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Il San Valentino Pop nella versione teatrale di Stefano de Majo sarร  negli Usa grazie al catalogo del Menotti Art Festival, consolidando il legame tra i due mondi nel segno del maestro Menotti.

Il catalogo parteciperร  a varie mostre d’arte a New York e Los Angeles durante i festeggiamenti del Valentine’s day. Giร  in precedenza la versione teatrale pop di Stefano de Majo ha rappresentato in seno al Menotti Art Festival una testimonianza artistica e culturale della regione Umbria e della sua vocazione all’amore e alla pace nel mondo.

Nel 2023 infatti l’attore si รจ esibito con la sua piรจce a monologo in varie manifestazioni del Menotti Art Festival: in particolar modo ciรฒ รจ avvenuto il 10 maggio scorso a Bruxelles alle Regions d’Europe presso la sede regionale Abruzzo Avenue Louise 210, e l’indomani 11 maggio proprio nella sede della Regione Umbria alla presenza della dottoressa Gabriella Ceccarelli, presso il Parlamento Europeo, grazie a Giovani Europei Magazine e Spoleto Meeting Art, su invito del direttore artistico Paola Biadetti e del presidente del Menotti Art Festival Luca Filipponi. Successivamente poi il 27 maggio, si รจ ripetuto a Venezia all’interno della Biennale e infine l’8 luglio a Spoleto in occasione del Menotti Art Festival.

 

A Bruxelles

 

Lo stesso autore e interprete della piรจce ha cosรฌ spiegato il proprio lavoro teatrale, ponendo in risalto le radici storico culturali del territorio umbro, riguardo ai valori della pace e dell’amore: ยซL’Umbria, verde cuore d’Italia, รจ da sempre, oltre che luogo di bellezza naturale e paesaggistica, anche una terra di profondo misticismo e spiritualitร , che esprime attraverso figure di eremiti e di santi la propensione all’amore e alla pace. Non vi รจ altro luogo al mondo che possa vantare, in rapporto all’estensione del territorio e al numero degli abitanti, un cosรฌ gran numero di celebri mistici e santi, donne e uomini dediti all’amore e alla pace, cui un territorio abbia dato i natali. Solo per citare alcune donne infatti, furono umbre Santa Chiara d’Assisi, sua sorella Sant’Agnese, cosรฌ come anche Santa Rita da Cascia. Ma se pensiamo ad alcuni degli uomini divenuti poi santi, ci accorgiamo che sono umbri figure importantissime come il patrono d’Italia, San Francesco d’Assisi, il patrono d’Europa, San Benedetto da Norcia e persino il patrono dell’amore nel mondo: San Valentino da Terni, considerato universalmente il protettore degli innamorati anche nei paesi di diversa religione. La mia piรจce teatrale gioca proprio sulla trasversalitร  del santo innamorato tracciandone un ritratto non solo religioso ma anche popolare, tra sacro e profano, tra storia reale e mera leggenda. Si alterneranno cosรฌ spunti storici attinenti alla figura del martire ternano realmente esistito, tratti dal saggio pubblicato da Giuseppe Cassio e Edoardo D’Angelo con la collaborazione di Paolo Cicchini, ad altri spunti del tutto leggendari, ripresi da autori come Chaucer, Shakespeare e persino Edgar Allan Poe, i quali furono i primi a parlare in letteratura di San Valentino. Ma vi sono persino rimandi alla storia preromana e dunque pagana, che evidenziano le antiche radici culturali dell’Umbria come terra di pace e di amore, con l’antica tradizione migratoria del Ver Sacrum, attestata da autori quali Strabone, Scilace, Plinio il Vecchio e Dionigi d’Alicarnasso, che testimoniano come i popoli umbri conquistarono territori senza alcun uso di armi ma attraverso migrazioni di coppie di innamorati alla ricerca di nuove terre da coltivareยป.

 

Stefano de Majo

 

Ecco dunque il potente messaggio di pace e d’amore che arriva dall’Umbria attraverso il Menotti Art Festival e la piรจce teatrale su San Valentino Pop di Stefano de Majo, in questo momento in cui il mondo รจ attraversato da guerre e violenza. Da questo lavoro teatrale รจ stato realizzato anche un cortometraggio in lingua inglese prodotto dall’associazione Claudio Conti con il patrocinio del Comune di Terni per veicolare il messaggio di pace di San Valentino nel mondo attraverso l’arte, nello spirito caro al Maestro Menotti, per il quale l’arte deve essere un gesto d’amore.

