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Vita, morte, miracoli e nonsense di un incendiario mai divenuto pompiere.

Uno spettacolo in perenne bilico tra denuncia sociale e teatro canzone che rafforza lo stretto rapporto tra il cantante calabrese e l’Umbria, in cui visse gli anni della fanciullezza e compose un poema di 400 pagine dal titolo E l’uomo volรฒ.

Una piรจce originale e profetica che ripercorrendo i testi nonsense di Rino Gaetano, disvelerร  la vera portata e gli inaspettati significati ancora attuali di quelle parole. Il racconto scanzonato di un menestrello, che tra le righe dei testi apparentemente nonsense, rivelรฒ alla luce del sole scandali, intrighi e mala politica negli anni bui della nostra nazione, col sorriso malinconico e disilluso di un rivoluzionario cantastorie, sotto un cielo sempre piรน blu.
Nascono tutti incendiari e fieri ma quando arrivano sono tutti pompieri” dirร  nella sua ultima raccolta Rino Gaetano, intitolata E io ci stoย che riletta oggi pare un vero testamento. A distanza di oltre quarant’anni la sua voce รจ straordinariamente viva e continua a risuonare ogni giorno nei bar, nelle radio e persino tra le nuove generazioni che non l’hanno riconosciuto.

Ora grazie a Stefano de Majo e al suo collettivo artistico di musicisti, pittori e fumettisti , il sorriso e l’animo incendiario di Rino Gaetano torna in Umbria col suo taccuino di disegni, filastrocche e ricordi, per dire ancora una volta: E IO ci sto!

Lo spettacolo รจ liberamente tratto dalla celebre trilogia di Bruno Mautone in testa alle classifiche di vendite online e dalle memorie dirette di Mimรฌ Messina, amico del cuore di Rino Gaetano con il quale il cantante crotonese visse sia il periodo giovanile di studio nel collegio di Narni che gli anni del successo artistico, vivendo e viaggiando con lui durante i concerti, fino alla prematura scomparsa avvenuta a Roma la notte del 2 giugno 1981.

Sia lo scrittore Bruno Mautone che l’amico Mimรฌ Messina saranno presenti allo spettacolo e al brindisi offerto dal teatro, restando a disposizione del pubblico dopo la piรฉce che aprirร  la stagione del Teatro Consortium di Massa Martana domenica 21 gennaio alle ore 17.00, a testimonianza del forte legame tra Rino Gaetano e l’Umbria.

 

Stefano de Majo

 

Scritto, diretto e interpretato da Stefano de Majo, autore e attore teatrale formatosi alla scuola di Anna D’Abbraccio, successivamente diretto per tre anni da Gastone Moschin. Di assoluto valore artistico il cast di musicisti composto per l’occasione dai maestri Giuliano Graziani al basso, Massimiliano Panunzi alla chitarra, Gustavo Gasperini al violino, Tiziano Tetro batteria e percussioni ad accompagnare la graffiante voce di Roberto Masiello. La scenografia รจ curata dal pittore e scultore Antonio Bono, con le opere grafiche del noto fumettista Mauro Laurenti.

Firmato un protocollo dโ€™intesa. Il primo passo รจ il ripristino della sentieristica con i suoi castellieri.

Lโ€™unione fa la forza. Lo sanno bene gli otto comuni –ย  Terni, Spoleto, San Gemini, Acquasparta, Castel Ritaldi, Massa Martana, Gualdo Cattaneo e Giano dellโ€™Umbria, che contano circa 172.000 abitanti – che hanno firmato un protocollo dโ€™intesa per valorizzare il territorio dei Monti Martani. Giร  nel 2021 era stata sottoscritta simbolicamente la Carta dello Scoppio, nellโ€™omonimo borgo umbro.

