Continua il nostro viaggio alla scoperta delle opere di Pietro Vannucci, in occasione dei 500 anni dalla sua morte. In questa puntata siamo a Foligno a scoprire Il Battesimo di Cristo.
La cittร di Foligno ci porta verso le opere del Divin Pittore; qui si possono trovare tracce di san Francesco, Federico II di Svevia, Mozart quattordicenne in viaggio con il padre e gli arbori della stampa, in particolare, della Divina Commedia.
Percorrendo le vie della cittร dei Trinci si arriva dinanzi a una chiesetta umbra, denominata Nunziatella, appellativo che rimanda al mistero dellโAnnunciazione ma, posto in grado vezzeggiativo, ricorda le sue piccole dimensioni.
Perugino, Battesimo di Cristo, 1508-1513, Foligno, Oratorio della Nunziatella
Il Santuario della Nunziatella, caso unico nel suo genere, forse per lโesiguitร degli spazi disponibili, adotta una pianta quadrata arricchita da sei nicchie in cui vengono collocati quattro altari. La perdita dei registri contabili della Nunziatella ci priva purtroppo di alcune informazioni importanti circa le maestranze che vi hanno operato, tra cui lโarchitetto responsabile del progetto; sebbene gli studiosi suggeriscano il nome di Francesco di Bartolomeo da Pietrasanta, presente in quegli anni a Foligno. Allโinterno di questo piccolo e minuto scrigno รจ conservato lโaffresco del Divin Pittore, raffigurante
Il Battesimo di Cristo
Lโaffresco รจ parte della decorazione voluta dal rettore della societร dellโAnnunziata Giovanni Battista Merganti, allโinizio del Cinquecento, per la cappella di san Giovanni Battista. Il tema del Battesimo aveva riscosso un grande successo tra i clienti del Perugino, grazie al modello da lui eseguito nella Cappella Sistina: รจ fortemente probabile che lโartista aveva avuto modo di ammirare opere con lo stesso soggetto nella bottega fiorentina di Andrea del Verrocchio.
Al centro della scena, nel fiume Giordano, san Giovanni sta per versare lโacqua del battesimo sul capo di Cristo in atto di pregare, vestito solo di un leggero panno annodato sotto i fianchi. Sulle sponde del corso dโacqua, si trovano quattro angeli eleganti, mentre altri due, circondati da cherubini, affiancano una colomba bianca, simbolo dello Spirito Santo che discende tramite lโatto.
Nella lunetta superiore, il Padre Eterno sulle nuvole con in mano il Globo benedice la scena, con accanto due angeli che reggono i gigli, simbolo di purezza. Lโintero dipinto nel corso dei secoli ha subito danni dovuti allโumiditร ed รจ stato soggetto ad alcuni restauri tra Otto e Novecento, con reintegro delle lacune per una migliore lettura complessiva della scena.
Sarร visibile fino al 17 settembre 2023, presso lโIsola di San Lorenzo – Museo del Capitolo della Cattedrale di Perugia, lโesposizione dedicata alla Pala di Sansepolcro di Pietro Vannucci, organizzata, nellโambito del progetto “Perugino nel segno del tempo” dallโArcidiocesi di Perugia-Cittร della Pieve e da Genesi srl con il sostegno del Comitato Promotore delle Celebrazioni per il quinto centenario della morte del pittore.
Allestimento Pala Sansepolcro
Lโopera, realizzata dal pittore per la Cattedrale di Sansepolcro, raffigura lโAscensione di Cristo, ovvero il momento della salita di Gesรน al Cielo, avvenuta quaranta giorni dopo la Resurrezione. Il dipinto, che invita lโosservatore ad alzare lo sguardo verso lโalto, come stanno facendo Maria e gli apostoli colti da stupore,ย riprende fedelmente lo schema dello scomparto centrale del grande polittico che Perugino eseguรฌ per i benedettini di San Pietro in Perugia, oggi smembrato (la tavola con lโAscensione insieme alla cimasa con lโEterno benedicente con cherubini e angeli,ย attualmente sono conservati presso il Musรจe des Beaux-Arts di Lione dove finirono allโindomani delle requisizioni napoleoniche), testimonia con la vivacitร dei suoi colori scelti con grande cura, una pregevole qualitร nellโesecuzione pittorica e nellโarticolata composizione. I volti attoniti degli Apostoli dinanzi alla domanda Perchรฉ state a guardare il cielo? che gli viene rivolta dagli Angeli, risultano essere la chiave di lettura del dipinto: un vero e proprio invito nei confronti dellโuomo, dalla sua dimensione terrena, a contemplare la bellezza del Cristo che ascende, lasciandosi sorprendere dalla meraviglia dellโIncontro.
LโAscensione di Sansepolcro rappresenta un caso singolare poichรฉ siamo dinanzi a una vera e propria replica della pala originale, in cui si possono osservare solo piccole differenze che riguardano due personaggi: la Madonna nella tavola qui esposta ha i capelli coperti e lโangelo di destra, che invita ad alzare lo sguardo, ha il piede sinistro girato verso lโosservatore.
