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Il tartufo e i salumi di Norcia, i formaggi di Vallo di Nera, i vini di Montefalco, Torgiano e Corciano, cosรฌ come lโ€™olio di Castiglione del Lago, di Lugnano in Teverina eTrevi: lโ€™Umbria da gustare.

Nulla rappresenta lโ€™Umbria come la varietร  e la genuinitร  dei prodotti enogastronomici: legumi e cereali, ma soprattutto il frutto delle trasformazioni operate dallโ€™uomo – formaggi, salumi, prodotti panificati, olio, vino. Una rosa di alimenti che, soli, rappresentano una regione estremamente legata alla terra, perfetta espressione del paesaggio che la caratterizza.
Una convinzione diffusa vuole che i cosiddetti piatti tipici siano anche antichi, frutto di una lunga tradizione locale e rurale. In realtร , i cibi giunti fino a noi dal passato sono ben pochi: sicuramente non figurano tutti quegli ingredienti provenienti dal Nuovo Mondo – patate, pomodori, mais, fagioli, cioccolato – che in Europa trovarono larga diffusione solo dal 1800 e che pure costruiscono lโ€™elemento principale di piatti definiti locali o rurali. Anzi, molti di questi prodotti erano appannaggio delle classi piรน abbienti, che perรฒ erano solite gustarsi pietanze molto ricche e speziate, frutto di cotture multiple, in cui venivano occultati non solo il sapore e lโ€™aspetto naturale, ma anche la tipicitร  e la logica della stagioni. Cosรฌ, quella che oggi viene romanticamente considerata tradizione enogastronomica, il realtร  non รจ che il retaggio degli ultimi due secoli, specie del periodo tra le due guerre.


La vera cucina rurale e regionale nasce nel XVIII in Francia, dove cominciano a essere sperimentate preparazioni piรน semplici ma, paradossalmente, piรน dotte, caratterizzate da alimenti freschi, verdure, erbe aromatiche e da una separazione ben netta tra i sapori. Prima che il nostro orgoglio nazionale ne esca ferito, cโ€™รจ da specificare che i nostri connazionali parteciparono a questa rivoluzione proponendo una cucina ancor piรน garbata e semplice, ponendosi per la prima volta il problema dellโ€™identitร  culinaria e delle tradizioni locali. Lentamente nacquero i primi ricettari, dove la nuova gastronomia francese o francesizzante si mescolava alla cucina popolare delle occasioni solenni – feste, riti propiziatori, occasioni di aggregazione legate a particolari momenti dellโ€™anno. Si sa, il cibo da sempre stimola i rapporti umani, al punto che eventi come la vendemmia, la battitura del grano, la raccolta dello olive o lโ€™uccisione del maiale si traducevano in occasioni di convivialitร , veri e propri esempi di compenetrazione tra territorio e enogastronomia.

Il maiale e il tartufo

I ricchi, abituati alla cacciagione, consideravano il maiale cibo da poveri. In realtร , le famiglie che potevano permetterselo, si assicuravano nutrimento per un anno: il maiale, insieme ai suoi derivati, era un ottimo ricostituente per i contadini provati dalle fatiche agricole. Norcia, famosa oggi come allora per la presenza dei norcini, รจ stata da tempo associata ai salumi grazie allโ€™uso attento delle tradizionali tecniche di lavorazione della carne – peraltro mutuate sulle procedure dei chirurghi preciani, veri e propri pionieri nel trattamento dei mali che da sempre affliggono lโ€™uomo. Tra i prodotti piรน celebri spicca il Prosciutto di Norcia IGP, ma non mancano insaccati e prodotti caseari โ€“ si pensi alla grande mostra mercato Fior di Cacio, che anima il borgo di Vallo di Nera con degustazioni, cooking show, laboratori per bambini e con la maxi ricotta presentata dai Cavalieri della Tavola Apparecchiata – spesso arricchiti anche dal tartufo che, proprio a Norcia, veniva un tempo cacciato con le scrofe, attirate dallโ€™androsterone presente nel tartufo come nel feromone dei maschi. I Romani, che ne erano ghiotti, lo chiamavano funus agens, perchรฉ provocava indigestioni mortali, mentre, in epoca moderna, si pensava che avesse delle proprietร  afrodisiache, forse proprio per quella stessa analogia tra il maiale e lโ€™uomo da cui a Norcia nacque il mestiere del chirurgo.

