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Cascia non è solo Santa Rita, c’è tanto da scoprire

di Redazione

La città umbra – legata a doppio filo a Santa Rita – conserva anche tanti altri luoghi che valgono una visita: dalle chiese ai palazzi, fino al museo civico.

Panorama di Cascia. Foto di Enrico Mezzasoma

 

Quando si parla di Cascia si pensa subito a Santa Rita – la più illustre cittadina che si celebra il 22 maggio – e a tutta la spiritualità e il misticismo che ne concerne. Ma questa città umbra – che ha la forma tipica del castello di pendio medievale e si adagia sul colle di Sant’Agostino da dove controlla la vallata del fiume Corno – ha molto altro da regalare al visitatore che decida di scoprirla.
Le testimonianze archeologiche raccontano una presenza fin dall’età preromana e il borgo, l’ager Cassianus dei diplomi medievali, potrebbe essere l’erede di un piccolo insediamento rurale frequentato già all’epoca. Conquistata nel 553 dal bizantino Narsete, venne poi annessa al Ducato Longobardo di Spoleto e nel X secolo divenne una repubblica indipendente con una propria moneta. Dopo il dominio della Signoria dei Trinci di Foligno, nel 1228 fu occupata da Federico II di Svevia; nel 1300 un terremoto la rase al suolo, così fu ricostruita e fortificata, ma nel 1516 fu nuovamente conquistata e distrutta. Nel XVI secolo passò sotto il controllo dello Stato Pontificio e ci rimase fino al 1860.

 

Statua di Santa Rita

 

Il tour alla scoperta della città non può non iniziare dalla sontuosa statua dedicata a Santa Rita raffigurata con i suoi simboli: le api, le rose e la spina. Commissionata da un mecenate libanese e realizzata dallo scultore Nayef Alwan, è stata benedetta in piazza San Pietro da Papa Francesco e installata a Cascia nell’ottobre del 2015.
Alzando lo sguardo sulla sommità del colle, troviamo la Rocca (voluta da Papa Paolo II nel 1465) dove si erge la chiesa di Sant’Agostino: costruita agli inizi del Trecento su un oratorio eremitico dedicato a San Giovanni Battista, è uno dei simboli spirituali e culturali della città. Scendendo si arriva all’edificio più importante: la Basilica di Santa Rita. Costruita per custodire il corpo della Santa, la struttura risale agli anni ’30 del secolo scorso e fu eretta sul luogo dell’antica chiesa agostiniana annessa al monastero dove Rita morì nel 1457. Per raggiungerla si cammina lungo un viale porticato che accompagna fino ai piedi della scalinata. Accanto alla Basilica si trova il Monastero dove la Santa visse per quarant’anni: qui è possibile ammirare alcune reliquie e oggetti che raccontano la sua vita; da non perdere la Cassa Solenne che per tre secoli ha contenuto il suo corpo.

 

Basilica di Santa Rita

 

Girovagando poi per i vicoli si incontrano palazzetti gentilizi del XVII e XVIII secolo come Palazzo Santi, sede del Museo Civico, Palazzo Frenfanelli e Palazzo Carli (antica residenza nobiliare, oggi sede della Biblioteca, dell’Archivio Storico e degli Uffici Culturali) che, insieme agli scorci caratteristici del centro storico raccontano il glorioso passato della città.
La piazza principale, Piazza Garibaldi, collega la chiesa monumentale di San Francesco – un vero esempio di architettura gotica – con la chiesa di Santa Maria della Visitazione, antica pieve romanica riedificata varie volte a causa dei terremoti che colpirono il territorio. Poco distante, nei pressi della Porta Leonina, una tra le antiche porte d’accesso, si erge la chiesa di Sant’Antonio Abate, antico complesso benedettino riedificato sul finire del XV secolo e modificato nel 1707. Questa chiesa, insieme a Palazzo Santi, fa parte del Circuito Museale Urbano e conserva due pregevoli cicli di affreschi: gli Episodi della vita di Sant’Antonio Abate, opera del Maestro della Dormitio di Terni (inizi del XV secolo), e le Storie della Passione di Cristo, tra le più impegnative testimonianze di Nicola da Siena (1461).

 

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Casa Maritale di Santa Rita

 

Merita sicuramente una visita il centro di Roccaporena, paese natale di Santa Rita, ricco di ricordi legati alla sua vita: la Casa Maritale, l’orto del miracolo (un gruppo bronzeo realizzato dello scultore Rodolfo Maleci), lo scoglio (si innalza a 120 metri sul borgo) e il roseto. Nei dintorni di Cascia si trova anche il tempio romano (località Villa San Silvestro) che si estende nell’area della chiesa di San Silvestro: l’edificio templare, da collegare alla colonizzazione della Sabina nel 290 a.C., è ancora in fase di scavo.

Cascia però non offre solo il sacro, ma anche il profano: si possono infatti gustare svariati prodotti locali come lo zafferano, il farro, i legumi, il tartufo, la roveja (presidio slow food) e una raffinata lavorazione di carni e salumi. A questo si aggiunge un calendario ricco di eventi e manifestazioni legati alla storia, alla cultura e alle tradizioni: la festa di Sant’Antonio, le Pasquarelle, il Focone della Venuta e la Mostra mercato dello Zafferano.