La strada per la ricostruzione dellโAbbazia di S. Eutizio in Preci, ferita dai terremoti del 2016, si fa finalmente in discesa.
Ieri, nel centro di comunitร della parrocchia a Preci, รจ stato avviato ufficialmente il tavolo tecnico-giuridico per il recupero del complesso. Erano presenti: lโon. Giovanni Legnini commissario straordinario del Governo alla ricostruzione per le zone del cratere sismico; lโarcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo; il sindaco di Preci Massimo Messi; lโing. Fulvio Maria Soccodato sub commissario alla ricostruzione; funzionari e tecnici della Regione, della Diocesi e di altri enti; imprenditori del luogo.
Per lโAbbazia negli ultimi mesi si รจ lavorato in modo alacre per presentare al commissario Legnini una proposta concreta di fattibilitร . LโArchidiocesi, la Soprintendenza, la Regione, il Comune e lo studio associato di ingegneria Capaldini di Giano dellโUmbria hanno lavorato intorno a varie ipotesi di ricostruzione. A Legnini รจ stata consegnata quella che sembra piรน funzionale e che prevede il consolidamento della rupe e la ricostruzione del complesso abbaziale nella sua interezza, compreso il campanile. Esteticamente, dunque, tutto sarร come prima, ma lo scheletro sarร realizzato con le tecniche antisismiche piรน allโavanguardia. Da sottolineare che si รจ scelto di procedere al recupero-ricostruzione unitario dellโAbbazia e quindi i lavori per la chiesa, il complesso adiacente e il campanile procederanno di pari passo.
La Diocesi, inoltre, comunica che a breve prenderanno il via 24 cantieri, sugli 82 in programma in base allโordinanza 105 del 17 settembre 2020 e al decreto 395 del 30 dicembre 2020.
Il terremoto del 2016, che ha colpito, ancora una volta, il Centro Italia, ha causato 299 vittime, ha distrutto cittร , abitazioni, edifici scolastici, opifici, comunicazioni, monumenti. Ha colpito, spesso in modo irreparabile, il patrimonio artistico di tutta lโarea del cratere, in particolare quello della Valnerina, il territorio a cavallo fra Umbria e Marche.
Il libro, che sarร presentato oggi alle ore 21.15 nellโambito della rubrica LIBRI&PENSIERI, collegata Festa di Scienza e di Filosofia-Virtute eCanoscenza, ha per titolo; Un patrimonio ferito. la Valnerina. Il libro รจ stato scritto da Vittoria Garibaldi, storica dellโarte, tra le altre cose giร direttore della Galleria Nazionale dellโUmbria, studiosa entusiasta e profonda conoscitrice del patrimonio culturale umbro. Il libro รจ la raccolta di ben quarantotto articoli, a firma di Vittoria Garibaldi, pubblicati dal Corriere dellโUmbria dal dicembre 2016 al dicembre 2017, รจ stato edito dallโAssociazione Orfini Numeister di Foligno, il cui scopo principale รจ la diffusione della cultura e delle conoscenze storico-artistiche della Cittร e dellโUmbria.
Il libro sarร presentato questa seraย alle ore 21.15, sui canali Facebook e Youtube di Festa di Scienza e di Filosofia sul canale Facebook del Laboratorio di Scienze Sperimentali di Foligno, dallโautrice Vittoria Garibaldi e dal dott. Giuseppe Serafini, Magistrato, Presidente di Sezione de Consiglio di Stato.
ยซSe lโUmbria fosse un fumetto? Sarebbe divertente e pieno di coloriยป.
Antonio Vincenti, meglio conosciuto come Sualzo, si definisce un sassofonista mancato e un disegnatore autodidatta. Con la sua matita illustra e racconta storie: ยซPer me รจ fondamentale raccontare delle belle storie. Scelgo sempre argomenti che mi stanno a cuoreยป. Vincitore di diversi premi, i suoi lavori sono stati pubblicati non sono in Italia, ma anche in USA, Russia, Francia, Spagna, Polonia, Inghilterra, Corea del Sud e altri paesi: il 30 novembre sarร in Russia a rappresentare lโItalia alla Fiera Internazionale del libro di Mosca. Ma Sualzo resta legato a doppio filo con il suo territorio, con lโUmbria e soprattutto con il lago Trasimeno, che vede ogni giorno dalla finestra di casa. ยซLโUmbria รจ spesso rappresentata nei miei fumetti e il lago spunta sullo sfondo dei miei disegniยป.
