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La rosa dei venti è una rappresentazione grafica a forma di stella a 4 o a 8 o a 16 punte, che indica il nome dei venti in base alla loro direzione e provenienza.

 

Gli antichi Greci, così come la Repubblica Marinara di Venezia, la ponevano come riferimento sull’isola di Zante, mentre i Romani la collocavano al centro del Mare Nostrum (Mediterraneo), nell’isola di Creta.
La rosa dei venti viene utilizzata per lo più nel mondo aeronautico, meteorologico e nautico e da tutti quelli che hanno la necessità di sapere la direzione di un vento che potrebbe condizionarne l’attività, sia professionale sia sportiva.

 

Di seguito lo schema tradizionale:

PUNTO CARDINALE DIREZIONE VENTO
Nord Tramontana
Nord-Est 45° Grecale
Est 90° Levante
Sud-Est 135° Scirocco
Sud 180° Ostro o Mezzogiorno
Sud-Ovest 225° Libeccio
Ovest 270° Ponente
Nord-Ovest 315° Maestrale

 

Il lago Trasimeno è da sempre solcato dai pescatori con le loro tipiche barche e viene caratterizzato ancora oggi dall’occupazione-simbolo della pesca. E chi lo frequenta da lungo tempo sa che il nostro antico lago ha i suoi venti. Da sempre i pescatori regolano la loro arte quotidiana, tenendo conto dei venti lacustri che possono mutare frequentemente e repentinamente anche durante la stessa giornata e cambiare le sorti di un’uscita di pesca. Certi tipi di venti condizionano, senza alcun dubbio, la giornata lavorativa, così come l’uscita in acqua dei diportisti e dei velisti.

 

Foto di Cooperativa dei Pescatori

 

Saper riconoscere un vento è quindi fondamentale per coloro che navigano il lago e un esperto pescatore lacustre ci ha confessato come vengono chiamati i venti del Trasimeno dalla sua gente:

    • Traversone per Grecale
    • Bojone per Levante
    • Sirocco per Scirocco
    • Certano per Ostro o Mezzogiorno
    • Bufolese per Libeccio
    • Fagogno per Ponente
    • Aquilone per Maestrale
    • Tramontana per Tramontana
    • Bojoncello per lo Scirocco Levante
    • Siroccale per l’Ostro Scirocco
    • Certanello per l’Ostro Libeccio
    • Pelagajo per il Libeccio Ponente
    • Fagognolo per il Maestro Ponente
    • Traversino per il Maestro Tramontana.

Buon vento a tutti.

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Se esiste un modo di viaggiare etico e in piena armonia con i luoghi è sicuramente in mongolfiera. Peter Kollar è un pilota ungherese che ha vissuto per lungo tempo in Nuova Zelanda e da quattro anni si è trasferito con la sua attività tra le dolci colline tra Bevagna ed Assisi. Si prende cura dei suoi passeggeri facendo viveve loro un’esperienza unica e totalizzante. Tutto inizia una mattina alle sei, con il bel tempo e i venti moderati. Dalla Cantina Dionigi parte un minibus che conduce alla pista poco distante. L’equipaggio si prepara per l’operazione di gonfiaggio con i ventilatori industriali che producono il vento: si assiste così alla rinascita dell’enorme sfera arancione, che sembra svegliarsi insieme al sole.

Il lento fluire del tempo

Alta, gonfia e carica di persone è pronta per il decollo. Si accendono i bruciatori e lentamente s’innalza. In quel momento ci si accorge della magia che pervade ogni cosa: tutto intorno è silenzio, è lentezza. La natura penetra e ingloba l’enorme mongolfiera, le indica la rotta dirigendosi a volte verso Assisi, a volte si scorge il lago Trasimeno, con un cambio repentino di paesaggi e di colori. Sospesi, si sorvolano le ampie distese di grano e poi i gialli girasoli, gli oliveti e i filari d’uva. Un viaggio panoramico che, come in un flashback, riporta alle origini. In quell’ora padroneggia il silenzio, mentre gli sguardi voraci raccolgono tutto ciò che avviene giù sotto cercando di interpretare ogni dettaglio. È tutto talmente lento che si dimentica il tempo che passa e, mentre si scende sul primo campo non coltivato individuato dal pilota, ti ritrovi protagonista di quel paesaggio.

Una tavola imbandita

Arrivati a terra c’è la navetta ad aspettare e si raggiunge la cantina da dove si è partiti. L’esperienza continua, non si ferma qui.
Ad attendere, in cantina, una tavola colma di profumi e sapori prelibati provenienti dai prodotti tipici di queste zone e accompagnati da dell’ottimo vino prodotto proprio qui. Ancora negli occhi i paesaggi sorvolati che si riscopre, in quei sapori, tutta la terra appena attraversata. In alcuni casi, soprattutto negli eventi più esclusivi, la colazione viene allestita all’aperto, nella vicina chiesetta della Madonna Pia con tovaglie tessute dagli artigiani di Montefalco e le ceramiche di Deruta decorate a mano. La stagione da maggio a settembre ha una gamma di colori così ricca che ogni viaggio è diverso, la natura regala emozioni ed il viaggiatore si sente parte integrante del paesaggio, fuori dal contemporaneo: quasi come far parte di un antico dipinto.

 

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