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Un lombardo che vive in Umbria e che racconta la Sicilia del commissario Montalbano: ยซIn Umbria manca solo il mare, ma per me non รจ un problema, tanto posso vivermi quello della Sicilia quando giro la serieยป.

Alberto Sironi

Alberto Sironi รจ stato nostro ospite, e con lui abbiamo fatto una chiacchierata in occasione dellโ€™evento Faโ€™ la cosa giusta, per scoprire tutti i segreti del commissario piรน famoso dโ€™Italia. Il regista dei record – quasi vent’anni dietro la telecamera della serie con in media 10 milioni di telespettatori – si รจ formato alla scuola dโ€™arte drammatica del Piccolo di Milano dove, sotto la guida di Giorgio Strehler, ha cominciato a lavorare come attore in piccole parti teatrali. Negli anni Settanta ha iniziato le collaborazioni con la Rai come sceneggiatore e regista: dopo una sequela di esperienze come regista, alla fine degli anni Novanta รจ arrivato il Commissario Montalbano, tratto dai romanzi scritti da Andrea Camilleri.

Ora lei vive in Umbria: qual รจ il suo rapporto con questa regione?

Ho sposato unโ€™umbra e ora vivo qui. Inizialmente gli umbri sono un poโ€™ chiusi – questo va detto – perรฒ quando poi entri in confidenza con loro si dimostrano persone cordiali. Mi piacerebbe molto raccontare una storia ambientata in questo territorio.

La sua carriera รจ iniziata in teatro con Giorgio Strehler: quanto le รจ servita questa scuola per far poi televisione?

Nei sei anni che sono stato con Strehler, al Piccolo di Milano, ho imparato una ginnastica che mi ha facilitato il lavoro in televisione; inoltre prediligo attori che hanno fatto teatro, per me รจ piรน facile lavorare con loro.

Ci sveli un segreto: cosโ€™รจ che funziona di questa serie?

Questo successo prosegue nel tempo perchรฉ il pubblico ama i racconti di Andrea Camilleri. Andrea racconta i personaggi, descrive gli ambienti, narra un tipo di mondo ambientato oggi, ma che in realtร  รจ figlio del suo mondo di tanti anni fa. I racconti cosรฌ diventano in qualche modo storici. Abbiamo tolto le automobili: nei nostri film per le strade non cโ€™รจ nessuno, sono deserte. Il commissario Montalbano ha una vettura che era vecchia fin da quando รจ uscito il primo film. Abbiamo creato una sorta di mondo magico per assecondare il modo di narrare di Camilleri. Questo รจ quello che ama il pubblico. Unโ€™altra cosa che apprezza molto รจ la voglia di vivere bene del Commissario. Gli italiani vogliono mangiare bene, amano le donne e hanno bisogno dei loro amici. Il pubblico, quando aspetta lโ€™uscita di un film di Montalbano, รจ come se aspettasse d’incontrare un amico, uno di loro.

Il regista Sironi con la giornalista Agnese Priorelli

Secondo lei il successo della serie trascina la letteratura o รจ il contrario? ย 

Questo รจ difficile da stabilire. Sicuramente noi abbiamo aiutato a vendere di piรน rispetto a una normale editoria, perรฒ il personaggio di Montalbano era giร  abbastanza popolare. Camilleri ha cominciato a scrivere nel 1997, noi abbiamo cominciato a girare un paio di anni dopo. Sono certamente due modi diversi, cโ€™รจ chi ama il genere letterario chi il film, quindi non si puรฒ stabilire.

Montalbano viene trasmesso in oltre venti paesi nel mondo: si aspettava tutto questo?

Quando abbiamo cominciato nessuno poteva immaginare il successo che Montalbano avrebbe avuto in Italia e nel mondo. Oggi noi giriamo in 4K, un sistema tecnicamente evoluto, ma fino a qualche anno fa – per mia scelta – giravamo in 35 millimetri: questo ci ha permesso di avere un prodotto perfetto, con piรน definizione e profonditร  di campo. In questo modo abbiamo conquistato il mercato statunitense e non solo.

Ha mai pensato di lasciare la serie?

Fare Montalbano mi piace ancora, non credo perรฒ che durerร  piรน di tanto, forse ancora due o tre anni.

Ci vuol raccontare qualche curiositร  del dietro le quinte?

La prima che mi viene in mente รจ stata quando arrivรฒ Belen Rodriguez per girare lโ€™episodio in cui era protagonista. Cโ€™era gente ovunque ad aspettarla: quindi abbiamo deciso di farla arrivare sul set con un giorno di ritardo dal previsto e a bordo di unโ€™ambulanza.

