Zona di impatto, durante la Seconda Guerra Mondiale, di ben due aerei, il Monte Tezio conserva oggi dei veri e propri gioielli archeologici, testimoni di un passato in cui gli elementi naturali venivano piegati ai bisogni dellโuomo.
Dopo aver facilmente percorso il sentiero boschivo – prima tra alberi decidui e poi tra maestosi abeti – e aver oltrepassato il Rifugio dellโAssociazione Monti del Tezio, si aggira il versante meridionale del Tezino fino alla Croce di Migiana. Si supera una seconda croce, quella di Fontenova e, godendo della vasta magnificenza dei prati di vetta, si giunge nei pressi di un anfiteatro a pianta circolare, definito da una muratura in pietrame.
ร questa la neviera di cui si trovano, nei documenti cittadini, numerose richieste di appalto per la gestione del ghiaccio, materia che, prima dellโinvenzione del frigorifero, doveva essere estremamente preziosa tra gli esigui rilievi di questa parte di Umbria. Il tetto di questa struttura, creata sfruttando un avvallamento della superficie erbosa, รจ da tempo crollato, ma si intravedono ancora gli archi che lo sorreggevano e che permettevano quindi la protezione della neve qui costipata, la quale, in estate, dopo essere stata tagliata con lโascia, veniva trasportata a dorso di mulo negli ospedali e nelle ricche case del capoluogo perugino.
La nascita del lavoro di Karpรผseeler ha avuto luogo dal ยซmagico incontro tra la ricerca e la manualitร ยป.
ร con queste semplici parole che lโartista descrive le sue creazioni, ponendo su un piano l’idea progettuale che cresce e prende corpo, su un altro invece l’attitudine fabbricativa: la sintesi dei due elementi fa sรฌ che si realizzi un interscambio vivo tra l’artista e l’opera. La mostra di Karpรผseeler – ย Vivavoce: antologia minima di opere scelte 1978-2018 – visibile fino al 14 ottobre – a cura di Aldo Iori, รจ allestita presso gli spazi del Museo Archeologico allโinterno del complesso CAOS –Centro Arti Opificio Siri di Terni.
Pazzipuzzles di Karpuseeler
Chi รจ Karpรผseeler?
Karpรผseeler รจ un artista a tutto tondo; terminati gli studi superiori si diploma con il massimo dei voti al corso di pittura allโAccademia diBelle Arti di Perugia, sotto la guida e insegnamento dei professori Corร e Nuvolo; decide cosรฌ di dedicare la sua vita allโattivitร artistica. Dagli anni Ottanta la sua ricerca si rivolge alla grande tradizione astratta contemporanea elaborando un personale linguaggio. Vincitore di premi internazionali di scultura, le sue opere sono presenti in numerose collezioni. Negli spazi espositivi del Museo Archeologico, in relazione agli innumerevoli reperti conservati, sono visibili importanti opere esposte in occasione del quarantennale della sua attivitร artistica; in questo magico ambiente, lโarte contemporanea crea un ideale ponte con il passato, segnalando lโattualitร dei luoghi culturali in cui ritrovare le proprie radici, per ribadire lโeterna contemporaneitร di tutta lโarte.
Coro, 1998
Il percorso espositivo
Lโartista, interessato da sempre alle logiche cibernetiche – la sua tesi di laurea aveva come oggetto Arte e Cibernetica – mette in evidenza il confine disciplinare della scultura: nelle opere esposte, poichรฉ la forma tende allโassoluto, la creazione instaura con lโosservatore un inedito rapporto spazio-temporale.
La mostra si apre con unโinedita opera:Vivavoce, la quale fornisce il titolo allโintera esposizione e che, da subito, pone lโosservatore appena entrato nel museo in uno spazio pluridimensionale dellโopera: come se la stessa creazione gli chiedesse ascolto o come se gli proponesse un luogo ideale per la riflessione.
Lungo il percorso espositivo lโosservatore puรฒ inoltre ammirare altre opere: Verso infinito (1995), Silenzio bianco (2006), Coro (2007) e Piccola Voce (2016), le quali posseggono invece una forte e assoluta presenza che, come in Brancusi o Spalletti, travalica lโaspetto formale e lโopera ritrova una propria dimensione intellettuale.
