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Ieri sera si รจ tenuta presso la sala Santโ€™Anna a Perugia, la tavola rotonda Il Contado di Perugia e le esperienze di Turismo Sostenibile nellโ€™ambito del Festival del Tursimo sostenibile.

All’evento hanno partecipato Antonella Tiranti โ€“ Dirigente del Servizio Turismo, Commercio, Sport e Film Commission della Regione Umbria, Edi Cicchi โ€“ Assessore ai Servizi sociali del Comune di Perugia, Paola de Salvo โ€“ Universitร  degli Studi di Perugia, Luca Panichi โ€“ Referente Progetto ADAM, Accessibilitร  fruibile, Ugo Mancusi โ€“ Direttore Marketing AboutUmbria. Ha coordinato i lavori Maria Teresa Severini โ€“ Assessore alla Cultura, Turismo e Universitร  del Comune di Perugia.

 

 

รˆ stata proprio lโ€™assessore Severini a introdurre il tema dellโ€™incontro, sottolineando, alla vigilia della Giornata mondiale del Turismo, lโ€™ambivalenza che puรฒ rappresentare questa importante risorsa che se da un lato รจ senza dubbio un contributo fondamentale per lo sviluppo socio-economico di un territorio, dallโ€™altro – se non gestito con oculatezza e lungimiranza – puรฒ comportare nel lungo periodo una perdita progressiva dellโ€™identitร  locale e contribuire al degrado ambientale.
Partendo da questo presupposto, รจ evidente come il concetto di sostenibilitร  sia di importanza fondamentale da tenere in massimo conto nei programmi di sviluppo delle Istituzioni ed รจ proprio Antonella Tiranti a sottolineare come la sostenibilitร  sia il cuore dello sviluppo turistico della nostra regione e come le politiche regionali si stiano muovendo proprio in questa direzione.

 

La Regione Umbria sta mettendo a punto prodotti orientati ai Cammini tematizzati e al Bike turismo inteso come cicloturismo e mountain bike, prodotti che promuovono una tipologia di turismo strettamente integrato con lโ€™ambiente in cui sostenibilitร  รจ la parola chiave. I Cammini proposti dalla regione Umbria sono stati accettati integralmente e inseriti nel Primo Atlante dei Cammini, nato nellโ€™ambito del Piano Strategico del Turismo elaborato per la prima volta in Italia nel 2016 dal Comitato Permanente di Promozione del Turismo, con il coordinamento della Direzione Generale Turismo del MiBACT. La prossima sfida, sottolinea la Tiranti, รจ rendere questi percorsi accessibili, altro punto focale del concetto di sostenibilitร .

 

La parola passa a Luca Panichi, referente del progetto Le strade di Adam (acronimo di Associations Disability Accessibility), nato come luogo di interscambio sui temi legati al mondo della disabilitร , inclusione e accessibilitร . Panichi ha sottolineato come lโ€™accessibilitร , contrariamente a quanto si รจ soliti pensare, non รจ solo geometrica, ma anche culturale, e occorre vederla e approcciarla con sensibilitร  e attenzione differenti. Ha portato lโ€™esempio dellโ€™esperimento effettuato presso gli scavi di Ostia, dove sono state individuate soluzioni geniali nella loro semplicitร , attraverso le quali disabili e normodotati hanno potuto condividere unโ€™esperienza di visita in luoghi normalmente non accessibili.

 

Lโ€™assessore Cicchi ha sottolineato come i disabili, ma anche gli over 65 e soprattutto le famiglie, possono rappresentare unโ€™opportunitร  anche economica se il territorio con la sua offerta turistica, รจ in grado di offrire soluzioni differenziate, targettizzate, che tengano conto delle diverse esigenze.

 

Paola de Salvo ha messo invece in evidenza la differenza fra sostenibilitร , che deve essere un aspetto a carico delle Istituzioni, e responsabilitร , che รจ a carico del cittadino e del turista. Turista che oggi รจ un soggetto consapevole, sceglie luoghi e servizi di qualitร , vuole abitare seppur temporaneamente il territorio che visita. E spesso รจ la societร  civile che si organizza per offrire al turista questo tipo di esperienza, attraverso aggregazioni orientate alla governance partecipata.

 

Perfettamente si รจ agganciato lโ€™ultimo intervento a cura di Ugo Mancusi, che ha sottolineato come AboutUmbria sia proprio un esperimento associativo nato per promuovere il territorio, puntando sulla divulgazione della conoscenza del territorio stesso. Lโ€™esperienza punta sullโ€™esaltazione dellโ€™eccellenza attraverso un sistema di comunicazione integrato: rivista online, rivista cartacea di alto livello, free press con diffusione su larga scala che ha come protagonista il borgo – massima espressione dellโ€™immagine Umbria – gli store e punti divulgativi disseminati sul territorio.

 

Conclude il professor Ciani, organizzatore dellโ€™evento, che sottolinea come questa prima edizione sia un primo importante tassello da consolidare e ripetere, perchรฉ Perugia diventi un punto di riferimento importante nellโ€™ambito del turismo sostenibile, non solo dal punto di vista teorico ma come modello concreto.

ยซDa cuore verde dโ€™Italia a Umbria, nel cuore di tuttiยป.

