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Il comitato umbro della Federazione Italiana Escursionismo รจ capofila di un progetto transnazionale che tocca anche Francia e Croazia.

Si tratta di TASTERural Developement trough Experiential Trekking, il progetto europeo guidato dal Comitato Regionale Umbro della FIE-Federazione Italiana Escursionismo, che conta anche la partecipazione della croata Istarska Sportska Akademia e della Fรฉdรฉration Franรงaise de la Randonnรฉe Pรฉdestre delle Bocche del Rodano. Lโ€™obiettivo del progetto รจ quello di permettere alle comunitร  locali di promuovere il proprio patrimonio culturale e naturale attraverso attivitร  di trekking esperienziale, attirando un turismo dโ€™avventura ed enogastronomico. Un tipo di turismo lento, con una particolare alla sostenibilitร  e alla valorizzazione del patrimonio locale.

 

 

TASTE si basa sulla creazione e sulla diffusione di una metodologia partecipativa e di un approccio basato sulla comunitร : lo scopo del progetto รจ infatti quello di contribuire al rafforzamento delle capacitร  del personale delle organizzazioni partecipanti, nonchรฉ dei futuri beneficiari dei risultati del progetto, in termini di sviluppo del turismo rurale sostenibile e promozione di pratiche e attivitร  sportive rispettose dellโ€™ambiente. Tutti temi molto attuali che porteranno il progetto, nel corso del 2023, a creare una guida per la creazione di percorsi escursionistici tematici e una raccolta di alcuni percorsi selezionati dai partner, con lโ€™auspicio che il modello TASTE possa essere esportato al di fuori del progetto e coinvolgere un numero sempre maggiore di operatori del settore.

 


Maggiori informazioni si possono trovare sul www.tasteoutdoor.eu, disponibile in inglese, italiano, francese e croato.

Nel cuore verde dellโ€™Umbria, allโ€™ombra di monumentali abbazie, tra gli echi del Medioevo e della storia, avvolto negli aromi di unโ€™antica tradizione gastronomica, รจ custodito un territorio selvaggio, un angolo di Appennino in cui il tuono del fiume Nera rimbomba fragoroso, infrangendosi tra le rocce e facendo sobbalzare il cuore per lโ€™adrenalina.

Stiamo parlando della Valnerina, un coriandolo di Umbria decantato in tutto il mondo come Terra dei Santi, ma che si presta in maniera eccellente alla voglia di avventura e divertimento di tutta la famiglia. Tra cascate, falesie e sentieri si dipanano numerose attivitร  outdoor attraverso le quali scoprire il fascino di una natura selvaggia che si specchia nellโ€™acqua limpida di un fiume indomito, il Nera, nome che nella sua forma piรน antica significa proprio โ€œforteโ€.

 

Fare rafting รจ sempre suggestivo; farlo in Umbria, lo รจ ancora di piรน!

Discese adrenaliniche tra i flutti: il rafting e lโ€™hydrospeed

Il piรน celebre degli sport acquatici che permettono di solcare il Nera รจ senza dubbio il rafting, un modo particolarmente dinamico e avventuroso per percorrere tratti di fiume a bordo di colorati gommoni. Uno sport da vivere, che riscuote notevole successo tra i piรน giovani. Tanti gli itinerari da scegliere: da quelli piรน adrenalinici che costeggiano le acque della Cascata delle Marmore – dove il corso del fiume รจ piรน spumeggiante – a quelli piรน tranquilli e adatti anche ai piรน piccoli, ma che comunque riservano forti emozioni. Particolare menzione merita lโ€™hydrospeed, una discesa fluviale aggrappati a una sorta di salvagente nei punti in cui lโ€™acqua scorre piรน veloce e le rapide sono piรน selvagge. Una soluzione piรน rapida ed emozionante per chi vuole essere protagonista sul fiume. Unโ€™avventura da condividere con un compagno di viaggio alquanto insolito: il Nera. La forza della natura, lo spirito dโ€™avventura, lโ€™adrenalina che sale in un vortice di emozioni che ti faranno tornare a casa cambiato da questa nuova esperienza.

