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Spello appartiene al Club de
I Borghi Piรน Belli d’Italia

 


Grazie alla sua posizione mozzafiato su di una dolce collina che contrasta per altezza con il vicino Monte Subasio, il comune di Spello si รจ guadagnato anche per il 2017 la selezione tra i Borghi piรน Belli dโ€™Italia.

Celebreย per le sueย maestoseย infiorateย in occasione del Corpus Domini,ย che di anno in anno diventano sempre piรนย conosciute anche fuori dallโ€™Umbria eย durante le quali le strade si colorano di tappeti rappresentanti scene di natura religiosa create con i petali, il piccolo borgo fu fondato dagli Umbri per poi passare sotto la dominazione romana intorno al 41 a.C.ย eย nellโ€™epoca augusteaย ricevette lโ€™appellativo diย โ€œSplendida colonia Iuliaโ€. Fu proprio con la presenza dei Romani che Spello venne dotata delle strutture urbanistiche tipiche dellโ€™impero, quali mura, terme,ย unย teatro e persino un impianto idrico che, nonostante le varie vicissitudini – dall’invasione dei Barbari ai passaggi di dominio tra vari Ducati e il Papato, sono giunte fino ai giorni nostri.

 

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Veduta di Spello,ย foto di Marica Sorbini

 

Edย รจย la riscoperta di una di esse che ha reso il borgo unโ€™attrattiva anche per gli sportivi: se siete degli escursionisti con la passione per la natura cโ€™รจย un meraviglioso percorso che fa perย voi! Infatti, nel 2009, un tratto dellโ€™acquedotto romanoย รจย stato recuperato grazie ad un progetto volutoย dellโ€™architetto Stefano Antinucci, realizzando un tracciato per gli amanti del trekking e della mountain bike. Lโ€™antico manufatto, in pietra calcarea locale, bianca e rosata,ย subรฌย diverse ristrutturazioni nel corso degli anni edย รจย stato funzionante fino allโ€™Ottocento, quando a causa dellโ€™eccessive perditeย fu sostituito da una nuova struttura e quindiย temporaneamente cadde nel dimenticatoio.
Ma oggi lโ€™acquedotto costituisce un importante reperto, conservando molti tratti originali, che si possono ammirare durante il percorso, intersecandosi con antichi ponti e persino un abbeveratoio, un tempo utilizzato per dissetare gli animali, dove attualmente si trova una fontanella dalla quale รจ possibile attingere acqua fresca.

 

acquedotto_spello

Acquedotto romano,ย foto di Marica Sorbini

 

Il sentiero ha il suo punto di partenza a Spello, dal cui centro storico si deve arrivareย alla Fonte dellaย Bulgarellaย (quota 313ย m)ย e da lรฌย si va attraverso una via ben tracciata che giungeย sotto ilย piccolo e caratteristicoย borgo diย Collepinoย (quota 456ย m),ย maย ovviamenteย รจย percorribile anche in senso contrarioย eย anzi,ย รจย considerato come il naturale proseguimento delย preesistente Sentiero 52ย che collega direttamente ilย Monte Subasioย aย Collepino. Si sviluppa per circa 5 km edย รจย prevalentemente pianeggiante, aspetto che lo rende adattoย a escursionisti di tutte le etร , compresiย bambini e anziani. Lungo di esso sono presenti delle panchine che consentono alle persone di riposarsi, ma soprattutto di godere e ammirare il paesaggio circostante:ย scorci sulla valle delย Chiona, sulle colline appenniniche e su Spello, sonoย indubbiamenteย buoneย ragioni per cui intraprendere questa passeggiata.

 

Collepino

Sentiero di Collepino,ย foto di Marica Sorbini

San Gemini appartiene al Club de
I Borghi Piรน Belli d’Italia

 


Il Geolab รจ uno spazio espositivo permanente dedicato alla Scienze della Terra. Un luogo pensato per raccontare come รจ fatto e come funziona il nostro pianeta, come รจ nata lโ€™Umbria, e quali sono i meccanismi che sono alla base della sua evoluzione. Al Geolab รจ: “vietato non toccare”.
Piรน che un museo, Geolab รจ quasi un laboratorio, che a San Gemini ospita una serie di macchine interattive
che spiegano divertendo, ma soprattutto invitando il visitatore a osservare e sperimentare con il metodo di
uno scienziato.

 

geolab_museo

Alla scoperta della Terra

La visita si snoda attraverso cinque sale, lungo un percorso che accompagna il visitatore dalla scoperta della
struttura della Terra fino alla lettura del paesaggio, attraverso le principali emergenze geologiche dellโ€™Umbria.
La prima salaย si apre con la scoperta, grazie a una lente speciale, che la superficie della terra รจ divisa in grandi placche: un gioco che permette di smontare e rimontare il planisfero di 150 milioni di anni fa, e una ruota del tempo che separa Africa e Sud America che, visualizzando i movimenti delle placche nel passato, aiutano a comprendere anche il modo in cui nascono gli oceani.
Tra la prima e la seconda salaย si entra in un grande globo terreste, in cui si puรฒ vedere come รจ fatto lโ€™interno del nostro pianeta, il nucleo. In seguito il visitatore, con lโ€™aiuto di un plastico interattivo, puรฒ scoprire come nascono le catene montuose, perchรฉ si scatenano i terremoti e dove si aprono i vulcani.
Con la terza salaย si arriva alle vicende geodinamiche dellโ€™area del Mediterraneo e dellโ€™Italia. Un gioco permette di tornare indietro nel tempo e di scoprire in che modo si รจ formata la nostra Penisola: rispondendo correttamente alle domande, si possono far sollevare tre plastici che rappresentano altrettanti momenti della storia geologica italiana.
La quarta รจ dedicata allโ€™Umbria: qui si puรฒ provare a far sollevare lโ€™Appennino dal mare e vedere poi i fenomeni di erosione. Al centro, un grande plastico con acquario propone, in un unico colpo dโ€™occhio, sia la storia geologica della regione, che gli ambienti di formazione delle rocce che la costituiscono, insieme a campioni delle rocce stesse. Uno spazio รจ dedicato ai fossili e un altro allโ€™esame al microscopio dei segreti delle rocce umbre.
Nellโ€™ultima sala, ricavata in una chiesa sconsacrata, si possono infine conoscere i principali fenomeni e i luoghi di interesse geologico dellโ€™Umbria.
Alcuni esempi: la registrazione, con un sismografo, dei salti dei visitatori introduce allo studio dei terremoti; un plastico attivo spiega come si forma lโ€™acqua minerale San Gemini. Scavando in una vasca, riempita di palline di plastica, si possono recuperare modelli di ossa fossili, per poi identificare lโ€™antico animale umbro ormai estinto al quale sono appartenute.