Il vino

Lโ€™Umbria puรฒ vantare ben due DOCG in ambito vinicolo: il Sagrantino di Montefalco e il Torgiano Rosso Riserva. Montefalco si รจ caratterizzato fin dal passato per la cura del vigneto, geneticamente poco produttivo – negli anni Sessanta era quasi scomparso – e per la produzione di un vino rosso rubino dipinto anche da Benozzo Gozzoli nel ciclo ispirato alla vita di San Francesco, posto proprio nella chiesa di San Fortunato, nel centro cittadino. Il prodotto di questi uvaggi puri o misti, ma al cento percento provenienti da vitigni autoctoni, trova largo impiego non solo negli abbinamenti, ma anche nella preparazione stessa di primi piatti e cacciagione. Dal canto suo, Torgiano Riserva, che per disposizione del disciplinare deve essere sottoposto ad almeno tre anni di invecchiamento – dei quali sei mesi in bottiglia, di vetro tipo bardolese o borgognotta – รจ perfettamente indicato per pastasciutte, pollame nobile, arrosti e formaggi stagionati. Viene anche diluito e utilizzato per comporre delle opere inedite: ogni anno, gli artisti di Torgiano dipingono infatti i vinarelli, sorta di acquerelli color borgogna venduti per sostenere le attivitร  culturali del borgo.
Tutte queste roccaforti di produzione sono comprese in specifici itinerari, la cui chiave di volta รจ lโ€™eccellenza: Torgiano รจ compreso sotto la Strada dei Vini Cantico, mentre lโ€™Associazione Strada del Sagrantino abbraccia Montefalco e le sue colline.
Ma i percorsi non finiscono qui: la Strada del Vino Colli del Trasimeno comprende, ad esempio, i borghi di Corciano – definita anche cittร  del pane per la sua lunga tradizione produttiva ma, prima di tutto, animata dallโ€™annuale Castello diVino, ricco di concorsi a tema e degustazioni – e Castiglione del Lago, famosa anche per la regina in porchetta, la carpa del lago aromatizzata al prosciutto.
Non possiamo certo dimenticarci del vin santo, produzione che risente della vicina Toscana, ma che a Citerna trova, nella sua variante affumicata, la denominazione di Presidio Slow Food. Essendo questa una zona da lungo tempo votata alla coltivazione del tabacco, per ottimizzare gli spazi sia le foglie sia i grappoli venivano appesi alle travi, in modo che entrambi potessero seccarsi grazie ai camini o alle stufe. Il fumo che, inevitabilmente, si sprigionava, finiva per donare alle uve quel tipico retrogusto di affumicatura che ancora oggi caratterizza la produzione citernese.

L'olio

Lโ€™Umbria e il suo cuore verde sono stati declinati in modi innumerevoli: dalle foreste allโ€™ombra che esse generano, il nome stesso della regione parla di vegetazione, rigogliosa e fresca. Ma come non pensare al verde-argenteo degli olivi che presidiano i pendii?
Per Trevi passa la fascia olivata, una zona, posta a trecento metri di altitudine e lunga 35 km, iscritta nel catalogo dei Paesaggi Rurali Storici per il modo in cui ha cambiato non solo il paesaggio, rendendolo caratteristico, ma anche le vite degli uomini che da tempo se ne prendono cura. La conseguente produzione di olio la annovera, a buon diritto, tra le Cittร  dellโ€™Olio, tra le quali spicca anche il borgo di Lugnano in Teverina: luoghi in cui la tradizione olivicola fa rima con ambiente, con territorio e con un patrimonio umano da tutelare.
Ma che fa il paio, soprattutto, con unโ€™attivitร  antichissima, testimoniata dagli ultimi baluardi di un tempo che fu: olivi millenari, come quello a Villastrada, nel borgo di Castiglione del Lago, o quello a Bovara di Trevi, vecchio 17 secoli, sul quale sembra che fu decapitato nientemeno che il vescovo Emiliano, poi divenuto santo.

Il meraviglioso e colorato mondo di Jhoan Mirรณ invade le sale di Palazzo della Corgna a Castiglione del Lago.

