene!โ€. La sua storia mi ha incuriosito, per questo ho voluto fare quattro chiacchiere con luiโ€ฆ magari รจ la volta buona che mi appassiono alla cucina!

 

Alessandro_Zaccaro_foodblogger

Alessandro Zaccaro

Alessandro, qual รจ il suo legame con lโ€™Umbria?

Amo lโ€™Umbria, credo che sia una tra le regioni dโ€™Italia in cui si viva meglio! Reduce da diverse esperienze in giro per il mondo – sono stato diversi mesi a Londra per studio, alcuni mesi in America per lavoro e alcuni anni a Roma sempre per lavoro – ho deciso di tornare per vivere e lavorare nella mia regione. Non ho mai concepito uno stile di vita nelle grandi cittร  dove per fare il tragitto casa-lavoro si impiega fino a due ore per colpa del traffico. Ho quindi preferito tornare ai ritmi di vita lenti ma sani! Le mie origini sono perรฒ meridionali, entrambi i miei genitori infatti sono nati e cresciuti in Calabria. Hanno poi deciso di costruirsi una vita in Umbria, provando a dare un futuro migliore a me e ai miei fratelli.

Quando รจ nato il blog Fancy Factory?

Ho da sempre avuto un forte legame con il cibo, con lo stare insieme a tavola e la condivisione. Nel 2012, spinto dagli amici, un poโ€™ per gioco, ho decido di aprire il mio blog il cui punto focale era proprio il cibo. Ho quindi iniziato a riempire questo contenitore-digitale di ricette della mia famiglia, ricette rielaborate e con un taglio quasi esclusivamente dolce.

Da dove deriva il nome?

Il nome Fancy Factory vuole raccontare quello che sarebbe poi diventato il mio lavoro e cioรจ una fabbrica della fantasia, dellโ€™immaginazione, si perchรฉ oltre a essere blogger ho acquisito con il tempo diverse competenze creative, tecniche fotografiche e di post-produzione. Oggi amo definirmi un content-creator, cioรจ un creatore di contenuti che vanno dal copy, allo studio di scatti fotografici basati sulle esigenze dei miei clienti in linea con il mio stile e con il imo mood.

Come ha iniziato a fare questo lavoro?

Questa mia passione si รจ trasformata in lavoro dopo diversi anni di sacrifici, dedizione, studio e sperimentazioni. Non si apre un blog per fare soldi, lo si apre perchรฉ si ha qualcosa da raccontare, perchรฉ si ha la voglia di condividere le proprie passioni, nel mio caso legate proprio al cibo e al viaggiare! Le prime collaborazioni con aziende e agenzie di comunicazione sono arrivate nel 2016, da lรฌ a poco ho deciso di intraprendere questo percorso, dedicandomi quasi a tempo pieno esclusivamente a questo lavoro.

Fare questo lavoro oggi sembra facile ma non lo รจ: i suoi genitori come lโ€™hanno presa?

I miei genitori mi hanno sempre supportato nel mio percorso formativo aiutandomi anche economicamente a seguire dei corsi di formazione fotografica specifici del settore food (foodphotography) e glie ne sarรฒ sempre grato: dopotutto sono lโ€™unico figlio a non aver intrapreso la strada universitaria e che si รจ voluto subito formare per fare quello che da sempre gli riusciva meglio, il creativo nel senso piรน ampio del termine.

Si definisce un semplice amante del cibo e dei viaggi: quanto sono importanti per lei queste due cose?

Ho costruito praticamente su queste due tematiche il mio lavoro. Quando le tue passioni si trasformano nel tuo lavoro devi stare perรฒ molto attento a non perdere lโ€™entusiasmo iniziale e soprattutto a non perdere il tuo stile, che ti contraddistinguerร  poi in maniera inequivocabile tra tanti altri tuoi competitor. Ho deciso di puntare su questi due settori perchรฉ, oltre a essere di interesse comune (a chi non piace viaggiare o mangiar bene?) sono strettamente collegate. Qual รจ infatti la prima cosa che facciamo una volta scesi dallโ€™aereo durante i nostri viaggi? Sicuramente andare in hotel e cercare qualcosa da mangiare! รˆ impressionante poi come dalla cucina locale si riesca a scoprire davvero la cultura e la tradizione di un luogo. Questo รจ quello che mi affascina di piรน.