 

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Laboratori didattici

Il Geolab รจ uno spazio nel quale รจ possibile la manipolazione diretta dei materiali esposti. A questa caratteristica si รจ voluta aggiungere lโ€™esperienza diretta e la ricerca scientifica. Lโ€™attivitร  di laboratorio รจ strutturata in diversi percorsi tematici.
Pagine scritte nella roccia: le rocce sono le uniche testimonianze di unโ€™antica e lenta storia che si perpetua ย fino ai nostri giorni, fatta di sedimentazioni, eruzioni e sconvolgimenti allโ€™interno della terra. Interessante รจ quindi il loro studio e il loro riconoscimento in base alle caratteristiche macroscopiche che presentano: colore, durezza, peso e tessitura.
I fossili: la scienza che studia la vita del passato, la paleontologia, ha il potere di riportarci indietro nel tempo, in un mondo fatto di strani animali e piante. I fossili sono lโ€™unico elemento per capire lโ€™eterno pulsare della vita e il continuo divenire del pianeta.
Descrizione e rappresentazione del paesaggio, la geografia e topografia: lo studio delle forme del paesaggio per la costruzione di una carta geografica.
Le avventure di Teo il trilobite e Minnie lโ€™ammonite: attraverso il racconto delle avventure del trilobite Teo e quelle della tiranna ammonite, i bambini scoprono le diverse fasi evolutive degli esseri viventi, anche con la realizzazione di fossili (colorandoli e ritagliandoli) e la collocazione nelle diverse ere geologiche riportate sul tappeto.
La scienza a casa nostra: il filo conduttore di questo laboratorio รจ il racconto dellโ€™esperienza quotidiana attraverso gli occhi dello scienziato. Con una serie di esperimenti, si potranno conoscere alcuni fenomeni che, pur sembrando scontati, inconsapevolmente ci introducono alle leggi della fisica che li regolano.

 

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ยซScheggiAcustica nasce dalla volontร  di valorizzare i luoghi piรน particolari e affascinanti del territorio di confine tra lโ€™Umbria e le Marche, molto bello ma poco conosciutoยป.

Lโ€™ottava edizione di ScheggiAcustica – I Luoghi da Ascoltare andrร  in scena dal 5 al 9 agosto nello scrigno dellโ€™entroterra fra Umbria e Marche. Il format conferma cinque giornate con eventi e protagonisti, dove cruciale รจ la simbiosi tra luoghi, musica e pubblico che il festival ha sempre sperimentato, favorendo il coinvolgimento di artisti e spettatori in magnifiche location. Mattia Pittella, ideatore di ScheggiAcustica, e presidente dellโ€™Associazione Musicale Culturale Tuttisuoni ci svela i segreti dellโ€™evento.

 

Comโ€™รจ nata lโ€™idea di questo particolare festival?
Ho sempre desiderato realizzare unโ€™esperienza che coniugasse la mia infanzia e adolescenza in Umbria e la mia formazione professionale in Nord Italia. Da qui anche lโ€™idea di unโ€™occasione per raccogliere giovani talenti e nuove energie rimaste finora inespresse e di ospitare tanta gente da fuori, anche stranieri, a partire dagli stessi artisti, che diventano i primi a scoprire le bellezze – ad esempio del Parco del Monte Cucco e di borghi come Pascelupo o il Castello di Frontone, giusto per citarne alcuni. Ho una grande passione per lโ€™acustica, che deriva anche dal lavoro che svolgo. Di conseguenza ho sempre pensato che un modo per poter riscoprire questi luoghi fosse proprio quello di mostrarne le potenzialitร  acustiche. Un luogo su tutti รจ lโ€™Abbazia di Sitria. รˆ magica. Un luogo dove puoi parlare tranquillamente con unโ€™altra persona a 20 metri di distanza! Ricordo che, durante una mia esibizione in questo scrigno meraviglioso, mi resi conto che la sua acustica era eccezionale. Cosรฌ, una decina di anni fa, nacque tutto…

 

Tre parole per descrivere questโ€™evento?
Va da sรฉ: Luoghi da Ascoltare!

 

 

Sono otto anni che va in scena questo festival. Cosa lo caratterizza?
Valorizza proprio i luoghi piรน belli e insoliti, rendendoli i veri protagonisti del festival, con un punto di partenza del tutto particolare: lโ€™acustica degli stessi. A quanto pare sembra che il concept funzioni ogni volta un po’ di piรน, tra lโ€™altro anche con alcuni tentativi di imitazione provenienti da piรน parti. In piรน, il territorio di confine tra Umbria e Marche, puรฒ – e deve essere – una risorsa turistica e culturale per entrambe le regioni e il nostro obiettivo รจ fare il possibile affinchรฉ ciรฒ accada: quando certi luoghi cosรฌ belli vengono conosciuti o riscoperti, poi, in genere, “funzionano”.