Balconi di roccia: lโ€™arrampicata sportiva

Roccia, acqua, terra: sono i tre elementi che in questo angolo di Umbria si fondono insieme plasmando le forme, il paesaggio e la natura che sono protagonisti di questa terra. Una montagna dal paesaggio unico e irripetibile, che dalla Falesia di Ferentillo offre scorci di luminosa bellezza. Un paesaggio plasmato dallโ€™uomo, che ha saputo conservare la natura autentica di questo luogo, offre quanto di piรน suggestivo un free climber possa desiderare. Guardare la parete che sale, seguirne le linee, le sporgenze per poi sentire la roccia sotto le mani. Lโ€™arrampicata รจ il contatto con la montagna, unโ€™impresa non piรน riservata a pochi atleti, ma che gode di sempre maggiore popolaritร , per il desiderio di sfidare le proprie forze, per poter osservare le altitudini da un balcone di roccia che regala unโ€™esperienza naturale totalizzante.

 

Lโ€™arrampicata sportiva รจ uno stile di arrampicata che si basa su ancoraggi permanenti fissi alla roccia come protezione/sicurezza.

In mountain bike alla scoperta della vecchia ferrovia Spoleto-Norcia

La Valnerina รจ una terra forgiata da Madre Natura per essere scoperta pedalando. In questo angolo di Umbria, tra lโ€™azzurro limpido del Nera e la skyline di borghi e torri medievali, si sviluppa un percorso pedonale e ciclabile che si estende, per oltre 30 km, lungo la vecchia ferrovia che un tempo collegava Spoleto a Norcia. Una greenway nel cuore piรน selvaggio dellโ€™Umbria che percorre luoghi in cui contrasti paesaggistici e culturali mantengono viva la tradizione e accompagnano i bikers in un itinerario dai mille volti. Tante le occasioni per vivere incontri interessanti: รจ abbastanza facile, infatti, scorgere numerose specie di rapaci diurni che si librano in volo dalle maestose pieghe rocciose che incorniciano il percorso. I piรน comuni sono il gheppio e la poiana, o addirittura una coppia di aquile reali che ha il suo nido in una delle gole attraversate dalla vecchia ferrovia. Mentre gli appassionati di rafting scivolano sulle acque del Nera, chi fa trekking o pedala puรฒ anche esplorare una vecchia galleria stradale abbandonata. Buio, pipistrelli, spifferi gelati e cigolii sinistri garantiscono 5 minuti da brivido.

 

La strada ferrata su cui si articola lโ€™Ex Ferrovia Spoleto-Norcia era un capolavoro assoluto di ingegneria ferroviaria

A spasso tra cielo e terra: trekking in Valnerina

Un angolo di Umbria, la Valnerina – conosciuto per una sacralitร  antica come le leggende che la popolano e dove i santi e gli anacoreti umbri hanno trascorso ore di preghiera e meditazione – รจ la scenografia ideale per chi, con gli scarponcini ai piedi, ricerca unโ€™esperienza slow, allโ€™insegna della natura e dello sport. Dal Parco Nazionale dei Monti Sibillini alla Cascata delle Marmore, ogni sentiero conduce a borghi che custodiscono importanti testimonianze architettoniche o a punti panoramici che regalano scorci indimenticabili. Trekking in Valnerina significa scoprire e riscoprire antiche strade e angoli dimenticati, camminare sulla linea di confine tra cielo e terra, sulle tracce di una volpe o di uno dei cavalieri del passato. Stacca la spina del quotidiano e concediti uno spazio per vivere fuori dal tempo, per essere padrone dei tuoi passi e nutrirti a piene mani di sensazioni irrinunciabili.

 

Trekking in Valnerina

Tra realtร  e incantesimo: deltaplano e paracadutismo

Lโ€™idea di volare, il desiderio di imitare gli uccelli, ha sempre destato nellโ€™uomo sensazioni straordinarie, dal mito di Icaro al genio di Leonardo da Vinci, fino allโ€™invenzione dei fratelli Wright. Tuttavia, seduti in comode poltrone reclinabili, non proviamo certo la sensazione di essere noi, con il movimento del nostro corpo, a consentire di librarci in aria. Sensazioni invece che colpiscono piacevolmente gli appassionati delย parapendio e del deltaplano. Pochi passi e viaโ€ฆ Un lungo respiro e lโ€™aria sembra avere improvvisamente un profumo mai sentito prima. Una volta in volo, il silenzio รจ quasi surreale. Lโ€™unico rumore che si avverte รจ quello del vento tra le corde della vela. I sensi si colorano di emozioni mai vissute prime. Esaurita la potente carica emotiva dei primi secondi, si inizia a prendere confidenza con questa nuova prospettiva: รจ il momento di godersi la vista riservata agli uccelli e ai pochi fortunati che hanno nel sangue questa passione. Giรน in basso, con la luce di taglio di uno splendido tramonto, il verde dei boschi e della campagna si accende in tutte le sue sfumature, e la linea dellโ€™orizzonte si fa piรน marcata. Unโ€™esperienza da vivere, a metร  strada tra realtร  e incantesimo.