 

La firma del protocollo

 

ยซVogliamo unirci in modo organizzato per salvaguardare e valorizzare i Monti Martani. Abbiamo giร  creato, con degli esperti, otto tavoli tematici che hanno come tema lโ€™archeologia, la sentieristica, lโ€™enogastronomia, la ricettivitร  e altri. Il primo passo perรฒ รจ il ripristino della sentieristica: ogni comune metterร  in rete i propri percorsi cosรฌ da creare il Martani Tracking. รˆ un progetto partito 35 anni fa e poi mai concluso. Il percorso, che ha la forma di un 8 orizzontale, ha al centro Scoppio, il borgo fantasma, e dร  la possibilitร  di scoprire bellezze artistiche, monumentali, storiche e naturalisticheยป illustra Guido Morichetti, assessore di Acquasparta e uno dei promotori dellโ€™iniziativa.
I sentieri porteranno anche alla scoperta dei castellieri, fortificazioni che risalgono a 3000 anni fa. I Monti Martani erano infatti il passaggio per la transumanza cosรฌ da evitare di percorrere zone di pianura, ben piรน pericolose. I pastori si fermavano nei castellieri โ€“ quelli che oggi chiamiamo motel – dove potevano rifocillarsi e riposarsi. Tra i piรน particolari – ancora oggi ammirabili – cโ€™รจ quello di Monte Cerchio, vicino a Massa Martana, che ha la forma di un cerchio perfetto.

 

Alla scoperta del percorso

 

ยซLโ€™iter istituzionale รจ stato fatto, ora vogliamo coinvolgere i cittadini, le associazioni, gli enti, le comunanze, le proloco, le scuole, le diocesi, le forestali e la Sovrintendenza. Tutti devono aderire a quello che sarร  probabilmente il consorzio dei Monti Martani, con lโ€™obiettivo di organizzare festival, eventi, promuovere il parco con la sua biodiversitร  e puntare sulla ripopolazione stagionale del territorio. Stiamo andando avanti passo-passo, anche creando un nostro logo e brand. รˆ stata coinvolta Sviluppumbria e la Regione sa del progetto. La nostra volontร  รจ unirci in una struttura organizzativa, per essere credibili nel chiedere i finanziamenti e per partecipare in modo piรน incisivo a bandi di concorsoยป spiega Morichetti.

Il 18% degli atleti mondiali che hanno vinto una medaglia nelle ultime tre edizioni olimpiche di tiro si sono allenati a Umbriaverde. Tra i tanti si allena qui Diana Bacosi che ha vinto lโ€™oro a Rio nel 2016, e Vincent Hancock che ha vinto tre ori nelle ultime 4 edizioni olimpiche, e il nostro Giovanni Pelliero.

Sono andata a vedere a Umbriaverde, dove si sta svolgendo la Emir Cup, e con soddisfazione ho parlato e ho stretto la mano proprio a Giovani Pelliero che ha vinto, finora, 4 medaglie olimpiche, 7 coppe del mondo, 180 medaglie in generale. รˆ uno dei piรน forti tiratori al mondo. Il poligono di tiro Umbriaverde รจ posizionato in un meraviglioso contesto nella tranquillitร  tipica delle colline umbre su cui si affacciano le postazioni del tiro a volo. Il poligono รจ nato per mettere in risalto lo stretto rapporto esistente tra la pratica sportiva, lโ€™ambiente e la natura; รจ completamente avvolto dalle colline di Massa Martana ed รจ composto da sei campi polivalenti forniti di macchinari dโ€™avanguardia nei quali รจ possibile praticare tutte le discipline olimpiche del Tiro a volo al piattello.

Il Direttore e Giovani Pelliero

In ogni campo ci sono le postazioni che corrispondono a un certo tipo di tiro:

  • Fossa olimpica o trap: 5 postazioni occupate dai tiratori e da ogni postazione si spara a 25 piattelli e si scala di un posto fino al completamento delle 5 postazioni. Dopo che il tiratore ha chiamato il piattello dicendo a voce alta pull (tirare in inglese), il piattello esce a circa 130 km/h con una traiettoria sconosciuta, il lancio che puรฒ essere da destra da sinistra o al centro.
  • Skeet olimpico: 8 postazioni disposte a semicerchio. Si spara in sequenza nota a 25 piattelli con traiettoria nota. I tiratori cambiano postazione e devono ovviamente centrare tutti 25 i piattelli. La difficoltร  sta proprio nel cambio di postazione.
  • Double trap รจ come il Trap ma non รจ piรน specialitร  olimpica, e si differenzia dal Trap perchรฉ vengono lanciati due piattelli insieme. Il tiratore ha a disposizione 2 colpi.
  • Compak sporting amatoriale. รˆ una via di mezzo tra caccia e tiro a volo. Si pratica in ampi spazi con percorsi ideati per divertire i tiratori. Non รจ specialitร  olimpica.

