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Il concerto di Cristina D’Avena, lo spettacolo dei 7 Cervelli, il Dance Show, la serata Red Zone Hits ed una giornata di sport a cielo aperto, il tutto contornato dal Luna Park, dal Mercato delle Eccellenze e da tante altre iniziative.

รˆ quanto in programma a Torgiano da giovedรฌ 14 a domenica 17 settembre in via Perugia. Quattro giornate di grandi eventi, dedicati alla beneficenza, organizzati da Giano Eventi, con il patrocinio del Comune di Torgiano, in favore del Centro Speranza di Fratta Todina. Unโ€™iniziativa fortemente voluta da Gianluca Calderozzi, Rodolfo Laura, Luca Panichi ed Alessandro Rapuan, che coinvolgerร  anche alcune associazioni di volontariato come Avis, Aism, Piede diabetico e Libertas Margot, presenti per sensibilizzare la cittadinanza sui temi della salute e della solidarietร .

 

Comitato organizzatore

 

La manifestazione si aprirร  giovedรฌ 14 settembre (dalle ore 16 alle 22) in fondo a via Perugia con lโ€™inaugurazione del Luna Park e lo spettacolo delle Luminarie (ore 20). Serata di grandi ospiti quella di venerdรฌ 15, dalle ore 21, in programma dal palco situato allโ€™interno dello stadio comunale โ€œFausto Bracaโ€. Federica Bardani presenterร  lo spettacolo dei 7 Cervelli, il Dance Show e a concludere, dalle 22,30 circa, il concerto di Cristina Dโ€™Avena, che farร  sognare grandi e piccoli con le sue canzoni senza tempo. Sabato 16 sarร  la volta della Red Zone Hits con, dalle 20, la cena di beneficenza nellโ€™area dello Sporting Club di Torgiano al ritmo di Faust T (con prenotazione al 3299651864) e a seguire musica con i celebri dj del Red Zone (Andrea Romani, Marco Cucchia, Moko/Lory b2b). lngresso gratuito con consumazione obbligatoria. Domenica 17, sempre nella zona dello Sporting, spazio ad una giornata di sport a cielo aperto con, in contemporanea, i raduni/mostre del Vespa Club Perugia e del Together For a Dream. Dalle 15,30 triangolare di calcio di beneficenza allo stadio comunale โ€œFausto Bracaโ€ con ospiti Riccardo Gaucci e Luca Zavatti, co-fondatore della Fair Play Latina. Durante le tre giornate sono previste sessioni di sport con gli allenatori di Area4, il Luna Park, il Mercato delle Eccellenze e lโ€™area food.

โ€œEโ€™ una manifestazione a cui teniamo molto โ€“ spiegano i quattro organizzatori โ€“ e vogliamo ringraziare tutti coloro che hanno deciso di darci una mano e credere nel nostro progetto. Questo evento รจ stato reso possibile grazie alla preziosa collaborazione di Mario Mincigrucci, presidente dell’Asd Torgiano calcio, di Stefano Minestrini, titolare dello Sporting Club di Torgiano, del sindaco Eridano Liberti, del vicesindaco Attilio Persia, dell’assessore Elena Falaschi e del comandante dei vigili urbani di Torgiano Carlo Santi. Ma dobbiamo ringraziare anche David Dancelli per il luna park, Giammario Pisello per lo street food con la collaborazione di Luca Cristofani e Sonia Fioriti del Bar Lady, Ilenia Votini dello Spazio Vintage di Ilenia, Novena Chiara de la Brocante, Barbara Carli di Area4, Maichol Zappacenere per le grafiche, Pablo Stramaccioni del Dream’s Sound Serviceโ€.

โ€œVogliamo citare e ringraziare โ€“ proseguono Gianluca Calderozzi, Rodolfo Laura, Luca Panichi ed Alessandro Rapuan โ€“ anche tutte le associazioni sportive coinvolte, che sono tutte del territorio, come ย lโ€™Asd Turris, Tentazione Danza, Asd Torgiano calcio, Sporting Club di Stefano Minestrini &C,ย  scuola diย  karate Energema di Marco Grandolini ed infine Mario Benedetti del Krav Maga. Un grazie speciale anche ai vigili urbani del Comune di Torgiano, alla Protezione civile di Torgiano e alla Croce Rossa Deruta-Torgiano, capitanata da Nazareno Platani, e al dottor Alessandro Baglioni. Una menzione speciale anche a Federica Bardani, che presenterร  la serata di venerdรฌ, e agli ospiti Riccardo Gaucci e Luca Zavatti, coofondatore della Fair Play Latinaโ€.

 

Sulle colline che dominano la valle del fiume Tevere sorge Torgiano, fondato in epoca romana.

Piazza Baglioni

 

Chiamato Torsciano nei seicenteschi atti del Comune, Torgiano forse deve il suo nome alla Torre di Giano (XIII secolo) anche se รจ piรน probabile che derivi da Trausan, espressione longobarda che allude allโ€™impaludamento alla base del colle dove รจ posto. Anticamente assegnato ai Bizantini, il Castrum Trosciani viene rifondato nel 1274 su ordine di un Comune di Perugia in espansione demografica, poi rafforzato da un baluardo del Castrum Grifonis – lโ€™attuale Brufa. Nel tempo Torgiano diviene un borgo fortificato al quale verrร  aggiunto un Ponte Nuovo alla confluenza tra Tevere e Chiascio, costruito da Fra Bevignate; verrร  riconosciuto Comune nel 1426. Purtroppo viene saccheggiato dallโ€™esercito del Duca Valentino, sfuggendo invece alla devastante Guerra del Sale. Nel XIX secolo vengono costituiti due possedimenti, uno dei conti Meniconi Bracceschi, lโ€™altro del marchese Pietro Ugo Spinola, mentre in Umbria si assiste a un generale sfaldamento delle proprietร  terriera. Nel borgo medievale sono molti i tesori da scoprire: partendo da Piazza Matteotti si accede al Corso Vittorio Emanuele II che attraversa il centro costeggiando lโ€™Oratorio della Misericordia, la Chiesa di San Bartolomeo – custode del Cristo deposto dalla croce (1588) di Felice Pellegrini – il Palazzo Manganelli, proprietร  dei Baglioni, il Palazzetto delle Manifatture Stocchi e lโ€™antica residenza della famiglia Falcinelli. Passando su via di Mezzo si incontrano il Palazzo comunale, su Piazza Baglioni, opposto al barocco Palazzo Graziani Baglioni, sede del Museo del Vino, che nel piano nobile ospita la ricca biblioteca e la seicentesca galleria affrescata; allโ€™esterno cโ€™รจ la sede della Pro loco, una volta scuderia del palazzo. Incantevole รจ la Madonna con Bambino, affresco di Domenico Alfani – pittore perugino del Cinquecento allievo di Raffaello – sulla parete dellโ€™Oratorio di Santโ€™Antonio.