Oltre allโesposizione, con lo stesso biglietto dโingresso, รจ visitabile il Museo del Capitolo della Cattedrale di San Lorenzo, che si presenta al pubblico con un nuovo allestimento tematico, realizzato in occasione del centenario della sua fondazione (1923-2023), la cui collezione conserva pregevoli testimonianze dellโarte umbra del Rinascimento, tra cui i frammenti dellโAltare della Pietร di Agostino di Duccio, il gonfalone di San Fiorenzo di Benedetto Bonfigli e la Pala di SantโOnofrio, capolavoro giovanile di Luca Signorelli. โฏLe opere qui esposte raccontano lโarte, la storia, la fede, la devozione e le tradizioni ma soprattutto ilโฏlegame che intercorre tra il museo, la Cattedrale e il territorio diocesano. In questโanno di celebrazioni dedicate a Perugino, un docufilm dedicato alla storia del Santo Anello, completa il percorso di visita, raccontando lโavvincente vicenda del prezioso monile giunto in cittร nel 1473 e conservato nella Cattedrale di San Lorenzo, nella Cappella che un tempo ospitava lo Sposalizio della Vergine dipinto dal pittore pievese allโapice della sua carriera.
Il Museo del Capitolo e la mostra sono visitabili tutti i giorni dalle 10.30 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 19.00 (ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura). Per informazioni e prenotazioni: 075 5724853 โ 0758241011, isolasanlorenzo@genesiagency.it; info@secretumbria.it.
ยซLuca Signorelli ebbe un rapporto speciale con lโAlto Tevere, a cui ha lasciato alcune delle sue opere piรน belle e conosciute. Sebbene visse e morรฌ a Cortona, Cittร di Castello e la Valle del Tevere divennero una seconda casa per lโartistaยป. Cosรฌ scrive Tom Henry, professore di Storia dellโArte allโUniversitร di Kent, considerato uno dei maggiori esperti al mondo delle opere del maestro cortonese.
La Pinacoteca di Cittร di Castello (della quale abbiamo parlato in un precedente articolo) รจ solo il punto di partenza per scoprire le opere di Luca Signorelli, distribuite tra i diversi borghi dellโAlta Valle del Tevere. Il pittore – tifernate ad honorem – ha lasciato molte tracce del suo passaggio e, nel 2023 in occasione dei 500 anni dalla sua morte, un percorso celebrativo riunisce le undici opere visibili con un unico biglietto (fino a dicembre 2023) grazie allโunione di otto comuni, una diocesi e oltre 20 musei.
La prima tappa alla scoperta della Valle del Signorelli รจ al Museo diocesano di Cittร di Castello dove, nel suggestivo salone gotico, รจ esposta una pregevole tavola di scuola signorelliana datata 1492, che rappresenta la Madonna in trono con Bambino, San Girolamo e il beato Colombini da Siena. Anche nellโex chiesa di San Giovanni Decollato โ sempre a Cittร di Castello – sono presenti due dipinti attribuiti alla sua scuola. Se ci spostiamo nella frazione di Morra, invece, nel piccolo oratorio di San Crescentino Signorelli realizzรฒ, intorno al 1507, un ciclo di affreschi ispirati al tema della Passione di Cristo; didascalica e commovente trova il suo apice nella rappresentazione delle scene della Flagellazione e della Crocifissione.
Pala della Deposizione a Umbertide (Perugia)
Il viaggio prosegue a Citerna dove, lungo la parete destra della chiesa museo di San Francesco,ย รจ conservato, in una nicchia, lโaffresco raffigurante la Vergine con Bambino tra i Santi Michele Arcangelo e Francescorealizzato con largo apporto della bottega: gli angeli si pensa siano dipinti dalla mano dellโartista toscano, poco prima della sua morte. Mentre per la chiesa di Santa Croce di Umbertide, oggi sede del Museo di Santa Croce, Signorelli eseguรฌ nel 1516 la Pala con la Deposizione sullโaltare maggiore, eccezionalmente ancora corredata di predella e cornice originali.
Le tracce della sua bottega si trovano anche al Castello Bufalini di San Giustino, dove รจ conservata una tavola raffigurante la Madonna con Bambino incoronata da due angeli mentre poggia su una nuvola con ai lati i Santi Cristoforo e Sebastiano; e nel Museo Civico di Montone dove influenza signorelliane si manifesta nellโAnnunciazione tra i Santi Fedele e Lazzaroe nellโImmacolata tra Profeti e Sibille, riconducibili a due artisti provenienti dalla sua scuola.
La guida รจ un valido strumento per richiamare un maggior pubblico di visitatori, cittadini, turisti, studenti e famiglie, anche da oltre i confini umbri.
I luoghi di Perugino tra Perugia e il Trasimeno (Electa, Milano 2023) vuol essere una guida sul territorio della diocesi di Perugia e Cittร della Pieve con itinerari che portano alla scoperta dei luoghi e dei paesaggi in cui Perugino ha operato e tratto ispirazione, e alla conoscenza delle opere conservate nelle diverse localitร . Sedici luoghi tra chiese, oratori, antiche istituzioni e collezioni museali di sette localitร : Perugia e Cittร della Pieve, in primis, ma anche Deruta, Cerqueto, Panicale, Corciano e Fontignano.
ยซQuesta guida nasce dalla volontร della diocesi di valorizzare il considerevole patrimonio di opere del Perugino in occasione delle celebrazioni del quinto centenario della sua morte. La pubblicazione รจ stata realizzata in collaborazione con le altre istituzioni che custodiscono i dipinti del Divin Pittore cosรฌ da fornire un panorama non limitato alla sola proprietร ecclesiastica. Si รจ scelto di non estendere lโoggetto della pubblicazione a tutta lโUmbria, ma di restare allโinterno dei confini della diocesi, che corrispondono sostanzialmente allโarea geografica di Perugia e del lago Trasimeno. Questa pubblicazione รจ rivolta a coloro che vogliono percorrere itinerari di visita di questโarea, ma vuol essere anche un agile repertorio di immagini e studi delle opere che Pietro Vannucci lasciรฒ nel proprio territorio di origine. Il libro รจ organizzato in tre sezioni: testi di apertura strumenti (biografia, mappa), schede dei luoghi e delle opere. Questโultima sezione ne contribuisce il corpo principale. Per ogni luogo รจ descritta e spiegata nel dettaglio ciascuna delle opere presenti, con l’eccezione dei dipinti nella collezione della Galleria Nazionale dell’Umbria che per vastitร avrebbe espanso successivamente il contenutoยป spiega Francesco Vignaroli, curatore della guida.