“Ubu Roiโ€ (1966)

 

Allโ€™interno dellโ€™antico palazzo, progettato dal Vignola e da Galeazzo Alessi, e poi abitazione dei marchesi della Corgna, il visitatore entra in contatto con le opere del maestro catalano. La prestigiosa esposizione, visibile fino al 4 novembre, รจ unโ€™occasione unica per lasciarsi incantare da inattese visioni e da improvvise libertร  espressive che fanno di Mirรณ lโ€™incomparabile Maestro del Novecento di cui รจ difficile non innamorarsi. Interamente curata da Andrea Pontalti, รจ promossa dal comune di Castiglione del Lago e organizzata da Sistema Museo e Cooperativa Lagodarte, in collaborazione con Aurora Group.

La mostra

La mostra, dedicata alla scoperta di questo meraviglioso artista, si snoda attraverso settanta opere grafiche appartenenti a quattro serie complete. La mostra espone le opere realizzate tra il 1966 e il 1976, in etร  matura: Ubu Roiย (1966), composta da tredici coloratissime litografie, in cui forme e volumi sembrano potersi muovere liberamente nello spazio. Percorrendo le sale del palazzo si possono ammirare anche Le Lรฉzard aux Plumes dโ€™Orย (1971), Maravillas con variaciones acrรณsticas en el jardin de Mirรณย (1975), in queste opere lโ€™artista catalano si esprime con segni neri e vivaci macchie colorate dal forte impatto visivo. Infine, si puรฒ anche apprezzare Le Marteau sans maรฎtreย (1976), nel quale Mirรณ rende omaggio al poeta Renรฉ Chair, una delle voci piรน importanti della letteratura francese del Novecento.
Questi capolavori raccontano il sogno poeticoย di Mirรณ e quella sua capacitร  di oggettivare le immagini della fantasia e di esprimerle attraverso un linguaggio assolutamente personale, svelando cosรฌ il rapporto del maestro catalano con i libri dโ€™artista. Attraverso il percorso espositivo viene scoperto il rapporto complesso tra testo e illustrazione proprio di quegli anni. Mirรณ infatti scriveva: ยซHo una certa esperienza per poter realizzare quello che si puรฒ definire fare un libro, non illustrarlo, che รจ sempre qualcosa di secondario. Un libro deve avere la stessa dignitร  di unโ€™opera scolpita nel marmoยป.

 

Immersi nel colore

Nelle sue opere i colori e lo straordinario alfabeto di segni sono il risultato della sua incredibile capacitร  di rinnovarsi e di vivere lโ€™arte con curiositร  e versatilitร . Gli sfondi neutri vengono macchiati da segni scuri e da colori brillanti, come il blu, il rosso, il verde e il giallo, in una precisa alternanza tra corpi informi e linee curve, per dare vita a vere e proprie visioni oniriche.
ยซQuesta mostra offre uno spaccato interessante e di nicchia su Mirรณ, un artista infinito da conoscere. (โ€ฆ)Visitare la mostra significa immergersi nel linguaggio artistico generato da questoย โ€‹straordinario artistaยป. รˆ con queste parole che Andrea Pontalti, il curatore della mostra, descrive le opere del grande artista catalano. La prestigiosa esposizione di Castiglione del Lago รจ unโ€™occasione unica per lasciarsi incantare dal meraviglioso linguaggio surrealista di Mirรณ. La mostra accompagna il visitatore alla scoperta di quellโ€™alternanza di segni, versi e immagini che solo unโ€™artista eccelso come Jhoan Mirรณ puรฒ raffigurare.

 

โ€œLe Lรฉzard aux Plumes dโ€™Orโ€ (1971)

 


Per maggiori informazioni: Palazzo della Corgna

ยซโ€ฆ fra lโ€™ostro e lโ€™occidente / confine al lago รจ Castiglion, che sporge / come capo o penisola sullโ€™onda, di un turrito palagio, e dei fronzuti / fecondi olivi di sua balza alteroยป (Assunta Pieralli, Il Lago Trasimeno)

Castiglione del Lago ยซsta su un promontorio calcareo che si incunea per mezzo chilometro, come una grande nave pronta a salpare, circondato da tre lati dallโ€™acqua, sul Lago Trasimenoยป[1].

