Grazie alla sua posizione mozzafiato su di una dolce collina che contrasta per altezza con il vicino Monte Subasio, il comune di Spello si รจ guadagnato anche per il 2017 la selezione tra i Borghi piรน Belli dโItalia.
Celebreย per le sueย maestoseย infiorateย in occasione del Corpus Domini,ย che di anno in anno diventano sempre piรนย conosciute anche fuori dallโUmbria eย durante le quali le strade si colorano di tappeti rappresentanti scene di natura religiosa create con i petali, il piccolo borgo fu fondato dagli Umbri per poi passare sotto la dominazione romana intorno al 41 a.C.ย eย nellโepoca augusteaย ricevette lโappellativo diย โSplendida colonia Iuliaโ. Fu proprio con la presenza dei Romani che Spello venne dotata delle strutture urbanistiche tipiche dellโimpero, quali mura, terme,ย unย teatro e persino un impianto idrico che, nonostante le varie vicissitudini – dall’invasione dei Barbari ai passaggi di dominio tra vari Ducati e il Papato, sono giunte fino ai giorni nostri.
Veduta di Spello,ย foto di Marica Sorbini
Edย รจย la riscoperta di una di esse che ha reso il borgo unโattrattiva anche per gli sportivi: se siete degli escursionisti con la passione per la natura cโรจย un meraviglioso percorso che fa perย voi! Infatti, nel 2009, un tratto dellโacquedotto romanoย รจย stato recuperato grazie ad un progetto volutoย dellโarchitetto Stefano Antinucci, realizzando un tracciato per gli amanti del trekking e della mountain bike. Lโantico manufatto, in pietra calcarea locale, bianca e rosata,ย subรฌย diverse ristrutturazioni nel corso degli anni edย รจย stato funzionante fino allโOttocento, quando a causa dellโeccessive perditeย fu sostituito da una nuova struttura e quindiย temporaneamente cadde nel dimenticatoio.
Ma oggi lโacquedotto costituisce un importante reperto, conservando molti tratti originali, che si possono ammirare durante il percorso, intersecandosi con antichi ponti e persino un abbeveratoio, un tempo utilizzato per dissetare gli animali, dove attualmente si trova una fontanella dalla quale รจ possibile attingere acqua fresca.
Acquedotto romano,ย foto di Marica Sorbini
Il sentiero ha il suo punto di partenza a Spello, dal cui centro storico si deve arrivareย alla Fonte dellaย Bulgarellaย (quota 313ย m)ย e da lรฌย si va attraverso una via ben tracciata che giungeย sotto ilย piccolo e caratteristicoย borgo diย Collepinoย (quota 456ย m),ย maย ovviamenteย รจย percorribile anche in senso contrarioย eย anzi,ย รจย considerato come il naturale proseguimento delย preesistente Sentiero 52ย che collega direttamente ilย Monte Subasioย aย Collepino. Si sviluppa per circa 5 km edย รจย prevalentemente pianeggiante, aspetto che lo rende adattoย a escursionisti di tutte le etร , compresiย bambini e anziani. Lungo di esso sono presenti delle panchine che consentono alle persone di riposarsi, ma soprattutto di godere e ammirare il paesaggio circostante:ย scorci sulla valle delย Chiona, sulle colline appenniniche e su Spello, sonoย indubbiamenteย buoneย ragioni per cui intraprendere questa passeggiata.
Il Geolab รจ uno spazio espositivo permanente dedicato alla Scienze della Terra. Un luogo pensato per raccontare come รจ fatto e come funziona il nostro pianeta, come รจ nata lโUmbria, e quali sono i meccanismi che sono alla base della sua evoluzione. Al Geolab รจ: “vietato non toccare”.
Piรน che un museo, Geolab รจ quasi un laboratorio, che a San Gemini ospita una serie di macchine interattive
che spiegano divertendo, ma soprattutto invitando il visitatore a osservare e sperimentare con il metodo di
uno scienziato.
Alla scoperta della Terra
La visita si snoda attraverso cinque sale, lungo un percorso che accompagna il visitatore dalla scoperta della
struttura della Terra fino alla lettura del paesaggio, attraverso le principali emergenze geologiche dellโUmbria.
La prima salaย si apre con la scoperta, grazie a una lente speciale, che la superficie della terra รจ divisa in grandi placche: un gioco che permette di smontare e rimontare il planisfero di 150 milioni di anni fa, e una ruota del tempo che separa Africa e Sud America che, visualizzando i movimenti delle placche nel passato, aiutano a comprendere anche il modo in cui nascono gli oceani.
Tra la prima e la seconda salaย si entra in un grande globo terreste, in cui si puรฒ vedere come รจ fatto lโinterno del nostro pianeta, il nucleo. In seguito il visitatore, con lโaiuto di un plastico interattivo, puรฒ scoprire come nascono le catene montuose, perchรฉ si scatenano i terremoti e dove si aprono i vulcani.
Con la terza salaย si arriva alle vicende geodinamiche dellโarea del Mediterraneo e dellโItalia. Un gioco permette di tornare indietro nel tempo e di scoprire in che modo si รจ formata la nostra Penisola: rispondendo correttamente alle domande, si possono far sollevare tre plastici che rappresentano altrettanti momenti della storia geologica italiana.