Il libro fa parte del progetto Perugino nel segno del tempo, che comprende tutte le iniziative programmate dallโArcidiocesi di Perugia-Cittร della Pieve con la collaborazione di Genesi srl per celebrare il Meglio Maestro dโItalia.
ยซLe celebrazioni del cinquecentenario della morte del Perugino – osserva Mons. Ivan Maffeis Arcivescovo di Perugia-Cittร della Pieve, nella prefazione alla guida – rappresentano unโoccasione per riscoprire e valorizzare, attraverso il nostro patrimonio culturale, la via di una bellezza che traguarda i capolavori e non smette di interrogare le ragioni piรน profonde del nostro essere e del nostro andareยป.
Alla scoperta delle due opere del Divin Pittore esposte a Panicale e Cerqueto.
Il Martirio di San Sebastiano, Perugino. Panicale
Nella cittร di Panicale, borgo non distante da Cittร della Pieve, nella chiesa dedicata a San Sebastiano รจ custodito lโaffresco realizzato dal Vannucci nel 1505 raffigurante il martirio del Santo, soldato vissuto al tempo dell’imperatore Diocleziano. Sebastiano si convertรฌ al Cristianesimo e fu condotto al martirio, ma sopravvisse alle frecce che gli furono scagliate dai suoi commilitoni; i soldati, vedendolo morente e perforato dai dardi, lo credettero morto e lo abbandonarono sul luogo. Santa Irene, che voleva recuperarne il corpo per dargli sepoltura, si accorse che il soldato era ancora vivo, per cui lo trasportรฒ nella sua dimora sul Palatino e lo curรฒ dalle molte ferite con pia dedizione. Venne poi condannato a morte mediante flagellazione.
Il Santo, sopra un alto plinto, si trova sotto di un grandioso porticato che si affaccia su un luminoso paesaggio. ร al centro della scena in posizione dominante legato ad una colonna, il suo corpo รจ candido e perfetto e non sembra sentire dolore. Gli arcieri ai suoi piedi danno movimento a tutta la scena; gli uomini con pose bizzarre sembrano danzare; caratteristica dell’arte cinquecentesca sarร proprio la danza degli arcieri.
Perugino nella chiesa di Cerqueto
Lo stesso soggetto รจ stato raffigurato dal Perugino nella chiesa di Cerqueto, borgo medievale nel comune di Marsciano. Un piccolo e grazioso borgo sulla sommitร di una collina lungo lโantica via che raggiunge Perugia. Lโaffresco รจ di notevole importanza perchรฉ รจ la prima opera del maestro datata 1478 e firmata; per gli studiosi nella produzione artistica del Perugino esiste un prima e un dopo lโaffresco di Cerqueto.
Il Santo legato alla colonna si presenta con unโaria languida, assorta piรน che sofferente, con evidenti trapassi chiaroscurali e con un ritmo lento e pacato. Il Perugino รจ ormai pronto, dopo i lavori in provincia, per il piรน importante palcoscenico dellโarte: da lรฌ a poco infatti Sisto IV lo chiamerร a Roma.
Le sue 26 sale contengono opere dal XIV al XX secolo: Ghirlandaio, Della Robbia, Pomarancio, Guttuso, De Chirico e molti altri.
Preziose opere dโarte, affreschi e il fantasma di una donna che, nelle notti di luna piena, si aggira per le sue stanze. Tutto questo lo troviamo nel cinquecentesco Palazzo Vitelli alla Cannoniera sede della Pinacoteca Comunale di Cittร di Castello, secondo maggior contenitore dโarte della regione dopo la Galleria Nazionale dellโUmbria di Perugia.
Pinacoteca di Cittร di Castello
La sobria struttura, realizzata tra il 1521 e il 1543 per celebrare le nozze del condottiero Alessandro Vitelli con Angela Paola deโ Rossi, รจ arricchita sulla facciata che dร sul giardino da eleganti monocromi di Cristoforo Gherardi, su probabile disegno di Giorgio Vasari. Le sue 26 sale contengono opere dal XIV al XX secolo: la piรน antica รจ la pala della Madonna in trono col Bambino del Maestro di Cittร di Castello, fedele seguace di Duccio di Boninsegna, che risale alla prima metร del โ300.
Martirio di San Sebastiano
Ma sono i primi lavori di Luca Signorelli e RaffaelloSanzio che catturano maggiormente lโattenzione dei visitatori.
Del cittadino onorario Signorelli (nel 2023 si celebrano i 500 anni dalla morte) spicca il Martirio di San Sebastiano, realizzato dallโartista nel 1498 per la Chiesa di San Domenico, dove colpisce la fisicitร di arcieri e balestrieri e il corpo martoriato di Sebastiano; altro pezzo pregiato รจ lo Stendardo di San Giovanni Battista, di scuola Signorelli, commissionato dallโomonima confraternita per la loro chiesa a Cittร di Castello; e un frammentodellโaffresco del 1474 proveniente dalla Torre Civica della cittร tifernate, raffigurante il volto di San Paolo a testimonianza della sua vicinanza a Piero della Francesca.
