La campionessa olimpica, nata a Città della Pieve, ci racconta Parigi e la sua medaglia d’oro vinta in coppia con Gabriele Rossetti. «L’oro è sempre un oro. Per me è stato un onore vincere quest’ultima medaglia insieme a Gabriele».
La prima volta che abbiamo intervistato Diana Bacosi era il 2018; solo due anni prima aveva vinto la sua prima medaglia d’oro alle Olimpiadi di Rio de Janeiro. Ora le medaglie olimpiche sono diventate tre: all’oro di Rio (2016) si è aggiunto l’argento di Tokyo nel 2021 e l’oro vinto a Parigi questa estate nello skeet a squadre, in coppia con Gabriele Rossetti.
L’atleta italiana di tiro a volo (nata a Città della Pieve), specializzata nello skeet – che ha preso il fucile in mano per la prima volta a 14 anni – vanta un palmarès di primo livello con le medaglie vinte agli Europei e ai Mondiali, oltre ai già citati riconoscimenti olimpici. Insignita di tre Collari d’Oro (ndr massima onorificenza del Comitato olimpico nazionale italiano), nei giorni scorsi ha ottenuto anche un secondo posto nelle finali della Coppa del Mondo che si sono svolte in India. Diana – nominata Capitano del Centro Sportivo Esercito nel 2023 – non si ferma e non si vuole fermare: «Sicuramente mi sono posta un limite. Per tutto c’è un tempo, ma il mio tempo non è ancora arrivato».

Quella di Parigi è la sua terza Olimpiade, dopo Rio de Janeiro e Tokyo. Oramai è una veterana: le affronta con tranquillità o ancora è come la prima volta?
Una Olimpiade è sempre una Olimpiade. È una gara a sé, con emozioni e sensazioni differenti dalle altre gare: non si può spiegare bene a parole e neanche con l’immaginazione ci si arriva vicino.
Come affronta l’ansia pre gara?
Si affronta tramite la consapevolezza di aver fatto tutto il possibile e di aver curato ogni minimo dettaglio, poi ovviamente c’è anche una buona componente di fortuna.
I dettegli infatti li cura molto. Nella precedente intervista mi ha raccontato che per prepararsi a Rio de Janeiro aveva ricreato nel campo di allenamento gli stessi colori che avrebbe trovato lì: il colore della pista e ciò che ci sarebbe stato intorno. È successo anche per Parigi?
Parigi è stata un’Olimpiade anomala. La Federazione francese non ha concesso a nessuno di accedere al campo di gara, se non ai tiratori francesi. Quindi per prepararci avevamo soltanto qualche immagine di repertorio; solo a tre settimane dalla gara ci hanno permesso di andare a provare i campi.
Ha dei gesti scaramantici prima di una gara?
Non ne ho di particolari (sorride).
L’oro è sempre oro, o quello individuale ha più valore di quello vinto in coppia?
L’oro è sempre un oro. Per me è stato un onore vincere quest’ultima medaglia insieme a Gabriele (Rossetti).
Dove tiene le numerose medaglie?
Hanno un posto tutto loro… ma non posso dire dov’è (scherza).

Ha mai pensato di smettere? Di dire basta?
Sicuramente mi sono posta un limite. Per tutto c’è un tempo, ma il mio tempo non è ancora arrivato.
Qual è l’età massima per praticare questo sport?
Non esiste un limite d’età per la mia disciplina. Fino a che mi dedicherò con pazienza, perseveranza e passione continuerò a praticare questo sport.
Vive ancora a Roma e si allena in Umbria?
Vivo a Roma e mi alleno a Roma, ma ogni tanto per gare o raduni torno in Umbria.
Ci racconti qualche curiosità legata alle Olimpiadi di Parigi…
Beh, come ho già detto è stata un’Olimpiade particolare. Noi stavamo a tre ore di macchina da Parigi e non abbiamo nemmeno avuto la possibilità di vivere al villaggio olimpico con la sua bellissima atmosfera sportiva. Per il resto non ho molto da dire, eravamo molto distanti.
Alla fine, ha saputo da qualche collega se i letti di cartone erano comodi?
Sinceramente non ho capito perché hanno fatto così scalpore i letti di cartone. Li avevamo anche a Tokio e mi ricordo che erano comodissimi.
C’è andata a Milanello con Gabriele a conoscere Zlatan Ibrahimovic? (lo aveva dichiarato in un’intervista alla Gazzetta).
Ancora no, ci stiamo organizzando. Le date e gli appuntamenti reciproci spesso non coincidono. ma riusciremo a trovare una soluzione.
Ora l’aspetta Los Angeles…
Dopo un periodo di riposo, iniziano già le qualificazioni per Los Angeles 2028. Anche in questo caso lavorerò step by step.

Agnese Priorelli

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