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ยซIl (vero) paesaggio รจ esteso e armonioso, tranquillo, colorato, grande, variato e bello. รˆ un fenomeno principalmente estetico, piรน vicino allโ€™occhio che alla ragione, piรน apparentato al cuore, allโ€™anima, alla sensibilitร  e alle sue disposizioni che allo spirito e allโ€™intelletto, piรน vicino al principio femminile che a quello maschile. Il vero paesaggio รจ il risultato di un divenire, qualche cosa di organico e vivente. Ci รจ piรน familiare che estraneo, ma piรน distante che vicino, manifesta piรน nostalgia che presenza; ci eleva al di sopra del quotidiano e confina con la poesia. Ma anche se ci rimanda allโ€™illimitato, allโ€™infinito, il paesaggio materno offre sempre allโ€™uomo anche la patria, il calore e il riparo. รˆ un tesoro del passato, della storia, della cultura e della tradizione, della pace e della libertร , della felicitร  e dellโ€™amore, del riposo in campagna, della solitudine e della salute ritrovata in rapporto alla frenesia del quotidiano e ai rumori della cittร ; deve essere attraversato e vissuto a piedi, non rivelerร  il suo segreto al turista o allโ€™intelletto nudo.ยป (Gerhardt Hard)[1]

Associazione Nazionaleย Cittร  dellโ€™Olio

Foto di Bernardino Sperandio, Sindaco di Trevi

 

Considerato daย Simmelย come ยซunโ€™opera dโ€™arteย in statuย nascendiยป,[2] il paesaggio esiste sulla base di tre condizioniย sineย qua non:ย non puรฒ realizzarsiย senza unย soggetto, senza laย natura, e senza ilย contattoย tra i primi due. La relazione, in particolar modo, si esprime attraverso i segni, le costruzioni create dallโ€™uomo sul territorio e poi attraverso lโ€™agricoltura,[3] cartina tornasole della felicitร  di tale unione.ย Ma la relazione puรฒ essere anche quella data dalย visitatoreย che,ย con il suo sguardo curioso,ย caratterizza una zona,ย legandone i tratti significativi con il concetto di tipicitร .ย 

La pianta della civiltร 

Traย Spoletoย eย Assisi, doveย milioni diย oliviย si susseguono per circaย trentacinque chilometri,ย questa duplice tipologia di relazione trova la sua forma piรน alta.ย Nellaย Fascia Olivata, tesa a settecento metri dโ€™altitudine, la storia dellโ€™olivicoltura inizia infatti molto tempo fa. Lโ€™olivo รจ, perย Fernandย Braudel, laย ยซpianta della civiltร ยป, perchรฉ delimita lo spazio del Mediterraneo antico;ย lโ€™olio era utilizzato come condimento, per i riti religiosi, ma anche nella farmacopea e per lโ€™illuminazione. Nellโ€™Editto diย Rotariย (643 d.C.), invece, per chi avesse abbattuto un olivo spettava una pena di tre volte superiore rispetto a quella comminata a chi avesse abbattuto un qualsiasi altro albero da frutto. Infine, secondo Castor Durante daย Gualdoย Tadinoย (1586), qualche oliva a fine pasto favoriva la digestione.[4]
Ma senza spendere troppo tempo tra i libri, basta fare una visita aย Bovara, nei pressi di Trevi, e ammirare il retaggio di tale tradizione con i propri occhi. Il maestosoย Olivo di Santโ€™Emiliano, con i suoiย nove metri di circonferenza e cinque di altezza,ย รจ un esemplareย vecchio di benย diciassette secoli. Tralasciando per un attimo la storia della decapitazione di Santโ€™Emiliano,ย Vescovo di Treviย โ€“legato, almeno secondo un codice del IX secolo, alla pianta e poi decapitato โ€“ gli studi hanno infatti dimostrato che si tratta di unย genotipo particolare, molto resistente che, come tutti i suoi simili, dopo i primi ottocento anni di vita ha visto la parte interna del suo fusto marcire e le parti esterne dividersi, ruotando in senso antiorario.[5]

