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Luogo di settecentesche delizie, la villa del Pischiello, a Passignano sul Trasimeno, traeva il proprio nome da unโ€™attigua sorgente dโ€™acqua. E, come dallโ€™acqua tutto trae forza e vigore, da questa dimora affacciata sul lago Trasimeno la popolazione traeva sostentamento, molendovi lโ€™oliva, stoccandovi i cereali e producendovi dellโ€™ottimo vino.

Nemmeno nel 1904, quando la marchesa Romeyne Robert Ranieri di Sorbello decise di installarvi una scuola di ricamo, questa forza produttiva venne meno. Anzi, quella che si configurรฒ fin da subito come una moderna holding, diventรฒ ben presto unโ€™attivitร  importantissima per lโ€™economia del lago, dando impiego a intere famiglie di Passignano e dintorni.

Villa del Pischiello, foto Ranieri di Sorbello

Donne che hanno fatto la storia

Lโ€™alta qualitร , lโ€™unicitร  dei pezzi eseguiti su commissione, cosรฌ come lโ€™esclusivitร  della tecnica, fecero della scuola uno degli emblemi della cosiddetta questione femminile che, dal 1883, combatteva contro le posizioni assolutiste secondo cui le donne delle campagne dovessero essere impiegate esclusivamente nei lavori agricoli. La marchesa spronava le dipendenti ad accantonare la propria paga in libretti postali, secondo un sistema estremamente moderno e teso a renderle emancipate grazie al proprio lavoro. Oltre a questo, nella Villa del Pischiello fondรฒ una scuola Montessori โ€“ una delle prime della Penisola โ€“ per favorire lโ€™educazione dei figli dei coloni della tenuta secondo gli innovativi metodi dโ€™insegnamento che caratterizzano il metodo: libera scelta del percorso educativo, sebbene entro certi limiti, e il rispetto del naturale sviluppo fisico, psicologico e sociale del bambino.
Gli orditi nati dallโ€™abilitร  delle allieve di Romeyne, coadiuvata dalla perugina Amelia Pompilij e dalla fiorentina Carolina Amari – che aveva studiato e recuperato, nel suo laboratorio di Firenze, la tecnica usata per la preziosa collezione di biancheria e decorazioni per la casa della contessa Edith Rucellai – venivano commercializzati nel negozio della cooperativa Arti Decorative Italiane – diretta derivazione del comitato regionale de Le Industrie Femminili Italiane, detto Ars Umbra ย (poi divenuto una vera e propria societร ) – sotto la dicitura di commercio al minuto di ricami a mano.

Arte in rilievo

Il punto umbro – detto anche Sorbello o portoghese – protetto da brevetto, si dipanava su tele da ricamo in canapa o lino provenienti dal laboratorio Tela Umbra di Cittร  di Castello, fondato dalla baronessa Alice Hallgarten Franchetti. Motivi floreali, vegetali, animali – anche fantastici – e arabeschi si annodavano sulle tele con rinascimentali ghirigori color ruggine, รฉcru, verde, indaco, giallo, bianco e rosa antico. I disegni degli album da viaggio di Romeyne acquisivano cosรฌ la terza dimensione e una riconoscibilitร  tattile, grazie anche allo spessore del filato usato – cotone, soprattutto, ma anche seta, ben resistenti al tempo e allโ€™usura.
I tasselli di tessuto che, precedentemente ricamati, sarebbero andati a formare il disegno, venivano assemblati tramite elaborati punti avorio, dโ€™ispirazione araba, alternati a punti di antica ispirazione toscana e romagnola.

 

Il punto umbro, detto anche Sorbello. Foto Casa Museo di Palazzo Sorbello

Questione dโ€™inventiva

Non mancavano perรฒ punti inventati, come il ricciolino, il rilievo, il nodone, il mazzetto, il punto pifferino, il nodino di San Francesco, le pignattine, le lumachelle e le capannucce, usati perlopiรน per ricamare lโ€™interno e rifinire gli orli. Le fuseruole in ceramica derutese, usate per bilanciare il fuso e, in maniera piรน romanzata, per bilanciare la vita di unโ€™altra persona – venivano infatti donate come pegno dโ€™amore – erano inserite nelle confezioni per rifinire paralumi e tessili.
Il punto San Francesco e il pifferino, assieme al punto civetta, venivano utilizzati anche per le nappe – elaborate riproduzioni in miniatura di cestini di frutta, gioielli fiorentini, ghiande e animali – e i bottoni – creati semplicemente arrotolando un filo, poi fermato con un punto avorio – elementi decorativi che, impreziosendo tovaglie, centrini, centrotavola, paralumi, tende e sacchetti portabiancheria, finirono per essere un vero e proprio punto distintivo della produzione della scuola.