Sualzo Antonio Vincenti all’opera
La prima domanda รจ dโobbligo: qual รจ il suo legame con lโUmbria?
Sono nato a Perugia, ma da vent’anni vivo a San Feliciano: sono un trapiantato orgoglioso. Mi sento molto legato alla fisicitร di questo posto, รจ un luogo che sento molto mio; qui ho conosciuto mia moglie, qui sono nati i miei figli.
Ci spieghi a grandi linee come nasce un suo fumetto. Come le viene lโidea, lโispirazioneโฆ
Io lavoro con due tipi di storie. Mi occorrono sei-sette anni per realizzare un libro con una storia completamente mia: il lavoro parte da unโidea che si affaccia nella mia mente tramite il mio vissuto; oppure lavoro su storie scritte da Silvia Vecchini, e a quel punto il processo creativo รจ piรน rapido. Silvia scrive la storia che ha in mente e poi inizia un processo di cambiamento, di elaborazione e raffinazione del racconto. Questโultima รจ la parte piรน importante e piรน creativa, dopodichรฉ parte il vero mestiere, dove si mettono in pratica le tecniche acquisite negli anni.
Nascono prima i testi o i disegni?
Prima nascono i testi, anche se a volte un testo puรฒ essere generato da unโimmagine: crei un personaggio non sapendo che poi sarร lui stesso far nascere una suggestione e una storia. Comunque, in genere, prima di tutto cโรจ la scrittura. La scrittura รจ – per me – la parte piรน importante.
Sualzo Antonio Vincenti e Silvia Vecchini
Da cosa sono ispirati i suoi personaggi?
Nelle storie che scrivo, riverso sempre una parte di me. I personaggi non sono al 100% autobiografici, perรฒ mi somigliano molto, sono una sorta di auto-fiction. ร molto importante nei miei libri parlare di cose che ho vissuto realmente e soprattutto di argomenti che mi stanno a cuore; se non fosse cosรฌ, sarebbe impossibile riuscire a scrivere 100-200 pagine. Stesso discorso vale per i libri per bambini: la scelta degli argomenti รจ sempre orientata nel comunicare un qualcosa di importate; la motivazione deve essere forte.
Fa piรน fumetti o graphic novel?
In questo momento – vista la richiesta di mercato – lavoro piรน a graphic novel, anche per ragazzi.
Quale tra i due preferisce?
Per mia estrazione sono sempre stato affascinato dallโidea di una narrazione non seriale, piรน vicina al romanzo. Una narrazione che non deve necessariamente far nascere un personaggio, ma una storia senza presupposti e conseguenze. A me non interessa raccontare un personaggio, ma solo delle storie.
Questโanno con La zona rossa ha vinto il premio Attilio Micheluzzi come miglior libro a fumetti per ragazzi: ci puรฒ parlare di questo lavoro?
La zona rossa รจ un fumetto che racconta ai ragazzi il terremoto. Prima di realizzarlo abbiamo temporeggiato molto: la casa editrice Il Castoro ci aveva commissionato un libro su questo argomento prima della scossa del 30 ottobre, ma, come dicevo prima, a Silvia e a me serve sempre una motivazione reale e, purtroppo, il 30 ottobre รจ arrivata. In piรน, gli sfollati di Norcia erano ospiti in alcune strutture di San Feliciano e per diverso tempo hanno vissuto con noi in paese, si sono mescolati a noi, a quel punto – anche se solo da spettatori – siamo entrati nella storia e lโabbiamo raccontata piรน da vicino. Inoltre, una parte del ricavato del libro ha finanziato una scuola di teatro nelle zone terremotate: รจ importante ricostruire, ma non soltanto le cose. Il prossimo anno La zona rossa uscirร negli Stati Unici e in Corea: una storia locale puรฒ avere anche un respiro internazionale.
Cโรจ un fil rouge tra tutti i suoi lavori?
