I fruscianti cipressi di Villa Capelletti, allineati come ligi soldati, tracciano linee verdi e odorose che, qui in Umbria, siamo abituati ad associare alle antiche dimore signorili. Emblemi di unโantica aristocrazia che, celata dallโombrosa frescura, ne proteggono ancora i piรน intimi segreti.
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Giร custode di una collezione ferromodellistica che, per ricchezza di esemplari e per rigore รจ un unicum in Italia, e del Museo delle tradizioni popolari e delle arti contadine, oggi il complesso rinascimentale di Villa Capelletti, in localitร Garavelle, accoglie anche un museo straordinario non solo per le sue caratteristiche, ma anche per la sua collocazione in una regione come lโUmbria, notoriamente priva dello sbocco sul mare. Un Museo Malacologico.
Il tesoro nascosto
Malakos si compone di circa seimila esemplari, di cui perรฒ ne sono esposti โsoloโ tremila: il vero tesoro si trova nei cassetti delle luminose teche che affollano i corridoi, disposte in modo da formare dei percorsi tematici che suscitano esclamazioni di meraviglia non solo ai bambini, ma anche agli adulti, affascinati dalle delicate architetture adagiate sul quarzo blu delle teche.
Ad accogliere il visitatore, lโantro che capirรฒ costituire la punta di diamante dellโintera mostra: in questa profonda insenatura che si apre sul corridoio principale della villa, รจ stata ricreata una barriera corallina. Si tratta del contenuto di uno dei tre container, sequestrati dal Corpo Forestale dello Stato, destinati al commercio illegale di souvenir. Conteneva esemplari di corallo azzurro, quel raro Heliopora coerulea a forma di ventaglio, tartarughe imbalsamate, crostacei e tutti meravigliosi esseri che popolano il reef. Si รจ cercato di disporli ricreando fedelmente i livelli presenti in natura, trasformando un danno irreparabile in unโoccasione di apprendimento. Nellโosservare quella variegata distesa di forme e architetture, รจ difficile non sentirsi in apprensione: un intero atollo รจ stato praticamente estirpato, la sua ecovarietร distrutta. Nonostante il pregevole sforzo dei curatori โ Gianluigi Bini, Debora Nucci e Giacomo Rettori – ย cโรจ come una patina di morte che non permette di capire davvero la ricchezza incommensurabile della barriera corallina: tutti i colori, infatti, si sono persi, tutto รจ ammantato da una specie di opacitร , con qualche smunta punta cromatica โ rosso, blu, marrone. Il risultato di un atto scellerato compiuto da contrabbandieri senza scrupoli.
Guardiani di biodiversitร
Scatto una foto a due dei curatori presenti โ la biologa Debora Nucci e il Professor
Gianluigi Bini – ย proprio lรฌ davanti. Si pongono come i guardiani che sono: protettori e custodi della biodiversitร del nostro Pianeta, un tesoro unico e vulnerabile. Emblematica รจ stata infatti la visita dei principi giapponesi, portavoci di una cultura in cui le conchiglie sono addirittura parte del tesoro reale.
Tuttavia รจ difficile immaginarsi questo luogo tranquillo in fermento per i Reali giapponesi. Oggi la villa รจ avvolta da unโatmosfera distesa, di profonda quiete. Quasi a farmi assaporare meglio ciรฒ che vedo. Posso addirittura soffermarmi a parlare con Gianluigi Bini, curatore della mostra, naturalista, biologo marino e paleo-antropologo, ma, prima di tutto, grande avventuriero. Animato da unโinsaziabile curiositร , lo studioso ha infatti viaggiato in lungo e in largo per il mondo fino ad approdare sulle coste filippine, dove ha scoperto un gasteropode ancora sconosciuto alla scienza. Lโha chiamato Cinguloterebra binii, donando metร del suo nome nel battesimo di un nuovo esemplare.
Lโesposizione
Il Professore mi racconta del suo viaggiare, come pure degli innumerevoli pericoli in cui uno studioso โ specie in alcune parti della Terra โ puรฒ incorrere: le mangrovie, per esempio, sono inestricabili labirinti in cui รจ facile perdersi, mentre i corsi dei fiumi possono essere infestati da alcune specie di squali che ne risalgono il corso. Stiamo parlando di tutte quelle zone interstiziali, poste tra ecosistemi diversi, che nascondono insidie di ogni genere, come serpenti e molluschi velenosi.
Esperienze che si riflettono nella scelta di allestire non solo unโarea biologica – dove si potranno scoprire le caratteristiche che permettono il riconoscimento e la classificazione delle conchiglie, come lโarchitettura che ne caratterizza la specie, il motivo per cui sono colorate, come si riproducono e quali sono le deformazioni a cui possono andare incontro a causa dellโinquinamento โ ma anche di unโarea biogeografica, organizzata in modo da mostrare la varietร delle diverse zone del Pianeta, compresi gli abissi o le suddette zone โibrideโ, poste tra mare e terraferma. Non mancano incursioni nella Preistoria, con esemplari fossili che lasciano intravedere le innumerevoli forme in cui quegli esseri, divenuti blocchi litici, si sarebbero evoluti.
Una storia antica
Approfittando della disponibilitร dei curatori, azzardo poi la domanda che mi frulla in testa da quando ho saputo della mostra.
ยซPerchรฉ allestire una collezione del genere proprio in Umbria, considerando che lโultima volta che la regione ha visto il mare รจ stata millenni fa?ยป
ร proprio a quellโantico mare preistorico che fa riferimento Gianluigi Bini, rispondendomi: ยซQuando sono tornato in Italia, mi sono trovato a Cittร di Castello (il Curatore รจ di origini toscane, ndr) e qui, in questo luogo tranquillo, sono rimasto. Qui, dove il mare, un tempo, ricopriva tutto.ยป
ร una storia antica, questa. Una storia che lโUmbria custodisce nelle viscere delle sue montagne, che a volte eruttano rosse ammoniti o conchiglie dal biancore osseo. Una storia che, adesso, รจ custodita anche nella pancia tifernate di Malakos.
Onlus Malakos – Museo Malacologico
Villa Capelletti | Localitร Garavelle
Cittร di Castello, Perugia
Tel ย 075 855.2119/331 130.5657
www.malakos.it
info@malakos.it.
Per scoprire le innumerevoli iniziative dedicate ai bambini, visita la pagina Facebook.
Orari: tutte le mattine dalle 10.00 alle 12.00 (senza prenotazione) | tutti i pomeriggi su chiamata | Lunedรฌ chiuso
Per saperne di piรน su Cittร di Castello