(Monte del Lago 1854[1] โ€“ Roma 1910)
Figlio del patriota Giuseppe e della contessa Giuseppina Becherucci, Guido studia prima nel liceo perugino e poi a Bologna, dove frequenta la facoltร  di Giurisprudenza – che non porta a termine, sebbene consegua in tutti gli otto esami sostenuti il massimo risultato.

Si dedica in seguito agli studi letterari e alla lingua tedesca: in etร  giovanile traduce e commenta Storia della legislazione inglese sulle fabbriche di van Plener mostrando una grande competenza e profonditร  di giudizio[2] e scrive unโ€™opera su Ernesto Renan[3].

La sua attivitร  politico-amministrativa inizia molto presto: nel 1876 viene nominato soprintendente per le scuole di San Feliciano e Monte Fontegiano e due anni piรน tardi diventa consigliere comunale di Magione. Nel 1879, subentrando al barone Giuseppe Danzetta Alfani, entra a far parte del Consiglio Provinciale e lโ€™anno seguente viene chiamato a presiedere la Congregazione di Caritร  di Magione. In questo periodo giร  piuttosto denso di attivitร , inizia a collaborare con alcuni periodici locali quali ยซLโ€™Unione Liberaleยป e ยซLa Favillaยป: la sua forma di scrittura appare ยซoriginale, severa, efficacissima, il pensiero vi si rifletteva limpido, stringato, senza fronzoli o vacuitร ยป[4]. Nel 1884 ottiene la delega del Consiglio Provinciale presso la Commissione amministrativa dellโ€™Universitร  di Perugia, carica che terrร  a vita. Nel 1885 fonda a Perugia la Banca Popolare e lโ€™anno successivo viene eletto per la prima volta alla Camera dei Deputati. Nel 1896, da presidente del Consorzio per la Bonifica del Trasimeno, inaugura i lavori per il nuovo emissario. Il 14 settembre 1897 viene eletto Presidente del Consiglio Provinciale, incarico che gli sarร  rinnovato a vita.

Ma non sono solo le questioni di carattere locale o nazionale ad accrescere lo spessore della sua figura pubblica. Nel 1899 viene inviato in qualitร  di plenipotenziario italiano alla Conferenza di Pace dellโ€™Aja e lโ€™anno seguente รจ sottosegretario alla Finanze nel Gabinetto Saracco. Nel maggio 1906 diviene sottosegretario agli Esteri nel Governo Giolitti e lโ€™anno successivo rappresenta nuovamente lโ€™Italia nella II Conferenza di Pace allโ€™Aja[5].

Nella compagna di vita, la poetessa Vittoria Aganoor, egli riconosce il suo perfetto completamento: una donna forte, sorretta da grandi ideali, da una fervida intelligenza e da una profonda bontร  dโ€™animo. La loro unione rappresentรฒ ยซla fusione intima delle complesse facoltร  di due anime eccelseยป[6] ma proprio per questo egli non trovรฒ ragione e forza sufficienti a sopravviverle. Il 7 maggio 1910, alla notizia della morte di Vittoria, Guido si uccide, sparandosi ad una tempia. Fu questo lโ€™ultimo grido di un leone ferito[7].


