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Arti e corporazioni a Perugia: i volti del potere

Diffuse fin dall’epoca romana e nate per riunire chiunque esercitasse lo stesso mestiere, le corporazioni (o collegia) vennero ben presto utilizzate come strumento di controllo locale da parte del potere imperiale. Nel Medioevo si evolvono e diventano associazioni di imprenditori che avevano come scopo principale quello di difendere i propri interessi presso le autorità: a Perugia le due più potenti erano il Collegio della Marcanzia e quello del Cambio. Dell’intenstà del loro potere resta traccia nelle due magnifiche sale dove le due corporazioni si riunivano.

Sebbene nel resto d’Europa assunsero tratti peculiari e in Italia avessero nomi che differivano da territorio a territorio – arti in Toscana, fraglie nell’entroterra veneto, scole a Venezia, paratici in Lombardia, gremi in Sardegna e collegi a Perugia – tra le corporazioni si possono individuare dei tratti comuni, afferenti allo scopo primario di ogni corporazione di difendere l’esercizio del proprio mestiere, del proprio prodotto e di chi lo creava. Ad esempio veniva tutelata la qualità dei manufatti, controllando le materie prime, gli strumenti di lavoro e i processi di lavorazione, nonché combattendo quelli che oggi chiameremmo falsi; al tempo stesso veniva promulgato il principio della non concorrenza, sebbene tra i soci esistesse un ordine gerarchico che condizionava non solo lo svolgimento delle attività, ma anche i guadagni. Venivano, infine, formate le nuove leve: i bambini entravano in bottega in tenera età per imparare tutti i trucchi del mestiere.

Anche tra le diverse arti esistevano delle gerarchie, tanto che si distinguevano Arti Maggiori, Mediane e Minori, differenti di città in città: il potere economico, il numero degli associati, la preponderanza di ogni professione all’interno dell’economia urbana e la partecipazione dei suoi aderenti alla vita politica determinava divisioni visibili nei grandi eventi pubblici, come le processioni per le feste dedicate al patrono o alla Vergine. A Perugia, nel 1342, i primi a sfilare durante il corteo per il patrono San Costanzo erano gli iscritti al Collegio della Mercanzia, seguiti da quelli del Cambio, dei Calzolari e via dicendo.

Una piccola curiosità: il detto “andare per la maggiore” deriva proprio dal sistema delle corporazioni: appartenere appunto alle arti maggiori assicurava rispetto e fiducia.

Matricola dell’Arte della Mercanzia, XIV-XV sec.

La Corporazione dei Mercatores

L’esistenza dell’istituzione è documentata già nel 1218 e la forte influenza anche politica che esercitava era evidente per il fatto che a essa spettava la nomina dei primi due dei dieci Priori che reggevano il Comune. Raccoglieva inoltre il giuramento dei più alti ufficiali, forniva il magistrato delle prede nelle rappresaglie, moderava i prelievi di tributi, garantiva per il capitano e gli altri ufficiali forestieri, stabiliva il saggio ufficiale della moneta.

Del Collegio della Mercanzia abbiamo ancora gli statuti e le matricole del 1323, del 1356 e del 1599. Se le matricole contenevano i nomi degli iscritti, gli statuti disciplinavano i requisiti di ammissione e all’esercizio della mercatura, individuale o societaria, la concorrenza sleale, la mediazione, pesi e misure, le modalità di esposizione e vendita delle merci, le conseguenze del fallimento, la certificazione di scritture, il lavoro dei garzoni, la giurisdizione commerciale.

Il volto del potere: la Sala dell’Udienza

​Nel 1390 il Comune di Perugia, a compensazione di un prestito ricevuto per guerre e carestie, cedette al Collegio alcune stanze al piano terra del Palazzo dei Priori, che l’Arte fece rivestire con una preziosa boiserie in legno di noce, abete e pioppo. All’ispirazione nordica di questa decorazione fa da contraltare il glifo che la abbellisce, palese citazione dell’arte orientale, rappresentazione dei due estremi geografici toccati dai mercanti nei loro frequenti viaggi. A delineare il perimetro della Sala vi è il sedile per i mercanti che prendevano parte alle riunioni, mentre il seggio con intagli in stile gotico era riservato alle cariche. Il pulpito, decorato con le quattro Virtù cardinali e grifi, era invece destinato al giudice mercantile ed è peraltro una testimonianza piuttosto rara.

Matricola dell’Arte del Cambio, XVI-XXI sec.