 

Giovani Penne รจ la sezione di AboutUmbria dedicata al progetto alternanza scuola-lavoro. A essere ospitati sono, in queso caso, gli articoli scritti dagli alunni del liceo scientifico G. Alessi di Perugia, guidati dalla professoressa Daniela Pera.

Per godere la natura in maniera piena, una delle attivitร  maggiormente consigliate dagli esperti in tema di salute รจ quella del trekking, ovvero camminare allโ€™aperto, lentamente e per lunghi tratti, da soli o in gruppo. Il termine inglese รจ recente, ma trae origine dallโ€™olandese trekken che significa camminare dietro le tracce lasciate dai carri trainati dai buoi, i trek appunto. Allude alla marcia dei coloni olandesi esuli, alla fine dellโ€™Ottocento, dai territori del Sudafrica dopo la conquista inglese.

Questo esercizio per lโ€™uomo di oggi รจ quantomai efficace per ritrovare lโ€™equilibrio psicofisico e allontanare lo stress dal frenetico traffico cittadino, soprattutto se viene fatto in localitร  particolarmente belle e incontaminate. Quale luogo รจ piรน indicato per svolgere questa pratica sportiva se non lโ€™Umbria, cuore verde dโ€™Italia, regione montuosa per il 28% del suo territorio? A tal proposito la regione vanta un’incredibile quantitร  di percorsi che attraversano in tutte le direzioni i suoi magnifici Parchi Regionali – tra cui si contano il Parco di Colfiorito, del Monte Subasio, del Lago Trasimeno e del Monte Cucco e il grande Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Molti di questi itinerari sono ben segnalati, curati e attrezzati. Gli itinerari tra cui scegliere, come dicevamo, sono un’infinitร  e tutti con caratteristiche differenti sia nel paesaggio sia per le tracce di storia e arte che lโ€™uomo vi ha lasciato e che si possono ammirare lungo il cammino.

Nel Parco del Monte Cucco (1566 m) un sentiero conduce allโ€™incontro con un autentico luogo del silenzio: lโ€™eremo camaldolese di San Girolamo di Pascelupo (600 s.l.m.) che si puรฒ solo ammirare in lontananza, dato che non sono ammessi visitatori. L’antica costruzione, in parte romanica e in parte cinquecentesca, รจ circondata da un incredibile anfiteatro roccioso da cui sgorga, in certi periodi, una cascata fragorosa, cosรฌ come da boschi di faggi e castagni che, di concerto, rendono questo luogo particolarmente suggestivo.

Ricco di sentieri adatti a tutti, che si insinuano in una vegetazione rigogliosa di lecci, carpini neri, felci, muschi e tra le rocce che costeggiano il fiume Nera, รจ invece il Parco della Cascata delle Marmore, tra i piรน affascinanti perchรฉ collocato in uno dei luoghi piรน belli dโ€™Italia, dove con fragorosa potenza le acque del fiume Velino si gettano nel fiume Nera, dando vita allo spettacolo delle Cascate delle Marmore (Terni).

Lโ€™Umbria offre anche un trekking per chi รจ alla ricerca di spiritualitร , come Il Cammino di Francesco che attraversa i luoghi solcati dal santo poverello di Assisi. Che lo si intraprenda per fede o per semplice curiositร , il tragitto tocca non solo Assisi e il Monte Subasio, uno dei luoghi piรน amati da Francesco, ma anche molti conventi e romitori posti in aperta campagna o nei pressi diย  incantevoli borghi, in un percorso che attraversa da nord-est a sud-ovest lโ€™intera Regione (la durata media del viaggio รจ di 13 giorni, ciascuno dei quali prevede una tappa; inizia nella localitร  toscana di La Verna, in provincia di Arezzo, e si conclude a Roma, perย  una lunghezza di 300 Km). Il Cammino di Assisi, dopo quello di Santiago, รจ noto per essere quello piรน percorso al mondo.