Un paesaggio unico

Gli olivicoltori sanno che queste zone dellโ€™Umbria, infatti, richiedono una cultivar piuttosto resistente, capace di aggrapparsi a terreni asciutti, poco adatti a mantenere lโ€™umiditร .ย Ilย Muraioloย รจ stato dunque designato come la pianta ideale perย scongiurare ilย rischio idrogeologicoย della zona e, al tempo stesso, per donare quellโ€™olioย tipicoย dal saporeย piccante e amaro, ingentilito da note diย erbe aromatiche.[6]
La sua coltivazione ha altresรฌ modificato il territorio, rimodellandolo, formando una fascia continua verso lโ€™alto a spese del bosco. Lโ€™ha caratterizzatoย conย ciglioni, lunette e terrazzamenti, rendendoloย riconoscibile al punto da permetterne lโ€™iscrizione nel catalogo deiย Paesaggi Rurali Storici, insieme agli Altopianiย plestini, i campi di Farro diย Monteleoneย di Spoleto, le colline diย Montefalco, la rupe di Orvieto, il Poggio di Baschi e i Piani diย Castelluccioย di Norcia.[7]
Obiettivo che segue lโ€™iscrizione allโ€™Associazione Nazionaleย Cittร  dellโ€™Olioย โ€“ cheย riunisce tutti iย Comuni, le Province, le Camere di Commercio e i GAL che producono seguendo dei valori ambientali, storici, culturali o incentrati sulle DOP โ€“ e prelude al riconoscimento della zona comeย Paesaggio Alimentare FAOย (sarebbe il primo in Europa) e poi comeย sito UNESCO.ย ย 
Il pericolo maggiore in cui il paesaggio puรฒ incorrere โ€“ non venireย iscritto nella memoria collettivaย edย nonย essere quindi riconosciuto come caratteristico di una determinata zona del Pianeta โ€“ รจย dunque scongiurato: non cโ€™รจ persona, sia essa nata in quel luogo o proveniente da lontano,ย che possa prescindere ora la Fascia Olivata dalle cittร  di Assisi, Spello, Foligno, Trevi,ย Campelloย sulย Clitunnoย e Spoleto.ย ย 

 

arte

Foto di Bernardino Sperandio, Sindaco di Trevi

Garanzie

Lโ€™obiettivo non รจย tuttaviaย quello di ridurre il territorio a museo, ma di metterlo in relazione con il suo retaggio culturale e comunitario,ย ancheย perย preservarloย dai cambiamenti che potrebbero distruggerlo. Non sono infatti cosรฌ lontani gli anni della Prima Guerra Mondiale, quando gli olivi venivano tagliati per supplire allaย mancanza del carboneย nelle fabbriche del Nord; o le terribiliย gelateย del 1929 o del 1956, che portarono ad una significativa contrazione della produzione. Non sono lontani nemmeno gli anni Sessanta, quando la moda vessava lโ€™olio dโ€™oliva in favore di quello di semi, come pure non sono scomparse le difficoltร  aย reperire manodoperaย per ogni raccolta autunnale. Tanto piรน che i dettami stabiliti dallaย Cooperativa di Olivicoltori di Trevi, nata nel 1968 per superare la dimensione familiare, sono molto severi: tutte le olive devono provenire dal territorio in questione, devono essere raccolte a meno e consegnate al frantoio dopo poche ore dalla raccolta, per essere poi molite nel giro di dodici ore per mantenere i giusti livelli di aciditร  e ossidazione.ย ย 
Non cโ€™รจ spazio per lโ€™industrializzazione e la produzione di massa: questa Fascia si mantiene aderente allaย genuinitร ย delle cose antiche nello stesso modo in cui avvolge i versanti collinari, anche quelli piรน aspri. In questo modo anche il visitatore potrร  goderne, magari passeggiando lungo ilย Sentiero degli Oliviย tra Assisi e Spello, o lungoย quelloย di Francesco di cui lโ€™olivo stesso รจ simbolo. Potrร  ricollegareย senza indugio le argentee chiomeย al sapore piccante della bruschetta con lโ€™olio nuovo โ€“lโ€™Oro di Spello[7]ย – che gli si riverserร  in bocca, donandogli la stessa consapevolezzaย e saggezzaย di quegli antichi popoli del Mediterraneo che preservarono la civiltร  donando alla terraย alberi di oliva.