AboutUmbria รจ stato invitato da Radio Cusano Campus a svelare i segreti della torta di Pasqua. Un piatto tipico della tradizione umbra che si รจ imposto anche oltre il periodo pasquale, diventato sempre piรน presente nelle tavole regionali e non solo.
Nella trasmissioneย radiofonica Cultura e Cucina. Quando il cibo incontra il sapereย abbiamo illustrato la sua storia e la sua ricetta. Chi si fosse perso la puntata, ecco per voi il podcast!
Titolo: Zeffirino Faina. Lโattivitร politico-amministrativa nel Consiglio Provinciale dellโUmbria (1861-1892)
Autore: Rita Rossetti
Editore: Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia
Anno di pubblicazione: 2017
Caratteristiche: 227 pagine, foto cm 21 x 15, brossura illustrata con bandelle, illustrazioni a colori
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La tesi di laurea di Rita Rossetti, giunta alla seconda laurea accademica, si รจ trasformata in un interessante ed elegante volume di storia patria dal titolo Zeffirino Faina. Lโattivitร politico amministrativa nel Consiglio Provinciale dellโUmbria (1861-1892), pubblicato dalla Fondazione Cassa di Risparmio per i tipi della Fabrizio Fabbri Editore.
Nel testo redatto da Rossetti emerge la passione e la capacitร di saper ricercare nei polverosi archivi le testimonianze lasciate nella storia da personaggi del calibro di Zeffirino Faina che, da possidente locale, รจ assunto al ruolo di politico, prima agli albori della provincia di Perugia fino ai seggi parlamentari del Regno.
Lโinteressante volume, con una presentazione a cura di Giampiero Bianconi e una prefazione di Valerio De Cesaris, si divide in due parti. La prima ripercorre la vita privata e imprenditoriale di Zeffirino Faina, la seconda ne analizza lโattivitร politica. Vi รจ inoltre un ricco apparato fotografico
Zeffirino nasce nel 1826, figlio di Angelo e di Angelica Paolozzi – che appartiene a una nobile famiglia di Chiusi – ed รจ lโultimo di tre fratelli. Dopo aver conseguito la laurea in Filosofia e Matematica nel 1846, continua la tradizione di famiglia investendo, innovando e sviluppando le diverse attivitร imprenditoriali. Numerosi gli interessi economici: i Faina sono costruttori, allevatori, commercianti di bestiame e grano, con un ingente patrimonio immobiliare e terriero. In questo contesto Zeffirino rappresenta la classe dirigente illuminata, tramite le cantine di Collelungo, dove si serve di macchinari di avanguardia, e tramite i premi internazionali che ottiene con la prima filanda di Perugia.
Alla vita imprenditoriale si intreccia quella politica, che lo vede impegnato fin dalla Prima Guerra dโIndipendenza. Questa attivitร proseguirร fino alla morte, nel 1892, nonostante i dissensi interni alla famiglia – il padre lo rimproverava infatti per essersi esposto in lotte politiche che potevano produrre danni alla famiglia.
La prima seduta del Consiglio della Provincia di Perugia lo vede presente come consigliere, diverrร poi presidente fino al 1892, nel 1873 viene eletto deputato e nel 1886 senatore, incarico che manterrร fino alla fine dei suoi giorni.
E con unโanalisi puntuale Rossetti ne ripercorre proprio lโattivitร politica, ricca di numerose innovazioni e di un interesse per criticitร sociali quali la piaga della natalitร infantile. Faina trasformรฒ i brefotrofi in strutture adatte allโaccoglienza, si occupรฒ del sostegno allโistruzione delle donne e, da abile imprenditore, dellโinteresse per le strade e la mobilitร , come del prosciugamento del Trasimeno.
Ieri sera si รจ tenuta presso la sala SantโAnna a Perugia, la tavola rotonda Il Contado di Perugia e le esperienze di Turismo Sostenibile nellโambito del Festival del Tursimo sostenibile.
All’evento hanno partecipato Antonella Tiranti โ Dirigente del Servizio Turismo, Commercio, Sport e Film Commission della Regione Umbria, Edi Cicchi โ Assessore ai Servizi sociali del Comune di Perugia, Paola de Salvo โ Universitร degli Studi di Perugia, Luca Panichi โ Referente Progetto ADAM, Accessibilitร fruibile, Ugo Mancusi โ Direttore Marketing AboutUmbria. Ha coordinato i lavori Maria Teresa Severini โ Assessore alla Cultura, Turismo e Universitร del Comune di Perugia.
