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Vivaio รจ un progetto artistico immerso nella natura del territorio di Greccio in provincia di Rieti, di proprietร  dello scultore Temistocle Astorri che da molti anni sta trasformando il suo terreno in unโ€™area dedicata alle arti per diventare un luogo dโ€™incontro e dialogo.

Lโ€™artista sta modellando il paesaggio naturale armonizzandosi con lโ€™ambiente della dolce pianura reatina, ha restaurato una vasca di raccolta delle acque, modellato con sinuosi muretti le terrazze ornate da oasi di cespugli curati, riunito in zone distinte gli alberi da frutto e piante da orto con zolle rialzate che emergono come isole. Sono elementi concatenati in un percorso, in cui sculture in legno e ferro trovano lโ€™ambientazione ideale. Accanto vi รจ un magazzino dove lโ€™artista ha conservato pietre, metalli, legni pronti per nuove realizzazioni. Negli ultimi anni, condividendo lโ€™esperienza creativa con lโ€™artista Andrea Deangelis (Negro) sono nate opere a quattro mani, che si sono misurate con lo spazio, dando luogo ad unโ€™idea espositiva di arte contemporanea in continuo movimento, denominata Vivaio che diverrร  un evento artistico multidisciplinare, aperto al pubblico per alcuni giorni, che avrร  cadenza annuale.

 

 

La prima edizione conterrร  la forma e gli elementi del suo carattere, proponendosi quale momento di conoscenza, incontro e condivisione per diventare un piccolo festival delle arti di ogni espressione e linguaggio, chiamando artisti che possano lasciare un segno durevole del loro passaggio. La condivisione, alla base di questo progetto dโ€™arte, รจ il principale obbiettivo dello scultore Temistocle Astorri, che vuole fare gli onori di casa invitando altri colleghi artisti ad immaginare un segno creativo che sia integrato perfettamente nellโ€™ambiente.

Le opere dโ€™arte installate allโ€™aperto, sโ€™inseriranno in uno scenario naturale e rurale, instaurando un dialogo interessante e reciproco. Vivaio รจ il terreno dove coltivare nuove idee dโ€™arte, per diventare un punto di raccordo e di inclusione per le diverse realtร  che operano nel territorio umbro e laziale. Vivaioย vuole creare un dialogo che recuperi il ruolo di centralitร  della natura, oggi quanto mai di fondamentale importanza.

Il progetto si avvale di un gruppo di lavoro che ha scelto gli artisti, pensato per essere arricchito e ampliato da contributi critici piรน vari e operatori culturali di piรน ambiti artistici.

A cura di: Temistocle Astorri, Isabella Cruciani, Andrea Deangelis, Graziano Marini, Antonella Pesola, Franco Profili.

Artisti:

Anelo 1997, Temistocle Astorri, Diletta Boni, Estelle Casali, Giorgio Crisafi, Alessandro Deflorio, Desiderio, Marino Ficola, Luca Leandri, Paolo Massei, Graziano Marini, Saverio Mercati, Negro, Angela Palmarelli, Alessandro Persi, Attilio Quintili, Rosita Rossi, Roberto Sportellini, Elisabeth Tronhjem, Xavier Vantaggi, Samuele Vesuvio, Paul Wiedmer.

 


Inaugurazione: sabato 9 settembre 2023 dalle 17.00 alle 24.00

Durata e orari:

domenica 10, sabato 16 e domenica 17 settembre 2023 dalle 10.00 alle 19.00

Sede:

Via del Vivaio, 3 Limiti di Greccio (Rieti)

Per informazioni:

Temistocle Astorri: 3497931897

vivaiogiardinodartista@gmail.com

ยซCome sempre sto lavorando alla pittura ma anche a dei progetti paralleli, forse รจ piรน esatto dire intrecciati, in cui le riflessioni sullo spazio, sul tempo, sulla natura della visione vengono assunte anche attraverso le istallazioni, la scultura, la scritturaยป.

Fog olio e bitume su tela

Danilo Fiorucci รจ nato a Perugia dove vive e lavora. Si รจ diplomato allโ€™Accademia di Belle Arti Pietro Vannucci di Perugia con i docenti Nuvolo, Antonio Gatto, Bruno Corร  e Aldo Iori. Nel 1989 ha fondato lโ€™Associazione Arti Visive Trebisonda insieme a Moreno Barboni, Lucilla Ragni e Robert Lang. Intraprende poi unโ€™intensa attivitร  espositiva e organizzativa con mostre in Italia, Germania, Stati Uniti e Israele tra cui ricordiamo: Premio del Golfo 2006 Biennale Europea Arti Visive Camec La Spezia; XV Quadriennale di Roma Palazzo delle Esposizioni; Stemperando Biennale di pittura su carta Biblioteca Nazionale di Roma e Padiglione Italia Biennale di Venezia, Sala Nervi, Torino. Oggi collabora alla realizzazione di numerose esposizioni curate dallโ€™Associazione Trebisonda presso lโ€™omonimo centro per lโ€™arte contemporanea.

I suoi dipinti sono evanescenti ed eterei, dalle pennellate fluide e veloci. Qual รจ stata la spinta che lโ€™ha avvicinata al mondo dellโ€™arte?

รˆ difficile rintracciare un momento preciso. Non c’รจ dubbio che la mia infanzia – e credo valga per tutti – era pervasa da questa capacitร  di costruire mondi, attribuire alle cose una propria vita, una inesauribile spinta generatrice; poi c’รจ stato lโ€™incontro con il colore, il segno, la forma. Da questa condizione iniziale รจ scaturita una curiositร  inesauribile nei confronti dellโ€™arte, un assorbimento continuo dโ€™immagini, di storia, di pensiero; successivamente la formazione e lโ€™incontro con compagni sodali con cui scambiare e confrontarsi.

Nelle sue opere รจ spesso presente il colore nero, il bitume corposo degli sfondi che guida costantemente lo sguardo nella profonditร , in cui la luce รจ la forza generatrice. Ci racconta come nascono le sue opere?

La mia pratica nella pittura, fiume sotterraneo e continuo, si muove da un’originaria necessitร  di evidenziare la profonditร  dello sguardo. I primi lavori apparentemente monocromi erano ottenuti da un susseguirsi di velature per produrre addensamenti e punti di luce; una visione in immersione, ho cercato di essere dentro la pittura e non di fronte superando il modello prospettico. Questa modalitร  รจ andata avanti per anni, lo scarto รจ avvenuto ribaltando il processo, partendo quindi da una oscuritร  abissale (progetto cosmico) per rintracciare la luce originaria. Tecnicamente il lavoro procede sempre per velature e sovrapposizioni che producono non solo spazio ma temporalitร .

 

Lo spazio assente

Se posso chiederlo, a cosa sta lavorando in questo periodo?

Come sempre sto lavorando alla pittura ma anche a dei progetti paralleli, forse รจ piรน esatto dire intrecciati, in cui le riflessioni sullo spazio, sul tempo, sulla natura della visione vengono assunte anche attraverso le istallazioni, la scultura, la scrittura. Sto sviluppando per esempio un progetto, Lo Spazio assente, che ragiona sul vuoto, sulla centralitร  di questa tematica nellโ€™arte contemporanea. Credo di aver aperto il vaso di Pandora tali e tante sono le direzioni percorribiliโ€ฆ

Vorrei concludere chiedendole di lasciarci con una parola su cui meditare, che per lei rappresenti il connubio tra la sua arte e lโ€™Umbria.

Se tra queste colline intermedie tra Toscana, Umbria e Marche รจ nato il Rinascimento credo che la parola giusta sia armonia.

