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Ogni anno, tra giugno e la prima metร  di luglio, migliaia di turisti si riversano nel piccolo paese di Castelluccio di Norcia, per assistere alla famosa โ€œFioritaโ€, cioรจ la fioritura di lenticchie e di โ€œpiante infestantiโ€ che si sviluppano durante la crescita del legume.
Il costante aumento di turisti rappresenta certamente una grande opportunitร  per lโ€™economia del territorio, ma deve contemplare anche il concetto di sostenibilitร  ambientale, in modo tale che gli ingenti flussi di visitatori non vadano a incidere negativamente sui delicati equilibri ecosistemici che caratterizzano il contesto ambientale.
Un turismo consapevole per uno sviluppo sostenibile che รจ lโ€™obiettivo del Parco Nazionale dei Monti Sibillini e del suo Presidente, il professore Andrea Spaterna.

Buongiorno professore, innanzitutto, secondo lei, che cosa รจ che spinge migliaia di persone, da ogni parte del mondo, a venire ad ammirare la fioritura di Castelluccio?

I Piani di Castelluccio di Norcia sono un contesto naturalistico di assoluto pregio, Sito di Interesse Comunitario, uno scenario di unica bellezza durante tutto lโ€™arco dellโ€™anno, che si esalta nei mesi di giugno e luglio con il ripetersi del suggestivo spettacolo della fioritura, che โ€œcoloraโ€ tale contesto, come una tavolozza di un pittore, regalando ai visitatori unโ€™esperienza memorabile. Il segreto sono le cosiddette โ€œpiante infestantiโ€, che, grazie alla totale assenza di pesticidi nella coltivazione delle lenticchie, nascono e fioriscono in momenti differenti, andando a creare un grande mosaico colorato: dal giallo della senape selvatica al rosso del papavero e al blu del fiordaliso. I campi non seminati a lenticchia aggiungono poi ulteriori colori, come il verde del grano e il viola tenue della lupinella. Il risultato รจ un suggestivo scenario policromo.

 

fioritura_castelluccio

Piana di Castelluccio di Norcia, foto di Enrico Mezzasoma

Questโ€™anno si sono prese iniziative riguardo la gestione dei flussi turistici, bloccando lโ€™accesso agli autoveicoli, esclusi i residenti, e favorendo un servizio di navette. ย Qual รจ stata la ragione principale di questa decisione?

Innanzitutto, questโ€™anno รจ intervenuto un fattore di discontinuitร  con il passato, una sentenza della Corte di Appello di Roma per gli usi civici che, nel marzo scorso, ha confermato quanto giร  stabilito dalla sentenza del Commissario agli usi civici di Lazio, Umbria e Toscana e cioรจ il divieto di realizzare parcheggi per autoveicoli, anche solo temporanei, sul Pian Grande di Castelluccio. Questo ha indotto a ritenere che, con la fioritura di questโ€™anno, si sarebbe potuta aggravare la giร  critica situazione del flusso veicolare registrata negli anni precedenti, soprattutto nei fine settimana. Si รจ aperto pertanto un lungo confronto tra i diversi attori istituzionali dei due versanti, umbro e marchigiano, che ha visto lโ€™Ente Parco svolgere un ruolo di mediazione per cercare di contemperare le diverse istanze. Purtroppo, malgrado i tanti incontri e lโ€™impegno di tutte le Istituzioni, lโ€™intento non รจ andato, almeno per il momento, a buon fine, in quanto non si รจ riusciti a fare sintesi delle diverse esigenze e aspettative, peraltro tutte piรน che comprensibili e legittime.
Quello che รจ seguito รจ lโ€™ormai nota iniziativa, assunta dal versante umbro, di chiudere ad auto e camper lโ€™accesso nei primi due fine settimana di luglio, lasciando libero transito solo ai mezzi a due ruote, alle auto di residenti e autorizzati, cosรฌ come a navette e bus turistici, organizzando per gli altri mezzi un servizio di prenotazione on line presso i parcheggi di corona, con la possibilitร  di arrivare poi a Castelluccio attraverso un sistema di navette.
Certamente รจ di tutti la consapevolezza che la fioritura rappresenta unโ€™opportunitร  straordinaria e attesa per lโ€™economia locale, messa in ginocchio da tutta una serie di eventi avversi (tra gli ultimi, il terremoto del 2016 e lโ€™emergenza pandemica), e quindi non solo riferita alla frazione di Castelluccio e dei tre Comuni porte di ingresso ai piani (Norcia, Castelsantangelo sul Nera, Arquata del Tronto), ma anche ai numerosi altri comuni che, ad anelli concentrici, beneficiano dellโ€™impennata turistica che si registra in questo periodo.