[1]La data di nascita รจ stata corretta dagli studi pubblicati in M. Chierico, Guido Pompilj statista del lago, Perugia, s.n., 1996, pp. 13-14.โ‡‘
[2]E. van Plener, Storia della legislazione inglese sulle fabbriche, Imola, Galeati, 1876.โ‡‘
[3]G. Pompilj, Lโ€™eau de jouvence di Ernesto Renan, Perugia, Boncompagni, 1881.โ‡‘
[4]G. Muzzioli, Guido Pompilj e Vittoria Aganoor Pompilj. Commemorazione popolare, Perugia, Guerra, 1910, p. 6.โ‡‘
[5]Le informazioni sugli incarichi ricoperti da Guido Pompilj sono state tratte da M. Chierico, cit.โ‡‘
[6]G. Muzzioli, cit., p. 22.โ‡‘
[7]Pompilj nella villa a Monte del Lago aveva fatto incidere il motto โ€œUt Leoโ€ che lo rappresenta nella brevitร  in tutta la sua essenza. Per maggiori informazioni biografiche su Guido Pompilj si rimanda a: M. Ambrogi e L. Zazzerini, Atlante biografico, v. Guido Pompilj, in M. Tosti (a cura di), Tra Comuni e Stato. Storia della Provincia di Perugia e dei suoi amministratori dallโ€™Unitร  ad oggi, Perugia: Quattroemme, 2009, pp. 130-131; M. Chierico, Guido Pompilj. Il politico, in M. Squadroni (a cura di), Vittoria Aganoor e Guido Pompilj. Un romantico e tragico amore di primo Novecento su Lago Trasimeno, [Perugia]: Soprintendenza archivistica per lโ€™Umbria, 2010, pp. 49-64; M. Calzoni, La famiglia Pompilj e le sue proprietร , in in M. Squadroni (a cura di), cit., pp. 65-84.โ‡‘

 

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La Festa dellโ€™uvaย in onore del dio Baccoย รจย uno degli appuntamenti tradizionali di fine estateย delย lagoย Trasimeno.ย Panicale si prepara a ospitareย la 42esima edizione,ย cheย andrร  in scena dal 7 al 10 settembre.ย 

La storia

La festa dedicata a Baccoย e al suo nettareย haย originiย lontane.ย Nelย 1926, infatti, si raccontaย di un piccolo centro agricolo dove vigeva il latifondo e di un tempo in cui il vino, piรน che un nettare raffinato, era un vero e proprio alimento che dava la forza per compiere il duro lavoro dei campi. La manifestazione allora siย svolgeva in contemporanea con il mercato del bestiame. Dopo una pausa forzata dovuta alla Secondaย Guerra Mondiale, la Festa dellโ€™uva ricomparveย aย Panicaleย aย partire dagli anniย Cinquanta, grazie alla volontร  della Proloco,ย che ne cura tuttโ€™oggi lโ€™organizzazione.ย ย 
In quel contesto sociale la festa rappresentava una delle rare occasioni in cui i giovani delle diverse tenute potevano incontrarsi e conoscersi.ย Questo evento,ย a quel tempo cominciava con la Santa Messa in mattinata mentre, dopo un pranzo conviviale, il pomeriggio era dedicato al divertimento. Poi,ย dal 1976 la festa รจ diventataย un appuntamento fisso per il borgo umbro e porta con sรฉย i segni del mutare dei tempi.ย 

 

festa d'uva

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Il percorso enogastronomico

Il vino si sposa con il cibo. Per questo con un caliceย e ilย classico portaย bicchiere di stoffaย da appendere al collo,ย si potrร  iniziare il percorso traย leย varieย cantineย sparse per ilย centro storico delย borgo.ย Un tourย enogastronomicoย a tutti gli effetti, che porterร  i piรน golosiย aย scoprireย leย varie qualitร  di vinoย che saranno offerte dagli espositori.ย 
Il visitatore potrร ย ancheย degustare assaggi di prodotti tipici locali,ย come lโ€™olio di oliva delle colline di Panicale,ย che viene proposto comeย condimento delleย bruschette preparate al momento daiย “cantinieri”,ย laย fagiolinaย del lago, il miele, le marmellate, e laย grande varietร  di vini prodotti dei viticoltori locali.

 

Panicale

I giochi dei rioni

La storia dei rioni

Due saranno i rioni che si contenderanno il Palio di Bacco: il Rione Grifo e il Rione Torre.ย Una linea immaginaria dividerร  il borgo da Nord a Sud,ย passando per la casa delย condottieroย Giacomoย Paneri,ย detto Boldrino;ย il Grifo con lo sguardo a Est, la Torre a ovest. Nello stemma del Comuneย di Panicaleย cโ€™รจ la storia di questi due rioni: il grifo concesso da Perugia in segno di gratitudine per le molte battaglie vinte al suo fianco, tra cui la memorabile vittoriosa difesa di Perugia, assalita dai Bretoni nel 1378, ad opera del condottiero panicalese Boldrino. La torre invece simboleggia il potere del castello che sorge sul colle, al cui fiancoย crescono le spighe diย Panรฌco.ย ย I due rioni si sfideranno nei giochi della tradizione popolare, ma anche in nuove e avvincenti competizioni.