 

Museo del vino

 

Via Garibaldi scopre la residenza di Palazzo Graziani, e la Chiesa di Santa Maria nel Castello del 1600 contigua allโ€™Ospedale medievale, lโ€™edificio sede del Museo dellโ€™Olio – riservato un tempo alla molitura delle olive – e poi Piazza della Repubblica con il Palazzo Malizia che ospita il MACCMuseo Arte Ceramica Contemporanea – con la mostra permanente delle Vaselle dโ€™Autore. Seguendo invece il percorso delle mura di fortificazione, da Piazza Matteotti si svolta in Viale della Rimembranza per giungere alla medievale Torre Baglioni – simbolo del borgo – testimonianza dellโ€™antica cinta muraria fortificata, e alla Chiesa di Santa Maria dellโ€™Olivello; lungo via Pasquale Tiradossi ci si ritrova in un ampio spazio con pergolato aperto sulla Valle del Tevere dal quale si scorge lโ€™antico palazzo abitato dai Signorelli. Lungo via Giordano Bruno si vedono altre porzioni di cinta medievale, con la Torre Jaccera; infine รจ consigliabile tornare in Piazza Matteotti per ammirare forme dโ€™arte contemporanea come quelle del ceramista Nino CarusoLa Fonte di Giano – e del pittore Mario Madiai.
Gustando i Borghi, Cantine Aperte, Calici di Stelle e i Vinarelli sono solo alcuni degli eventi piรน seguiti del borgo, volti alla degustazione delle eccellenti produzioni tipiche: il vino Torgiano Rosso Riserva, unica DOCG dellโ€™Umbria insieme al Sagrantino di Montefalco, e la DOC Torgiano, il ricercato olio dโ€™oliva e i prodotti della tradizione culinaria quali torta al testo, schiacciata, torta di Pasqua e mostaccioli, biscotti con mosto e uvetta a forma di piccole ciambelle.

Calici di Stelle

Torna a Torgiano, il 10 agosto Calici di stelle, lโ€™atteso appuntamento estivo nelle cantine socie del Movimento Turismo del Vino della regione, ma anche nelle piazze delle Cittร  del Vino, con degustazioni sotto le stelle e tante altre iniziative.
Il borgo umbro sarร  come sempre protagonista inneggiando a Bacco, in una delle notti piรน suggestive dellโ€™anno, offrendo ai visitatori la possibilitร  di godersi la pioggia di lacrime di San Lorenzo in compagnia del vino di qualitร . Nel centro storico, dalle 20.30 alle 24, si brinderร  con i migliori vini Doc e Docg delle cantine della Strada dei Vini del Cantico (sono 31 quelle aderenti) degustando i piatti tipici del territorio proposti dai Ristoranti e dalle Proloco presenti lungo l’itinerario.
Le stelle cadenti rinsalderanno cosรฌ lo straordinario connubio fra vino e arte offrendo, accanto alle degustazioni guidate da abili sommelier, una ricca proposta di eventi. Tra le novitร , uno stand per i celiaci (gluten free) e una postazione per la frutta fresca, entrambi non compresi nei ticket. Saranno invece 3 i ristoranti con un menรน dedicato (solo su prenotazione).

 

 

Lโ€™apertura degli stand enogastronomici รจ prevista alle ore 20.30, cosรฌ come lโ€™avvio di Calici di Stelle in concerto, con concerti nelle vie e piazze principali di Torgiano. Alle 22.30 apertura del pub Barcollo con musica e degustazioni. Alle ore 23 il tradizionale taglio del dolce di Calici di Stelle e a seguire lo spettacolo pirotecnico.
In occasione dellโ€™evento, il MUVIT Museo del Vino di Torgiano propone una visita guidata alla scoperta della storia del calice, nellโ€™ambito della mostra Dalla kylix al calice – Forme e modi del bere dal mondo antico ai giorni nostri. (Per info e prenotazioni della visita: 0759880200 – prenotazionimusei@lungarotti.it). E a proposito di mostre, al via anche lโ€™esposizione di pittura dellโ€™agosto torgianese.
Dall’11 al 20 agosto andrร  in scena anche la 40esima edizione dei Vinarelli.

 


Per info e prenotazioni: 075 6211682 – 351 3531789 – info@stradadeivinidelcantico.it.

Il recente 12 agosto ha avuto luogo a Torgiano l’evento artistico Vinarelli, manifestazione racchiusa in un’unica giornata dove pittori locali e forestieri, si cimentano con pennelli imbevuti nel buon vino locale, sfumato in svariate gradazioni cromatiche e nell’occasione create per realizzare delle opere che saranno destinate a scopi benefici in campo sociale e artistico. L’avvenimento che fa parte del piรน ampio Agosto Torgianese, vive con i suoi artisti e i numerosi visitatori, un clima estroverso e dilettevole.

 

รˆ appena terminata la XXXVI edizione dei Vinarelli, organizzata dalla Pro Loco e dal Comune di Torgiano, che รจ stata inserita all’interno dell’Agosto Torgianese, evento datato 7/18 Agosto 2019.

L’intera manifestazione presenta nella sua tradizionalitร , ambiti enogastronomici e ludici e sono dedicati, come si legge nel ricco programma, spazi per la musica, la cultura e la pittura; quest’ultima, presentata nella sua caratteristica e originaria tecnica locale e utilizzata in occasione dell’annuale raduno artistico, dร  vita al distintivo Vinarello.