ยซIl Martirio di San Sebastiano si trova nella Sala della Contemplazione accanto allo Stendardo processionale della Santissima Trinitร , lโunica opera mobile di Raffaello rimasta in Umbria. I due quadri dialogano tra loro in un vis-ร -vis inedito. Ma la Pinacoteca conserva anche lavori di Domenico Ghirlandaio, Andrea Della Robbia, Lorenzo Ghiberti, Antonio Vivarini, Raffaellino del Colle, Santi di Tito, il Pomarancio, Mario Mafai, Renato Guttuso, Giorgio De Chirico, Carlo Carrร e molti altri. ร possibile ammirare anche una ricca collezione di bronzi di Bruno Bartoccini, donata al Comune di Cittร di Castello direttamente dallโartista, mentre nella gipsoteca sono custoditi i gessi realizzati come bozzetti dallo scultore tifernate Elmo Palazzi: da menzionare Allegoria dellโUmbria, una scultura che rappresenta la regione, la cui opera originale si trova nellโAltare della Patria a Romaยป illustrano gli operatori della Cooperativa Sociale Poliedro, che gestisce la Pinacoteca.
Stendardo processionale della Santissima Trinitร , Raffaello
Lโarte si manifesta e prende vita nella Pinacoteca anche negli affreschi delle diverse stanze del palazzo: vasi, mascheroni, motivi vegetali, putti, cornucopie, uccelli affiancano stemmi e simboli della famiglia tifernate dei Vitelli. Lo scalone che dร accesso al piano nobile รจ anchโesso affrescato con una complessa decorazione a carattere celebrativo e simbolico: Sibille e Profeti, Apollo e le Muse, Sapienti e Imperatori dellโantichitร che sono attribuiti a Cola dellโAmatrice e a Cristoforo Gherardi.
Il mobilio esposto nelle diverse sale non appartiene allโarredamento originale del palazzo, ma fa parte della donazione che Elia Volpi, responsabile dellโultimo restauro dellโedificio e proprietario, fece al Comune di Cittร di Castello nel 1912. Tavoli cinquecenteschi di fattura tipicamente umbra o di provenienza conventuale, una serie di sedie e seggioloni sei-settecenteschi ne sono un esempio. I pezzi di maggior pregio e interesse sono gli arredi provenienti da chiese e monasteri castellani.
Interno della Pinacoteca
La leggenda di Laura
Ogni antico palazzo ha una leggenda e un fantasma che torna ad aggirarsi nelle sue sale durante le notti di luna piena. A Palazzo Vitelli alla Cannoniera si racconta la storia di Laura (Sora Laura), dei suoi amanti e dei suoi fazzoletti. Siamo nel โ500, il condottiero AlessandroVitelli viveva in questa dimora a Cittร di Castello con la moglie Angela Paola deโ Rossi, figlia di Bianca Riario e nipote di Caterina Sforza. Il loro non era stato certo un matrimonio dโamore, ma piรน un accordo politico; per questo Angela, poco interessata al marito, lascia presto la dimora. La leggenda vuole che Laura โ minuta, con lunghi capelli corvini e molto bella – incontri Alessandro fuori da palazzo: i loro sguardi si incrociano e lei, sfrontata, lo guarda dritto negli occhi, nonostante allโepoca una donna del popolo non poteva comportarsi in quel modo con un uomo del lignaggio di Vitelli.
Lui rimane colpito dalla sua sfrontatezza e arroganza, per questo la manda a cercare dai suoi uomini. Laura cosรฌ entra a palazzo. Ma nei lunghi periodi in cui Alessandro รจ via lei resta sola, prigioniera di quelle stanze e cosรฌ per passare il tempo inizia a ricamare fazzoletti.
Un giorno annoiata si affaccia allโunica finestra che dร fuori dalla proprietร e, al passaggio di un giovane, fa cadere il fazzoletto. Il ragazzo prontamente lo raccoglie ed entra in casa per restituirglielo, ma si trattiene piรน del dovuto, cosรฌ lei gli consiglia di non uscire dalla porta principale, perchรฉ le serve avrebbero raccontato tutto ad Alessandro. Esorta quindi il giovane a uscire da una porticina nascosta dagli affreschi. Laura tralascia perรฒ un particolare: la porta conduce in un pozzo, per questo si esce rapidamente e senza essere visti (mai piรน).
Secondo la leggenda, questo fazzoletto bianco, immacolato e puro – ma che cosรฌ puro non era – le sfugge piรน volte di mano e quella porta si apre molto spesso. ร per questo motivo che, nelle notti di luna piena, lei, presa dal rimorso, torna allโinterno del palazzo a cercare le anime dei tanti giovani che per colpa sua non hanno fatto piรน ritorno a casa.
ยซIl palazzo รจ molto affascinante e particolare, venire di notte quando รจ buio e non ci sono rumori incute un poโ di timore. Si puรฒ avere la sensazione di non essere soli, di avvertire una presenza. Sarร vero? ร solo suggestione? Tutto questo mistero lo rende cosรฌ affascinanteยป raccontano i gestori della Pinacoteca.
Pinacoteca al chiaro di luna –ย speciale Luca Signorelli (venerdรฌ 26 maggio ore 21)
Tornano le tanto attese aperture serali di Palazzo Vitelli alla Cannoniera. Quest’anno, in occasione di “La Valle di Signorelli”, le visite guidate saranno focalizzate particolarmente sulla vita e le opere dell’artista cortonese conservate nel museo.
ร necessario prenotare: 0758554202 / 0758520656; cultura@ilpoliedro.org
Raccontare il Perugino รจ la mostra a Palazzo Sorbello a Perugia, a due passi dalle 70 opere esposte nella Galleria nazionale dellโUmbria, visitabile fino al 31 dicembre 2023.
