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Unโ€™atmosfera unica che fa bene al cuore e allo spirito: questo si respira a Bastia Umbra, dal 19 al 29 settembre, con la cinquantasettesima edizione del Palio de San Michele. Quattro rioni e unโ€™intera cittadina pronti a gareggiare e a festeggiare il Santo Patrono. Chi vincerร  questโ€™anno? Che la sfida abbia inizio!

Foto Ente Palio by FAPFOTO

 

Specifichiamo bene: il Palio de San Michele non รจ una rievocazione storica, ma un evento aggregativo e di coesione sociale. Con questo spirito, volto a unificare la cittadina di Bastia Umbra, don Luigi Toppetti, con alcuni giovani dellโ€™epoca, lo creรฒ nel 1962. Questa tradizione resiste ancora oggi, rendendolo uno dei pali piรน longevi e particolari dellโ€™Umbria.
Dieci giorni di sfide tra i quattro rioni – Moncioveta, Portella, San Rocco e Santโ€™Angelo โ€“ e un anno di collaborazioni per organizzare eventi e attivitร  in tutto il territorio bastiolo, dalle scuole agli enti benefici.

 

Federica Moretti, foto by FAPFOTO

Cuore, cultura e comunitร  sono le tre C che identificano la manifestazione, almeno secondo Federica Moretti, neopresidente dellโ€™Ente Palio: ยซSono stata nominata presidente lo scorso anno e ho voluto introdurre delle piccole novitร : ho reinserito lo spettacolo di apertura – affidato, questโ€™anno, alla compagnia teatrale Accademia Creativa: andrร  in scena questa sera e sarร  ispirato a La Tempesta di Shakespeare – e ho puntato sul ritorno del Rion Mini Sport. รˆ fondamentale il coinvolgimento dei piรน piccoli, perchรฉ saranno il futuro di questa festa. Unโ€™altra novitร  dellโ€™edizione 2019 รจ la mostra Visioni artistiche per raccontare il Palio: abbiamo coinvolto 27 artisti umbri che hanno realizzato opere ispirate proprio alla nostra manifestazioneยป.

Unโ€™atmosfera unica

Nei giorni del Palio, lโ€™aria che si respira a Bastia รจ ottima: fa bene al cuore, ai polmoni e alla testa. Le taverne sono un luogo di ritrovo per gli amici dove bere e mangiare, ma soprattutto dove sostenere lโ€™attaccamento alla maglia. Il rione di appartenenza si sceglie quando si viene al mondo; il colore รจ dalla nascita, รจ una simbiosi viscerale che resta per sempre: si puรฒ anche cambiar quartiere, ma se nasci a Santโ€™Angelo non potrai mai tifare San Rocco, Portella o Moncioveta. Ovviamente, stesso discorso vale per gli altri.
ยซQuella del Palio รจ unโ€™aria che va respirata a pieni polmoni. Il Palio รจ Bastia. Il Palio รจ aggregazione. Tutti si dedicano a questo evento in maniera volontaria e vi lavorano lโ€™intero lโ€™anno. Il 20 agosto abbiamo aperto i cantieri per la realizzazione dei carri e per coreografare i balletti e la sfilata. Quest’ultima รจ sicuramente una nostra peculiaritร : ogni rione decide liberamente il tema da portare in scena. Devo dire che si sono raggiunti livelli altissimi di scenografia e recitazione: dei veri quadri viventi che passano per le vie di Bastiaยป prosegue la presidente.
Quest’anno il rione Sant’Angelo realizzerร  lo spettacolo dal titolo Somni Memor, il rione San Rocco presenterร  invece Soltanto Uno, Portella si cimenterร  su La grande fabbrica delle parole, mentre il rione Moncioveta porterร  in scena Thestral M15. Di piรน non si puรฒ svelare!

 

La sfilata, foto by FAPFOTO

Tutti coinvoltiโ€ฆ nessuno escluso

Tutto iniziรฒ, come detto, cinquantasette anni fa con la sola lizza: una staffetta disputata da quattro atleti per ciascun rione; si sono aggiunti poi i giochi – corsa con i sacchi, tiro alla fune, albero della Cuccagna e un gioco di moderna invenzione โ€“ e le sfilate, delle vere e proprie rappresentazioni teatrali che trovano il loro apice davanti alla chiesa del patrono San Michele Arcangelo.

 

Una delle gare dei giochi, foto by FAPFOTO

 

ยซLa nostra รจ una sana competizione che dura dieci giorni, ma durante il resto dellโ€™anno i quattro rioni, seguiti dallโ€™Ente Palio, lavorano insieme e si adoperano per portare avanti le attivitร  nel territorio e nelle scuole di Bastia. Tutti sono coinvolti e se entri nel meccanismo e nellโ€™atmosfera del Palio non ne esci piรน, รจ facile trovare unโ€™attivitร  che possa esaltare le tue doti e i tuoi interessi: sport, cucina, recitazione e allestimenti. Ce nโ€™รจ per tutti! Anche i nuovi bastioli vengono facilmente risucchiati dallโ€™entusiasmo e partecipano attivamente. รˆ unโ€™atmosfera contagiosa.ยป conclude Federica Moretti.
Direi che vale la pena fare un giro al Palio de San Michele a Bastia Umbra, assistere alle gare, sbalordirsi per le sfilate e gustare la cucina nelle taverne – unica entrata economica dellโ€™evento. Se poi proprio non potete, incollatevi davanti alla diretta streamingโ€ฆ insomma, non viverlo รจ impossibile!

 

I rioni, foto by FAPFOTO

 


Per saperne di piรน, ecco la storia del Palio de San Michele

Il programma

ยซMi ricordรฒ la mia povera Anita che era anchโ€™essa si calma in mezzo al fuocoยป. Con queste parole attribuite a Giuseppe Garibaldi, con una frase a lei dedicata dal poeta Giosuรจ Carducci[1] e unโ€™iscrizione del professor Isidoro Del Lungo[2] il monumento al centro di Bastia Umbria cosรฌ la commemora[3].

Colomba Antonietti

Pochissime sono le notizie riguardanti la vita di Colomba Antonietti e forse non esistono immagini del suo vero aspetto, se si eccettua forse quella pubblicata da Giustiniano degli Azzi Vitelleschi a corredo della voce a lei dedicata nel Dizionario del Risorgimento Nazionale, di cui perรฒ si ignora la provenienza e che pecca in verosimiglianza nellโ€™assoluta mancanza della matassa di riccioli neri che le contornavano il viso[4]. Del suo aspetto esistono almeno due descrizioni di prima mano: quella del nipote – nonchรฉ suo primo biografo, Claudio Sforza โ€“ e quella della sorella Gertrude. Doveva essere se non bella certamente molto affascinante. Di lei la sorella dice: ยซEra snella, alta di persona, aveva il profilo greco, la fronte alta e spaziosa, gli occhi e i capelli, ricci, nerissimiยป. Parole che corrispondono alla descrizione che ne fa il nipote: ยซAveva il naso aquilino, bocca piuttosto larga con denti bianchi e regolari, occhi e capelli nerissimi e questi ultimi tanto ricciuti, che, ribelli a qualunque acconciatura, le rimanevano in grazioso disordine in testaยป[5].