Qui a Torgiano, uno dei borghi piรน belli d’Italia, c’รจ un’atmosfera incantata sottolineata dai colori pastello delle distese dei vigneti, dal profumo della campagna che รจ accostata alle vicine sponde dei fiumi Chiascio e Tevere.

In questo luogo la storia e la tradizione sono confidenti e accasate da migliaia di anni, infatti le origini torgianesi vanno individuate nel periodo etrusco, come dalle testimonianze archeologiche ritrovate nei pressi del Borgo e dell’allora roccaforte Vettona, oggi la vicina Bettona. La particolaritร  sta nel fatto che i territori alla destra del Tevere erano sotto l’influenza etrusca e quelli alla sua sinistra sotto quella degli Umbri. Torgiano e Bettona, seppur a sinistra del Tevere, hanno rappresentato l’eccezionalitร  etrusca sulla sponda opposta alla consueta appartenenza territoriale. L’area, fin dal periodo etrusco e poi romano, ha avuto sempre una spiccata vocazione agricola che, per la presenza di un porto fluviale, anticamente si collegava via acqua fino all’Urbe Romana per il trasporto delle derrate alimentari prodotte in loco oppure inviate e giunte fino a lรฌ dalla vicina via consolare Amerina.

Torgiano ha sempre dimostrato la sua vocazione specificando qualitร  tra olivi, cereali e ortofrutta ma il suo successo รจ dovuto soprattutto alla viticoltura e ai suoi celebri vini. Tra i sapori dei cibi, i profumi dei luoghi e degustando un buon vino, qualche anno fa รจ nata quasi per gioco la manifestazione dei Vinarelli, dove pittori locali e forestieri, su tema libero e in un’atmosfera di convivialitร  e gioia, hanno dato e danno libero sfogo alla propria creativitร , mescolando l’ottimo vino di queste zone ai colori prescelti da ciascun compositore per la propria realizzazione vinarelliana.

Oramai i Vinarelli si sono attestati come una manifestazione di riferimento nel mondo culturale, artistico e al vasto pubblico e se pensiamo al loro esordio nel 1984, possiamo dire che a Torgiano si possono vivere sensazioni che uniscono il palato all’olfatto e il tatto alla vista, nel puro divertimento e in un connubio propulsivo tra arte, cultura e vino, nella sua nobilitata ed enologica genesi pittorica che ha portato alla crescita di questa manifestazione divenuta ormai largamente stimata e rinomata.

Tra i lunghi tavoli, dove poco prima erano sede per il brindisi e l’assaggio di buon vino e cibo, sia dei pittori sia dei loro accompagnatori, ora si poggiano gli artisti che, scansati piatti e bicchieri, pennellano su fogli di carta disposti a filiera e vi imprigionano la bevanda di Bacco colorata nei vari toni cromatici creati per l’occasione. Cosรฌ forme e luoghi prendono vita sul foglio bianco che lentamente si tinge tra le acrobatiche manualitร  di ogni singolo artista. Durante la serata si vedono, in un lungo e affollato torpedone, visitatori ed estimatori della pittura e in particolare di questa tecnica, sfilare dietro i bravi artisti e sporgendosi sopra la testa dei vinarelliani, scrutare, guardare, percepire, fotografare.

Il vostro inviato, ha avuto l’occasione di essere partecipe alla manifestazione e ha potuto vivere questa esperienza dalla parte dei pittori, che si ritrovano in una sorta di pubblica intimitร  artistica. Non un solo artista dei presenti ha evitato di farsi vedere durante la preparazione della sua creazione ma anzi ha condiviso le proprie idee, le proprie emozioni, le proprie tecniche con perfetti sconosciuti che passandogli dietro commentavano come se gli artisti stessi, fossero contenuti in una bolla di sapone che li ovattasse dal resto del mondo. Il tutto si รจ svolto in un clima di assoluta gioia e serenitร  e l’evento รจ sembrato essere ammantato da un’atmosfera surreale, senza il dettato dei frenetici e irriverenti tempi attuali. Qui si sono visti degli ammirati artisti, conosciuti anche in altre occasioni e in varie esposizioni pittoriche, cimentarsi con tecniche diverse e atteggiamenti informali per quest’evento.

Ai Vinarelli di Torgiano certe barriere cadono, infatti si รจ notata maggior confidenza tra i pittori stessi e tra loro e il pubblico, in una sorta di reciproca confessione creativa collettiva.

Una bellissima esperienza per tutti dove, tra i tanti bravi artisti, intrattenersi per capire le tecniche elaborative con alcuni di loro, come Carla Medici, Paolo Ballerani, Pietro Crocchioni, Marina Sereda, Maria Cristina Bigerna, Stefano Chiacchella, Moreno Chiacchiera, Arnaldo Garcez e molti altri, รจ stato molto interessante e partecipativo.

I Vinarelli prodotti sono stati donati all’organizzazione della manifestazione che si occuperร  della loro vendita e il ricavato sarร  destinato a specifici interventi benefici nella sfera socio-culturale.

L’Umbria รจ una delle regioni piรน verdi del paese. Promette bellissime scoperte per gli amanti dell’escursionismo, come le spettacolari grotte del Parco del Monte Cucco. In quanto produttrice di vini rinomati come il Torgiano, l’Umbria possiede molte altre attrattive, alcune delle quali sono illustrate in modo piรน dettagliato in questo articolo.


Perugia

Perugia, capoluogo della regione

Questa cittร  รจ uno dei maggiori centri dell’architettura e dell’arte italiana. Da scoprire รจ la cattedrale di San Lorenzo, che si affaccia su Piazza IV Novembre. Sull’altro lato di questa piazza, decorato con la bella Fontana Maggiore, si trova il Palazzo dei Priori, che ospita il municipio. All’interno di questo palazzo, la sala chiamata Collegio del Cambio espone gli affreschi di uno dei piรน talentuosi pittori del Rinascimento italiano, il Perugino. Todi, cittร  etrusca

Todi, cittร  etrusca

Nel V secolo a.C., questa cittร  fu un importante centro di potere del regno etrusco. Tra i resti lasciati si trova parte della cinta muraria della cittร . Todi ha conservato anche resti del periodo gotico e rinascimentale, tra cui la maestosa cattedrale dell’XI secolo e molti palazzi del XIII secolo. Per scoprire altre cittร  italiane altrettanto ricche, visita il blog di viaggio viaggieva.it.

