Due personaggi legati a doppio filo con le rispettive città e con il mondo del calcio con i quali abbiamo parlato dello storico derby umbro.
Etruschi o Umbri, acciaio o cioccolato, università o industria, Fontana Maggiore o Fontana dello Zodiaco, Torta al testo o Panpepato, freghi o bardasci.
Perugia e Terni distano solo 80 km, ma non potrebbero essere più diverse; un derby campanilistico che affonda le sue radici nella storia fin dalla loro fondazione (etrusca una, umbra l’altra) e che si è protratto nei secoli, fino ad oggi: solo nel 1926 la sfida è entrata nello stadio, quando si è giocata la prima partita. Sfida che si rinnoverà domenica (ore 15) con il 98esimo derby calcistico Perugia-Ternana. Una sana rivalità molto sentita nelle due città, ma che si accende e si anima in particolare con il calcio, spinto dagli sfottò che da sempre circolano. «Noi famo l’acciaio mica li cioccolatini!», «Il vero perugino non festeggia San Valentino!».
Anche noi abbiamo voluto mettere in campo il nostro personale derby intervistando Guglielmo Mazzetti, storico giornalista sportivo perugino e figlio di Guido Mazzetti (ex allenatore del Perugia), e Paolo Tagliavento ex arbitro di Serie A e attuale amministratore delegato della Ternana Femminile.
Due personaggi legati a doppio filo con le rispettive città e con il mondo del calcio, con i quali però siamo usciti un po’ dal campo di gioco, per un derby goliardico che va oltre la partita.
La rivalità tra le due città ha radici storiche che vanno oltre il calcio. Già all’epoca della loro fondazione: Perugia è etrusca, Terni è umbra: lei quanto sente questa rivalità?
M: La sento soprattutto sotto l’aspetto calcistico per ovvie ragioni: mio padre è stato allenatore del Perugia per 14 campionati. Questa rivalità esiste da tempo immemore, ma per me è solo sportiva: ho sempre vissuto il calcio solo come uno sport. Mi ricordo di sfide memorabili che si giocavano al vecchio stadio Santa Giuliana. Perugia e Terni fanno parte di una regione piccola e spesso, in passato, ho sostenuto che dovevano unirsi in nome dell’amore regionale, anche formando un’unica squadra. In molti però storcevano il naso!
T: È una rivalità che sento solo sul piano sportivo. Tifo Ternana e la partita con il Perugia ha da sempre per me un sapore particolare; ho avuto il privilegio di vivere queste sfide non solo da tifoso ma anche come rappresentante e amministratore della squadra. Ovviamente la rivalità deve rimanere nei margini del sano campanilismo e non sfociare in altro, dopotutto facciamo tutti parte dell’Umbria.
C’è qualcosa dell’altra città che ruberebbe per la sua?
M: Sul piano artistico siamo nettamente superiori, ma se devo dire: ruberei piazza Tacito e la Fontana dello Zodiaco.
T: Perugia è una città molto bella. Mi piace la sua arte e i suoi paesaggi.
Qual è la prima cosa che le viene in mente se le dico Terni/ Perugia?
M: Sicuramente molti aneddoti legati al mondo del calcio come il vecchio allenatore della Ternana, Corrado Viciani, apprezzato sia da me sia da mio padre.
T: Questa intervista mi mette in grande difficoltà (ride!). La prima cosa che mi viene in mente sono i colori bianco-rossi.
È anche “scontro” tra le due fontane. Per lei: Fontana Maggiore o Fontana dello Zodiaco?
M: Beh, la Fontana Maggiore, anche perché sono nato in via Maestà delle Volte quindi, fin da piccolo, quando uscivo di casa era una delle prime cose che vedevo.
T: Non può non essere la Fontana dello Zodiaco. Ad essa mi legano tanti ricordi: era il punto d’incontro di noi ragazzi quando uscivamo per andare in centro e proprio lì, con mia madre, prendevo l’autobus che ci riportava a casa. Insomma, la Fontana dello Zodiaco per me è cuore, tutti i ricordi più belli che ho sono legati a Terni.
Acciaio o cioccolato, industria o università (realtà diametralmente opposte): crede che rappresentino l’anima delle due città?
M: Sì. Terni è da sempre legata alla grande acciaieria e Perugia ai suoi Baci di cioccolato. Sono sicuramente questi gli emblemi delle due città.
T: Credo di sì. Terni, durante la Seconda Guerra Mondiale, ha subito innumerevoli bombardamenti ed è stata rasa al suolo, anche per questo, architettonicamente parlando è meno suggestiva di Perugia. Ma nel dopoguerra ha avuto l’opportunità di sviluppare la sua industria metalmeccanica: le Acciaierie hanno trainato l’economia e dato lavoro a tanti ternani. Perugia ha avuto altre opportunità e fatto scelte diverse puntando sul tessile, il cioccolato e l’università.
C’è un derby che non dimenticherà mai?
M: Uno storico derby giocato al Santa Giuliana (inizio anni ’70) davanti a 20.000 spettatori in cui il Perugia vinse con un gol di Mario Morello. Quell’anno poi la Ternana andò in Serie A ma il Perugia ebbe la soddisfazione di batterla nel derby. All’epoca si vedevano le partite tutti insieme, perugini e ternani seduti vicini; non c’erano le divisioni di oggi e gli ultrà da una parte e dall’altra. Tutto si limitava a degli sfottò divertenti. Era tutto più umano e gioioso.
T: Sicuramente memorabile è quello in cui perdevamo 2-0 e poi vincemmo 3-2 a Perugia. Mi ricordo che ero in ritiro perché ancora arbitravo. Poi mi viene in mente quello che finì 1-0 per noi, ero un ragazzino e quel giorno ero allo stadio.
Vuole dire qualcosa al suo “rivale” in vista della sfida di domenica?
M: Per questa partita loro partono favoriti e quindi direi: «Attenti alle sorprese, perché il Perugia storicamente, ogni tanto qualche grande impresa l’ha fatta. Inoltre, abbiamo bisogno dei tre punti e anche se sulla carta siete favoriti (una delle poche volte) è bene che stiate attenti».
T: «Mi dispiace, ma anche questa volta vinceremo noi!».
Agnese Priorelli
Ultimi post di Agnese Priorelli (vedi tutti)
- Fabio Morbidini: da sei olimpiadi e otto mondiali si prende cura dei pugili italiani - Novembre 26, 2024
- NaturalMente Umbria: quattro incontri per connettere in armonia società, uomo e natura - Novembre 19, 2024
- Mazzetti e Tagliavento, Perugia-Ternana si gioca oltre il campo. Ricordi, aneddoti e “auguri” pre-sfida - Novembre 8, 2024