La quarta รจ dedicata allโUmbria: qui si puรฒ provare a far sollevare lโAppennino dal mare e vedere poi i fenomeni di erosione. Al centro, un grande plastico con acquario propone, in un unico colpo dโocchio, sia la storia geologica della regione, che gli ambienti di formazione delle rocce che la costituiscono, insieme a campioni delle rocce stesse. Uno spazio รจ dedicato ai fossili e un altro allโesame al microscopio dei segreti delle rocce umbre.
Nellโultima sala, ricavata in una chiesa sconsacrata, si possono infine conoscere i principali fenomeni e i luoghi di interesse geologico dellโUmbria.
Alcuni esempi: la registrazione, con un sismografo, dei salti dei visitatori introduce allo studio dei terremoti; un plastico attivo spiega come si forma lโacqua minerale San Gemini. Scavando in una vasca, riempita di palline di plastica, si possono recuperare modelli di ossa fossili, per poi identificare lโantico animale umbro ormai estinto al quale sono appartenute.
Laboratori didattici
Il Geolab รจ uno spazio nel quale รจ possibile la manipolazione diretta dei materiali esposti. A questa caratteristica si รจ voluta aggiungere lโesperienza diretta e la ricerca scientifica. Lโattivitร di laboratorio รจ strutturata in diversi percorsi tematici.
Pagine scritte nella roccia: le rocce sono le uniche testimonianze di unโantica e lenta storia che si perpetua ย fino ai nostri giorni, fatta di sedimentazioni, eruzioni e sconvolgimenti allโinterno della terra. Interessante รจ quindi il loro studio e il loro riconoscimento in base alle caratteristiche macroscopiche che presentano: colore, durezza, peso e tessitura.
I fossili: la scienza che studia la vita del passato, la paleontologia, ha il potere di riportarci indietro nel tempo, in un mondo fatto di strani animali e piante. I fossili sono lโunico elemento per capire lโeterno pulsare della vita e il continuo divenire del pianeta.
Descrizione e rappresentazione del paesaggio, la geografia e topografia: lo studio delle forme del paesaggio per la costruzione di una carta geografica.
Le avventure di Teo il trilobite e Minnie lโammonite: attraverso il racconto delle avventure del trilobite Teo e quelle della tiranna ammonite, i bambini scoprono le diverse fasi evolutive degli esseri viventi, anche con la realizzazione di fossili (colorandoli e ritagliandoli) e la collocazione nelle diverse ere geologiche riportate sul tappeto.
La scienza a casa nostra: il filo conduttore di questo laboratorio รจ il racconto dellโesperienza quotidiana attraverso gli occhi dello scienziato. Con una serie di esperimenti, si potranno conoscere alcuni fenomeni che, pur sembrando scontati, inconsapevolmente ci introducono alle leggi della fisica che li regolano.
ยซScheggiAcustica nasce dalla volontร di valorizzare i luoghi piรน particolari e affascinanti del territorio di confine tra lโUmbria e le Marche, molto bello ma poco conosciutoยป.
Lโottava edizione di ScheggiAcustica – I Luoghi da Ascoltare andrร in scena dal 5 al 9 agosto nello scrigno dellโentroterra fra Umbria e Marche. Il format conferma cinque giornate con eventi e protagonisti, dove cruciale รจ la simbiosi tra luoghi, musica e pubblico che il festival ha sempre sperimentato, favorendo il coinvolgimento di artisti e spettatori in magnifiche location. Mattia Pittella, ideatore di ScheggiAcustica, e presidente dellโAssociazione Musicale Culturale Tuttisuoni ci svela i segreti dellโevento.
Comโรจ nata lโidea di questo particolare festival?
Ho sempre desiderato realizzare unโesperienza che coniugasse la mia infanzia e adolescenza in Umbria e la mia formazione professionale in Nord Italia. Da qui anche lโidea di unโoccasione per raccogliere giovani talenti e nuove energie rimaste finora inespresse e di ospitare tanta gente da fuori, anche stranieri, a partire dagli stessi artisti, che diventano i primi a scoprire le bellezze – ad esempio del Parco del Monte Cucco e di borghi come Pascelupo o il Castello di Frontone, giusto per citarne alcuni. Ho una grande passione per lโacustica, che deriva anche dal lavoro che svolgo. Di conseguenza ho sempre pensato che un modo per poter riscoprire questi luoghi fosse proprio quello di mostrarne le potenzialitร acustiche. Un luogo su tutti รจ lโAbbazia di Sitria. ร magica. Un luogo dove puoi parlare tranquillamente con unโaltra persona a 20 metri di distanza! Ricordo che, durante una mia esibizione in questo scrigno meraviglioso, mi resi conto che la sua acustica era eccezionale. Cosรฌ, una decina di anni fa, nacque tutto…
Tre parole per descrivere questโevento?
Va da sรฉ: Luoghi da Ascoltare!
Sono otto anni che va in scena questo festival. Cosa lo caratterizza?
Valorizza proprio i luoghi piรน belli e insoliti, rendendoli i veri protagonisti del festival, con un punto di partenza del tutto particolare: lโacustica degli stessi. A quanto pare sembra che il concept funzioni ogni volta un po’ di piรน, tra lโaltro anche con alcuni tentativi di imitazione provenienti da piรน parti. In piรน, il territorio di confine tra Umbria e Marche, puรฒ – e deve essere – una risorsa turistica e culturale per entrambe le regioni e il nostro obiettivo รจ fare il possibile affinchรฉ ciรฒ accada: quando certi luoghi cosรฌ belli vengono conosciuti o riscoperti, poi, in genere, “funzionano”.