 


[1]G. Hard, Die ยซLandschaftยป der Sprache und die ยซLandschaftยป der Geographen. Semantische und forschunglogische Studien, Bonn Ferd-Dรผmmlers Verlag, 1970, in M. Jakob, Il Paesaggio, Il Mulino, Bologna 2009.โ‡‘
[2]G. Simmel, Philosophie der Lanschaft, in M. Jakob, Il Paesaggio, Il Mulino, Bologna 2009.โ‡‘
[3] M. Jakob, Il Paesaggio, Il Mulino, Bologna 2009.โ‡‘
[4] Ulivo e olio nella storia alimentare dellโ€™Umbria, in www.studiumbri.it โ‡‘
[5] TreviAmbiente > paesaggi da gustare, 2015โ‡‘
[6] Umbria: protezione di unโ€™origine, a cura di D.O.P. Umbria, Consorzio di tutela dellโ€™olio extra vergine di oliva, 2014.โ‡‘
[7]Da www.reterurale.itโ‡‘
[8] Lโ€™Oro di Spello รจ una manifestazione annuale che riunisce la Festa dellโ€™Olivo e la Sagra della Bruschetta.โ‡‘

 


 

L’articolo รจ stato promosso da Sviluppumbria, la Societร  regionale per lo Sviluppo economico dell’Umbria

 


 

 

Per saperne di piรน su Trevi Per saperne di piรน su Spello

Esiste un posto ad Assisi,ย in via Portaย Perliciย numeroย 6,ย appena dentro le mura storiche della cittร  antica, che conserva unโ€™importante memoria storica, significativa per la cittร  e per lโ€™intera regione.ย ย ย 

assisi

La fabbrica

La Fabbrica

รˆย un caldo sabato di luglio quando incontro per la prima voltaย Giampiero Italiani,ย il proprietario di una porzione dellโ€™immobile che appartiene allaย sua famiglia fin dagli anni Cinquanta.ย Siย definisceย subitoย il โ€œcustodeโ€ di questo luogo speciale eย mi racconta conย grandeย coinvolgimento la storia di quelle mura e di quei cortili animati da donne e uomini,ย lavoratori, agliย iniziย dellโ€™Ottocento:ย siamo in quella che era lโ€™anticaย Fabbrica di aghi e spilliย diย Assisi.ย Perchรฉย impiantareย proprio ad Assisiย una fabbricaย di aghi, รจ una domanda che non trova risposta certa,ย รจ un ambito che deve essere ancora indagato e si possono fare solo delle ipotesi, certoย รจ che questa attivitร  manifatturiera ha rappresentatoย una delle prime esperienze di rivoluzione industriale in Umbria, testimoniando i primi tentativi diย suddivisione del processo produttivoย in fasi di lavoro e quindi la costituzione diย una giovane impresa industriale.ย 
La fabbrica assisana perรฒ era speciale anche per altri motivi, infatti potevano essere assuntiย siaย uominiย cheย donne e tutta lโ€™attivitร ย era validataย da unย regolamento scritto affisso in fabbricaย eย rispettato da tutti gli operai.ย Oltre a rappresentare una possibilitร  dโ€™impiego per la popolazioneย della cittร , la fabbrica,ย grazie alย suo lungimirante imprenditore romanoย Nicolaย Bolasco, rappresentavaย un primoย esempio di lavoroย regolamentato con pari opportunitร ย che tutelava le condizioni dei lavoratori, uomini e donne,ย ciascuno con le proprie esigenzeย senza sfruttamento; garantendo un impiegoย dignitose agli operai,ย Bolascoย anticipavaย in qualche modoย gli studi sul diritto del lavoro.ย Loย Stato della Chiesaย รจ in accordoย con il regolamento diย Bolascoย tanto che neย chiedeย la diffusione e lโ€™applicazione in tutte le attivitร  manifatturiere dei territori posseduti.ย 

 