Quello che ritorna sempre nel mio lavoro รจ lโesigenza di voler comunicare un concetto e un pensiero di base. Anche nel fumetto per bambini Gaetano e Zolletta – che racconta la storia di due asini padre e figlio – cโรจ una comunicazione importate: il ruolo della paternitร . Io e Silvia abbiamo voluto affrontare questo aspetto, che nei libri per i piรน piccoli รจ poco rappresentato o cโรจ solo in maniera marginale. Voglio specificare: non devono essere libri pedagogici, ma libri che raccontano una storia solida e bella. ร una nostra esigenza.
Perรฒ non scrive libri solo per i bambini.
Le storie che scrivo con Silvia sono per bambini e ragazzi, quelle che scrivo da solo sono per un pubblico adulto.
Se lโUmbria fosse un fumetto, come la disegnerebbe? Quali sono le parti che metterebbe in evidenza?
Sicuramente sarebbe un fumetto umoristico: gli umbri hanno un umorismo di pancia, non sono musoni come sembrano. Sanno essere divertenti. Comunque, sarebbe un fumetto a colori: lโUmbria รจ piena di colori. Pure nei miei lavori i paesaggi della regione sono molto presenti: il lago spesso affiora e fa capolino nelle mie storie – dopotutto lo vedo ogni giorno dalla mia finestra.
Come descriverebbe lโUmbria in tre parole?
Crocevia, camminata, mistica.
La prima cosa che le viene in mente pensando a questa regioneโฆ
“La luce colorerร il buio”: รจ questo il motto della mostra, per riportare nelle regioni terremotate la luce della vita. Il progetto artistico, ideato da Rosaria Mencarelli, realizzato da Paola Mercurelli Salari con la direzione artistica di Gisella Gellini e Claudia Bottini, in collaborazione con Fabio Agrifoglio, presidente della Fondazione Mario Agrifoglio e degli studenti del corso Light Art e Design della Luce del Politecnico di Milano, รจ nato a pochi mesi dal sisma del 2016 per sostenere il recupero del patrimonio culturale danneggiato attraverso una raccolta fondi finalizzata al restauro.ย
Lโallestimento รจ stato affidato allโexhibition designer Gaetano Corica, autore anche del progetto foto-video dellโesperienza, video a cura di Cecilia Brianza.
Inaugurata durante il Natale 2017, la mostra รจ stata concepita fin da subito come un grido di speranza: Il buio non esiste, รจ soltanto lโassenza della luce. Attraverso le opere di BlackLight Art, il pubblico รจ stato stimolato a una differente percezione della luce, come veicolo di messaggi emotivi e culturali, con una forma di comunicazione immediata e partecipativa.ย ย
Ideata come una mostra itinerante esposta a Milano e a Como, raggiunge ora la Rocca Albornoziana di Spoleto, entrando in dialogo con la Light Art del Palazzo Ducale di Gubbio e mettendo per la prima volta in sinergia due strutture del Polo museale dellโUmbria. Visto il grande successo di pubblico, Lightquake 2017 a Spoleto รจ stata prorogata fino all’8 Aprile!ย ย
Light Art
Gli artisti che esplorano le valenze artistiche della luce nera a Spoleto sono: Mario Agrifoglio, Nino Alfieri, Alessio Ancillai, LeoNilde Carabba, Claudio Sek De Luca, Giulio De Mitri, Nicola Evangelisti, Maria Cristiana Fioretti, Federica Marangoni, Yari Miele, Ugo Piccioni, Sebastiano Romano. Importante la figura di Mario Agrifoglio, artista che ha fatto della Black Light il fulcro della sua sperimentazione artistica.ย
Ma che cosa รจ Black Light Art? Le radiazioni ultraviolette non sono direttamente percepite dall’occhio, si evidenziano solo quando colpiscono superfici coperte da particolari pigmenti, provocando la fluorescenza di alcuni materiali e dando vita allโeffetto metamerico (ovvero la trasformazione di un colore sotto luce solare in qualunque altro colore sotto luce nera). Le opere sembrano cosรฌ emergere dal buio, per approdare a orizzonti visivi inusitati, caricandosi di una forte valenza spettacolare e, soprattutto, interattiva.ย
La relazione tra la luce e lโoscuritร