Perugina DOC, Serena Scorzoni รจ uno dei volti noti di Rai News 24. Entra nelle nostre case per raccontarci la realtร  e da giornalista attenta qual รจ non poteva non scattare una foto anche della sua Umbria. Una terra alla quale รจ molto legata, a cui non risparmia perรฒ anche una tirata di orecchie. ยซLa politica non ha avuto il coraggio di affrontare i nodi che isolano non solo geograficamente la nostra regione. Tutti si sono seduti su una visione di comodo, fino a che non hanno sbattuto la faccia contro la dura realtร . Spero si siano svegliatiยป.

 

Serena Scorzoni

Serena, come prima cosa: qual รจ il suo legame con questa regione?

A Perugia vivono i miei genitori e la mia famiglia. Ho quindi un legame indissolubile. Lรฌ sono le mie radici, ma ho deciso di mettermi in gioco lontano dalle sicurezze della mia terra.

Grazie al suo lavoro lei racconta la realtร : come vede l’Umbria? Quali sono i suoi pregi e i suoi difetti?

Lโ€™Umbria รจ una terra meravigliosa, ma come tutte le cose piene di luce, ci sono anche delle ombre. Mi piacerebbe che fosse piรน aperta e accogliente, meno ruvida e chiusa. Ma รจ comunque per me il luogo dellโ€™anima.

Come la racconterebbe, al di lร  di cuore verde dโ€™Italia?

Arte, spiritualitร , cibo&vino, ma anche la tenacia e il coraggio delle donne e degli uomini umbri che si mettono in gioco. Penso alle tante aziende, ai nostri corregionali che si sono fatti conoscere nel mondo per la cultura, per la scienza e per lโ€™imprenditoria. Da cuore verde dโ€™Italia a Umbria, nel cuore di tutti.

Diversi eventi – penso al terremoto e al caso Meredith – hanno dato una visione di Perugia e dellโ€™Umbria non del tutto veritiera, o forse sรฌ: lei cosa ne pensa?

Ho seguito da vicino la drammatica vicenda Meredith e tutto il circo mediatico che per anni ha raccontato una parte della storia. Certo, la cronaca nera ha dato un alone molto negativo alla nostra cittร  e alla nostra regione. Perรฒ ha stracciato un velo di ipocrisia su unโ€™immagine oleografica dellโ€™Umbria da cartolina. Non era vero il paradiso in terra allora, non รจ un inferno di diavoli oggi. Da allora la politica non ha avuto il coraggio di affrontare i nodi che isolano non solo geograficamente la nostra regione. Voglio dire che tutti si sono seduti su una visione di comodo, fino a che non hanno sbattuto la faccia contro la dura realtร . Spero si siano svegliati.

Lei ha fatto la Scuola di Giornalismo Rai a Perugia: cosa consiglierebbe a un giovane che vuole iniziare a fare questo mestiere?

Il consiglio che posso dare a chi vuole intraprendere questo mestiere รจ duplice: indossare scarpe comode per raccontare la realtร  della strada e studiare libri da cui non smettere mai di imparare cosa significa il giornalismo.

Ha lavorato per molto tempo per il Tgr Umbria: ha un aneddoto divertente – che ci vuol raccontare – che le รจ capitato durante un servizio?ย 

In una delle dirette da Gubbio per la Festa dei Ceri del 15 maggio sono stata letteralmente lanciata in aria durante il collegamento. Se ci penso, rido ancora oggi.

Come descriverebbe lโ€™Umbria in tre parole?

Sole, cuore, amoreโ€ฆ No scherzo: qualitร  della vita.

La prima cosa che le viene in mente pensando a questa regioneโ€ฆ

Il tramonto sul lago Trasimeno.

Alimento genuino e nutriente, il pane era considerato un tempo la merenda perfetta, soprattutto per i bambini. La domanda ricorrente di nonne e mamme, durante quei pomeriggi di settantโ€™anni fa, era chiara e diretta: ยซChe vuoi col pane?ยป

Gli abbinamenti potevano essere diversi: dโ€™estate, rossi e succosi pomodori vi venivano strusciati sopra, arrossando e ammorbidendo la lattiginosa fetta; dโ€™inverno, il sapore piccante dellโ€™olio dโ€™oliva ne imbeveva la porosa trama. Non mancavano variazioni piรน esotiche, come burro e acciuga, oppure miele e noci, senza contare lโ€™intramontabile pane e salame.
Dal momento che il pane si faceva con cadenza settimanale, era facile che si utilizzasse quello raffermo, e il risultato era forse ancor piรน gustoso: รจ il caso di pane, zucchero e vino, uno spuntino che i bambini, attirati dal colore rosso e dalla consistenza vellutata dello zucchero semolato, aspettavano con trepidazione. Cosรฌ, mentre i piรน agiati consumavano mandarini, banane o arance, i figli del popolo si beavano di fette di pane – nel centro Italia rigorosamente sciapo – inzuppate nel vino novello e poi ricoperte di zucchero.