Qual รจ il filo conduttore di questโanno?
Il viaggio: in un festival cosรฌ legato al territorio, cโรจ la possibilitร di viaggiare attraverso i suoni e le suggestioni di diverse culture, spaziando dallโAfrica allโOriente, passando per una ballata messicana, un tango argentino e un valzer siciliano. Quindi รจ un percorso che porta con sรฉ musica folk e popolare da tutto il mondo.
Quali sono gli eventi da non perdere?
ร difficile dire quale evento sia imperdibile rispetto ad altri… Ogni momento รจ pensato come un โincastroโ ideale tra luogo-evento-partecipanti. Sicuramente la giornata di domenica 6 agosto sarร molto intensa, perchรฉ si comincia la mattina presto con unโescursione nel Parco del Monte Cucco e nella zona del Catria verso Fonte Avellana, poi cโรจ lo yoga nella splendida Abbazia di Sitria, un seminario di canto e voce, steet food allโaperto e un concerto nel tardo pomeriggio a Sassoferrato.
Lโospite piรน atteso?
Forse lโospite imperdibile in assoluto sarร di scena mercoledรฌ 9 agosto al Castello di Frontone: Gafarov e la sua ensemble, La stella dโOriente, musicista azero molto noto e davvero interessante per concludere il giro del mondo di ScheggiAcustica 2017. Ma, appunto, per concluderlo al meglio prima andrebbe intrapreso in ogni sua tappa.
Ci sono novitร rispetto alle passate edizioni?
Gli eventi collaterali mattutini e pomeridiani: dal 2016 abbiamo intrapreso un nuovo approccio alla programmazione, cercando di far vivere i luoghi in modi e orari diversi rispetto a quelli consueti. Questโanno cโรจ una novitร assoluta, come lโescursione mattutina da Isola Fossara all’Abbazia di Sitria passando per i sentieri e sfiorando anche Fonte Avellana. Oppure le pratiche yogiche e lo street food con piadineria, oltre alle ormai consolidate master class. Come artisti, oltre a Gafarov, stupirร Camilla Barbarito con musiche, canti e balli popolari da ogni latitudine. E per i luoghi, oltre ai confermati, riscopriremo il centro storico di Scheggia, dove manchiamo dallโedizione 2014 e, per la prima volta, saremo al Chiostro di Palazzo Merolli a Sassoferrato. In unโedizione dedicata soprattutto alla musica folk e popolare, lโitinerario del festival non puรฒ che virare verso scenari piรน “centrali” rispetto agli abitati principali dei Comuni che andrร a toccare.
Se siete alla ricerca di un itinerario per il weekend, o anche per le vacanze, รจ il momento di scoprire i Borghi piรน belli d’Italia. Il sito ufficiale divide per regioni i paesi selezionati e tra questi, in particolare, c’รจ Arrone, che sorge ad 8 km da Terni, immerso nel cuore della Valnerina.
Sentiero dellโOlio
Chiesa di S. Giovanni
La concezione del borgo richiama la tipica cittadina medievale e passeggiando per le vie del paese si fa fatica a non meravigliarsi del verde dei colli che proteggono le mura di pietra, ma le origini di Arrone sono molto piรน antiche e si scoprono attraverso i percorsi naturalistici che da lรฌ partono. Uno di questi รจ il Sentiero dellโOlio, che dal centro si addentra tra querce e pini per salire fino al piccolo borgo di Tripozzo, a circa 600 metri. Il percorso si sviluppa in 3,4 km su una strada non molto trafficata, ma che nella bella stagione si ripopola di appassionati, tanto che viene scelta anche come itinerario per la nordic walk, pur essendo adatta a tutta la famiglia.
Mentre si sale, si puรฒ notare come la macchia mediterranea lasci rapidamente il posto a distese di olivi secolari e reperti di derivazione romana: questa zona era infatti utilizzata ampiamente per la coltivazione e lavorazione delle olive, di cui ne fanno testimonianza i resti di un mulino e la strada che ora accompagna gli escursionisti era un tempo il collegamento per trasportare il prodotto oleario fino a valle.
La fonte di San Lorenzo
Unโulteriore conferma della valenza antropologica del territorio รจ data dalla presenza di una fonte, conosciuta come fonte di San Lorenzo, che si incontra a meno di 500 metri lungo il cammino, ma anche da reperti archeologici quali un edificio e materiali di ceramica, trovati dopo alcuni lavori agricoli, datati orientativamente tra il I sec. a.C e il I sec. d.C. nella stessa Tripozzo per via di strutture e tecniche costruttive tipiche dellโepoca rivenute grazie agli scavi realizzati nel 2000 dalla Soprintendenza dei Beni Archeologici dellโUmbria.
Si pensa che lโedificio fosse una villa schiavistica e nello studio di questa costruzione si รจ potuta costatare la presenza di un torchio a trave che serviva per spremere le olive. Dagli scavi, si viene a sapere che lโedificio รจ stato anche ristrutturato, e questo fa valutare il fatto che sia la costruzione del frantoio e che le modifiche successive non potevano che essere commissionate da una personalitร di spicco della prima etร imperiale, una sorta di imprenditore che poteva disporre di un ampio numero di manodopera per la sua attivitร olivicola.