Qual รจ il filo conduttore di questโ€™anno?
Il viaggio: in un festival cosรฌ legato al territorio, cโ€™รจ la possibilitร  di viaggiare attraverso i suoni e le suggestioni di diverse culture, spaziando dallโ€™Africa allโ€™Oriente, passando per una ballata messicana, un tango argentino e un valzer siciliano. Quindi รจ un percorso che porta con sรฉ musica folk e popolare da tutto il mondo.

Quali sono gli eventi da non perdere?
รˆ difficile dire quale evento sia imperdibile rispetto ad altri… Ogni momento รจ pensato come un โ€œincastroโ€ ideale tra luogo-evento-partecipanti. Sicuramente la giornata di domenica 6 agosto sarร  molto intensa, perchรฉ si comincia la mattina presto con unโ€™escursione nel Parco del Monte Cucco e nella zona del Catria verso Fonte Avellana, poi cโ€™รจ lo yoga nella splendida Abbazia di Sitria, un seminario di canto e voce, steet food allโ€™aperto e un concerto nel tardo pomeriggio a Sassoferrato.

Lโ€™ospite piรน atteso?
Forse lโ€™ospite imperdibile in assoluto sarร  di scena mercoledรฌ 9 agosto al Castello di Frontone: Gafarov e la sua ensemble, La stella dโ€™Oriente, musicista azero molto noto e davvero interessante per concludere il giro del mondo di ScheggiAcustica 2017. Ma, appunto, per concluderlo al meglio prima andrebbe intrapreso in ogni sua tappa.

Gafarov

Ci sono novitร  rispetto alle passate edizioni?
Gli eventi collaterali mattutini e pomeridiani: dal 2016 abbiamo intrapreso un nuovo approccio alla programmazione, cercando di far vivere i luoghi in modi e orari diversi rispetto a quelli consueti. Questโ€™anno cโ€™รจ una novitร  assoluta, come lโ€™escursione mattutina da Isola Fossara all’Abbazia di Sitria passando per i sentieri e sfiorando anche Fonte Avellana. Oppure le pratiche yogiche e lo street food con piadineria, oltre alle ormai consolidate master class. Come artisti, oltre a Gafarov, stupirร  Camilla Barbarito con musiche, canti e balli popolari da ogni latitudine. E per i luoghi, oltre ai confermati, riscopriremo il centro storico di Scheggia, dove manchiamo dallโ€™edizione 2014 e, per la prima volta, saremo al Chiostro di Palazzo Merolli a Sassoferrato. In unโ€™edizione dedicata soprattutto alla musica folk e popolare, lโ€™itinerario del festival non puรฒ che virare verso scenari piรน “centrali” rispetto agli abitati principali dei Comuni che andrร  a toccare.

Il programma completo: www.scheggiacustica.it

Arrone appartiene al Club de
I Borghi Piรน Belli d’Italia

 


Se siete alla ricerca di un itinerario per il weekend, o anche per le vacanze, รจ il momento di scoprire i Borghi piรน belli d’Italia. Il sito ufficiale divide per regioni i paesi selezionati e tra questi, in particolare, c’รจ Arrone, che sorge ad 8 km da Terni, immerso nel cuore della Valnerina.

Sentiero dellโ€™Olio

cosa vedere ad arrone umbria

Chiesa di S. Giovanni

La concezione del borgo richiama la tipica cittadina medievale e passeggiando per le vie del paese si fa fatica a non meravigliarsi del verde dei colli che proteggono le mura di pietra, ma le origini di Arrone sono molto piรน antiche e si scoprono attraverso i percorsi naturalistici che da lรฌ partono. Uno di questi รจ il Sentiero dellโ€™Olio, che dal centro si addentra tra querce e pini per salire fino al piccolo borgo di Tripozzo, a circa 600 metri. Il percorso si sviluppa in 3,4 km su una strada non molto trafficata, ma che nella bella stagione si ripopola di appassionati, tanto che viene scelta anche come itinerario per la nordic walk, pur essendo adatta a tutta la famiglia.
Mentre si sale, si puรฒ notare come la macchia mediterranea lasci rapidamente il posto a distese di olivi secolari e reperti di derivazione romana: questa zona era infatti utilizzata ampiamente per la coltivazione e lavorazione delle olive, di cui ne fanno testimonianza i resti di un mulino e la strada che ora accompagna gli escursionisti era un tempo il collegamento per trasportare il prodotto oleario fino a valle.

La fonte di San Lorenzo


Unโ€™ulteriore conferma della valenza antropologica del territorio รจ data dalla presenza di una fonte, conosciuta come fonte di San Lorenzo, che si incontra a meno di 500 metri lungo il cammino, ma anche da reperti archeologici quali un edificio e materiali di ceramica, trovati dopo alcuni lavori agricoli, datati orientativamente tra il I sec. a.C e il I sec. d.C. nella stessa Tripozzo per via di strutture e tecniche costruttive tipiche dellโ€™epoca rivenute grazie agli scavi realizzati nel 2000 dalla Soprintendenza dei Beni Archeologici dellโ€™Umbria.
borghi piรน belli d'italia in umbria
Si pensa che lโ€™edificio fosse una villa schiavistica e nello studio di questa costruzione si รจ potuta costatare la presenza di un torchio a trave che serviva per spremere le olive. Dagli scavi, si viene a sapere che lโ€™edificio รจ stato anche ristrutturato, e questo fa valutare il fatto che sia la costruzione del frantoio e che le modifiche successive non potevano che essere commissionate da una personalitร  di spicco della prima etร  imperiale, una sorta di imprenditore che poteva disporre di un ampio numero di manodopera per la sua attivitร  olivicola.
La produzione รจ tuttora portata avanti in maniera biologica, come mostrano alcuni cartelli posti in mezzo agli olivi; e chissร  che non si tratti di discendenti di questa figura imprenditoriale!