La luce, o meglio, la relazione fra luce e oscuritร , fra buio e illuminazione, diventa elemento suggestivo e suggestionante per la ricerca artistica contemporanea. LโAmbiente spaziale a luce nera di Lucio Fontana, realizzato alla Galleria del Naviglio di Milano nel 1949, non รจ solo la prima esemplificazione di BlackLight Art ma รจ anche il primo tentativo di superamento dello spazio attraverso lโutilizzo della luce. Questo environnement di cartapesta, vernice fosforescente e luce di Wood, presenta grandi forme astratte, organiche, allungate e colorate, appese al soffitto violaceo. Le forme fluorescenti diventano lโunico punto di riferimento della sala. Uno spazio artistico costruito artificialmente che si estende e mira a essere un mondo in sรฉ, un luogo sperimentale dove lo spettatore deve essere co-autore e consapevole fruitore. Per questo รจ importante citare Giuseppe PinotโฏGallizio e la sua pioneristica Caverna dellโAntimateria: ambiente guscio, un antimondo atomico dove giocano al suo interno la luce di Wood, componenti elettroniche e musicali, esposta alla galleria Drouin di Parigi nel 1959. In Italia, nel frattempo, la BlackLight Art si arricchisce delle esperienze dellโarte programmata e cinetica dello Spazio elasticoโฏdi Gianni Colombo, 1967. Allโinterno di questโopera il movimento degli elastici, visto attraverso la luce di Wood, crea nel pubblico sorprendenti effetti di disorientamento. Colombo descrive Spazio elastico come uno stato semi onirico, ยซche subisce osmosi dimensionale continueโฆ espandendosi in ogni direzioneยป. Negli stessi anni, Dan Flavin aveva sviluppato molte delle sue sculture con tubi fluorescenti creando, nel 196,8 una intera galleria di luce ultravioletta a Documenta 4, a Kassel.ย
La dimensione immateriale di queste storiche installazioni รจ perfettamente ricreata nelle sale della Rocca grazie alla luce nera di Wood, che muta i colori e la percezione delle opere degli artisti. Ogni spettatore entrandovi sarร solo con se stesso; al limite tra conscio e inconscio vivrร una nuova esperienza sensoriale e visiva, poichรฉ come scrisse Padre Kircher nellโArs Magna LucisetUmbrae del 1646, ยซNulla รจ visibile in questo mondo se non alla condizione di una luce mescolata di tenebreยป.ย ย ย
Come giร avvenuto altre volte nella Storia, anche in questo caso da un piccolo lembo di terra ferito nel cuore del โCuore d’Italiaโ possono germogliare semi di futuro per il Paese e l’Europa.
Montanari testoni
Quattro documentari, quattro storie che raccontano la rinascita della Valnerina. A un anno dal sisma che ha colpito l’Italia centrale, quattro documentari, scritti, prodotti e realizzati con il progetto Restart. Comunitร resistenti da MenteGlocale – laboratorio permanente di comunicazione sociale, con sede a Perugia – raccontano le storie di una terra, la Valnerina umbra, che ha reagito ai danni materiali e morali del terremoto.
Norcia, Campi, Cascia, Ruscio: il sisma ha colpito le popolazioni toccandole negli affetti, nelle abitudini e nelle piccole e grandi sicurezze della vita di tutti i giorni. Questi โmontanariโ sono stati feriti ma non sconfitti, e in alcuni casi hanno saputo reagire alle difficoltร rimboccandosi le maniche. Scritto da Filippo Costantini, Giorgio Vicario e Daniele Suraci, che ne ha anche curato regia e montaggio, il progetto Restart. Comunitร resistenti รจ stato realizzato con il contributo del Corecom Umbria, attraverso il bando Tv di Comunitร 2017.
I quattro documentari
I quattro docu-film cercano di raccontare le storie di questi territori, le storie poco conosciute o che in pochi raccontano. Persone e luoghi sono i protagonisti, che vanno oltre il terremoto e che cercano di rimboccarsi le maniche per ricominciare e andare avanti.
Montanari testoni
Nata nel novembre 2016 a Norcia, dentro una tenda da campo, l’associazione Montanari Testoni รจ stata promossa da un gruppo di giovani del territorio per affrontare insieme le avversitร legate al terremoto. Per parlare e confrontarsi sulla situazione personale e collettiva e per proporre attivitร di partecipazione, condivisione, collaborazione e promozione culturale dedicate agli abitanti di Norcia. Da centro di raccolta di beni alimentari e vestiti, a vero e proprio centro sociale, il container ha ospitato in questi mesi – e continua a farlo – riunioni di condominio, laboratori per bambini, cineforum e molto altro, fino alle prove della celebre Corale di Norcia, rimasta senza una sede, ed รจ diventato ormai un punto di riferimento fondamentale per tutta la comunitร nursina.
