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Fra pochi giorni รจ Natale, la festa di tutti, ma che ognuno lo festeggia a modo suo. Nei paesi di lingua tedesca si fa lโ€™albero e si accendono le quattro candele dellโ€™Avvento. Ancora piรน a nord, dove la notte รจ molto lunga, dietro ogni finestra sono posizionate delle luci che, riflettendosi sulla neve, rendono la notte meno buia. Londra Parigi e New York sfoggiano luminarie sempre piรน belle. A Piazza San Pietro, a Roma, si rispettano tutte le tradizioni, cioรจ presepe e albero.

Qui sullโ€™altopiano, invece, domina il presepe, che si fa in vari modi. A Massa Martana, limite sud dellโ€™altopiano, si allestiscono presepi fatti con ogni tipo di materiale, ghiaccio compreso. Provengono da tutte le regioni dโ€™Italia e non solo, sono tradizionali e modernissimi, classici e astratti. Il castello รจ la cornice suggestiva dentro cui si aprono i locali dei presepi. Ogni vicolo e ogni slargo ha qualcosa di natalizio da mostrare.

Il presepe vivente di Marcellano

In un altro castello si fa il presepe vivente. Si deve andare a nord dove si incontra lโ€™ultimo castello dellโ€™altopiano che รจ Marcellano, ultimo possedimento orientale di Todi che ancora conserva lโ€™aquila tuderte. Se ci andate, cercatela! Il borgo risale ai primi del 1200, รจ piccino, graziosissimo e tutto costruito allโ€™interno del castello. Sono ormai trentโ€™ anni che Marcellano mette in scena il presepe vivente, un evento che richiama un pubblico sempre piรน numeroso.
Lโ€™azione coinvolge tutti gli abitanti di Marcellano che, allโ€™interno del castello, ricostruiscono la vita al tempo di Gesรน a lume di candela, con una piccola aggiunta di dolcetti deliziosi.
Poi, quando si fa notte, le attivitร  commerciali si fermano e sul sagrato della chiesa inizia la sacra rappresentazione. Tutto ciรฒ che dice il Vangelo viene messo in scena, partendo dallโ€™Annunciazione. I turisti sono pigiati davanti alla chiesa, quando si comincia a sentire una musica dolce: sulle note della Barcarola di Offenbach lโ€™azione si sposta nella valletta. Laggiรน si รจ illuminata la grotta con i personaggi principali: Maria, Giuseppe e il Bambinello.
I turisti sono ancora fermi in paese quando appare la stella cometa che, gracchiando, scende lungo un filo fino alla grotta e guida la strada ai Magi. I re magi, elegantissimi e a cavallo, vanno a rendere omaggio a Gesรน Bambino e a portare i loro doni preziosi. Solo adesso i turisti possono muoversi e scendere. Lรฌ nella grotta, al freddo e al gelo, cโ€™รจ lโ€™ultimo nato dellโ€™anno, accuratamente coperto contro il freddo e sempre molto elegante per celebrare un onore che puรฒ capitare una sola volta nella vita.

 

Il presepe di Marcellano

La magia delle laudi del 1200

Natale perรฒ รจ caratterizzato anche dai canti. Quelli americani dominano, ma lโ€™Italia ha canti antichi e belli che non hanno venduto milioni di dischi, ma che hanno attraversato i secoli. Questi canti sono le laudi, nate in Umbria attorno al 1200 e ancora cantate e ascoltate, soprattutto in Umbria.
Se 5.000 persone per un concerto vi sembrano poche, starete sicuramente pensando ai concerti di Vasco Rossi. Ma se pensate che 5.000 persone si sono radunate per ascoltare il Coro Polifonico Mยฐ Tommaso Frescura, diretto dal prof. Emore Paoli, vi renderete conto che รจ unโ€™enormitร .
Si sono riuniti per ascoltare le laudi del 1200 e i canti popolari umbri, una musica cosรฌ di nicchia che di solito si rivolge a un pubblico specializzato. Quindi, per traslato, gli Umbri sono musicalmente molto colti. Di certo molti di essi, anche se non tutti e 5.000.
Accade che il prof. Paoli, umbro DOC, abbia coinvolto in unโ€™avventura raffinata gli abitanti del suo paese, proprio quel Marcellano dove si mette in scena il presepe vivente. Egli ha dato nuovamente vita alla musica umbra, quella del territorio, ancor prima di Umbria Jazz.
La laude italiana รจ sia religiosa sia popolare e si รจ tramandata nei secoli quasi inalterata. Da qui lโ€™interesse di tante persone che ricordano canti sentiti in gioventรน, mente i giovani ascoltano curiosi i suoni e le parole di un passato che รจ dietro le loro spalle. Quel passato cosรฌ lontano invece รจ vicino, anzi vicinissimo. Infatti, cโ€™รจ una laude che prende origine dai Fioretti di San Francesco, che sicuramente lโ€™ha cantata e danzata quando andava in giro per il mondo. La laude in questione lโ€™abbiamo cantata anche noi, in gita, ma anche in chiesa; รจ stata suonata con lโ€™armonica, con le chitarre e cantata con cori non particolarmente intonati.
Il primo รจ stato Claudio Baglioni nel film che Zeffirelli ha girato sulla storia di San Francesco: Fratello sole e sorella luna erano sia il titolo del film che della canzone. Lโ€™ha scritta Riz Ortolani appositamente per il film. Ma Riz Ortolani era un uomo colto che conosceva le laudi del 1200 e ha rielaborato proprio quella di San Francesco.
Se Fratello sole e sorella luna รจ famosissima, le laudi natalizie riservano a loro volta delle sorprese. Sentendole si ritrova lโ€™Italia dei pastori, dei presepi e degli zampognari con le cioce. Un piccolo piacere che il prof. Paoli regala ogni anno durante le feste di Natale e Capodanno tenendo un concerto sullโ€™altopiano.