Infine, non si possono non nominare i percorsi in riva al lago Trasimeno e al suo Parco. Itinerari brevi su comode stradine o sentieri facili che non pongono problemi nemmeno a famiglie con bambini sono quelli che costeggiano il Lago Trasimeno, area naturale protetta che offre un panorama e unโ€™atmosfera delicatamente poetica e davvero rilassante.

Abbiamo elencato solo una piccola parte degli innumerevoli sentieri umbri dedicati al trekking. Per chi รจ appassionato di questa attivitร  quindi, il territorio umbro si configura come un luogo ideale perchรฉ, ogni volta che si abbandona lโ€™auto e si calzano gli scarponi,ย  si รจ certi di vivere unโ€™indimenticabile esperienza.ย 

Un monte che, in questa stagione, ricorda anacronisticamente il mare dโ€™inverno. Solo che, al posto dellโ€™acqua, della salsedine e dei flutti, ci sono fiori e distese erbose.

Sulla sinistra della strada tortuosa che da Sanโ€™Anatolia di Narco conduce a Monteleone di Spoleto, una volta oltrepassato il pittoresco borgo di Gavelli, si apre una vecchia mulattiera che si inerpica a zig-zag lungo il Monte Coscerno. Un segnavia del CAIย  – pressochรฉ lโ€™unico che incontrerete lungo tutto il percorso – indica come di consueto i tempi di percorrenza per quella che รจ la vostra meta, la Forca della Spina.

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Ma, nel caso non foste pratici di sentieri e di trekking, vi basterร  seguire quella viuzza sterrata che attacca il versante del Coscerno a circa 1100 metri di altitudine e proseguire a fianco di un vecchio recinto spinato intervallato da scale di legno fradicio. Un tempo queste, presumibilmente, permettevano di scavalcare la recinzione senza pericoli, mentre ora si appoggiano, sbilenche e fragili, alla debole struttura di contenimento.
Un cartellone scolorito al punto da essere diventato bianco e con poche lettere ancora distinguibili, data lโ€™intervento di finanziamento al 1987. In effetti, piรน andrete avanti piรน scoprirete come lo stato in cui versano gli steccati e la debole traccia del sentiero โ€“ conservata soprattutto dal passaggio degli animali da pascolo โ€“ rivelino la scarsa frequentazione, da parte dellโ€™uomo, di questo monte ricco di prati.

Una vasta distesa di abeti si apre, dopo non molto, sulla destra. La regolaritร  degli alberi rivela unโ€™origine artificiale, anche se ormai cancellata dalla fitta vegetazione che impedisce addirittura di vedere il cielo allโ€™orizzonte. Un senso di pace, nonchรฉ un silenzio abissale invadono le orecchie, presto sostituiti dal battiti accelerati del cuore, messo sotto sforzo dalla successiva e repentina salita.
Ma, come accade spesso in montagna, il panorama ripaga la fatica. Alle nostre spalle, numerosi massicci, resi unโ€™unica, imponente catena dalla prospettiva distorta, spuntano dalla foschia di condizioni atmosferiche inclementi. Il piรน lontano, il Terminillo, veste ancora il bianco delle nevi invernali.

Davanti a noi, invece, si apre una foresta caduca spazzata dal vento. I tronchi nodosi, piegati e avvinghiati come tentacoli dellโ€™orrore, rivelano le loro forme bizzarre e contorte grazie alla pulizia operata dalla stagione fredda appena trascorsa: presto torneranno a essere nascosti dalle verdi foglie e dal rigoglioso sottobosco.

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Giร  fanno capolino le viole del pensiero, gialle e viola che, dal limitare di questa macchia chinatasi al vento si estendono a perdita dโ€™occhio, tappezzando questi vasti prati dโ€™altura.

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Il cielo grigio acciaio, lโ€™erba secca, lo steccato scolorito e la foresta rossiccia sembrano aver desaturato la scena, conferendole โ€“ anacronisticamente e inaspettatamente โ€“ i colori del mare dโ€™inverno.

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La presenza umana รจ ora tradita da un fuoristrada che si avvicina a sobbalzi. Non credo possa stare qui, a calpestare questi magnifici rigurgiti di natura montana, ma lโ€™uomo non sembra preoccuparsene: ci chiede se abbiamo visto dei cavalli. Di deiezioni equine e bovine, in effetti, ne abbiamo viste tante, ma di quadrupedi nemmeno lโ€™ombra. Forse รจ questo vento freddo che pettina i prati ad averli spinti al riparo.