Guardiamo e ammiriamo, attraverso alcuni dipinti famosi, i diversi tipi di matrimonio o eventi storici legati a esso partendo dalla “Proposta” di Frank Stone.

La proposta di matrimonio di Frank Stone

Frank Stone (1800-1859) รจ stato un pittore inglese autodidatta. Uno dei suoi maggiori successi fu The Proposal (La proposta di matrimonio), un olio su tela di 88 x 113 cm. Guardando attentamente il dipinto, possiamo notare molti particolari rappresentanti la vita e i valori dell’epoca. La scena รจ tipica di un interno vittoriano e puรฒ essere interpretata in due modi. Da una parte rappresenta una semplice relazione romantica dove l’uomo ha appena consegnato una rosa alla donna, due bambine che stanno leggendo e una cameriera che porta del tรจ con una fetta di torta (verosimilmente il pudding).

La proposta di matrimonio di Frank Stone

Dall’altra l’interpretazione รจ piรน suggestiva; la donna al centro รจ una madre rimasta vedova con le sue due figlie mentre l’uomo รจ un corteggiatore che si offre di sposarla. Piuttosto che una cameriera l’altra donna รจ la madre della vedova che spera nella loro unione.
Come si puรฒ ben notare l’uomo, elegante e raffinato, si protende verso l’amata per poi poterla accogliere nel suo amore. Il cane (simbolo di fedeltร ) posto accanto a lui rafforza ancor di piรน la serietร  della sua proposta. La ragazza impersona la modestia e la serenitร , si sente sicura nel suo spazio mentre sta cucendo. La sua posizione, il suo sguardo e la vicinanza con l’uomo non lasciano spazio ad altri spunti interpretativi: accetterร  la proposta di matrimonio.

 

Le nozze rosse dei Baglioni

Le nozze rosse dei Baglioni

Con Nozze rosse dei Baglioni si indica una congiura familiare ordita tra il 14 e il 15 luglio 1500 per eliminare dal potere i Signori di Perugia Astorre, Guido e Rodolfo Baglioni. La congiura รจ ricordata come la piรน crudele e violenta di tutto il Rinascimento. Il 28 giugno del 1500 si celebrรฒ il matrimonio tra Astorre (figlio del patriarca Guido Baglioni) e Lavinia Orsini Colonna. L’evento si festeggiรฒ con grande sfarzo per dodici giorni nella piazza principale di Perugia; vestiti sontuosi, gioielli ostentati, arredi, banchetti e canti coinvolsero tutta la cittร .
Il cugino dello sposo, Carlo Oddo Baglioni detto il Barciglia, mosso da una insaziabile sete di potere organizzรฒ una congiura per prendere il potere in cittร  eliminando i familiari. Il Barciglia, avido per gloria e invidioso dei suoi parenti potenti, ottenne la complicitร  del ventiquattrenne Grifonetto Baglioni, di Filippo Baglioni e di Girolamo della Penna. A loro si aggiunsero altri personaggi poco raccomandabili e privi di incarichi ma spavaldi e ambiziosi e decisi.
La notte torrida tra il 14 e il 15 luglio le residenze Baglioni furono attaccate e i Signori di Perugia assassinati. Compiuta la strage i congiurati si presentarono alla cittร  come i liberatori della tirannia, ma il popolo, inorridito, non li sostenne.
Gian Paolo Baglioni, sopravvissuto alla strage, con le proprie milizie costrinse i cospiratori alla fuga, ma non tutti ci riuscirono. Grifonetto Baglioni fu catturato e ucciso. La mamma di Grifonetto, Atalanta Baglioni, e la moglie Zenobia, lacerate dal dolore si gettarono sul suo corpo.
Atalanta, mamma di Grifonetto, commissionรฒ successivamente a Raffaello Sanzio un’opera da mettere nella chiesa di famiglia per ricordare il figlio. รˆย cosรฌ che nacque la Deposizione di Raffaello (1507) detta anche Pala Baglioni. Osservando il dipinto di Raffaello possiamo notare distintamente le espressioni di Atalanta (la Madonna) e di Zenobia moglie di Grifonetto (Maria Maddalena) che sembrano riprodurre quell’istante in cui morรฌ il loro congiunto. Il giovane che sostiene le gambe del Cristo รจ Grifonetto caratterizzato da un’espressione assente come se fosse estraneo al contesto. Il suo sguardo รจ perso nel vuoto. Al centro il Cristo morto sembra rappresentare il potere conteso da Roma e dai Baglioni.

 

Il matrimonio mistico di Pistoia di Kristian Zahrtmann

Il matrimonio mistico di Pistoia di Kristian Zahrtmann

Kristian Zahrtmann (1843-1917) รจ stato il pittore danese che ha realizzato, tra il 1893 e il 1894, l’opera denominata Il matrimonio mistico di Pistoia. Il pittore danese giunse in Italia negli anni Ottanta dell’Ottocento e visitรฒ piรน volte Pistoia, dove rimase fortemente suggestionato dalla bellezza della chiesa di San Pier Maggiore (oggi sconsacrata) tanto da sceglierla come ambientazione di un dipinto di genere storico. A Pistoia venne a conoscenza di una antica cerimonia che per secoli si svolgeva sul sagrato della Chiesa ogni volta che il neo nominato vescovo entrava per la prima volta in cittร . Si trattava di un matrimonio misticoย dove il vescovo di fronte a tutta la cittร  prendeva in sposa la badessa, del monastero benedettino di San Pier Maggiore, che simboleggiava la Chiesa pistoiese con la quale il vescovo si andava a legare in maniera indissolubile.
Nel quadro si fondono colori in maniera entusiasmante, e giochi di luce come quelli sulla facciata della Chiesa sono molto realistici. Da notare la presenza di persone completamente disinteressate all’evento, come spesso accade nelle grandi e lunghe cerimonie.
La scena che viene rappresentata รจ davvero grandiosa e caratterizzata da una folla composta e composita. Nella parte centrale troviamo sulla destra in ginocchio i monaci e sulla sinistra le monache. Membri dell’aristocrazia cittadina sparsi ovunque. In primo piano a destra un gruppo di belle ragazze e a sinistra ragazzi con abiti alla moda. Quello con i capelli lunghi rossi sembra molto interessato alla ragazza vestita di chiaro sulla destra. Al centro, in mezzo alla folla, sta il vescovo seduto sotto un baldacchino e ai suoi piedi, genuflessa, una giovane badessa. All’inizio della scalinata tappezzata di rosso e di spalle il celebrante la cerimonia. Quello che colpisce sono i vestiti eleganti, i tessuti lavorati e colorati, la luce e il gioco di prospettiva. รˆ veramente un bel dipinto. Forse le proporzioni sono alterate, come l’immensa facciata della Chiesa, ma probabilmente era proprio quello che voleva Zahrtmann, e cioรจ farla assomigliare a una cattedrale.