il regolamento

Il regolamento

Il Regolamento

La fabbrica di aghi e spilliย diย Assisi era unaย realtร  allโ€™avanguardia, unโ€™isola felice in unโ€™epoca in cui lo sfruttamento del lavoro era la quotidianitร . Testimonianza scritta ne รจ il regolamento, datato 1ยฐ novembre 1822,ย redatto di propria iniziativa dal proprietario dellโ€™attivitร ย Nicolaย Bolasco.ย รˆย composto da 17ย articoli e la prefazione induce al rispetto degli stessiย non comeย semplice imposizione ma come buona norma da rispettare, in un clima diย partecipazione al lavoroย per il raggiungimento di uno scopo comuneย eย cioรจ una produzione cospicuaย realizzataย in unย ambiente sereno.ย Alcuni articoli rivelano una grande modernitร  e apertura mentale; le ore di lavoroย sonoย stabilite,ย maย lโ€™orario di ingressoย e dโ€™uscita puรฒย variare in base ad alcuneย esigenzeย dettate dal periodo dellโ€™anno, dalle ore di luce, dal freddo.ย รˆ inoltreย possibile portare del lavoro da svolgere a casa nel rispettoย degli articoli del regolamento edย รจ consentitoย a tutti, previa autorizzazione, visitare la fabbrica e vedere da vicino le lavorazioni. Tuttoย รจย reso pubblicoย e trasparente.ย 
La fabbrica di Assisi sorgeva nei territori dello Stato Pontificio per cuiย da regolamento รจย fondamentale dimostrare unaย ferrea integritร  morale,ย soprattutto perchรฉย si tratta diย lavoratori diย entrambi i sessiย eย pertantoย Bolascoย definisce altre regole da rispettare a tale proposito: lโ€™ingresso dei dipendenti uominiย risultaย sfalsatoย di qualche minuto rispetto a quello delle donne, gli accessi in fabbricaย sonoย separati, le mansioni diversificate eย da svolgersiย in saleย distinte, infineย per nessun motivoย รจ consentitoย lโ€™accesso di un uomo nelle sale delle donne e viceversa.ย 
Sopra adย ogni regola perรฒย cโ€™รจย questa:ย tutti i dipendenti, per essere assunti,ย devonoย portare una lettera diย presentazioneย scritta dal proprio parroco,ย denominataย Certificatoย diย Moralitร ,ย una sorta di lettera di referenzeย attestanteย lโ€™integritร  e la buona condotta di vita del futuro lavoratore della fabbrica!ย 

Lo stato attuale

Oggi dellโ€™antica fabbrica non rimane molto di visibile allโ€™occhio profano. Grazieย perรฒย alla preziosa guida che ho avuto il privilegio di conoscere, riesco a leggere alcuni segni dellโ€™architetturaย che mi fanno immaginare come poteva essere la fabbricaย durante il suo periodo di attivitร .ย Giร  osservando ilย grande portoneย dโ€™ingresso, in ferro, che chiudeva il cortile principale separandolo dal selciato,ย si puรฒ osservare un particolare, un segno che stimola una riflessione. Unย simbolo, probabilmente unย logoย –ย una punta con due riccioli, immagineย che si discosta da molti altri simboli presenti allโ€™interno della cittร -ย comeย riferimento allโ€™attivitร  della fabbrica.ย 
Entrando nel grande cortile,ย Giampieroย Italianiย mi illustraย il fabbricatoย costruito in muratura tradizionale conย pietra dโ€™Assisiย –ย che ospitava lโ€™attivitร  manifatturiera e che oraย inveceย ospita da decenni abitazioni privateย –ย i portoni dโ€™ingresso e ilย luogo dove era situata laย vecchia scalinataย che portava al piano superiore,ย dove oggi sorge unย grande terrazzo. Mi porta a visitare una delle stanze principali, forse una delle piรน grandi, una salaย a volteย in pietraย e mattoniย che conserva ancora un aspetto antico,ย e poi ilย bel cortile sul retroย dove probabilmente si praticavanoย attivitร  collaterali legate alla manifattura. Unaย delleย piรน quotateย poteva essere, in periodi ben precisi, laย tosaturaย delleย greggiย che arrivavano dalla montagna accedendo da Portaย Perliciย e questo potrebbe anche spiegare laย collocazioneย strategicaย della fabbricaย allโ€™interno del tessuto cittadino.ย Attualmente questo cortile immerso nel verdeย in cui crescono rigogliosi cespugli,ย alberi da fruttoย e arbusti di rose profumate รจ conosciuto dalla popolazione assisana comeย orto degli aghi.ย 
La salaย a volteย e lโ€™orto sono, da circa due anni, messe a disposizione da Giampieroย Italianiย per attivitร  culturali con temi attinenti a quella che era la realtร  della fabbrica,ย ma di grande attualitร :ย dalย diritto alย lavoroย alย lavoro femminile fino ad arrivareย allโ€™emancipazioneย della donna,ย trovando gradimentoย tra le associazioni e le istituzioni locali.ย La fabbrica degli aghi del 1820 รจ ora unaย fabbrica di cultura.ย 

 

assisi

Il cortile sul retro

Il futuro

Cโ€™รจ ancora molto da scoprire sulla fabbrica degli aghi:ย ancora molti i temi da indagareย eย moltiย sonoย i quesiti che ancora non trovano risposta; Giampieroย ha riportato alla luce questa realtร  e sta lavorando per convogliare tutta lโ€™attenzione possibile su questo bene culturale.ย รˆย auspicabile che laย curiositร  dei ricercatori,ย unitaย allโ€™interessamento delle istituzioni,ย portino alla luce nuoveย realtร ย che andranno ad arricchireย di nuovi tasselli la storia localeย dellโ€™Ottocento.ย ย 

