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Prima tappa: Assisi. Il Laboratorio di Fulvio Bertinelli

«Chi lavora con le sue mani è un lavoratore, chi lavora con le sue mani e la sua testa è un artigiano, chi lavora con le sue mani e la sua testa ed il suo cuore è un artista» (S. Francesco)

Mi chiamo Anna e sono una designer. Una grande passione per la casa, l’arredo e tutto ciò che è fatto a mano mi ha portata a concretizzare quello che per molto tempo è stato solo un sogno: oggi ho la fortuna di fare il lavoro che mi piace.

Sono nata ad Assisi e da sempre abito nella stessa frazione ai piedi della città del Santo Poverello; l’amore per la mia terra mi ha portato a mettere radici qui, anche dal punto di vista lavorativo, tant’è che negli ultimi anni le strade che percorro mi portano spesso ad entrare nelle botteghe degli artigiani e ad instaurare collaborazioni volte alla reinterpretazione in chiave contemporanea di tutto ciò che è tradizione.

Un destino scritto il mio? …forse! Mio padre è un artigiano, un falegname e un restauratore. Da piccola ho trascorso molte estati nella sua bottega e ancora oggi trascorro del tempo in falegnameria, infatti mio padre è il principale artigiano con cui collaboro.

In questa rubrica vi parlerò di artigianato artistico, di materiali, di design, di creatività, di tutti quei luoghi in cui risiedono le eccellenze umbre, quelle che sanno fare bene e con il cuore!

La Falegnameria

Oggi il mio viaggio inizia da vicino, dal luogo che ha determinato il mio essere designer oggi: il laboratorio artigiano di Fulvio Bertinelli. La falegnameria è accogliente: sorge in una zona industriale, ma per fortuna si affaccia sulla campagna e dalle finestre più in alto si possono ammirare le colline con Assisi e tutti gli altri borghi incastonati nel verde. È un luogo alla vista contemporaneo, ma dal sapore antico… custodisce un antico sapere fatto di tecnica e esperienza tramandata! Entrando, ciò che mi colpisce subito è il profumo del legno, evocativo, che mi trasporta in un’altra dimensione, attivando uno stimolante gioco sensoriale. Accade sempre! Ma prima di perdermi in racconti su essenze e caratteristiche di questo materiale che adoro, vi parlerò un po’ dell’attività in falegnameria.

[edgtf_custom_font content_custom_font=”Gli strumenti” custom_font_tag=”h2″ font_family=”” font_size=”20″ line_height=”” font_style=”normal” text_align=”left” font_weight=”” color=”#000000″ text_decoration=”underline” letter_spacing=””]

Tutto il lavoro svolto da mio padre è artigianale; ci sono in laboratorio dei moderni macchinari senza i quali ormai sarebbe impensabile lavorare, ma molti passaggi che portano alla creazione di un mobile vengono svolti ancora manualmente, con strumenti a mano, come si faceva centinaia di anni fa.

La pialla, la lima e la raspa, lo scalpello: sono piccoli strumenti senza i quali un mobile costruito artigianalmente non avrebbe lo stesso fascino. Si conserva così un sapere, una tecnica, e il bene realizzato porterà traccia della lavorazione manuale che avviene in maniera precisa, scrupolosa e attenta. Dalla cura di mani grandi e sapienti del mio falegname, tavole di legname si trasformano in capolavori dalla qualità eccezionale e dalle finiture ricercate. Olio, gommalacca, cera d’api: sono solo alcune finiture naturali possibili, ma dato che il legno è una materia naturale e viva, queste sono le finiture più consigliate al cliente che desidera un oggetto di classe e “green” al cento per cento.

Un balsamo per i sensi

Il mestiere dell’artigiano che lavora il legno è sicuramente un mestiere articolato; si compone di fasi di studio e ricerca, progettazione, studio della fattibilità, applicazione della tecnica, scelta di legname e finiture… ma credo che in questo mestiere si nasconda un grande privilegio, l’essere a contatto con una materia viva, calda, profumata, colorata, piacevole al tatto. E il gioco sensoriale si attiva di nuovo quando osservo e tocco le essenze presenti in laboratorio. Per lo più legni nostrani, cioè tipici del nostro territorio: il noce pregiato, resistente e liscio, di un bel marrone intenso; il rovere biondo e rugoso, trattato spesso con la tecnica della spazzolatura; il pioppo bianco, umile e morbido, l’albanello dei vecchi artigiani; il ciliegio rosato e fiammato, il castagno con le sue sfumature decise, l’olivo mistico, curvo e annodato…[edgtf_separator class_name=”c” type=”normal” position=”center” color=”rgba(255,255,255,0.01)” border_style=”” width=”” thickness=”” top_margin=”10″ bottom_margin=”0″]

È affascinante il legno, toccarlo e annusarlo è quasi una terapia. Ho fatto un esperimento, di recente: ho conservato in barattoli a chiusura ermetica trucioli di legno di varie essenze (così il profumo del legno appena tagliato non si disperde!) e li ho fatti annusare a molte persone. Il potere evocativo di tali profumi è sorprendente… nessuno se n’è andato senza un ricordo affiorato alla mente!

Ditemi: non siete ora curiosi di entrare in falegnameria a vedere, toccare, annusare?

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Interior e industrial designer

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