 

Il matrimonio contadino di Pieter Bruegel

Il matrimonio contadino di Pieter Bruegel

Il Matrimonio Contadino, meglio conosciuto come Banchetto Nuziale รจ un olio su tavola di 114 x 164 cm.ย รˆ opera del pittore olandese Pieter Bruegel il Vecchio e risale 1568. Pieter Bruegel ha come tema fondamentale nei suoi dipinti la realtร  contadina ritratta in episodi quotidiani. L’uomo di Bruegel รจ goffo e vizioso e quindi non ha niente d’ideale, anzi deformazioni fisiche e morali vengono riprodotte con occhio lucido e sovente sotto forma di caricatura.
Dentro un granaio si sta svolgendo il pranzo di una coppia di contadini appena sposati. La sposa รจ quella davanti al telo verde con aria un po’ assente, lo sposo come tradizione deve servire ai tavoli e lo troviamo sulla sinistra che versa della birra in una brocca per poi portarla ai tavoli. Come si puรฒ notare c’รจ molta gente in uno spazio abbastanza ristretto, ma la capacitร  pittorica del Bruegel ci mostra dettagli significativi per ogni personaggio. In primo piano una bambina con un ampio cappello rosso sta leccando qualcosa dal suo piatto e due camerieri portano un grande vassoio di legno con sopra le pietanze, con il vicino commensale seduto che prende e le smista. Un suonatore di zampogna sembra chiedersi se ci sarร  cibo anche per lui. Da notare che tutti indossano il cappello o la pezzola in caso di donna.

 

Il matrimonio combinato di William Hogarth

William Hogarth (Londra 1697- Londra 1764) รจ stato un pittore satirico del periodo Rococรฒ e Barocco. La serie di sei quadri denominata Marriage A la Mode raffigura ironicamente la societร  inglese del 1700 mettendo alla berlina i risultati disastrosi di un matrimonio d’interesse. Il ciclo Marriage A la Mode ruota intorno a un matrimonio combinato tra il figlio di un fallito Conte e la figlia di un mercante di cittร , che non esita ad agire per i suoi interessi di ascesa sociale. Nel primo quadro della serie, The Marriage Settlement (olio su tela di 69 x 89 cm), si notano molti elementi significativi. Attraverso la finestra si vede la costruzione della nuova dimora del Conte, interrotta probabilmente per mancanza di denaro; sulla destra il nobile affetto da gotta mostra al suo ospite l’albero genealogico di cui va fiero; il mercante esamina minuziosamente il contratto matrimoniale alla ricerca di qualche cavillo; fra il nobile e il mercante un usuraio negozia il prestito per la ripresa dei lavori; sulla sinistra i due giovani sembrano indifferenti a quello che succede. Il figlio del Conte si guarda allo specchio disinteressandosi alle faccende che lo riguardano, mentre la figlia del mercante viene consolata dall’avvocato che ha preparato il contratto di questo matrimonio combinato.

 

Ius primae noctis

Ius primae noctis

Un iniziale inconveniente del matrimonio poteva essere lo Ius primae noctis. Questa locuzione latina che indica il diritto della prima notte รจ probabilmente un luogo comune che riguarda il Medioevo, anche se forse qualcosa di vero c’รจ. In quel periodo storico – ma anche molto dopo – i signori feudali esercitavano oppure no il diritto di trascorrere con le mogli dei loro sudditi la prima notte di matrimonio?
Che fosse una pratica comune e in qualche modo accettata o sopportata non ci credo proprio, anche se probabilmente qualche abuso a danno delle spose c’รจ stato. Comunque, non esistono fonti che dimostrino l’esistenza di un simile diritto, anche se il filosofo scozzese Hector Boece riporta un decreto del re secondo cui ยซil signore delle terre puรฒ disporre della verginitร  di tutte le ragazze che vi abitanoยป. Comunque siano andate le cose dello ius primae noctis ne รจ piena la letteratura e anche la pittura con gli esempi di Jules Arsene Garnier e Vasilij Polenov dove viene rappresentata una giovane sposa portata dalla famiglia in casa del signore per passarvi la notte di nozze. Da notare in entrambi i dipinti lo sguardo rassegnato delle povere ragazze e la superbia dei signori che signori non lo erano affatto.

Il divorzio

Non di rado il matrimonio finisce con il divorzio. La pratica di tollerare l’infedeltร  non ha piรน ragione di esistere. In Italia la legge sul divorzio ha pochi decenni e nel resto d’Europa da sempre nobili e regnanti hanno trovato il modo per liberarsi di un coniuge scomodo.
Il caso forse piรน eclatante della storia in tema di divorzio riguarda il re inglese Enrico VIII (1491-1547) che spinto dal suo bisogno dinastico di un figlio maschio si sposรฒ sei volte. Enrico venne incoronato all’etร  di 18 anni e iniziรฒ a sposarsi subito e nel giro di trentasette anni lo rifece per altre cinque volte. La prima moglie fu Caterina d’Aragona dalla quale ebbe una figlia conosciuta poi come Maria la Sanguinaria o Bloody Mary. Il matrimonio durรฒ fino a quando arrivรฒ a corte una nuova damigella d’onore, Anna Bolena. Enrico VIII perse la testa per questa ragazza tanto da chiedere al Papa Clemente VII di annullare il suo matrimonio con Caterina. Il Papa rifiutรฒ e cosรฌ Enrico si nominรฒ capo della Chiesa anglicana, fece annullare il matrimonio dall’arcivescovo di Canterbury e sposรฒ Anna.
Quando nacque la figlia Elisabetta, il re, che voleva ostinatamente un figlio maschio, si era giร  stancato di lei. Accusata di adulterio, Anna fu decapitata. Jane Seymour fu la terza moglie che riuscรฌ finalmente a dargli quel figlio maschio tanto desiderato. La quarta moglie, Anna di Cleves, fu sposata per motivi politici, mentre la quinta Catherine Howard era la nipote del piรน importante esponente papista in Inghilterra. L’ultima moglie fu Caterina Parr, ultima perchรฉ questa volta fu lui a morire.

 

Le mogli di Enrico VIII

 

Concludo con una frase poetica di William Shakespeare: ยซAmore non รจ amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l’altro s’allontana. Oh no! Amore รจ un faro sempre fisso che sovrasta la tempesta e non vacilla mai; รจ la stella che guida di ogni barca, il cui valore รจ sconosciuto, benchรฉ nota la distanza. Amore non รจ soggetto al Tempo, pur se rosee labbra e gote dovran cadere sotto la sua curva lama; Amore non muta in poche ore o settimane, ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio; se questo รจ un errore e mi sarร  provato, io non ho mai scritto e nessuno ha mai amatoยป.

La brava e attiva artista Linda Lucidi ha organizzato la scorsa estate, con il supporto dell’Associazione AISTEL, un’estemporanea di pittura a Sellano dal titolo Tesori nascosti della Val Vigi: borghi, monti e sorgenti, celebrando cosรฌ questo territorio ricco d’acqua e boschi, ancora incontaminato, che ospita fascinosi borghi da visitare.

 

La Val Vigi รจ la culla del fiume Vigi e ha le sue sorgenti tra i declivi del Monte Pizzuto, nel maceratese; i suoi 22 chilometri di lunghezza, prima di gettarsi nel fiume Nera, sono percorsi prevalentemente nel Comune di Sellano. Il fiume corre rapido tra i meandri della valle montana e incontra la bellezza naturalistica dei luoghi ricchi di fiori spontanei ed erbe aromatiche, di ginepri, ontani, lecci e faggi. Anche la fauna selvatica come lepri, volpi, lupi, aquile, tassi, martore e gufi ha trovato un habitat pressochรฉ inviolato dal tempo e dalle offese del consueto bipede demolitore.
Nella Val Vigi si possono ammirare molte attrazioni sia naturali sia costruite, come le Cascate delle Rote, il laghetto artificiale dalle acque chiare e limpide, il fiume Vigi e il suo mulino, Sellano, Cerreto di Spoleto, Montesanto, Chiese, opere d’arte e borghi disseminati sul territorio, oltre alla fauna e alla flora dei luoghi e a molte altre particolaritร . Una valle incontaminata che evoca emozioni e suggestioni naturalistiche, una raritร .

