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Tanti gli eventi: restauro dal vivo della Pala Martinelli, da San Sepolcro si trasferisce a Perugia lโ€™Ascensione di Vannucci e “Lo Sposalizio della Vergine” sarร  riprodotto da unโ€™azienda di Cittร  di Castello.

La Pala di Santโ€™Onofrio di Luca Signorelli ha lasciato la sua casa presso il Museo del Capitolo della Cattedrale di San Lorenzo a Perugia per traslocare allโ€™interno della Galleria Nazionale dellโ€™Umbria. Resterร  lรฌ fino allโ€™11 giugno in occasione della mostra Il meglio maestro d’Italia. Perugino nel suo tempo, che verrร  inaugurata sabato 4 marzo. Il trasferimento di Santโ€™Onofrio rientra nelle celebrazioni dei 500 anni dalla morte di Perugino e Signorelli, che giorno dopo giorno entrano sempre piรน nel vivo.

ยซLโ€™operazione รจ frutto della collaborazione tra Isola San Lorenzo e Galleria Nazionale dellโ€™Umbria: la Pala del pittore toscano รจ stata infatti concessa in prestito per la grande mostra e al Museo del Capitolo รจ arrivata la Pala Martinelli โ€“ Martirio di San Sebastiano, opera del Perugino, che realizzรฒ per la Chiesa di San Francesco al Prato e che fino a oggi si trovava nel deposito della Galleria. Qui si terrร  anche il suo restauro dal vivo, realizzato dallโ€™impresa CBC – Conservazione Beni Culturali e saranno organizzate delle visite guidate a contatto con lโ€™opera e con chi esegue la riqualificazione.
Inoltre, dal Duomo di San Sepolcro si sposta a Perugia lโ€™Ascensione di Cristo sempre del Perugino e potrร  essere ammirata al museo da giugno a settembre. Infine, da metร  settembre fino allโ€™8 dicembre, ricreeremo una bottega rinascimentale e lโ€™azienda di Cittร  di Castello Bottega tifernate realizzerร  una riproduzione in scala 1:1 dello Sposalizio della Vergine con la tecnica della pictografia. La riproduzione resterร  in esposizione in Cattedrale, per poi diventare un pezzo della collezione del Museo. Ma di tutti questi eventi ne riparleremo in modo piรน approfonditoยป spiega lโ€™architetto Alessandro Polidori, direttore dellโ€™Ufficio diocesano per i Beni culturali ecclesiastici. Tutto questo rientra nel progetto della Diocesi di Perugia – Cittร  della Pieve, curato da Genesi (che si occupa del Complesso monumentale della Cattedrale Isola di San Lorenzo), Perugino nel segno del tempo, classificato terzo al bando del Comitato Nazionale.
ยซIl progetto prevede inoltre dei percorsi che, partendo dallโ€™Isola di San Lorenzo andranno a toccare tutti i luoghi dove sono presenti le opere di Vannucci. Sarร  pubblicata anche una guida su questi itinerari, edita da Electa. Ma anche di questo avremo modo di parlare in seguitoยป prosegue lโ€™architetto Polidori.

La Pala di Santโ€™Onofrio di Luca Signorelli

Il dipinto, datato 1484, si trova nella cappella intitolata a Santโ€™Onofrio nella Cattedrale di Perugia, sulla quale aveva il patronato la famiglia cortonese dei Vagnucci.