Sostiene che il cibo โ€œnon รจ solo sostanza nutritiva ma uno stile di vitaโ€: come convincerebbe del contrario qualcuno – tipo me – che โ€œmangia solo per nutrirsiโ€ nella maggior parte dei casiโ€ฆ

Oggi giorno siamo davvero presi da mille situazioni, pensieri, lavori e ci scordiamo facilmente di quanto invece sia fondamentale un pasto sano ed equilibrato. Mangiare in maniera sregolata tutti i giorni, a lungo andare puรฒ effettivamente crearci problematiche piรน o meno seri. Il che non vuol dire doversi mettere ai fornelli tutti i giorni, due volte al giorno anzi, vuol dire potersi organizzare anche dal punto di vista nutrizionale per cui riuscire a programmarsi magari due giorni alla settimana da dedicare alla preparazione dei nostri pasti da consumare durante le pause pranzo in ufficio ad esempio. La frase: ยซNon ho tempo di cucinareยป รจ davvero entrata nei nostri vocabolari troppo frequentemente, dobbiamo invece imparare a riscoprire quelle che sono le nostre tradizioni, la nostra cultura culinaria. Dopotutto, ricordiamoci che siamo sempre la culla della Dieta Mediterranea studiata per anni da Ancel Keys e ancora oggi tema attuale tra i nutrizionisti di tutto il mondo.

Qual รจ il piatto umbro che proferisce?

Abbiamo la fortuna di trovarci su un territorio ricchissimo di cereali e legumi. Dalle lenticchie di Castelluccio alla fagiolina del lago Trasimeno, dalla quasi dimenticata Roveja di Cascia al fagiolo secondo del Piano di Orvieto: una miriade di varietร  autoctone che vengono oggi riscoperte anche dagli chef piรน famosi! Oltre a essere una fonte proteica vegetale, di fibre, vitamine e sali minerali i legumi hanno davvero molte proprietร  benefiche per il nostro organismo. I miei piatti preferiti sono sicuramente le zuppe della cultura contadina fatte con ingredienti semplici e umili.

Il suo cavallo di battaglia in cucina?

Sicuramente le zuppe di legumi e cereali. Amo le lente cotture perchรฉ riescono a tirar fuori tutti i sapori da ogni singolo ingrediente!

 

Alessandro Zaccaro

Lei รจ uno di quelli che pensa che la cucina italiana รจ la migliore del mondo?

Io sono uno di quelli che pensa che si possa mangiar bene davvero ovunque, sono quello che appena atterra in un paese straniero pensa subito a sperimentare e provare la cucina locale, possibilmente anche street-food, dove si nasconde la vera anima di una cittร !

In autunno ha realizzato un programma per LA7D: di cosa si trattava?

Ho avuto il piacere di partecipare insieme ad altri food-blogger provenienti da tutta Italia a un reality girato in montagna, nei pressi di Belluno. Il format Vado a Vivere in Montagna prevedeva una serie di prove da superare per poter accedere alle puntate successive. Le prove si dividevano in singole o a squadra dove bisognava davvero tirar fuori i denti e rimboccarsi le maniche. Per citarne alcune: ranghinare manualmente il fieno, zappare la vigna, spalare letame, costruire pollaiโ€ฆ

Il suo prossimo viaggio dove sarร ?

Mentre mi preparo per un viaggio di famiglia a Malta, sto pianificando proprio uno dei viaggi che sogno da troppo tempo: La Giordania! Sto cercando di includere varie tappe da Amman fino alla scoperta del sito archeologico di Petra per scoprire il territorio nella maniera piรน local possibile.