Vita, morte, miracoli e nonsense di un incendiario mai divenuto pompiere.

Uno spettacolo in perenne bilico tra denuncia sociale e teatro canzone che rafforza lo stretto rapporto tra il cantante calabrese e l’Umbria, in cui visse gli anni della fanciullezza e compose un poema di 400 pagine dal titolo E l’uomo volรฒ.

Una piรจce originale e profetica che ripercorrendo i testi nonsense di Rino Gaetano, disvelerร  la vera portata e gli inaspettati significati ancora attuali di quelle parole. Il racconto scanzonato di un menestrello, che tra le righe dei testi apparentemente nonsense, rivelรฒ alla luce del sole scandali, intrighi e mala politica negli anni bui della nostra nazione, col sorriso malinconico e disilluso di un rivoluzionario cantastorie, sotto un cielo sempre piรน blu.
Nascono tutti incendiari e fieri ma quando arrivano sono tutti pompieri” dirร  nella sua ultima raccolta Rino Gaetano, intitolata E io ci stoย che riletta oggi pare un vero testamento. A distanza di oltre quarant’anni la sua voce รจ straordinariamente viva e continua a risuonare ogni giorno nei bar, nelle radio e persino tra le nuove generazioni che non l’hanno riconosciuto.

Ora grazie a Stefano de Majo e al suo collettivo artistico di musicisti, pittori e fumettisti , il sorriso e l’animo incendiario di Rino Gaetano torna in Umbria col suo taccuino di disegni, filastrocche e ricordi, per dire ancora una volta: E IO ci sto!

Lo spettacolo รจ liberamente tratto dalla celebre trilogia di Bruno Mautone in testa alle classifiche di vendite online e dalle memorie dirette di Mimรฌ Messina, amico del cuore di Rino Gaetano con il quale il cantante crotonese visse sia il periodo giovanile di studio nel collegio di Narni che gli anni del successo artistico, vivendo e viaggiando con lui durante i concerti, fino alla prematura scomparsa avvenuta a Roma la notte del 2 giugno 1981.

Sia lo scrittore Bruno Mautone che l’amico Mimรฌ Messina saranno presenti allo spettacolo e al brindisi offerto dal teatro, restando a disposizione del pubblico dopo la piรฉce che aprirร  la stagione del Teatro Consortium di Massa Martana domenica 21 gennaio alle ore 17.00, a testimonianza del forte legame tra Rino Gaetano e l’Umbria.

 

Stefano de Majo

 

Scritto, diretto e interpretato da Stefano de Majo, autore e attore teatrale formatosi alla scuola di Anna D’Abbraccio, successivamente diretto per tre anni da Gastone Moschin. Di assoluto valore artistico il cast di musicisti composto per l’occasione dai maestri Giuliano Graziani al basso, Massimiliano Panunzi alla chitarra, Gustavo Gasperini al violino, Tiziano Tetro batteria e percussioni ad accompagnare la graffiante voce di Roberto Masiello. La scenografia รจ curata dal pittore e scultore Antonio Bono, con le opere grafiche del noto fumettista Mauro Laurenti.

Stefano de Majo, attore e autore ternano, con il duo jazz Angelici-Graziani, sabato 4 marzo al Teatro Secci di Terni, presenterร  in prima assoluta il nuovo spettacolo dal titolo evocativo 1971 l’anno che cambiรฒ il rock.

Il connubio tra teatro e rock vide giร  quattro anni fa Stefano de Majo interpretare con successo la figura del leggendario Syd Barrett con la musica dal vivo dei Final Cut, la famosa cover band dei Pink Floyd. Sabato al teatro Secci sarร  la prima di una nuova produzione che abbina il teatro di affabulazione dell’attore alla musica rock suonata dal vivo da una nutrita band di 10 valentissimi elementi: Alberto Cipolla, Emanuele Cordeschi, Tonino Cuzzucoli, Andrea Dominici, alle voci e chitarra, Claudio Baccani e Michele Cricco alle chitarre, Paolo Scappiti al basso, Gian Paolo Ionni alle tastiere, Mirko Brizzi alla batteria e Chiara Pistecchia danzatrice.

Lo spettacolo dal titolo 1971, utilizzando anche proiezioni di video art, come ยซ…quell’anno il dio del Rock decise di cambiare la storia della musica, ispirando una straordinaria produzione discografica da parte di tutti i principali interpreti della scena mondialeยป spiega de Majo.