Il vino fa buon sangue

Siamo in un periodo in cui era convinzione comune che il vino ยซfacesse buon sangueยป, sebbene, fin dalla Grande Guerra, fossero state portate avanti numerose campagne contro lโ€™alcolismo. Vero era che le vecchie abitudini erano dure a morire: nel 1866 nientemeno che Louis Pasteur aveva pubblicato gli Studi sul Vino, in cui proponeva di riscaldarlo a 57ยฐ per eliminare i microbi e le impuritร . Questa soluzione gli aveva fatto vincere il grand prix allโ€™Esposizione Universale del 1867 e aveva ufficialmente sancito lโ€™invenzione del processo che, ancora oggi, porta il suo nome: la pastorizzazione. Il vino era divenuto cosรฌ ยซla piรน sana e igienica delle bevandeยป, tanto da essere offerta persino nelle scuole.

Foto by Claudia Ioan

Tutte le farmacie dโ€™Europa erano poi fornite di vini medicinali, chiamati enoliti, insieme a un prodigioso Vin Mariani, capace di ยซnutrire, tonificare e rinfrescareยป, assurto a medicamento universale grazie ai suoi miracolosi effetti. Renata Covi, nel suo Tacuinum deโ€™ Spetierie, ci racconta la storia del suo inventore, il corso Angelo Mariani che, incuriositosi dellโ€™effetto che le foglie di un arbusto, lโ€™Erythroxylum Coca, avevano sulla popolazione peruviana, abituata a vivere a quote altissime e a lavorare con grande sforzo nelle miniere dโ€™argento, decise di farne un infuso. Il sapore era terribile, perciรฒ decise di aggiungerlo a uno dei piรน rinomati vini di Francia, il Bordeaux. Gli effetti erano pressochรฉ miracolosi: cominciarono a farne uso gli attori, per poter calcare le scene nonostante i malanni di stagione, seguiti da re e papi, che lo resero un vero e proprio must.
Quando, infine, si scoprรฌ che la coca era un alcaloide capace di agire sulla psiche e sul fisico, il Vin Mariani cadde nellโ€™oblio; eppure, nelle campagne a vocazione vinicola, dove era difficile capacitarsi che una bevanda tanto prodigiosa potesse far male, il semplice vino rosso continuรฒ, fino al 1960, a essere considerato un ottimo ricostituente.

Alcolico sรฌ, ma non troppo

Le generazioni successive, ormai figlie di studi conclamati e di una consapevolezza diffusa, si sono dovute accontentare di una merenda a base di pane e zucchero, ammorbidito con acqua. I piรน fortunati potevano ingenuamente gustarsi pane, ricotta e zucchero, spesso conditi conโ€ฆ l’alchermes. Alcolico sรฌ, ma non troppo. Oggi, gli adulti piรน curiosi potranno rivivere i sapori dellโ€™infanzia inzuppando il pane nei sublimi vini di Montefalco, Torgiano, Corciano, e di tutti quei borghi umbri caratterizzati da una produzione vitivinicola dโ€™eccellenza.

Due personalitร  artistiche diverse, ma accomunate dalla scelta di una materia prima come mezzo per dare forma alla propria visione estetica

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Leoncillo e Fontana incontro a Milano nel 1960

 

Ricorre quest’anno il cinquantesimo anniversario della morte di Lucio Fontana e di Leoncillo Leonardi, scultori italiani, avvenuta nel settembre 1968 a soli quattro giorni di distanza l’uno dall’altro.
Il Museo e Ceramiche Rometti ospiterร , con il patrocinio del Comune di Umbertide, la mostra Barocco e Barocchetto: Materia e colore nelle sculture di Lucio Fontana e Leoncillo Leonardi che sarร  inaugurata sabato alle 18.00.
Si tratta di una selezione di sculture policrome in ceramica, curata dallo storico dell’arte Lorenzo Fiorucci, che intende sottolineare il ruolo cruciale che ebbero i due artisti nell’affermazione della scultura colorata sia a livello nazionale che europeo, a partire dalla seconda metร  degli anni Trenta.
Un risultato reso possibile grazie alle capacitร  tecniche che furono acquisite in due localitร  della provincia italiana: per Fontana Albisola, mentre per Leonardi Umbertide, entrambe cittadine attive nella produzione della ceramica.

Una stagione ricca di fermenti

I due scultori vennero a mancare proprio nell’anno che rappresenta il culmine di una stagione ricca di fermenti e innovazioni anche nel campo delle arti visive. Stagione che segna anche la fine di un periodo artistico durante il quale l’Italia fu, per l’ultima volta, realmente protagonista. Fontana e Leonardi operarono pienamente all’interno di questo periodo, essendo attivi dagli anni Trenta agli anni Cinquanta: due personalitร  estremamente diverse, con visioni della vita opposte: chiuso e pessimista il primo, aperto e fiducioso il secondo, ma con un percorso cronologico e ideali estetici comuni.

 

Lucio Fontana, Donna sdraiata

Un sottile fil rouge

La scelta di un mezzo espressivo come quello della ceramica, al di lร  delle differenze di linguaggio e delle rispettive identitร , ha consentito a Fontana di arrivare a una definizione critica di Barocco, secondo Leonardo Sinisgalli, cosรฌ come Leonardi รจ giunto a elaborare una definizione di Barocchetto secondo l’intuizione di Roberto Longhi.
Negli stessi anni, i due artisti operarono nelle due cittร  piรน prolifiche dal punto di vista artistico: Fontana si mosse a Milano, dove trovรฒ gli stimoli per dare forma a una materia che accoglie un gesto rapido, ma raffinatissimo, allo stesso tempo.
Leonardi, grazie a Roma e ai suoi circoli artistici, trovรฒ il proprio stile modellando la materia attraverso eleganti smalti e colori lucenti.
Tutto ciรฒ fu reso possibile grazie anche alle capacitร  tecniche acquisite nelle due cittadine: ad Albisola attraverso le aziende San Giorgio e Mazzotti per Fontana, mentre a Umbertide fu proprio l’azienda Rometti a fornire a Leonardi gli spunti e le nozioni che stava cercando.