ร stata proprio lโassessore Severini a introdurre il tema dellโincontro, sottolineando, alla vigilia della Giornata mondiale del Turismo, lโambivalenza che puรฒ rappresentare questa importante risorsa che se da un lato รจ senza dubbio un contributo fondamentale per lo sviluppo socio-economico di un territorio, dallโaltro – se non gestito con oculatezza e lungimiranza – puรฒ comportare nel lungo periodo una perdita progressiva dellโidentitร locale e contribuire al degrado ambientale.
Partendo da questo presupposto, รจ evidente come il concetto di sostenibilitร sia di importanza fondamentale da tenere in massimo conto nei programmi di sviluppo delle Istituzioni ed รจ proprio Antonella Tiranti a sottolineare come la sostenibilitร sia il cuore dello sviluppo turistico della nostra regione e come le politiche regionali si stiano muovendo proprio in questa direzione.
La Regione Umbria sta mettendo a punto prodotti orientati ai Cammini tematizzati e al Bike turismo inteso come cicloturismo e mountain bike, prodotti che promuovono una tipologia di turismo strettamente integrato con lโambiente in cui sostenibilitร รจ la parola chiave. I Cammini proposti dalla regione Umbria sono stati accettati integralmente e inseriti nel Primo Atlante dei Cammini, nato nellโambito del Piano Strategico del Turismo elaborato per la prima volta in Italia nel 2016 dal Comitato Permanente di Promozione del Turismo, con il coordinamento della Direzione Generale Turismo del MiBACT. La prossima sfida, sottolinea la Tiranti, รจ rendere questi percorsi accessibili, altro punto focale del concetto di sostenibilitร .
La parola passa a Luca Panichi, referente del progetto Le strade di Adam (acronimo di Associations Disability Accessibility), nato come luogo di interscambio sui temi legati al mondo della disabilitร , inclusione e accessibilitร . Panichi ha sottolineato come lโaccessibilitร , contrariamente a quanto si รจ soliti pensare, non รจ solo geometrica, ma anche culturale, e occorre vederla e approcciarla con sensibilitร e attenzione differenti. Ha portato lโesempio dellโesperimento effettuato presso gli scavi di Ostia, dove sono state individuate soluzioni geniali nella loro semplicitร , attraverso le quali disabili e normodotati hanno potuto condividere unโesperienza di visita in luoghi normalmente non accessibili.
Lโassessore Cicchi ha sottolineato come i disabili, ma anche gli over 65 e soprattutto le famiglie, possono rappresentare unโopportunitร anche economica se il territorio con la sua offerta turistica, รจ in grado di offrire soluzioni differenziate, targettizzate, che tengano conto delle diverse esigenze.
Paola de Salvo ha messo invece in evidenza la differenza fra sostenibilitร , che deve essere un aspetto a carico delle Istituzioni, e responsabilitร , che รจ a carico del cittadino e del turista. Turista che oggi รจ un soggetto consapevole, sceglie luoghi e servizi di qualitร , vuole abitare seppur temporaneamente il territorio che visita. E spesso รจ la societร civile che si organizza per offrire al turista questo tipo di esperienza, attraverso aggregazioni orientate alla governance partecipata.
Perfettamente si รจ agganciato lโultimo intervento a cura di Ugo Mancusi, che ha sottolineato come AboutUmbria sia proprio un esperimento associativo nato per promuovere il territorio, puntando sulla divulgazione della conoscenza del territorio stesso. Lโesperienza punta sullโesaltazione dellโeccellenza attraverso un sistema di comunicazione integrato: rivista online, rivista cartacea di alto livello, free press con diffusione su larga scala che ha come protagonista il borgo – massima espressione dellโimmagine Umbria – gli store e punti divulgativi disseminati sul territorio.
Conclude il professor Ciani, organizzatore dellโevento, che sottolinea come questa prima edizione sia un primo importante tassello da consolidare e ripetere, perchรฉ Perugia diventi un punto di riferimento importante nellโambito del turismo sostenibile, non solo dal punto di vista teorico ma come modello concreto.
ยซDa cuore verde dโItalia a Umbria, nel cuore di tuttiยป.