 

Procediamo ancora. Sโ€™intravedono le antenne in lontananza, come alla fine di un gioco di specchi. La cresta piatta del Coscerno รจ talmente vasta da creare tanti altopiani in successione, come piccole piste di decollo elicotteri.

Le violette fanno spazio alle pervinche e ai crochi, come a tante specie variopinte di cui ignoro il nome, ma che appagano la vista per la loro elegante architettura e per la loro tenace ostinazione a crescere in luogo di cosรฌ soggiogante asperitร .

 

 

 

Qualche saliscendi e poi, morbidamente, un avvallamento ripieno dโ€™acqua. La pozza, senza dubbio stagionale, si estende immota a limitare della foresta china. Lo sarร  ancora per poco: sul fondo si estendono lunghissime matasse gelatinose che, dopo un primo momento di smarrimento, risultano piene di uova. Il centro del laghetto si increspa rivelando la sagoma di un rospo, anticipazione di ciรฒ che diventerร  la gran parte di queste uova scure.

La foresta si risolve in una staccionata sbiancata dal sole che ci conduce alle antenne. รˆ sempre difficile abituarsi a tanto ferro dopo che si รจ stati inghiottiti dalla natura, le cui proporzioni sono sempre dilatate: il cielo sembra schiacciarci, avvolgente come una cupola indaco, e i prati si aprono e si contraggono come il moto ondoso di un mare in tempesta. I fiori ci vorticano attorno come risacca.

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Oltrepassate le arrugginite costruzioni umane, il versante rovina quasi a strapiombo, vellutato dai ciuffi dโ€™erba che, come ingannevoli cuscini, sembrano rassicurarci con la morbidezza di unโ€™eventuale caduta.

Adagio, costeggiamo la cima e torniamo indietro a mezza costa, le antenne nascoste alla vista, scoprendo infine il sostegno roccioso del Monte Coscerno, le sue asperitร , la sua lunga storia.

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Sentiero: poco oltre Gavelli, in corrispondenza degli abbeveratoi, inizia la mulattiera che risale il Monte.
Durata: 4h 30 con pause.
Dislivello: 600 metri.
Difficoltร : medio-bassa, classificata come E.
Suggerimenti: portarsi una giacca antivento e almeno un cambio.

Foto dell’autrice.

Zona di impatto, durante la Seconda Guerra Mondiale, di ben due aerei, il Monte Tezio conserva oggi dei veri e propri gioielli archeologici, testimoni di un passato in cui gli elementi naturali venivano piegati ai bisogni dellโ€™uomo.

Dopo aver facilmente percorso il sentiero boschivo – prima tra alberi decidui e poi tra maestosi abeti – e aver oltrepassato il Rifugio dellโ€™Associazione Monti del Tezio, si aggira il versante meridionale del Tezino fino alla Croce di Migiana. Si supera una seconda croce, quella di Fontenova e, godendo della vasta magnificenza dei prati di vetta, si giunge nei pressi di un anfiteatro a pianta circolare, definito da una muratura in pietrame.

รˆ questa la neviera di cui si trovano, nei documenti cittadini, numerose richieste di appalto per la gestione del ghiaccio, materia che, prima dellโ€™invenzione del frigorifero, doveva essere estremamente preziosa tra gli esigui rilievi di questa parte di Umbria. Il tetto di questa struttura, creata sfruttando un avvallamento della superficie erbosa, รจ da tempo crollato, ma si intravedono ancora gli archi che lo sorreggevano e che permettevano quindi la protezione della neve qui costipata, la quale, in estate, dopo essere stata tagliata con lโ€™ascia, veniva trasportata a dorso di mulo negli ospedali e nelle ricche case del capoluogo perugino.

La primavera sta arrivando: giร  si sente nellโ€™aria un accenno di nuovi profumi e si vedono i primi fiori, tutto torna alla vita uscendo dal proprio letargo. Compresi noi, che abbiamo passato lโ€™inverno a spostarci da una casa ad unโ€™altra, a un locale o un cinema, finalmente usciamo. E perchรฉ non andare a vedere uno spettacolo che ricomincia allโ€™aperto?
Nel cuore della Valnerina ci aspetta la Cascata delle Marmore.

