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I colori del Perugino nel borgo di Deruta

L’antico borgo di Deruta è dominato dal trecentesco Palazzo Comunale con le tre bifore romaniche che ne ingentiliscono la facciata in pietra; negli ambienti del piano superiore si trovano le stanze dalla Pinacoteca Comunale.

La Pinacoteca raccoglie cinquantadue tele della collezione di Lione Pascoli, donate al Comune dagli eredi nel 1937. Tra le opere ricordiamo la Madonna e i santi Francesco e Bernardino dell’Alunno, l’Angelo di Guido Reni e alcuni affreschi staccati da chiese del territorio.
Proprio in queste sale è conservato il bellissimo affresco di Pietro Vannucci, raffigurante il Padre Eterno, i santi Rocco e Romano con una veduta di Deruta. Nella parte inferiore dell’opera è presente un’insolita veduta dal basso della cittadina, della quale si riconoscono la chiesa di san Francesco, ancora dotata del campanile gotico poi modificato nel 1704, la chiesa di santa Maria dei Consoli e le torri civiche. Nella parte superiore, entro una sfera luminosa, si trova Dio Benedicente con in mano il Globo, affiancato da san Rocco che gli rivolge lo sguardo e san Romano vestito da pellegrino che mostra la ferita alla coscia, segno della peste da cui è stato contagiato.

 

Perugino, Padre Eterno, san Romano e san Rocco, 1475-1478. Pinacoteca Comunale

 

I due santi, in pose eleganti e ben equilibrate, occupano uno spazio ideale delineato da un pavimento a forme geometriche e un drappo rosso alle loro spalle. Sotto i due santi corrono i loro nomi e un’iscrizione: la scritta attesta la realizzazione del dipinto al 1475, a seguito di un decreto pubblico. In realtà è probabile che l’affresco sia successivo al 1476, anno in cui la città è stata colpita da un’ondata di peste. Quest’opera è molto vicina da un punto di vista stilistico all’Adorazione dei Magi conservata nella Galleria Nazionale dell’Umbria, del 1475.
L’opera è stata realizzata dal Perugino per la chiesa di san Francesco: la chiesa fu consacrata nel 1388, oggetto di successivi restauri e rifacimenti, presenta sulla facciata un rosone, mentre il campanile è alleggerito da bifore ogivali, è inoltre conservata una campana fusa in occasione della canonizzazione di san Francesco.
In breve tempo la fama di Perugino raggiungerà Roma e il Papa, che gli commissionerà la decorazione dell’abside della Cappella della Concezione nella Basilica costantiniana di San Pietro e delle pareti della Cappella Sistina, accanto a Botticelli, Ghirlandaio e Cosimo Rosselli.

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Giulia Venturini

Laureata in Beni e Attività Culturali, è specializzata in Storia dell'Arte e in Archeologia.