Perugina DOC, Serena Scorzoni รจ uno dei volti noti diRai News 24. Entra nelle nostre case per raccontarci la realtร e da giornalista attenta qual รจ non poteva non scattare una foto anche della sua Umbria. Una terra alla quale รจ molto legata, a cui non risparmia perรฒ anche una tirata di orecchie. ยซLa politica non ha avuto il coraggio di affrontare i nodi che isolano non solo geograficamente la nostra regione. Tutti si sono seduti su una visione di comodo, fino a che non hanno sbattuto la faccia contro la dura realtร . Spero si siano svegliatiยป.
Serena Scorzoni
Serena, come prima cosa: qual รจ il suo legame con questa regione?
A Perugia vivono i miei genitori e la mia famiglia. Ho quindi un legame indissolubile. Lรฌ sono le mie radici, ma ho deciso di mettermi in gioco lontano dalle sicurezze della mia terra.
Grazie al suo lavoro lei racconta la realtร : come vede l’Umbria? Quali sono i suoi pregi e i suoi difetti?
LโUmbria รจ una terra meravigliosa, ma come tutte le cose piene di luce, ci sono anche delle ombre. Mi piacerebbe che fosse piรน aperta e accogliente, meno ruvida e chiusa. Ma รจ comunque per me il luogo dellโanima.
Come la racconterebbe, al di lร di cuore verde dโItalia?
Arte, spiritualitร , cibo&vino, ma anche la tenacia e il coraggio delle donne e degli uomini umbri che si mettono in gioco. Penso alle tante aziende, ai nostri corregionali che si sono fatti conoscere nel mondo per la cultura, per la scienza e per lโimprenditoria. Da cuore verde dโItalia a Umbria, nel cuore di tutti.
Diversi eventi – penso al terremoto e al caso Meredith – hanno dato una visione di Perugia e dellโUmbria non del tutto veritiera, o forse sรฌ: lei cosa ne pensa?
Ho seguito da vicino la drammatica vicenda Meredith e tutto il circo mediatico che per anni ha raccontato una parte della storia. Certo, la cronaca nera ha dato un alone molto negativo alla nostra cittร e alla nostra regione. Perรฒ ha stracciato un velo di ipocrisia su unโimmagine oleografica dellโUmbria da cartolina. Non era vero il paradiso in terra allora, non รจ un inferno di diavoli oggi. Da allora la politica non ha avuto il coraggio di affrontare i nodi che isolano non solo geograficamente la nostra regione. Voglio dire che tutti si sono seduti su una visione di comodo, fino a che non hanno sbattuto la faccia contro la dura realtร . Spero si siano svegliati.
Lei ha fatto la Scuola di Giornalismo Rai a Perugia: cosa consiglierebbe a un giovane che vuole iniziare a fare questo mestiere?
Il consiglio che posso dare a chi vuole intraprendere questo mestiere รจ duplice: indossare scarpe comode per raccontare la realtร della strada e studiare libri da cui non smettere mai di imparare cosa significa il giornalismo.
Ha lavorato per molto tempo per il Tgr Umbria: ha un aneddoto divertente – che ci vuol raccontare – che le รจ capitato durante un servizio?ย
In una delle dirette da Gubbio per la Festa dei Ceri del 15 maggio sono stata letteralmente lanciata in aria durante il collegamento. Se ci penso, rido ancora oggi.
Come descriverebbe lโUmbria in tre parole?
Sole, cuore, amoreโฆ No scherzo: qualitร della vita.
La prima cosa che le viene in mente pensando a questa regioneโฆ
Alimento genuino e nutriente, il pane era considerato un tempo la merenda perfetta, soprattutto per i bambini. La domanda ricorrente di nonne e mamme, durante quei pomeriggi di settantโanni fa, era chiara e diretta: ยซChe vuoi col pane?ยป
Gli abbinamenti potevano essere diversi: dโestate, rossi e succosi pomodori vi venivano strusciati sopra, arrossando e ammorbidendo la lattiginosa fetta; dโinverno, il sapore piccante dellโolio dโoliva ne imbeveva la porosa trama. Non mancavano variazioni piรน esotiche, come burro e acciuga, oppure miele e noci, senza contare lโintramontabile pane e salame.