 

 

Per saperne di piรน su Assisi

Una Giornata per la Custodia del Creato; un Forum dโ€™informazione giornalistica per scovare nuove vie di racconto dello stesso; un percorso, lungo la Via di Francesco, per ricalcare i passi compiuti dal Santo durante il lungo e rigido inverno del 1206. ย Una celebrazione tripartita, quella dal 1 al 3 Settembre, che ha in primo luogo lโ€™aspirazione a diffondere un turismo sostenibile, ma anche il desiderio di tutelare i beni culturali e la bellezza paesaggistica in cui questi, come noi, sono immersi. A porsi come comun denominatore, il Santo di Assisi, patrono dโ€™Italia e degli Ecologisti: chi meglio di Francesco, che aveva vagato in queste terre rapito dalla loro magnificenza e dalla perfezione del Creato, avrebbe potuto costituirsi come simbolo di una rinnovata attenzione allโ€™ambiente?

Il Pellegrinaggio

Eremo di San Piero in Vigneto

Il Pellegrinaggio

Giunto ormai alla sua nona edizione, il pellegrinaggio di 50 km da Assisi a Gubbio si offre come unโ€™occasione per entrare a piรฉ pari nellโ€™atmosfera della succitata celebrazione. Ripercorre, infatti, lโ€™itinerario compiuto da Francesco dopo la sua spoliazione, il gesto di radicale rifiuto degli agi a cui era stato abituato che prelude perรฒ ad una vestizione quanto mai simbolica, non solo perchรฉ il sacco che gli verrร  poi donato diventerร  il simbolo del suo Ordine, ma anche perchรฉ la nuditร  gli permetterร  di indossare lo splendore dellโ€™Eden, emblema di un mondo armonico.
รˆ proprio su questo assunto che prende il via il percorso, articolato non solo sui luoghi realmente visitati dal Santo, ma anche sul valore unico che essi hanno avuto per lโ€™elaborazione degli stilemi della sua dottrina, mutuati sulla bellezza, semplice ed essenziale, del Creato.
Partendo da Assisi, si toccano dapprima la Pieve di San Nicolรฒ e la Chiesa di Santa Maria Assunta; si arriva poi al Castello di Biscina e alla Chiesa di Caprignone, nei pressi della quale il Santo si proclamรฒ, di fronte ai briganti, ยซlโ€™Araldo del Gran Reยป. Dopo essere stato malmenato, Francesco trovรฒ rifugio presso lโ€™Abbazia di Vallingegno, altra tappa del pellegrinaggio di Settembre, a cui si arriva dopo essersi riforniti dโ€™acqua potabile a San Piero in Vigneto, un eremo benedettino dalle fattezze di una fortificazione, cosรฌ come volevano i dettami dellโ€™epoca. A Vallingegno, Francesco venne accolto con riluttanza, al punto da essere ridotto alla stregua di un semplice sguattero; vi tornerร  diverse volte, rendendosi protagonista di episodi che testimoniano il suo grande amore per gli animali.
Senza dubbio, perรฒ, quello piรน famoso riguarda il feroce lupo, la belva che Francesco riuscรฌ ad ammansire nei pressi di Santa Maria della Vittorina, penultima tappa del pellegrinaggio prima della meta. Gubbio si staglia infatti non molto distante, tra gli argentei ulivi, pronta ad accogliere i viandanti nella Chiesa di San Francesco, sulla cui facciata incompiuta si specchia la statua del Santo col lupo, personaggio di primaria importanza nella definizione della santa figura.
Ma se ad Assisi ogni chiesa e ogni angolo rifulge dellโ€™aura di Francesco, รจ a Gubbio che hanno avuto luogo le svolte biografiche piรน significative: รจ qui che Francesco indossa per la prima volta il saio, รจ qui che ritrova lโ€™amico Giacomo Spadalonga, con il quale aveva condiviso la prigionia a Perugia dopo la sconfitta di Collestrada. Ed รจ sempre a Gubbio che il Vescovo concede ai francescani il loro primo cenobio, almeno secondo il proto biografo Tommaso da Celano.