La produzione รจ tuttora portata avanti in maniera biologica, come mostrano alcuni cartelli posti in mezzo agli olivi; e chissร che non si tratti di discendenti di questa figura imprenditoriale!
Le Marmore
Qui a Tripozzo, la passeggiata trova il culmine della visuale e vale la pena affacciarsi ad ammirare la vallata, da cui si apre un panorama variegato, fatto di boschi, oliveti, alcune frazioni di Arrone come – Montefranco – e, se si affina la vista, si puรฒ vedere alla propria sinistra la nube delle acque che scendono impetuose dalla Cascata delle Marmore, nascosta da un altro colle. Con gli occhi pieni di meraviglia, si puรฒ far ritorno ad Arrone.
Il dio greco Dioniso, chiamato anche Bacco (โil rumorosoโ), รจ una figura fondamentale della religiositร e della mitologia antiche; egli rappresenta la forza produttiva della natura, la potenza germinativa che regola i cicli dellโagricoltura ed รจ considerato lโinventore del vino, la bevanda meravigliosa, fonte di gioia e soave lenitivo per le sofferenze degli uomini ai quali insegnรฒ lโarte della sua produzione.
Il mito di Dioniso
Cippo A, Dioniso
La leggenda relativa alla nascita del dio lo indica quale frutto dellโamore tra Zeus, re degli dei, e Semele, fanciulla mortale figlia di Cadmo, sovrano di Tebe. Era, sposa legittima di Zeus, venuta a conoscenza del tradimento si ingelosรฌ e, volendo punire la rivale, prese le sembianze della sua nutrice, suscitando nella fanciulla il desiderio di contemplare lโamante nel pieno del suo splendore divino. Zeus le apparve dunque nella forma della sua suprema maestร , il fulmine, tanto che Semele, giร in attesa di Dioniso, ne rimase folgorata e morรฌ incenerita dando alla luce il bambino prematuro; Zeus allora prese il nascituro e se lo cucรฌ allโinterno di una coscia per portarne a compimento lo sviluppo e, una voltaย nato, lo consegnรฒ ad Ermes perchรฉ lo proteggesse dalle ire della sua sposa. Costui condusse il neonato ad Orcomeno e lo affidรฒ alle cure di Ino, sorella di Semele, e di suo marito Atamante, suggerendo loro di travestirlo da bambina affinchรฉ Era non lo riconoscesse; lo stratagemma non servรฌ perรฒ ad ingannare la regina degli dei che, furiosa, portรฒ i due alla follia inducendoli ad uccidere i loro stessi figli. Ermes riuscรฌ a trarre in salvo Dioniso e, condottolo sul monte Nisa, lo affidรฒ ad un gruppo di Ninfe che ebbero il compito di allevarlo allโinterno di una grotta. Una volta divenuto adulto, fu ancora oggetto della furia di Era e, impazzito, cominciรฒ a vagare per i luoghi piรน remoti del mondo, giungendo fino in India. Di ritorno in Grecia, egli giunse a Tebe, in Beozia, dove รจ ambientato uno degli episodi piรน noti della sua saga, reso immortale dalla celeberrima tragedia di Euripide Le Baccanti. Dioniso, desideroso di istituire il proprio culto, arrivรฒ in cittร sotto mentite spoglie, ritenuto da tutti un semplice banditore della nuova religione; immediatamente le donne furono sopraffatte dalla follia dionisiaca ed abbandonate le loro case corsero sul monte Citerone dove cominciarono a compiere azioni portentose: esse allattavano cerbiatti e lupacchiotti, facevano sgorgare acqua dalle rocce, vino e latte dalla terra, miele dai tirsi, sbranavano animali, si cibavano di carne cruda. Il re locale Penteo, sconvolto dal sovvertimento dellโordine costituito, fece imprigionare il dio, il quale si liberรฒ con un prodigio e persuase lo stesso sovrano a recarsi sul monte in abiti femminili per spiare gli strani rituali compiuti dalle sue concittadine; ma egli fu scoperto e le donne, in preda al furore dionisiaco, lo scambiarono per un leone e lo fecero a pezzi. Agave, madre dello stesso Penteo, brandendo il macabro trofeo, tornรฒ a Tebe dove rinsavรฌ poco a poco e, resasi conto dellโorrendo delitto, fu colta da disperazione.
Il culto e lโestasi
Cippo B, Menade danzante
Il culto tributato a Dioniso รจ di tipo estatico; chi vi prende parte รจ in preda al furore bacchico detto anche mania. La musica, la danza, il vino sono elementi fondamentali del rituale e provocano nei partecipanti uno stato di eccitazione e di follia, in cui gli elementi caratteristici del kosmos greco sono sovvertiti. Lโalienazione dalla realtร immette nel mondo dellโillusione dove lโordine precostituito รจ sconvolto, le differenze sociali sono annientate; in questa sfera illusoria le donne abbandonano i loro ruoli tradizionali, lโumile diviene potente, lโinfelice diviene felice. Dioniso appare cosรฌ come un liberatore, colui che, seppur in maniera effimera, affranca gli uomini dalle sofferenze donando loro la pienezza della gioia, aiutandoli ad oltrepassare i propri limiti umani e conducendoli verso una condizione che nella vita reale รจ loro preclusa. Lo stesso corteggio del dio, o thiasos dionisiaco, รจ composto da creature con caratteristiche solo parzialmente umane; si tratta dei satiri e delle menadi o baccanti, rispettivamente uomini dallโindole e dai tratti ferini, manifestazioni della natura selvaggia, e donne in preda allโebbrezza dellโalcool che si scatenano in danze sfrenate.