 

Sellano, tra acqua e agricoltura

Il borgo di Sellano si trova su un colle a 640 metri s.l.m. ed รจ una cittadina nei cui dintorni si possono ritrovare numerose sorgenti e falde acquifere: alcune di queste vengono utilizzate per l’imbottigliamento delle loro preziose e ricercate acque. Di origini romane, il suo territorio รจ stato inserito, in alto Medioevo, nel Ducato longobardo di Spoleto e, dopo circa due secoli di indipendenza, รจ tornato sotto il controllo spoletino; in ultimo assurge, nel XIX secolo, a Comune del neo costituito Stato Italiano.
La ricchezza del territorio sellanese da sempre รจ stata rappresentata dall’abbondanza di acqua e dai prodotti dell’agricoltura, selvicoltura e pastorizia, cosรฌ come dai legumi, i tartufi e i formaggi che prevalgono, nei generi, per caratteristiche e qualitร .

Lโ€™estemporanea di pittura

In questo bellissimo contesto paesaggistico e naturistico si รจ tenuta l’estemporanea di pittura coordinata dall’artista Linda Lucidi, che ci ha detto: ยซIl tema individuato sui tesori della Val Vigi รจ per dare un tributo pittorico a questi luoghi magici; un tributo che nasce da un senso creativo e innato per il bello e per il suggestivo paesaggio storico e naturale della zona, a cui io sono ovviamente molto affezionataยป. L’estemporanea รจ diventata una valida cartolina artistica per la promozione del territorio e a favore di un turismo ecologico e sostenibile.
I pittori intervenuti si sono portati supporto, materiale per l’esecuzione, sedia e tanta creativitร , la quale รจ stata poi imprigionata cromaticamente sulle tele, ciascuna poggiata saldamente sul proprio cavalletto. Gli artisti hanno dipinto tra le vie del paese sotto occhi curiosi che, in un silenzio suggeritore, avrebbero voluto vedere le singole opere terminate il prima possibile. Una giuria popolare ne avrebbe poi decretato la classifica. Ha vinto Valter Sensini; a seguire, Giovanna Gubbiotti e ha chiuso il podio l’organizzatrice Linda Lucidi.
Non con meno soddisfazione hanno partecipato, bellamente e con tecniche diverse, Patrizia Latini, Lella Simonetti, Susana Graciela Rastelli e Marina Sereda.
Le opere sono state esposte in serata con modalitร  di vendita, nei pressi degli stand alla Sagra della Fojata di Villamagina. La Fojata, una sfoglia di pasta salata farcita con verdure e formaggio, รจ un altro dei tesori della zona, assolutamente da assaggiare e gustare in questo meraviglioso ambiente naturale.
I bravi pittori che hanno partecipato e dipinto con gioia, hanno visto la loro felicitร  accresciuta in modo cospicuo, dopo aver apprezzato le molteplici bontร  culinarie proposte come tipicitร  dei luoghi.
Vale la pena venire nella Val Vigi, splendido paesaggio ispiratore per un bel dipinto o per un prelibato e delizioso sfizio per il palato…

45 artisti, provenienti da 9 nazioni di 4 continenti, hanno esposto le loro opere, pittoriche e scultoree, in un’accattivante manifestazione eterogenea per forme, tecniche, espressivitร  e colori e soprattutto densa di messaggi legati all’ambiente, al rispetto, alla tolleranza, al sociale e all’antropologia.

Un’imponente scalinata e un elegante ingresso impreziosiscono il prestigioso edificio del XVII secolo – circondato da una bellissima lecceta, da un oliveto e da un curato giardino all’italiana – che ha accolto il 25 ottobre 1930 il fastoso ricevimento di nozze – voluto dal Re d’Italia Vittorio Emanuele III – della Principessa Giovanna di Savoia e Boris III di Bulgaria.
All’interno della proprietร , attualmente in capo alla Provincia di Perugia, si trova un piccolo oratorio dedicato a San Fedele, il nome da cui deriva Fidelia, la denominazione con la quale viene identificato il maestoso edificio e le sue pertinenze.
Ci troviamo nei pressi di Spello, all’interno del complesso di Villa Fidelia, dove si gode di un incantevole panorama sulla Valle umbra e sui Monti Martani. Nelle stesse sale che hanno ospitato il matrimonio reale e che richiamano alla mente il romantico periodo dei secoli scorsi, sono state accolte ed esposte le opere di 45 artisti venuti dall’Europa, Asia, Africa e America.

 

Erika Borghesi, Francesco Minelli, Gabriella B. Klein e Andrea Baffoni

 

L’associazione culturale La Casa degli Artisti di Perugia, con il suo presidente Francesco Minelli e la sua vice nonchรฉ coniuge Carla Medici, รจ riuscita in modo competente a convogliare nella mostra internazionale d’arte contemporanea – denominata Stati d’Arte – pittori e scultori provenienti dall’Italia e dall’Estero, che si sono potuti esprimere su tema libero e mostrare le loro opere nello storico e incantevole palazzo barocco.
Francesco Minelli ha manifestato, con sincero ed emozionato orgoglio, il suo pensiero: ยซQuesto evento, che ho organizzato insieme a mia moglie Carla e che senza il suo prezioso e imprescindibile aiuto non sarebbe stato possibile realizzare, mi ha dato gioie e forti sensazioni. รˆ stata una bella sfida, che abbiamo vinto attraverso tanti sacrifici, ma che ci ha regalato stupende emozioni e ripagato dell’impegno profuso. Ho colto, sia negli artisti sia nei visitatori, l’apprezzamento e la condivisione dei messaggi attuali e cosmopoliti che sono insiti nelle singole opere e nella cornice dell’evento. Un immenso grazie a tuttiยป.
Il curatore della mostra รจ il critico d’arte Andrea Baffoni, di comprovata e certa capacitร , che ha dichiarato: ยซStati d’Arte si apre alla diversitร , spalancando le porte ad artisti provenienti da diversi Paesi del mondo. Un modo per ampliare le proprie conoscenze e arricchirsi grazie al contatto con realtร  creative inedite e stimolantiยป.

Arte dal mondo

Visitando la mostra, che รจ stata aperta fino al 1 settembre 2019, il visitatore ha avuto modo di scoprire e apprezzare le diverse bellezze ed espressioni artistiche che provengono da 9 Nazioni, rappresentate da Laura Alunni, Sergio Angelella, Simone Anticaglia, Alessia Biscarini, Maria Botticelli, Francesco Carretta, Stefano Chiacchella, Stefania Chiaraluce, Pietro Crocchioni, Fabrizio Fabbroni, Giuseppe Latella, Ariedo Lorenzone, Koffi M. Dossou, Carla Medici, Simon Mgogo, Leonardo Orsini, Carla Pistola, Ferruccio Ramadori, Mario Sciarra, Mauro Tippolotti, Delgado Jorge, Yalain, Maikel, Kender, Laila El Farissi, Youssef El Kharchoufi, Zineb Lahlali, Houda Mouaddah, G&K Lusikova, Marina Sereda, Valery Sirovsky, Arnaldo Gargez, Livia Ramons, Shuhei Matsuyama, Shoko Okumara, Ewa Maria Romaniak, Gao Liwei, Wu Sifan, Marussia Kalimerova, Tania Kalimerova, Paolo Ballerani, Giulio Valerio Cerbella, Kim Hee Jin, Alessandro Nani Marcucci Pinoli, Leonardo Nobili, Florindo Rilli. Ad arricchire il giร  fertile programma dell’evento, sono state messe in calendario diverse performance.
In apertura della manifestazione, abbiamo apprezzato le prestazioni artistiche live di Leonardo Nobili, che si รจ avvalso della bellissima modella Elena Danilova per la sua opera vivente Crisalide, in cui la ragazza, sdraiata e in monokini, era avvolta da una pellicola alimentare trasparente, in una cianotica e preoccupante immobilitร  (al termine dell’evento รจ apparsa sorridente e in forma) e di Giulio Valerio Cerbella, sapiente scultore del legno che ha giocato con il fuoco in una combustione artistica della sua opera lignea, From the Light.