 

 

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Il lago Trasimeno, emblema delle cose semplici e autentiche, accoglie laย Villa Alta, la dimora che Vittoria e Guido Pompilij scelgonoย per la loro vita insieme. I dueย vivono anni di amore intenso e assoluto,ย profondo come soltanto il blu sa essere.ย 

Era la fine del 1900 quando un incontro a Venezia cambierร ,ย sconvolgendole,ย le vite solitarie della poetessa Vittoria Aganoor e del parlamentare umbro Guidoย Pompilj.

Un carattere sprezzante e indomabile

Vittoria rimane colpita immediatamente da questโ€™uomo che nella sua liricaย Trasimenoย chiamerร  ยซil forte soldato del beneยป, in lui infatti ยซriconosce una forte dimensione etica associata ad uno slancio umanitario e solidaristico a lei finora sconosciutiยป.[1] Guidoย โ€“ cheย in quel periodoย ricopre il ruolo diย sottosegretario del Ministero delle Finanze del primo governo Saraccoย โ€“ รจ, cosรฌ come lo descriverร ย un suo carissimo amico, Giuseppe Marinelli, ยซdi carattere poco espansivo, duro, imperterrito, non aveva sentimenti conciliativi, seguiva la sua meta,ย senza curare gli ostacoli, eย disprezzava chi gli avesse precluso il cammino. Non si piegava a nessuno e aveva perciรฒ molti avversari che, quantunque avessero ammirato il suo forte ingegno non sapevano spiegare il suo carattere sprezzante e indomabileยป.[2] Eppure in privato รจ capace di mostrare unโ€™โ€œaffettuositร  dolce, quasi infantileยป; inoltre possiede un conversare ยซgaio, lepido, mai mordente o sarcastico, sempre entusiasta e ponderato insiemeยป.[3]ย ย 

Occhi neri e profondi

Vittoria, allora quarantacinquenne, inizia a scrivere a Guido e ยซtravasa nelle lettere [โ€ฆ] tutta se stessa – sentimenti, aneliti, occupazioni e preoccupazioniย –ย arrivando a scalfire la laconica riservatezza delย Pompiljยป.[4] Guido infatti,ย tutto preso dalle sue occupazioni politiche eย ormai a quarantasei anni,ย non pensa piรน di condividere la sua vita con una donna. Ma presto questa donnaย a cui ยซniuno che lโ€™avesseย anche per poco avvicinata poteva sottrarsi al fascino irresistibile che emanava da quella piccola persona tutta grazia e leggiadria; da quei suoi grandi occhi neri e profondi, lampeggianti passione, velati di malinconia; dalla sua schietta e signorile affabilitร ยป[5] riesce a conquistare il cuore di Guidoย ed egliย prende ad amarlaย sempre piรนย fino diventare con lei unโ€™unica identitร .ย ย 

Un nido d'amore a Monte del Lago

Le lettere si fanno sempre piรน affettuose e tenere fino ad arrivare a quella del 16 maggio del 1901 nella quale ella si dichiara pronta a sposarlo, sicura di aver trovato ยซil compagno ideale, che, prendendole tutta lโ€™anima, le avrebbe dato in cambio la propria, senza restrizioni e senza limitiยป.[6] Vittoria cosรฌ scrive sfidando ogni tipo di convenzioni:

ยซ[Io ho] sempre pensato cheย pren[dere] marito, senza amore, sia unโ€™infamia; sarร  falso, ma ho sempre pensato questo. Ebbi delle simpatie per qualcunoย che mi piaceva unicamente pel fisico, maย sentii bene che mi piaceva il viso e niente altro, e che tra la loro anima e la mia vi era un abisso. Questo,ย pensai, non รจ vero amore, completo. Perchรฉ vorrei ora prender marito?ย Perchรฉ sarebbe lโ€™unica maniera di vivere con Lei, per Lei, vicina a Lei; chรฉ se fosse possibile far questo senza sposarla, io non Le chiedereiโ€ฆ cioรจ non Le avrei chiesto di sposar[mi] mai [โ€ฆ]ย sappia [โ€ฆ] che non sarei solo stata disposta a lasciar Venezia per Perugia, ma anche per la Siberia davvero [pur] di vivere con Lei e [adattan]domi adย ogni suaย abitudineยป.[7] ย 