La vita per l'Italia

Colomba Antonietti era nata a Bastia Umbra da Michele e Diana Trabalza, ancora bambina si trasferรฌ a Foligno dove il padre aveva ottenuto la privativa per il forno situato sotto al Palazzo comunale. Insieme alle numerose sorelle e ai fratelli Feliciano e Luigi nella casa contigua al forno ricevette lโ€™educazione ยซcivile e religiosa propria dei tempi e della sua condizioneยป[6] e un giorno proprio a Foligno dove era di stanza la guarnigione pontificia conobbe lโ€™uomo al quale legare il suo destino: il conte Luigi Porzi di Imola che lรฌ come ufficiale prestava servizio[7]. ยซI due giovani si dissero con gli occhi il nascente affetto, che si cangiรฒ ben presto in passione ardente e dominante. Colomba non aveva amato mai, lโ€™amore dunque pel Porzi germogliรฒ nel suo vergine cuore qual pianta rigogliosa in fertile terreno e, come questa ne assorbe ogni succo vitale, cosรฌ quello si impossessรฒ dโ€™ogni facoltร  della fanciulla e divenne lo scopo supremo della sua vitaยป[8].
Data la differenza di ceto sociale fu fin dallโ€™inizio una storia contrastata e difficile che vide opporsi allโ€™unione entrambe le famiglie: Luigi Porzi venne trasferito a Senigallia e Colomba rinchiusa in casa dal padre. Ma questo non servรฌ a far spegnere il loro amore, che si espresse in un fitto colloquio epistolare finchรฉ, di nascosto, si sposarono allโ€™una di notte del 13 dicembre del 1846 nella Chiesa della Misericordia di Foligno con lโ€™assenza di tutti i parenti a eccezione del fratello di lei, Feliciano. Una carrozza aspettava gli sposi fuori dalla chiesa per condurli immediatamente a Bologna, dove risiedeva la madre del Porzi. Ma il matrimonio era stato celebrato senza la prescritta autorizzazione governativa dello Stato Pontificio per cui lo sposo viene richiamato a Roma e condannato a tre mesi di arresti da scontarsi a Castel Santโ€™Angelo e ad avere lo stipendio dimezzato[9].

 

Monumento dedicato a Colomba Antonietti

 

Per speciale concessione del comandante della prigione, il conte Cenci Bolognetti, Colomba riuscรฌ a far visita allโ€™amato ogni giorno. Vivere a Roma consente inoltre a Colomba, durante quei tre mesi, di conoscere una cittร  dove fervevano grandi speranze e con grande probabilitร  il cugino di Colomba, Luigi Masi, introdusse lei e il marito negli ambienti patriottici. Non sappiamo con certezza dove militรฒ, uscito dal carcere, Luigi Porzi, se nelle reparti regolari o nella divisione di volontari, ma sappiamo โ€“ e lo dice lui stesso in una lettera โ€“ che Colomba fu sempre al suo fianco: ยซmi seguรฌ tutta la campagna del ’48, vestita da ufficiale con un mio uniforme cortandosi i capelli, e companiando suo marito; sempre mi diceva che desiderava vedere libera la cara e bella Italiaยป[10]. E mentre Colomba era intenta nel chiudere una breccia aperta dalle armate francesi di Oudinot sui bastioni di Porta San Pancrazio, fu colpita al fianco destro e spirรฒ tra le braccia del marito gridando Viva Italia. Era il 13 giugno 1949.

 

Girolamo Induno, morte di Colomba Antonietti

 


[1] La frase del Carducci recita โ€œNon ricordate Colomba Antonietti sposa ventenne travolta morta dalle palle francesi, a piรจ delle mura di S. Pancrazio, mentre porgeva lโ€™arme carica al marito?โ€.โ‡‘

[2] โ€œColomba Antonietti contessa Porzi eroina della crociata italiana per lโ€™indipendenza e la libertร  della patria il 13 giugno 1849 sulle mura di Roma combattendo accanto al marito esalava la pia forte anima nel grido Viva lโ€™Italia che la sua Bastia vuole qui sotto lโ€™effigie di lei in memoria degna perpetuatoโ€.โ‡‘

[3] Il monumento attuale rielaborato ed arricchito dai quattro pannelli bronzei che ne raccontano la vita realizzati dallo scultore Artemio Giovagnoni venne inaugurato nel 1964 nei giardinetti antistanti il Municipio. Del precedente monumento conserva perรฒ il mezzobusto che lo scultore Vincenzo Rosignoli esemplificรฒ nei primissimi anni del Novecento sui ricordi dei congiunti ancora in vita e sulla nipote Michelina che a detta di tutti era la piรน somigliante alla defunta zia.โ‡‘

[4] Per lโ€™iconografia relativa a Colomba Antonietti si rinvia a F. Guarino, Iconografia di Colomba Antonietti: 1826-1849, in ยซSubasioยป, a. XIX, n. 3 (1 set. 2011), pp. 13-19.โ‡‘

[5] Le due descrizioni sono riportate da C. Minciotti Tsoukas, Colomba Antonietti. Unโ€™esperienza di vita tra mito e realtร , Bastia Umbra, Comune di Bastia Umbra, 1990, p. 9.โ‡‘

[6] C. Bordoni, Una martire del 1849. Colomba Antonietti. Unicamente per la veritร , Foligno, [s.n.], 1910, p. 6.โ‡‘

[7] In realtร  Luigi Porzi era nato ad Ancona nel 1822, ma da unโ€™antica e nobile famiglia di Imola.โ‡‘

[8] C. Sforza, Ricordi della vita di Colomba Antonietti, Bologna, Nicola Zanichelli, 1899, p. 3 testo riportato integralmente da C. Minciotti Tsoukas, cit., p. 10.โ‡‘

[9] Lo stipendio gli verrร  poi reintegrato grazie allโ€™intercessione di uno zio.โ‡‘

[10] Lettera di Luigi Porzi a Claudio Sforza del 15 ottobre 1866. Il linguaggio in un italiano non perfetto si deve al suo lungo soggiorno in Brasile dove egli morรฌ nel 1900 senza alcuna donna al suo fianco: lโ€™amore per Colomba non poteva essere sostituito.โ‡‘

รˆ ufficialmente in vendita il quarto numero della rivista da collezione AboutUmbria Collection, dedicata allโ€™Umbria in giallo.

rivista eccellenze umbre

AboutUmbria celebra cosรฌ gli aspetti meno conosciuti di una regione solitamente identificata col colore verde. Come illustrato dal professor Manuel Vaquero Piรฑeiro durante la presentazione di domenica 14 aprile allโ€™Auditorium Santโ€™Angelo di Bastia Umbria, รจ difficile identificare lโ€™Umbria con il giallo perchรฉ questo รจ un colore estremamente effimero. รˆ il colore dei campi di grano che a giugno indorano i crinali collinari, o il giallo della tradizionale Torta di Pasqua che arricchisce le tavole durante la festivitร  e che viaggia, avvolta in canovacci di lino, di famiglia in famiglia come dono benaugurale.