 

Cresta del Monte Sibilla, Parco dei Monti Sibillini, foto di Eleonora Cesaretti

Un turismo sostenibile non si puรฒ scindere da una consapevolezza e responsabilitร  dei turisti. Come si puรฒ promuovere un turismo piรน consapevole e sostenibile?

 

Faggeta nei pressi dell’Eremo di San Leonardo, Parco dei Monti Sibillini, foto di Eleonora Cesaretti

Il Parco รจ ricco di siti bellissimi ma altrettanto fragili, che vanno pertanto tutelati e protetti. Uno scrigno di straordinaria biodiversitร , con un inestimabile patrimonio naturalistico che impone rispetto e attenzione: รจ questa la consapevolezza che lโ€™Ente Parco cerca di trasmettere ai turisti, attraverso le campagne di sensibilizzazione, le guide del Parco, gli addetti ai tanti centri di Educazione ambientale e di Informazione, ma anche attraverso accordi di collaborazione, come quello con il Club Alpino Italiano, finalizzato a trasmettere, soprattutto alle nuove generazioni, la cultura per la montagna e per lโ€™ambiente. Tutto improntato a un turismo inteso non come una mera fruizione del territorio, ma come unโ€™esperienza di intima connessione con il contesto naturale.
Tra le iniziative piรน recenti in ambito di sostenibilitร  vi sono quelle riferite alla mobilitร  dolce e a forme di fruizione alternativa.
Sulla mobilitร  dolce il Parco sta investendo, di comune accordo con le amministrazioni locali, risorse importanti, con la realizzazione di piste ciclabili, stazioni di scambio e di ricarica per e-bike, auto e navette elettriche: una modalitร  di fruizione in grado di non impattare negativamente sullโ€™ambiente in termini di inquinamento e che consenta unโ€™esperienza rispettosa e al contempo piacevole e suggestiva.
Vi รจ poi la fruizione alternativa, che coniuga lโ€™amore per la natura e la montagna con aspetti salutari e culturali. Un esempio รจ lโ€™iniziativa denominata โ€œbagno di forestaโ€, camminate emozionali allโ€™interno dei boschi del Parco, che, oltre a permettere di godere di sentieri di rara bellezza e di una straordinaria biodiversitร  animale e vegetale, possono avere un riscontro positivo sia a livello psichico, sia a livello fisico, grazie alla possibilitร  di respirare delle sostanze prodotte dalle piante, i terpeni, con acclarati effetti benefici sullo stato di salute. Altra iniziativa รจ la connessione tra la rete sentieristica e quella museale, che permette di trasformare unโ€™esperienza naturalistica in una che sia anche culturale, facendo scoprire, ad esempio, come dei pregevoli manoscritti leopardiani, tra cui una delle due versioni originali della poesia lโ€™Infinito, siano custoditi nel Museo di Visso.

In conclusione, qual รจ quindi lโ€™obiettivo da raggiungere in ambito turistico?

Sicuramente quello di promuovere sempre piรน e sempre meglio il Parco dei Monti Sibillini, per raccontare le sue straordinarie bellezze, naturalistiche, paesaggistiche, architettoniche e culturali, al fine di incrementare, in un contesto di sicurezza e di sostenibilitร  ambientale, quel turismo lento, responsabile e consapevole, in grado anche di contribuire a rigenerare il tessuto socioeconomico del territorio di riferimento.

In questo momento la lavanda รจ in fiore. Immense distese di filari viola riempiono lโ€™aria di profumo.