 

 

ยซSarร  un viaggio nel tempo attraverso la musica rock, la musica sarร  la vera protagonista,ย  il propellente che ci spedirร  in orbita, sulle note del rock rivedremo le vicende straordinarie di quell’anno in cui il mondo giร  schierato nei due blocchi tra Usa e Urss, era diviso tra imprese lunari e sonde su Marte, guerre nel Vietnam e rivendicazioni ai confini dell’Irlanda del nord, l’anno in cui i Beatles intraprendevano una battaglia legale nei tribunali per la divisione del patrimonio e la civilissima Svizzera concedeva solo quell’anno il diritto di voto alle donne, l’anno in cui il mondo sognava col rock di raggiungere nuove dimensioni di pace e fratellanza universale, mentre David Bowie si chiedeva se ci fosse vita su Marte e John Lennon incideva la sua Imagine. Intanto in Italia tra golpe sventati ed elezioni sofferte del nuovo capo di Stato, votato in extremis alla vigilia di Natale di quell’anno 1971, il mite giurista Giovanni Leone, che entrรฒ poi nella storia per le dimissioni a seguito del caso Lockeed, nel frattempo anche i gruppi rock nostrani come le Orme e la Pfm, dallo stivale volgevano lo sguardo al cielo nella malinconica bruma di settembre. Tra la grigia rugiada della campagna e i suoni sintetici della zona industriale. Insomma quel 1971 fu un anno speciale e lo spettacolo sarร  un viaggio rock spaziale tra missili, sonde e moduli lunari, ma anche il ricordo della prima e-mail che quell’anno fu inviata dagli Usa, cosรฌ come del primo E-book della storia che trascrisse per intero la dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d’America, mentre la sporca guerra del Vietnam invadeva anche il Laos, ma il vero spartiacque fu quando a Pompei i Pink Floyd al minuto 22.40 del loro concerto, l’unico a porte chiuse della storia,ย  nel silenzio degli scavi cari, mandarono in orbita un eco sintetico e primordiale che cambierร  da quel momento la storia, non soloย  del rock, ma anche la storia globale. Da quel momento il mondo non sarร  piรน lo stesso, quel misterioso suono si propagherร  dell’anfiteatro di Pompei fino allo spazio riecheggiando magari anche sulla luna, forse persino su Marteโ€ฆยป.

Tutto pronto per La Congiura al Castello, lo spettacolo multisensoriale che, da stasera 19 luglio fino al 23 e poi, ancora, dal 26 al 30 luglio, porterร  lo spettatore a rivivere gli eventi passati alla storia come la Congiura di Magione, ordita dal Cardinale Orsini ai danni di Cesare Borgia. Lโ€™evento, organizzato dal CRAL Domenico Cancelloni, รจ ospitato nel Castello di Magione (PG), location dโ€™eccellenza capace di restituire sensazioni e atmosfere inedite.

Nelle stesse sale in cui lโ€™ordito dei congiurati prese forma, lo spettatore potrร  rivivere, gustare e ammirare unโ€™esperienza a tutto tondo: rivivere il complotto del 1502 attraverso lo spettacolo itinerante della Compagnia Teatrale Magionese diretta da Giampiero Frondini; gustare i piatti elaborati dallo chef Paolo Trippini, ispirati allโ€™arte della caccia e alle erbe spontanee del territorio umbro; ammirare la mostra dโ€™arte di Giorgio Lupattelli, Lโ€™altra congiura, in cui i personaggi della vicenda offrono lo spunto per raccontare le loro origini e il loro territorio.

LA VICENDA

ยซAvvedutisi li Orsini, tardi, che la grandezza del Duca e della Chiesa era la loro ruina, feciono una dieta alla Magione, nel Peruginoยป. Cosรฌ narra Niccolรฒ Machiavelli nella sua celebre opera, Il Principe: tra il gennaio del 1500 e lโ€™estate del 1502 Cesare Borgia si era infatti impossessato dellโ€™intera Romagna e di parte delle Marche. Lui e suo padre, Alessandro VI, avevano dunque conquistato lโ€™egemonia sui territori ecclesiastici. La famiglia Orsini tentรฒ di opporsi a quello che sembrava un destino ineluttabile, tramando con alcuni dei signori dellโ€™Italia centrale che furono convocati proprio nel castello di Magione.