Bettona, borgo medievale

Situato sulla cima di una verde collina, questo borgo ha un centro storico circondato da una cinta muraria medievale costruita nel XIII secolo su antiche mura etrusche. Il centro del paese รจ attraversato anche da un antico sentiero romano chiamato Via di Mezzo. Una visita a Bettona dovrebbe includere un tour della pinacoteca, in cui sono esposti capolavori dei piรน grandi pittori del Rinascimento italiano.

Bevagna, foto by Enrico Mezzasoma

Bevagna

Soprannominato dagli Etruschi Mevania, questo paese della Valle Umbra ha meritato il titolo de I Borghi piรน Belli d’Italia. Ogni anno a giugno si svolge per dieci giorni il Mercato delle Gaite, creato per mettere in risalto la storia del paese.

Spello

Questo borgo, uno dei piรน antichi della regione, รจ punteggiato da pittoresche strade fiancheggiate da autentiche case in pietra. Durante Le Infiorate di Spello, evento religioso che si svolge la domenica dopo il weekend di Pasqua, Spello รจ vestita con sontuosi tappeti floreali realizzati dagli abitanti.

Trevi

Costruito sulle pendici di una piccola collina, questo borgo si รจ guadagnato il titolo di Cittร  dell’Olio grazie alla eccezionale qualitร  del suo olio d’oliva. Immerso nel cuore di una vegetazione rigogliosa, offre l’opportunitร  di scoprire edifici dall’architettura originale, come la chiesa di San Salvatore, una chiesa paleocristiana decorata con dipinti del VII secolo.

Trevi, foto by Enrico Mezzasoma

Il Pozzo della Cava

Il sito รจ costituito da una rete di nove grotte che ospitano resti di epoca etrusca, medievale e rinascimentale. Con piรน di 2500 anni, si trova nei pressi della cittร  di Orvieto, in provincia di Terni. Partecipando a una visita guidata del sito sarร  possibile scoprire gli strumenti utilizzati in questi periodi, tra cui un frantoio oleario per produrre olio dโ€™oliva e i forni per la cottura dei vasi in ardesia.

Parco Nazionale dei Monti Sibillini

Situato nella parte orientale della regione, questo parco nazionale รจ un’area ideale per l’osservazione di aquile reali, gufi, gatti selvatici di montagna e camosci. Per consentire ai visitatori di fare il giro del parco, รจ stato predisposto un sentiero escursionistico che parte dalla cittร  di Norcia. Il sentiero passa attraverso il lago di Pilato, che raggiunge i 1.940 metri di altitudine.

Il bacino lacustre del Trasimeno vanta, da secoli, una vocazione vitivinicola che ne ha fatto un punto di riferimento per l’approvvigionamento di vino, sia bianco sia rosso, delle cittร  vicine.

Una faticosa ricerca d'identitร 

La zona di produzione ha fatto, da sempre, molta fatica nel trovare un’identitร  ben definita, cosรฌ come tratti caratteristici in grado di identificarne con precisione i confini, a differenza di ciรฒ che avviene in altre zone dell’Umbria, come Orvieto, Torgiano o Montefalco.
A partire dagli anni Duemila, l’area lacustre, cosรฌ come molte altre in Italia, ha visto la diffusione della produzione di Sangiovese, tagliato con vitigni internazionali – primo tra tutti il Merlot – e con il ricorso del legno piccolo. Un tipo di produzione influenzata dalle mode del momento, ma non supportata da un’identitร  comune delle cantine del Trasimeno, fattore che ha portato al suo superamento.
Lo stesso disciplinare di produzione della DOC Colli del Trasimenoย รจ molto variegato, dato che ammette numerosi vitigni internazionali: dallo Chardonnay, al Pinot Nero, cosรฌ come quelli tipicamente umbri, quali il Grechetto e il Trebbiano.

 

Vini del Trasimeno, foto via Facebook

Un punto di riferimento in mezzo al caos

Negli ultimi anni, questa faticosa ricerca d’identitร  sembra arrivata a un punto di svolta: stiamo parlando della sempre maggiore scoperta e valorizzazione del Gamay del Trasimeno, giร  compreso nella DOC sopracitata. La storia di questo vitigno non รจ tra le piรน fortunate, dato che รจ stato per lungo tempo confuso con il piรน famoso Gamay coltivato in Francia, nella regione del Beaujolais. In realtร  il vitigno umbro fa parte della famiglia del Cannonau sardo, dell’Alicante e della Garnacha spagnola.
Le sue origini sono elleniche e, da quella zona, si diffuse nel resto dell’Europa, soprattutto in Spagna. Successivamente gli spagnoli lo introdussero in Sardegna – era la metร  del Quattrocento – ed รจ da qui che ha origine il suo viaggio verso la nostra Umbria. Numerosi furono, infatti, i pastori sardi che emigrarono nell’area del Trasimeno dalla metร  del XIX secolo, portando con sรฉ le barbatelle dei vitigni.

Un esempio di adattamento al territorio

Si tratta di un vitigno che รจ stato protagonista di innumerevoli spostamenti, ma che รจ riuscito ad adattarsi e aย radicarsi nei territori nei quali รจ stato portato, assumendo nomi diversi, mentre quello originario si รจ perso nella memoria dei luoghi. Il Gamay del Trasimeno ha, infatti, un fratello gemello anche nelle Marche, chiamato Bordรฒ, coltivato da un pugno di cantine nella zona del Piceno. In Veneto diventa, invece, Tocai Rosso, e in Francia Grenache.
In ogni caso e qualsiasi sia il suo nome, il vitigno produce molti grappoli e puรฒ essere vendemmiato in due momenti: una prima vendemmia, per i vini rosati, mentre la seconda, tardiva, regala vini color rosso rubino dai sentori di mandorla amara e frutti rossi.
Oggi il Gamay perugino o del Trasimeno รจ sempre piรน apprezzato e conosciuto, come dimostrano le tre medaglie d’oro, conquistate lo scorso aprile dalle Cantine del Trasimeno, allโ€™edizione 2018 del Grenaches du Mondeย in Catalogna. Si tratta di una manifestazione internazionale che ha messo a confronto oltre 850 vini provenienti da tutto il mondo, realizzati con uve della famiglia del Grenache.