I cippi dionisiaci
Nel maggio del 1986, i lavori di ristrutturazione di una casa privata di via Reguardati, a Norcia, condussero al rinvenimento di una coppia di reperti di alto valore archeologico e artistico: due cippi gemelli scolpiti con scene relative alla saga di Dioniso, attualmente conservati presso Criptoportico Romano di Porta Ascolana della medesima cittadina. Entrambi i pezzi hanno forma cilindrica, leggermente rastremata verso lโalto e sono realizzati in pietra grigiastra locale; il cippo denominato A รจ alto 65 cm con diametro di 38.5 cm alla base e di 35.5 cm nella parte superiore; al centro della rappresentazione compare Dioniso giovane, visto di profilo, con la mano destra poggiata al tirso, mentre con la sinistra, distesa lungo il fianco, regge il kantharos.
Riproduzione grafica del Cippo A
Il dio รจ nudo, vestito unicamente di un drappo che gli avvolge il torace, forse una pelle ferina, e dei calzari. Ai lati compaiono due figurefemminili panneggiate, identificabili con delle menadi colte nellโatto di danzare come mostrano le teste rivolte allโindietro, i piedi sollevati dal suolo e i drappeggi degli abiti, volti a sottolineare i movimenti vorticosi del ballo. La figura posta alla destra di Dioniso sorregge un timpano, mentre quella alla sua sinistra, separata dal dio da una palmetta stilizzata, tiene una spada in una mano e una testa umana mozzata nellโaltra. Questโultima figura รจ di fondamentale importanza per lโinterpretazione della scena, permettendo di identificare con esattezza la vicenda rappresentata, riferibile allโepisodiotebano sopra menzionato.
Riproduzione grafica del Cippo B
Il cippo B รจ alto 63 cm con diametro di 41 cm alla base e di 37 cm nella parte superiore; la scena รจ del tutto simmetrica alla precedente, analogamente composta di tre figure umane e una palmetta. Al centro รจ un satiro nudo, con un drappo sulle spalle, che suona il doppio flauto fiancheggiato da due menadi danzanti simili a quelle del cippo A; la donna posta sulla destra regge un tirso sopra le spalle, mentre quella a sinistra percuote un timpano con la mano. I reperti possono essere datati alla primaetร imperiale (inizi del I sec. d.C.). Assai difficile dire quale fosse lโesatta funzione dei cippi, anche se appare verosimile attribuire ad essi un valoresacrale, forse legato a specifiche pratiche cultuali legate al culto dionisiaco molto diffuso in ambito italico non solo a Roma, ma anche nelle province.
R. Cordella-N. Criniti, Iscrizioni latine di Norcia e dintorni, in Quaderni di Spoletium 1, Spoleto 1982. R. Cordella-N. Criniti, Nuove iscrizioni latine di Norcia, Cascia e Valnerina, in Quaderni di Spoletium 5, 1988. D. Manconi, Norcia. Alcune attivitร sulla cittร romana, in Spoletium 33, 1988, 63-75
Uno dei protagonisti di Expo 2015 รจ stato il Pane di Strettura, prodotto caratteristico dellโUmbria insieme ai tartufi, allo zafferano di Cascia, al farro di Monteleone di Spoleto e alla patata rossa di Colfiorito. In questa mescolanza di culture, tradizioni e abilitร artigianali che prende il nome di Expo, lโUmbria ha voluto farsi rappresentare anche da un prodotto inflazionato quanto genuino: il pane.
Strettura, diversamente da ciรฒ che suggerisce il nome, รจ una bella valle situata a circa 13 km da Spoleto, la cui ampiezza permette la coltivazione di antiche qualitร di cereali ormai accantonate dalla grande produzione industriale. Le spighe dorate tappezzano i dolci declivi, i quali sembrano suggerire la forma tondeggiante che assumerร il prodotto finito e, prima ancora, la soave consistenza della pasta unita alla leggerezza della lievitazione.
Sembra unโoasi, Strettura. Le acque sorgive che sgorgano dalle rocce appenniniche la rendono un luogo ameno, in cui passeggiare; Spoleto รจ vicina, ma abbastanza lontana da lasciare questo paesino nella tranquillitร propria dei luoghi antichi e dalle tradizioni genuine. Sembra di sentire nellโaria il profumo del pane appena cotto, emblema di quanto cโรจ di piรน buono e familiare nelle cose del mondo.
Eppure le abitudini degli italiani sono cambiate: il consumo di pane, rispetto al passato, sembra diminuito. Secondo la Coldiretti, nel 2016 ogni persona ha mediamente consumato 85 grammi di pane al giorno, contro i 1100 degli anni dellโUnitร dโItalia.