 

Giulio Valerio Cerbella

Esibizioni e accessibilitร 

Nei giorni a seguire sono state poste in atto, accanto alla mostra, un’interessante iniziativa editoriale del dinamico Jean Luc Bertoni e una perfomance musicale di Seby Mangiameli ed esibizioni di live body painting di Karina Y Muzio e Alessia Biscarini, rispettivamente il 10 agosto e il 17 agosto. Gabriella B. Klein, ha parlato per conto di M.U.S.A.E. ovvero Musei, Uso Sociale e Accessibilitร  come contrasto allโ€™Emarginazione e ci ha ricordato le motivazioni del progetto: ยซM.U.S.A.E. ha come finalitร  la costruzione di percorsi attivi per le persone con disabilitร , al fine di un maggiore benessere della comunitร  tramite lโ€™accessibilitร  e la fruibilitร , ancora oggi carente, degli spazi pubblici e, in particolare, di quelli dedicati ai patrimoni storico-artistici e culturali in Umbria. Stiamo facendo delle cose insieme alla Casa degli Artisti di Minelli e Medici: un progetto facilitatore per chi ha difficoltร  visive tramite la ceramica e la pitturaยป. La Regione Umbria, la Provincia di Perugia, il Comune di Spello e l’Accademia delle Belle Arti di Perugia, hanno patrocinato l’evento spellano.
Erika Borghesi, in rappresentanza della Provincia di Perugia, ha commentato: ยซQuesta รจ la seconda edizione della mostra, che ha un respiro internazionale, e per l’Umbria รจ un’efficace promozione del territorio. Infatti, Villa Fidelia, da molti anni di proprietร  della Provincia, potrร  essere apprezzata dai visitatori per il suo patrimonio culturale e la beltร  dei suoi giardiniยป.

 

Istallazione “Crisalide” dell’artista Leonardo Nobili

 

Il sindaco di Spello, Moreno Landrini, nei suoi saluti ha ringraziato l’organizzatore dell’evento, La Casa degli Artisti, che ha contribuito a portare ulteriore interesse alla zona. Ha ribadito la vicinanza dell’Amministrazione comunale a questa iniziativa che dร , tramite l’impulso artistico, un’occasione ai visitatori di stimare le tante bellezze storiche e culturali presenti sul territorio.
L’inaugurazione della mostra ha riscontrato un grande successo di pubblico, che ha manifestato entusiasmo nella colorita e appagante cornice della splendida villa seicentesca.
Ben prima del matrimonio reale tra Giovanna e Boris, Villa Fidelia era stata costruita su un’area dedicata alle terme e ai templi romani, di cui rimangono oggi delle note ben visibili e dei muri perimetrali di terrazzamento. Qui, al tempo, fu ritrovata una statua di Venere, che per la sua bellezza ha anticipato questi luoghi e gli antichi Romani ne sono stati i testimoni.
Stati d’Arte nasce sotto i venerabili presupposti romani: senso estetico, pura bellezza artistica e internazionalizzazione e, con le opere dei 45 artisti invitati, ne ricalca il senso e l’armonia pacificatoria dell’animo.

La Fondazione CariPerugia Arte presenta “Unforgettable Umbria. Lโ€™arte al centro fra vocazione e committenza”, un percorso tra le opere del secondo Novecento per scoprire i grandi artisti che hanno scelto di vivere e lavorare in Umbria.

Alberto Burri. Nero. 1955

 

La mostra, curata da Alessandra Migliorati, Paolo Nardon e Stefania Petrillo, sarร  ospitata fino al 3 novembre 2019 nelle meravigliose sale di Palazzo Baldeschi in Corso Vannucci. Lโ€™Umbria รจ una regione nella quale molti artisti hanno trovato la dimensione ideale per la loro ricerca, riconoscendosi intrinsecamente nei luoghi e cogliendone la profonda identitร .
Lโ€™Umbria nella seconda metร  del XX secolo, fu un vero crocevia; condizione che portรฒ allโ€™incontro e allo scontro tra i vari artisti che qui transitarono. Emerse cosรฌ un mosaico molto ricco e multiforme di personalitร .
Lโ€™Umbria fu indimenticabile per chi nacque in questa regione, come Burri e Leoncillo, ma fu indimenticabile anche per chi, anche solo per poco tempo, รจ transitato nel cuore verde dโ€™Italia; รจ ancora oggi indimenticabile per tutti coloro che questa ereditร  sono chiamati oggi a tutelare, valorizzare e conservare.
Attratti dalle verdeggianti colline di Todi sono stati Alighiero Boetti e Piero Dorazio. Nel 1993 questโ€™ultimo scrisse: ยซTodi (โ€ฆ) รจ una cittร  bellissima e niente affatto provinciale; la campagna e la cultura rurale che la circondano ne fanno un sito ideale per chi esercita una professione creativaยป.

 

Yves Klein, Ex-Voto

In giro per la mostra

La mostra si apre nella Sala dei Quattro Elementi, nella quale Burri e Leoncillo incontrano il francese Yves Klein e lโ€™americano William Congdon. Klein visitรฒ almeno cinque volte il santuario di Santa Rita a Cascia, lasciandoci un preziosissimo ex-voto, mentre Congdon si fermรฒ ad Assisi per quasi venti anni. La materia lacera di Burri e la creta di Leoncillo si contrappongono alla dimensione immateriale dellโ€™arte di Klein e Congdon.
Nella Sala della Veritร , sotto la volta affrescata con la figura allegorica di una donna che tiene nella mano destra un sole, affiancata da un putto che regge una fiamma, si possono ammirare le opere di Dessรฌ e Tirelli.

 

Sol LeWitt, Struttura per esterno, 1995

 

Percorrendo le sale del palazzo, รจ possibile osservare anche le creazioni di Giuseppe Uncini e Sol LeWitt, artisti che condivisero, in tempi diversi, la scelta di risiedere nella quiete delle campagne umbre.
Infine, sotto lโ€™affresco di Mariano Piervittori, databile nel 1856, sono esposte alcune opere che rivisitano il mito e lโ€™antico. Il mito รจ talmente necessario che molti artisti, oltre a riprendere le figure piรน significative, tendono a crearne di nuove. In essa infatti possiamo ammirare i capolavori di Ceccobelli e Di Stasio.
Lโ€™arte al centro fra vocazione e committenza รจ dunque una preziosa occasione per scoprire la storia dellโ€™arte contemporanea del secondo Novecento, capillarmente diffusa nella regione e in continuo dialogo sia con il tessuto urbano sia con il verdeggiante paesaggio umbro.

 

Alexander Calder. Mobile. 1958

 


Per maggiori informazioni.

Nei vari centri di cultura che emergono in Italia e in particolar modo in Umbria, la produzione tessile sostiene un ruolo non secondario nellโ€™esprimere il gusto, lโ€™idea di bellezza e i valori di unโ€™epoca. Il settore tessile รจ una forma di artigianato fortemente radicata nella realtร  economico-sociale umbra.