 

รˆ il giallo dei bagliori dorati che si sprigionano dai magnifici mosaici del Duomo di Orvieto, visibili in particolar modo quando il sole infuoca lโ€™orizzonte al tramonto, o ancora quella che ammicca dalle corone calcate sugli occhi degli arcigni grifi medievali, custoditi nelle stanze asettiche degli archivi e trattati letteralmente con guanti di velluto. รˆ il giallo delle calde sfumature di unโ€™antica varietร  di pera che si raccoglie tra la fine di ottobre e lโ€™inizio di novembre, ma anche il rassicurante giallo della pasta, che ricorda i fasti di un passato industriale non troppo remoto.
Infine, รจ il colore dell’oro con cui i Maestri del Quattrocento illuminavano le proprie opere, ma anche degli smalti derutesi o del fatuo canneto lacustre che canta nel vento.
Un colore transitorio e cangiante, simbolo al contempo di unโ€™apertura verso il futuro e di antichi lustri. Un colore che tinge la nostra regione di unโ€™altra incredibile sfumatura, di cui siamo pronti a raccontarvi le peculiaritร .

 

ACQUISTALA ORA

AboutUmbria Collection si veste di giallo e sembra dedicarlo ai colori di San Michele Arcangelo patrono di Bastia Umbra, il cui auditorium รจ pronto a ospitare quella che รจ ormai la quarta uscita di questo magazine dedicato allโ€™Umbria delle eccellenze.

Protagonista dellโ€™incontro sarร  AboutUmbria Collection Yellow, un numero da collezione che si aggiunge agli altri tre, dedicati rispettivamente al blu, al rosso e al nero che giร  hanno tentato di sfatare la visione diffusa di Umbria come cuore verde dโ€™Italia.

รˆ infatti impossibile non prendere in considerazione la luce dorata che si sprigiona dai magnifici mosaici duomo di Orvieto, o quella che ammicca dalle corone calcate sugli occhi degli arcigni grifi medievali. Come non รจ possibile ignorare le calde sfumature delle pere locali, dei campi di grano o della vellutata torta pasquale, che in questi giorni molti si apprestano a preparare seguendo antichi rituali. Ma forse non รจ immediato associare lโ€™Umbria al giallo rassicurante della pasta, che ricorda un passato industriale nemmeno troppo remoto capace di sopravvivere tuttora, seppure in forme concettualmente diverse; o, ancora, agli ori con cui i Maestri del Quattrocento illuminavano le proprie opere, agli smalti derutesi o al fatuo canneto lacustre che canta nel vento.

Organizzato dallโ€™Assessorato alla Cultura del Comune di Bastia Umbra, lโ€™evento vedrร  alternarsi le voci di Sonia Bagnetti, presidente dellโ€™Associazione AboutUmbria, di Isabella Dalla Ragione, presidente della Fondazione Archeologia Arborea, della storica dellโ€™arte Antonella Pesola e di Manuel Vaquero Piรฑeiro, professore associato del Dipartimento di Scienze Politiche dellโ€™Universitร  di Perugia.

Non mancheranno gli interventi dei rappresentanti di alcune aziende dโ€™eccellenza del territorio regionale. Concluderร  lโ€™incontro un momento conviviale gentilmente offerto dalle aziende Voglia di Pasta e Terre Margaritelli.

Appuntamento domenica 14 aprile 2019 allโ€™Auditorium Santโ€™Angelo di Bastia Umbra, ore 18.00

ยซSono un intrattenitore che propone musica da ballo, non mi piace essere legato a un solo genere. Amo lโ€™Umbria per la sua cultura e per aver mantenuto le sue peculiaritร ยป.

Mando un messaggio a dj Ralf per fissare lโ€™intervista con un poโ€™ di soggezione. Raramente mi capita, ma stiamo parlando di Ralf, le volte che lโ€™ho visto da ragazzina (da lontano e al buio) si ergeva dietro alla consolle come una specie di divinitร  intoccabile della musica. Al mio messaggio risponde subito: ยซMi puรฒ chiamare anche ora, se vuoleยป. Non me lo faccio ripetere.

ยซSono appena tornato dalle termeยป, inizia cosรฌ la nostra chiacchierata, in cui ho scoperto un Ralf โ€“ o meglio un Antonio o Antonello Ferrari โ€“ inaspettato e legatissimo allโ€™Umbria. Nato a Bastia Umbra e cresciuto a Santโ€™Egidio, dj Ralf non ha bisogno di presentazioni, ha fatto ballare โ€“ e lo fa ancora โ€“ milioni di persone in tutto il mondo, una vera icona del night clubbing dal 1987.

Dj Ralf

La prima domanda รจ di rito: qual รจ il suo legame con lโ€™Umbria?

รˆ un legame molto forte, infatti, pur non essendo una regione molto servita dalle vie di comunicazione โ€“ autostrade, treni e aeroporto โ€“ e viaggiando molto per lavoro, sono rimasto sempre qui. Oggi vivo vicino al lago Trasimeno, non ho mai pensato di cambiare, nemmeno quando per lavoro sarebbe stato piรน utile vivere in una metropoli dove cโ€™erano piรน opportunitร . Perugia e lโ€™Umbria sono dei luoghi molto vivaci dal punto di vista culturale e musicale, quindi oltre lโ€™amore che ho per la mia terra, cโ€™รจ un vero e proprio piacere nel vivere in un luogo con una forte presenza di espressioni artistiche.     

Perchรฉ si chiama Ralf?

Deriva dal cartone animato Sam Sheepdog e Ralph Wolf che vedevo sempre con la mia amica Laura. Avrรฒ fatto la prima media: assomigliavo al cane Sam, avevo i capelli lunghi davanti agli occhi proprio come lui. Questo cane salutava il lupo dicendogli: ยซCiao Ralph!ยป. Ero molto appassionato di questo cartoon e tutti hanno iniziato a chiamarmi cosรฌ. Sono diventato Ralf prima di essere dj Ralf.

Come mai ha deciso di utilizzare questo nome anche nella sua professione?