Sparare in un poligono di tiro, in una gara normale oppure olimpica, richiede una grande preparazione. Il tiro richiede esercizio anche per sopportare il peso dellโ€™arma. Il peso di un fucile oscilla tra i 3 kg e 4,5 kg, non รจ molto, ma lo diventa quando si sta in postazione per ore. Quindi lโ€™atleta deve allenarsi anche in palestra per rinforzare la muscolatura della spalla e del braccio. Molti atleti si avvalgono anche dello psicologo – motivatore per affrontare la tensione e la grande concentrazione che richiede la gara.

Chi non ha mai tirato forse ignora che per colpire un piattello si deve fare un calcolo complesso e velocissimo. Quando di grida pull il piattello esce a oltre 100 km/h e in un tempo che oscilla tra 1 e 3 secondi si deve calcolare la traiettoria e sparare in modo da far sรฌ la rosa di pallini si venga a trovarsi davanti al piattello che li impatta e si disintegra. In gergo tecnico si dice che il piattello va anticipato.

I piattelli sono color arancio come in tutte le specialitร  olimpiche, anche durante le prove e le esercitazioni. I fucili sono calibro 12 e possono essere personalizzati solo nelle parti di legno, cioรจ il calcio e lโ€™astina. Al calcio si puรฒ applicare un cuscinetto di gomma per attutire il rinculo mentre lโ€™astina, dove si impugna il fucile, puรฒ essere adattata alla dimensione della mano.

 

 

Lโ€™Italia รจ molto amata da chi pratica questo sport, soprattutto ad alto livello, questo perchรฉ lโ€™Italia รจ lโ€™assoluta eccellenza del settore. Le armi Beretta sono famose come la Ferrari e le cartucce Fiocchi equivalgono all’Armani del settore. Poi in Italia si mangia bene e Umbriaverde รจ sรฌ un poligono di tiro, ma รจ anche un Resort molto ben attrezzato con palestra, dove gli atleti si allenano, piscina e spa, dove potersi rilassare dalla tensione e dalla concentrazione che richiede il tiro. Anche le famiglie hanno modo di passare proficuamente il tempo. Insomma lโ€™eccellenza italiana e mondiale del tiro passa da Umbriaverde.

 

Commissario tecnico olimpico Ridolfo Viganรฒ

 

Il poligono รจ attrezzato con i macchinari piรน moderni che vanno dalle postazioni elettroniche alla raccolta dei piattelli frantumati, dei pallini di piombo, della bora, e delle cartucce usate. Non sono perรฒ solo i macchinari ad attrarre gli atleti, ma tutto lโ€™insieme, compreso il ristorante. Il posto รจ verde con grandi spazi e accogliente. Direi che รจ silenzioso e lo sarebbe di piรน se non ci fosse chi spara. Perรฒ il silenzio permette agli atleti di recuperare durante la notte. In questo momento si sta svolgendo la Emir Cup con atleti internazionali e per la squadra italiana รจ presente anche il Commissario tecnico olimpico Ridolfo Viganรฒ. La gara finisce domenica 28 agosto. Poi seguiranno altre gare e altri allenamenti.

Ingredienti:

  • 1 kg di miele
  • 700 g di noci
  • 6 albumi d’uovo
  • la buccia grattugiata di mezza arancia non trattata
  • la buccia grattugiata di 1/4 di limone non trattato
  • foglie d’alloro per avvolgere i dolcetti

 

Preparazione

Cuocere il miele e gli albumi a fuoco basso in un recipiente di rame, per almeno 3 ore o fintanto che non avranno assunto un colore biancastro. Mescolare in continuazione. Versare il composto ancora caldo su un piano di marmo e ricavare tanti torroncini larghi 5 cm e lunghi 8. Avvolgerli in foglie d’alloro quando sono ancora caldi.