Arte popolare

Il fascino di questa regione si scopre anche attraverso questa gloriosa arte popolare, che si traduce nella produzione tra il Trecento e il Quattrocento delle famose Tovaglie Perugine, realizzate in tela di lino bianco. I cosiddetti pannili alla peroscina furono apprezzati e commercializzati in tutta Europa dal Medioevo al Rinascimento. Nel centro storico di Perugia, ancora si trova lo storico laboratorio di tessitura a mano di Giuditta Brozzetti. รˆ uno degli ultimi laboratori di tessitura d’Italia dove vengono usati esclusivamente telai originali.

Oltre a Perugia un punto di riferimento interessante รจ a Cittร  di Castello dove, nelle splendide sale di Palazzo Tommasini, si trova il laboratorio Tela Umbra, nato come istituzione a carattere benefico per opera della baronessa Alice Franchetti Hallgarten al fine di tutelare la conservazione di questa antica arte. 

Madonna della Misericordia

Tecniche e ricami

In Umbria le lavorazioni su tessuto vengono riprodotte anche da pittori locali e forestieri nelle splendide pale dโ€™altare e gonfaloni, attraverso una varietร  di forme e di tecniche; i tessuti cosรฌ sottolineano la bellezza quasi irreale di Madonne coperte da ampi mantelli interamente dipinti, ma che sembrano ricamati sulla tela. Nel Quattrocento e sempre di piรน nel secolo seguente, molte officine tessili si dotano della presenza di artisti, di maestri sempre piรน imprenditori e di forestieri che portano nuove tecniche e fanno conoscere nuovi ricami: gli artisti quindi si appoggiano anche alle botteghe dei ricamatori, che godono di una considerazione non inferiore a quella dei pittori.

Le vesti cosรฌ raffigurate nelle varie opere presenti nel territorio umbro sono grandiose. I tessuti che vengono maggiormente dipinti sono velluti, damaschi, lampassi e broccati, simboli di grande preziositร . Accanto alla lavorazione dei tessuti anche quella dei ricami, raffigurati a punti tagliati o sfilati, รจ di grande prestigio. Nei pittori le vesti dei personaggi sono ricche di fascino ed eleganza e lโ€™abito diventa parte integrante della figura. Il disegno รจ costruito con una magnifica e solenne concezione di equilibrio: i decori floreali nelle vesti della Vergine si fanno sempre piรน importanti, ricordando i tralci di acanto, di memoria classica, che si snodano lungo un percorso sontuoso. Il vestito dipinto sul personaggio lo completa: รจ lo spirito della sua eleganza e lโ€™espressione della sua raffinatezza.

Madonna del Belvedere di Ottaviano Nelli

Abito, specchio di unโ€™epoca

Osservando il modificarsi della foggia dellโ€™abito e dei tessuti, รจ possibile intuire lโ€™alternarsi nelle opere dโ€™arte, di epoche e di stili. Di particolare importanza, per la ricchezza delle vesti, รจ la Madonna del Belvedere (1413), capolavoro del piรน celebre pittore eugubino Ottaviano Nelli. Lโ€™abito segue con delicatezza la linea del corpo, mentre le ampie maniche testimoniano lโ€™estro del tempo: non solo le vesti sono impreziosite in oro, ma con la stessa tecnica sono stati riprodotti anche gli abiti degli angeli musicanti. Lโ€™indumento fondamentale nel Quattrocento era infatti la gamurra: un abito lungo fino ai piedi, chiuso da bottoni o da stringhe laterali, piรน o meno ricco a seconda della classe sociale.

Beato Angelico di Polittico Guidalotti

Non solo la Vergine ha ampi e preziosi vestiti, ma nella pala di gusto tardogotico (1420-1430) di Antonio Alberti, conservata nella Pinacoteca di Cittร  di Castello, anche San Benedetto e San Bartolomeo rispettivamente a destra e a sinistra della Vergine, hanno abiti molto ricercati con decorazioni floreali in oro. San Nicola invece, del Polittico Guidalotti (1437), opera celebre di Giovanni da Fiesole, noto come Beato Angelico, รจ assorto nella lettura. Nelle sue vesti, lโ€™oro non รจ un elemento sovrapposto, ma รจ tessuto insieme alla tela. Il broccato prezioso del piviale รจ indagato con unโ€™ottica fiamminga della luce che scorre tra le pieghe e crea motivi a losanghe, segmenti e riflessi di luce. Lo stesso trattamento รจ usato per la veste bianca e rossa che fuoriesce decisa dal piviale. Percepiamo la morbidezza e il fruscio della seta che si adatta in mille pieghe rese vive dalla luce.

Madonna dell’Orchestra di Giovanni Boccati

Allโ€™interno di un hortus conclusus, inveceรจ dipinta in modo monumentale la Madonna dellโ€™Orchestra (1448-1458) di Giovanni Boccati. Quello che piรน colpisce รจ il vestito della Vergine in broccato azzurro scuro con motivi floreali in oro. Una tipologia di Madonna molto rappresentata in Umbria รจ la Madonna della Misericordia, cioรจ la Vergine che accoglie i fedeli sotto il proprio manto. La bellissima Vergine di un seguace di Niccolรฒ di Liberatore (seconda metร  XV sec.), oggi conservata nel Museo Civico di Trevi, indossa un abito rosso amaranto decorato con ornamenti floreali sulla tonalitร  del rosso, un sontuoso mantello grigio olivastro, anche esso decorato, le scende sulle spalle. Molto simile รจ unโ€™altra Madonna della Misericordia (1482) di Bartolomeo Caporali, conservata nel Museo Comunale di Montone: una tunica stretta in vita in oro con fiori dalle sfumature rosse e rosa รจ la protagonista di tutta la scena. Infine degne di essere ricordate, per la preziositร  delle loro stoffe dipinte sono la Madonna in trono e Santi (1462) di Matteo da Gualdo, oggi conservata nel Museo Comunale di Gualdo Tadino e la Madonna del Soccorso (fine XV sec.) di Francesco Melanzio, nel Museo Comunale di S. Francesco a Montefalco, da poco restaurata, la pala รจ tornata a comunicare quei valori di bellezza per i quali era stata commissionata.

Madonna in trono e Santi di Matteo da Gualdo

Infine belle donne elegantemente vestite, sono raffigurate nei piatti da pompa, tipici della ceramica derutese: le dame ricordano, per delicatezza dei tratti e per fisionomia, la tipologia di Vergine dipinta dal Pinturicchio. Una di esse, conservata nel Museo Civico della Ceramica di Deruta (XVI sec.), รจ raffigurata con un vestito azzurro e oro. A Deruta anche Santa Caterina dโ€™Alessandria, di epoca piรน recente alle nobildonne precedenti, รจ vestita con un lungo e raffinato abito con una decorazione in blu e arancio. La Santa, protettrice dei ceramisti derutesi, fa da cornice allโ€™antica arte di tessuti, merletti e decorazioni, non ricamati sulla stoffa ma bensรฌ dipinti sulla tela, nelle opere dโ€™arte umbre.

Madonna del Soccorso di Francesco Melanzio

I depositi di un museo sono luoghi che nellโ€™immaginario collettivo prendono spesso la forma di polverosi magazzini pieni di opere meravigliose, a volte sottratte alla vista del pubblico. Alcune di esse vengono esposte in sostituzione di altre temporaneamente in prestito o in restauro, altre aspettano ancora la visita di studiosi o conoscitori che possano studiarle e meglio valorizzarle, altre infine, pur pregevoli e talvolta bellissime, portano su di sรฉ troppe offese del tempo perchรฉ possano essere esposte al pubblico.

