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Il Perugino e un vecchio contratto di archivio

L’ultima produzione artistica di Pietro Vannucci è attestata a Trevi, piccolo e caratteristico borgo umbro.

Nel centro storico della città, incorniciato da un tipico paesaggio verdeggiante, è visibile la cinquecentesca Villa Fabri, sede della fondazione omonima e dell’associazione Strada dell’Olio extravergine di Oliva Dop Umbria. Alla sommità della città svetta la torre civica, simbolo di Trevi, spostandosi di poco è visibile il duomo intitolato a sant’Emiliano, primo vescovo e patrono della città.

Perugino, Adorazione dei Magi, 1521-1522, Santuario della Madonna delle Lacrime, Trevi

 

In città il pittore giunse nel 1521 all’età di 76 anni per affrescare una delle Cappelle del Santuario della Madonna delle Lacrime con la raffigurazione dell’Adorazione dei Magi e i santi Pietro e Paolo, considerata una delle ultime opere del maestro. L’opera riprende l’episodio del Vangelo secondo Matteo: la Sacra Famiglia è posta al centro sotto un baldacchino ligneo che si estende fino alla sommità del dipinto. La Vergine è seduta su un trono rialzato e il Bambino benedicente è posto sul suo ginocchio destro, nell’atto di benedire il più anziano dei Magi che gli offre il suo dono. San Giuseppe invece è in piedi appoggiato a un lungo bastone, accanto a lui è inginocchiato il secondo magio, il terzo, il più giovane, attende il suo turno per presentare la sua offerta come vuole la tradizione.

Nel novembre del 2022, l’archivista Maria Paola Bianchi ha annunciato il ritrovamento del contratto che affidava al maestro umbro la realizzazione dell’opera. Nel santuario si conserva un’altra importante testimonianza del Rinascimento umbro: l’affresco di Giovanni di Pietro, noto come lo Spagna, attento e sensibile seguace del Perugino, raffigurante il Trasporto di Cristo.

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Giulia Venturini

Laureata in Beni e Attività Culturali, è specializzata in Storia dell'Arte e in Archeologia.