Siamo giunti ormai al termine di questa cinquantunesima edizione di Umbria Jazz: rush finale con Somi, Fatoumata Diawara, Chucho Valdés, Roberto Fonseca, Veronica Swift, Nile Rodgers & Chic, Djavan e la Pacific Mambo Orchestra.
Ultimi giorni di musica ed eventi per l’edizione 2024 di Umbria Jazz, vera e propria istituzione perugina e dell’Umbria tutta che anche quest’anno ha regalato al pubblico dieci giorni di concerti ed emozioni, accentuando i connotati cosmopoliti del capoluogo perugino e colpendo, ancora una volta, i cuori di tutti gli appassionati del jazz e non solo.
Perugia si trasforma
Se la manifestazione – che conta ormai mezzo secolo di storia – deve i natali a quegli scambi tra appassionati del genere – l’ideatore e attuale direttore artistico Carlo Pagnotta in primis – oggi è senza dubbio uno dei maggiori e più attesi festival, riconosciuta manifestazione musicale e operistica di assoluto rilievo internazionale secondo la legge regionale 21 del 19 dicembre 2008 che la tutela al pari di altri eventi nazionali (su tutti il Festival dei Due Mondi di Spoleto e il Rossini Opera Festival di Pesaro).
È vero, dalla prima esperienza di quell’Hot Club Perugia che era riuscito a portare Louis Armstrong al Teatro Morlacchi (1955) e Chet Baker nella Sala dei Notari (1956), ne è passato tempo. Già nella prima edizione dell’evento, datata 1973, si era immessa nell’idea di un festival dedicato ai soli amanti del genere anche una dimensione internazionale, che aveva l’aspirazione di dare, a una piccola e tranquilla regione come l’Umbria, una possibilità più ampia, di promozione turistica e territoriale per dirla con termini oggi molto in voga. Una dimensione in cui gli apparenti anacronismi – il centro storico in cui tutto grida “Medioevo!” inondato da musica nera, vibrante e con quella tipica nota malinconica che, nell’immaginario collettivo, sembra ammantata del lucore dei jazz club, dalle paillettes e dal torpore di tutte quelle esperienze stranianti che succedono solo a tarda notte nel cuore di una grande città – si sono da tempo riconciliati per trasformare una città e, perché no, per permettere l’evoluzione del festival stesso, ampliando e arricchendo la sua essenza primaria.
Le tre anime (più una) del Festival
Ed è così che l’attuale formula definita dei “tre festival in uno” continua a riscuotere grande successo, arricchendosi anche di generi musicali limitrofi al jazz e di nomi importanti come Charles Mingus, Miles Davis, Sonny Rollins, Sting, Stan Getz, Dizzy Gillespie, Ornette Coleman, l’imprendibile João Gilberto, Quincy Jones, Tony Bennett e Lady Gaga, Caetano Veloso, Gilberto Gil, Eric Clapton, Santana, R.E.M., Prince, Liza Minnelli, Elton John, Ben Harper, Bob Dylan, Prince, B.B. King, Tom Jones, Thom Yorke, Earth, Wind & Fire, Paolo Fresu, Stefano Bollani, Mika e Lenny Kravitz, che si è esibito all’Arena Santa Giuliana non più tardi di sabato scorso, davanti a 18.000 persone.
Questa formula tripartita permette di godere del festival in modi differenti, certo, ma anche di luoghi diversi dislocati nel capoluogo umbro: la sopracitata Arena Santa Giuliana, dove sono ospitati i grandi eventi e il pubblico più ampio; alcune istituzioni del centro storico come il Teatro Morlacchi, la Galleria Nazionale dell’Umbria, il Cinema Méliès, ma anche ristoranti e bistrot dove abbinare un pranzo, una cena o un aperitivo a concerti live; infine le piazze, le vie e i giardini del centro storico, con concerti gratuiti che portano avanti non solo quello spirito itinerante con cui era nato il festival, ma anche la tradizione delle marchin’ band di New Orleans e delle jam session. Dal 2019 si è aggiunta anche una parte dedicata ai più piccoli. UJ4KIDS, ospitato presso i Giardini Santa Giuliana, presenta un ricco programma di concerti e iniziative legate alla cultura e all’educazione musicale.
Le iniziative collaterali
Umbria Jazz è anche formazione: dalla collaborazione con il prestigioso Berklee College of Music di Boston dal 1987 è attivo un programma che offre un corso intensivo per musicisti under 30. Berklee at Umbria Jazz Clinics si svolge durante l’appuntamento estivo del festival e offre sessioni teoriche e pratiche da parte dei docenti del prestigioso istituto americano. Non pochi tra i musicisti che oggi si esibiscono sui palchi di Umbria Jazz come affermati professionisti hanno frequentato negli anni scorsi le Clinics. Ai corsi quest’anno sono iscritti 221 studenti, che arrivano da tutto il mondo per coniugare la propria crescita professionale con la atmosfera unica del festival.
Non è mancato il riconoscimento, assegnato dalla Fondazione Perugia, che premia gli Ambasciatori dell’Umbria nel Mondo, ovvero musicisti che hanno portato e tenuto alto il nome dell’Italia e dell’Umbria fuori dai confini nazionali. Gli anni passati sono stati premiati grandi nomi del panorama musicale che hanno fatto, e stanno facendo, la storia e la fortuna di Umbria Jazz: Enrico Rava, Renato Sellani, Giovanni Tommaso, Stefano Bollani, Francesco Cafiso, Roberta Gambarini, Franco D’Andrea, I Solisti di Perugia, Danilo Rea, Enzo Pietropaoli, Giovanni Guidi, Fabrizio Bosso, Rita Marcotulli, Paolo Fresu, Rosario Giuliani, Dado Moroni, Gianluca Petrella. Quest’anno la Fondazione Perugia ha premiato Alessandro Lanzoni, a cui è stato consegnato il premio in concomitanza con il concerto di ieri sera che si è tenuto al Teatro Morlacchi.
Eleonora Cesaretti
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