 

Il Forum

Un percorso simile, diretto perรฒ agli esperti della comunicazione, รจ poi la novitร  dellโ€™annuale Forum dellโ€™Informazione Cattolica per la Custodia del Creato. Partendo dal nuovo โ€“ ed emblematico โ€“ Santuario della Spoliazione di Assisi, il forum toccherร  il borgo di Valfabbrica, dove verrร  presentata la nuova Ippovia Slow, tesa a migliorare lโ€™offerta di questa parte di percorso lungo la Via di Francesco. Se infatti numerose donne e uomini, magari accompagnati da fidati amici al guinzaglio, avevano intrapreso tale tracciato sia a piedi sia in bicicletta, la parte dedicata al turismo equestre non era stata abbastanza valorizzata, tanto che sโ€™incontravano spesso scivolosi tratti asfaltati e sparuti punti di ristoro. Da qui lโ€™idea di potenziare lโ€™Ippovia โ€“ secondo un progetto integrato tra i Comuni di Valfabbrica, capofila del progetto, Assisi, Gubbio e Nocera Umbra, sostenuti dalla Regione Umbria e da Sviluppumbria – con maniscalchi, assistenza e punti di ristoro per cavalieri e cavalli: il tratto da Gubbio ad Assisi si porrร  cosรฌ come emblema di un turismo slow, ideale per assaporare la bellezza del paesaggio che ci circonda.
Il Forum, organizzato dallโ€™Associazione Greenaccord Onlus, farร  poi rotta verso Gubbio, dove tra luoghi pregevoli dal punto di vista artistico e spirituale si discuteranno le responsabilitร  della Stampa nella copertura delle notizie durante le fasi successive alle grandi emergenze, in modo da favorire la rinascita delle aree colpite. Nellโ€™ambito di questo articolato dialogo, quei giornalisti che si saranno distinti nella divulgazione e nellโ€™approfondimento delle tematiche ambientali, verranno insigniti dellโ€™onorifico titolo di โ€œSentinella del Creatoโ€.

 

Giornata per la Custodia del Creato

Pellegrini a cavallo

La Giornata Mondiale del Creato

Ognuno di questi percorsi troverร  il proprio epilogo il 3 Settembre, con la solenne celebrazione liturgica per la Giornata del Creato, trasmessa in diretta su Rai Uno. Viaggiatori nella Terra di Dio โ€“ il tema scelto per questa XII edizione โ€“ non รจ altro che il sunto delle due esperienze precedentemente descritte. รˆ il titolo perfetto di una storia di crescita interiore, che si travasa nel rispetto per il mondo circostante; รจ il preludio perfetto per la Giornata Mondiale del Turismo del 27 Settembre, imperniata anchโ€™essa sulle modalitร  adatte ad un turismo sostenibile, al cento per cento.

 


 

L’articolo รจ stato promosso da Sviluppumbria, la Societร  regionale per lo Sviluppo economico dell’Umbria

Lโ€™eremo di Santa Maria delle Carceri ha suscitato e suscita descrizioni suggestive, al limite del lirismo, in scrittori che in epoche passate lo visitarono e in chi oggi si accinge a tracciarne la storia o a suggerirne un percorso guidato.

Un luogo affascinante

Un francescano belga, di cui rimane ignota lโ€™identitร  e che lo visitรฒ allโ€™inizio del Settecento, definisce lโ€™eremo ยซun deserto estremamente consacratoยป[1]. Un secolo piรน tardi il giornalista e scrittore Thomas A. Trollope scrive ยซIl monastero [โ€ฆ] รจ veramente una cosa rara. Una cornice sporgente di roccia, piรน dura e resistente allโ€™azione del tempo dello strato sottostanteยป.[2] Agli inizi del Novecento il poeta Olave M. Potter fotografa cosรฌ il luogo: ยซuna propria ruga sul fianco del Monte Subasio, [โ€ฆ] un piccolo mondo di sogni e di dolci memorieยป.[3] Ancora oggi Enrico Sciamanna non puรฒ resistere dal fare dellโ€™eremo una descrizione poetica: ยซle Carceri sono un occhio bianco nel sempreverde dei lecci del bosco mediomontano del Subasio. Un occhio sempre aperto sul mondo sottostante e verso il cieloยป.[4]

cosa vedere in umbria

Il nome

Eppure il nome di questo luogo di ascesi eremitica sembra contrastare con lโ€™incanto e le suggestioni poetiche suscitate nel visitatore di ogni tempo: Carceri; in realtร  carcer come sinonimo di heremus lo troviamo giร  usato in documenti del XIII secolo a significare la volontaria โ€œcarcerazioneโ€ cercata da san Francesco e dai suoi seguaci, o forse il nome รจ da connettersi agli anfratti eremitici che tanto assomigliano a carceres.[5]

