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Vi ricordate quando Samuele Bersani cantava ยซDimmi dellโ€™India. Hai piรน pensato a esportare la piadina romagnola?ยปย Un progetto che รจ rimasto solo nella canzone e non se ne รจ fatto niente.

Invece cโ€™รจ chi ha esportato a Tokio la torta al testo dellโ€™Umbria e ne ha fatto un piatto di alta cucina innovativa. Lo chef Narisawa ha soggiornato in Europa per conoscere il meglio della cucina italiana, francese e tedesca. Ha visto, gustato, apprezzato, imparato e riportato nel suo Paese tanti piatti diversi, che ha trasformato secondo il suo estro e secondo una moda che vuole appagare tutti i sensi.

Dalle foreste vergini giapponesi

Cosรฌ ha introdotto nel suo ristorante minimalista un prodotto raffinato, che miscela antico e moderno, e che si chiama Il Pane della Foresta.ย Questo pane รจ fatto con la farina di grano, con la polvere di castagno e con la composta di castagne giapponesi. Queste sono castagne raccolte in una foresta vergine priva di inquinanti, dove i sapori e i profumi sono espressi al loro massimo. Una novitร  in Giappone.
In tempi remoti ma non troppo, il castagno era chiamato lโ€™Albero del Pane, perchรฉ dai suoi frutti si ricavava una farina nutriente e a buon mercato. Questo accadeva quando la farina di grano era cara e riservata ai ricchi, mentre la farina di castagne era lasciata ai poveri di tuttโ€™Europa. Buona per non morire di fame.
Adesso le parti sono invertite. La farina di grano costa poco, quella di castagne รจ cara, stagionale e chic. Narisawa ha fatto de Il Pane della Foresta uno spettacolo da gustare.

 

Il pane della foresta

 

Primo atto.

Due forme di pasta cruda vengono portate in tavola. Sul posto si aggiungere una dose di lievito naturale e si impasta con le dita. Tutto davanti ai clienti.

Secondo atto.

I clienti osservano il miracolo della crescita della massa farinosa. In pochi minuti il futuro pane raggiunge la lievitazione prevista, quindi va cotto.ย  Dove?

In tavola, naturalmente.

Terzo atto.

Arriva in tavola una pentola di pietra, naturalmente caldissima – 240ยฐ gradi – dentro cui si posano le due forme di pasta lievitata.

In soli 10-12 minuti il pane รจ cotto.

 

Emozionante e nuovo, per i giapponesi.

 

In Umbria si fa una cosa simile dalla notte dei tempi

La prima volta che ho visto preparare questa specialitร , ho immaginato Mr. Neanderthal e signora che, scoperto il fuoco, imparavano a cucinare dentro una bella grotta decorata con i graffiti. Chi vede preparare la torta al testo ne rimane affascinato.
La pasta, giร  lievitata, viene stesa come una pizza e appoggiata su una grande ruota di pietra che si chiama testo, posizionata allโ€™interno del camino davanti al fuoco. Sopra la pasta viene posato un coperchio di ferro e sopra di esso sfrigola la brace arroventata. La torta-pizza cuoce sotto e sopra, mentre il fuoco del camino scalda il tutto. 10-12 minuti – come in Giappone – e la torta รจ pronta. La si taglia e si porta in tavola con accanto salumi e formaggi. Qui, inizia il rito umbro che prevede di aprire con le mani le fette di torta e farcirla con i salumi, come il capocollo, e mangiarla con le mani.
Come si usa dire adesso, ci si riappropria del cibo che si mangia.ย  Lo si manipola, si sente la consistenza e il profumo. Una bella esperienza.
Al supermercato si trova la miscela di farina lievitata per torta al testo, che in pochi minuti permette di portare in tavola una merenda sfiziosa. Dimenticavo, per cuocere in casa la torta serve una padella di ghisa piatta e spessa, che si trova ovunque. In Umbria naturalmente.