Le suore di Cascia
Rita
A Cascia, dopo la scossa del 30 ottobre 2016, diversi edifici sono risultati inagibili, ma tranne pochi casi non ci sono stati crolli. Per questioni di sicurezza, per la prima volta nella storia di Cascia la Basilica di Santa Rita รจ stata chiusa e le suore Agostiniane di clausura hanno dovuto abbandonare il Monastero, facendovi rientro dopo alcune settimane. ร in questo contesto che si racconta la vita all’interno del Monastero di clausura delle Suore di Cascia e il rapporto dei casciani con Santa Rita: in una Cascia colpita dal sisma l’icona della Santa รจ una presenza concreta di speranza per il futuro.
Maddalena
Ruscio รจ una piccola frazione del Comune di Monteleone di Spoleto composta di case a due piani, palazzi storici, tre chiese, due piazze, un ponte e tante fontane. Il borgo si sviluppa lungo una sola via tagliata da un ponte che divide Ruscio di sopra da Ruscio di sotto. La frazione, dove vi risiedono stabilmente settanta persone, non ha subito molti danni. I segni materiali dei recenti terremoti ci sono, ma non sono fortissimi: i danni forse piรน evidenti sono nelle persone e sono legati alla paura dello spopolamento, al timore che almeno per qualche anno non sarร piรน come prima. Ogni anno d’estate i rusciari sparsi nel mondo ritornano nella piccola frazione umbra per passare le loro vacanze, ripopolando case che per buona parte dell’anno sono custodite con cura dai pochi abitanti stabili del paese. Il 24 agosto viene celebrata la tradizionale Cena dei Rusciari, momento irrinunciabile per salutarsi prima di tornare ai propri luoghi di residenza. Nel 2016, a causa del terremoto, la cena รจ stata annullata.
Doctormonster
Back to Campi รจ il sogno di Roberto Doctormonster Sbriccoli, muratore-dj di Campi, frazione del Comune di Norcia fortemente colpita dalle scosse del 2016. La parte alta della frazione รจ zona rossa, tutte le case sono inagibili, e diverse sono quelle crollate. Tra la parte alta e quella bassa del paese sorge la sede della Pro Loco, una struttura inaugurata appena 4 giorni prima del terremoto del 24 agosto 2016 e costruita dagli abitanti di Campi guidati da Docmonster. Una struttura antisismica in classe 4 che รจ stata da subito utilizzata come centro d’accoglienza per l’emergenza. Nelle settimane successive alla scossa agostana ha ospitato fino a novanta persone, rivelandosi fondamentale per offrire riparo e assistenza ai campesi. Animatore e coordinatore dello spazio รจ stato Docmonster, che รจ anche il presidente della Pro Loco. Sono stati giorni difficili, carichi di sconforto e nervosismo, ma quel luogo รจ stato fondamentale. Oggi molti degli abitanti di Campi vivono nei container e nelle casette di legno appena consegnate. Docmonster ha un sogno che si chiama Back to campi, un progetto da 4 milioni di euro che ha l’obiettivo di costruire su di un terreno appena acquistato dalla Pro Loco un centro polifunzionale per il turismo e lo sport. ร un progetto che ha l’obiettivo di fornire una struttura completa e dotata di tutti i servizi a chi d’estate verrร in vacanza (prima del sisma erano in molti a scegliere questo luogo per le vacanze estive) in queste zone ed ha l’ambizione di essere un centro polifunzionale per i ritiri pre campionato delle squadre dei diversi sport. Docmonster si รจ messo in testa di realizzare questo progetto.
Rischiare di perdere la nostra identitร : questo il pericolo che corriamo dopo la devastazione che ha subito il centro Italia con il terremoto del 2016. In Umbria come nelle altre regioni, negli anni che passeranno prima della fine dellโemergenza e del completamento della ricostruzione, bisognerร contrastare la โperditaโ di legame e conoscenza del territorio, soprattutto in direzione del patrimonio culturale, storico-artistico.