Si sposano a Napoli nel novembre di quellโ€™anno e il loroย diventaย un amore pieno e totalizzante, ยซuniti da reciproca stima, da comuni interessi artistici e culturali e da un identico apprezzamento per le cose sempliciย ed agresti che offriva loro quellโ€™amato Trasimenoยป[8]ย sulle cui spondeย scelgonoย a vivere appena sposati, in quella Villa Alta di Monte del Lago paese natale di Guido.ย Vittoria e Guido vivono anni di amore intenso e assoluto,ย profondo come soltanto il blu sa esserlo: incomprensibile e inesplorabile come le profonditร  delle acque e sconfinato come il blu dei cieli. Cosรฌ quando Vittoria nel maggio del 1910ย si spegne, in seguitoย aย unโ€™operazioneย di tumore ovarico, Guido disperato si uccide lasciando scritto ยซnon potrei, nรฉ vorrei sopravviverleยป[9].ย 

 


 

[1] A. Chemello, Vittoria Aganoor e il suo mondo, in M. Squadroni (a cura di), Vittoria Aganoor e Guido Pompilj. Un romantico e tragico amore di primo Novecento su Lago Trasimeno, [Perugia], Soprintendenza archivistica per lโ€™Umbria, 2010, p. 135.โ‡‘
[2] Citazione tratta da M. Chierico, cit., p. 14.โ‡‘
[3] G. Muzzioli, Guido Pompilj e Vittoria Aganoor Pompilj. Commemorazione popolare, Perugia, Guerra, 1910, p. 5.โ‡‘
[4] P. Pimpinelli, Vittoria Aganoor. La poetessa, in M. Squadroni (a cura di), cit., p. 111.โ‡‘
[5] G. Mazzoni, in ยซLa Favillaยป fasc. ill. in onore di Vittoria Aganoor (lug.-ago. 1910) cit. in L. Grilli, Introduzione, in V. Aganoor Pompilj, Poesie complete, Firenze, Le Monnier, 1912, p. IV.โ‡‘
[6] ยซLa Donnaยป, 20 mag. 1910, cit. da F. Girolmoni, Il fondo bibliografico Aganoor Pompilj della Biblioteca comunale di Magione, in M. Squadroni (a cura di), cit., p. 184.โ‡‘
[7] Lettera di Vittoria a Guido Pompilj datata 16/5/1901 cit. da L. Ciani, Aganoor, la brezza e il vento, Nuova S1, Bologna 2004, p. 92.โ‡‘
[8] G. Chiodini, Vittoria e Guido. Un suicidio concordato, in ยซIl Messaggero Umbriaยป, 23 apr. 2010.โ‡‘
[9] ASPg, Fondo Aganoor Pompilj. Ada Palmucci, Testamento di Guido Pompilj, 4-5/5/1910.โ‡‘

 

 

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Castiglione del Lago appartiene al Club de
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Oltre novanta opere del grande artista: tre celebri serie di incisioni e acqueforti e un corpo unico di ceramiche, a Palazzo della Corgna di Castiglione del Lago fino al 5 novembre 2017, nella mostra dal titolo: Pablo Picasso. La materia e il segno. Ceramica, grafica.

mostra picasso a castiglione del lago

Uno dei ritratti di Honorรฉ de Balzac esposti presso la mostra a Castiglione del Lago

Organizzata da Sistema Museoย in collaborazione con Lagodarteย e promossa dal Comune di Castiglione del Lagoย nell’anno in cui in diversi luoghi della penisola si ricordano, con eventi e mostre, i cento anni dal viaggio in Italia di Picasso, quella di Castiglione del Lago รจ una bella occasione per conoscere meglio uno dei piรน grandi artisti del XX secolo e visitare il borgo fortificato, uno dei centri turistici piรน importanti del Trasimeno.
La mostra รจ allestita in tre sale del piano nobile di Palazzo della Corgna, il biglietto รจ unico e permette lโ€™accesso al circuito museale che comprende il Palazzo, le sue sale affrescate che dominano il Trasimeno, e la Rocca del Leone, entrambi simboli di Castiglione del Lago, uno dei borghi piรน belli dโ€™Italia.
Dopo la scenografica Sala dellโ€™Investitura, che celebra con gli affreschi di Pomarancio (sec. XVI) le gesta del Marchese Ascanio della Corgna, si raggiunge la prima sala espositiva, la Sala di Fetonte, dove sono esposte nove litografie di Picasso del 1957: una serie di otto ritratti di Honorรฉ de Balzac, padre del Realismo letterario che verranno pubblicate in quegli anni come Balzac en bas de casse et Picassos sans majuscule piรน il frontespizio di unโ€™edizione di Le Pรจre Goriot di Balzac.