Cominciare da qui prima di entrare tra le opere garantisce emozioni, svela segreti, rimette ordine nella Storia e scolpisce ricordi. Le opere dโarte hanno un contesto complesso di cui sono anche espressione e, nel caso di Perugino questo riconosciuto, รจ indispensabile sapere anche il silenzio di cui hanno sofferto per il mancato sguardo, frutto di una pessima informazione delle fonti. Eccone alcuni cenni.
Madonna degli Alberelli, Casa Museo Palazzo Sorbello, Perugia
Questa remise en forme รจ stata possibile grazie a una divulgatrice ante litteram del Novecento: Maria Maddalena de Vecchi Ranieri (Marilena, madre di Ruggero Ranieri) che ha curato, raccolto e tramandato la ricca biblioteca dei marchesi Ranieri Bourbon di Sorbello. Biblioteca che ospita un ricco fondo di opere dedicate al Viaggio e quindi ai viaggiatori del Settecento e dellโOttocento che hanno visitato lโItalia e lโUmbria. ยซSono passati anniยป afferma Diego Brillini ยซdalla pubblicazione della prima edizione di Viaggiatori stranieri in Umbria, risultato di quella che forse fu la principale tra le fatiche intellettuali di Marilena de Vecchi Ranieriยป.
Si parte cosรฌ alla scoperta e riscoperta di Pietro Vannucci detto il Perugino. Tutti gli autori che hanno collaborato alla mostra e alla stesura del catalogo scrivono come gli insigni viaggiatori siano stati influenzati, a torto, dalle Vite di GiorgioVasari, aretino, pittore poco richiesto, di sicuro il primo critico dโarte che racconta degli artisti del suo tempo sulla base di valutazioni soggettive e spesso campanilistiche. Cosรฌ danneggiรฒ anche Pintoricchio, apostrofandolo come ยซdecoratore a metraggioยป. E danneggiรฒ Perugino e Perugia in quanto i grandi viaggiatori nei rispettivi diari fecero riferimento prevalente proprio al Vasari. Lo scrive Isabella Nardi citando Lalande, astronomo e intellettuale che nel suo Voyageย dโun franรงois enย Italie fait dans les annรฉes 1765 et 1766 cita la povertร infantile del pittore a cui avrebbe fatto da contraltare lโaviditร di guadagno e lโinvidia per Michelangelo. Continua la Nardi: ยซUna attribuzione sbagliata, da Perugino a Raffaello, รจ appunto argomento di conversazione tra Adriano Meis e la pettegola signorina Caporale nel Fu Mattia Pascal, pubblicato a puntate nel 1904 sulla Nuova Antologiaยป.
Perugino รจ stato un pittore molto richiesto, riceveva commesse a non finire in tante cittร dโItalia, fino a Napoli. Per questo meraviglia la poca accuratezza sullโattribuzione delle sue opere o forse anche la poca curiositร , un controsenso per un viaggiatore spesso alla ricerca di percorsi non battuti. Alberto Sorbini nel suo saggio Perugino e i viaggiatori del Grand Tour: ยซPer la stragrande maggioranza degli intellettuali che venivano a visitare il Bel Paese, ciรฒ che era degno di ammirazione partiva dal divino Raffaello e poco o nulla degli artisti che lโhanno precedutoโฆ La damnatio memoriae del pittore di Cittร della Pieve precede i viaggiatori che vengono in Italia. Si prenda ad esempio il Viaggio pittorescoโฆ del 1671 opera del francese Giacomo Barriโฆ riguardo alla cittร di Perugia si citano lโopera di Barocci nel Duomo, del ยซgran Raffaelloยป nella chiesa di San Severoโฆ e infine un ยซquadro nobilissimoยป di Guido Reni nella Chiesa nuova di San Filippo Neri; non vi รจ traccia delle opere del Peruginoยป.
Perugino muore nel 1523. Per farla breve bisognerร aspettare il 1907 con lโEsposizione dโantica arte umbra nella pinacoteca della cittร . ยซFu offerta unโoccasione in piรนยป cosรฌ Diego Brillini ยซper poter ammirare i capolavori della scuola umbra e del Perugino, molti dei quali concessi in prestito per lโoccasione da collezionisti privati, tra i quali figurano i fratelli Ruggero Ranieri Bourbon di Sorbello e Emanuele Ranieri, questโultimo al tempo proprietario della celebre Annunziazione Ranieri, opera giovanile del Perugino attualmente in deposito presso la Galleria Nazionaleยป. La differenza tra le opere di Perugino, Pintoricchio e Raffaello รจ forse evidente a chi ha avuto una frequentazione piรน ravvicinata. Una per tutte la postura delle figure: nel Perugino una maggiore compostezza rispetto allโaccenno di movimento di Pintoricchio che in Raffaello diventa quasi danzante, come fosse un anticipo del Cinema.
Sta di fatto che: ยซNessun quadro venne attribuito a Peruginoยป cosรฌ Francis Russel ยซnellโinventario di Van Der Doort dellโeccezionale collezione di re Carlo Iโฆยป Unโaltra data topica per la ricostruzione storica รจ il 22 aprile del 1945. ยซUno degli ultimi importanti momenti della presenza alleataยป scrive Ruggero Ranieri ยซfu lโorganizzazione della mostra Quattro secoli di pittura in Umbria. Mostra celebrativa del V centenario della nascita di Pietro Perugino, aperta il 22 aprile del 1945 alla Galleria Nazionale dellโUmbria, frutto della collaborazione fra i Monuments Men e il Soprintendente per le Gallerie e i Monumenti, Achille Bertini Colossoโฆ Fu un evento di grande risonanza con la presenza dellโallora Ministro della Pubblica Istruzione Vincenzo Arangio-Ruizโฆ un catalogo stampato sia in versione italiana che inglese, 51 opere di cui ben 40 erano della Galleria nazionale stessaโฆยป.