Alimento genuino e nutriente, il pane era considerato un tempo la merenda perfetta, soprattutto per i bambini. La domanda ricorrente di nonne e mamme, durante quei pomeriggi di settantโ€™anni fa, era chiara e diretta: ยซChe vuoi col pane?ยป

Gli abbinamenti potevano essere diversi: dโ€™estate, rossi e succosi pomodori vi venivano strusciati sopra, arrossando e ammorbidendo la lattiginosa fetta; dโ€™inverno, il sapore piccante dellโ€™olio dโ€™oliva ne imbeveva la porosa trama. Non mancavano variazioni piรน esotiche, come burro e acciuga, oppure miele e noci, senza contare lโ€™intramontabile pane e salame.
Dal momento che il pane si faceva con cadenza settimanale, era facile che si utilizzasse quello raffermo, e il risultato era forse ancor piรน gustoso: รจ il caso di pane, zucchero e vino, uno spuntino che i bambini, attirati dal colore rosso e dalla consistenza vellutata dello zucchero semolato, aspettavano con trepidazione. Cosรฌ, mentre i piรน agiati consumavano mandarini, banane o arance, i figli del popolo si beavano di fette di pane – nel centro Italia rigorosamente sciapo – inzuppate nel vino novello e poi ricoperte di zucchero.

Il vino fa buon sangue

Siamo in un periodo in cui era convinzione comune che il vino ยซfacesse buon sangueยป, sebbene, fin dalla Grande Guerra, fossero state portate avanti numerose campagne contro lโ€™alcolismo. Vero era che le vecchie abitudini erano dure a morire: nel 1866 nientemeno che Louis Pasteur aveva pubblicato gli Studi sul Vino, in cui proponeva di riscaldarlo a 57ยฐ per eliminare i microbi e le impuritร . Questa soluzione gli aveva fatto vincere il grand prix allโ€™Esposizione Universale del 1867 e aveva ufficialmente sancito lโ€™invenzione del processo che, ancora oggi, porta il suo nome: la pastorizzazione. Il vino era divenuto cosรฌ ยซla piรน sana e igienica delle bevandeยป, tanto da essere offerta persino nelle scuole.

Foto by Claudia Ioan

Tutte le farmacie dโ€™Europa erano poi fornite di vini medicinali, chiamati enoliti, insieme a un prodigioso Vin Mariani, capace di ยซnutrire, tonificare e rinfrescareยป, assurto a medicamento universale grazie ai suoi miracolosi effetti. Renata Covi, nel suo Tacuinum deโ€™ Spetierie, ci racconta la storia del suo inventore, il corso Angelo Mariani che, incuriositosi dellโ€™effetto che le foglie di un arbusto, lโ€™Erythroxylum Coca, avevano sulla popolazione peruviana, abituata a vivere a quote altissime e a lavorare con grande sforzo nelle miniere dโ€™argento, decise di farne un infuso. Il sapore era terribile, perciรฒ decise di aggiungerlo a uno dei piรน rinomati vini di Francia, il Bordeaux. Gli effetti erano pressochรฉ miracolosi: cominciarono a farne uso gli attori, per poter calcare le scene nonostante i malanni di stagione, seguiti da re e papi, che lo resero un vero e proprio must.
Quando, infine, si scoprรฌ che la coca era un alcaloide capace di agire sulla psiche e sul fisico, il Vin Mariani cadde nellโ€™oblio; eppure, nelle campagne a vocazione vinicola, dove era difficile capacitarsi che una bevanda tanto prodigiosa potesse far male, il semplice vino rosso continuรฒ, fino al 1960, a essere considerato un ottimo ricostituente.

Alcolico sรฌ, ma non troppo

Le generazioni successive, ormai figlie di studi conclamati e di una consapevolezza diffusa, si sono dovute accontentare di una merenda a base di pane e zucchero, ammorbidito con acqua. I piรน fortunati potevano ingenuamente gustarsi pane, ricotta e zucchero, spesso conditi conโ€ฆ l’alchermes. Alcolico sรฌ, ma non troppo. Oggi, gli adulti piรน curiosi potranno rivivere i sapori dellโ€™infanzia inzuppando il pane nei sublimi vini di Montefalco, Torgiano, Corciano, e di tutti quei borghi umbri caratterizzati da una produzione vitivinicola dโ€™eccellenza.

ยซHo vissuto la campagna in angolazione arcadica nella mia prima vita; con volontร  di innovazione e soprattutto sotto unโ€™impronta culturale nella secondaยป.

Maria Grazia Marchetti Lungarotti รจ una donna di vasta cultura: lo si capisce subito parlando con lei. รˆ cortese e gentile da vera donna di altri tempi. La sua passione per lโ€™arte e lโ€™archeologia, per il vino e lโ€™olio, e il rigore negli studi sono i cardini della sua vita. Una vita anchโ€™essa fondata sulla disciplina: ยซNon ho mai lasciato molto spazio al divertimento e non sono mai stata una mamma latina. Ho sempre preteso molto dai miei figli e questo ha portato i suoi fruttiยป. Giร  Benemerita della Cultura e dellโ€™arte, nel 2011 รจ stata insignita della massima onorificenza conferita dal Presidente della Repubblica: Cavaliere di Gran Croce dellโ€™Ordine al merito della Repubblica italiana.
Nel 1987 con il suo secondo marito Giorgio Lungarotti (avevano giร  realizzato il Museo del Vino nel 1974) apre la Fondazione Lungarotti Onlus, di cui รจ direttore, fulcro culturale della piรน grande realtร  vitivinicola umbra, per promuovere e valorizzare il binomio vino-cultura. Tra le attivitร  della Fondazione, oggi รจ la gestione dei due complessi museali: il Museo del Vino e Museo dellโ€™Olivo e dellโ€™Olio, dedicati alla vite e al vino cosรฌ come allโ€™olivo e allโ€™olio, musei privati costituiti da preziose raccolte dโ€™arte e visitati da turisti di tutto il mondo.

