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Nuovo look per l’Ovo di Gubbio

di Agnese Priorelli

L’opera d’arte di Mirella Bentivoglio, dopo il restauro, è stata riconsegnata alla città.

A ridosso della Pasqua, l’Ovo di Gubbio è tornato a splendere. L’opera dell’artista Mirella Bentivoglio (Klagenfurt 1922-Roma 2017) è stata sottoposta a una importante operazione di restauro e ricostruzione che ha visto la collaborazione di Università dei Muratori, Comune di Gubbio, Amici di Mirella e volontari.

 

Durante il restauro, foto by Federico Minelli

 

L’Ovo di Gubbiomonumento simbolico all’adultera lapidata – è una delle opere in assoluto più significative di Bentivoglio, alla quale la stessa artista era particolarmente legata, tanto da definirla: «Un accordo di pace fra uomo e donna nel segno dell’uguaglianza».
Negli anni Settanta e oltre, l’artista, di fama mondiale, esplora i linguaggi della performance, della poesia-azione e della poesia-environment, allestendo grandi strutture simboliche di matrice linguistica sul suolo pubblico: tra cui il celebre Ovo. Fu proprio lei a decidere di collocarlo in un bivio lungo il percorso dei Ceri, per sottolineare come fosse il «primo inserimento di un segno femminile in luoghi tradizionali di cerimonie della fertilità, finora considerate riti esclusivamente maschili».
Il critico d’arte Enrico Crispolti nel 1982, in relazione all’opera, ha scritto: «Un monumento simbolico all’adultera lapidata, di pietra come i muri delle case e le mura di difesa che circondano lo spiazzo dove, appunto a Gubbio, l’uovo è venuto a creare un nuovo rapporto di segni».
Proprio in questi giorni, a un secolo esatto dalla nascita di Mirella Bentivoglio, il monumento – tra i più significativi dal punto di vista artistico e storico di Gubbio – è tornato in  tutto il suo splendore nel luogo di origine dov’era stato collocato per la prima volta nel 1976, in occasione della Biennale della città dei Ceri.
«L’Ovo di Bentivoglio è un’opera d’arte contemporanea che sin dal 1976 si è inserita perfettamente nel nostro contesto urbano e addirittura nella nostra Festa più rappresentativa: restituirla al suo luogo originario è una grande operazione che simboleggia anche la rinascita e la voglia di rinascimento della città. Bentivoglio è parte della storia di Gubbio, oltre che di quella dell’arte italiana e internazionale, ecco perché questa operazione ci riempie di orgoglio e di soddisfazione» sottolinea il sindaco Filippo Stirati.

 

 

Le pietre utilizzate per la ricostruzione sono le stesse dell’originale, integrate con alcune della stessa tipologia, lo racconta il presidente dell’Università dei Muratori, Giuseppe Allegrucci: «Un lavoro fatto insieme ad alcuni volontari eugubini, che hanno avuto l’idea della ricollocazione; l’Università ha poi ripreso in mano tutta la storia e si è occupata della ricostruzione».

 

 


Foto esclusive di Federico Minelli

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Agnese Priorelli

Laureata in Scienze della Comunicazione, è giornalista pubblicista dal 2008. Ha lavorato come collaboratrice e redattrice in quotidiani e settimanali. Ora collabora con un giornale online e con un free press. È appassionata di cinema e sport.