Tante storie nelle storie: ยซLโiconografia della Madonna degli Alberelli Ranieri di Sorbelloยป cosรฌ Claudia Pazzini ยซcon le figure dagli sguardi rivolti in direzioni opposte e la particolare posa sinuosa dellโinfanteโฆ ripete un fortunato schema compositivo che il Perugino propose per la prima volta nella Pala dei Decemviriโฆ la fortunata invenzione fu copiata dalla maggioranza dei seguaci umbri e toscani del Vannucciยป. Dal danno alla beffa. ยซโฆquesto rinato interesse per la conservazione delle pitture del Cambioยป scrive Cristina Galassi ยซil 1797 si rivelรฒ un anno terribile per le opere di Perugino: รจ noto che il pittore Jaques-Pierre Tinet fu inviato a Perugia allo scopo di ampliare la esigua lista di dipinti in precedenza predisposta da Jean-Antoine Gros e col fine di selezionare nuove opere, non comprese tra le cento indicate nel trattato di Tolentino, destinate al museo del Louvre. Perugino, nei famigerati elenchi delle requisizioni compilati in quellโanno, finirร malauguratamente, con lโoccupare un posto di assoluto privilegioยป.
Mostra Raccontare il Perugino dal 4 aprile al 31 dicembre 2023
Palazzo Sorbello, piazza Piccinino a Perugia.
Catalogo Raccontare il Perugino, impressioni e resoconti di viaggiatori stranieri in Umbria alla scoperta di Pietro Vannucci (Campisano editore)
ย
Mostra Il meglio maestro dโItalia. Perugino nel suo tempo
In esposizione 70 opere dal 4 marzo allโ11giugno 2023.
Galleria nazionale dellโUmbria. Corso Vannucci, Perugia
Il catalogo di Dario Cimorelli Editore
Il Perugino a Porta S. Angelo, mostra di cartoline e documenti fino al 27 maggio
Biblioteca di San Matteo degli Armeni
Orario: Dal lunedรฌ al venerdรฌ 9.30-13.00 e 15.00-19.30
Perugino e Signorelli sono per la nostra regione un orgoglio e un vanto; la loro arte รจ stata cosรฌ eccellente che sono riusciti a tenere uniti due mondi: quello del Verrocchio, di cui era allievo Perugino e quello di Piero della Francesca, maestro di Luca Signorelli.
Attraverso la storia della bellezza, dopo cinque secoli, continuiamo ad andare alla ricerca delle loro tracce nei luoghi piรน iconici dellโUmbria. I loro capolavori non rappresentano solo un simbolo della nostra terra, ma sottolineano l’importanza e lo sviluppo di un Umanesimo che รจ penetrato nella nostra Penisola. ร proprio in Umbria infatti che Pietro Perugino รจ nato, qui ha mosso i suoi primi passi, ha iniziato la sua carriera e, dopo aver raggiunto il successo, รจ tornato.
Attraverso le parole di Paola Agabiti, Assessore Regionale alla Cultura e al Turismo Regione Umbria, possiamo infatti comprendere che Perugino e Signorelli: ยซhanno anticipato ed esaltato proprio quellโUmanesimo di cui sono stati autorevoli protagonisti, ponendosi direttamente come attori del Rinascimento italiano. Le loro opere, la luce che ne traspare il loro tratto classico e al tempo stesso nitido e visionario ne definiscono la sconfinata maestria e ne manifestano la profonda influenza su decine di artisti loro contemporanei e non soloยป.
Entrambi morti nel 1523, Signorelli a Cortona, in Toscana, e Perugino a Fontignano, a sud-ovest di Perugia hanno lasciato tracce delle loro opere nel territorio delle due regioni. Entrambi celebri in vita, famosi e ricercati dai grandi committenti dell’epoca hanno influenzato i loro allievi tra i quali va ricordato il giovane Raffaello.
Perugino, Adorazione dei magi, 1507, affresco, 700 x 650 cm, Cittร della Pieve, Oratorio di Santa Maria dei Bianchi
Nato a Cittร della Pieve, Pietro Vannucci vi lavorรฒ in giovane etร , per poi tornarvi nei primi anni del 1500. Cittร della Pieve, patria del meglio maestro dโItalia, รจ un piccolo borgo al confine tra Umbria e Toscana, ricco di fascino e di straordinaria bellezza: la sua natura verdeggiante e incontaminata domina la Valdichiana e il lago Trasimeno; natura lussureggiante ispiratrice dei piรน eccellenti pittori del Rinascimento.
Nei pressi del duomo รจ affissa una targa la quale ricorda che un tempo vi era la casa della famiglia Vannucci. Lโartista in cittร , venne chiamato dalla confraternita dei Bianchi per i quali realizzรฒ un grande affresco per la cappella dellโoratorio raffigurante lโAdorazione dei Magi. Figure dominanti sono la Vergine e il Bambino, i Magi riccamente vestiti sono raffigurati in primo piano, alle loro spalle verdi colline di una vallata umbra; nellโopera Perugino realizza un perfetto connubio tra uomini, paesaggio e architettura, integrandoli perfettamente.
Lโartista fu lโiniziatore di un nuovo modo di dipingere quello della cosiddetta maniera moderna, caratterizzata dalla purezza formale, dalle ampie composizioni, da un disegno ben definito ed elegante e i personaggi liberati dalle caratteristiche terrene e investiti di un’aria angelica.