 

Scultura di Leoncillo

 


LOCATION: Museo Rometti โ€“ Umbertide

INAUGURAZIONE: 22 SETTEMBRE 2018 ore 18

DURATA DELLA MOSTRA: DAL 22 SETTEMBRE AL 20 OTTOBRE 2018

ยซChi ha provato a descrivere Bastia e i bastioli non รจ quasi mai riuscito a sfuggire ai luoghi comuni delle tipizzazioni e degli stereotipi [โ€ฆ] Perchรฉ poi cercare unโ€™identitร  collettiva, improbabili radici e coltivare un senso dโ€™appartenenza per chi in buona sostanza non sembra soffrire poi molto della mancanza? Forse che la loro identitร  collettiva non รจ piรน legata a quello che fanno, piuttosto che a quello che hanno fatto?ยป [Bottacchiari 1987, 69-70].

La sfilata, foto by Palio de San Michele

 

In questo saggio di qualche anno fa cโ€™รจ forse il senso, oltre che della cittร  di Bastia, della sua festa Il palio de San Michele, lโ€™evento annuale che ricrea ogni volta e cementifica unโ€™intera comunitร , un senso di appartenenza a qualcosa che si ricostituisce e rigenera partendo dal fare, dal costruire insieme per raggiungere un obiettivo comune e condiviso.
Lo aveva ben capito don Luigi Toppetti quando nel 1962, in occasione dellโ€™inaugurazione della nuova chiesa dedicata a San Michele Arcangelo, Patrono della cittร , decise di istituire una festa che fosse in grado di aggregare una collettivitร  variegata, in forte crescita economica e, di conseguenza, demografica. Il Priore, cosรฌ i bastioli chiamavano il loro parroco, intuรฌ che quella cittadina in continua espansione, che stava accogliendo un numero consistente di persone provenienti dai paesi limitrofi, aveva bisogno di un collante, di un pretesto intorno cui ritrovarsi e scoprirsi comunitร .
Nacque coรฌ il Palio de San Michele, una realtร  straordinaria nel senso letterale del termine: quanto di piรน lontano dallโ€™ordinario possa essere una festa di paese.
Nel saggio di Fiorella Giacalone Il Palio di San Michele di Bastia (Umbria), Un nuovo modello festivo, viene specificato cosa il Palio non รจ: ยซNon รจ la festa religiosa nei termini del cattolicesimo popolare, non รจ una festa in costumi medioevali, non รจ una festa turistica, nรฉ arcaizzante [โ€ฆ], non รจ interessata alle dinamiche della patrimonializzazioneยป.

Ma quindi, che cosโ€™รจ questo Palio?

รˆ un insieme di agonismo e teatro, enogastronomia e musica, dove la piazza รจ la protagonista e la facciata della chiesa la scenografia naturale difronte a cui tutto transita e tutto si dipana. Tutti sono attori, ballerini, camerieri e protagonisti di un evento che compatta persone di diversa cultura, estrazione, provenienza. Anche i ragazzi stranieri, i bastioli acquisiti, in quei giorni gareggiano con orgoglio per il rione che sentono proprio come se lรฌ fossero davvero nati, come se quella fosse – e in realtร  di fatto lo รจ – casa loro.

La festa

Si tratta di una sfida fra i quattro rioni:

 

  • Portella: deve il suo nome alla piccola porta Nord di Bastia (la piรน piccola delle quattro, ampliata nei primi anni Venti). I suoi simboli sono la porta, il ponte sul fiume Tescio e la ferrovia. Il colore del rione รจ il blu.
  • Moncioveta: prese il suo nome dallโ€™omonima sorgente naturale posta nei pressi della porta Bettonese, la porta Sud di Bastia. Il rione Moncioveta รจ caratterizzato dal colore rosso e ha come stemma una fortificazione medievale e un rivo dโ€™acqua che simboleggia la sorgente.
  • San Rocco: il rione dal colore verde come il corpetto del Santo che al suo passaggio fece cessare lโ€™epidemia di peste. In suo onore nel โ€˜600 venne eretta la piccola chiesa a lui intitolata, fuori porta Romana, la porta Est di Bastia, demolita nel 1924. La facciata stilizzata della chiesa รจ il simbolo del rione.
  • Santโ€™Angelo: il suo colore รจ il giallo, il colore che simboleggia lโ€™Arcangelo Michele. Prese il suo nome dalla piccola chiesa di Santโ€™Angelo (oggi Auditorium), situata in piazza Umberto I dove si affaccia la porta Ovest di Bastia. I suoi simboli sono la porta e il fiume Chiascio.

 

Lโ€™iniziale natura religiosa del Palio, viene perpetrata sia nella solenne benedizione che apre ogni edizione della festa, momento particolarmente intenso dove il parroco benedice i mantelli e gli stendardi affidando le sorti della contesa al Santo Patrono, sia nella processione conclusiva che si svolge il 29 settembre, giorno che chiude la manifestazione, dove la statua di San Michele Arcangelo viene accompagnata per le vie della cittร  dal rione vincitore del Palio.