Dal momento che il pane si faceva con cadenza settimanale, era facile che si utilizzasse quello raffermo, e il risultato era forse ancor piรน gustoso: รจ il caso di pane, zucchero e vino, uno spuntino che i bambini, attirati dal colore rosso e dalla consistenza vellutata dello zucchero semolato, aspettavano con trepidazione. Cosรฌ, mentre i piรน agiati consumavano mandarini, banane o arance, i figli del popolo si beavano di fette di pane – nel centro Italia rigorosamente sciapo – inzuppate nel vino novello e poi ricoperte di zucchero.
Il vino fa buon sangue
Siamo in un periodo in cui era convinzione comune che il vino ยซfacesse buon sangueยป, sebbene, fin dalla Grande Guerra, fossero state portate avanti numerose campagne contro lโalcolismo. Vero era che le vecchie abitudini erano dure a morire: nel 1866 nientemeno che Louis Pasteur aveva pubblicato gli Studi sul Vino, in cui proponeva di riscaldarlo a 57ยฐ per eliminare i microbi e le impuritร . Questa soluzione gli aveva fatto vincere il grand prix allโEsposizione Universale del 1867 e aveva ufficialmente sancito lโinvenzione del processo che, ancora oggi, porta il suo nome: la pastorizzazione. Il vino era divenuto cosรฌ ยซla piรน sana e igienica delle bevandeยป, tanto da essere offerta persino nelle scuole.
Foto by Claudia Ioan
Tutte le farmacie dโEuropa erano poi fornite di vini medicinali, chiamati enoliti, insieme a un prodigioso Vin Mariani, capace di ยซnutrire, tonificare e rinfrescareยป, assurto a medicamento universale grazie ai suoi miracolosi effetti. Renata Covi, nel suo Tacuinum deโ Spetierie, ci racconta la storia del suo inventore, il corso Angelo Mariani che, incuriositosi dellโeffetto che le foglie di un arbusto, lโErythroxylum Coca, avevano sulla popolazione peruviana, abituata a vivere a quote altissime e a lavorare con grande sforzo nelle miniere dโargento, decise di farne un infuso. Il sapore era terribile, perciรฒ decise di aggiungerlo a uno dei piรน rinomati vini di Francia, il Bordeaux. Gli effetti erano pressochรฉ miracolosi: cominciarono a farne uso gli attori, per poter calcare le scene nonostante i malanni di stagione, seguiti da re e papi, che lo resero un vero e proprio must.
Quando, infine, si scoprรฌ che la coca era un alcaloide capace di agire sulla psiche e sul fisico, il Vin Mariani cadde nellโoblio; eppure, nelle campagne a vocazione vinicola, dove era difficile capacitarsi che una bevanda tanto prodigiosa potesse far male, il semplice vino rosso continuรฒ, fino al 1960, a essere considerato un ottimo ricostituente.
Alcolico sรฌ, ma non troppo
Le generazioni successive, ormai figlie di studi conclamati e di una consapevolezza diffusa, si sono dovute accontentare di una merenda a base di pane e zucchero, ammorbidito con acqua. I piรน fortunati potevano ingenuamente gustarsi pane, ricotta e zucchero, spesso conditi conโฆ l’alchermes. Alcolico sรฌ, ma non troppo. Oggi, gli adulti piรน curiosi potranno rivivere i sapori dellโinfanzia inzuppando il pane nei sublimi vini di Montefalco, Torgiano, Corciano, e di tutti quei borghi umbri caratterizzati da una produzione vitivinicola dโeccellenza.
Due personalitร artistiche diverse, ma accomunate dalla scelta di una materia prima come mezzo per dare forma alla propria visione estetica
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Leoncillo e Fontana incontro a Milano nel 1960
Ricorre quest’anno il cinquantesimo anniversario della morte di Lucio Fontana e di Leoncillo Leonardi, scultori italiani, avvenuta nel settembre 1968 a soli quattro giorni di distanza l’uno dall’altro.
Il Museoe Ceramiche Rometti ospiterร , con il patrocinio del Comune di Umbertide, la mostra Barocco e Barocchetto: Materia e colore nelle sculture di Lucio Fontana e Leoncillo Leonardi che sarร inaugurata sabato alle 18.00.