 

 

La nociata รจ il dolce natalizio tipico di Massa Martana. Fu Sigismondo Ranucci detto Gismondo, al suo ritorno da Copenhagen dove aveva esercitato la professione di cameriere, a preparare le prime nociate nel Caffรจ Ranucci, a Massa Martana. Dove avesse preso la ricetta non si รจ mai saputo: la nociata รจ simile a un dolce laziale, ma anche ad altri torroni europei. Gismondo Ranucci non svelรฒ mai il mistero, anche se per molto tempo la nociata venne preparata non solo nel suo Caffรจ, ma anche in molte famiglie. In genere si usava un’apposita attrezzatura, cioรจ un trespolo nel quale veniva inserito un caldaio. Un braciere posto sotto il trespolo forniva il calore necessario.

 


Per gentile concessione diย Calzetti&Mariucci.

COVID 19 รจ la parola piรน pronunciata da un anno a questa parte, parola che ci ha tolto molto e che ci ha costretto a vivere in modo nuovo. I trekking in Nepal o in Patagonia sono stati sostituiti dal percorso casa-supermercato, andata e ritorno. Poi, per fortuna, nelle nostre menti si รจ accesa la lampadina della reazione.

Siamo italiani, viviamo in un Paese speciale. Allora perchรฉ non fare quello che finora abbiamo sottovalutato e anche un poโ€™ disprezzato, come andare alla scoperta degli angoli minori del nostro Paese? Lโ€™Umbria si รจ attivata e ne ha rispolverati alcuni interessanti e numerosi. Accantonate le grandi basiliche, le cittร  medievali e i capolavori della pittura, la natura รจ diventata il nuovo centro focale. Percorrendo i nuovi tracciati ciclabili e pedonabili si scopre, per esempio, che in Umbria abbondano le cascate.

 

 

Non imponenti come quella delle Marmore o quella del Toce, o impressionanti come quelle del Niagara, queste cascate sono nascoste nei boschi e precipitano in piccoli anfratti verdi circondate dalle rocce di tufo o travertino. Mettendosi nei panni dei nipotini di Indiana Jones, il piรน famoso archeologo del cinema, e cercando con sguardo attento, si riescono a scovare cascate, laghetti e pure qualche reperto di un passato molto remoto. Queste piccole cascate sono molto antiche, perchรฉ qui, in piccola scala, cโ€™รจ stato il fenomeno delle doline come nel Carso. Lโ€™acqua ha eroso il terreno, ha scavato delle forre e lรฌ, da qualche milione di anni, precipitano le acque. Cascate e archeologia vanno di pari passo: non bisogna infatti dimenticare che lโ€™Umbria รจ stata sempre abitata, prima dagli autoctoni, poi dai Romani che hanno lasciato tracce ovunque e poi da altri a seguire.

Alla ricerca delle cascate

A giugno, prima del gran caldo e prima che di conseguenza le acque sparissero, con la mia amica Pina che ben conosce questi luoghi, sono andata a cercare i laghetti e le cascate di Castel Rinaldi, vicino a Massa Martana. Per nostra fortuna, scendendo nel bosco, abbiamo incontrato la signora Tiziana che passeggiava con il suo cane; dopo aver scambiato due chiacchiere, lei si รจ gentilmente offerta di accompagnarci a vedere quello che da sole non avremmo trovato, ovvero il ponte romano e la necropoli pagana che risale al III/II secolo a.C.
Raggiunto Castel Rinaldi, si lascia la macchina e si scende verso il bosco. Dopo 15 minuti si incontra la prima cascata. Ma per vederla bisogna andare in giรน di qualche metro e arrivare fino a un laghetto di un bel colore verde, esaltato dalle pareti verdi delle rocce che lo circondano. Muschio, capelvenere, felci e altre piante tipiche delle zone molto umide hanno completamente ricoperto la parete tufacea da cui precipitano le acque. Grazioso. A giugno lโ€™acqua era giร  poca ma mi dicono che in autunno quei 20 metri di salto facciano impressione. Poi, in inverno, dato che il sole non batte mai sulla parete, si formano anche delle stalattiti di ghiaccio. Risalite sul sentiero abbiamo piegato a sinistra e, proseguendo dritte, siamo arrivate al lago grande. รˆ una passeggiata facile, bisogna solo fare attenzione al fango per non scivolare. Attorno alla cascata grande si รจ creato lo stesso ambiente della cascata piccola, a mio avviso perรฒ molto piรน suggestivo e romantico.