Lugnano in Teverina appartiene al Club de
I Borghi Piรน Belli d’Italia

 


Sulle colline attorno a Lugnano in Teverina, sito a pochi chilometri dal confine tra Umbria e Lazio, sorge un luogo dal nome sinistro quanto evocativo: la Necropoli dei Bambini.ย 

Il macabro ritrovamento


I ben quarantasette infanti morti, ritrovati allโ€™interno di cinque stanze dellโ€™antica villa romana lasciata alla decadenza fin dal III secolo, furono sepolti tutti in un breve lasso di tempo: assunto suggerito dalla loro collocazione, stratificata – tanto da rialzare di ben tre metri il pavimento della villa- ma appartenente al medesimo sito archeologico. I corpicini dei piรน grandi furono incistati allโ€™interno di anfore riconvertite a tale scopo, mentre i neonati e i feti spesso furono adagiati gli uni sugli altri senza particolari accorgimenti o semplicemente sotto frammenti provenienti dalla villa in rovina.ย ย 

 

reperti archeologici umbria

Uno dei bambini incistati ritrovati nella villa romana di Poggio Gramignano e conservato all’Antiquarium comunale di Lugnano, foto via

Prima di considerare i popoli del tardo impero come dei barbari infanticidi, sappiate che lโ€™ecatombe fu dovuta ad una violenta epidemia. Nel 2016, con la ripresa degli scavi โ€“ iniziati negli anni Ottanta โ€“ gli archeologi hanno scoperto che in quelle contrade si abbattรฉ la forma piรน letale di malaria, del ceppo Plasmodium falciparum, facendo del Poggio Gramignano di Lugnano la piรน antica testimonianza di penetrazione della malattia in Europa e nel Mediterraneo.ย ย 

Il sito

La villa, che appariva come la villa perfecta teorizzata da Varrone, fu riconvertita a necropoli fin dal V secolo. Sebbene non abbia ancora restituito i corpi degli adulti, offre lo stesso reperti di particolare interesse. Oltre a ossa isolate di individui adulti consumati, fin da vivi, dalla malnutrizione e dalla porosi (necrosi del tessuto nervoso), sono stati trovati anche artigli di corvo, parte dello scheletro di un rospo e diversi pezzi scheletrici di cuccioli di cane. Questi ultimi, privi delle tracce degli eventi atmosferici e sparsi lungo tutti i tre metri di profonditร  dellโ€™accumulo tombale โ€“ fatto di corpi, vasellame, terra e cenere โ€“ furono senza dubbio smembrati a scopo rituale. Il sacrificio dei cuccioli di cane (di cinque o sei mesi dโ€™etร ) era infatti collegato al culto di Ecate, divinitร  sotterranea che aveva il compito di accompagnare i morti nellโ€™Oltretomba, senza contare che lo stesso tipo di sacrificio serviva per purificare le donne abortenti (si ricordino i ben ventidue feti sepolti nella villa). Di tali usanze parla anche Plinio il Vecchio, che collega il soggetto scelto per il sacrificio a Sirio, la costellazione del Cane, astro che sorge in estate, periodo in cui รจ assodata โ€“ almeno in Italia โ€“ la recrudescenza delle febbri malariche.ย ย 

Incursioni pagane

Che questa ecatombe fosse avvenuta in estate lo testimoniano anche alcuni resti carbonizzati di caprifoglio, un arbusto della macchia mediterranea che fiorisce proprio in quel periodo. รˆ curioso che, in una zona ufficialmente considerata cristianizzata, si siano manifestati tali riti dal sapore nettamente pagano.