Qual รจ il suo sogno nel cassetto?

Poter lavorare sempre di piรน per il mio territorio e per la mia regione che, purtroppo, non mi sembra ancora molto aperta a nuove attivitร  o figure professionali lanciate verso il futuro. Come sono solito dire, lโ€™Umbria รจ uno scrigno che contiene un gran tesoro, ma bisogna farlo conoscere anche fuori questo tesoro altrimenti rimane chiudo in quello scrigno per sempre.

Come descriverebbe lโ€™Umbria in tre parole?

Tradizioni, cultura, natura.

La prima cosa che le viene in mente pensando a questa regioneโ€ฆ

Le dolci colline verdi che ospitano incantevoli borghi medievali, questa รจ lโ€™immagine che ho sempre nella mente quando penso alla mia casa e soprattutto quando cerco di spiegare la mia regione alle persone che incontro nei miei viaggi e che provengono da diverse parti del mondo.

A Palazzo della Corgna di Castiglione del Lago, la mostra pittorica Mikhail Koulakov – La via del Guerriero, a cura di Andrea Baffoni, ha avuto un gran successo di pubblico e verrร  prorogata fino al 15 marzo 2020.
Per la prima volta viene analizzata l’opera di Koulakov attraverso lโ€™aspetto delle discipline di combattimento di cui il pittore era importante esponente a livello internazionale.
Koulakov, di origine russa ma per molti anni residente in Umbria fino alla sua morte, รฉ stato maestro di Tai Chi Chuan che ha condiviso nelle sue espressioni artistiche.
Infatti i dipinti esposti ci fanno capire lโ€™intimo rapporto tra la sua opera e le discipline orientali, intese come filosofia di vita.
Andrea Baffoni, il curatore della mostra, ci ha detto: Per la prima volta il lavoro di Koulakov viene letto attraverso il rapporto tra arte e arti marziali. L’artista ne sarebbe stato contento, era un suo sogno che la critica, prima o poi, potesse parlare della sua opera in questo modo. Attraversando la mostra ci si rende infatti perfettamente conto di come la gestualitร  di Koulakov fosse il risultato di forze interiori maturate attraverso la pratica marziale. Ogni gesto esprime l’energia di ore e ore di meditazione, il perfetto rapporto tra la parte interiore e quella esteriore di se stesso che rende ogni opera un pezzo unico e assolutamente irripetibile.
La mostra รจ nata da unโ€™idea di Alfredo Principato, che con lโ€™artista ha condiviso numerose esperienze nellโ€™ambito delle arti marziali, ha avuto il supporto della vedova dellโ€™artista Marianna Molla Koulakov ed รฉ stata organizzata grazie al contributo dellโ€™ACSI, Associazione Centri Sportivi Italiani e dellโ€™OAM Italia, Ordine Arti Marziali, inserendosi nel programma di Lagodarte con il partenariato di Sistema Museo e Aurora Group.


Nell’ambito della mostra La via del guerriero, Umbria Poesia Festival, con la sua General Director Alessandra Di Cesare, ha organizzato il 26 gennaio scorso un evento letterario rifacendosi al tema principale dell’esposizione castiglionese e per raccontare lo stretto legame tra l’Umbria, il Trasimeno e l’Oriente.
Sono intervenuti, sostenuti da un attento e nutrito pubblico, Alfredo Principato, Fabio Capitanucci, Francesca Tuscano, Marco Pareti e Alessandra Di Cesare.
Baffoni, a proposito dell’evento organizzato da Umbria Poesia Festival, ha aggiunto: Il lavoro di Koulakov si esprime anche attraverso la letteratura. Nel catalogo della mostra, in corso a Castiglione del Lago, sono stati pubblicati testi in chiave poetica in cui l’artista esprimeva la sua filosofia dell’arte unita alle arti marziali. Un evento di carattere letterario poetico in tale occasione รจ quindi un arricchimento ulteriore dell’offerta proposta dall’esposizione e soprattutto rende omaggio alla profonda cultura che Koulakov ha saputo imprimere attraverso il suo lavoro e la sua stessa vita.
Hanno impreziosito l’evento il pianista Thomas Menci e i chitarristi Alessandro Zucchetti e Nico Pagliaricci.