Pala di Sant’Onofri, olio su tavola di Luca Signorelli, 1484

Uno dei membri della famiglia, Iacopo, fu vescovo della cittร  umbra dal 1449 e fu lโ€™artefice del cambiamento in chiave rinascimentale del Duomo. Nel transetto destro trovรฒ posto la cappella in cui Iacopo Vagnucci venne sepolto e che recava sullโ€™altare la Pala di Luca Signorelli. Lโ€™opera รจ molto importante, perchรฉ costituisce un punto fermo nel percorso dellโ€™artista toscano, mostra infatti lโ€™acquisizione dei temi centrali della pittura del suo tempo e regala al pubblico un dipinto di grande compiutezza stilistica.
Sulla tavola รจ dipinta la Vergine che siede al centro su un alto trono, intenta a leggere un volumetto rosso; il Gesรน le siede in grembo anchโ€™esso assorto. Quattro santi li affiancano: a destra San Lorenzo e Santโ€™Ercolano con le fattezze del vescovo Vagnucci, entrambi vestono sontuosi paramenti liturgici che rappresentano mirabile esempio di pitture nella pittura. A sinistra si trovano invece Giovanni Battista e Onofrio. Un angelo suona il liuto seduto ai piedi di Maria, omaggio alle composizioni in voga in area veneta.
La composizione e la disposizione delle figure – immerse in un paesaggio aperto – sono costruite con grande equilibrio e la luce, assieme al colore, definisce con nitidezza corpi e volumi. La natura morta del vaso di vetro in primo piano, rimanda allโ€™arte fiamminga e in particolare al Trittico Portinari di Hugo van der Goes.

Il nuovo allestimento del Museo della Cattedrale

Il Museo del Capitolo della Cattedrale – Isola di San Lorenzo di Perugia ha riaperto al pubblico mostrando una nuova veste e un nuovo allestimento. Il progetto coincide coi cento anni dalla sua apertura (1923-2023) e col quinto centenario della morte del Perugino e del Signorelli (1523-2023). Lโ€™allestimento, realizzato grazie al sostegno della Fondazione Perugia, segue un criterio tematico e non piรน cronologico: si tratta di un nuovo percorso in cui le opere selezionate raccontano la propria storia anche come espressione di un messaggio autentico in grado di arrivare al cuore del visitatore. Un fil rouge tra pittura, scultura, oreficeria, miniatura e tessile, che documenta il lungo dialogo che unisce e accomuna le diverse espressioni artistiche, testimonianza diretta di una committenza che ha trovato nella ricerca del bello uno strumento per incontrare Dio.

 

Il nuovo allestimento

 

ยซSi tratta di un percorso non piรน cronologico, ma di carattere scientifico-tematico a cui si puรฒ accedere non solo con visite guidate, ma anche in autonomia, grazie a moderni pannelli esplicativi. Ogni sala รจ intitolata a personalitร  e a opere significative caratterizzanti epoche della storia di Perugia e non solo. Basti pensare alle sale: Leone XIII, il Papa della Rerum Novarum e vescovo di Perugia dal 1846 al 1880; Perugia dei Papi; Santโ€™Anello che la cattedrale custodisce; Parato Armellini; Luca Signorelli dove si trova la Pala di Sant’Onofrio; Speranza e affidamento che vede esposte le opere con carattere devozionale che i perugini hanno fatto realizzare in momenti di difficoltร  come la peste; Agostino Di Duccio con allโ€™altare che lui fa nel 1473 allโ€™interno della Cattedrale; Diocesi-Cattedrale-Museo, dedicata alla storia del museoยป illustra lโ€™architetto Alessandro Polidori, curatore del nuovo progetto.

Lโ€™opera dโ€™arte di Mirella Bentivoglio, dopo il restauro, รจ stata riconsegnata alla cittร .

A ridosso della Pasqua, lโ€™Ovo di Gubbio รจ tornato a splendere. Lโ€™opera dellโ€™artista Mirella Bentivoglio (Klagenfurt 1922-Roma 2017) รจ stata sottoposta a una importante operazione di restauro e ricostruzione che ha visto la collaborazione di Universitร  dei Muratori, Comune di Gubbio, Amici di Mirella e volontari.