La storia

La storia dellโ€™eremo di Santa Maria delle Carceri ha il suo inizio con la scelta del luogo da parte di San Francesco che individuรฒ le vicine grotte di origine carsica come luogo ideale di mistica ascesi, tanto piรน che vi si trovava un piccolo oratorio che proprio il santo intitolรฒ alla Madonna.[6] Lโ€™ambiente non dovette durare in questo modo a lungo e giร  nella seconda metร  del XIII secolo cominciarono a edificarsi umili costruzioni in prossimitร  delle grotte eremitiche che possono essere individuate nel tratto orizzontale elevato parallelamente alla cappellina dedicata alla Madonna. Da sempre le Carceri rappresentano un luogo fondamentale per la religiositร  francescana.

Il complesso

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La cella

Da un voltone si accede a una suggestiva terrazza di pianta triangolare, detta “Il chiostrino dei frati”, che si affaccia a strapiombo sulla roccia dove รจ costruito il convento delle Carceri, formato da due braccia che si incrociano ad angolo retto. Sopra la porta del convento รจ visibile il monogramma di San Bernardino; allโ€™interno si trovano il refettorio e al piano superiore il dormitorio con le cellette dei frati. Dal chiostro del convento si accede alla cappella di San Bernardino sulla porta della quale รจ visibile unโ€™iscrizione che ricorda il nome dato da san Francesco alla chiesina primitiva. La cappella รจ illuminata da unโ€™unica finestra chiusa da una vetrata francese del XIII secolo, sulla quale รจ raffigurata una Madonna col Bambino, posta qui in epoca recente. Segue la primitiva cappella di Santa Maria delle Carceri scavata nella roccia, sopra lโ€™altare della quale รจ visibile lโ€™affresco raffigurante la Madonna col Bambino e San Francesco, realizzata da Tiberio dโ€™Assisi nel 1506 sopra una Crocifissione duecentesca. Accanto vi รจ il coretto dei frati con gli stalli in legno risalenti al periodo bernardiniano.
Scendendo una ripida scala si arriva alla grotta di San Francesco, ora divisa in due piccoli ambienti: nel primo vi รจ il giaciglio di nuda roccia dove il poverello riposava, nellโ€™altro una piccola cella dove egli si ritirava in meditazione. Usciti allโ€™esterno รจ visibile anche se molto consunto un affresco raffigurante la Predica agli uccelli, mentre nel terreno una lastra con il foro attraverso il quale si intravede il fondo del burrone che si dice aperto dal demonio, che si racconta cacciato dal santo luogo da frate Rufino. Salendo per una breve rampa si raggiunge la cappella della Maddalena, luogo di sepoltura del beato Barnaba Manassei. Nella selva sovrastante si trovano le grotte dei beati Rufino e Masseo. Oltrepassato un ponte รจ visibile la statua bronzea di San Francesco che libera le tortorelle realizzata a fine Ottocento da Vincenzo Rosignoli e da qui si dipana il viale alberato al termine del quale si apre, nella roccia, un teatro utilizzato per le funzioni liturgiche a beneficio dei pellegrini. Scendendo per un ripido viottolo si accede alle grotte eremitiche di frate Leone e dei primi seguaci di san Francesco.[7]


Testi di riferimento
Guida di Assisi e deโ€™ suoi dintorni, Tip. Metastasio, Assisi 1911, pp. 47-49.
M. Gatti, Le Carceri di San Francesco del Subasio, Lions Club di Assisi, Assisi 1969.
P.M. della Porta-E. Genovesi-E. Lunghi, Guida di Assisi. Storia e arte, Minerva, Assisi 1991, pp. 175-178.
E. Lunghi, Santa Maria delle Carceri, in Eremi e romitori tra Umbria e Marche, Cassa di Risparmio di Foligno, Foligno 2003.
E. Sciamanna, Santuari francescani minoritici. I luoghi dellโ€™osservanza in Assisi, Minerva, Assisi 2005, pp. 60-68.
L. Zazzerini, Eremo di Santa Maria delle Carceri, in L. Zazzerini, In ascolto dellโ€™Assoluto. Viaggio tra gli eremi in Umbria, Edimond, Cittร  di Castello 2007, pp. 2-9.