Le Marmore



Qui a Tripozzo, la passeggiata trova il culmine della visuale e vale la pena affacciarsi ad ammirare la vallata, da cui si apre un panorama variegato, fatto di boschi, oliveti, alcune frazioni di Arrone come – Montefranco – e, se si affina la vista, si puรฒ vedere alla propria sinistra la nube delle acque che scendono impetuose dalla Cascata delle Marmore, nascosta da un altro colle. Con gli occhi pieni di meraviglia, si puรฒ far ritorno ad Arrone.


Fonti
Parco Regionale Fluviale Del Nera, Itinerari escursionistici a tema. Sulle orme del nostro passato: alla visita di interessanti siti archeologici.
http://www.turismovalnerina.it/itinerario
https://www.nordicwalkingterni.it/eventi.html?start=165
tipicamenteumbria.it

 

Per saperne di piรน su Arrone

Norcia appartiene al Club de
I Borghi Piรน Belli d’Italia

 


Il dio greco Dioniso, chiamato anche Bacco (โ€œil rumorosoโ€), รจ una figura fondamentale della religiositร  e della mitologia antiche; egli rappresenta la forza produttiva della natura, la potenza germinativa che regola i cicli dellโ€™agricoltura ed รจ considerato lโ€™inventore del vino, la bevanda meravigliosa, fonte di gioia e soave lenitivo per le sofferenze degli uomini ai quali insegnรฒ lโ€™arte della sua produzione.

Il mito di Dioniso

Cippo A, Dioniso

La leggenda relativa alla nascita del dio lo indica quale frutto dellโ€™amore tra Zeus, re degli dei, e Semele, fanciulla mortale figlia di Cadmo, sovrano di Tebe. Era, sposa legittima di Zeus, venuta a conoscenza del tradimento si ingelosรฌ e, volendo punire la rivale, prese le sembianze della sua nutrice, suscitando nella fanciulla il desiderio di contemplare lโ€™amante nel pieno del suo splendore divino. Zeus le apparve dunque nella forma della sua suprema maestร , il fulmine, tanto che Semele, giร  in attesa di Dioniso, ne rimase folgorata e morรฌ incenerita dando alla luce il bambino prematuro; Zeus allora prese il nascituro e se lo cucรฌ allโ€™interno di una coscia per portarne a compimento lo sviluppo e, una voltaย  nato, lo consegnรฒ ad Ermes perchรฉ lo proteggesse dalle ire della sua sposa. Costui condusse il neonato ad Orcomeno e lo affidรฒ alle cure di Ino, sorella di Semele, e di suo marito Atamante, suggerendo loro di travestirlo da bambina affinchรฉ Era non lo riconoscesse; lo stratagemma non servรฌ perรฒ ad ingannare la regina degli dei che, furiosa, portรฒ i due alla follia inducendoli ad uccidere i loro stessi figli. Ermes riuscรฌ a trarre in salvo Dioniso e, condottolo sul monte Nisa, lo affidรฒ ad un gruppo di Ninfe che ebbero il compito di allevarlo allโ€™interno di una grotta. Una volta divenuto adulto, fu ancora oggetto della furia di Era e, impazzito, cominciรฒ a vagare per i luoghi piรน remoti del mondo, giungendo fino in India. Di ritorno in Grecia, egli giunse a Tebe, in Beozia, dove รจ ambientato uno degli episodi piรน noti della sua saga, reso immortale dalla celeberrima tragedia di Euripide Le Baccanti. Dioniso, desideroso di istituire il proprio culto, arrivรฒ in cittร  sotto mentite spoglie, ritenuto da tutti un semplice banditore della nuova religione; immediatamente le donne furono sopraffatte dalla follia dionisiaca ed abbandonate le loro case corsero sul monte Citerone dove cominciarono a compiere azioni portentose: esse allattavano cerbiatti e lupacchiotti, facevano sgorgare acqua dalle rocce, vino e latte dalla terra, miele dai tirsi, sbranavano animali, si cibavano di carne cruda. Il re locale Penteo, sconvolto dal sovvertimento dellโ€™ordine costituito, fece imprigionare il dio, il quale si liberรฒ con un prodigio e persuase lo stesso sovrano a recarsi sul monte in abiti femminili per spiare gli strani rituali compiuti dalle sue concittadine; ma egli fu scoperto e le donne, in preda al furore dionisiaco, lo scambiarono per un leone e lo fecero a pezzi. Agave, madre dello stesso Penteo, brandendo il macabro trofeo, tornรฒ a Tebe dove rinsavรฌ poco a poco e, resasi conto dellโ€™orrendo delitto, fu colta da disperazione.