Dal 14 settembre al 31 dicembre 2020 si sono tenute a Perugia le celebrazioni dei 70 anni di Maria Montessor. La manifestazione ha preso spunto dal fatto che nel 1950 Maria Montessori fu invitata a dirigere il Centro Studi Pedagogici presso l’Universitร  per Stranieri di Perugia, inaugurando una serie di corsi di formazione per insegnanti anche a livello internazionale. Un evento di carattere mondiale che vede la Vetusta Perusia, con vari appuntamenti culturali e scientifici, catalizzatrice del mondo formativo e pedagogico nel nome universalmente riconosciuto della celeberrima ideatrice del metodo montessoriano. La giornata inaugurale ha testimoniato una grandissima partecipazione affettiva di pubblico composto da nonni, genitori e soprattutto da loro, i bambini.

ยซDobbiamo essere educati se vogliamo educareยป. Questa รจ una delle frasi che Maria Montessori, istitutrice e pedagoga nata a Chiaravalle di Ancona, ha lasciato in ereditร  alle generazioni future. Nella sua attivitร  formativa e pedagogica perugina ebbe a disposizione, come luoghi d’elezione, l’Universitร  per Stranieri e la Scuola Santa Croce.
La Scuola Santa Croce ha iniziato la sua attivitร  il 14 settembre 1861 con il nome di Asili infantili di Perugia e aveva sede nei locali dell’ex Convento del Carmine, edificato nel 1300. Nel 1950 Montessori venne a Perugia con la sua allieva prediletta, Maria Antonietta Paolini, a cui poi affidรฒ la direzione dell’Istituto Santa Croce – Casa dei Bambini M. Montessori. Paolini proseguรฌ l’opera della sua Maestra organizzando corsi per educatori montessoriani, facendo sรฌ che il Santa Croce divenisse riferimento per i formatori pedagogici provenienti da tutto il mondo.

 

L’evento all’interno della Sala dei Notari

 

Alla conferenza stampa di presentazione dell’evento 70 anni di Maria Montessori a Perugia sono intervenuti il vicesindaco, Gianluca Tuteri, il presidente della Scuola Santa Croce Casa dei Bambini M. Montessori Sabina Orzella, la coordinatrice del comitato organizzatore delle celebrazioni Eva Rossi, il presidente della Fondazione eLand Matteo Ferroni, il rettore dell’Universitร  per Stranieri di Perugia Giuliana Gergo Bolli, il dirigente dell’Istituto scolastico comprensivo 2 Luca Arcese, il presidente dell’Opera Nazionale Montessori Benedetto Scoppola, il direttore esecutivo dell’American Montessori Society Timothy Purnell e il direttore esecutivo dell’Association Montessori internazionale Lynne Lawrence.
In occasione delle celebrazioni รจ stato costituito un Comitato Promotore coordinato da Eva Rossi, che vede la partecipazione dell’Universitร  di Perugia, dell’Ufficio scolastico regionale per l’Umbria, dell’Accademia di Belle Arti di Perugia, del Conservatorio di Musica di Perugia, dell’Opera Nazionale Montessori e di quella internazionale, l’A.M.I., dell’ANCI Umbria, della Fondazione Aldo Capitini e dell’Associazione Il Filo Rosso di Maria Montessori.

Una giornata di eventi

La giornata iniziale delle celebrazioni รจ stata intitolata Tutti in piazza IV Novembre. E cosรฌ รจ stato. Start alle 10,00 in punto quando, sulle scale della Sala dei Notari, un nutrito gruppo di bambini montessoriani, dietro la direzione e l’accompagnamento del maestro Enrico Bindocci, ha dispensato a una piazza gremita e festante canti e melodie con disciplinate voci fanciullesche. In supporto al giovane coro, una rappresentanza di quello dell’Universitร  per Stranieri di Perugia e il contributo di Umbria Jazz. Un vero successo!