 

Durante il restauro, foto by Federico Minelli

 

Lโ€™Ovo di Gubbiomonumento simbolico allโ€™adultera lapidata – รจ una delle opere in assoluto piรน significative di Bentivoglio, alla quale la stessa artista era particolarmente legata, tanto da definirla: ยซUn accordo di pace fra uomo e donna nel segno dellโ€™uguaglianzaยป.
Negli anni Settanta e oltre, lโ€™artista, di fama mondiale, esplora i linguaggi della performance, della poesia-azione e della poesia-environment, allestendo grandi strutture simboliche di matrice linguistica sul suolo pubblico: tra cui il celebre Ovo. Fu proprio lei a decidere di collocarlo in un bivio lungo il percorso dei Ceri, per sottolineare come fosse il ยซprimo inserimento di un segno femminile in luoghi tradizionali di cerimonie della fertilitร , finora considerate riti esclusivamente maschiliยป.
Il critico dโ€™arte Enrico Crispolti nel 1982, in relazione allโ€™opera, ha scritto: ยซUn monumento simbolico allโ€™adultera lapidata, di pietra come i muri delle case e le mura di difesa che circondano lo spiazzo dove, appunto a Gubbio, lโ€™uovo รจ venuto a creare un nuovo rapporto di segniยป.
Proprio in questi giorni, a un secolo esatto dalla nascita di Mirella Bentivoglio, il monumento โ€“ tra i piรน significativi dal punto di vista artistico e storico di Gubbio – รจ tornato inย  tutto il suo splendore nel luogo di origine dovโ€™era stato collocato per la prima volta nel 1976, in occasione della Biennale della cittร  dei Ceri.
ยซLโ€™Ovo di Bentivoglio รจ unโ€™opera dโ€™arte contemporanea che sin dal 1976 si รจ inserita perfettamente nel nostro contesto urbano e addirittura nella nostra Festa piรน rappresentativa: restituirla al suo luogo originario รจ una grande operazione che simboleggia anche la rinascita e la voglia di rinascimento della cittร . Bentivoglio รจ parte della storia di Gubbio, oltre che di quella dellโ€™arte italiana e internazionale, ecco perchรฉ questa operazione ci riempie di orgoglio e di soddisfazioneยป sottolinea il sindaco Filippo Stirati.

 

 

Le pietre utilizzate per la ricostruzione sono le stesse dellโ€™originale, integrate con alcune della stessa tipologia, lo racconta il presidente dellโ€™Universitร  dei Muratori, Giuseppe Allegrucci: ยซUn lavoro fatto insieme ad alcuni volontari eugubini, che hanno avuto lโ€™idea della ricollocazione; lโ€™Universitร  ha poi ripreso in mano tutta la storia e si รจ occupata della ricostruzioneยป.

 

 


Foto esclusive di Federico Minelli

Rischiare di perdere la nostra identitร : questo il pericolo che corriamo dopo la devastazione che ha subito il centro Italia con il terremoto del 2016. In Umbria come nelle altre regioni, negli anni che passeranno prima della fine dellโ€™emergenza e del completamento della ricostruzione, bisognerร  contrastare la โ€œperditaโ€ di legame e conoscenza del territorio, soprattutto in direzione del patrimonio culturale, storico-artistico.

Questa mostra, inaugurata il 5 marzo alla Rocca albornoziana di Spoleto e organizzata da Regione Umbria, Ministero dei Beni e delle Attivitร  Culturali e del Turismo, Arcidiocesi di Spoleto โ€“ Norcia e Comune di Spoleto, durerร  fino al 30 luglio 2017 e avrร  proprio questโ€™obiettivo.

Ospiti in Rocca

Lโ€™evento si inserisce nel programma Scoprendo lโ€™Umbria, prodotto da Sistema Museo e fortemente voluto e promosso dalla Regione Umbria per sostenere e valorizzare le attivitร  dei musei. La mostra Tesori dalla Valnerina si apre con Ospiti in Rocca. Tra le opere, tutte ricche di un altissimo significato simbolico, troviamo il Crocefisso ligneo del XVI secolo proveniente dalla chiesa di Santโ€™Anatolia di Narco, la Madonna con Bambino del XVI secolo di Avendita di Cascia e il gruppo dellโ€™Annunciazione di Andrea della Robbia degli inizi del XVI secolo, composto di due sculture in terracotta invetriata – la Vergine e lโ€™arcangelo Gabriele – poste originariamente nella Chiesa della SS. Annunziata e conservate presso il Museo della Castellina di Norcia, da cui proviene anche il curioso quattrocentesco Bossolo del magistrato in mostra. Dalle altre regioni: il raffinato dipinto su tavola di Nicola di Ulisse da Siena Madonna col Bambino dal Museo diocesano di Ascoli Piceno e il San Sebastiano della seconda metร  del Seicento proveniente da Scai, nel territorio di Amatrice.
Dal 9 aprile, unโ€™altra selezione di opere, messe in salvo dalle chiese e dai musei danneggiati della Valnerina, provenienti dal deposito del Santo Chiodo di Spoleto, recuperate e giร  restaurate nei mesi trascorsi dal 24 agosto 2016 andranno ad arricchire la mostra.