mostra picasso castiglione del lago

Testa di toro da La Carmen, Picasso

Picasso avrร  unโ€™intensa produzione incisoria che gli permetterร  di sperimentare nella sua lunga carriera di artista diverse tecniche e materie, e di trasformare chimicamente e meccanicamente il segno grafico.
La seconda sala espositiva, allestita nella Sala dellโ€™Eneide, propone dodici tavole in acquaforte e acquatinta del 1968, piรน un frontespizio, che Picasso realizza per illustrare la commedia teatrale Le Cucu Magnifique di Crommelynck, amico di vecchia data. Prendendo ispirazione dalle proprie conoscenze mitologiche, tra cui lโ€™immancabile Minotauro, Picasso riesce a raccontare le conseguenze tragiche del sentimento della gelosia, ma con spirito farsesco. Il tracciato espositivo ci porta nella Sala degli Dei

mostra picasso a castiglione del lago

Testa di donna, Pablo Picasso

dove sono presenti trentotto tavole incise a bulino piรน due frontespizi del 1949, in cui Picasso evoca La Carmen, con una serie di visi di uomo e di donna stilizzati, costumi andalusi, teste di toro e corride, realizzate per illustrare la novella di Prosper Mรฉrimรฉรฉ del 1845 trasposta in musica da Bizet nel 1875. Sarร  lโ€™ultima opera incisoria a bulino di Picasso a Parigi. Dal 1947 si trasferirร  in Costa Azzurra dove prevarrร  il suo interesse per la scultura, grazie alla presenza di molte manifatture ceramiche e forni. La ceramica gli permetterร  di sperimentare la materia terra, modellandola e dipingendola trovando nuove soluzioni: la mostra presenta ventinove manufatti fittili del periodo 1948-1969, creazioni tradizionali e nuovi assemblaggi, reinvenzioni come i vasi strutturali, che perdono la loro funzione e diventano sculture, le brocche-gufo e i piatti con ritratto smaltati.


Orari di apertura: tutti i giorni ore 9.30-19. La biglietteria chiude mezzโ€™ora prima. รˆ possibile prenotare lโ€™apertura straordinaria per visite riservate.
Biglietti: Il biglietto comprende la visita a Palazzo della Corgna e alla Rocca del Leone. Intero 8 euro; ridotto 5 euro (gruppi di oltre 15 unitร , ragazzi fino a 25 anni); ridotto famiglia 18 euro (3 persone), 22 euro (4 persone); biglietto unico residenti Comune di Castiglione del Lago 4 euro; ridotto famiglia residente 10 euro (3 persone), 12 euro (4 persone); omaggio bambini fino a 6 anni.
Informazioni: Palazzo della Corgna 075 951099 – cooplagodarte94@gmail.com
Prenotazioni: Sistema Museo call center 0744 422848 (dal lunedรฌ al venerdรฌ 9-17, sabato 9-13, escluso i festivi) – callcenter@sistemamuseo.it


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Paciano appartiene al Club de
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Paciano, un delizioso borgo di appenaย novecentoquarantaย abitanti, sorge sulle verdi colline che si affacciano sul Lago Trasimeno. Conosciuto ormai da tempo come uno deiย Borghi piรนย Belli dโ€™Italia e scelto da molti stranieri come luogo ideale per acquistare una seconda residenza, custodisce,ย nel cuore del centro storico allโ€™interno del seicentesco Palazzo Baldeschiย un museo atipico il cui obiettivo รจ quello diย mettere in scenaย un ricco patrimonio fatto di memorie, di ricordi, di testimonianze sul saper fare artigiano.ย 

Questo รจย TrasiMemo, il museo della memoria artigiana di tutti quei mestieri che hanno preso vita nel corso del tempo sulle terre lambite dal lago.