Il Nobile Collegio del Cambio e il Divin Pittore

Gli obiettivi principali dell’arte furono quelli di vigilare sulla legittima commutazione del denaro e di pronunciare sentenze su cause civili nell’ambito delle proprie competenze, per cui assumeva le funzioni di tribunale. Di grande impatto è la collezione di pesi monetali (ben 550) per monete circolanti a Perugia e nello Stato della Chiesa tra il XV e la seconda metà del XIX secolo. I pesi monetali erano fondamentali per controllare l’effettivo valore delle monete d’oro e d’argento, stabilito in base al loro peso e alla percentuale di metallo prezioso nella lega.

Preziosa è anche la sede, ultimata nel 1457 dopo cinque anni di lavori e ricompresa nel Palazzo Pubblico, alla cui decorazione (iniziata nel 1490) presero parte alcuni degli artisti più quotati del tempo. Domenico del Tasso realizzò il bancone e i postergali, mentre dalla mano di Benedetto da Maiano scaturì la statua in terracotta dorata della Giustizia. Ma è al Divin Pittore Piero Vannucci che si devono le decorazioni pittoriche perfettamente fuse alle tarsie lignee che danno alla Sala delle Udienze l’aspetto senza tempo che la caratterizzano. I lavori cominciarono quasi certamente dalle sette vele della volta con le personificazioni dei segni zodiacali nei pianeti, messe in connessione tra loro attraverso quelle rappresentazioni fantastiche – putti a cavallo di capre e pantere, satiri, arpie e via dicendo – che saranno poi identificate come grottesche. È proprio in quegli anni, infatti, che era stata riscoperta la Domus Aurea neroniana e, proprio in quelle grotte semisepolte erano stati rinvenuti una serie di affreschi che avevano prima stuzzicato l’animo degli artisti e poi erano finiti per diventare il capostipite di una rinnovata attenzione al mondo antico che caratterizzerà tutto il XV secolo.

Nelle grottesche della Sala delle Udienze del Collegio del Cambio – con tutta probabilità affidate ad almeno due dei collaboratori di Perugino – si riscontrano anche citazioni dell’araldica locale, delle decorazioni tipiche della ceramica; eppure, non vi è differenza qualitativa rispetto agli affreschi del Maestro, posti nella parte superiore delle pareti e al di sopra dei postergali disposti lungo il perimetro della sala. Gli affreschi, divisi in cinque quadri, rappresentano il trionfo delle Virtù: le quattro Virtù cardinali sono incarnate in figure esemplari della storia greca e romana, mentre le tre Virtù teologali sono allegoricamente rappresentate dalle lunette con la Trasfigurazione di Cristo sul Monte Tabor, la Natività e l’Eterno padre con Profeti e Sibille. Il tema della concordanza tra sapienza pagana e sapienza cristiana venne elaborato dall’umanista Francesco Maturanzio, ispiratosi al Factotum et dictorum memorabilium libri di Valerio Massimo. Maturanzio si occupò anche dei versi latini che figurano nelle tabelle esplicative.

È proprio nella parete sinistra di questa sala che spicca, con un effetto trompe-l’œil, l’autoritratto del Perugino, sopra parole che esprimono tutto il suo compiacimento per la fama raggiunta: «Pietro Perugino, pittore insigne. Se era stata smarrita l’arte della pittura, egli la ritrovò. Se non era ancora stata inventata, egli la portò fino a questo punto».

Autoritratto del Perugino

I Collegi nel tempo

Col passare degli anni i tratti dei Collegi cambiarono: la decadenza dei traffici, l’emergere del ceto magnatizio, le commistioni matrimoniali, la vittoria del partito nobiliare di Braccio Fortebracci e alcune modifiche statutarie fecero sì che le corporazioni si trasformassero in organi del patriziato perugino e, per esservi ammessi, bisognava fornire prove inconfutabili della propria nobiltà. Con l’epoca napoleonica vennero meno anche le funzioni istituzionali, ma i due Collegi continuarono a mantenere immutato il loro carattere aristocratico fino allo Statuto del 1983. Oggi è possibile visitare le magnifiche sedi di queste due antiche istituzioni, racchiuse nel centro storico di Perugia, o partecipare alle iniziative che vengono periodicamente organizzate.


Per maggiori informazioni si veda: www.collegiodelcambio.it  www.mercanziaperugia.it

 

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Eleonora Cesaretti

Giornalista, è laureata in Lettere Moderne e in Informazione, Editoria e Giornalismo ed è appassionata di letteratura contemporanea, scrittura, fumetto e nuovi media. Ha collaborato come editor per diverse case editrici e come articolista per testate online. Caporedattrice, editor e web designer, svolge attività di creazione di contenuti, correzione bozze, coordinamento e realizzazione di siti web.