 

lago trasimeno

L’isola Polvese. Foto per gentile concessione di Enrico Mezzasoma

Storia

Vanta origini antichissime e risulta essere abitato giร  nel Paleolitico superiore, come testimoniano alcuni reperti quali ad esempio la Venere del Trasimeno. Data al Neolitico la presenza, nella zona, di palafitte ยซquando il Trasimeno era molto piรน vasto e le acque non venivano contenute [โ€ฆ] dalle colline e dai terrazzamentiยป e ยซCastiglione era unโ€™isola, la quarta del Trasimenoยป[2]. Ma la storia vera e propria dellโ€™insediamento inizia con gli Etruschi che fanno di Castiglione del Lago una colonia denominandola Clusium Novum. Testimonianza del periodo etrusco sono i resti di un tempio dedicato alla dea Celati. Passa poi sotto Roma e ยซsi vuole che ai Romani venisse in pensiero il taglio dellโ€™istmo per renderlo posizione inespugnabile, ma, abbandonata lโ€™idea, il luogo rimase comโ€™eraยป[3].
Non si hanno perรฒ attestazioni certe fino allโ€™anno 776, quando sappiamo che Carlo Magno restituisce Clusium Novum a papa Adriano. Il possesso, comprensivo dellโ€™intero lago e delle tre isole, viene confermato da Ludovico il Pio a Pasquale I nellโ€™817. Nel 995 Ottone III consegna Castiglione del Lago a Perugia.

 

museo castiglione del lago

Foto per gentile concessione di Enrico Mezzasoma

 

Conteso a lungo fra Perugia, Arezzo e Siena grazie allโ€™importante posizione strategica, nel 1100 passa definitivamente a Perugia che ne fa un caposaldo difensivo. Verso la metร  del XIII secolo lโ€™imperatore Federico II fa costruire imponenti mura a protezione dellโ€™abitato trasformando il precedente castelletto in una vera e propria roccaforte denominandola Castello del Leone dal cui nome derivรฒ probabilmente lโ€™attuale toponomastica.
Dal 1416 al 1424 lโ€™abitato รจ sotto il dominio di Braccio Fortebracci e alla sua morte passa a Martino V. Nel 1488 vi si rifugiano i degli Oddi che ne hanno il possesso finchรฉ il conte di Pitigliano, generale dei fiorentini che stanziava a Camucia, non stabilisce che essi restituiscano Castiglione del Lago a Perugia, ma i Baglioni, pagando al conte 800 ducati dโ€™oro, ne ottengono la signoria. Alla signoria dei Baglioni succede la dominazione papale finchรฉ nel 1554 Giulio III concede Castiglione del Lago a Francesco della Corgna e ad Ascanio, figlio dello stesso Francesco e di Giacoma del Monte, sorella del pontefice. Con i della Corgna, che tengono Castiglione del Lago fino al 1645, lโ€™abitato diviene prima un marchesato e poi un ducato, e muta il suo assetto urbanistico trasformandosi in quello che รจ ancora oggi. Passato definitivamente sotto lo Stato della Chiesa vi rimane fino allโ€™Unitร  dโ€™Italia.

Palazzo della Corgna o Palazzo Ducale

Attuale sede del Comune, che lo acquistรฒ nel 1870, originariamente sorse come casa-torre dei Baglioni, che fra queste mura ospitarono tra gli altri Niccolรฒ Machiavelli e Leonardo da Vinci. A partire dal 1563, anno in cui acquisรฌ il titolo di marchese, Ascanio della Corgna ne iniziรฒ la completa trasformazione per renderlo una piccola reggia. Il Palazzo fu edificato sul progetto del Vignola e dellโ€™Alessi. Sviluppato su quattro livelli aveva in basso cantine e scuderie, nel seminterrato cucine e magazzini, sopra i quali stava il piano nobile mentre al secondo e ultimo piano le camere da letto. Gli affreschi di Niccolรฒ Circignani detto il Pomarancio e di Salvio Savini celebrano le grandezze dei della Corgna tramite trasposizioni mitiche e rappresentazioni delle loro gesta.