INGREDIENTI:
  • 1 filone di pane raffermo
  • 400 g di mele
  • 50 g di uva secca
  • 50 g di cacao amaro
  • Farina q.b.
  • 1 scorza grattugiata di limone (solo la parte gialla)
  • 1 bicchierino di Mistrร 
  • 1 cartina di lievito per dolci (dose da 1 kg)
  • olio per ungere la tortiera

 

 

PREPARAZIONE

Fate cuocere in acqua il filone di pane fatto a grossi pezzi, scolatelo e passatelo al passatutto. Mescolatelo con le mele tagliate a fettine sottili, lโ€™uvetta, il cacao, la scorza di limone, Mistrร  e farina in quantitร  sufficiente a ottenere un impasto di media consistenza; quindi unite il lievito in polvere. Ungete una tortiera, versatevi il composto in uno strato alto un paio di centimetri. Infornate e fate cuocere a 180ยฐ C per 40 minuti circa.

 

Questo dolce si consumava per la vigilia dei Morti a Foligno. Qualcuno lo chiama fregnaccia, ma con tale nome si definisce anche una torta di farina di granoturco e frutta secca.

 

Per gentile concessione di Calzetti-Mariucci Editore.

INGREDIENTI per 4 persone
  • 1,5 kg di gamberi d’acqua dolce
  • Qualche foglia di mentuccia
  • 1 rametto di maggiorana fresca
  • 1 ciuffo di prezzemolo
  • 2 spicchi d’aglio
  • 3 cucchiai d’aceto di vino bianco
  • 6 cucchiai di olio extravergine d’oliva
  • Sale
  • Pepe

 

 

PREPARAZIONE

Ponete sul fuoco una pentola con acqua salata e, quando sarร  giunta a ebollizione, unite i gamberi. Lasciateli cuocere per 7-8 minuti, fino a quando non saranno diventati di colore rosso; scolateli e lasciateli intiepidire. Nel frattempo, fate un trito di mentuccia, prezzemolo, maggiorana e aglio, stemperatelo con olio e aceto, salatelo e pepatelo. Togliete alle code di gambero prima il guscio, poi gli intestini; ponetele in una terrina, conditele con la salsa e servitele.

 

Questa ricetta รจ della zona di Terni, dove spesso venivano portati in tavola i gamberi di Piediluco. A Norcia e a Foligno, si facevano invece i gamberi fritti: le code, pulite, si passavano in olio caldo, si salavano e si pepavano e, piรน recentemente, si aromatizzavano con peperoncino. Nelle zone in cui le acque offrivano gamberi, chi li pescava li metteva in grandi secchi e poi passava per le vie della cittร  a venderli.

 

Per gentile concessione di Calzetti-Mariucci Editore.

 

ยซL’olio e il vino umbro sono un nostro patrimonio culturale come il Pinturicchio e il Peruginoยป

Gianfranco Vissani non ha bisogno di tante presentazioni. รˆ forse il primo chef apparso in televisione, quando ancora gli chef stavano solo in cucina. Esuberante, schietto e un vero umbro verace. E anche durante la nostra chiacchierata si dimostra tale: ricorda il padre quando ammazzava il maiale o quando preparava i liquori al sambuco e al muschio e alle tante cose che gli ha insegnato, o a quando guardava Goldrake. ยซTu lo guardavi Goldrake? Forse sei troppo giovane!ยป. Poi lโ€™intervista si sposta sulla cucina umbra ed รจ palese il suo attaccamento a questa terra e a tutto quello che regala. ยซIl mio, รจ un vero rapporto col territorioยป.

Gianfranco Vissani

Qual รจ il suo legame con lโ€™Umbria?

Ho origini maremmane ma sono nato in Umbria a Civitella del Lago in provincia di Terni, quindi il mio legame รจ molto forte. Al lago di Corbara mio padre ha aperto il primo ristorante quando ancora cโ€™era poca corrente in zona e le strade erano poco praticabili. Da giovani cerchiamo e siamo attratti da tutto quello che รจ diverso, per questo – dopo lโ€™istituto alberghiero a Spoleto – ho girato molto lโ€™Italia: Venezia, Cortina dโ€™Ampezzo, Genova, Firenze e Napoli, oggi invece tutto quello che cโ€™รจ qui รจ la mia vita. Amo lโ€™Umbria, ho con questa terra un legame molto radicato.

Se lโ€™Umbria fosse un piatto, quale sarebbe?

Non sarebbe solo un piatto, ma tantissimi. Sarebbe la caccia, le lenticchie di Castelluccio, le patate di Colfiorito, il tartufo cavato e non coltivato, lโ€™olio, i vini come il Sagrantino, la torta cotta sotto la brace, la maialata e il sanguinaccio, i tordi di Amelia e la palomba alla ghiotta di Todi. Siamo una piccola regione, ma molto importante e innovatrice in cucina.