Questa mostra, inaugurata il 5 marzo alla Rocca albornoziana di Spoleto e organizzata da Regione Umbria, Ministero dei Beni e delle Attivitร Culturali e del Turismo, Arcidiocesi di Spoleto โ Norcia e Comune di Spoleto, durerร fino al 30 luglio 2017 e avrร proprio questโobiettivo.
Ospiti in Rocca
Lโevento si inserisce nel programma Scoprendo lโUmbria, prodotto da Sistema Museo e fortemente voluto e promosso dalla Regione Umbria per sostenere e valorizzare le attivitร dei musei. La mostra Tesori dalla Valnerina si apre con Ospiti in Rocca. Tra le opere, tutte ricche di un altissimo significato simbolico, troviamo il Crocefisso ligneo del XVI secolo proveniente dalla chiesa di SantโAnatolia di Narco, la Madonna con Bambino del XVI secolo di Avendita di Cascia e il gruppo dellโAnnunciazione di Andrea della Robbia degli inizi del XVI secolo, composto di due sculture in terracotta invetriata – la Vergine e lโarcangelo Gabriele – poste originariamente nella Chiesa della SS. Annunziata e conservate presso il Museo della Castellina di Norcia, da cui proviene anche il curioso quattrocentesco Bossolo del magistrato in mostra. Dalle altre regioni: il raffinato dipinto su tavola di Nicola di Ulisse da Siena Madonna col Bambino dal Museo diocesano di Ascoli Piceno e il San Sebastiano della seconda metร del Seicento proveniente da Scai, nel territorio di Amatrice.
Dal 9 aprile, unโaltra selezione di opere, messe in salvo dalle chiese e dai musei danneggiati della Valnerina, provenienti dal deposito del Santo Chiodo di Spoleto, recuperate e giร restaurate nei mesi trascorsi dal 24 agosto 2016 andranno ad arricchire la mostra.
Altri progetti
ยซGiร dopo le scosse del 24 agosto ma soprattutto dopo il 30 ottobre, ho maturato la convinzione che la Rocca e il Museo nazionale del Ducato,โฏnon avendo riportato danni, dovessero assumersi ilโฏruolo di punto di riferimento per il territorio e per attivitร momentaneamente in difficoltร ยปโฏafferma la direttrice Rosaria Mencarelli.
Non solo mostre, quindi, ma anche molte altre iniziative tra cui LIGHTQUAKE: Donare per Ricostruire, una campagna di crowdfunding attivata a febbraio nellโambito del progetto artistico LIGHTQUAKE, promosso dal MiBACT ,โฏ Museo Nazionale del Ducato di Spoleto in collaborazione con ilโฏ Comune di Spoleto,โฏ Politecnico di Milano – Facoltร del Design, e Associazione Rocca Albornoziana, perโฏ sostenere il restauro di alcune opere danneggiate dal terremoto e l’avvio di un progetto condiviso per progettare una rigenerazione a base culturale a livello regionale. LIGHTQUAKE rappresenta un segnale di reazione e rinascita, “una scossa di luce” per infondere energia positiva, per spezzare il buio della distruzione e riaccendere la vita e la creativitร in una terra ricca di capolavori e di eccellenze artistiche. ร possibile contribuire alla raccolta fondi, realizzata in collaborazione con Progetto IMMaginario, nella piattaforma specializzata Starteed .
Una restaurazione necessaria
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Speranza e impegno; conoscenza per il futuro. La mostra รจ la giusta reazione allโemergenza beni culturali, per non rischiare di perdere il nostro patrimonio. Si devono restaurare edifici, chiese e opere dโarte prima possibile, altrimenti, come ho giร avuto modo di scrivere sul numero speciale di Predella dedicato al terremoto, citando Mario Calabresi su La Repubblica del 29 ottobre 2016: ยซsaremo tutti piรน poveri e avremo perso un pezzo della nostra animaยป.
Sotto la cittร , allโinterno delle mura sotterranee della Rocca Paolina, allโepoca ancora non aperta al pubblico, due dei piรน importanti artisti del nostro tempo si confrontarono e lasciarono due opere fondamentali nelloro percorso artistico: le sei lavagne tematiche ยซsumma dellโarte cripto-concettualeยป del tedescoJoseph Beuys e il Grande Nero, il monumento del massimo artista contemporaneo umbroAlberto Burri.