 

Sfilata Rione Sant’Angelo, foto Palio de San Michele

Le sfilate

Vere e proprie rappresentazioni teatrali, le sfilate si svolgono nella piazza della cittร . Il teatro รจ la piazza, il sagrato della chiesa il suggestivo sfondo, ogni volta addobbato in modo diverso, con luci colorate, chiaroscuri, proiezioni scenografiche che lo rendono parte integrante dello spettacolo. I carri che sfilano sono le macchine sceniche di rappresentazioni ogni volta diverse, dove attori e ballerini sono per lo piรน non professionisti, un vero e proprio teatro popolare di piazza. A valutare le sfilate sono chiamate personalitร  competenti e di prestigio, di caratura nazionale.

I Giochi in Piazza

Possono partecipare esclusivamente i residenti del rione, che abbiano compiuto i sedici anni di etร .
Le quattro gare in cui i rioni si cimentano sono: Corsa con i sacchi, Tiro alla fune, Albero della Cuccagna e un gioco di moderna invenzione.

La Lizza

Corsa a staffetta disputata nel circuito della piazza principale, รจ la gara conclusiva โ€“ e spesso decisiva โ€“ della competizione. ยซL’atmosfera, carica di ansia e di elettricitร , si comprime in un silenzio irreale al momento della partenza, per poi esplodere in un enorme boato sino al traguardoยป.

 

La Lizza e l’assegnazione del Palio

Le taverne

Ogni rione allestisce una taverna dove รจ possibile gustare piatti tipici della cucina umbra, preparati naturalmente dai rionali. La taverna diventa anche luogo di incontro dove si susseguono intrattenitori di vario genere.

 

Al di lร  della gara, che pure รจ un elemento fondamentale della festa, per dirla con lโ€™assessore alla cultura del comune di Bastia, Paola Lungarotti, nel Palio: ยซIl tutto รจ piรน della somma delle singole partiยป, da oltre mezzo secolo a settembre le diverse anime della cittร  diventano una cosa sola, diventano, dicevamo, comunitร .

 

Programma 2018


 

Fonti: Fiorella Giacalone Il Palio di San Michele di Bastia (Umbria), Un nuovo modello festivo.

http://www.paliodesanmichele.it

Il Rionale, settembre 2018

La verde Umbria non conosce il mare, ma circa 30 milioni di anni fa il mare la sommergeva. Oggi le colline dellโ€™Appennino circondano la regione da ogni lato e, come tutti gli ex-territori marini, nascondono tra le rocce le impronte dei suoi antichissimi abitanti.

I fossili Martani

Lโ€™altopiano di San Terenziano e i Monti Martani, appartengono allo stesso territorio e hanno conservato tracce importanti di fossili, in particolare Ammoniti e tra queste non si puรฒ non citare la specie Martanites. Sono i ninnoli che Mary Annings raccoglieva lungo le scogliere della Manica a Lyme Regis. Quella donna, geniale e poco erudita, ha cercato, studiato e classificato ogni genere di fossile e per vivere lรฌ vendeva ai turisti. Allora si potevano vendere legalmente. Eravamo nel 1830.ย Oggi i fossili si guardano con interesse o con curiositร  e si lasciano rigorosamente sul posto.
Ammoniti e simili sono ottimi fossili guida di un lasso di tempo enorme che va dal Paleozoico al Mesozoico. Sono uno strumento importante per la datazione dei rilevamenti biostratigrafici e per la datazione delle rocce sedimentarie che si sono depositate tra i 400 e i 30 milioni di anni fa.ย  Piccole o grandi che siano, le ammoniti sono delle vere opere dโ€™arte, dove lโ€™artista, cioรจ la natura, non ha lasciato niente al caso. Ogni segno ha un significato preciso e rappresenta una precisa funzione.

 

Ammonite

Molluschi marini

Lโ€™ammonite era un mollusco marino, della famiglia dei cefalopodi, che si muoveva attaccato al suo guscio, come le lumache. Il mollusco abitava solo la parte anteriore del guscio, il resto serviva per muoversi ed รจ solitamente ciรฒ che noi vediamo come calco interno fossilizzato. Il guscio era diviso a setti di cui sono rimasti visibili i segni che si susseguono. I setti si riempivano di gas o di acqua per permettere al mollusco di salire in superficie o di sprofondare fino in fondo al mare. Il gas o lโ€™acqua erano pompate nei setti da un sifone che correva attorno al guscio. Il solco dove passava il sifone addetto alla regolazione dei settori รจ talvolta ben visibile. Sulla superficie รจ possibile riscontrare dei piccoli grafiti a forma di foglioline. Invece, sono le tracce delle linee si sutura che erano il punto di aggancio dei setti.