macchia mediterranea umbra

Caprifoglio, pianta spontanea della macchia mediterranea che fiorisce in estate, foto via

Dโ€™altronde non sappiamo di che etnia o di quale religione fossero gli abitanti di questo insediamento, e neppure se facessero parte di una comunitร  piuttosto isolata e di basso profilo tanto da riuscire a mantenere la propria indipendenza culturale di fronte alla mano uniformante del nuovo culto cristiano. Non รจ neanche da escludere che, di fronte a una pestilenza cosรฌ violenta, quelle povere anime si fossero appellate a culti pressochรฉ ancestrali pur di sopravvivere al morbo che li stava decimando.

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Capitoli da riscrivere

Anche il temibile Attila, il famigerato Flagellum Dei che minacciava di saccheggiare Roma nel 452, sembra che avesse desistito di fronte alla prospettiva di spirare sotto le febbri malariche di quelle zone. Stando a quanto scritto nelle Leges novellae divi Valentiniani (V secolo), tra i motivi che lo portarono a rinunciare ci fu anche una non meglio precisata pestilenza, che ora perรฒ potrebbe aver trovato un nome e una collocazione.ย ย 
Lโ€™aria mefitica di quelle zone colpirร  anche Sidonio Apollinare, pochi anni piรน tardi (467 d.C.):ย 

ยซPoi attraversai le altre cittร  della via Flaminia – una dopo l’altra – lasciando i Piceni sulla sinistra e gli Umbri alla destra; e qui il mio corpo esausto soccombรฉ allo scirocco calabro o all’aria insalubre delle terre toscane dense di miasmi venefici, con accessi ora di sudore ora di freddo. Sete e febbre devastarono il mio animo fino al midollo; invano assicurai alla loro aviditร  sorsi da piacevoli fontane, da nascoste sorgenti e da ogni corso d’acqua che incontravo, fossero le trasparenze vitree del Velino, le acque gelide del Clitumno, quelle cerulee dell’Aniene, le sulfuree del Nera, le limpide acque del Farfa o quelle flave del Tevere.ยปย (Epistulae, I.5, 8-9)ย 

pestilenza impero romano d'occidente

Una moneta raffigurante Attila, foto via

Non รจ quindi cosรฌ strano che Attila, accampato presso lโ€™Ager Ambulejus (lโ€™odierna Governolo, Mantova) avesse deciso di risparmiare Roma โ€“ e ciรฒ che restava delle sue stesse truppe. Senza dubbio รจ unโ€™ipotesi piรน plausibile rispetto al crocifisso benedetto di Leone I che, secondo la leggenda, spinse il re degli Unni lontano da Roma.
รˆ certo che, in questa storia, superstizione e scienza si intrecciano in maniera piuttosto intrigante, a dimostrazione di quanti e quali demoni una pestilenza possa far sorgere nella mente degli uomini. A onor del vero, cโ€™รจ da dire che diverse storie dal sapore esoterico sono circolate anche sul conto di Attila. Seppur spregiudicato e impietoso in battaglia, sembra infatti che fosse un uomo semplice e superstizioso โ€“almeno secondo lo storico Prisco di Panion: sembra che, convintosi che la morte di Alarico, re dei Visigoti, fosse strettamente collegata al saccheggio compiuto a Roma nel 410, avesse deciso di girare al largo dalla cittร  per paura di fare la stessa fine.ย ย 

 

 

Per saperne di piรน su Lugnano in Teverina

Sitografia:ย ย 

Con Roberto Montagnetti, alla scoperta della Necropoli di Poggio Gramignano, da www.orvietonews.itย 

http://lugnanomuseocivico.blogspot.it/ย 

Villa Rustica di Poggio Gramignano a Lugnano in Teverina, in www.paesionline.itย 

Antiquarium comunale di Lugnano in Teverina, da www.beniculturali.itย 

Lugnano: la villa romana di Poggio Gramignano tornerร  a rivelare i suoi segreti, da www.umbriaecultura.itย 

Lugnano in Teverina: il borgo con lโ€™archeologia nel DNA, da www.umbriaecultura.itย 

Chi fermรฒ Attila? Forse la malaria, da www.popsci.itย 

http://www.turismolugnanointeverina.itย 

Lugnano in Teverina, sorprendenti scoperti nella necropoli di Villa Gramignano, da www.umbriaindiretta.itย 

Sorprendenti scoperte nella Necropoli di Lugnano in Teverina, da www.terniinrete.itย 

http://www.comune.lugnanointeverina.tr.itย