Il culto e lโ€™estasi

Cippo B, Menade danzante

Il culto tributato a Dioniso รจ di tipo estatico; chi vi prende parte รจ in preda al furore bacchico detto anche mania. La musica, la danza, il vino sono elementi fondamentali del rituale e provocano nei partecipanti uno stato di eccitazione e di follia, in cui gli elementi caratteristici del kosmos greco sono sovvertiti. Lโ€™alienazione dalla realtร  immette nel mondo dellโ€™illusione dove lโ€™ordine precostituito รจ sconvolto, le differenze sociali sono annientate; in questa sfera illusoria le donne abbandonano i loro ruoli tradizionali, lโ€™umile diviene potente, lโ€™infelice diviene felice. Dioniso appare cosรฌ come un liberatore, colui che, seppur in maniera effimera, affranca gli uomini dalle sofferenze donando loro la pienezza della gioia, aiutandoli ad oltrepassare i propri limiti umani e conducendoli verso una condizione che nella vita reale รจ loro preclusa. Lo stesso corteggio del dio, o thiasos dionisiaco, รจ composto da creature con caratteristiche solo parzialmente umane; si tratta dei satiri e delle menadi o baccanti, rispettivamente uomini dallโ€™indole e dai tratti ferini, manifestazioni della natura selvaggia, e donne in preda allโ€™ebbrezza dellโ€™alcool che si scatenano in danze sfrenate.

I cippi dionisiaci

Nel maggio del 1986, i lavori di ristrutturazione di una casa privata di via Reguardati, a Norcia, condussero al rinvenimento di una coppia di reperti di alto valore archeologico e artistico: due cippi gemelli scolpiti con scene relative alla saga di Dioniso, attualmente conservati presso Criptoportico Romano di Porta Ascolana della medesima cittadina. Entrambi i pezzi hanno forma cilindrica, leggermente rastremata verso lโ€™alto e sono realizzati in pietra grigiastra locale; il cippo denominato A รจ alto 65 cm con diametro di 38.5 cm alla base e di 35.5 cm nella parte superiore; al centro della rappresentazione compare Dioniso giovane, visto di profilo, con la mano destra poggiata al tirso, mentre con la sinistra, distesa lungo il fianco, regge il kantharos.

cippi dionisiaci nursini

Riproduzione grafica del Cippo A

Il dio รจ nudo, vestito unicamente di un drappo che gli avvolge il torace, forse una pelle ferina, e dei calzari. Ai lati compaiono due figure femminili panneggiate, identificabili con delle menadi colte nellโ€™atto di danzare come mostrano le teste rivolte allโ€™indietro, i piedi sollevati dal suolo e i drappeggi degli abiti, volti a sottolineare i movimenti vorticosi del ballo. La figura posta alla destra di Dioniso sorregge un timpano, mentre quella alla sua sinistra, separata dal dio da una palmetta stilizzata, tiene una spada in una mano e una testa umana mozzata nellโ€™altra. Questโ€™ultima figura รจ di fondamentale importanza per lโ€™interpretazione della scena, permettendo di identificare con esattezza la vicenda rappresentata, riferibile allโ€™episodio tebano sopra menzionato.

cippi dionisiaci da norcia

Riproduzione grafica del Cippo B

Il cippo B รจ alto 63 cm con diametro di 41 cm alla base e di 37 cm nella parte superiore; la scena รจ del tutto simmetrica alla precedente, analogamente composta di tre figure umane e una palmetta. Al centro รจ un satiro nudo, con un drappo sulle spalle, che suona il doppio flauto fiancheggiato da due menadi danzanti simili a quelle del cippo A; la donna posta sulla destra regge un tirso sopra le spalle, mentre quella a sinistra percuote un timpano con la mano. I reperti possono essere datati alla prima etร  imperiale (inizi del I sec. d.C.).
Assai difficile dire quale fosse lโ€™esatta funzione dei cippi, anche se appare verosimile attribuire ad essi un valore sacrale, forse legato a specifiche pratiche cultuali legate al culto dionisiaco molto diffuso in ambito italico non solo a Roma, ma anche nelle province.

 

R. Cordella-N. Criniti, Iscrizioni latine di Norcia e dintorni, in Quaderni di Spoletium 1, Spoleto 1982.
R. Cordella-N. Criniti, Nuove iscrizioni latine di Norcia, Cascia e Valnerina, in Quaderni di Spoletium 5, 1988.
D. Manconi, Norcia. Alcune attivitร  sulla cittร  romana, in Spoletium 33, 1988, 63-75

Uno dei protagonisti di Expo 2015 รจ stato il Pane di Strettura, prodotto caratteristico dellโ€™Umbria insieme ai tartufi, allo zafferano di Cascia, al farro di Monteleone di Spoleto e alla patata rossa di Colfiorito. In questa mescolanza di culture, tradizioni e abilitร  artigianali che prende il nome di Expo, lโ€™Umbria ha voluto farsi rappresentare anche da un prodotto inflazionato quanto genuino: il pane.

Ma perchรฉ proprio da quello di Strettura?

Foto via

Locus amoenus e i lavori di una volta

Strettura, diversamente da ciรฒ che suggerisce il nome, รจ una bella valle situata a circa 13 km da Spoleto, la cui ampiezza permette la coltivazione di antiche qualitร  di cereali ormai accantonate dalla grande produzione industriale. Le spighe dorate tappezzano i dolci declivi, i quali sembrano suggerire la forma tondeggiante che assumerร  il prodotto finito e, prima ancora, la soave consistenza della pasta unita alla leggerezza della lievitazione.

Sembra unโ€™oasi, Strettura. Le acque sorgive che sgorgano dalle rocce appenniniche la rendono un luogo ameno, in cui passeggiare; Spoleto รจ vicina, ma abbastanza lontana da lasciare questo paesino nella tranquillitร  propria dei luoghi antichi e dalle tradizioni genuine. Sembra di sentire nellโ€™aria il profumo del pane appena cotto, emblema di quanto cโ€™รจ di piรน buono e familiare nelle cose del mondo.