Alla scoperta della Zona Rossa

Frammenti di queste meraviglie si posso vedere sopra San Terenziano dove inizia la passeggiata verso il Trocco del Lupo che si snoda attraverso i boschi di monte Pelato, ricco di fiori e di varietร  arboree e zona conosciuta dagli amanti del trekking. Il Trocco del Lupo, che non รจ altro che una grande pietra concava che raccoglie lโ€™acqua piovana, secondo una leggenda locale serviva a dissetare i lupi.
Per trovare la Zona Rossa รจ indispensabile affidarsi ad un geologo o a un gruppo trekking che volentieri accompagnano i curiosi.
Io mi sono affidata al dottor Edelberto Santini che รจ il geologo che mi ha accompagnato fino al sito indicato dove mi ha mostrato le tracce ammonitiche che abbiamo fotografato.
I vicini Monti Martani offrono a loro volta un trekking ricco di curiositร , dove si possono vedere doline, un lago e tante varietร  botaniche. Ma, per restare in ambito geologico, sul monte si trova unโ€™altra Zona Rossa di importanza internazionale, dove il prof. Venturi nel 1977, ha individuato e classificato la Martanites, una particolare varietร  di ammoniti rosse. Per fare una passeggiata guidata, alla scoperta di monte Pelato ci si puรฒ rivolgere allโ€™ Assessore alla promozione del territorio del Comune di Gualdo Cattaneo.

ยซInsisti, persisti, raggiungi e conquistiยป

Questa รจ la frase che piรน rappresenta Fiammetta Rossi, ventitreenne di Foligno e studentessa di Giurisprudenza che, lo scorso marzo, ha portato in Umbria due medaglie dโ€™oro dai Mondiali Universitari di tiro a volo in Malesia: una, vinta nella gara Trap donne individuale, lโ€™altra nella gara a squadre.

tiro al volo

Fiammetta Rossi

ยซInsisti, persisti, raggiungi e conquisti รจ una frase che mi diceva sempre mio nonno e nella quale credo molto, cosรฌ tanto da essermela tatuataยป.ย  Fiammetta – che fa parte del Gruppo Sportivo Fiamme Oroย – ha proseguito la dinastia di campioni nel tiro a volo, dopo nonno Nando e papร  Luciano, iniziando per caso questa disciplina: ยซPer nove anni ho praticato equitazione, poi qualcosa รจ cambiatoยป. Sicuramente, la scelta di cambiare รจ stata piรน che azzeccata, visto i risultati raggiunti.

Cosa si prova ad avere al collo due medaglie dโ€™oro?

รˆ stata unโ€™emozione impressionante. Qualcosa di unico. Mi ero preparata molto per questo e ancora lavoro sodo per andare avanti nella mia carriera e per portare avanti qualcosa in cui credo molto. Il bello di questo sport รจ che si va in pensione tardi, si puรฒ praticare anche oltre i 50 anni, quindi di tempo ne ho ancora.

Lei รจ figlia dโ€™arte, suo padre Luciano รจ il presidente della Fitav (Federazione Italiana Tiro a Volo): era un destino giร  scritto?

Non proprio. Per nove anni della mia vita ho praticato equitazione, poi un giorno guardando le Olimpiadi di Londra ho visto una mia amica gareggiare nel tiro a volo e, da lรฌ, ho deciso di provare. Ho iniziato per gioco, mi รจ piaciuto e cosรฌ ho continuato. Dopotutto – fin da piccola – il mio sogno era quello di fare la poliziotta a cavallo: ora faccio parte del Gruppo Sportivo Fiamme Oro della Polizia di Stato.

Le Olimpiadi di Tokyo 2020 sono vicine: spera di andare?

Mi piacerebbe tantissimo. Sono nella rosa azzurra e voglio crederci! Se non saranno le Olimpiadi di Tokyo, saranno quelle del 2024. Il mio sogno รจ provare a partecipare: giร  il solo fatto di essere lรฌ ripaga i sacrifici che si fanno per arrivarci. Tutti gli sportivi sognano unโ€™Olimpiade, รจ importante anche un Mondiale ovviamente, ma lโ€™Olimpiade resta e sarร  sempre lโ€™Olimpiade. Se vinci una medaglia lรฌ, entri nella leggenda. Io sto lavorando ogni giorno per questo, facendo sacrifici e allenandomi con impegno e continuitร . Ho ancora tanto da fare.

Ha appuntamenti importanti nei prossimi mesi?

Il prossimo anno parteciperรฒ alle Olimpiadi Universitarie, potrรฒ cosรฌ assaporare lโ€™ambiente olimpico. Giร  so che mi piacerร  tantissimo (ride).

Piccola curiositร : dove tiene le medaglie?

Le tengo a casa, le devo avere vicine. Ogni tanto le prendo in mano, le coccolo e le accarezzo. Le guardo e rivivo lโ€™emozione che ho provato nel momento della vittoria e penso: ยซSono mie!ยป

Parliamo un poโ€™ di Umbria: qual รจ il suo legame con questa regione?

Amo molto la mia terra. Il verde che cโ€™รจ mi rilassa. Amo i paesaggi e il cibo, mi piace tutto di lei. Girare per il mondo รจ bello, ma tornare a casa lo รจ ancora di piรน. Sono nata a Montefalco e ora vivo a Foligno, ma voglio tornare in mezzo alla natura, agli animali. Li amo molto e adoro stare a contatto con loro.

Ama gli animali. Quindi lei spara, ma solo ai piattelli?

Non ho mai praticato la caccia – forse una volta mi รจ capitato di sparare – ma rispetto chi la pratica. รˆ unโ€™arte antica e non sono integralista a riguardo. Anche perchรฉ, i veri cacciatori rispettano molto la natura.