Altri progetti

ยซGiร  dopo le scosse del 24 agosto ma soprattutto dopo il 30 ottobre, ho maturato la convinzione che la Rocca e il Museo nazionale del Ducato,โ€ฏnon avendo riportato danni, dovessero assumersi ilโ€ฏruolo di punto di riferimento per il territorio e per attivitร  momentaneamente in difficoltร ยปโ€ฏafferma la direttrice Rosaria Mencarelli.

Non solo mostre, quindi, ma anche molte altre iniziative tra cui LIGHTQUAKE: Donare per Ricostruire, una campagna di crowdfunding attivata a febbraio nellโ€™ambito del progetto artistico LIGHTQUAKE, promosso dal MiBACT ,โ€ฏ Museo Nazionale del Ducato di Spoleto in collaborazione con ilโ€ฏ Comune di Spoleto,โ€ฏ Politecnico di Milano – Facoltร  del Design, e Associazione Rocca Albornoziana, perโ€ฏ sostenere il restauro di alcune opere danneggiate dal terremoto e l’avvio di un progetto condiviso per progettare una rigenerazione a base culturale a livello regionale. LIGHTQUAKE rappresenta un segnale di reazione e rinascita, “una scossa di luce” per infondere energia positiva, per spezzare il buio della distruzione e riaccendere la vita e la creativitร  in una terra ricca di capolavori e di eccellenze artistiche. รˆ possibile contribuire alla raccolta fondi, realizzata in collaborazione con Progetto IMMaginario, nella piattaforma specializzata Starteed .

Una restaurazione necessaria

 

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Speranza e impegno; conoscenza per il futuro. La mostra รจ la giusta reazione allโ€™emergenza beni culturali, per non rischiare di perdere il nostro patrimonio. Si devono restaurare edifici, chiese e opere dโ€™arte prima possibile, altrimenti, come ho giร  avuto modo di scrivere sul numero speciale di Predella dedicato al terremoto, citando Mario Calabresi su La Repubblica del 29 ottobre 2016: ยซsaremo tutti piรน poveri e avremo perso un pezzo della nostra animaยป.

 

Per saperne di piรน su Spoleto

 

 

 

 

ยซChi lavora con le sue mani รจ un lavoratore, chi lavora con le sue mani e la sua testa รจ un artigiano, chi lavora con le sue mani e la sua testa ed il suo cuore รจ un artistaยป (S. Francesco)

Mi chiamo Anna e sono una designer. Una grande passione per la casa, lโ€™arredo e tutto ciรฒ che รจ fatto a mano mi ha portata a concretizzare quello che per molto tempo รจ stato solo un sogno: oggi ho la fortuna di fare il lavoro che mi piace.

Sono nata ad Assisi e da sempre abito nella stessa frazione ai piedi della cittร  del Santo Poverello; lโ€™amore per la mia terra mi ha portato a mettere radici qui, anche dal punto di vista lavorativo, tantโ€™รจ che negli ultimi anni le strade che percorro mi portano spesso ad entrare nelle botteghe degli artigiani e ad instaurare collaborazioni volte alla reinterpretazione in chiave contemporanea di tutto ciรฒ che รจ tradizione.