Vi piacerebbe andare in Provenza, nel Luberon, oppure rimanendo in Italia, non siete mai stati sul Col di Nava, tra Liguria e Piemonte? Non potete o non avete tempo, allora il prossimo weekend (6/7 luglio) potreste spingervi fino ad Assisi in una localitร  che si chiamaย Il Lavandeto di Assisi. ย รˆ una piccola zona in pianura vicino a Santa Maria degli Angeli. Il luogo non รจ molto grande, ma lo รจ abbastanza per appagare tutti cinque i sensi.

 

Vista

Lasciato lโ€™asfalto avete circa un chilometro di strada sterrata per raggiungerete la Fiera della Lavanda. Vedrete solo il parcheggio, una strada bianca e alcuni gazebo bianchi. Un piccolo filare viola vi darร  il benvenuto. Non demoralizzatevi, quello รจ solo un assaggio, voi seguite il cartello Fiera della Lavanda e abbiate fiducia. Dietro i gazebi della Fiera finalmente si scoprono i filari di lavanda magnificamente colorati. Perchรฉ la lavanda ha molti colori che vanno dal blu scuro al viola dal bianco al rosa. Non solo si presenta in cosรฌ variegata, ma le lavande sono anche cespugli di diversa intensitร  di profumazione e di diversa altezza.
Potete anche coraggiosamente affrontare il labirinto di lavanda, ma attenzione, le siepi sono basse. Se avete piรน di tre anni non riuscirete a perdervi. Perรฒ รจ divertente ugualmente.

Olfatto

Il profumo รจ ovunque. Nei campi, nei banchetti dove si intrecciano fiori per farne dei bouquet, nellโ€™angolo della vendita al pubblico. Sfiorate i fiori o le foglie e nella mano vi resterร  un leggero aroma di lavanda.

Tatto

Anche il tatto ha i suoi diritti. Saponi, creme, oli da massaggio, vi aspettano. Una piccola curiositร : lโ€™olio essenziale di lavanda รจ ottimo sulle ustioni da medusa e dopo la puntura da zanzara. Portatelo con voi se andate al mare, per togliere il bruciore causato dalle piccole e insidiose pesti del mare. Lโ€™olio detto essenziale non macchia, potete fare la prova sulla carta da cucina e vedrete che non lascia traccia nรฉ alone. Come lโ€™acqua.

 

Il Lavandeto di Assisi

Gusto

Lโ€™olio essenziale di lavanda si presta a tutto, buono per marmellate e gelatine e sciroppi. Ne hanno fatto anche un gelato dal colore caratteristico e dal sapore delicato. Comunque, tranquilli, alla Fiera della Lavanda potete anche farvi fare un panino col salame al sapore di salame e basta.

Udito

Le lavande non fanno rumore, sono molto silenziose. I suoni provengono dalle voci dei visitatori e da quelle delle guide che illustrano le caratteristiche e le proprietร  delle protagoniste.
Per fare le foto dovrete pazientare perchรฉ ci sono sempre visitatori in mezzo ai filari. Aspettate, magari allโ€™ombra, davanti al laghetto delle ninfee, perchรฉ i filari viola con Assisi sul fondo, adagiata sulla collina e dominata dalla fortezza, non li trovate nรฉ nel Luberon e nemmeno sul Col di Nava.

Un po' di storia non guasta

La Lavandula Spica, questi sono nome e cognome botanici della pianta, assieme alle sue 7000 sorelle, รจ stata molto amata nellโ€™antichitร  anche dai pellegrini che attraversavano lโ€™Umbria per andare in Terra Santa. Si lavavano con lโ€™acqua profumata, oppure, in mancanza di acqua, si sfregavano energicamente i fiori sul corpo per nascondere lโ€™afrore che emanavano. La santitร  della loro missione non era sufficiente a tenerli puliti.