Tempi che cambiano

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Eppure le abitudini degli italiani sono cambiate: il consumo di pane, rispetto al passato, sembra diminuito. Secondo la Coldiretti, nel 2016 ogni persona ha mediamente consumato 85 grammi di pane al giorno, contro i 1100 degli anni dellโ€™Unitร  dโ€™Italia.

Un cambiamento testimoniato anche dagli innumerevoli modi di dire che hanno a che fare con la bontร  del pane e con la sua essenziale presenza sulle tavole โ€“ยซsei buono come il paneยป, ยซvendere come il paneยป, ยซnon cโ€™รจ cibo da re piรน gustoso del paneยป, etc. Detti che un tempo avevano la propria ragion dโ€™essere nella difficoltร  a reperire alimenti altrettanto nutrienti e spendibili, ma che oggi sembrano ormai gusci, svuotati di qualsiasi appiglio alla realtร .

รˆ vero che mangiamo meno pane, ma quando lo facciamo desideriamo provare unโ€™esperienza unica, elevata rispetto alla piattezza delle produzioni industriali. Oggi il consumatore sceglie prodotti a base di cereali alternativi al frumento โ€“kamut e farro, anche per via delle intolleranze alimentari sempre piรน evidenti -, ma sceglie anche di acquistare prodotti a chilometro zero e ad alto valore nutrizionale, che possano in qualche modo innalzare la qualitร  della sua esperienza culinaria.

Piรน qualitร  e meno quantitร , dunque, insieme alla volontร  di consumare anche prodotti che siano il frutto dellโ€™amore e del rispetto per la terra, e delle persone che li perpetrano.

Il pane di Strettura รจ lโ€™emblema di queste mutate abitudini alimentari. Si pone altresรฌ come anello di congiunzione tra passato e presente, unendo una filiera produttiva appartenente al passato con il moderno consumatore, piรน consapevole e attento.

ยซTu proverai sรฌ come sa di sale / lo pane altruiยป D. Alighieri, Paradiso โ€“ canto XVII

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รˆ vero, il pane di questo paesino dellโ€™entroterra umbro รจ merce rara: le colture sono limitate, peculiari di quelle terre che lambiscono quel versante appenninico; lโ€™acqua utilizzata รจ solo quella delle sorgenti, con quelle esatte proprietร  chimico-fisiche.

Il pane stesso non รจ adatto alla grande distribuzione, legato comโ€™รจ ad una lavorazione lenta e artigianale. รˆ infatti composto di farina di grano tenero, sapientemente unita al lievito della panificazione precedente e allโ€™acqua di sorgente appena salata: il pane di Strettura รจ infatti un pane sciapo, come lo sono notoriamente altri suoi parenti umbri, toscani e marchigiani.

Questa pagnotta, segnata con una croce al centro, riposa tutta la notte; il giorno dopo, lโ€™impasto viene rinfrescato con lโ€™aggiunta di altra acqua tiepida e farina. Segue una lavorazione rigorosamente manuale, che ha lo scopo di rendere lโ€™impasto liscio, omogeneo e con una consistenza โ€œgiustaโ€ che solo i fornai di Strettura sanno riconoscere.

Ancora alcune ore di lievitazione e finalmente si puรฒ procedere alla cottura, fatta esclusivamente in un forno di mattoni alimentato da fascine della macchia mediterranea: esse donano al filone acciaccato il caratteristico aroma che, insieme alla crosta non troppo spessa e alla mollica compatta, lo rendono il perfetto accompagnamento a salumi, formaggi, verdure e piatti brodosi.

 

 

Paciano appartiene al Club de
I Borghi Piรน Belli d’Italia

 


Paciano, un delizioso borgo di appenaย novecentoquarantaย abitanti, sorge sulle verdi colline che si affacciano sul Lago Trasimeno. Conosciuto ormai da tempo come uno deiย Borghi piรนย Belli dโ€™Italia e scelto da molti stranieri come luogo ideale per acquistare una seconda residenza, custodisce,ย nel cuore del centro storico allโ€™interno del seicentesco Palazzo Baldeschiย un museo atipico il cui obiettivo รจ quello diย mettere in scenaย un ricco patrimonio fatto di memorie, di ricordi, di testimonianze sul saper fare artigiano.ย 

Questo รจย TrasiMemo, il museo della memoria artigiana di tutti quei mestieri che hanno preso vita nel corso del tempo sulle terre lambite dal lago.


Fiore all'occhiello della comunitร 


TrasiMemoย รจ un progetto innovativo voluto e fortemente desiderato in primo luogo dagli abitantiย di questo piccolo comune, cittadini responsabili che si prendono cura del proprio patrimonio in cui vedono una generosa spinta propulsiva verso un futuro di rinnovamento. Entrando nella sala del museo subito si respira unย sentimento di comunitร ; non รจ raro incontrare cittadini volontari allโ€™Info Point o chi in questo momento sta allโ€™amministrazione comunale;ย ognuno di loro avrร  da raccontare un aneddoto o un particolare personale che andrร  ad arricchire la giร  speciale visita al museo.
Lโ€™allestimento รจ assai piacevole. Lโ€™ambiente รจย accogliente, i rumori tipici delle lavorazioni introducono i visitatori nelle realtร  artigiane sollecitando lโ€™udito; luci calde accompagnano i loro passi e attirano lโ€™attenzione su dettagli mai scontati. Si ha lโ€™impressione di attraversare un archivio dove sono contenuti documenti di vario genere divisi nei quattro ambiti principali: lavorazione di ferro e metalli, legno, cotto e tessile.