Perugino. “Madonna con Bambino e i santi Gervasio, Pietro, Paolo e Protasio”, 1514, olio su tavola, 240 x 220 cm, Duomo, Cittร della Pieve
In cittร , inoltre, si trova la Cattedrale dei Santi Gervasio e Protasio. La chiesa sorge nel luogo dellโantica pieve edificata probabilmente nel 1600. La facciata รจ costruita da due materiali diversi: pietre e laterizi, lโinterno a navata unica presenta grandi cappelle laterali che custodiscono opere di allievi del Perugino come Domenico Paride Alfani e Giacomo di Guglielmo e una tela realizzata dal Pomarancio e Salvio Savini.
Sempre nella cattedrale รจ conservata una tavola lignea rappresentante la Madonna con i santi Gervasio, Protasio, Pietro e Paolo. Il Perugino inserisce madre e figlio nel registro superiore in una cornice a forma di mandorla, antico simbolo di vita e di rinascita poichรฉ il mandorlo รจ il primo albero a fiorire in primavera. Nel registro inferiore sono presenti san Pietro con le chiavi del Paradiso, Paolo con una lunga spada e il libro e Gervasio e Protasio patroni di Cittร della Pieve; alle loro spalle vi รจ lโiscrizione con la data della consegna e la firma dellโautore.
Il pavimento della chiesa รจ riprodotto anche nell’opera: ai piedi dei personaggi infatti ben si nota un pavimento a forme geometriche.
Visitare il Museo del Capitolo significa fare un viaggio a ritroso nella storia di Perugia: la storia cittadina naturalmente, ma anche quella geologica, religiosa, rituale. Una serie di elementi che restituiscono il quadro di una cittร in pieno fermento, oggi come allora.
A guidarci in questo viaggio ci sono lโarchitetto Alessandro Polidori e Maria Eletta Benedetti, storica dellโarte che fa parte dello staff di IsolaSan Lorenzo, un progetto che prende il nome dal complesso architettonico che, richiamando lโinsula romana, comprende la Cattedrale di San Lorenzo, lโarea archeologica di Perugia sotterranea, la loggia di Braccio Fortebracci e, appunto, il Museo del Capitolo.
L’esposizione del Museo del Capitolo
Proprio questโultimo si apre al suo centesimo anno di vita con un nuovo percorso espositivo, presentato nel febbraio del 2023: diversamente dal restauro del 2000, lโesposizione non segue un criterio cronologico ma tematico, accorpando testimonianze diverse provenienti da quella che era lโarea della Diocesi di Perugia-Cittร della Pieve, il confine di epoca comunale della Cittร di Perugia.
E cosรฌ, dalla Sala dellโAccoglienza โ giร parte del nucleo originario del 1923 e contenente un ingegnoso strumento per votare in segreto โ ci avviamo lungo il porticato dove sono conservati i reperti lapidei rinvenuti nella zona della Rocca Paolina e dellโacropoli perugina, della quale si puรฒ apprezzare la profonditร affacciandosi dal camminamento introduttivo alle sale del Museo capitolare.
Il porticato
Il percorso continua attraverso opere, manufatti, paramenti sacri e ricostruzioni che fanno di ogni sala uno spaccato della storia perugina, siglato da firme artistiche piรน o meno note: basti pensare alla Pietร in marmo lunense di Agostino di Duccio che accoglie il retaggio di Raffaello, il cui retro, giร scolpito, ne indica una probabile provenienza dal portale della precedente cattedrale; oppure al Gonfalone di San Fiorenzo di Benedetto Bonfigli, legato alla richiesta della grazia in occasione della recrudescenza della peste in cittร , con quellโangelo che srotola una lunga pergamena vergata con le colpe dei perugini; o, ancora, agli oggetti sacri che testimoniano la presenza della corte papale in cittร , non solo in caso di calamitร โ come il Messale portato dai crociati in fuga da San Giovanni dโAcri – ma ancheโฆ di dipartita improvvisa del pontefice. E, a Perugia, di papi ne morirono ben tre!
Reliquiario del Sacro Anello
Se รจ vero che gli oggetti sacri dialogano con le opere pittoriche, non poteva essere da meno il grande meccanismo prospettico restituito dal reliquiario del Sacro Anello โ temporaneamente ospite al Museo โ posto di fronte alla riproduzione del tanto conteso Sposalizio della Vergine di Pietro Vannucci detto Il Perugino, tornato ora a Perugia dopo due secoli ed esposto alla Galleria Nazionale dellโUmbria. Di questo reliquiario cinquecentesco che risiede stabilmente sullโaltare della cappella in cui viene mostrato solo due volte allโanno โ lasciata solo nel 1907, anno in cui venne esposto alla Mostra di antica arte umbra, e questโanno โ sappiamo veramente poco: fu cesellato dalle mani di Francesco e Cesarino del Roscetto nel 1511 ma, siccome il meccanismo che permette la calata dellโanello รจ settecentesco, non sappiamo in che modo e se ci fosse effettivamente una calata. Il fatto perรฒ che il Divin Pittore non abbia dipinto un anello tra le mani di Giuseppe lascia aperta la possibilitร che fin da subito vi fosse la volontร di creare un gioco prospettico che potesse soggiogare i credenti inginocchiati di fronte allโaltare: รจ la stessa sensazione che coglie il visitatore di fronte alle innumerevoli curiositร e ai retroscena mostrati dallโintero percorso espositivo del Museo. ร come sbirciare nelle stanze piรน intime di una storia lunga secoli, dove le propaggini della devozione popolare e dei giochi di potere dei grandi finiscono per intessere trame nuove e intriganti.