Non รจ che ho proprio deciso: ho iniziato a suonare e tutti mi conoscevano giร  come Ralf. Questo soprannome mi ha portato fortuna ed รจ oramai diventato un nome. Mia moglie โ€“ ci siamo spostati lo scorso anno dopo oltre 30 anni di fidanzamento โ€“ mi ha sempre chiamato Ralf, ma se tornassi indietro mi farei chiamare con il mio nome vero: Antonio Ferrari. 

Quanto cโ€™รจ di Antonio in Ralf?

Molto, non รจ un alter ego. Anche se ho spesso pensato di fare delle cose con degli alias, poi alla fine non lโ€™ho mai fatto, ma chissร โ€ฆ sono ancora giovane! Antonio รจ un bel nome, ma lโ€™ultima persona che mi ha chiamato cosรฌ รจ stata la mia maestra delle elementari, perchรฉ tutti mi hanno sempre chiamato Antonello. Avevo uno zio prete e visto che Antonello non aveva il santo, mi hanno segnato allโ€™anagrafe come Antonio, anche se poi la mia famiglia mi ha sempre chiamato Antonello. Successivamente, alla prima media sono diventato Ralf.

Ha tanti nomi e tante personalitร ?

Ho tanti nomi, ma sono sempre uno, anche se ognuno di noi ha diverse personalitร  al suo interno.      

Dalla sua consolle come ha visto cambiare lโ€™Umbria in questi anni? Intendo sia a livello social, sia musicale.

Ci sono stati cambiamenti nella stessa misura in cui ci sono stati da altre parti. Ad esempio, per quanto riguarda la musica, lโ€™Umbria ha delle manifestazioni storiche che sono diventate patrimonio italiano e non solo. Parlo di Umbria Jazz, del Festival dei Due Mondi di Spoleto, del Festival della musica di Todi, del Festival delle Nazioni a Cittร  di Castello e, da ultimo, di UniversoAssisi. Tutte realtร  molto interessanti, senza dimenticare la musica classica resa viva dagli Amici della Musica di Perugia. Lโ€™Umbria ha delle eccellenze dal punto di vista musicale e culturale, รจ una regione veramente ricca. Anche dal punto di vista religioso offre tantissimo, persino per un non credente come me: ci sono luoghi dโ€™incontro, di scambio sociale e culturale che vanno al di lร  della religione stessa.

Cโ€™รจ qualcosa che manca allโ€™Umbria rispetto ad altre realtร ? 

La prima cosa che mi viene in mente รจ quello che ho detto allโ€™inizio, cioรจ delle infrastrutture inadeguate. Questo perรฒ รจ anche il suo fascino: chi vuole venire in Umbria deve volerlo veramente, non ci passa certo per sbaglio. La regione ha un turismo piรน di nicchia, ma non per questo รจ meno bella di altre regioni. Sicuramente non รจ meno bella della Toscana: i nostri borghi hanno mantenuto la loro tipicitร  e il loro carattere. Da noi cโ€™รจ un tipo di turismo piรน particolare, che a me piace molto: tutto questo mi fa amare lโ€™Umbria ancora di piรน. 

Ha mai pensato di rifare un concerto a Perugia come quello che ha fatto anni fa a Umbria Jazz?

Eccome, ci penso continuamente. Lo rifarei volentieri, ma non dipende solo da me, qualcuno me lo deve chiedere. Sono molto vivace e ben disposto a realizzare questi eventi, ma perchรฉ ciรฒ accada ci deve essere una collaborazione tra piรน parti. Questi eventi mi piacciono perchรฉ ho modo di muovermi in territori musicali diversi rispetto al genere che mi contraddistingue, anche se โ€“ devo dire โ€“ non ho mai avuto una direzione musicale precisa: sono un intrattenitore che propone musica da ballo, non mi piace essere legato a un solo genere.

In questi anni รจ cambiato il suo pubblico?

Sรฌ e no. Il rituale che organizziamo e al quale assistiamo e partecipiamo, nel corso degli anni, non รจ cambiato molto. รˆ cambiata la musica, ma il senso di andare a ballare รจ rimasto inalterato. Puรฒ essere mutato il modo, ma non รจ detto che non torni di moda: la gente ama ballare e questo non cambierร  mai. Ognuno predilige una certa ritmica e un certo stile di musica e ogni musica ha una sua dignitร .     

Quando deciderร  di spegnere definitivamente la consolle?

Non ci ho mai pensato. I lavori artistici non finiscono mai, continuano finchรฉ uno ha voglia e finchรฉ si ottengono risultati: io ho ancora entrambi. Ovviamente negli anni le cose cambiano, ma ciรฒ che faccio, lo faccio come se fosse il primo giorno. 

Confessi al pubblico qualcosa che non sa di lei.

In alcune cose sono molto compulsivo, tipo il cibo. โ€“ un aspetto che dovrei risolvere in qualche modo (ride). Mi piace mangiare, anche guardandomi si capisce.

Qual รจ il piatto del quale non puรฒ fare a meno?

La bruschetta. รˆ un piatto legato allโ€™infanzia: pane e olio, con pane bruscato o meno. Quando ho fame, perรฒ, ho voglia di pastasciutta.  

Ho letto che usa fare dei gesti scaramantici prima delle esibizioni: sono sempre gli stessi o li ha cambiati?

Sono sempre gli stessi da anni. In consolle la valigia dei dischi nuovi va a sinistra, mentre quella dei dischi piรน vecchi a destra: questo รจ un rituale che non ho mai cambiato nella mia vita. Poi, se mi cade la cuffia, la batto tre volte sul mix. Infine, senza la mia pila mi sento perso: anche se cโ€™รจ luce a sufficienza, io devo avere la mia pila per cercare le cose e i dischi.

Immancabile anche la maglietta neraโ€ฆ

Sรฌ. Ogni tanto provo a uscire da questa routine e metto magliette con delle scritte, ma non resisto piรน di unโ€™ora. In veritร , uso magliette nere perchรฉ mi fanno sembrare piรน magro, se avessi unโ€™altra corporatura metterei magliette anche colorate (scherza).      

Come descriverebbe lโ€™Umbria in tre parole?

Verticale, ombrosa, leale.

La prima cosa che le viene in mente pensando a questa regioneโ€ฆ

Il torcolo.

ยซAttraverso il corpo si possono esprimere molte piรน emozioni che con le paroleยป.

Nicola (19 anni) e Daniele (16 anni) Zampa sono due fratelli di Bastia Umbra – entrambi ballerini presso la scuola Asso di Cuori – che con le rispettive compagne Lucrezia Bacchi (20 anni) e Aurora Alunni Bistocchi (16 anni) danzano sulle piste da ballo, cercano di trasmettere a tutti la loro passione. Una passione che, nonostante di tanti sacrifici e le tante ore di allenamento – quattro giorni a settimana per tre ore al giorno โ€“ resiste da tempo, da quando erano bambini.