Giovanni Baronzio. Imago Pietatis. Terzo quarto del XIV secolo

 

La Galleria Nazionale dellโ€™Umbria di Perugia completa il suo programma di celebrazioni per i suoi primi cento anni di vita conย una mostra visibile fino al 6 Gennaio 2019 dal titolo: Lโ€™altra Galleria. Opere dei depositi, che porta alla luce proprio le opere meno conosciute. La mostra offre al visitatore lโ€™opportunitร  di scoprire opere inedite tra le bellezze pittoriche del Duecento fino alla metร  del Cinquecento.

Tecniche allโ€™avanguardia

Le opere sono state dapprima oggetto di indagini diagnostiche e interventi conservativi, grazie a unโ€™รฉquipe di specialisti di restauro del territorio umbro e toscano che hanno usato sistemi innovativi di pittura e metodologie conservative allโ€™avanguardia. Nuove attribuzioni, nuove datazioni e scoperte sulla provenienza: la tecnica e i vecchi restauri hanno consentito di precisare la carta dโ€™identitร  di ciascun manufatto e di poterne valutare al meglio le qualitร .
Cesare Brandi diceva: ยซIl restauro costituisce il momento metodologico del riconoscimento dellโ€™opera nella sua consistenza fisica e nella duplice polaritร  estetico-storica, in vista della sua trasmissione al futuroยป.

 

Madonna in trono con il Bambino tra i santi Giovanni Battista e Benedetto. Eusebio da San Giorgio. 1506-1508

La scoperta

Sono cosรฌ riemersi colori sgargianti nascosti da spessi depositi di sporco e da pesanti strati di vernice ingiallita, come nel Crocifisso e Santa Maria Maddalena di ambito folignate, nella Madonna con il Bambino, San Girolamo e Santโ€™Antonio da Padova di Matteo di Giovanni o nel Dio Padre e Angeli di Mariano di Ser Austerio. Policromie inedite sono affiorate da tavole fortemente danneggiate a causa di puliture eseguite con sostanze aggressive; sono stati inoltre scoperti dettagli di intensa suggestione, come le stimmate sulle zampe dellโ€™Agnello Mistico o la preghiera della Vergine incisa dallโ€™autore della Santa Caterina.

 

Le beate margherita da Cittร  di Castello, Margherita d’Ungheria, angnese da Montepulciano. Ludovico di Angelo mattioli. Inizio del XVI secolo

Il percorso

Lโ€™altra Galleria si configura pertanto come un ampliamento del percorso museale della galleria perugina, nella quale troviamo nomi giร  conosciuti – come Giovanni Boccati, Bartolomeo Caporali e Perugino – assieme a figure che invece fanno ritorno dopo molto tempo nel circuito espositivo, o vi fanno la loro prima comparsa, come il Maestro dei Dossali di Subiaco, Melozzi da Forlรฌ, Meo da Siena, Allegretto Nuzi, Rossellino di Jacopo Franchi, Eusebio da San Giorgio, Berto di Giovanni, Domenico Alfani e Dono Doni.
Nel percorso espositivo sono visibili anche alcuni affreschi staccati dal monastero di Santa Giuliana in origine presenti nel coro, nel refettorio e nellโ€™aula capitolare della chiesa stessa. Da questi ambienti proviene lโ€™affresco con la rara raffigurazione di San Galgano.
La mostra offre al visitatore unโ€™occasione unica e speciale per ammirare una raffinata selezione di tavole di autori appartenenti allโ€™epoca dโ€™oro della scuola umbra.

A cinquantโ€™anni esatti dalla scomparsa dellโ€™artista, Perugia torna a parlare di una grande donna: Emma Dessau Goitein, che visse gli ultimi anni della sua vita proprio lรฌ, nella cittร  diย Perugino e Pinturicchio, nella cittร  che conserva tuttโ€™oggi alcune sue opere nelย Museo dellโ€™Accademia di Perugia e nella Collezione regionale dellโ€™Umbria,ย dove si trova anche una via a lei dedicata.

La palla d’oro, 1932. Olio su tela 164,8×231 cm. Perugia, Ente Santa Croce. Scuola d’Infanzia Santa Croce. Casa dei bambini Maria Montessori

 

Per lโ€™anniversario della sua morte, lโ€™Accademia di Belle Arti Pietro Vannucci e il Comune di Perugia hanno voluto realizzare insieme una mostra per presentare una ricca ed eterogenea selezione di opere, provenienti da importanti collezioni pubbliche e private; lโ€™Accademia stessa ne conserva dieci.

Il percorso artistico e biografico

Allestita sotto forma di due percorsi, uno allโ€™Accademia di Belle Arti, lโ€™altro al Museo civico di Palazzo della Penna, e visibile fino al 9 settembre, la mostra, a cura di Fedora Boco, Maria Luisa Martella e Gabriella Steindler Moscati, abbraccia un arco cronologico molto ampio: dalla formazione tardo ottocentesca agli ultimi lavori degli anni quaranta del Novecento. Le opere esposte rivelano lโ€™articolato percorso artistico e biografico dellโ€™autrice, fortemente inserita nella scena internazionale e nelle vicende storiche e culturali del suo tempo.
Emma infatti nasce a Karlsruhe nel 1877 da una famiglia ebraica osservante. Fin da bambina รจ cosciente della propria vocazione artistica, infatti intraprende studi riservati allโ€™epoca solo agli uomini e si interessa di politica. Emma rimane orfana di padre a soli sei anni e lโ€™educazione tutta al femminile, impartita dalla madre, riesce a conciliare il rispetto per la tradizione con la modernitร ; dunque influenza e condiziona fortemente lโ€™artista che intraprende un iter formativo importante ed internazionale.
Nel 1901 si trasferisce in Italia, prima a Bologna e poi a Perugia, per amore di Bernardo Dessau. Questa unione, consapevolmente scelta a dispetto della tradizione ebraica che prevedeva matrimoni combinati, non ostacola Emma nel suo percorso dโ€™artista.

 

Foto di famiglia

Una quotidianitร  mai banale

La famiglia, anzi, รจ una delle maggiori fonti dโ€™ispirazione della pittrice che, osservando i volti dei propri cari, riesce a riprodurne non solo lโ€™immagine, ma anche lโ€™anima. I soggetti prediletti infatti sono i volti del marito Bernardo, assorto e concentrato, dei figli Fanny e Gabor, raffigurati nelle varie fasi della loro vita – oltre a quelli di altri famigliari come lโ€™amato fratello Ernst – squarciando cosรฌ il velo di una quotidianitร  mai banale. Un altro soggetto ampiamente rappresentato dallโ€™artista รจ il paesaggio; in essi Emma si affida alla fresca impressione plein air, con il colore steso quasi a macchia. Ritrae spesso le ampie vedute delle alture di Monteluce, dove viveva e dipingeva e i luoghi che ospitavano le sue vacanze, mantenendo sempre una visione realistica della grandezza della natura.

I disegni e le xilografie

La sezione grafica invece รจ ospitata presso lโ€™Accademia di Belle Arti e comprende disegni e xilografie che attraversano lโ€™intera produzione artistica dellโ€™autrice. La xilografia รจ sicuramente lโ€™arte in cui Emma elabora il mondo religioso e culturale da cui proviene, rappresentando soggetti biblici e affrontando anche tematiche attuali.
ยซCon questa mostraยป ha evidenziato lโ€™assessore alla cultura Severini, ยซprosegue il ciclo sugli artisti che animarono Perugia con la loro arte nel secolo scorso, testimoni di un fervore artistico che la caratterizzรฒ incisivamente. Emma, in accordo con le piรน aggiornate tendenze artistiche europee, produsse dipinti e incisioni di una intensitร  struggenteยป.