 

La fortezza medievale

Lโ€™edificazione si deve a Federico II di Svevia che ne iniziรฒ la costruzione nel 1247 su progetto di Frate Elia Coppi da Cortona. Si presenta con una struttura pentagonale irregolare con quattro torri agli angoli (due delle quali coeve alla rocca, mentre le restanti vennero costruite nel XV e XVI secolo a sostituzione delle precedenti andate distrutte) e con un mastio triangolare di circa 39 metri di altezza. Un camminamento di ronda unisce il Palazzo della Corgna alla prima porta della fortezza. Costituisce uno dei piรน interessanti esempi di architettura medievale umbra e nel Cinquecento era considerato pressochรฉ inespugnabile.

L'isola Polvese

Frazione del comune di Castiglione del Lago, costituisce lโ€™isola piรน grande del Trasimeno. Di proprietร  della Provincia di Perugia dal 1973, oggi รจ destinataย a Parco scientifico-didattico nellโ€™ambito delย Parco regionale del Lago Trasimeno. Il nome dell’isola deriva probabilmente dal termineย polvento, zona sottovento. Il territorio รจ stato sicuramente frequentato da Etruschi e Romani. Il primo documento storico risale allโ€™817 quando lโ€™isola รจ nominata da Ludovico il Pio che concede alย papa Pasquale I il Lago Trasimeno con le tre isole.

 

cosa vedere al lago trasimeno

Veduta del lago Trasimeno. Foto per gentile concessione di Enrico Mezzasoma

Tra i monumenti presenti nellโ€™isola si ricordano le chiese diย San Giulianoย e diย San Secondo, ilย Monastero Olivetanoย e ilย Castello. Di epoca piรน recente รจ ilย Giardino delle Piante Acquatiche-Piscina del Porcinaiย realizzato nel 1959 daย Pietro Porcinai. Per quanto riguarda lโ€™ambiente, le specie vegetali prevalenti sono lecci, roverelle, ornielle, viburno, alloro, pungitopo, ligustro, melograno e rosmarino mentre oltre alle numerose specie di insetti รจ possibile incontrare volpi, faine, lepri, nutrie e una grande varietร  di uccelli quali svassi, folaghe, aironi e germani.

 


BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

  1. Lupattelli, Castiglione del Lago. Cenni storici e descrittivi, Perugia, Tip. G. Guerra, 1896.

s.v. Castiglione del Lago, in P. Caruso, Benvenuti in Umbria. 92 comuni, Collazzone (PG), Grilligraf, 1999, pp. 114-117.

  1. Binacchiella, Castiglione del Lago e il suo territorio, Catiglione del Lago, [s.n.], 1977.

s.v. Castiglione del Lago in M. Tabarrini, Lโ€™Umbria si racconta. Dizionario, v. A-D, Foligno, [s.n.], 1982, pp. 321-326.

  1. Festuccia, Castiglione del Lago. Guida al Palazzo Ducale ed alla Fortezza medievale, Castiglione del Lago, Edizioni Duca della Corgna, 2008.
  2. Festuccia, Castiglione del Lago. Cuore del Trasimeno fra natura, arte e storia, Castiglione del Lago, Edizioni Duca della Corgna, 2017.

https://it.wikipedia.org/wiki/Castiglione_del_Lago

http://digilander.libero.it/Righel40/VEP/PAL/Grav/gaIT.htm

http://polvese.it/

https://it.wikipedia.org/wiki/Isola_Polvese


[1] s.v. Castiglione del Lago in M. Tabarrini, Lโ€™Umbria si racconta. Dizionario, v. A-D, Foligno, [s.n.], 1982, p. 321.โ‡‘

[2] Ibidem.โ‡‘

[3] A. Lupattelli, Castiglione del Lago. Cenni storici e descrittivi, Perugia, Tip. G. Guerra, 1896, p. 4.โ‡‘

Castiglione del Lago appartiene al Club de
I Borghi Piรน Belli d’Italia

 


Oltre novanta opere del grande artista: tre celebri serie di incisioni e acqueforti e un corpo unico di ceramiche, a Palazzo della Corgna di Castiglione del Lago fino al 5 novembre 2017, nella mostra dal titolo: Pablo Picasso. La materia e il segno. Ceramica, grafica.

mostra picasso a castiglione del lago

Uno dei ritratti di Honorรฉ de Balzac esposti presso la mostra a Castiglione del Lago