 

Chiara Lungarotti, Maria Grazia Marchetti Lungarotti, Teresa Severini

Comโ€™รจ nata lโ€™idea di aprire il Museo del Vino e in seguito quello dellโ€™Olio?

Ho unito la cultura e i prodotti umbri, un binomio che mi apparteneva. Sono una storica dellโ€™arte e archivista: dai miei interessi in campo culturale รจ nata lโ€™idea di affiancare la produzione di alta qualitร  – a cui mio marito, imprenditore illuminato, aveva dato inizio, primo in Umbria – con una apertura rigorosa quanto complessa sugli aspetti storici ed artistici legati al vino. Senza stretti confini: si parla di Umbria, ma soprattutto di Mediterraneo. Il secondo, il MOO, รจ stato aperto nel 2000, quando lui era giร  scomparso, e rispondeva alle stesse esigenze di uscire da una considerazione soltanto agricolo-produttiva. In entrambi, si puรฒ percorrere un vero e proprio viaggio nel tempo per scoprire origini, mitologia, immaginario, e i tanti volti dei due prodotti.

Il New York Times in una recensione ha definito Il Museo del Vino: ยซIl migliore in Italiaยป. รˆ stata una grande soddisfazione.

Non solo dโ€™Italia, ma dโ€™Europa. รˆ una realtร  insolita che propone un viaggio lungo 5000 anni attraverso collezioni dโ€™arte tra coppe, boccali, anfore, vasellame, ceramiche medievali, rinascimentali e barocche fino a quelle contemporanee, antiche incisioni, oltre a raccolte etnografiche, a testimonianza di quanto lโ€™apparato didattico dice in un excursus storico di entrambi. Musei a misura di famiglia grazie anche ai percorsi conoscitivi ad altezza di bambino.

Per il borgo di Torgiano rappresentano un vero fiore allโ€™occhielloโ€ฆ

Sicuramente. Io e mio marito abbiamo voluto promuovere una zona dellโ€™Umbria, molto bella a livello paesaggistico, ma poco conosciuta nonostante la prossimitร  a Perugia e Assisi. La realizzazione dei due musei รจ stata molto impegnativa, ma il risultato รจ oggi un polo museale specializzato che dร  voce non solo al territorio, ma, posso aggiungere, allโ€™Italia tutta del vino. Anche la parte recettiva che abbiamo creato sottolinea il potenziale turistico di questa terra.

Signora Lungarotti qual รจ il suo legame con lโ€™Umbria?

Sono Umbra e non Etrusca – sorride – unโ€™eugubina naturalizzata perugina. Con questa regione ho un legame molto forte, che si riconduce alla terra stessa, alla cultura e al vino, movente primo di quanto ho realizzato.

Come vede la realtร  perugina e umbra, sia a livello sociale che artistico?

Vedo effetti concreti e interesse per lโ€™arte, la musica e la cultura. Lโ€™Umbria รจ una terra interessante, purtroppo indietro rispetto ad altre regioni, la Toscana ad esempio. Abbiamo una storia bellissima e affascinante, di grande interesse storico, economico, artistico, come ad esempio lโ€™Umbria Comunale, che proprio in questi giorni viene raccontata nella mostra Un giorno nel Medioevo. La vita quotidiana nelle cittร  italiane dei secoli XI-XV esposta a Gubbio, alla quale abbiamo contribuito attraverso un consistente prestito di opere del MUVIT.

Cโ€™รจ un progetto della Fondazione Lungarotti a cui tiene particolarmente?

Ne abbiamo tanti tra mostre e convegni. Unโ€™idea che vorrei realizzare รจ quella di dare maggior spazio espositivo al periodo etrusco.

La prima cosa che le viene in mente pensando a questa regioneโ€ฆ

Assisi e San Francesco che lโ€™hanno resa famosa, ma lโ€™Umbria deve essere piรน valorizzata anche in campo storico come artistico. Il che, vista la difficoltร  nel raggiungerla, suggerisce attenzione massima ai trasporti.

Il tartufo e i salumi di Norcia, i formaggi di Vallo di Nera, i vini di Montefalco, Torgiano e Corciano, cosรฌ come lโ€™olio di Castiglione del Lago, di Lugnano in Teverina eTrevi: lโ€™Umbria da gustare.

Nulla rappresenta lโ€™Umbria come la varietร  e la genuinitร  dei prodotti enogastronomici: legumi e cereali, ma soprattutto il frutto delle trasformazioni operate dallโ€™uomo – formaggi, salumi, prodotti panificati, olio, vino. Una rosa di alimenti che, soli, rappresentano una regione estremamente legata alla terra, perfetta espressione del paesaggio che la caratterizza.
Una convinzione diffusa vuole che i cosiddetti piatti tipici siano anche antichi, frutto di una lunga tradizione locale e rurale. In realtร , i cibi giunti fino a noi dal passato sono ben pochi: sicuramente non figurano tutti quegli ingredienti provenienti dal Nuovo Mondo – patate, pomodori, mais, fagioli, cioccolato – che in Europa trovarono larga diffusione solo dal 1800 e che pure costruiscono lโ€™elemento principale di piatti definiti locali o rurali. Anzi, molti di questi prodotti erano appannaggio delle classi piรน abbienti, che perรฒ erano solite gustarsi pietanze molto ricche e speziate, frutto di cotture multiple, in cui venivano occultati non solo il sapore e lโ€™aspetto naturale, ma anche la tipicitร  e la logica della stagioni. Cosรฌ, quella che oggi viene romanticamente considerata tradizione enogastronomica, il realtร  non รจ che il retaggio degli ultimi due secoli, specie del periodo tra le due guerre.