Un ingrediente che non puรฒ mancare sulla tavola di un umbroโ€ฆ

Sicuramente lโ€™olio, per le sue piccole dimensioni lโ€™Umbria ne produce tantissimo, e il vino di Caprai e Lungarotti che sono stati dei veri innovatori. Questi due prodotti sono un nostro patrimonio culturale pari al Pinturicchio e al Perugino.

Quanto, e in che modo, questa regione ha influito nella sua cucina e nel suo lavoro?

Moltissimo. I prodotti umbri sono molto presenti nelle mie ricette.

Il suo ultimo libro La cucina delle feste ha come sottotitolo Lโ€™altro Vissani: chi รจ lโ€™altro Vissani? Ne esiste un altro?

Sรฌ, รจ un altro rompiscatole come me (ride). รˆ un sottotitolo che mi piaceva mettere.

Un bravo chef รจ quello che cucina la miglior pasta al pomodoro o quello che crea un ottimo piatto mai fatto da altri?

Un bravo chef deve sapere fare entrambe le cose: partire dalla semplicitร  di una pasta al pomodoro per arrivare a un piatto piรน particolare e complicato.

Piccola curiositร : cโ€™รจ un cibo che proprio non sopporta? E uno del quale non puรฒ fare a meno?

Non mi piacciono i crauti e non potrei fare a meno dellโ€™olio o del prosciutto, ma di quello che non sa troppo di maiale.

Come descriverebbe lโ€™Umbria in tre parole?

Colline, paesaggi naturali e verde.

La prima cosa che le viene in mente pensando a questa regioneโ€ฆ

La vita tranquilla e le viti dโ€™uva.

INGREDIENTI PER 4 PERSONE
  • 100 g di cime di luppolo
  • 6 uova
  • 1 cipollotto fresco
  • 1 spicchio d’aglio
  • 5 cucchiai d’olio extravergine d’oliva
  • Sale
  • Pepe

 

PREPARAZIONE:

Lavate le cime di luppolo, asciugatele e tagliatele a pezzetti lunghi circa 3 cm; sbucciate aglio e cipollotto e tritateli finemente. Ponete il trito in una padella per frittate assieme all’olio, fate insaporire, quindi unite le cime di luppolo. Lasciate cuocere a fuoco basso versando, se necessario, un goccio d’acqua calda; salate leggermente, quindi unite le uova sbattute, alle quali avrete aggiunto un pizzico di sale e una presa di pepe. Lasciate rapprendere da entrambi i lati; la frittata si puรฒ servire sia calda sia fredda.

 

 

La frittata con i luppoli era diffusa soprattutto nel ternano, che in dialetto definisce il luppolo li lupari.

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Per gentile concessione di Calzetti & Mariucci editore

(Per 6 persone)

 

INGREDIENTI PER LA POLENTA:
  • 500 g di farina di granoturco
  • Sale

 

INGREDIENTI PER IL CONDIMENTO:
  • 12 puntarelle (costine) di maiale
  • 500 g di funghi di bosco
  • 500 g di pomodoro passato
  • 2 spicchi d’aglio
  • 1 bicchiere di vino bianco secco
  • 8 cucchiai di olio extravergine d’oliva
  • Sale
  • Pepe

 

PREPARAZIONE:

Preparate una normale polenta. Ponete uno spicchio d’aglio sbucciato in una casseruola insieme a poco olio; fate insaporire, quindi unite i funghi affettati. Salate e fate perdere loro l’acqua in eccesso, per 10-15 minuti. In una padella, mettete l’altro spicchio di aglio e olio rimasto, lasciate soffriggere e unite le puntarelle spezzate in due. Lasciate rosolare, spruzzate di vino e, quando sarร  evaporato, aggiungete il pomodoro passato e i funghi. Salate, pepate e portate a termine la cottura. Sformate la polenta, copritela con il sugo e servitela.

 

La polenta con le puntarelle e i funghi รจ tipica del ternano, ma un po’ in tutta l’Umbria si usa la polenta coi funghi. Un tempo si impiegavano solo quelli di bosco.

 

Per gentileย concessione di Calzetti โ€“ Mariucci Editore

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