 

Daniele e Aurora

I primi passi da piccoli

ยซHo iniziato a ballare quando ero in prima elementare: stavo sempre con un mio amico che giร  praticava ballo: per stare con lui e per fare del movimento ho iniziato anche io. Mi รจ piaciuto subito e da qual momento non ho piรน smessoยป, racconta Nicola.
Per Lucrezia invece tutto รจ cominciato quando aveva 10 anni, grazie alla mamma. ยซIo volevo fare tuttโ€™altro, ad esempio nuoto, poi una sera sono andata – cosรฌ per curiositร  – in una scuola di ballo, cโ€™era un ballerino libero e da quel momento tutto e iniziato. Lโ€™incontro con Nicola รจ avvenuto dopo: non avevo piรน un partner da qauttro mesi, allora sono venuta a Bastia alla scuola Asso di Cuori. Neanche lui aveva una compagna, cosรฌ si รจ formata la nostra coppiaยป.
Una coppia che si basa sulla fiducia reciproca: ยซFondamentale รจ instaurare anche un rapporto fuori dalla pista da ballo. Per avere feeling ci vuole tempo, ma รจ importante conoscersi beneยป prosegue Lucrezia.
La coppia Nicola e Lucrezia ha partecipato la scorsa primavera ai campionati mondiali di Danza Sportiva a Mosca categoria Under 21. I due ragazzi sono statati scelti – insieme ad altri dieci atleti – dalla Federazione italiana Danza Sportiva per rappresentare lโ€™Italia, dopo essere arrivati secondi nella Combinata 10 danze under 21 ai Campionati Italiani.
Anche Daniele e Aurora โ€“ nonostante la giovane etร  – hanno vinto il Campionato Italiano junior, che gli ha consentito di partecipare al Mondiale in Romania classificandosi sedicesimi, mentre con la vittoria del Campionato Italiano combinata 10 danze hanno rappresentato lโ€™Italia al Mondiale in Moldavia, piazzandosi al quattordicesimo posto.

 

Nicola e Lucrezia

Sulle orme del fratello

Daniele ha seguito le orme del fratello e a 5 anni ha mosso i primi passi di danza: ยซCercavo uno sport da praticare e mio fratello aveva da poco iniziato questa disciplina: ho provato, mi รจ piaciuto, ero bravo, e cosรฌ ho continuato. Inizialmente ballavo con mia cugina, poi per questione di altezza ci siamo scoppiati, cosรฌ ho incontrato Aurora; anche lei in quel momento non aveva un ballerino: tra noi cโ€™รจ stato subito feeling. Questo รจ fondamentale, alla base del rapporto ci deve essere fiducia, bisogna capirsi al volo, anche solo con uno sguardo: in pista con una semplice occhiata occorre trasmettere al partner quello che si vuol fare. Tutto questo รจ possibile grazie a un rapporto molto stretto tra noiยป. La storia da ballerina di Aurora รจ iniziata invece con la danza classica, quando aveva 4 anni. ยซAvevo una scuola vicino casa, dopo la danza classica ho scoperto le danze standard e cosรฌ mi sono appassionataยป.

 

Daniele e Aurora

Emozioni in pista

Quello che i quattro ballerini tengono a precisare รจ la grande passione che mettono in questo sport, che unisce eleganza, ritmo, concentrazione e voglia di divertirsi. ยซQuando sei in gara non pensi piรน a nulla, quel che รจ fatto รจ fatto: vuoi solo divertirti. Quando parte la musica provi solo tante emozioni e pensi solamente a ballare, cerchi di trasmettere tutto ciรฒ che hai dentro. Il ballo รจ qualcosa di veramente passionale, attraverso il corpo si possono esprime molte piรน cose che con le paroleยป, spiega Nicola. Della stessa opinione รจ la sua ballerina Lucrezia: ยซQuando ballo non penso a niente, cerco solo di esprimere e di trasmettere quello che provo in quel momento. Ai passi non penso, dopo tante prove vengono in automaticoยป.
Anche per Aurora lโ€™esprimere emozioni รจ fondamentale: ยซQuando entri in pista devi mettercela tutta e devi dare il meglio di te. Io cerco sempre di trasmettere – a chi mi sta guardando – quello che provo: che sia felicitร , rabbia e soprattutto passione. Questโ€™ultima รจ il motore che ci dร  la spinta a fare i tanti sacrifici che facciamoยป.
Per ora tra i due fratelli non cโ€™รจ competizione, come specifica Nicola: ยซAncora non abbiamo mai gareggiato contro per una questione anagrafica, ma quando lo faremo, non si faranno sconti. In pista non si guarda in faccia a nessunoยป.
E quindi non resta che aspettare il derby di casa Zampa!

 

Nicola e Lucrezia

ยซChi ha provato a descrivere Bastia e i bastioli non รจ quasi mai riuscito a sfuggire ai luoghi comuni delle tipizzazioni e degli stereotipi [โ€ฆ] Perchรฉ poi cercare unโ€™identitร  collettiva, improbabili radici e coltivare un senso dโ€™appartenenza per chi in buona sostanza non sembra soffrire poi molto della mancanza? Forse che la loro identitร  collettiva non รจ piรน legata a quello che fanno, piuttosto che a quello che hanno fatto?ยป [Bottacchiari 1987, 69-70].

La sfilata, foto by Palio de San Michele

 

In questo saggio di qualche anno fa cโ€™รจ forse il senso, oltre che della cittร  di Bastia, della sua festa Il palio de San Michele, lโ€™evento annuale che ricrea ogni volta e cementifica unโ€™intera comunitร , un senso di appartenenza a qualcosa che si ricostituisce e rigenera partendo dal fare, dal costruire insieme per raggiungere un obiettivo comune e condiviso.
Lo aveva ben capito don Luigi Toppetti quando nel 1962, in occasione dellโ€™inaugurazione della nuova chiesa dedicata a San Michele Arcangelo, Patrono della cittร , decise di istituire una festa che fosse in grado di aggregare una collettivitร  variegata, in forte crescita economica e, di conseguenza, demografica. Il Priore, cosรฌ i bastioli chiamavano il loro parroco, intuรฌ che quella cittadina in continua espansione, che stava accogliendo un numero consistente di persone provenienti dai paesi limitrofi, aveva bisogno di un collante, di un pretesto intorno cui ritrovarsi e scoprirsi comunitร .
Nacque coรฌ il Palio de San Michele, una realtร  straordinaria nel senso letterale del termine: quanto di piรน lontano dallโ€™ordinario possa essere una festa di paese.
Nel saggio di Fiorella Giacalone Il Palio di San Michele di Bastia (Umbria), Un nuovo modello festivo, viene specificato cosa il Palio non รจ: ยซNon รจ la festa religiosa nei termini del cattolicesimo popolare, non รจ una festa in costumi medioevali, non รจ una festa turistica, nรฉ arcaizzante [โ€ฆ], non รจ interessata alle dinamiche della patrimonializzazioneยป.