Un cambiamento testimoniato anche dagli innumerevoli modi di dire che hanno a che fare con la bontร del pane e con la sua essenziale presenza sulle tavole โยซsei buono come il paneยป, ยซvendere come il paneยป, ยซnon cโรจ cibo da re piรน gustoso del paneยป, etc. Detti che un tempo avevano la propria ragion dโessere nella difficoltร a reperire alimenti altrettanto nutrienti e spendibili, ma che oggi sembrano ormai gusci, svuotati di qualsiasi appiglio alla realtร .
ร vero che mangiamo meno pane, ma quando lo facciamo desideriamo provare unโesperienza unica, elevata rispetto alla piattezza delle produzioni industriali. Oggi il consumatore sceglie prodotti a base di cereali alternativi al frumento โkamut e farro, anche per via delle intolleranze alimentari sempre piรน evidenti -, ma sceglie anche di acquistare prodotti a chilometro zero e ad alto valore nutrizionale, che possano in qualche modo innalzare la qualitร della sua esperienza culinaria.
Piรน qualitร e meno quantitร , dunque, insieme alla volontร di consumare anche prodotti che siano il frutto dellโamore e del rispetto per la terra, e delle persone che li perpetrano.
Il pane di Strettura รจ lโemblema di queste mutate abitudini alimentari. Si pone altresรฌ come anello di congiunzione tra passato e presente, unendo una filiera produttiva appartenente al passato con il moderno consumatore, piรน consapevole e attento.
ยซTu proverai sรฌ come sa di sale / lo pane altruiยป D. Alighieri, Paradiso โ canto XVII
ร vero, il pane di questo paesino dellโentroterra umbro รจ merce rara: le colture sono limitate, peculiari di quelle terre che lambiscono quel versante appenninico; lโacqua utilizzata รจ solo quella delle sorgenti, con quelle esatte proprietร chimico-fisiche.
Il pane stesso non รจ adatto alla grande distribuzione, legato comโรจ ad una lavorazione lenta e artigianale. ร infatti composto di farina di grano tenero, sapientemente unita al lievito della panificazione precedente e allโacqua di sorgente appena salata: il pane di Strettura รจ infatti un pane sciapo, come lo sono notoriamente altri suoi parenti umbri, toscani e marchigiani.
Questa pagnotta, segnata con una croce al centro, riposa tutta la notte; il giorno dopo, lโimpasto viene rinfrescato con lโaggiunta di altra acqua tiepida e farina. Segue una lavorazione rigorosamente manuale, che ha lo scopo di rendere lโimpasto liscio, omogeneo e con una consistenza โgiustaโ che solo i fornai di Strettura sanno riconoscere.
Ancora alcune ore di lievitazione e finalmente si puรฒ procedere alla cottura, fatta esclusivamente in un forno di mattoni alimentato da fascine della macchia mediterranea: esse donano al filone acciaccato il caratteristico aroma che, insieme alla crosta non troppo spessa e alla mollica compatta, lo rendono il perfetto accompagnamento a salumi, formaggi, verdure e piatti brodosi.
Paciano, un delizioso borgo di appenaย novecentoquarantaย abitanti, sorge sulle verdi colline che si affacciano sul Lago Trasimeno. Conosciuto ormai da tempo come uno deiย Borghi piรนย Belli dโItalia e scelto da molti stranieri come luogo ideale per acquistare una seconda residenza, custodisce,ย nel cuore del centro storico allโinterno del seicentesco Palazzo Baldeschiย un museo atipico il cui obiettivo รจ quello diย mettere in scenaย un ricco patrimonio fatto di memorie, di ricordi, di testimonianze sul saper fare artigiano.ย
Questo รจย TrasiMemo, il museo della memoria artigiana di tutti quei mestieri che hanno preso vita nel corso del tempo sulle terre lambite dal lago.
Fiore all'occhiello della comunitร
TrasiMemoย รจ un progetto innovativo voluto e fortemente desiderato in primo luogo dagli abitantiย di questo piccolo comune, cittadini responsabili che si prendono cura del proprio patrimonio in cui vedono una generosa spinta propulsiva verso un futuro di rinnovamento. Entrando nella sala del museo subito si respira unย sentimento di comunitร ; non รจ raro incontrare cittadini volontari allโInfo Point o chi in questo momento sta allโamministrazione comunale;ย ognuno di loro avrร da raccontare un aneddoto o un particolare personale che andrร ad arricchire la giร speciale visita al museo.
Lโallestimento รจ assai piacevole. Lโambiente รจย accogliente, i rumori tipici delle lavorazioni introducono i visitatori nelle realtร artigiane sollecitando lโudito; luci calde accompagnano i loro passi e attirano lโattenzione su dettagli mai scontati. Si ha lโimpressione di attraversare un archivio dove sono contenuti documenti di vario genere divisi nei quattro ambiti principali: lavorazione di ferro e metalli, legno, cotto e tessile.