Il tiro a volo puรฒ dare altre soddisfazioni allโ€™Umbria dopo Diana Bacosi e lei? Ci sono giovani promettenti?

Siamo piccoli, ma cattivi. In Umbria cโ€™รจ un settore giovanile molto interessante e si sta facendo un ottimo lavoro con loro. Sono molto fiduciosa.

Come descriverebbe lโ€™Umbria in tre parole?

Passione, tradizione e benessere. Anche se per descrivere lโ€™Umbria tre parole non bastano.

La prima cosa che le viene in mente pensando a questa regioneโ€ฆ

La casa, le mie radici e lโ€™amore. Sono una ragazza molto tradizionalista.

Venerdรฌ a Palazzo Gallenga viene inaugurata la mostra Stele di Enrico Antonielli; lo scultore, oltre alla produzione della scultura a tutto tondo, si occupa, nellโ€™arco della sua consueta attivitร , anche della produzione pittorica.

Opera di Enrico Antonielli

 

Lo scultore e pittore Enrico Antonielli nasce a Perugia; si laurea in Filosofia allโ€™Universitร  degli Studi La Sapienza di Roma e negli anni Settanta ricopre il ruolo di direttore del CICoM (Centro per lโ€™Informazione e la Comunicazione di Massa della Regione Umbria) e collabora con la rivista romana Filosofia e Societร . In seguito frequenta i corsi di pittura e scultura allโ€™Accademia di Belle Arti di Perugia e si laurea in Storia dellโ€™Arte. Perugia รจ la cittร  dove comincia a esporre come scultore.

La mostra

Con le opere esposte alla mostra, visibile dal 7 al 14 settembre, lโ€™artista espone una produzione che va a scoprire significati inconsci, oggettivando inedite visioni insite nell’opera; egli sembra muoversi negli interstizi spazio-temporali dellโ€™opera, dove lโ€™arte – ยซenigma eccessivoยป, secondo lโ€™aforisma di Malraux – trionfa per la sua irraggiungibilitร , spostandosi come un bersaglio mobile.
Gli studi storici e archeologici ci dicono che la funzione della stele puรฒ essere commemorativa, celebrativa o votiva. La stele รจ un documento di pietra o bronzo che, quando si presenta sotto forma di epigrafe, affida un evento privato o pubblico allโ€™eternitร ; il messaggio quindi, scritto o scolpito che sia, non viene scalfito dal tempo, ma attraverso di esso giunge a noi. Le opere esposte, caratterizzate dalla presenza di lacerazioni e fori sulla superficie, richiamano alla mente laghi fossili e crateri i quali ricordano le plaghe desertiche lunari; fondamentale in queste opere รจ la scelta del materiale da parte dellโ€™artista: lโ€™alluminio.

 

Superfici specchiate

Giuliano Serafini, critico internazionale, massimo specialista di Burri e curatore di mostre ad Atene e a New York, sottolinea il fatto che

lโ€™artista effettua un lavoro di de-semantizzazione dellโ€™archetipo, unโ€™azione di svuotamento di significato, perchรฉ solo cosรฌ lโ€™opera potrร  conquistarsi unโ€™autonomia significante. Lo stesso critico inoltre scrive: ยซLโ€™alluminio specchiante รจ di per sรฉ emanazione luminosa attraverso cui lโ€™immagine rimbalza e ritorna al mittente, รจ estensione cangiante e aleatoria su cui tutto trascorre e scivola. รˆ metafora dellโ€™Hic et Nunc che nega al tempo di lasciare tracce durature, quindi materiale destinato a non poter ricordare a non poter affidare nessuna memoria allโ€™eternitร ยป.

Per lโ€™artista, lโ€™uso della superficie specchiante rappresenta metaforicamente la drammatica linea di confine, il diaframma metafisico tra l’aldiquร  e lโ€™aldilร , la borderline del rischio esistenziale, il limite invalicabile tra mondo fenomenico e mondo noumenico, la soluzione di continuitร  tra due mondi inconciliabili. Il concetto di limite รจ lโ€™interpretazione data della superficie specchiante, la cui sostanza non a caso รจ la superficie, strumento inerte della luce che rimbalza e riflette e, con il suo riflesso fenomenico, ci riporta inesorabilmente alla coscienza della nostra condizione umana, esistenziale e finita.
Lโ€™artista sottolinea che la sua prospettiva estetica si inserisce nel filone dellโ€™arte-veritร , la quale ha una lunga storia, che parte dal famoso Ritratto dei coniugi Arnolfini di Van Eyck, dove il pittore attraverso lo specchio convesso appeso alla parete rivela ciรฒ che sta dietro e oltre la figurazione prospettica anteriore al cavalletto, cioรจ la sua presenza nella stanza, con un prolungamento dello spazio in una realtร  aumentata a 360ยฐ, che dร  conto di tutta la realtร  presente al momento, pittore compreso.

Parlando di recente con una mia cara amica che ha deciso di trascorrere le sue vacanze in Umbria, mi sono trovata a dare consigli su itinerari locali a tema design! Pensando a quali tappe potessero essere piรน curiose e interessanti, non ho potuto far a meno di mescolare il design allโ€™artigianato e allโ€™architettura, sfaccettature di un unico grande ambito fatto di manualitร , progettualitร  e creativitร  che caratterizza fortemente il territorio umbro.