 

 

Al termine dei cori, mentre i bambini sfilavano attorno alla Fontana Maggiore e si dirigevano verso corso Vannucci, entrava in piazza l’originale Bandiera della Paceideata da Aldo Capitini nel 1961, in occasione della Marcia della Pace Perugia -Assisi, seguita dalle numerose delegazioni straniere del mondo Montessori che si sono poi dirette verso la Sala dei Notari insieme alle autoritร  civili, militari e religiose per i saluti alla cittadinanza e la continuazione delle celebrazioni (che termineranno a dicembre 2020). Questi sedici mesi di durata saranno costellati da eventi culturali e scientifici inerenti ai principi istruttivi di Maria Montessori.
Dopo il saluto degli ospiti, alla Sala dei Notari รจ stato proiettato un docu-film prodotto dalla sede Rai regionale e introdotto dal direttore Rai Umbria, Andrea Jengo. Il documentario รจ stato girato poco tempo fa nella Vetusta e traccia gli aspetti salienti del periodo perugino di Maria Montessori.
La responsabile del Comitato organizzativo per le celebrazioni, nonchรฉ direttrice amministrativa della Scuola Santa Croce Eva Rossi, ci ha detto: ยซIl documentario vuole rappresentare in maniera chiara le motivazioni per cui Maria Montessori scelse la nostra cittร : Perugia terra di pensatori di pace come San Francesco e Aldo Capitini, e sede della cosmopolita universitร  italiana per stranieri. I luoghi interessati dalle riprese saranno lโ€™Universitร  per Stranieri di Perugia, luogo scelto da Maria Montessori per tenere il suo corso nel 1950 – luogo che la stessa Montessori definiva guardato con simpatia da tanti anni – e la Scuola Santa Croce, che la stessa scelse per tenere la parte di tirocinio del corso e luogo che custodisce ancora oggi lโ€™aula da lei stessa pensata e progettataยป.

 

 

Al termine dei lavori svolti presso la Sala dei Notari, ci si รจ spostati presso la Scuola Santa Croce, dove i convenuti hanno potuto assaggiare alcune eccellenze tipiche umbre: dal Trasimeno, il gustoso patรฉ di tinca affumicata presentato dalla Cooperativa Pescatori di San Feliciano e la delicata fagiolina del lago proposta dall’Azienda Agricola Orsini di Passignano; da Solfagnano, i profumati e soavi vini della Cantina G.B. Bennicelli, da Civitella d’Arna l’aromatico zafferano lavorato dall’Azienda Terre d’Arna, da Montaglioni di Preci i saporiti prodotti del Prosciuttificio Valle Oblita e la sempre apprezzata porchetta dell’azienda COAL.

 

 

Vere leccornie, che hanno pervaso ogni sensibilitร  olfattiva e gustativa nonchรฉ la vista, che รจ stata sapientemente appagata dalle cromie delle preparazioni frutto della professionalitร  artigiana di eccellenti conservatori della tradizione umbra, capace di valicare anche i confini nazionali. Stiamo parlando di eccellenze umbre, ambasciatrici universali della cultura enogastronomica. La degustazione รจ terminata con i dolci preparati dall’operatrice multifunzione della scuola stessa, Doriana Chianelli, supportata dalle sue colleghe Anna Verde e Filomena Ruggeri. Il curato giardino che ha ospitato il convivio e i locali affrescati della scuola hanno fatto da suprema cornice al piacevole e gradito incontro degustativo.