Si tratta di una selezione di sculture policrome in ceramica, curata dallo storico dell’arte Lorenzo Fiorucci, che intende sottolineare il ruolo cruciale che ebbero i due artisti nell’affermazione della scultura colorata sia a livello nazionale che europeo, a partire dalla seconda metร degli anni Trenta.
Un risultato reso possibile grazie alle capacitร tecniche che furono acquisite in due localitร della provincia italiana: per Fontana Albisola, mentre per Leonardi Umbertide, entrambe cittadine attive nella produzione della ceramica.
Una stagione ricca di fermenti
I due scultori vennero a mancare proprio nell’anno che rappresenta il culmine di una stagione ricca di fermenti e innovazioni anche nel campo delle arti visive. Stagione che segna anche la fine di un periodo artistico durante il quale l’Italia fu, per l’ultima volta, realmente protagonista. Fontana e Leonardi operarono pienamente all’interno di questo periodo, essendo attivi dagli anni Trenta agli anni Cinquanta: due personalitร estremamente diverse, con visioni della vita opposte: chiuso e pessimista il primo, aperto e fiducioso il secondo, ma con un percorso cronologico e ideali estetici comuni.
Lucio Fontana, Donna sdraiata
Un sottile fil rouge
La scelta di un mezzo espressivo come quello della ceramica, al di lร delle differenze di linguaggio e delle rispettive identitร , ha consentito a Fontana di arrivare a una definizione critica di Barocco, secondo Leonardo Sinisgalli, cosรฌ come Leonardi รจ giunto a elaborare una definizione di Barocchetto secondo l’intuizione di Roberto Longhi.
Negli stessi anni, i due artisti operarono nelle due cittร piรน prolifiche dal punto di vista artistico: Fontana si mosse a Milano, dove trovรฒ gli stimoli per dare forma a una materia che accoglie un gesto rapido, ma raffinatissimo, allo stesso tempo.
Leonardi, grazie a Roma e ai suoi circoli artistici, trovรฒ il proprio stile modellando la materia attraverso eleganti smalti e colori lucenti.
Tutto ciรฒ fu reso possibile grazie anche alle capacitร tecniche acquisite nelle due cittadine: ad Albisola attraverso le aziende San Giorgio e Mazzotti per Fontana, mentre a Umbertide fu proprio l’azienda Rometti a fornire a Leonardi gli spunti e le nozioni che stava cercando.
Scultura di Leoncillo
LOCATION: Museo Rometti โ Umbertide
INAUGURAZIONE: 22 SETTEMBRE 2018 ore 18
DURATA DELLA MOSTRA: DAL 22 SETTEMBRE AL 20 OTTOBRE 2018
ยซChi ha provato a descrivere Bastia e i bastioli non รจ quasi mai riuscito a sfuggire ai luoghi comuni delle tipizzazioni e degli stereotipi [โฆ] Perchรฉ poi cercare unโidentitร collettiva, improbabili radici e coltivare un sensodโappartenenza per chi in buona sostanza non sembra soffrire poi molto della mancanza? Forse che la loro identitร collettiva non รจ piรน legata a quello che fanno, piuttosto che a quello che hanno fatto?ยป [Bottacchiari 1987, 69-70].
La sfilata, foto by Palio de San Michele
In questo saggio di qualche anno fa cโรจ forse il senso, oltre che della cittร di Bastia, della sua festa Il palio de San Michele, lโevento annuale che ricrea ogni volta e cementifica unโintera comunitร , un senso di appartenenza a qualcosa che si ricostituisce e rigenera partendo dal fare, dal costruire insieme per raggiungere un obiettivo comune e condiviso.
Lo aveva ben capito don Luigi Toppetti quando nel 1962, in occasione dellโinaugurazione della nuova chiesa dedicata a San Michele Arcangelo, Patrono della cittร , decise di istituire una festa che fosse in grado di aggregare una collettivitร variegata, in forte crescita economica e, di conseguenza, demografica. Il Priore, cosรฌ i bastioli chiamavano il loro parroco, intuรฌ che quella cittadina in continua espansione, che stava accogliendo un numero consistente di persone provenienti dai paesi limitrofi, aveva bisogno di un collante, di un pretesto intorno cui ritrovarsi e scoprirsi comunitร .
Nacque coรฌ il Palio de San Michele, una realtร straordinaria nel senso letterale del termine: quanto di piรน lontano dallโordinario possa essere una festa di paese.