Uno scorcio di piazza Nuova

 

Durante la nostra chiacchierata, la mia amica รจ rimasta piacevolmente sorpresa dalla quantitร  di piccole e grandi realtร  che operano in questi ambiti, ma, a dir la veritร , ciรฒ che ha trovato piรน interessante – specie per sua deformazione professionale! – รจ stata la figura di Aldo Rossi, architetto e designer che ha lavorato a Perugia redigendo, negli anni Ottanta, il progetto per la riqualificazione del quartiere Fontivegge, disegnando un nuovo volto per la ex Piazza del Bacio, oggi Piazza Nuova.
Racconto anche a voi ciรฒ che ho raccontato a lei pochi giorni fa e vi lascio qualche indicazione per una breve escursione attraverso questa opera di architettura, la piรน importante della Perugia del Novecento.

Lโ€™itinerario

Lasciando lโ€™automobile a Pian di Massiano e usufruendo del trasporto in Minimetrรฒ, si puรฒ facilmente raggiungere il quartiere di Fontivegge che, a pochi passi dalla stazione ferroviaria, ospita il complesso di edifici a uso direzionale e residenziale che abbracciano lo spazio della piazza.
Arrivando dalla stazione, si accede a questo spazio superando unโ€™ampia scalinata; appena saliti, la sensazione che si prova รจ quella di essere estremamente piccoli, data lโ€™imponenza delle costruzioni che circondano tale spazio urbano. Lโ€™occhio รจ subito rapito dallโ€™edificio principale, un moderno tempio con orologio, caratterizzato da un massiccio colonnato con scalinata che, come una fortezza, domina lโ€™area; ai lati, due altri edifici dal carattere fortemente razionale. Al centro della piazza troneggia una fontana dalle linee rette e dallโ€™aspetto monolitico, oggi – ahimรจ – senza acqua. Completano la moderna acropoli altri edifici a uso residenziale e commerciale.
Lโ€™architetto accetta lโ€™incarico nel 1983, progettando il tanto atteso centro direzionale. Nel decennio precedente era stato infatti annullato il concorso internazionale bandito dallโ€™amministrazione comunale, poichรฉ il progetto vincitore era sovradimensionato e oneroso per i tempi di crisi che correvano negli anni Settanta.

 

Ex piazza del Bacio e le ciminiere della vecchia Perugina

Le forme dellโ€™architettura

Rossi, che รจ stato il primo italiano a vincere il Premio Pritzker per lโ€™architettura, progetta una lunga piazza pedonale lastricata di mattoni che segue la pendenza naturale del terreno, caratteristica di molte piazze di centri storici umbri, con una fontana al centro. Cercando un dialogo e unโ€™integrazione con il passato, Aldo Rossi – in questo come in molti altri progetti – fa uso di archetipi, forme geometriche elementari ricorrenti nella storia dellโ€™architettura, facilmente riconoscibili e capaci di rendere il progetto sorprendentemente innovativo e tradizionale allo stesso tempo.
A tale proposito cโ€™รจ chi ha voluto vedere in Piazza Nuova la riproposizione in chiave moderna di Piazza IV Novembre con la gradinata di San Lorenzo, Palazzo dei Priori e la Fontana Maggiore.
Le geometrie pure ed essenziali sono ricorrenti anche nei suoi progetti da designer; allโ€™inizio degli anni Ottanta, Rossi si dedica a questo tipo di attivitร  progettando per Alessi delle architetture in miniatura, realizzando poetici paesaggi domestici in piccola scala; il progetto Tea&Coffee Piazza รจ la concretizzazione di tale definizione.

Intrecci di storie, attivitร  e progetti

Una storia ricca di contaminazioni, quindi. Vi lascio con unโ€™ultima nota degna di attenzione: passeggiando verso il parco in quello che altro non รจ che un luogo di transito per molti dipendenti degli uffici della Regione Umbria, si nota una curiosa struttura conica a mattoncini risalente agli anni Venti, che ne spezza il rigore. รˆ la testimonianza del suo originario utilizzo, destinato a una delle piรน importanti attivitร  del perugino; questa torre a mattoncini รจ infatti un reperto di archeologia industriale: si tratta di una delle vecchie ciminiere della fabbrica di confetti e cioccolatini Perugina che occupรฒ questo luogo dal 1915 (anno in cui, oltre alla produzione di confetti, entrano in funzione la linea diย produzione del cacao in polvere e del burro di cacao) fino al 1965, anno del trasferimento al nuovo stabilimento industriale di San Sisto.
Il progetto originario, che comprendeva anche la costruzione di un teatro, non รจ mai stato completato e la Piazza Nuova di Rossi non ha mai ricoperto quel ruolo di moderna acropoli auspicato dai piรน allโ€™epoca del progetto. Conserva perรฒ intatto il fascino di monumento.
ยซHo sempre pensato all’architettura come monumento…solo quando essa si realizza come monumento costituisce un luogoยป. A. Rossi
Anche la Piazza Nuova di Rossi รจ destinata ad avere una nuova riqualificazione; proprio in questi giorni sono iniziati i lavori per lโ€™attuazione di un progetto presentato dallโ€™amministrazione comunale. Chissร  se finalmente questo luogo riuscirร  ad avere il tanto atteso ruolo sociale e urbano pensato da Rossi?