RIVIVI

Giampiero Frondini, con i suoi sessantโ€™anni di esperienza e il grande merito di aver fondato la compagnia teatrale professionista piรน antica della regione, restituirร  al pubblico un avvincente connubio tra storia e fiction. Gli attori ricreeranno, nelle suggestive sale del Castello, quei momenti drammatici sospesi fra realtร  e finzione, coinvolgendo gli spettatori in un immersivo percorso multisensoriale.รจ

 

GUSTA

Paolo Trippini, segnalato dalla Guida Michelin e Ambasciatore del Gusto Italiano, si รจ immerso nellโ€™atmosfera del tempo per rielaborare alcuni ingredienti tipici, capaci di esprimere lโ€™essenza autentica dellโ€™Umbria. In un menu ispirato all’arte della caccia, la selvaggina regna sovrana, sposandosi con le erbe spontanee del territorio selezionate da Luciano Loschi, presidente dell’Accademia Italiana Piante Spontanee. Il risultato รจ un connubio inedito capace di richiamare l’atmosfera e le suggestioni del passato.

AMMIRA

Partendo dagli scatti dei vari personaggi protagonisti della rievocazione storica, Giorgio Lupattelli, ne Lโ€™altra congiura, ha realizzato 16 tavole in pittura digitale, capaci di rappresentare lโ€™incastro tra i vari piani spazio-temporali su cui รจ articolato lo spettacolo e di creare un mondo onirico e surreale, in cui tutti i personaggi sono inscenati in luoghi-non luoghi arricchiti da elementi prelevati dalla storia dellโ€™arte contemporanea e dallโ€™iconografia propria dellโ€™artista.

IL MENU

I tesori dello scrigno: Fagottini di breasola di cervo e miniburger di selvaggina

Come un nido nel bosco: Il Nido del Colombaccio (nido di erbe cotte โ€“ spinacini selvatici, amaranto e altre erbe spontanee della stagione estiva โ€“ con pรขtรฉ di colombaccio e di daino, crostini di grano saraceno, uova di quaglia e tartufo)

Capriolo coronato: Farrotto alle erbe di bosco (portulaca e aglio orsino) e ragรน bianco di capriolo
Fette di limone caramellato

Il boccone del Cardinale: Medaglione di Cinghiale con ยซpiselli fricti in carne salataยป e cipolle rosse in agrodolce

Nobiltร  a banchetto: Frolla di segale con mousse ai frutti di bosco e crema allo zafferano

 

Al teatro Mancinelli di Orvieto il 16 e 17 aprile, la satira racconta i tempi attuali.

Questo รจ un periodo di sconvolgimenti e cambiamenti, di perdita di sicurezza e di riferimenti. Tutti noi viviamo dentro questa bolla di indeterminatezza, in cui ognuno prova a proteggersi con gli strumenti che piรน gli sono congeniali. Lo strumento che utilizza Gianluca Foresi รจ la satira. Sin dai tempi antichi, da Aristofane, Persio o Giovenale, la satira serviva a castigare e sottolineare le storture, le incongruenze e le ingiustizie della societร : ciรฒ veniva fatto mettendo alla berlina determinati comportamenti in modo da suscitare ilaritร  negli spettatori o negli ascoltatori. Ma non รจ la necessitร  di suscitare il riso il primo obiettivo della satira, bensรฌ quello di suscitare una riflessione e provocare uno scarto netto fra la realtร  e quello che dovrebbe essere. In molti si sono cimentati nel genere, chi sotto mentite spoglie, chi sotto una veste piรน filosofica e moraleggiante: pensiamo a Dante Alighieri, che ha utilizzato la poesia, la forma letteraria forse piรน lontana dalla satira, per mettere in evidenza e criticare costumi, modi di essere e personaggi della sua epoca.

Oggi la satira รจ un contenitore, รจ una forma, ma รจ anche un modo dโ€™essere e di tentare di intervenire in qualche modo sulla realtร  sociale, culturale, intellettuale, e politica; lo fa con strumenti che compendiano quelli del passato, aggiungendone di nuovi. Il primo a subire lโ€™effetto della satira deve essere il satiro stesso, che in questo caso da Nemo profeta in patria diventa Scemo profeta in patria.

 

Lo spettacolo Scemo profeta in patria cerca di attraversare questi tempi difficili per sezionare e difendersi in qualche modo dalle vicende che hanno caratterizzato questo ultimo anno in particolare. Ma non tralascerร  di attingere a fatti, eventi, e notizie che hanno caratterizzato la storia passata, anche remota. Uno spazio sarร  dedicato appunto anche al grande Poeta toscano di cui ricorrono i 700 anni della morte.