 

 

La giornata iniziale delle celebrazioni รจ stata organizzata in modo perfetto e siamo sicuri che il prosieguo delle celebrazioni riserverร , con costanza e certezza, interessanti appuntamenti montessoriani.
La manifestazione รจ stata anche l’occasione per fare il punto sull’attivitร  futura e programmatica, in termini sociali e culturali, del Perugia Montessori District, formato dalla Scuola Santa Croce, dall’Universitร  per Stranieri di Perugia, dalla Regione Umbria e dal Comune di Perugia, dalle associazioni e dagli istituti a indirizzo montessoriano del comune perugino. In previsione della mostra dedicata che si terrร  nel maggio 2020, il Perugia Montessori District ha richiesto d’inviare una foto dello studente che ha frequentato le montessoriane scuole perugine agli indirizzi email previsti (www.montessorisantacroce.itย  e associazioneilfilorosso@gmail.com) oppure segnalare il possedimento di giornali dell’epoca, materiale e documenti utili da esporre.

 

 

L’epitaffio sul sepolcro di Maria Montessori, recita: ยซIo prego i cari bambini, che possono tutto, di unirsi a me per la costruzione della pace negli uomini e nel mondoยป.
Queste parole sono testimonianza di quanto la traccia lasciata da Maria Montessori sia feconda, sempre attuale e orientata al bene umanitario e quanto il solco formativo e pedagogico che l’illuminata educatrice ha indicato sia pervasivo, profondo e riconosciuto universalmente.

Unโ€™intervista, realizzata qualche mese fa dal vostro inviato lacustre, a uno dei protagonisti dell’iniziativa Ricostruiamo il Barchetto del Trasimeno, l’imbarcazione storica andata completamente distrutta durante un incendio. La storia รจ lieto fine, tanto che il Barchetto รจ stato – e sarร  – il protagonista indiscusso di diverse iniziative.

Barchetto del Trasimeno

 

Si era da poco conclusa da poco la Festa del Giacchio, la sagra del borgo lacustre di San Feliciano organizzata dalla locale Pro Loco che vede ogni anno l’allegra e nutrita partecipazione di molti paesani e forestieri e ha come indiscusso protagonista il pesce di lago. Il nome della Festa prende origine dall’antica rete conica da pesca, appunto il giacchio, che ancora oggi i pescatori del Trasimeno lanciano in acqua con gesti liturgici che si ripetono incessantemente nella loro storia millenaria.
Durante lโ€™ultima serata della festa il vostro inviato lacustre, passeggiando tra i festaioli, รจ arrivato nei pressi del vicino Museo della Pesca e del Trasimeno che, sul suo piazzale, ospita una bella barca in legno di recentissima costruzione e dalle forme un po’ particolari, protetta da una tettoia tipica di cannine di lago.
Lรฌ ha incontrato casualmente una persona sconosciuta, con la quale รจ iniziata una piacevole conversazione che, dopo educati convenevoli, ha dato vita a un racconto molto interessante sulla barca esposta.
Il vostro inviato lacustre non ha resistito a fare qualche domanda per approfondire l’appassionata narrazione del gentile ignoto e cosรฌ ha preso avvio questa intervista, che riguarda una recente storia somigliante a una favola di altri tempi, dove i simbolici protagonisti sono rappresentati da un dragone e da quattro chiodi come cavalieri. Qualche riga piรน sotto scopriremo il perchรฉ.
Il misterioso interlocutore si รจ rivelato uno dei protagonisti dell’iniziativa Ricostruiamo il Barchetto del Trasimeno e ci ha descritto come questa sorta di fenice sia risorta dalle sue ceneri grazie all’unione di un’intera comunitร .

 

Il vecchio Barchetto prima dell’incendio

Da come mi ha detto, lei รจ uno dei promotori dell’iniziativa a favore del rifacimento del Barchetto del Trasimeno: mi dica, com’รจ andata?

Tutto parte con un’avventura intrapresa insieme all’amica Rosanna Milone: un’iniziativa sociale a favore della comunitร  di San Feliciano. Il 10 maggio 2017, Giacomo Chiodini, Sindaco di Magione, ci propose di indirizzare i nostri propositi verso un’iniziativa a favore del Barchetto, simbolo della gente del Trasimeno che era andata distrutta in un incendio qualche giorno prima. Con Rosanna ci siamo subito intesi e uscendo dal Comune abbiamo nell’immediato iniziato a progettare e pianificare. In realtร  fino al momento dell’incontro, la nostra proposta voleva essere direzionata verso l’acquisto di un defibrillatore cardiaco, ma ne siamo usciti con l’indicazione di una barca storica andata a fuoco da ricostruire.

