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L’altra Galleria

di Giulia Venturini

I depositi di un museo sono luoghi che nell’immaginario collettivo prendono spesso la forma di polverosi magazzini pieni di opere meravigliose, a volte sottratte alla vista del pubblico. Alcune di esse vengono esposte in sostituzione di altre temporaneamente in prestito o in restauro, altre aspettano ancora la visita di studiosi o conoscitori che possano studiarle e meglio valorizzarle, altre infine, pur pregevoli e talvolta bellissime, portano su di sé troppe offese del tempo perché possano essere esposte al pubblico.

Giovanni Baronzio. Imago Pietatis. Terzo quarto del XIV secolo

 

La Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia completa il suo programma di celebrazioni per i suoi primi cento anni di vita con una mostra visibile fino al 6 Gennaio 2019 dal titolo: L’altra Galleria. Opere dei depositi, che porta alla luce proprio le opere meno conosciute. La mostra offre al visitatore l’opportunità di scoprire opere inedite tra le bellezze pittoriche del Duecento fino alla metà del Cinquecento.

Tecniche all’avanguardia

Le opere sono state dapprima oggetto di indagini diagnostiche e interventi conservativi, grazie a un’équipe di specialisti di restauro del territorio umbro e toscano che hanno usato sistemi innovativi di pittura e metodologie conservative all’avanguardia. Nuove attribuzioni, nuove datazioni e scoperte sulla provenienza: la tecnica e i vecchi restauri hanno consentito di precisare la carta d’identità di ciascun manufatto e di poterne valutare al meglio le qualità.
Cesare Brandi diceva: «Il restauro costituisce il momento metodologico del riconoscimento dell’opera nella sua consistenza fisica e nella duplice polarità estetico-storica, in vista della sua trasmissione al futuro».

 

Madonna in trono con il Bambino tra i santi Giovanni Battista e Benedetto. Eusebio da San Giorgio. 1506-1508

La scoperta

Sono così riemersi colori sgargianti nascosti da spessi depositi di sporco e da pesanti strati di vernice ingiallita, come nel Crocifisso e Santa Maria Maddalena di ambito folignate, nella Madonna con il Bambino, San Girolamo e Sant’Antonio da Padova di Matteo di Giovanni o nel Dio Padre e Angeli di Mariano di Ser Austerio. Policromie inedite sono affiorate da tavole fortemente danneggiate a causa di puliture eseguite con sostanze aggressive; sono stati inoltre scoperti dettagli di intensa suggestione, come le stimmate sulle zampe dell’Agnello Mistico o la preghiera della Vergine incisa dall’autore della Santa Caterina.

 

Le beate margherita da Città di Castello, Margherita d’Ungheria, angnese da Montepulciano. Ludovico di Angelo mattioli. Inizio del XVI secolo

Il percorso

L’altra Galleria si configura pertanto come un ampliamento del percorso museale della galleria perugina, nella quale troviamo nomi già conosciuti – come Giovanni Boccati, Bartolomeo Caporali e Perugino – assieme a figure che invece fanno ritorno dopo molto tempo nel circuito espositivo, o vi fanno la loro prima comparsa, come il Maestro dei Dossali di Subiaco, Melozzi da Forlì, Meo da Siena, Allegretto Nuzi, Rossellino di Jacopo Franchi, Eusebio da San Giorgio, Berto di Giovanni, Domenico Alfani e Dono Doni.
Nel percorso espositivo sono visibili anche alcuni affreschi staccati dal monastero di Santa Giuliana in origine presenti nel coro, nel refettorio e nell’aula capitolare della chiesa stessa. Da questi ambienti proviene l’affresco con la rara raffigurazione di San Galgano.
La mostra offre al visitatore un’occasione unica e speciale per ammirare una raffinata selezione di tavole di autori appartenenti all’epoca d’oro della scuola umbra.

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