Per rimanere al presente invece, la satira di Gianluca Foresi prende spunto principalmente da notizie, verificate nella loro veridicitร , che riguardano politica, religione, cronaca, e che vengono affrontate con sarcasmo, corrosivitร  e con un pizzico di quel politicamente scorretto che le rende esplosive: in negativo e in positivo. Tutto questo perรฒ sarร  affrontato senza perรฒ mai perdere lโ€™eleganza verbale e il rispetto implicito per quello che รจ il bersaglio di turno. Piรน che governare la satira, Gianluca Foresi รจ e sarร  governato da essa, รจ e sarร  trasportato e quasi ipnotizzato.

In questo spettacolo non sempre il suo pensiero coinciderร  con quello della battuta: la battuta diventerร  il pretesto per mettere in evidenza quello che la notizia ci ha fatto dimenticare o quello che altre persone potrebbero davvero aver pensato: assolve a una funzione maieutica, terapeutica quasi, porta alla coscienza quello che era stato rimosso. Anche in Scemo profeta in patria Foresi, perรฒ, non perderร  la consueta verve istrionica e soprattutto la capacitร  di improvvisare e di creare momenti estemporanei: il pubblico come sempre sarร  una parte importante dello spettacolo e verrร  chiamato a giocare sulle assi del palcoscenico. Dunque mettetevi comodi, ne avrete bisogno!

“La sera dei Miracoli” รจ lo spettacolo che si รจ tenuto, con un grande consenso di pubblico, al Teatro dellโ€™Accademia di Tuoro sul Trasimeno, dove il binomio musica e sand art ha donato emozioni e catturato gli animi.

Dire Antonio Ballarano, Gabriella Compagnone, Antonio Ruvo, Gianni Maestrucci e Sara Jane Ceccarelli, vuol dire regalare emozioni in unโ€™esibizione che ha appagato pienamente i sensi dello spettatore che ha assistito entusiasta a La sera dei miracoli, il cui nome prende spunto dalla celebre canzone di Lucio Dalla, brano riproposto, insieme a suoi altri, durante la serata. I cinque artisti, nel loro specifico linguaggio, sono stati complementari e integrativi nel messaggio composto da musica, voce e figurativo, ampiamente apprezzato da tutti quelli che hanno colmato, in ogni ordine di fila, i posti disponibili.
Gabriella Compagnone, sand artist italiana, in una sorta di magia, ha giocato con la sabbia e prodotto con delicata maestria: le sue figure sono state trasmesse sul fondale del palco per la visione e il meritato apprezzamento della platea. Le realizzazioni di Gabriella, fin da subito, sono apparse in perfetta sintonia con le note musicali prodotte dal trio composto dalla voce di Antonio Ballarano, dalla chitarra di Antonio Ruvo e dalle percussioni di Gianni Maestrucci, il tutto impreziosito dalla voce di un altro pezzo da novanta, Sara Jane Ceccarelli.

 

In scena “La sera dei Miracoli”. Foto by Proloco di Tuoro sul Trasimeno

 

ยซIo e Gabriella abbiamo unito i nostri progetti, cosรฌ che i giochi di sabbia e la musica sono in perfetta armonia. Il risultato รจ stato ottenuto dopo lunghe prove che ci hanno visto impegnati per la preparazione di questo spettacolo, che offre delle visioni incantevoli e ascolti suggestivi per il pubblico. Cosรฌ come la soave musica di Antonio e Gianni e la splendida voce di Sara Janeยป racconta Antonio Ballarano.
Fabrizio Magara, presidente della locale Proloco ci ha detto: ยซรˆ una grande soddisfazione aver avuto a Tuoro sul Trasimeno questi artisti, che sono di unโ€™elevatissima caratura. Il pubblico che รจ venuto anche da lontano, ha riempito il nostro teatro, dimostrando che la buona arte attira le persone con i suoi messaggi sociali e di pace, come La sera dei Miracoli che ne presenta nelle sue forme e contenutiยป.
Impeccabile lโ€™organizzazione della Proloco che con tutto lo staff capitanato da Fabrizio Magara e dal suo vice, Andrea Grasselli, hanno reso possibile assistere allโ€™unicitร  del graditissimo evento.