Ma quindi, che cosโ€™รจ questo Palio?

รˆ un insieme di agonismo e teatro, enogastronomia e musica, dove la piazza รจ la protagonista e la facciata della chiesa la scenografia naturale difronte a cui tutto transita e tutto si dipana. Tutti sono attori, ballerini, camerieri e protagonisti di un evento che compatta persone di diversa cultura, estrazione, provenienza. Anche i ragazzi stranieri, i bastioli acquisiti, in quei giorni gareggiano con orgoglio per il rione che sentono proprio come se lรฌ fossero davvero nati, come se quella fosse – e in realtร  di fatto lo รจ – casa loro.

La festa

Si tratta di una sfida fra i quattro rioni:

 

  • Portella: deve il suo nome alla piccola porta Nord di Bastia (la piรน piccola delle quattro, ampliata nei primi anni Venti). I suoi simboli sono la porta, il ponte sul fiume Tescio e la ferrovia. Il colore del rione รจ il blu.
  • Moncioveta: prese il suo nome dallโ€™omonima sorgente naturale posta nei pressi della porta Bettonese, la porta Sud di Bastia. Il rione Moncioveta รจ caratterizzato dal colore rosso e ha come stemma una fortificazione medievale e un rivo dโ€™acqua che simboleggia la sorgente.
  • San Rocco: il rione dal colore verde come il corpetto del Santo che al suo passaggio fece cessare lโ€™epidemia di peste. In suo onore nel โ€˜600 venne eretta la piccola chiesa a lui intitolata, fuori porta Romana, la porta Est di Bastia, demolita nel 1924. La facciata stilizzata della chiesa รจ il simbolo del rione.
  • Santโ€™Angelo: il suo colore รจ il giallo, il colore che simboleggia lโ€™Arcangelo Michele. Prese il suo nome dalla piccola chiesa di Santโ€™Angelo (oggi Auditorium), situata in piazza Umberto I dove si affaccia la porta Ovest di Bastia. I suoi simboli sono la porta e il fiume Chiascio.

 

Lโ€™iniziale natura religiosa del Palio, viene perpetrata sia nella solenne benedizione che apre ogni edizione della festa, momento particolarmente intenso dove il parroco benedice i mantelli e gli stendardi affidando le sorti della contesa al Santo Patrono, sia nella processione conclusiva che si svolge il 29 settembre, giorno che chiude la manifestazione, dove la statua di San Michele Arcangelo viene accompagnata per le vie della cittร  dal rione vincitore del Palio.

 

Sfilata Rione Sant’Angelo, foto Palio de San Michele

Le sfilate

Vere e proprie rappresentazioni teatrali, le sfilate si svolgono nella piazza della cittร . Il teatro รจ la piazza, il sagrato della chiesa il suggestivo sfondo, ogni volta addobbato in modo diverso, con luci colorate, chiaroscuri, proiezioni scenografiche che lo rendono parte integrante dello spettacolo. I carri che sfilano sono le macchine sceniche di rappresentazioni ogni volta diverse, dove attori e ballerini sono per lo piรน non professionisti, un vero e proprio teatro popolare di piazza. A valutare le sfilate sono chiamate personalitร  competenti e di prestigio, di caratura nazionale.

I Giochi in Piazza

Possono partecipare esclusivamente i residenti del rione, che abbiano compiuto i sedici anni di etร .
Le quattro gare in cui i rioni si cimentano sono: Corsa con i sacchi, Tiro alla fune, Albero della Cuccagna e un gioco di moderna invenzione.

La Lizza

Corsa a staffetta disputata nel circuito della piazza principale, รจ la gara conclusiva โ€“ e spesso decisiva โ€“ della competizione. ยซL’atmosfera, carica di ansia e di elettricitร , si comprime in un silenzio irreale al momento della partenza, per poi esplodere in un enorme boato sino al traguardoยป.

 

La Lizza e l’assegnazione del Palio

Le taverne

Ogni rione allestisce una taverna dove รจ possibile gustare piatti tipici della cucina umbra, preparati naturalmente dai rionali. La taverna diventa anche luogo di incontro dove si susseguono intrattenitori di vario genere.

 

Al di lร  della gara, che pure รจ un elemento fondamentale della festa, per dirla con lโ€™assessore alla cultura del comune di Bastia, Paola Lungarotti, nel Palio: ยซIl tutto รจ piรน della somma delle singole partiยป, da oltre mezzo secolo a settembre le diverse anime della cittร  diventano una cosa sola, diventano, dicevamo, comunitร .

 

Programma 2018


 

Fonti: Fiorella Giacalone Il Palio di San Michele di Bastia (Umbria), Un nuovo modello festivo.

http://www.paliodesanmichele.it

Il Rionale, settembre 2018

ยซVivere รจ sognareโ€ฆ date corpo ai vostri sogniยป

Questa รจ la filosofia di vita di Marco Lucacci, 48 anni, di Bastia Umbra, personal trainer e proprietario della palestra Vitamin’s, ma sopratuttoย bodybuilder, vincitore del titolo di Mr. Italia Body Building nel 2002 e dei Giochi del Mediterraneo nel 2005 e 2006. Una vita dedicata alla cura del corpo, facendo sacrifici e rinunce, ma sempre con un obiettivo ben preciso: migliorare la salute fisica e mentale. ยซQuando si sta bene con il proprio corpo, si sta bene anche con gli altriยป. Con lui, oltre che parlare dellโ€™Umbria, abbiamo parlato di forma fisica e super muscoli: non poteva essere altrimenti!

 

sport

Marco Lucacci, foto di Massimo Marini

Come prima cosa: qual รจ il suo legame con lโ€™Umbria?

Vivo a Bastia Umbra e sono da sempre molto attaccato alla mia terra.

Ho letto che il suo sogno era quello di diventare bodybuilder e nel 2002 ha vinto il titolo Mr. Italia Body Building: ha realizzato quindi il suo sogno?

Tutto quello che sognavo da ragazzino l’ho realizzato. Sono entrato in palestra per la prima volta a 16 anni dopo un infortunio al ginocchio mentre giocavo a calcio. Da quel momento non ne sono piรน uscito. Ho smesso con il calcio e mi sono dedicato al mio corpo: il culturismo รจ diventato la mia passione. Con il tempo ho trasformato questa passione in un lavoro. Posso dire che tutti i miei sacrifici sono stati ripagati.