Organizzata da Sistema Museoย in collaborazione con Lagodarteย e promossa dal Comune di Castiglione del Lagoย nell’anno in cui in diversi luoghi della penisola si ricordano, con eventi e mostre, i cento anni dal viaggio in Italia di Picasso, quella di Castiglione del Lago รจ una bella occasione per conoscere meglio uno dei piรน grandi artisti del XX secolo e visitare il borgo fortificato, uno dei centri turistici piรน importanti del Trasimeno.
La mostra รจ allestita in tre sale del piano nobile di Palazzo della Corgna, il biglietto รจ unico e permette lโ€™accesso al circuito museale che comprende il Palazzo, le sue sale affrescate che dominano il Trasimeno, e la Rocca del Leone, entrambi simboli di Castiglione del Lago, uno dei borghi piรน belli dโ€™Italia.
Dopo la scenografica Sala dellโ€™Investitura, che celebra con gli affreschi di Pomarancio (sec. XVI) le gesta del Marchese Ascanio della Corgna, si raggiunge la prima sala espositiva, la Sala di Fetonte, dove sono esposte nove litografie di Picasso del 1957: una serie di otto ritratti di Honorรฉ de Balzac, padre del Realismo letterario che verranno pubblicate in quegli anni come Balzac en bas de casse et Picassos sans majuscule piรน il frontespizio di unโ€™edizione di Le Pรจre Goriot di Balzac.

mostra picasso castiglione del lago

Testa di toro da La Carmen, Picasso

Picasso avrร  unโ€™intensa produzione incisoria che gli permetterร  di sperimentare nella sua lunga carriera di artista diverse tecniche e materie, e di trasformare chimicamente e meccanicamente il segno grafico.
La seconda sala espositiva, allestita nella Sala dellโ€™Eneide, propone dodici tavole in acquaforte e acquatinta del 1968, piรน un frontespizio, che Picasso realizza per illustrare la commedia teatrale Le Cucu Magnifique di Crommelynck, amico di vecchia data. Prendendo ispirazione dalle proprie conoscenze mitologiche, tra cui lโ€™immancabile Minotauro, Picasso riesce a raccontare le conseguenze tragiche del sentimento della gelosia, ma con spirito farsesco. Il tracciato espositivo ci porta nella Sala degli Dei

mostra picasso a castiglione del lago

Testa di donna, Pablo Picasso

dove sono presenti trentotto tavole incise a bulino piรน due frontespizi del 1949, in cui Picasso evoca La Carmen, con una serie di visi di uomo e di donna stilizzati, costumi andalusi, teste di toro e corride, realizzate per illustrare la novella di Prosper Mรฉrimรฉรฉ del 1845 trasposta in musica da Bizet nel 1875. Sarร  lโ€™ultima opera incisoria a bulino di Picasso a Parigi. Dal 1947 si trasferirร  in Costa Azzurra dove prevarrร  il suo interesse per la scultura, grazie alla presenza di molte manifatture ceramiche e forni. La ceramica gli permetterร  di sperimentare la materia terra, modellandola e dipingendola trovando nuove soluzioni: la mostra presenta ventinove manufatti fittili del periodo 1948-1969, creazioni tradizionali e nuovi assemblaggi, reinvenzioni come i vasi strutturali, che perdono la loro funzione e diventano sculture, le brocche-gufo e i piatti con ritratto smaltati.


Orari di apertura: tutti i giorni ore 9.30-19. La biglietteria chiude mezzโ€™ora prima. รˆ possibile prenotare lโ€™apertura straordinaria per visite riservate.
Biglietti: Il biglietto comprende la visita a Palazzo della Corgna e alla Rocca del Leone. Intero 8 euro; ridotto 5 euro (gruppi di oltre 15 unitร , ragazzi fino a 25 anni); ridotto famiglia 18 euro (3 persone), 22 euro (4 persone); biglietto unico residenti Comune di Castiglione del Lago 4 euro; ridotto famiglia residente 10 euro (3 persone), 12 euro (4 persone); omaggio bambini fino a 6 anni.
Informazioni: Palazzo della Corgna 075 951099 – cooplagodarte94@gmail.com
Prenotazioni: Sistema Museo call center 0744 422848 (dal lunedรฌ al venerdรฌ 9-17, sabato 9-13, escluso i festivi) – callcenter@sistemamuseo.it


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