Un destino scritto il mio? โ€ฆforse! Mio padre รจ un artigiano, un falegname e un restauratore. Da piccola ho trascorso molte estati nella sua bottega e ancora oggi trascorro del tempo in falegnameria, infatti mio padre รจ il principale artigiano con cui collaboro.

In questa rubrica vi parlerรฒ di artigianato artistico, di materiali, di design, di creativitร , di tutti quei luoghi in cui risiedono le eccellenze umbre, quelle che sanno fare bene e con il cuore!

La Falegnameria

Oggi il mio viaggio inizia da vicino, dal luogo che ha determinato il mio essere designer oggi: il laboratorio artigiano di Fulvio Bertinelli. La falegnameria รจ accogliente: sorge in una zona industriale, ma per fortuna si affaccia sulla campagna e dalle finestre piรน in alto si possono ammirare le colline con Assisi e tutti gli altri borghi incastonati nel verde. รˆ un luogo alla vista contemporaneo, ma dal sapore anticoโ€ฆ custodisce un antico sapere fatto di tecnica e esperienza tramandata! Entrando, ciรฒ che mi colpisce subito รจ il profumo del legno, evocativo, che mi trasporta in unโ€™altra dimensione, attivando uno stimolante gioco sensoriale. Accade sempre! Ma prima di perdermi in racconti su essenze e caratteristiche di questo materiale che adoro, vi parlerรฒ un po’ dellโ€™attivitร  in falegnameria.

Gli strumenti

Tutto il lavoro svolto da mio padre รจ artigianale; ci sono in laboratorio dei moderni macchinari senza i quali ormai sarebbe impensabile lavorare, ma molti passaggi che portano alla creazione di un mobile vengono svolti ancora manualmente, con strumenti a mano, come si faceva centinaia di anni fa.

La pialla, la lima e la raspa, lo scalpello: sono piccoli strumenti senza i quali un mobile costruito artigianalmente non avrebbe lo stesso fascino. Si conserva cosรฌ un sapere, una tecnica, e il bene realizzato porterร  traccia della lavorazione manuale che avviene in maniera precisa, scrupolosa e attenta. Dalla cura di mani grandi e sapienti del mio falegname, tavole di legname si trasformano in capolavori dalla qualitร  eccezionale e dalle finiture ricercate. Olio, gommalacca, cera dโ€™api: sono solo alcune finiture naturali possibili, ma dato che il legno รจ una materia naturale e viva, queste sono le finiture piรน consigliate al cliente che desidera un oggetto di classe e โ€œgreenโ€ al cento per cento.

Un balsamo per i sensi

Il mestiere dellโ€™artigiano che lavora il legno รจ sicuramente un mestiere articolato; si compone di fasi di studio e ricerca, progettazione, studio della fattibilitร , applicazione della tecnica, scelta di legname e finitureโ€ฆ ma credo che in questo mestiere si nasconda un grande privilegio, lโ€™essere a contatto con una materia viva, calda, profumata, colorata, piacevole al tatto. E il gioco sensoriale si attiva di nuovo quando osservo e tocco le essenze presenti in laboratorio. Per lo piรน legni nostrani, cioรจ tipici del nostro territorio: il noce pregiato, resistente e liscio, di un bel marrone intenso; il rovere biondo e rugoso, trattato spesso con la tecnica della spazzolatura; il pioppo bianco, umile e morbido, lโ€™albanello dei vecchi artigiani; il ciliegio rosato e fiammato, il castagno con le sue sfumature decise, lโ€™olivo mistico, curvo e annodatoโ€ฆ

รˆ affascinante il legno, toccarlo e annusarlo รจ quasi una terapia. Ho fatto un esperimento, di recente: ho conservato in barattoli a chiusura ermetica trucioli di legno di varie essenze (cosรฌ il profumo del legno appena tagliato non si disperde!) e li ho fatti annusare a molte persone. Il potere evocativo di tali profumi รจ sorprendenteโ€ฆ nessuno se nโ€™รจ andato senza un ricordo affiorato alla mente!

Ditemi: non siete ora curiosi di entrare in falegnameria a vedere, toccare, annusare?