A proposito di sacrifici: cosa ha rinunciato per arrivare a questo traguardo?

In primis al cibo: ovviamente chi pratica questa disciplina – perchรฉ il culturismo รจ una disciplina e non uno sport – non puรฒ mangiare tutto. Poi ho rinunciato al tempo libero e agli stravizi da ragazzo. Poca vita notturna, perchรฉ altrimenti non si ha la forza per gli allenamenti la mattina dopo.

Non ha mai pensato di aver esagerato nello sviluppare i suoi muscoli?

Non mi รจ mai passato per la testa, anche se so che รจ difficile dire basta, soprattutto se pratichi il culturismo a livello agonistico. Cerchi sempre di progredire e migliorare il tuo corpo.

Non si corre il rischio che diventi unโ€™ossessione?

Sรฌ. Per questo รจ fondamentale conoscere i propri limiti. Ognuno di noi li ha, e per questo vanno rispettati. Sono loro che danno uno stop e ci evitano di spingerci sempre piรน avanti.

Ci dia qualche consiglio per mettersi in forma in vista dellโ€™estateโ€ฆ

รˆ inutile fare gli ipocriti, oggi lโ€™estetica conta molto. E non lo dico io. Tutti vogliono guardarsi allo specchio e piacersi, come pure essere in forma in vista dellโ€™estate, ma non lo si puรฒ fare ad aprile o a maggio. Ci deve essere un allenamento di 3-4 ore a settimana sempre, tutto lโ€™anno. Lโ€™attivitร  fisica non porta benessere solo al corpo, ma anche alla mente, ti fa stare bene con te stesso e di conseguenza con le altre persone. Lo stare bene con il proprio corpo รจ fondamentale nella vita, perchรฉ ti rende piรน bello e ti fa rapportare con gli altri nel migliore dei modi.

Il suo รจ un tipo di sport legato allโ€™etร ?

Il culturismo รจ una disciplina senza una fine ben precisa. Puoi fare il bodybuilder anche a 60 anni. Si va in pensione quando si perdono le motivazioni, quando la cura del corpo, lโ€™attivitร  fisica e tutto questo mondo non interessano piรน, ma a quel punto non ci sono rimpianti. รˆ una scelta precisa della persona.

Cosa accade al corpo quando si decide di abbandonare?

La visione popolare, errata, รจ che i miei 100 chili di muscoli diventino 100 chili di grasso. I muscoli non si trasformano in grasso, possono diminuire e da 100 si passa a 70, ma non si cambierร  mai radicalmente stile di vita. Una persona abituata da oltre 30 anni alla vita sportiva, a mangiare determinate cose, non inizierร  mai a ingozzarsi di dolci e schifezze e non smetterร  di fare attivitร  fisica.

Lโ€™Umbria nellโ€™ambiente del culturismo che ruolo ha a livello nazionale?

In Umbria cโ€™รจ poco, solo piccole realtร  a livello agonistico.

Come descriverebbe lโ€™Umbria in tre parole?

Vivibile, la regione piรน bella dโ€™Italia, chiusa di mentalitร . Questโ€™ultima caratteristica non รจ detto che sia un difetto.

La prima cosa che le viene in mente pensando a questa regioneโ€ฆ

Famiglia.

Sรฌ, era umbro Pino Lancetti, potremmo dire un umbro DOC, di quelli che nel mondo hanno lasciato unโ€™impronta indelebile e di cui lโ€™Umbria puรฒ essere davvero fiera.

Lancetti

Pino Lancetti con le sorelle, Vanda, Lorena ed Edda

 

Nacque a Bastia Umbra il 27 novembre 1928; qui trascorse la sua giovinezza e giร  da allora era evidente quellโ€™animo gentile e quellโ€™indole artistica, doti che lo portarono a intraprendere la carriera di disegnatore di moda e che lo videro per molti anni protagonista assoluto a livello internazionale. Recuperiamo perle preziose della vita di Lancetti dalla monografia che gli dedicรฒ nel 2007, anno della sua morte, la professoressa Edda Vetturini, sua ex insegnante e grande sostenitrice, in unโ€™edizione speciale del ยซIl Giornale di Bastiaยป edito dalla Pro Loco di Bastia Umbra.
Da lei apprendiamo come il giovane Pino non amasse frequentare la piazza insieme ai suoi coetanei, ma preferisse disegnare schizzi su quellโ€™album da disegno da cui difficilmente si separava e come, giร  da allora, nei suoi lavori si intravedessero fantasia e talento straordinari.
Frequentรฒ lโ€™Accademia di Belle Arti di Perugia, e dopo un primo periodo trascorso ancora in Umbria in cui si dedicรฒ allโ€™attivitร  di disegnatore, prima nel campo della ceramica, poi nel settore artistico della Perugina, nel 1954 si trasferรฌ a Roma.

Da sarto umbro a re dellโ€™alta moda

Qui aprรฌ un suo laboratorio in via Margutta e lentamente iniziรฒ a crearsi una certa fama nei salotti importanti della Capitale, che gli permise di realizzare la sua prima collezione per la principessa Lola Giovannelli. I suoi lavori ebbero il plauso della piรน grande giornalista di moda italiana, Irene Brin, e da lรฌ in avanti iniziรฒ la sua importante carriera di disegnatore dโ€™alta moda.
Lโ€™arte fu la sua musa ispiratrice, in particolare la pittura, e ai pittori sono orientate le sue piรน celebri collezioni: la prima, successo del 1956, influenzata da Modigliani; nel 1977 la collezione Italian Style Rinascimento suggerita dalle stanze di Raffaello, fino alla realizzazione di veri capolavori dโ€™arte con il lancio nel 1984 della Sophisticated Lady, stoffe impreziosite da disegni che raccontano le profonde suggestioni degli artisti che piรน aveva amato e che maggiormente lo avevano guidato: Cimabue, Giotto, Picasso, Matisse, Kandinskij, Modigliani.