Il restauro del Perugino
Le prime fasi del restauro della Pala Martinelli del Perugino
Proprio con questo spirito, il Museo del Capitolo offre anche la possibilitร di visitare, dal 4 marzo allโ11 giugno, il cantiere di restauro della Pala Martinelli del Perugino. La Pala, che rappresenta il martirio di San Sebastiano, fa parte delle opere disperse provenienti di San Francesco al Prato ed รจ in condizioni piuttosto critiche, tanto che era da tempo che non veniva piรน esposta. Il Dipartimento di Scienze Chimiche e tecnologie dei materiali del CNR, in questo momento, sta analizzando gli strati superficiali del dipinto per indagarne i materiali, le tecniche e lo stato di conservazione. Tramite una strumentazione portatile, viene analizzato ogni singolo punto del dipinto per raccogliere informazioni sui pigmenti, sulla preparazione, sulla natura antica o moderna dei materiali utilizzati, restituite attraverso immagini a infrarossi. Questa mole di dati sarร poi trasmessa ai restauratori, in modo che possano armonizzare le parti originali non solo con quelle ridipinte, ma anche con quelle restaurate in passato.
Unโoccasione imperdibile, per il visitatore, non solo per rendersi conto di quale e quanto lavoro cโรจ dietro il recupero di pezzi tanto rari e preziosi, ma anche per ammirare uno dei capolavori del grande maestro rinascimentale, ancora incredibile nonostante il lungo e inesorabile cammino attraverso le pieghe del tempo.
In occasione delle celebrazioni del cinquecentenario del Perugino, รจ possibile ammirare la mostra a Palazzo Baldeschi dal 21 giugno al 2 ottobre 2023
Rendere evidente il legame artistico che, a distanza di quasi 500 anni, unisce idealmente lโarte del Perugino con lโopera di Alberto Burri. ร lโobiettivo della mostra NERO Perugino/Burri, voluta da Fondazione Perugia nellโambito delle attivitร promosse per le celebrazioni per il Cinquecentenario dalla morte di Pietro Vannucci, che mette in dialogo le opere di quelli che forse sono i due maggiori artisti di origine umbra accomunate dalla suggestiva e peculiare soluzione formale del fondo nero, da cui il titolo dellโevento.
La mostra รจ stata presentata nei dettagli dalla Presidente di Fondazione Perugia Cristina Colaiacovo e dai due curatori della mostra, la storica dellโarte Vittoria Garibaldi e il Presidente della Fondazione Burri Bruno Corร . โLโIntuizione di mettere a confronto i due maestri โ ha spiegato la Presidente Colaiacovo – si รจ sviluppata a partire dal desiderio di valorizzare, in occasione del Cinquecentenario, il gioiello piรน prezioso della collezione dโarte di proprietร della Fondazione: la tavoletta del Perugino Madonna con il Bambino e due cherubini. Da qui ha avuto origine il percorso, che inizialmente doveva essere dedicato al solo Pietro Vannucci e che, successivamente, ci ha condotto, grazie alla competenza dei curatori, a una mostra originale che rappresenta una vera novitร nel panorama espositivo. Siamo molto grati alla Fondazione Burri per questa proficua collaborazione tra istituzioni culturali del territorio che continueremo a coltivare a beneficio dellโattrattivitร della nostra regioneโ.
Saranno circa 20 le opere esposte dal 21 giugno al 2 ottobre 2023 a Palazzo Baldeschi in Corso Vannucci a Perugia accuratamente selezionate dai due curatori. Grazie alla collaborazione con la Fondazione Burri, che ha messo a disposizione le opere dellโartista tifernate, e agli importanti prestiti di prestigiosi musei, a partire dalla Galleria Nazionale dellโUmbria fino alla Galleria degli Uffizi e al Museo del Louvre, รจ stato possibile creare un percorso espositivo suggestivo che fa emergere i tratti comuni di due artisti pari per grandezza e solo apparentemente distanti. Le opere dei maestri Rinascimentali e del Perugino, in particolare, hanno infatti rappresentato per Burri una fondamentale fonte di ispirazione. Lโelemento piรน evidente che accomuna le opere in mostra รจ lo sfondo nero, privato quindi delle ambientazioni paesaggistiche o prospettico-architettoniche e che rappresenta una grande innovazione per lโepoca del Perugino ed uno dei tratti piรน ricorrenti nellโopera di Burri.
Rosso Plastica di Alberto Burri
Ma gli aspetti comuni non finiscono qui come ha spiegato Vittoria Garibaldi che ha curato la grande mostra sul Perugino del 2004: โHo avuto lโonore di conoscere ma soprattutto di frequentare Alberto Burri negli anni ottanta. Era solito ripercorrere le vie del Rinascimento dellโItalia centrale insieme ai suoi piรน cari amici come Nemo Sarteanesi. ร questo un dialogo dalle radici lontane e che trova conferma nelle linee, nelle forme e nelle sensibilitร cromatiche che uniscono i due grandi artisti.โ
Dal canto suo Bruno Corร afferma: ยซLe affinitร da cogliere in questo episodio espositivo con il Perugino, cosรฌ come avvenuto nel 2015 in occasione del confronto di Burri con Piero della Francescaย e perfino col Signorelli, risiedono nel rapporto tra le loro opere che Brandi ha definito โallotropicoโ, cioรจ di creazioni che pur avendo aspetti diversi sono accomunate da una stessa sostanza: essa riguarda, infatti, oltre il colore nero, lโesigenza irrinunciabile di forma, spazio ed equilibrio nellโoperaยป.