Raccontando oggi queste opere e quellโincontro, soprattutto in questo momento che la terra trema e che viviamo nell’incertezza degli eventi, si ha la sensazione che questi due artisti – lontani tra di loro e distanti anche nel modo di concepire arte ed estetica – siano in realtร legati da un tema fondamentale: il rapporto inevitabile e sostanziale dellโuomo con la forza della natura.
Lo sciamano tedesco
Locandina dell’evento
Joseph Beuys giunse a Napoli per lโinaugurazione della mostra-incontro con Andy Warhol alla Galleria Lucio Amelio il 1 aprile 1980; approfittando della sosta italiana Italo Tomassoni organizzรฒ lโevento di Perugia. Incontri necessari, tra i grandi artisti che contribuirono alla nuova autonomia della cultura artistica europea rispetto allโegemonia del modello americano, che a partire dal secondo dopoguerra era stata depositaria dei valori della cultura.
La sera del 3 aprile Beuys, allโinterno della Sala Cannoniera della Rocca, con un gessetto bianco, di getto realizzรฒ i suoi disegni, schemi e simboli sopra sei grandi lavagne. Una โscultura socialeโ che rompe qualsiasi schema con lโarte tradizionale. Oggi, protette da teche di vetro, sono esposte al Museo civico di Palazzo Penna in modo sequenziale rispettando il percorso illustrato dallโartista nella sua performance.
Le sei lavagne tematiche di Beuys
Lโarte secondo Beuys รจ trasformazione, trasmissione di energia vitale allโinterno del continuum della materia informe. Insegnante allโAccademia di Dรผsseldorf, attraverso la didattica, cercava di far emergere le facoltร creative come mezzo di rifondazione del linguaggio. Piรน volte definito sciamano per il tipo di ritualitร delle sue azioni, rivela la forza occulta, lโenergia segreta della materia. Tra i fondatori di Fluxus, con i suoi happening va alla ricerca dellโastrazione, la proprietร dellโintelletto su cui si basa il linguaggio; emozionando lo spettatore, parla ai sensi, abbinando ogni sorta di materiale e oggetti.
La lavagna n.1
Lavagna n. 1, Beuys
Nel catalogo a cura di Tomassoni, realizzato in occasione del nuovo allestimento nel 2003, troviamo la descrizione di ogni lavagna. Per il nostro discorso, la piรน rappresentativa e forse fulcro del pensiero di Beuys รจ la Lavagna n. 1, dove si affronta il rapporto con la natura.
Scrive Tomassoni: ยซlโarte si deve ampliare in senso socio-antropologico, e lโeconomia e la politica devono essere valutate con il metro dello spirito. Beuys ritiene lโarte lo strumento piรน idoneo per una solidarietร che protegga la vita anzichรฉ distruggerla.ยป
Due figure umane sopra al sole: รจ la Cittร del Sole di Campanella nella quale gli ordinamenti e le istituzioni non sono il frutto di consuetudini ereditate dalla tradizione, ma lโespressione della ragione naturale dellโuomo.โฏLo stesso Beuys scriveva: ยซSe voglio dare allโuomo una nuova posizione antropologica, devo anche dare una nuova posizione a tutto quanto lo concerne, collegarlo verso il basso con gli animali e le piante, con la natura, cosรฌ come verso lโalto, con gli angeli o gli spiriti[โฆ]. Nelle mie azioni ho sempre esemplificato arte=uomo.ยป
L'artista della natura
Superando cosรฌ il concetto ideologico delle avanguardie (arte=vita), Beuys diventa lโartista della natura anche grazie a numerose performance tra cui la piรน famosa, nel 1982 a Kassel in Germania, in occasione di Documenta VII.7000 querce: nellโarco di quattro anni vennero piantate 7000 querce, ciascuna affiancata da una stele di basalto in un rapporto tra roccia e pianta in continua evoluzione. Ma รจ nel 1981, a mio avviso, che Beyus riesce a rappresentare meglio il significato piรน profondo e tragico del rapporto tra materia ed energia, tra la forza della natura e la creativitร dellโuomo. In occasione del progetto Terrae Motus alla Galleria Amelio per il terremoto dellโIrpinia del 1980, Terremoto in palazzo – che ho avuto modo di vedere nella ricostruzione fatta al MADRE di Napoli nel 2015- Beuys mostra la fragilitร umana allestendo una stanza con strumenti di lavoro recuperati dai centri colpiti dal sisma.