 

bozzetto_lancetti

Collezione di Alta Moda primavera/estate, 1986

Il sarto pittore

Piรน che abiti, queste creazioni erano vere opere dโ€™arte, da esporre piรน che da indossare, e non a caso a Lancetti venne attribuito dalla stampa specializzata lโ€™appellativo di โ€œsarto pittoreโ€.ย Quel sarto pittore che nel 1986, per i 25 anni di alta moda, presentรฒ a Villa Medici, sede dellโ€™Accademia di Francia, una stupenda collezione in onore di Picasso, in contemporanea con una mostra presentata dal grande pittore nel suo ultimo periodo artistico: ยซI modelli di Arlecchino suscitano la stessa attenzione di quelli dellโ€™artista spagnolo unendo, dipinto e Moda, in un armonico connubio allโ€™insegna dellโ€™Arteยป.[1]

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Tradizione e innovazione: la versatilitร  di Lancetti

La moda di Lancetti era una moda raffinata, preziosa, gli abiti erano spesso ornati da ricami sapienti, decorati da pietre, cristalli, paillettes. Ogni capo era unโ€™opera unica e irripetibile, da ammirare proprio come i dipinti amati dallโ€™artista e da cui traeva ispirazione.
Famosi in tutto il mondo divennero i suoi foulard, veri e propri quadri con tanto di cornice monocolore, che rappresentarono un simbolo di eleganza e raffinatezza fra gli anni Settanta e Novanta.
Pino Lancetti fu un artista poliedrico, lavorรฒ per il cinema (nel โ€™79 creรฒ i costumi per il film La luna di Bernardo Bertolucci), fu artefice di profonde trasformazioni frutto di uno studio costante e di unโ€™accurata ricerca: creativitร  sรฌ, ma senza improvvisazione.
Accanto allโ€™abito-opera dโ€™arte, lo stilista intuรฌ la necessitร  di cambiamento nella moda femminile, in linea con lโ€™emancipazione che stava vivendo la donna negli anni Settanta. Da qui lโ€™esigenza di creare una moda veloce, pratica, facile da indossare: nacque cosรฌ il prรชt-ร -porter che gli valse il Premio Speciale della Stampa Italiana.
Lancetti fu in effetti uno stilista molto amato dalla stampa, italiana e estera, e molti furono i premi e i riconoscimenti ufficiali che ebbe durante la sua carriera: da Cavaliere della Repubblica alla Nomination in Whoโ€™s in Italy 1997, dal Baiocco dโ€™oro del Comune di Perugia, allโ€™Oscar alla Carriera dalla Camera nazionale della Moda. Solo per citarne alcuni. Nel 2001 il Presidente Ciampi lo nominรฒ Grande Ufficiale al merito della Repubblica.
Fra le numerose mostre celebrative a lui dedicate, vogliamo ricordare quella allestita nella sua regione: nel 1999 nella Sala Cannoniera della Rocca Paolina vennero esposti cento capolavori dโ€™alta moda facenti parte della collezione privata dellโ€™artista.

 

Collezione primavera/estate, 1986

Il tributo della sua cittร 

A dieci anni dalla scomparsa di Pino Lancetti, Bastia Umbra, che dopo la sua morte accolse il feretro del suo concittadino in un commosso abbraccio, ha voluto intitolargli la piazzetta adiacente alla Chiesa di San Rocco. In mezzo al piccolo Largo Pino Lancetti, egli osserva con la sua aria elegante e vagamente malinconica, quelle strade che tante volte lo videro passeggiare portando sottobraccio il suo inseparabile album da disegno.

 

[1]E. Vetturini, Lancetti. Il Re dellโ€™Alta Moda, edizione speciale de ยซIl Giornale di Bastiaยป, Pro Loco di Bastia Umbra, novembre 2007. โ‡‘

 


Fonti:

E. Vetturini, Lancetti. Il Re dellโ€™Alta Moda, edizione speciale de ยซIl Giornale di Bastiaยป, Pro Loco di Bastia Umbra, novembre 2007. La pubblicazione รจ stata gentilmente messa a disposizione da Vanda Lancetti, sorella di Pino.

 

 

Per saperne di piรน su Bastia Umbra

libri sul tabaccoTitolo: Lโ€™ industria del tabacco a Bastia Umbra.

Storia e memoria dello stabilimento Giontella e delle sue maestranze

 

Autore: Giuseppina Grilli

 

Editore: Il Formichiereย 

 

Anno di pubblicazione: 2016

 

ISBN: 9788898428779

 

422 p., f.to cm 24 x 17, numerose illustrazioni fotografiche in bianco e nero e a colore, brossura illustrata con bandelle.

 

โ‚ฌ 25,00

Come nasce

รˆ un importante ed esaustivo saggio, quello che ci propone Giuseppina Grilli, dopo una vita trascorsa ad insegnare latino, greco e italiano nei licei. Sempre attenta ed interessata alla storia dellโ€™educazione femminile e ai problemi inerenti al lavoro operaio delle donne, dopo tre anni di ricerche ha dato alla luce per la collana Storia e territorio delle edizioni Il Formichiere, Lโ€™industria del tabacco a Bastia Umbra. Nellโ€™introduzione lโ€™autrice spiega: ยซLโ€™interesse per il lavoro delle donne in ambito non domestico a Bastia, unito allโ€™intento di valorizzare lโ€™esperienza e la memoria industriale del territorio e della comunitร , sono state le prime idee intorno alle quali รจ andato crescendo questo libroยป. E il grande lavoro di ricerca svolto, utilizzando fonti archivistiche, bibliografiche e testimonianze orali delle tabacchine, si รจ materializzato nelle 422 pagine che costituiscono questo importante volume.

L'argomento

Un libro che ripercorre non solo la storia del tabacchificio, ma che restituisce anche uno spaccato della storia e della vita della cittadina umbra dagli anni Venti ad oggi. Infatti il libro parte proprio dal presente con un capitolo dedicato a Bastia oggi: il territorio, la societร , lโ€™economia. Quali i fattori che nel corso del tempo hanno contribuito al suo sviluppo economico e sociale? per sviscerare nei sedici capitoli che costituiscono la prima parte del volume, tutti gli aspetti economici, sociali e politici che si sono succeduti nel tempo, analizzandoli attraverso la storia del tabacchificio e del suo storico proprietario Francesco Giontella, per arrivare al presente, quando, dopo alcuni passaggi di proprietร , lโ€™azienda รจ stata rilevata da una multinazionale americana. Non va dimenticato quanto il tabacchificio sia stato importante per la comunitร  locale, in continua espansione fino agli anni Cinquanta trasformando un paese a carattere prevalentemente agricolo in un centro con forte vocazione commerciale e con un deciso incremento demografico.
La seconda parte del volume รจ dedicata alle tabacchine, al loro lavoro, allโ€™emancipazione, alle battaglie per la conquista dei diritti, ai ricordi attraverso le testimonianze delle stesse. Testimonianze importanti che pur rivelando la fatica del lavoro, le tante ore in piedi, la paura di non fare la media, allo stesso tempo palesano lโ€™orgoglio di far parte di quella comunitร  aziendale. Da ricordare che il lavoro nel tabacchificio era svolto prevalentemente da donne, e che nel 1960 erano impiegate ben 1200 persone su 9000 abitanti.
Il volume รจ corredato da numerose foto e documenti, compresi quelli della riqualificazione dellโ€™area dove sorgeva la fabbrica, che dopo anni di abbandono e battaglie anche politiche รจ stata recuperata e riconsegnata alla fruibilitร  dei cittadini con lโ€™insediamento di un centro commerciale e del Palazzo della Salute.

 

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