Cosa avete fatto?

Nel corso di un mese abbiamo realizzato e presentato, il 10 giugno 2017, il Calendario dell’Estate, strumento che ci ha permesso di raccogliere una cifra netta disponibile, per la ricostruzione, di oltre 4.000 euro, ma soprattutto di sensibilizzare la comunitร  verso il rifacimento di un simbolo della vita lacustre: le persone ci hanno sempre dimostrato grande solidarietร  e affetto. Insieme a Rosanna abbiamo rappresentato una squadra di grande efficienza e questa iniziativa ci ha permesso di fare un’esperienza fantastica per la massiccia e trasversale partecipazione sia delle persone e delle famiglie sia per quella delle associazioni e delle aziende. All’importo raccolto con il calendario si รจ aggiunto il risarcimento assicurativo, e la somma ha permesso di coprire interamente il totale preventivato di spesa per il rifacimento del Barchetto.

Come sono stati impiegati i fondi raccolti?

Esattamente un anno dopo l’infausto incendio, il 5 maggio 2018, รจ partita la ricostruzione del Barchetto, con la presentazione del suo uscio, una specie di zattera che rappresenta la base intorno alla quale prende forma la barca. I lavori, intrapresi dal bravissimo Cristiano Vaselli con l’aiuto dell’esperto Verledo Dolciami, sono avvenuti presso il cantiere nautico Caporalini di San Feliciano e sono stati eseguiti con le tecniche costruttive di una volta, utilizzando le stesse essenze lignee dell’imbarcazione originale.

 

La ricostruzione del Barchetto del Trasimeno

Chi ha fornito le linee guida del progetto?

La strada da prendere รจ stata decisa dal gruppo di lavoro coordinato dal Comune di Magione, con il suo Assessore alla Cultura Vanni Ruggeri, costituito dalla Lega Navale sezione Trasimeno, dalla Cooperativa Pescatori del Trasimeno, dal Circolo Rematori di San Feliciano, da Sistema Museo, dalla locale Pro Loco, dall’A.R.B.I.T. (Associazione Recupero Barche Interne Tradizionali), dall’Universitร  di Perugia con il progetto A.L.L.I. (Atlante Linguistico dei Laghi Italiani), da me e Rosanna, come progetto Trasimeno in Dialogo.

Quando e come si รจ concluso il progetto?

Dopo qualche mese di certosino lavoro, il 15 dicembre 2018, il Barchetto del Trasimeno – presentato in tutta la sua bellezza – รจ stato posizionato nello stesso luogo di quello andato distrutto e consegnato alle comunitร  di San Feliciano e del Trasimeno, durante una cerimonia ufficiale avvenuta sul piazzale antistante il Museo della Pesca e del Lago Trasimeno a San Feliciano di Magione. Da qui il rammarico e il profondo dispiacere di non essere stato presente alla cerimonia per un motivo, imprevisto e lontano dalla mia volontร , di carattere puramente personale. Vorrei ricordare che LACEP e Della Ciana Legnami hanno realizzato a proprie spese la copertura di protezione (fino ad allora inesistente) del nuovo Barchetto.

Da lei abbiamo sentito parlare di quattro chiodi e di un dragone. Cosa intende dire?