Vasi di vetro sotto i piedi del tavolo e frammenti sparsi tuttโintorno, un uovo in equilibrio su un tavolo deformato: queste immagini scorrono in un video proiettato su una parete: Beuys sotto uno un tavolo disegna su una carta per elettrocardiogramma le onde sismiche, mettendo in relazione il battito della scossa con quello del cuore.
ยซCโera dellโenergia nellโarte, tanta energia da potersi contrapporre a quella scatenata dalla Terraยป cosรฌ scriveva Lucio Amelio.ยป
ยซOgni uomo possiede il Palazzo piรน prezioso del mondo nella sua testa, nel suo sentimento, nella sua volontร ยป, afferma Beuys, individuando nella forza creativa dellโuomo la possibilitร di un nuovo e autentico riscatto.
Burri e la continua metamorfosi dell'uomo
Mentre Beuys illustrava le sue lavagne, Burri scelse lโangolo piรน nascosto tra le volte della Rocca per sistemare unโimponente scultura nera alta piรน di 5 metri, il Grande Ferro o Grande Nero. Unโopera cinetica, misteriosa e silente che cerca di esprime la condizione dellโuomo in continua metamorfosi dopo le ferite e i mutamenti inflitti dalla natura e dalla storia. Questo rapporto profondo con la natura รจ espresso diversamente in Burri rispetto a Beuys: i sacchi e le sperimentazioni con nuovi materiali sono una ricerca tesa alla sublimazione degli oggetti usati e logorati, ne evidenzia tutta la carica poetica come residui dellโesistenza umana.
Grande Cretto di Gibellina, Burri
A partire dagli anni Settanta i suoi cretti bianchi o neri, realizzati con misture di caolino e vinavil, hanno lโaspetto della terra essiccata; li userร nelle sue opere piรน imponenti, come il Grande Cretto di Gibellina, unโopera di land art nata anchโessa come risposta alla distruzione e alla tragedia del terremoto, ma terminata solo nel 2015. Sempre insieme allโarchitetto Zanmatti, giร intermediario per lโincontro di Perugia, nel 1984 si recรฒ a Gibellina, vicino Trapani, dove il sindaco vide nell’arte una possibilitร di riscatto dopo molti anni dal sisma, che demolรฌ la cittร nel 1968.
Chilometri quadrati di cemento formano un enorme cretto sopra la cittร vecchia. Il visitatore attraversa le crepe del cretto, non piรน case ma blocchi bianchi informi, un paesaggio surreale dopo la scomparsa della vita. Scrive Burri dopo il sopralluogo: ยซMi veniva quasi da piangere e subito mi venne lโidea: ecco, io qui sento che potrei fare qualcosa. Io farei cosรฌ: compattiamo le macerie che tanto sono un problema per tutti, le armiamo per bene, e con il cemento facciamo un immenso cretto bianco, cosรฌ che resti perenne ricordo di questโavvenimentoยป.
PerBeuys e Burri la natura non รจ distruttrice, nรฉ maligna, รจ lโuomo che deve, attraverso un rinnovato rapporto con essa, creare piรน intelligenti forme di convivenza. Lโarte puรฒ concretamente cambiare il mondo e il nostro modo di agire, rendere eterne le cose del mondo destinate alla caducitร .
Guido Montana in ยซLโUmanitร ยป, 3 maggio del 1980
Italo Tomassoni, a cura di, Beuys/BurriPerugia, Rocca Paolina, 3 aprile 1980, in collaborazione con Lucio Amelio, Alberto Zanmatti, Litostampa, Perugia 1980.
Stefano Zorzi,โฏParola di Burri, Torino, Allemandi, 1995 Joseph Beuys: difesa della natura diaryof Seychelles, testi di Lucrezia De Domizio Durini, Italo Tomassoni, Giorgio Bonomi, ed. Charta, Milano 1996
Italo Tomassoni, a cura di, Beuys a Perugia, ed. Silvana, Cinisello Balsamo 2003 Guida alla raccolta Beuys Museo Palazzo della Penna, Liomatic, Perugia 2008
Andrea Viliani, a cura di, Lucio Amelio dalla Modern Art Agency alla genesi di TerraeMotus (1965-1982): documenti, opere, una storia…, Mondadori Electa, Milano 2015