 

Parete di tufo della necropoli

 

Le grandi pareti verdi, la caduta dโ€™acqua, il lago e il silenzio creano unโ€™atmosfera sospesa dove ci si aspetta lโ€™apparizione di un Elfo o di una Fata e si sogna un bacio romantico, proprio come in un film. Tornando indietro, Tiziana ci ha indicato il sito della necropoli, che perรฒ si vede poco. Abbiamo potuto scorgere una sola tomba, dal basso e da lontano, perchรฉ il terreno รจ franato e salire รจ pericoloso. Si vede solo lโ€™ingresso a volta e la parete di tufo bianco col colombario. Ci sono altre quattro tombe simili nella zona, ma la stagione avanzata e le difficoltร  dellโ€™esplorazione ci hanno dissuaso dal proseguire. Mi riprometto perรฒ di tornare in autunno e di trasformarmi in una esploratrice dโ€™epoca, perchรฉ la zona di Castel Rinaldi รจ piccola ma interessante in quanto, oltre a essere stata privilegiata dalla natura, porta le tracce di varie civiltร  ed รจ stata abitata senza soluzione di continuitร  da piรน di 2500 anni.
Per completare la passeggiata abbiamo intravisto, proprio sotto il castello, il ponte romano che si presenta come un classico ponte di mattoni a schiena dโ€™asino, sicuramente costruito dal diavolo in una notte tempestosa. Lโ€™erba, giร  troppo alta, ci ha tuttavia impedito di vederlo da vicino. Torneremo in autunno.

Natale รจ giร  qui. E come ogni anno, si rinnova il dilemma: albero o presepe? Un bel problema, praticamente irrisolvibile!

Presepisti o alberisti si nasce, รจ lโ€™imprinting che ci segna indelebilmente sin dal nostro primo Natale. Difficilmente si abiura o si passa da una credenza allโ€™altra, magari si sommano le due, ma non si rinuncia allโ€™una per lโ€™altra. Ci sono persone che non hanno dubbi e pensano a costruire il presepe a partire dal 26 dicembre, cioรจ il giorno dopo Natale.

 

Presepe di Massa Martana in cartapesta

 

Sono i presepisti, persone che lavorano per la gioia di arrivare a Natale con un presepe nuovo, fatto interamente con le loro mani. Ovunque ci sono scuole di presepistica, ma unica รจ la Scuola Umbra del Presepe di Cartapesta creata a Massa Martana per mantenere viva una tradizione importata direttamente da Lecce e attecchita nella terra dove il presepe รจ stato inventato.
Peccato che a causa del Coronavirus a Massa Martana questโ€™anno non si potrร  svolgere la solita mostra dei presepi dโ€™Italia e del mondo: una bella occasione per scoprire come anche il Presepe sia legato alle tradizioni di ciascun luogo; raramente infatti le scenografie evocano i luoghi della Palestina dove lโ€™evento si รจ effettivamente svolto. Roma ha i monumenti, lโ€™Umbria ha le colline, lโ€™Alto Adige ambienta la scena nei masi o nei fienili, i posti di mare hanno sempre il porto.