museo a paciano

I cassetti della memoria


Cari visitatori, non vi aspettate diย trovareย tomi da sfogliare,ย ma lasciatevi incuriosire dai cassetti delleย quattro scrivanieย e dalloย schedarioย posizionato allโ€™ingresso; aprite questi cassetti ed ammirate i tesori che contengono:ย un tombolo per il ricamo, fili colorati, fusi, ma ancheย pinze, lime, pialle e poi ancora disegni, coloriย eย maioliche.ย Tutto il sapere della tradizione artigiana condensato in piccoli oggetti dal forte potere evocativo. E poi cโ€™รจ lo schedario, pieno di volti, di chi il mestiere lo fa ancora e con passione o di chi vorrebbe passare il testimone a validi eredi dalle mani dโ€™oro.
trasimemo umbriaSono stati questi artigiani i protagonisti dei tanti raccontiย che animano le pareti diย TrasiMemoย nonchรฉ iย fornitori del materiale custoditoย nellaย Banca dellaย Memoria; fautori di tante opere che ancora fanno parte dellโ€™arredo urbano del borgo, sonoย ancheย gli animatori dei laboratori organizzatiย dal museo. Periodicamente infatti รจ possibile partecipare aiย workshop proposti e rivolti sia agli adulti che ai bambini per testare con mano e mettersi alla prova in unโ€™esperienza di lavoro artigianale vero!

Un museo smart


Lโ€™esperienza di una visita aย TrasiMemoย รจ entusiasmante per tutti; oltre a toccare e vedere affascinanti oggetti significativi, ci sono quattro grandi pannelli riassuntivi, uno per ogni area, che raccontano in pillole lavorazioni, aneddoti e segreti legati alla vita quotidiana e alla storia di quel mestiere. In piรน,ย contenuti multimediali contribuiscono a rendere piรนย smartย lโ€™esperienza al museo.
Di grande impatto รจ laย parete di parole, divertitevi a scegliere e fotografare quella che piรน ricorderร  la vostra visita. Non dimenticate infine, usciti dal museo, di andare a cercare gli oggetti simbolo dellโ€™attivitร  artigiana che fanno bella mostra diย sรฉย per le vie del borgo di Paciano. Lโ€™illuminazione pubblica, i numeri civici dipinti su maioliche e la struttura in ferro del pozzo cittadino sono solo alcuni esempi.
Quindi, perchรฉย andare a vedereย TrasiMemo?
ยซTrasiMemoย รจ un luogoย di tuttiย eย per tutti:ย รจ degli artigianiย e di chi ha memoria deiย saperiย locali; รจ delle persone che abitano il territorio e che in esso continuano a pensare spazi di lavoro e di vita; รจ dei professionisti del patrimonio che, attraverso la ricerca, provano a tutelare le forme del ricordare, sistematizzandole in narrazioni per il futuro;ย รจ dei visitatori che decideranno di attraversare le zone del Trasimeno conoscendo meglio il rapporto tra i suoi abitanti, i suoi paesaggi e le sue risorse locali.ยป

TrasiMemo, il museo della memoria artigiana – Paciano

Per saperne di piรน su Paciano

AboutUmbria continua il percorso intrapreso per la valorizzazione delle eccellenze umbre e lo fa aggiungendo un nuovo tassello allโ€™articolato puzzle che abbiamo iniziato a comporre due anni fa, con lโ€™apertura dello spazio promozionale allโ€™interno dellโ€™Aeroporto di Perugia.

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Da allora, il progetto รจ cresciuto e ha visto nella giornata dellโ€™11 aprile scorso il raggiungimento di un secondo importante obiettivo, lโ€™uscita di AboutUmbria Magazine, la rivista online che racconta lโ€™Umbria e le sue Eccellenze.
Avevamo in mente perรฒ un altro traguardo per dare completezza e concretezza a un progetto ambizioso ma che riteniamo, oggi piรน che mai, fondamentale per il rilancio della nostra regione, che ha bisogno di essere conosciuta al di fuori dei nostri confini, che necessita di strumenti che siano in grado di raccontarla non solo esaltandone le peculiaritร  giร  note e che rappresentano i punti cardine su cui si basa il registro comunicativo comunemente adottato per parlare di Umbria, ma anche sdoganando i luoghi comuni, andando oltre al giร  detto e al giร  sentito, presentando realtร  e potenzialitร  molto piรน vaste e molti altri scenari possibili.ย Siamo partiti da qui e abbiamo fissato alcuni punti.ย Lโ€™Umbria รจ verde. Questo รจ innegabile. Come non esaltarne la bellezza dellโ€™ambiente, la dolcezza delle sue colline, il verde che rimane dentro, che a volte sembra capace di riconciliarci con lโ€™universo? Perรฒ รจ molto di piรน e molto altro, e forse proprio attraverso il colore, anzi attraverso i colori, potremmo essere in grado di raccontarlo ricorrendo ad associazioni cromatiche inconsuete o, perchรฉ no, audaci.ย Abbiamo quindi pensato di raccontare lโ€™Umbria tramite un colore, analizzarla, studiarla e quindi presentarla attraverso una lente ogni volta di una tinta diversa, perchรฉ nessun aspetto resti indietro, perchรฉ nessuna anima rimanga inespressa.
Ma come parlare dโ€™Umbria? Su questo non abbiamo avuto dubbi, lasciando che fosse lei a parlare. Quindi grande spazio alle immagini, perchรฉ รจ inutile parlare se non riusciamo a far vedere.
E poi nessun annuncio roboante, niente spot o slogan da merce in vetrina. Solo grande cura nella ricerca, amore per la veridicitร  delle informazioni, attenzione ai dettagli. Abbiamo cercato di presentare lโ€™anima della regione che รจ stupenda nella sua concretezza, magnifica nella sua essenzialitร .ย Pensando allโ€™Umbria a noi viene in mente una donna bellissima che non ama perรฒ rossetto e fard. Una bellezza senza mistificazioni, la bellezza del tufo e del travertino, della pietra Assisi e dellโ€™arenaria, una bellezza autentica, segnata dal tempo, eppure senza tempo.ย Per questo non abbiamo aggiunto nessuna patina, ma abbiamo cercato di arrivare allโ€™essenza; con questo intento abbiamo scelto gli argomenti, selezionato le fotografie, pensato al formato della rivista e anche alla carta da usare.ย Insomma abbiamo cercato di andare dritti al cuore, quel cuore verde che saprร  tingersi di molte altre tinte. Di BLUE per esempio.