Fiore all'occhiello della comunitร 


TrasiMemoย รจ un progetto innovativo voluto e fortemente desiderato in primo luogo dagli abitantiย di questo piccolo comune, cittadini responsabili che si prendono cura del proprio patrimonio in cui vedono una generosa spinta propulsiva verso un futuro di rinnovamento. Entrando nella sala del museo subito si respira unย sentimento di comunitร ; non รจ raro incontrare cittadini volontari allโ€™Info Point o chi in questo momento sta allโ€™amministrazione comunale;ย ognuno di loro avrร  da raccontare un aneddoto o un particolare personale che andrร  ad arricchire la giร  speciale visita al museo.
Lโ€™allestimento รจ assai piacevole. Lโ€™ambiente รจย accogliente, i rumori tipici delle lavorazioni introducono i visitatori nelle realtร  artigiane sollecitando lโ€™udito; luci calde accompagnano i loro passi e attirano lโ€™attenzione su dettagli mai scontati. Si ha lโ€™impressione di attraversare un archivio dove sono contenuti documenti di vario genere divisi nei quattro ambiti principali: lavorazione di ferro e metalli, legno, cotto e tessile.

museo a paciano

I cassetti della memoria


Cari visitatori, non vi aspettate diย trovareย tomi da sfogliare,ย ma lasciatevi incuriosire dai cassetti delleย quattro scrivanieย e dalloย schedarioย posizionato allโ€™ingresso; aprite questi cassetti ed ammirate i tesori che contengono:ย un tombolo per il ricamo, fili colorati, fusi, ma ancheย pinze, lime, pialle e poi ancora disegni, coloriย eย maioliche.ย Tutto il sapere della tradizione artigiana condensato in piccoli oggetti dal forte potere evocativo. E poi cโ€™รจ lo schedario, pieno di volti, di chi il mestiere lo fa ancora e con passione o di chi vorrebbe passare il testimone a validi eredi dalle mani dโ€™oro.
trasimemo umbriaSono stati questi artigiani i protagonisti dei tanti raccontiย che animano le pareti diย TrasiMemoย nonchรฉ iย fornitori del materiale custoditoย nellaย Banca dellaย Memoria; fautori di tante opere che ancora fanno parte dellโ€™arredo urbano del borgo, sonoย ancheย gli animatori dei laboratori organizzatiย dal museo. Periodicamente infatti รจ possibile partecipare aiย workshop proposti e rivolti sia agli adulti che ai bambini per testare con mano e mettersi alla prova in unโ€™esperienza di lavoro artigianale vero!

Un museo smart


Lโ€™esperienza di una visita aย TrasiMemoย รจ entusiasmante per tutti; oltre a toccare e vedere affascinanti oggetti significativi, ci sono quattro grandi pannelli riassuntivi, uno per ogni area, che raccontano in pillole lavorazioni, aneddoti e segreti legati alla vita quotidiana e alla storia di quel mestiere. In piรน,ย contenuti multimediali contribuiscono a rendere piรนย smartย lโ€™esperienza al museo.
Di grande impatto รจ laย parete di parole, divertitevi a scegliere e fotografare quella che piรน ricorderร  la vostra visita. Non dimenticate infine, usciti dal museo, di andare a cercare gli oggetti simbolo dellโ€™attivitร  artigiana che fanno bella mostra diย sรฉย per le vie del borgo di Paciano. Lโ€™illuminazione pubblica, i numeri civici dipinti su maioliche e la struttura in ferro del pozzo cittadino sono solo alcuni esempi.
Quindi, perchรฉย andare a vedereย TrasiMemo?
ยซTrasiMemoย รจ un luogoย di tuttiย eย per tutti:ย รจ degli artigianiย e di chi ha memoria deiย saperiย locali; รจ delle persone che abitano il territorio e che in esso continuano a pensare spazi di lavoro e di vita; รจ dei professionisti del patrimonio che, attraverso la ricerca, provano a tutelare le forme del ricordare, sistematizzandole in narrazioni per il futuro;ย รจ dei visitatori che decideranno di attraversare le zone del Trasimeno conoscendo meglio il rapporto tra i suoi abitanti, i suoi paesaggi e le sue risorse locali.ยป

TrasiMemo, il museo della memoria artigiana – Paciano

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