I cassetti della memoria
Cari visitatori, non vi aspettate diย trovareย tomi da sfogliare,ย ma lasciatevi incuriosire dai cassetti delleย quattro scrivanieย e dalloย schedarioย posizionato allโingresso; aprite questi cassetti ed ammirate i tesori che contengono:ย un tombolo per il ricamo, fili colorati, fusi, ma ancheย pinze, lime, pialle e poi ancora disegni, coloriย eย maioliche.ย Tutto il sapere della tradizione artigiana condensato in piccoli oggetti dal forte potere evocativo. E poi cโรจ lo schedario, pieno di volti, di chi il mestiere lo fa ancora e con passione o di chi vorrebbe passare il testimone a validi eredi dalle mani dโoro. Sono stati questi artigiani i protagonisti dei tanti raccontiย che animano le pareti diย TrasiMemoย nonchรฉ iย fornitori del materiale custoditoย nellaย Banca dellaย Memoria; fautori di tante opere che ancora fanno parte dellโarredo urbano del borgo, sonoย ancheย gli animatori dei laboratori organizzatiย dal museo. Periodicamente infatti รจ possibile partecipare aiย workshop proposti e rivolti sia agli adulti che ai bambini per testare con mano e mettersi alla prova in unโesperienza di lavoro artigianale vero!
Un museo smart
Lโesperienza di una visita aย TrasiMemoย รจ entusiasmante per tutti; oltre a toccare e vedere affascinanti oggetti significativi, ci sono quattro grandi pannelli riassuntivi, uno per ogni area, che raccontano in pillole lavorazioni,aneddoti e segreti legati alla vita quotidiana e alla storia di quel mestiere. In piรน,ย contenuti multimediali contribuiscono a rendere piรนย smartย lโesperienza al museo.
Di grande impatto รจ laย parete di parole, divertitevi a scegliere e fotografare quella che piรน ricorderร la vostra visita. Non dimenticate infine, usciti dal museo, di andare a cercare gli oggetti simbolo dellโattivitร artigiana che fanno bella mostra diย sรฉย per le vie del borgo di Paciano. Lโilluminazione pubblica, i numeri civici dipinti su maioliche e la struttura in ferro del pozzo cittadino sono solo alcuni esempi.
Quindi, perchรฉย andare a vedereย TrasiMemo?
ยซTrasiMemoย รจ un luogoย di tuttiย eย per tutti:ย รจ degli artigianiย e di chi ha memoria deiย saperiย locali; รจ delle persone che abitano il territorio e che in esso continuano a pensare spazi di lavoro e di vita; รจ dei professionisti del patrimonio che, attraverso la ricerca, provano a tutelare le forme del ricordare, sistematizzandole in narrazioni per il futuro;ย รจ dei visitatori che decideranno di attraversare le zone del Trasimeno conoscendo meglio il rapporto tra i suoi abitanti, i suoi paesaggi e le sue risorse locali.ยป
TrasiMemo, il museo della memoria artigiana – Paciano
AboutUmbria continua il percorso intrapreso per la valorizzazione delle eccellenze umbre e lo fa aggiungendo un nuovo tassello allโarticolato puzzle che abbiamo iniziato a comporre due anni fa, con lโapertura dello spazio promozionale allโinterno dellโAeroporto di Perugia.
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Da allora, il progetto รจ cresciuto e ha visto nella giornata dellโ11 aprile scorso il raggiungimento di un secondo importante obiettivo, lโuscita di AboutUmbria Magazine, la rivista online che racconta lโUmbria e le sue Eccellenze.
Avevamo in mente perรฒ un altro traguardo per dare completezza e concretezza a un progetto ambizioso ma che riteniamo, oggi piรน che mai, fondamentale per il rilancio della nostra regione, che ha bisogno di essere conosciuta al di fuori dei nostri confini, che necessita di strumenti che siano in grado di raccontarla non solo esaltandone le peculiaritร giร note e che rappresentano i punti cardine su cui si basa il registro comunicativo comunemente adottato per parlare di Umbria, ma anche sdoganando i luoghi comuni, andando oltre al giร detto e al giร sentito, presentando realtร e potenzialitร molto piรน vaste e molti altri scenari possibili.ย Siamo partiti da qui e abbiamo fissato alcuni punti.ย LโUmbria รจ verde. Questo รจ innegabile. Come non esaltarne la bellezza dellโambiente, la dolcezza delle sue colline, il verde che rimane dentro, che a volte sembra capace di riconciliarci con lโuniverso? Perรฒ รจ molto di piรน e molto altro, e forse proprio attraverso il colore, anzi attraverso i colori, potremmo essere in grado di raccontarlo ricorrendo ad associazioni cromatiche inconsuete o, perchรฉ no, audaci.ย Abbiamo quindi pensato di raccontare lโUmbria tramite un colore, analizzarla, studiarla e quindi presentarla attraverso una lente ogni volta di una tinta diversa, perchรฉ nessun aspetto resti indietro, perchรฉ nessuna anima rimanga inespressa.
Ma come parlare dโUmbria? Su questo non abbiamo avuto dubbi, lasciando che fosse lei a parlare. Quindi grande spazio alle immagini, perchรฉ รจ inutile parlare se non riusciamo a far vedere.
E poi nessun annuncio roboante, niente spot o slogan da merce in vetrina. Solo grande cura nella ricerca, amore per la veridicitร delle informazioni,attenzione ai dettagli. Abbiamo cercato di presentare lโanima della regione che รจ stupenda nella sua concretezza, magnifica nella sua essenzialitร .ย Pensando allโUmbria a noi viene in mente una donna bellissima che non ama perรฒ rossetto e fard. Una bellezza senza mistificazioni, la bellezza del tufo e del travertino, della pietra Assisi e dellโarenaria, una bellezza autentica, segnata dal tempo, eppure senza tempo.ย Per questo non abbiamo aggiunto nessuna patina, ma abbiamo cercato di arrivare allโessenza; con questo intento abbiamo scelto gli argomenti, selezionato le fotografie, pensato al formato della rivista e anche alla carta da usare.ย Insomma abbiamo cercato di andare dritti al cuore, quel cuore verde che saprร tingersi di molte altre tinte. Di BLUE per esempio.