Nel saggio di Fiorella GiacaloneIl Palio di San Michele di Bastia (Umbria), Un nuovo modello festivo, viene specificato cosa il Palio non รจ: ยซNon รจ la festa religiosa nei termini del cattolicesimo popolare, non รจ una festa in costumi medioevali, non รจ una festa turistica, nรฉ arcaizzante [โฆ], non รจ interessata alle dinamiche della patrimonializzazioneยป.
Ma quindi, che cosโรจ questo Palio?
ร un insieme di agonismo e teatro, enogastronomia e musica, dove la piazza รจ la protagonista e la facciata della chiesa la scenografia naturale difronte a cui tutto transita e tutto si dipana. Tutti sono attori, ballerini, camerieri e protagonisti di un evento che compatta persone di diversa cultura, estrazione, provenienza. Anche i ragazzi stranieri, i bastioli acquisiti, in quei giorni gareggiano con orgoglio per il rione che sentono proprio come se lรฌ fossero davvero nati, come se quella fosse – e in realtร di fatto lo รจ – casa loro.
La festa
Si tratta di una sfida fra i quattro rioni:
Portella: deve il suo nome alla piccola porta Nord di Bastia (la piรน piccola delle quattro, ampliata nei primi anni Venti). I suoi simboli sono la porta, il ponte sul fiume Tescio e la ferrovia. Il colore del rione รจ il blu.
Moncioveta: prese il suo nome dallโomonima sorgente naturale posta nei pressi della porta Bettonese, la porta Sud di Bastia. Il rione Moncioveta รจ caratterizzato dal colore rosso e ha come stemma una fortificazione medievale e un rivo dโacqua che simboleggia la sorgente.
San Rocco: il rione dal colore verde come il corpetto del Santo che al suo passaggio fece cessare lโepidemia di peste. In suo onore nel โ600 venne eretta la piccola chiesa a lui intitolata, fuori porta Romana, la porta Est di Bastia, demolita nel 1924. La facciata stilizzata della chiesa รจ il simbolo del rione.
SantโAngelo: il suo colore รจ il giallo, il colore che simboleggia lโArcangelo Michele. Prese il suo nome dalla piccola chiesa di SantโAngelo (oggi Auditorium), situata in piazza Umberto I dove si affaccia la porta Ovest di Bastia. I suoi simboli sono la porta e il fiume Chiascio.
Lโiniziale natura religiosa del Palio, viene perpetrata sia nella solenne benedizione che apre ogni edizione della festa, momento particolarmente intenso dove il parroco benedice i mantelli e gli stendardi affidando le sorti della contesa al Santo Patrono, sia nella processione conclusiva che si svolge il 29 settembre, giorno che chiude la manifestazione, dove la statua di San Michele Arcangelo viene accompagnata per le vie della cittร dal rione vincitore del Palio.
Sfilata Rione Sant’Angelo, foto Palio de San Michele
Le sfilate
Vere e proprie rappresentazioni teatrali, le sfilate si svolgono nella piazza della cittร . Il teatro รจ la piazza, il sagrato della chiesa il suggestivo sfondo, ogni volta addobbato in modo diverso, con luci colorate, chiaroscuri, proiezioni scenografiche che lo rendono parte integrante dello spettacolo. I carri che sfilano sono le macchine sceniche di rappresentazioni ogni volta diverse, dove attori e ballerini sono per lo piรน non professionisti, un vero e proprio teatro popolare di piazza. A valutare le sfilate sono chiamate personalitร competenti e di prestigio, di caratura nazionale.
I Giochi in Piazza
Possono partecipare esclusivamente i residenti del rione, che abbiano compiuto i sedici anni di etร .
Le quattro gare in cui i rioni si cimentano sono: Corsa con i sacchi, Tiro alla fune, Albero della Cuccagna e un gioco di moderna invenzione.
La Lizza
Corsa a staffetta disputata nel circuito della piazza principale, รจ la gara conclusiva โ e spesso decisiva โ della competizione. ยซL’atmosfera, carica di ansia e di elettricitร , si comprime in un silenzio irreale al momento della partenza, per poi esplodere in un enorme boato sino al traguardoยป.