Il presepe di cartapesta

Il papier mรขchรฉ, ovvero la carta masticata o cartapesta sembra essere nata tra il Cinquecento e il Seicento in Italia, nel leccese, ma si รจ diffusa anche in Inghilterra, in Francia e in Russia. Era un materiale poverissimo per fare gli oggetti piรน disparati perchรฉ era modellabile e non marciva. Ebbe grande successo con le statue religiose ricche di drappeggi che imitavano broccati o tessuti preziosi. รˆ la fantasia di chi non puรฒ permettersi di acquistare tessuti ricchi nemmeno per vestire le statue.
Un materiale povero che si sviluppรฒ in ambienti poveri, ma anche i ricchi se ne appropriarono. In Russia divenne status symbol avere delle scatole di cartapesta laccate e decorate da grandi artisti. Con la cartapesta sono state fatte maschere, bambole, scatole, giocattoli e i carri allegorici di Viareggio.

 

Il presepe di cartapesta realizzato dai presepisti di Massa Martana

I presepisti di Massa Martana

Ma torniamo al presepe di cartapesta che richiede multiformi capacitร  artistiche. I presepisti di Massa Martana sono solo cinque e svolgono il lavoro in gruppo. Nessuno dei magnifici cinque ha un ruolo definito, tutti fanno tutto con estrema cura, perchรฉ preparare il presepe di cartapesta รจ una vera scuola dโ€™arte che richiede pazienza, dedizione e molta attenzione per non danneggiare terracotta o panneggi.
Il lavoro si svolge piรน o meno cosรฌ: Pietro sceglie il soggetto, ispirandosi alla tradizione piรน alta che cโ€™รจ: a Caravaggio oppure al Perugino; Doriana studia le proporzioni; Fabiola studia la scenografia; Elvira modella le parti in terracotta; Giulia piega la struttura portante di fil di ferro; Pietro incolla teste mani e piedi alla struttura di ferro; Fabiola dispone le carte incrociando le trame; Elvira prepara lโ€™impasto di colla; Giulia stende la colla sulle carte; Doriana le modella come vesti; Elvira dipinge le vesti ormai asciutte; Giulia focheggia il tutto per evitare che tracce di umiditร  ammuffiscano le vesti. Tutto รจ pronto per essere assemblato. La scenografia รจ pronta, i personaggi vengono fissati sulle basi, le luci funzionano e la magia del Natale รจ di nuovo lรฌ.

P.S. Io sono alberista.

Fra pochi giorni รจ Natale, la festa di tutti, ma che ognuno lo festeggia a modo suo. Nei paesi di lingua tedesca si fa lโ€™albero e si accendono le quattro candele dellโ€™Avvento. Ancora piรน a nord, dove la notte รจ molto lunga, dietro ogni finestra sono posizionate delle luci che, riflettendosi sulla neve, rendono la notte meno buia. Londra Parigi e New York sfoggiano luminarie sempre piรน belle. A Piazza San Pietro, a Roma, si rispettano tutte le tradizioni, cioรจ presepe e albero.

Qui sullโ€™altopiano, invece, domina il presepe, che si fa in vari modi. A Massa Martana, limite sud dellโ€™altopiano, si allestiscono presepi fatti con ogni tipo di materiale, ghiaccio compreso. Provengono da tutte le regioni dโ€™Italia e non solo, sono tradizionali e modernissimi, classici e astratti. Il castello รจ la cornice suggestiva dentro cui si aprono i locali dei presepi. Ogni vicolo e ogni slargo ha qualcosa di natalizio da mostrare.