Il dragone non รจ quello che ci immaginiamo tutti, che vola e sputa fuoco ma, รจ l’asse che unisce le tavole di riempimento del fondo della barca davanti e dietro all’uscio. Nelle vicinanze si trovano i peducci, staffe di legno a forma di L che collegano il fondo della barca con il suo fianco. Nella barca ci sono peducci sia a destra sia a sinistra e, come i dragoni, sono fondamentali per la tenuta e la robustezza dell’imbarcazione. I quattro chiodi sono quelli che avevo raccolto tra le ceneri del precedente barchetto e ho chiesto a Cristiano Vaselli di batterli a forza nella struttura lignea della nuova barca. Quindi nel ricostruito Barchetto del Trasimeno i quattro cavalieri sono stati inseriti nel peduccio centrale della fiancata di sinistra (il lato dove si trova anche la guida del timone e piรน precisamente in basso e sulla sinistra dell’area della cabina), in corrispondenza della sua parte mediana e nell’adiacente dragone.

I quattro chiodi hanno un valore simbolico o un messaggio che ci vuole spiegare?

I quattro chiodi rappresentano altrettanti pensieri che mi hanno costantemente accompagnato in questo progetto: l’incertezza, il sogno/desiderio, la concretezza, l’integrazione. Lโ€™incertezza in quanto, fin dall’inizio, per una serie di motivi, non c’era sicurezza del risultato finale e nulla era scontato. Sogno e desiderio, corrispondono alla volontร  di veder navigare nelle acque lacustri il nuovo Barchetto e che lo stesso potesse rappresentare un’attrazione per un turismo responsabile e sostenibile. Concretezza, perchรฉ essa รจ la forza di tradurre intenzioni e idee in fatti e sostanza. Integrazione, infine, perchรฉ essa trova la sua valenza nell’atteggiamento e nel comportamento della popolazione come sostegno e spinta alla realizzazione del progetto, cosรฌ come la positiva e riuscita complementarietร  tra pubblico e privato.

Cosa ha voluto dire questa iniziativa per le comunitร  di San Feliciano e del Trasimeno?

Questa iniziativa rappresenta una condivisone d’intenti delle comunitร , dove un gioco di squadra ha messo in pratica una delega suggerita da un vento ispiratore presente tra i tanti occhi speranzosi e fieri della gente. Allo stesso modo, porta un messaggio per tutti i giovani volenterosi: Con la convinzione e la forza delle idee e della concretezza, si puรฒ tendere a realizzare i sogni della propria vita… anche senza chiodi e dragoni.

Adesso che il Barchetto del Trasimeno รจ terminato, cosa succede?

Ovviamente dopo il 15 dicembre 2018, con la consegna del nuovo barchetto alle comunitร , posso dire con orgoglio e secondo i patti: ยซIo mi fermo qui!ยป Il Comune di Magione, il Museo di San Feliciano, la Pro Loco, la Cooperativa Pescatori, la Lega Navale sez. Trasimeno e il Circolo Rematori di San Feliciano si occuperanno della custodia, cura, gestione, manutenzione e promozione turistica del nuovo Barchetto del Trasimeno, localmente detto anche Barchino. Sono in progetto e in atto delle iniziative per le quali il Barchetto del Trasimeno sarร  presente ad alcuni eventi come simbolo e protagonista di attivitร  promozionali e turistiche del territorio lacustre.

 

Barchetto del Trasimeno terminato

Vuole aggiungere qualcosa?

Vorrei ringraziare di cuore tutti quelli che hanno spinto con fare positivo verso la realizzazione di tutto ciรฒ. Un grazie speciale va alla mia socia d’avventura, l’amica Rosanna Milone, persona fantastica e straordinaria.

C’รจ una frase con cui vorrebbe chiudere questa intervista?

Il Trasimeno, una volta conosciuto, lo amerai per sempre.

Mi scusi, ma qual รจ il suo nome?

Io mi chiamo Tarsminass (n.d.r. sorride), come l’antico nome etrusco del lago Trasimeno. In quel momento improvvisamente presero vita dei meravigliosi fuochi d’artificio che, riflessi e proiettati sulle placide acque del Lago, indicavano la chiusura della Festa del Giacchio di San Feliciano. Lo sguardo fu rapito dalla loro bellezza e quando terminarono mi voltai, ma il mio misterioso interlocutore era scomparso…