La vera cucina rurale e regionale nasce nel XVIII in Francia, dove cominciano a essere sperimentate preparazioni piรน semplici ma, paradossalmente, piรน dotte, caratterizzate da alimenti freschi, verdure, erbe aromatiche e da una separazione ben netta tra i sapori. Prima che il nostro orgoglio nazionale ne esca ferito, cโ€™รจ da specificare che i nostri connazionali parteciparono a questa rivoluzione proponendo una cucina ancor piรน garbata e semplice, ponendosi per la prima volta il problema dellโ€™identitร  culinaria e delle tradizioni locali. Lentamente nacquero i primi ricettari, dove la nuova gastronomia francese o francesizzante si mescolava alla cucina popolare delle occasioni solenni – feste, riti propiziatori, occasioni di aggregazione legate a particolari momenti dellโ€™anno. Si sa, il cibo da sempre stimola i rapporti umani, al punto che eventi come la vendemmia, la battitura del grano, la raccolta dello olive o lโ€™uccisione del maiale si traducevano in occasioni di convivialitร , veri e propri esempi di compenetrazione tra territorio e enogastronomia.

Il maiale e il tartufo

I ricchi, abituati alla cacciagione, consideravano il maiale cibo da poveri. In realtร , le famiglie che potevano permetterselo, si assicuravano nutrimento per un anno: il maiale, insieme ai suoi derivati, era un ottimo ricostituente per i contadini provati dalle fatiche agricole. Norcia, famosa oggi come allora per la presenza dei norcini, รจ stata da tempo associata ai salumi grazie allโ€™uso attento delle tradizionali tecniche di lavorazione della carne – peraltro mutuate sulle procedure dei chirurghi preciani, veri e propri pionieri nel trattamento dei mali che da sempre affliggono lโ€™uomo. Tra i prodotti piรน celebri spicca il Prosciutto di Norcia IGP, ma non mancano insaccati e prodotti caseari โ€“ si pensi alla grande mostra mercato Fior di Cacio, che anima il borgo di Vallo di Nera con degustazioni, cooking show, laboratori per bambini e con la maxi ricotta presentata dai Cavalieri della Tavola Apparecchiata – spesso arricchiti anche dal tartufo che, proprio a Norcia, veniva un tempo cacciato con le scrofe, attirate dallโ€™androsterone presente nel tartufo come nel feromone dei maschi. I Romani, che ne erano ghiotti, lo chiamavano funus agens, perchรฉ provocava indigestioni mortali, mentre, in epoca moderna, si pensava che avesse delle proprietร  afrodisiache, forse proprio per quella stessa analogia tra il maiale e lโ€™uomo da cui a Norcia nacque il mestiere del chirurgo.

Il vino

Lโ€™Umbria puรฒ vantare ben due DOCG in ambito vinicolo: il Sagrantino di Montefalco e il Torgiano Rosso Riserva. Montefalco si รจ caratterizzato fin dal passato per la cura del vigneto, geneticamente poco produttivo – negli anni Sessanta era quasi scomparso – e per la produzione di un vino rosso rubino dipinto anche da Benozzo Gozzoli nel ciclo ispirato alla vita di San Francesco, posto proprio nella chiesa di San Fortunato, nel centro cittadino. Il prodotto di questi uvaggi puri o misti, ma al cento percento provenienti da vitigni autoctoni, trova largo impiego non solo negli abbinamenti, ma anche nella preparazione stessa di primi piatti e cacciagione. Dal canto suo, Torgiano Riserva, che per disposizione del disciplinare deve essere sottoposto ad almeno tre anni di invecchiamento – dei quali sei mesi in bottiglia, di vetro tipo bardolese o borgognotta – รจ perfettamente indicato per pastasciutte, pollame nobile, arrosti e formaggi stagionati. Viene anche diluito e utilizzato per comporre delle opere inedite: ogni anno, gli artisti di Torgiano dipingono infatti i vinarelli, sorta di acquerelli color borgogna venduti per sostenere le attivitร  culturali del borgo.
Tutte queste roccaforti di produzione sono comprese in specifici itinerari, la cui chiave di volta รจ lโ€™eccellenza: Torgiano รจ compreso sotto la Strada dei Vini Cantico, mentre lโ€™Associazione Strada del Sagrantino abbraccia Montefalco e le sue colline.
Ma i percorsi non finiscono qui: la Strada del Vino Colli del Trasimeno comprende, ad esempio, i borghi di Corciano – definita anche cittร  del pane per la sua lunga tradizione produttiva ma, prima di tutto, animata dallโ€™annuale Castello diVino, ricco di concorsi a tema e degustazioni – e Castiglione del Lago, famosa anche per la regina in porchetta, la carpa del lago aromatizzata al prosciutto.
Non possiamo certo dimenticarci del vin santo, produzione che risente della vicina Toscana, ma che a Citerna trova, nella sua variante affumicata, la denominazione di Presidio Slow Food. Essendo questa una zona da lungo tempo votata alla coltivazione del tabacco, per ottimizzare gli spazi sia le foglie sia i grappoli venivano appesi alle travi, in modo che entrambi potessero seccarsi grazie ai camini o alle stufe. Il fumo che, inevitabilmente, si sprigionava, finiva per donare alle uve quel tipico retrogusto di affumicatura che ancora oggi caratterizza la produzione citernese.

L'olio

Lโ€™Umbria e il suo cuore verde sono stati declinati in modi innumerevoli: dalle foreste allโ€™ombra che esse generano, il nome stesso della regione parla di vegetazione, rigogliosa e fresca. Ma come non pensare al verde-argenteo degli olivi che presidiano i pendii?
Per Trevi passa la fascia olivata, una zona, posta a trecento metri di altitudine e lunga 35 km, iscritta nel catalogo dei Paesaggi Rurali Storici per il modo in cui ha cambiato non solo il paesaggio, rendendolo caratteristico, ma anche le vite degli uomini che da tempo se ne prendono cura. La conseguente produzione di olio la annovera, a buon diritto, tra le Cittร  dellโ€™Olio, tra le quali spicca anche il borgo di Lugnano in Teverina: luoghi in cui la tradizione olivicola fa rima con ambiente, con territorio e con un patrimonio umano da tutelare.
Ma che fa il paio, soprattutto, con unโ€™attivitร  antichissima, testimoniata dagli ultimi baluardi di un tempo che fu: olivi millenari, come quello a Villastrada, nel borgo di Castiglione del Lago, o quello a Bovara di Trevi, vecchio 17 secoli, sul quale sembra che fu decapitato nientemeno che il vescovo Emiliano, poi divenuto santo.