Per acquistare on line la rivista, vai alla pagina
Titolo: Mario Angeloni. Profilo biografico, documenti, testimonianze
Autore: Renato Traquandi
Editore: Volumnia
Anno di pubblicazione: 2016
152 p., f.to cm. 17 x 24, brossura illustrata
ISBN: 9788889024836
Prezzo: โฌ 12.00
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In occasione delle celebrazioni dei 120 dalla nascita e 80 dalla morte di Mario Angeloni, ricorrenza che si รจ tenuta nel 2016, si รจ costituito a Perugia un comitato per commemorarne lโanniversario. Il comitato, nato su iniziativa della Societร di Mutuo Soccorsotra gli Artisti e gli Operai di Perugia, ha visto lโadesione di numerose istituzioni e associazioni. Oltre alla commemorazione del 24 giugno tenutasi alla Sala dei Notari e al convegno allโUniversitร per Stranieri del 2 dicembre scorso, รจ stata pubblicata per i tipi della Volumnia questa importante testimonianza curata da Renato Traquandi.
Il libro
Il volume, corredato da testimonianze e documenti, si divide in tre parti: La storia e lโambiente. Perugia cittร natale di Mario; Lโespatrio e la vita politica in Europa; La guerra civile spagnola. Atto di nascita della resistenza europea. Inoltre include i discorsi tenuti da Mauro Volpi (professore di Diritto pubblico comparato allโUniversitร di Perugia) e da Urbano Barelli (avvocato e vicesindaco di Perugia) in occasione della cerimonia del 24 giugno, una prefazione della di Maria Cristina Laurenti (docente di Storia del pensiero politico contemporaneo allโUniversitร La Sapienza di Roma) e si conclude con la postfazione del politico Valdo Spini.
L'uomo
Il libro ha il pregio di riscoprire e valorizzare la persona di Mario Angeloni, figura di spicco, sicuramente molto nota ma poco conosciuta, soprattutto dalle nuove generazioni.
ยซUn uomo โ ha ricordato Volpi – che ha onorato la sua cittร non solo con la forza delle sue idee, democratiche, repubblicane, antifasciste e internazionaliste, ma anche con lโesempio concreto giunto fino al sacrificio della propria vitaยป.
Nato e vissuto a Perugia, avvocato e fervente repubblicano, ha partecipato come volontario alla Prima Guerra Mondiale. Si รจ opposto strenuamente al regime fascista, subendo persecuzioni, aggressioni, lโincarcerazione e infine lโesilio, prima in Francia e poi in Spagna, dove nel 1936 si arruola come volontario a sostegno della Repubblica Spagnola. Ed รจ in un ospedale di Sarinera in Aragona che il 28 agosto del 1936 muore dopo essere stato colpito durante la battaglia del Monte Pelato.
Quando, ormai piรน di un anno fa, un gruppo di professionisti della comunicazione e dellโinformazione si sono incontrati per dar vita a AboutUmbria, nulla faceva presagire che da lรฌ a poco si sarebbe creata una vera rete di differenti professionalitร con lโunico obiettivo di mettere a fattor comune la loro esperienza per costituire un Soggetto in grado di promuovere il brand โUmbriaโ in modo puntuale, capillare e innovativo.
Le motivazioni? Sicuramente un senso di rispetto e di riconoscenza verso la propriaTerra, una sublime forma di dedizione verso il palcoscenico delle proprie radici, ma anche un pizzico di vanitร nel voler dimostrare alla nostra cara e amata Umbria di essere in grado di fare qualcosa per lei, o almeno di far sรฌ che tutti siamo in grado di conoscerla profondamente e di amarla per quello che realmente รจ.
La mission di AboutUmbriaรจ quindi quella di potenziare la capacitร comunicativa del territorio umbro attraverso la conoscenza delle aree e le dimore di valenza storico-artistico-architettonica, la divulgazione e promozione delle sue eccellenze, gli eventi, le mostre e le iniziative culturali in genere.
Ma anche un secondo e non meno importante obiettivo รจ quello di creare un nuovo format di comunicazioneterritoriale attraverso lโesplorazione dei diversi linguaggi multimediali e delle innumerevoli potenzialitร delle tecnologie per esaltare una Terra ricca di simboli, di cultura, di storia, ma anche di creativitร .
Cosa cโรจ oggi di piรน multimediale che catturare unโemozione attraverso unโimmagine o viverla attraverso la rappresentazione di un evento?
Sรฌ. Lโidea รจ di costruire un vero e proprio ambiente di comunicazione multimediale allโinterno del quale raccontare lโUmbria e le sue Eccellenze, vivendole; una sorta di comunicazione 2.0 dove il concetto di rete si trasforma in Comunitร nella quale lโesperienza dellโuomo arricchisce ulteriormente il valore della sua terra, la reinterpreta e, interagendo tra passato e presente, pone le basi per un nuovo futuro.
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