 

Cascata delle Marmore | foto di Giovanni Bicerna

Un'antica opera di ingegneria

Forse non tutti sanno che essa รจ frutto di un disegno ingegneristico risalente al 290 a.C., quando il console Manio Curio Dentato ordinรฒ lo scavo di un canale che facesse defluire le acque del fiume Velino nella valle reatina, convogliandole fino alla rupe di Marmore, da dove le fece precipitare ed unire al corso del fiume Nera, con un salto di 165 metri. Questo lavoro fu fatto proprio per bonificare il Velino, che allโ€™epoca formava una palude stagnante e perciรฒ possibilmente pericolosa per la popolazione per via della malaria.

La Cascata oggi

La Cascata viene oggi utilizzata per la produzione di energia elettrica da parte della centrale di Galleto ed รจ per questo che il rilascio dellโ€™acqua viene controllato; ci sono precisi giorni e momenti dellโ€™anno in cui si puรฒ ammirare nella sua piena bellezza, che vanno soprattutto da marzo a ottobre, insieme a giorni di festivitร  negli altri mesi. Interessante scoprire che il luogo ospita uno dei Centri di Educazione Ambientale che sono dislocati da qui alla valle del Nera e di Piediluco, territori che rientrano nella Rete Ecologica Europea Natura 2000 del Progetto Bioitaly, il cui obiettivo รจ lavorare per diffonde un turismo ecosostenibile, attraverso la conoscenza, la tutela e la promozione del territorio per favorirne al meglio lo sviluppo.

Una curiositร : il nome Marmore deriva dai sali di carbonato di calcio che si vanno a sedimentare sulle rocce della montagna che protegge le acque e il cui riflesso alla luce del sole li fa assomigliare a cristalli di marmo. Ad aggiungere magia, oltre al paesaggio incantevole, cโ€™รจ il folletto della Cascata, Gnefro, che racconta la leggenda di Marmore ai bambini che intraprenderanno con lui la Fantapasseggiata.

I Percorsi

Ma da passeggiare, nel parco, ce nโ€™รจ anche per i grandi, che possono scegliere tra sei percorsi diversi per nome, per ambiente e per intensitร . Lโ€™Antico Passaggio รจ il primo percorso che รจ stato fatto, che collega le due vie di accesso alla Cascata, il Belvedere Inferiore con il Belvedere superiore e non รจ molto facile da percorrere, ma รจ da qui che si accede al Balcone degli Innamorati, quindi mettersi buone scarpe da trekking e gambe in spalla!

 

Cascata delle Marmore | Foto di Enrico Mezzasoma

 

Lโ€™anello della Ninfa รจ il percorso piรน semplice, permette di avvicinarsi il piรน possibile alla cascata grazie alle scalette e ai ponticelli di legno da cui รจ composto e in piรน si puรฒ ammirare una delle 300 grotte naturali che sono dislocate nellโ€™area.

Lโ€™Incontro delle Acque รจ il sentiero che viaggia a ridosso dei canyon che il Nera ha scavato nella roccia fino all’incontro con il Velino, ed รจ il percorso usato per la Fantapasseggiata. In piรน, รจ la zona migliore per vedere gli appassionati di canoa e rafting che sfidano le acque.

La Maestositร  รจ lโ€™unica via che permette di ammirare per intero i tre salti di cui la Cascata รจ composta, per questo รจ definito come percorso turistico per eccellenza. Cโ€™รจ una visione completa dello spettacolo.

La Rupe e lโ€™Uomo รจ tra tutti il percorso piรน lungo, che parte dal belvedere superiore e si sviluppa lungo ciglio della rupe di Marmore, mostrando vari panorami tra cui la Conca ternana, fino alle gole di Ferentillo. Con le guide, da qui si possono visitare alcune delle grotte naturali piรน suggestive.

Infine I Lecci Sapienti, pensato per esperti perchรฉ va dal basso in alto e viceversa attraverso parti molto ripide e sconnesse ed รจ lโ€™unico percorso in cui non si vede la cascata, ma le condotte delle vecchie centrali idroelettriche.

Un consiglio su quando andarci? Dโ€™estate, nei periodi piรน caldi. Rimarrete sbalorditi dal microclima che lโ€™unione tra fitta natura ed acqua ha creato. Crederete veramente alla magia…e anche a Gnefro!

 

Per saperne di piรน su Terni