 

Autoritratto, 1935. Olio su tela, 64×49,5 cm. MAMbo-Museo d’Arte Moderna di Bologna

Sabato 8 Aprile 2017, presso lo Spazio Arte Valcasana (Scheggino – PG), nellโ€™ambito della manifestazione Diamante Nero, รจ stata inaugurata la mostra dโ€™arte internazionale CromoNero, con la presentazione del Sindaco di Scheggino Paola Agabiti e del curatore Graziano Marini.

mostra scheggino

Gli artisti coinvolti

La mostra รจ stata organizzata con il contributo, oltre a quello di Graziano Marini, di Pino Bonanno e Franco Profili. Il periodo della mostra sarร  dallโ€™8 Aprile al 1 Maggio 2017. Trentacinque sono stati gli artisti coinvolti nellโ€™evento: Afro, Valentina Angeli, Enrico Antonielli, Chiara Armellini, Gianni Asdrubali, Romeo Battisti, Pino Bonanno, Sestilio Burattini, Tommaso Cascella, Bruno Ceccobelli, Piero Dorazio, Marino Ficola, Giuseppe Friscia, Benvenuto Gattolin, Giuliano Giuliani, Eugรจne Ionesco, Davide Leoni, Annamaria Malaguti, Graziano Marini, Arianna Matta, Saverio Mercati, Kristina Milakovic, Gianluca Murasecchi, Franco Profili, Giosuรจ Quadrini, Virginia Ryan, Raffaele Ricci, Roberto Ruta, Antonio Sammartano, Pino Spagnulo, Giulio Turcato, Xavier Vantaggi, Emilio Vedova, Franco Venanti, Paul Wiedmer.

Il nero del Diamante

Lโ€™evento CromoNero รจ concomitante con la tradizionale festa del Diamante Nero, ovvero la festa del tartufo nero, prodotto tipico del territorio apprezzato in tutto il mondo. La decisione di realizzare tale progetto espositivo ha presupposto una particolare sensibilitร  a far sรฌ che il Nero fosse sentito come riferimento importante per ogni azione creativa dโ€™arte visiva, sia essa espressa attraverso la pittura, sia attraverso la scultura.
Si รจ consapevoli che, quando ci si esprime con il colore, si evocano sempre sensazioni, emozioni e ricordi; Jung sosteneva che esso porta in sรฉ un significato piรน ampio, inconscio, che non รจ semplice da definire o spiegare completamente. Quando la mente ne esplora il significato suscita idee che vanno oltre la razionalitร . Infatti scrisse: ยซIl nero รจ il colore delle origini, degli inizi, degli occultamenti nella loro fase germinale, precedente lโ€™esplosione luminosa della nascitaยป.

Il colore del mistero

Nellโ€™arte, il bianco e il nero sono colori-non colori, per molti versi sopportati, altre volte ossessivamente analizzati. Hanno la capacitร  di contenere tra loro lโ€™intero universo, come il senso dellโ€™infinito. Sono gli eccessi di uno stesso mondo.
Sappiamo che, soprattutto il nero, corrisponde alla schematizzazione cromatica delle prime domande che lโ€™uomo si รจ posto, in quanto assorbe, non respinge, attrae.
รˆย il colore del mistero. Non si sa quali risposte contenga e nasconda, ed รจ questa la grande sfida che attira e coinvolge gli artisti, presi come sono a cercare lโ€™altro da sรฉ, lโ€™oltre inesplorato, lโ€™evocazione di ogni orizzonte che sfugge e allontana il tempo.

Lโ€™artista sa bene che il seme per germogliare deve essere sepolto nella terra, nellโ€™oscuritร , ma sa anche che il messaggio che ciย trasmette contiene elementi di vitalitร  e inquietudini ancestrali. Il tartufo nero, nella sua conformazione strutturale, rappresenta bene questo senso di fragile inconsistenza dellโ€™esistenza. La sua asperitร  e la sua โ€œfragranzaโ€ interna si contrastano, ma si accolgono per rappresentarci completamente il senso ultimo della vita. Perchรฉ, come nella favola di Eros e Psiche di Apuleio, lโ€™amoreย prospera al buio e il nero costituisce lโ€™elemento piรน adatto a rappresentarlo se si sanno cogliere le varie sfumature che esso comporta, conferendo un senso del sacrificio, tenacia, pessimismo, abnegazione e risolutezza nel perseguire le proprie emozioni.

ยซIl nero mi ossessionaยป

Mirรฒ diceva: ยซIl nero mi ossessiona, non esiste altro colore con cosรฌ tante qualitร  e sfumature, รจ il paradiso della pittura, รจ lโ€™inizio e la fineยป, mentre Van Gogh sosteneva che il nero va considerato come la piรน luminosa combinazione dei piรน scuri rossi, azzurri e gialli. Ovvero racchiude una concentrazione infinita di colori caldi e per questo va โ€œvissutoโ€ come se fosse un alito che ci alimenta con tutta la sua carica di misteriose attribuzioni.
Lโ€™artista, rabdomante risoluto, รจ sempre alle prese con la sostanza che questo colore comporta, vi cerca lo spirito interno, lo percuote, lo interroga incessantemente fino a sentire le sue voci piรน soffocate e, con lโ€™abilitร  adeguata del minatore, ne coglie tutta la raffinata valenza cromatica. Dopo averlo bene esplorato, lo affida alla visione dei piรน curiosi e attenti visitatori dellโ€™animo umano, i quali sapranno leggervi messaggi chiaramente espressi, ma anche tutte le fratture, le derive, gli enigmi che racchiude.

Un colore ancestrale

Ogni artista partecipante a CromoNero ha sempre avuto, ed ha, una particolare sensibilitร  e attenzione verso il Nero, cogliendo in esso la sostanza piรน profonda delle proprie ricerche cromatiche e delle proprie derive espressive, senza farsi mai coinvolgere negativamente dal mistero che emana e che rappresenta e ben sapendo che anche il nero viene colto attraverso la sua risonanza interna, la funzione psichica di base, la posizione occupata nella genesi dello spettro dei colori e il suo significato interiore. Ma viene colto anche in assonanza con stati d’animo, oggetti, suoni, memorie. Cosรฌ, per esempio, del giallo diciamo che รจ il tipico colore terreno ed รจ rappresentazione cromatica della follia, mentre il blu si vuole che appaia come il colore del cielo, che rimanda alla profonditร , che indica all’uomo l’infinito e che assomiglia al suono del violoncello.

Contrasti fondamentali

Il nero costituisce uno dei contrasti fondamentali dei colori in quanto si contrappone sempre al bianco. Il contrasto in questione rappresenta cosรฌ il limite del movimento cromatico: il bianco รจ simbolo di un mondo in cui tutti i colori sono scomparsi, dove regna un gran silenzio, e tuttavia vi รจ la possibilitร  della rinascita; il nero invece si cerca di assimilarlo al nulla privo di possibilitร , silenzio eterno. Lโ€™artista perรฒ si ribella a tale considerazione accademica e cerca di dimostrare sempre che il nero รจ il vero portatore delle motivazioni profonde della creazione, lo โ€œspiritoโ€ acceso di ogni autentica ricerca estetica entro la quale nasce e si sviluppa lโ€™azione emotiva, gestuale, concettuale dellโ€™agire espressivo.

 

Per saperne di piรน su Scheggino