Montalbano sposerร  mai Livia?

No, non la sposerร  mai. (ride)

Il pubblico arrivato per Alberto Sironi

Da regista, come racconterebbe lโ€™Umbria?

Lโ€™Umbria dovrebbe uscire dal solito clichรฉ dei borghi medioevali. Mi piacerebbe raccontare una storia che vada oltre, ambientata in un altro periodo storico. Questa regione ha molto da dire. Mi basterebbe avere un buon copione.

Per finire: cosa vuol dire per lei Fare la cosa giusta?

Lavorare sempre con impegno.

I depositi di un museo sono luoghi che nellโ€™immaginario collettivo prendono spesso la forma di polverosi magazzini pieni di opere meravigliose, a volte sottratte alla vista del pubblico. Alcune di esse vengono esposte in sostituzione di altre temporaneamente in prestito o in restauro, altre aspettano ancora la visita di studiosi o conoscitori che possano studiarle e meglio valorizzarle, altre infine, pur pregevoli e talvolta bellissime, portano su di sรฉ troppe offese del tempo perchรฉ possano essere esposte al pubblico.

Giovanni Baronzio. Imago Pietatis. Terzo quarto del XIV secolo

 

La Galleria Nazionale dellโ€™Umbria di Perugia completa il suo programma di celebrazioni per i suoi primi cento anni di vita conย una mostra visibile fino al 6 Gennaio 2019 dal titolo: Lโ€™altra Galleria. Opere dei depositi, che porta alla luce proprio le opere meno conosciute. La mostra offre al visitatore lโ€™opportunitร  di scoprire opere inedite tra le bellezze pittoriche del Duecento fino alla metร  del Cinquecento.

Tecniche allโ€™avanguardia

Le opere sono state dapprima oggetto di indagini diagnostiche e interventi conservativi, grazie a unโ€™รฉquipe di specialisti di restauro del territorio umbro e toscano che hanno usato sistemi innovativi di pittura e metodologie conservative allโ€™avanguardia. Nuove attribuzioni, nuove datazioni e scoperte sulla provenienza: la tecnica e i vecchi restauri hanno consentito di precisare la carta dโ€™identitร  di ciascun manufatto e di poterne valutare al meglio le qualitร .
Cesare Brandi diceva: ยซIl restauro costituisce il momento metodologico del riconoscimento dellโ€™opera nella sua consistenza fisica e nella duplice polaritร  estetico-storica, in vista della sua trasmissione al futuroยป.

 

Madonna in trono con il Bambino tra i santi Giovanni Battista e Benedetto. Eusebio da San Giorgio. 1506-1508

La scoperta

Sono cosรฌ riemersi colori sgargianti nascosti da spessi depositi di sporco e da pesanti strati di vernice ingiallita, come nel Crocifisso e Santa Maria Maddalena di ambito folignate, nella Madonna con il Bambino, San Girolamo e Santโ€™Antonio da Padova di Matteo di Giovanni o nel Dio Padre e Angeli di Mariano di Ser Austerio. Policromie inedite sono affiorate da tavole fortemente danneggiate a causa di puliture eseguite con sostanze aggressive; sono stati inoltre scoperti dettagli di intensa suggestione, come le stimmate sulle zampe dellโ€™Agnello Mistico o la preghiera della Vergine incisa dallโ€™autore della Santa Caterina.

 

Le beate margherita da Cittร  di Castello, Margherita d’Ungheria, angnese da Montepulciano. Ludovico di Angelo mattioli. Inizio del XVI secolo

Il percorso

Lโ€™altra Galleria si configura pertanto come un ampliamento del percorso museale della galleria perugina, nella quale troviamo nomi giร  conosciuti – come Giovanni Boccati, Bartolomeo Caporali e Perugino – assieme a figure che invece fanno ritorno dopo molto tempo nel circuito espositivo, o vi fanno la loro prima comparsa, come il Maestro dei Dossali di Subiaco, Melozzi da Forlรฌ, Meo da Siena, Allegretto Nuzi, Rossellino di Jacopo Franchi, Eusebio da San Giorgio, Berto di Giovanni, Domenico Alfani e Dono Doni.
Nel percorso espositivo sono visibili anche alcuni affreschi staccati dal monastero di Santa Giuliana in origine presenti nel coro, nel refettorio e nellโ€™aula capitolare della chiesa stessa. Da questi ambienti proviene lโ€™affresco con la rara raffigurazione di San Galgano.
La mostra offre al visitatore unโ€™occasione unica e speciale per ammirare una raffinata selezione di tavole di autori appartenenti allโ€™epoca dโ€™oro della scuola umbra.

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