[1] Lโ€™anonimo belga visitรฒ lโ€™eremo tra il 1726 e il 1733 e ne lasciรฒ una memoria manoscritta; il testo relativo รจ riferito da A. Sorbini, Assisi nei libri di viaggio del Sette-Ottocento, Editoriale Umbra โ€“ ISUC, Foligno 1999, p. 46. โ‡‘
[2] T.A. Trollope, A Lenten journey in Umbria and the Marches, London 1862, citato da A. Sorbini, cit., p. 131. โ‡‘
[3] O.M. Potter, A little Pilgrimage of Italy, London 1911, riferito da A. Brilli-S. Neri, Alla ricerca degli eremi francescani fra Toscana, Umbria e Lazio, Le Balze, Montepulciano 2006, pp. 23-24. โ‡‘
[4] E. Sciamanna, Santuari francescani minoritici. I luoghi dellโ€™osservanza in Assisi, Minerva, Assisi 2005, p. 68. โ‡‘
[5] Cfr. M. Sensi, Lโ€™Umbria terra di santi e di santuari, in M. Sensi-M. Tosti-C. Fratini, Santuari nel territorio della Provincia di Perugia, Quattroemme, Perugia 2002, p. 75. โ‡‘
[6] Unโ€™iscrizione quattrocentesca posta sullโ€™arco della porta della chiesetta recita โ€œSancto Francesco puose a q[u]esta chapella el nome di Santa Mariaโ€. Per unโ€™attenta disamina della stratificazione costruttiva delle Carceri si rimanda a M. Gatti, cit., pp. 35-65. โ‡‘
[7] Per una descrizione puntuale delle Carceri si rimanda a P.M. Della Porta-E. Genovesi-E. Lunghi, Guida di Assisi. Storia e arte, Minerva, Assisi 1991, pp. 175-178. โ‡‘

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Se esiste un modo di viaggiare etico e in piena armonia con i luoghi รจ sicuramente in mongolfiera. Peter Kollar รจ un pilota ungherese che ha vissuto per lungo tempo in Nuova Zelanda e da quattro anni si รจ trasferito con la sua attivitร  tra le dolci colline tra Bevagna ed Assisi. Si prende cura dei suoi passeggeri facendo viveve loro un’esperienza unica e totalizzante. Tutto inizia una mattina alle sei, con il bel tempo e i venti moderati. Dalla Cantina Dionigi parte un minibus che conduce alla pista poco distante. L’equipaggio si prepara per l’operazione di gonfiaggio con i ventilatori industriali che producono il vento: si assiste cosรฌ alla rinascita dell’enorme sfera arancione, che sembra svegliarsi insieme al sole.

Il lento fluire del tempo

Alta, gonfia e carica di persone รจ pronta per il decollo. Si accendono i bruciatori e lentamente s’innalza. In quel momento ci si accorge della magia che pervade ogni cosa: tutto intorno รจ silenzio, รจ lentezza. La natura penetra e ingloba l’enorme mongolfiera, le indica la rotta dirigendosi a volte verso Assisi, a volte si scorge il lago Trasimeno, con un cambio repentino di paesaggi e di colori. Sospesi, si sorvolano le ampie distese di grano e poi i gialli girasoli, gli oliveti e i filari d’uva. Un viaggio panoramico che, come in un flashback, riporta alle origini. In quell’ora padroneggia il silenzio, mentre gli sguardi voraci raccolgono tutto ciรฒ che avviene giรน sotto cercando di interpretare ogni dettaglio. รˆ tutto talmente lento che si dimentica il tempo che passa e, mentre si scende sul primo campo non coltivato individuato dal pilota, ti ritrovi protagonista di quel paesaggio.

Una tavola imbandita

Arrivati a terra c’รจ la navetta ad aspettare e si raggiunge la cantina da dove si รจ partiti. L’esperienza continua, non si ferma qui.
Ad attendere, in cantina, una tavola colma di profumi e sapori prelibati provenienti dai prodotti tipici di queste zone e accompagnati da dell’ottimo vino prodotto proprio qui. Ancora negli occhi i paesaggi sorvolati che si riscopre, in quei sapori, tutta la terra appena attraversata. In alcuni casi, soprattutto negli eventi piรน esclusivi, la colazione viene allestita all’aperto, nella vicina chiesetta della Madonna Pia con tovaglie tessute dagli artigiani di Montefalco e le ceramiche di Deruta decorate a mano. La stagione da maggio a settembre ha una gamma di colori cosรฌ ricca che ogni viaggio รจ diverso, la natura regala emozioni ed il viaggiatore si sente parte integrante del paesaggio, fuori dal contemporaneo: quasi come far parte di un antico dipinto.

 

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