La Lizza e l’assegnazione del Palio
Le taverne
Ogni rione allestisce una taverna dove รจ possibile gustare piatti tipici della cucina umbra, preparati naturalmente dai rionali. La taverna diventa anche luogo di incontro dove si susseguono intrattenitori di vario genere.
Al di lร della gara, che pure รจ un elemento fondamentale della festa, per dirla con lโassessore alla cultura del comune di Bastia, PaolaLungarotti, nel Palio: ยซIl tutto รจ piรน della somma delle singole partiยป, da oltre mezzo secolo a settembre le diverse anime della cittร diventano una cosa sola, diventano, dicevamo, comunitร .
La verde Umbria non conosce il mare, ma circa 30 milioni di anni fa il mare la sommergeva. Oggi le colline dellโAppennino circondano la regione da ogni lato e, come tutti gli ex-territori marini, nascondono tra le rocce le impronte dei suoi antichissimi abitanti.
I fossili Martani
Lโaltopiano di San Terenziano e i Monti Martani, appartengono allo stesso territorio e hanno conservato tracce importanti di fossili, in particolare Ammoniti e tra queste non si puรฒ non citare la specie Martanites. Sono i ninnoli che Mary Annings raccoglieva lungo le scogliere della Manica a Lyme Regis. Quella donna, geniale e poco erudita, ha cercato, studiato e classificato ogni genere di fossile e per vivere lรฌ vendeva ai turisti. Allora si potevano vendere legalmente. Eravamo nel 1830.ย Oggi i fossili si guardano con interesse o con curiositร e si lasciano rigorosamente sul posto.
Ammoniti e simili sono ottimi fossili guida di un lasso di tempo enorme che va dal Paleozoico al Mesozoico. Sono uno strumento importante per la datazione dei rilevamenti biostratigrafici e per la datazione delle rocce sedimentarie che si sono depositate tra i 400 e i 30 milioni di anni fa.ย Piccole o grandi che siano, le ammoniti sono delle vere opere dโarte, dove lโartista, cioรจ la natura, non ha lasciato niente al caso. Ogni segno ha un significato preciso e rappresenta una precisa funzione.
Ammonite
Molluschi marini
Lโammonite era un mollusco marino, della famiglia dei cefalopodi, che si muoveva attaccato al suo guscio, come le lumache. Il mollusco abitava solo la parte anteriore del guscio, il resto serviva per muoversi ed รจ solitamente ciรฒ che noi vediamo come calco interno fossilizzato. Il guscio era diviso a setti di cui sono rimasti visibili i segni che si susseguono. I setti si riempivano di gas o di acqua per permettere al mollusco di salire in superficie o di sprofondare fino in fondo al mare. Il gas o lโacqua erano pompate nei setti da un sifone che correva attorno al guscio. Il solco dove passava il sifone addetto alla regolazione dei settori รจ talvolta ben visibile. Sulla superficie รจ possibile riscontrare dei piccoli grafiti a forma di foglioline. Invece, sono le tracce delle linee si sutura che erano il punto di aggancio dei setti.
Alla scoperta della Zona Rossa
Frammenti di queste meraviglie si posso vedere sopra San Terenziano dove inizia la passeggiata verso il Trocco del Lupo che si snoda attraverso i boschi di monte Pelato, ricco di fiori e di varietร arboree e zona conosciuta dagli amanti del trekking. Il Trocco del Lupo, che non รจ altro che una grande pietra concava che raccoglie lโacqua piovana, secondo una leggenda locale serviva a dissetare i lupi.
Per trovare la Zona Rossa รจ indispensabile affidarsi ad un geologo o a un gruppo trekking che volentieri accompagnano i curiosi.
Io mi sono affidata al dottor Edelberto Santini che รจ il geologo che mi ha accompagnato fino al sito indicato dove mi ha mostrato le tracce ammonitiche che abbiamo fotografato.
I vicini Monti Martani offrono a loro volta un trekking ricco di curiositร , dove si possono vedere doline, un lago e tante varietร botaniche. Ma, per restare in ambito geologico, sul monte si trova unโaltra Zona Rossa di importanza internazionale, dove il prof. Venturi nel 1977, ha individuato e classificato la Martanites, una particolare varietร di ammoniti rosse. Per fare una passeggiata guidata, alla scoperta di monte Pelato ci si puรฒ rivolgere allโ Assessore alla promozione del territorio del Comune di Gualdo Cattaneo.
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