ยซEsistono cammini senza viaggiatori. Ma vi sono ancor piรน viaggiatori che non hanno i loro sentieriยป, scriveva Gustav Flaubert tra quelle pagine ingiallite dalle polveriere della Francia post-rivoluzionaria. ย 

Homo viator, espressione piรน compiuta del peregrinare umano e di quella genealogia di antichi viandanti che, sin dalle origini, hanno guardato e ambito lโ€™orizzonte in quelle esperienze che si manifestano secondo moti circolari, in quella perfezione geometrica che si riflette nellโ€™animo umano attraverso le armoniche e disarmoniche combinazioni della mente. E allora viene quasi spontaneo svestire gli abiti del turista e indossare quelli del viaggiatore, di quello spirito errante eternamente insoddisfatto, capace di viaggiare nella memoria come in un attimo sfuggente, in un universo chiuso eppure senza confini. Viaggi che si rinnovano in strade e sentieri tortuosi che diventano santuari di pellegrini e viandanti, luoghi ancestrali che trascendono tempo e spazio capaci di restituire allโ€™errare umano quellโ€™intima accezione assopita nellโ€™inconscio collettivo, quello spirito arcaico che traduce nel peregrinare terreno il senso piรน stretto dellโ€™esistenza umana. ย 

Ed รจ proprio da una strada, la Provinciale 477, che ha inizio lโ€™ascesa allโ€™Altopiano di Castelluccio: una vasta depressione originata da una distensione tettonica verificatasi circa un milione di anni or sono, ha tracciato il profilo di una terra che sa rivelarsi tanto umana quanto selvaggia.
Lโ€™idea di una natura primitiva che rimanda verosimilmente allโ€™inaccessibile foresta pluviale amazzonica sembra quasi rivivere nel cantico marmoreo di quei massicci rocciosi, in quei silenzi sovraumani che suggeriscono allโ€™animo umano la direzione da intraprendere per elevare lo spirito a fuoco fatuo, a spirito errante capace di librarsi oltre le perentorie correnti ascensionali che incatenano il corpo allโ€™effimero. Una terra i cui luoghi sembrano custodire una doppia memoria. Una visibile a tutti, e una silenziosa, impenetrabile, segreta quasi occulta.

cosa vedere in umbria

รˆย il caso del Lago di Pilato, situato a 1940 metri sopra il livello del mare presso il Monte Vettore, da sempre teatro di una duplice esistenza. Una che sembra quasi identificarsi nel battito cardiaco di un crostaceo funambolo, il Chirocefalo del Marchesoni, che vive in equilibrio precario tra il rischio di estinzione e la speranza di sopravvivenza. E una misteriosa, quasi mistica, animata dalle ombre di sinistre figure ritratte dalla tradizione popolare nelle vesti di fate e sibille. Il fascino arcaico esercitato dal lago maledetto ha origine nei meandri della psiche umana, laddove albergano le paure e le superstizioni che sono il fondamento della magia e dellโ€™occulto. Uno specchio dโ€™acqua che, dal 1200, assiste a un continuo via vai di maghi e negromanti. Cornici inquiete di scenari dolomitici inquadrano scorci lapidei, dominati da un borgo che appare sidereo nel gelo innevato del poggio su cui sorge, Castelluccio, avamposto lunare di una civiltร  contadina di cui ancora oggi si respira la presenza. Luoghi dellโ€™infinito e dellโ€™ignoto, di inghiottitoi naturali che conducono al centro della terra e scalinate di marmo che portano al cielo.ย 

cosa vedere in valnerina

Se allโ€™infinito si addice il monocromo, lโ€™Altipiano di Castelluccio si sottrae a questa crudele legge cromatica. Tonalitร  pastello che stupiscono per la leggerezza con cui si manifestano sembrano quasi sciogliersi sotto la pioggia primaverile che annuncia lโ€™arrivo della Fioritura, trionfo di colori e risultato ultimo dellโ€™isolamento e della selezione naturale a cui la flora locale รจ stata sottoposta attraverso le annuali attivitร  agricole. Una natura che differisce da quella titanica tanto cara ai romantici e da quella sognante dellโ€™Arcadia, una natura che รจ sorella dellโ€™uomo, una natura francescana, custodita nel flebile canto del vento. Natura Naturans, perpetua azione generatrice di Dio che rende il creato perfetto dettandone costantemente il fluire secondo le leggi della sua propria necessitร  razionale.ย 


Fonti:

Gustav Flaubert, Lettere a Louise Colet, 1846-48, Milano, Feltrinelli, 1984.