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Titolo: Mario Angeloni. Profilo biografico, documenti, testimonianze

Autore: Renato Traquandi

Editore: Volumnia

Anno di pubblicazione: 2016

152 p., f.to cm. 17 x 24, brossura illustrata

ISBN: 9788889024836

Prezzo: โ‚ฌ 12.00

 

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In occasione delle celebrazioni dei 120 dalla nascita e 80 dalla morte di Mario Angeloni, ricorrenza che si รจ tenuta nel 2016, si รจ costituito a Perugia un comitato per commemorarne lโ€™anniversario. Il comitato, nato su iniziativa della Societร  di Mutuo Soccorso tra gli Artisti e gli Operai di Perugia, ha visto lโ€™adesione di numerose istituzioni e associazioni. Oltre alla commemorazione del 24 giugno tenutasi alla Sala dei Notari e al convegno allโ€™Universitร  per Stranieri del 2 dicembre scorso, รจ stata pubblicata per i tipi della Volumnia questa importante testimonianza curata da Renato Traquandi.

Il libro

Il volume, corredato da testimonianze e documenti, si divide in tre parti: La storia e lโ€™ambiente. Perugia cittร  natale di Mario; Lโ€™espatrio e la vita politica in Europa; La guerra civile spagnola. Atto di nascita della resistenza europea. Inoltre include i discorsi tenuti da Mauro Volpi (professore di Diritto pubblico comparato allโ€™Universitร  di Perugia) e da Urbano Barelli (avvocato e vicesindaco di Perugia) in occasione della cerimonia del 24 giugno, una prefazione della di Maria Cristina Laurenti (docente di Storia del pensiero politico contemporaneo allโ€™Universitร  La Sapienza di Roma) e si conclude con la postfazione del politico Valdo Spini.

L'uomo

Il libro ha il pregio di riscoprire e valorizzare la persona di Mario Angeloni, figura di spicco, sicuramente molto nota ma poco conosciuta, soprattutto dalle nuove generazioni.

ยซUn uomo โ€“ ha ricordato Volpi – che ha onorato la sua cittร  non solo con la forza delle sue idee, democratiche, repubblicane, antifasciste e internazionaliste, ma anche con lโ€™esempio concreto giunto fino al sacrificio della propria vitaยป.

Nato e vissuto a Perugia, avvocato e fervente repubblicano, ha partecipato come volontario alla Prima Guerra Mondiale. Si รจ opposto strenuamente al regime fascista, subendo persecuzioni, aggressioni, lโ€™incarcerazione e infine lโ€™esilio, prima in Francia e poi in Spagna, dove nel 1936 si arruola come volontario a sostegno della Repubblica Spagnola. Ed รจ in un ospedale di Sarinera in Aragona che il 28 agosto del 1936 muore dopo essere stato colpito durante la battaglia del Monte Pelato.

 

 

 

Foto di Giovanni Bicerna

Quando, ormai piรน di un anno fa, un gruppo di professionisti della comunicazione e dellโ€™informazione si sono incontrati per dar vita a AboutUmbria, nulla faceva presagire che da lรฌ a poco si sarebbe creata una vera rete di differenti professionalitร  con lโ€™unico obiettivo di mettere a fattor comune la loro esperienza per costituire un Soggetto in grado di promuovere il brand โ€œUmbriaโ€ in modo puntuale, capillare e innovativo.

Le motivazioni? Sicuramente un senso di rispetto e di riconoscenza verso la propria Terra, una sublime forma di dedizione verso il palcoscenico delle proprie radici, ma anche un pizzico di vanitร  nel voler dimostrare alla nostra cara e amata Umbria di essere in grado di fare qualcosa per lei, o almeno di far sรฌ che tutti siamo in grado di conoscerla profondamente e di amarla per quello che realmente รจ.

La mission di AboutUmbria รจ quindi quella di potenziare la capacitร  comunicativa del territorio umbro attraverso la conoscenza delle aree e le dimore di valenza storico-artistico-architettonica, la divulgazione e promozione delle sue eccellenze, gli eventi, le mostre e le iniziative culturali in genere.

Ma anche un secondo e non meno importante obiettivo รจ quello di creare un nuovo format di comunicazione territoriale attraverso lโ€™esplorazione dei diversi linguaggi multimediali e delle innumerevoli potenzialitร  delle tecnologie per esaltare una Terra ricca di simboli, di cultura, di storia, ma anche di creativitร .

Cosa cโ€™รจ oggi di piรน multimediale che catturare unโ€™emozione attraverso unโ€™immagine o viverla attraverso la rappresentazione di un evento?

Sรฌ. Lโ€™idea รจ di costruire un vero e proprio ambiente di comunicazione multimediale allโ€™interno del quale raccontare lโ€™Umbria e le sue Eccellenze, vivendole; una sorta di comunicazione 2.0 dove il concetto di rete si trasforma in Comunitร  nella quale lโ€™esperienza dellโ€™uomo arricchisce ulteriormente il valore della sua terra, la reinterpreta e, interagendo tra passato e presente, pone le basi per un nuovo futuro.

 

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