Negli ultimi 20-30 anni รจ maturato un rinnovato interesse per il cibo sano e di qualitร , e lโ€™Umbria si trova proprio nel bel mezzo di questo Rinascimento, che include sia antiche qualitร  di prodotti sia cibo biodinamico e biologico.

Sapori antichi

Gli alimenti antichi o โ€œdi una voltaโ€ fanno riferimento a colture che sono state riscoperte dopo anni di scarso utilizzo o addirittura di inutilizzo. รˆ stato ricostruito lโ€™albero genealogico delle sementi per piantare prodotti vegetali che sembravano ormai perduti, rimpiazzati da nuove varietร  o da ibridi. Molto spesso, non รจ possibile trovare questi prodotti nemmeno nei punti vendita. Alcuni di essi possono non essere esteticamente attraenti come i loro alter ego moderni, ma possiedono un gusto unico e delizioso.

Per piรน di trentโ€™anni, alcuni coltivatori nei pressi di Cittร  di Castello sono andati alla ricerca di antiche varietร  di alberi da frutto, e ora il loro frutteto include meli, peri, ciliegi, susini, alberi di fichi e di mandorle. Tutti gli esemplari sono stati catalogati e i loro semi vengono conservati. Proprio per promuovere i frutti โ€œdi una voltaโ€, i coltivatori hanno messo in vendita i loro alberi storici tramite lโ€™Azienda Agricola Archeologia Arborea, rendendoli disponibili anche al grande pubblico.

Osserviamo le stelle

Il metodo biodinamico, dal canto suo, si riferisce ad un tipo di agricoltura basata sullo stretto rapporto con i ritmi della natura. Seguendo i principi elaborati da Rudolf Steiner negli anni Venti del Novecento, ha come obiettivo quello di restaurare, mantenere e potenziare la sinergia con lโ€™ambiente. Gli agricoltori piรน importanti cercano altresรฌ di differenziare le colture, di usarne altre complementari – come quella del trifoglio o dellโ€™orzo per reintrodurre azoto nel terreno – e di ruotarle frequentemente, ma anche di tenere in considerazione la posizione della luna e delle stelle nel momento della semina e del raccolto.

In Umbria si possono trovare diversi prodotti di questo tipo, come il vino dellโ€™Azienda Fontesecca di Cittร  della Pieve, quello della Fattoria Mani di Luna Torgiano, o di Raรฌna, il cui quartier generale si trova a Montefalco. Allo stesso modo, tra le offerte di alcune aziende si annoverano olio biodinamico โ€“ come nel caso dellโ€™Azienda Agraria Hispellum di Spello o di Fonte Vergine di Terni โ€“ o cereali, come nel caso dell’Azienda Biodinamica Conca dโ€™Oro di Gubbio o Torre Colombaia di San Biagio della Valle (una frazione di Marsciano). Alcuni caseifici locali producono formaggi con il latte di ovini allevati secondo i principi della biodinamica, come per esempio la Fattoria Il Secondo Altopiano di Orvieto.

Ci si puรฒ associare a diverse organizzazioni di produttori biodinamici, delle quali Demeter รจ riconosciuta a livello globale, mentre lโ€™Associazione Nazionale per lโ€™Agricoltura Biodinamica, gruppo diffuso a livello nazionale, ha il suo distaccamento umbro proprio a Spello.

La questione del biologico

โ€œBiologicoโ€ รจ forse la piรน controllata โ€“sebbene fraintesa- nomenclatura che possiamo trovare oggi sulle nostre tavole. Solo una decina di anni fa, il termine era usato in maniera piuttosto approssimativa e senza alcuna certificazione preventiva; adesso invece, attenersi ai severi prerequisiti richiesti dalle etichette significa avere avuto lโ€™autorizzazione ad usare la parola โ€œbiologicoโ€ da parte di alcune agenzie governative. Lโ€™accettazione allโ€™interno di questa rete implica severi controlli delle quantitร  e delle tipologie di fertilizzanti usate, il divieto di usare pesticidi e erbicidi, e dichiarazioni sul trattamento sporadico delle colture โ€“ soltanto quando la pioggia o i cambiamenti climatici ne rendono necessario lโ€™uso.

La famosa Foglia Verde รจ garanzia di biologico e indica che il prodotto รจ stato soggetto ad una serie di controlli europei operati sulle direttive della legge 834/2007. In Umbria ci sono una serie di enti che possono conferire la foglia verde, tra cui ICEA, Ecocert (un ente di origine francese), Suolo e Salute, Bioagricert.

Un processo delicato

Per essere riconosciuto come biologico, un prodotto deve essere raccolto o lavorato attraverso strumenti certificati.

Nel caso dei cereali, il coltivatore deve inviare il proprio raccolto ad un molino certificato, come per esempio il Molino Silvestri di Torgiano, che macina e rivende la farine ottenute sia a privati, sia a ristoranti umbri e toscani.

Allo stesso modo, per produrre ad esempio un olio che sia biologico, la spremitura delle olive deve avvenire in un frantoio che abbia ottenuto una certificazione in tal senso. Il momento migliore per macinare รจ la mattina, quando ancora cโ€™รจ la possibilitร  di utilizzare macchinari puliti, senza residui di prodotti non biologici.

Lo stesso discorso si puรฒ fare per qualsiasi frutto della terra: dal vino dellโ€™Azienda Agricola Di Filippo di Cannara o quello della Cantina Antonelli di Montefalco, allo zafferano dellโ€™Azienda Agricola De Carolis Adelino di Civita di Cascia; dalle marmellate dell’Azienda Agricola Sibilla di Norcia, ai formaggi dellโ€™Azienda Agricola Rossi Rita, che raccoglie e lavora il latte biologico di animali allevati in diverse aziende della Valnerina.