Il presepe vivente di Marcellano

In un altro castello si fa il presepe vivente. Si deve andare a nord dove si incontra lโ€™ultimo castello dellโ€™altopiano che รจ Marcellano, ultimo possedimento orientale di Todi che ancora conserva lโ€™aquila tuderte. Se ci andate, cercatela! Il borgo risale ai primi del 1200, รจ piccino, graziosissimo e tutto costruito allโ€™interno del castello. Sono ormai trentโ€™ anni che Marcellano mette in scena il presepe vivente, un evento che richiama un pubblico sempre piรน numeroso.
Lโ€™azione coinvolge tutti gli abitanti di Marcellano che, allโ€™interno del castello, ricostruiscono la vita al tempo di Gesรน a lume di candela, con una piccola aggiunta di dolcetti deliziosi.
Poi, quando si fa notte, le attivitร  commerciali si fermano e sul sagrato della chiesa inizia la sacra rappresentazione. Tutto ciรฒ che dice il Vangelo viene messo in scena, partendo dallโ€™Annunciazione. I turisti sono pigiati davanti alla chiesa, quando si comincia a sentire una musica dolce: sulle note della Barcarola di Offenbach lโ€™azione si sposta nella valletta. Laggiรน si รจ illuminata la grotta con i personaggi principali: Maria, Giuseppe e il Bambinello.
I turisti sono ancora fermi in paese quando appare la stella cometa che, gracchiando, scende lungo un filo fino alla grotta e guida la strada ai Magi. I re magi, elegantissimi e a cavallo, vanno a rendere omaggio a Gesรน Bambino e a portare i loro doni preziosi. Solo adesso i turisti possono muoversi e scendere. Lรฌ nella grotta, al freddo e al gelo, cโ€™รจ lโ€™ultimo nato dellโ€™anno, accuratamente coperto contro il freddo e sempre molto elegante per celebrare un onore che puรฒ capitare una sola volta nella vita.

 

Il presepe di Marcellano

La magia delle laudi del 1200

Natale perรฒ รจ caratterizzato anche dai canti. Quelli americani dominano, ma lโ€™Italia ha canti antichi e belli che non hanno venduto milioni di dischi, ma che hanno attraversato i secoli. Questi canti sono le laudi, nate in Umbria attorno al 1200 e ancora cantate e ascoltate, soprattutto in Umbria.
Se 5.000 persone per un concerto vi sembrano poche, starete sicuramente pensando ai concerti di Vasco Rossi. Ma se pensate che 5.000 persone si sono radunate per ascoltare il Coro Polifonico Mยฐ Tommaso Frescura, diretto dal prof. Emore Paoli, vi renderete conto che รจ unโ€™enormitร .
Si sono riuniti per ascoltare le laudi del 1200 e i canti popolari umbri, una musica cosรฌ di nicchia che di solito si rivolge a un pubblico specializzato. Quindi, per traslato, gli Umbri sono musicalmente molto colti. Di certo molti di essi, anche se non tutti e 5.000.
Accade che il prof. Paoli, umbro DOC, abbia coinvolto in unโ€™avventura raffinata gli abitanti del suo paese, proprio quel Marcellano dove si mette in scena il presepe vivente. Egli ha dato nuovamente vita alla musica umbra, quella del territorio, ancor prima di Umbria Jazz.
La laude italiana รจ sia religiosa sia popolare e si รจ tramandata nei secoli quasi inalterata. Da qui lโ€™interesse di tante persone che ricordano canti sentiti in gioventรน, mente i giovani ascoltano curiosi i suoni e le parole di un passato che รจ dietro le loro spalle. Quel passato cosรฌ lontano invece รจ vicino, anzi vicinissimo. Infatti, cโ€™รจ una laude che prende origine dai Fioretti di San Francesco, che sicuramente lโ€™ha cantata e danzata quando andava in giro per il mondo. La laude in questione lโ€™abbiamo cantata anche noi, in gita, ma anche in chiesa; รจ stata suonata con lโ€™armonica, con le chitarre e cantata con cori non particolarmente intonati.
Il primo รจ stato Claudio Baglioni nel film che Zeffirelli ha girato sulla storia di San Francesco: Fratello sole e sorella luna erano sia il titolo del film che della canzone. Lโ€™ha scritta Riz Ortolani appositamente per il film. Ma Riz Ortolani era un uomo colto che conosceva le laudi del 1200 e ha rielaborato proprio quella di San Francesco.
Se Fratello sole e sorella luna รจ famosissima, le laudi natalizie riservano a loro volta delle sorprese. Sentendole si ritrova lโ€™Italia dei pastori, dei presepi e degli zampognari con le cioce. Un piccolo piacere che il prof. Paoli regala ogni anno durante le feste di Natale e Capodanno tenendo un concerto sullโ€™altopiano.