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Rete Natura 2000 รจ uno strumento dellโ€™Unione Europea per conservare il patrimonio di biodiversitร .

Non tutti sanno che in Umbria, oltre ai parchi regionali (Monte Cucco, Lago Trasimeno, Fiume Nera, Colfiorito, Monte Subasio, Fiume Tevere), al Sistema Territoriale di Interesse Naturalistico Ambientale – S.T.I.N.A. e al Parco Nazionale dei Monti Sibillini condiviso con la Regione Marche, sono presenti ben 102 aree, piรน o meno grandi, appartenenti alla Rete Natura 2000. Ma capiamo un poโ€™ meglio di cosa si tratta. La Rete Natura 2000 รจ uno strumento dellโ€™Unione Europea per conservare il proprio patrimonio di biodiversitร  attraverso la definizione di una rete di aree istituite ai sensi della Direttiva 92/43/CEE Habitatย per garantire il mantenimento a lungo termine degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna minacciati o rari a livello comunitario.

La Rete รจ formata dai Siti di Interesse Comunitario (SIC) che vengono successivamente designati quali Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e comprende anche le Zone di Protezione Speciale (ZPS) istituite ai sensi dellaย Direttiva 2009/147/CE Uccelliย concernente la conservazione degli uccelli selvatici.
La particolaritร  di queste aree รจ che non vanno considerate delle riserve rigidamente protette dove le attivitร  umane sono escluse, ma delle zone dove la protezione della natura deve tenere conto anche delle esigenze economiche, sociali e culturali, nonchรฉ delle particolaritร  regionali e locali.
I siti delle Rete Natura 2000 in Umbria interessano oltre il 15% del territorio, sono diffusi in tutta la regione e vanno a tutelare habitat e specie di particolare interesse naturalistico meritevoli di attenzione a livello comunitario. In questi siti sono presenti 41 tipologie di habitat (elencati nellโ€™Allegato I della Direttiva Habitat) di cui 11 definiti come prioritari in quanto a rischio di scomparsa a livello continentale. Per quanto riguarda flora e fauna, le specie di interesse comunitario, inserite negli Allegati II, IV e V della Direttiva Habitat, sono in totale 91; nello specifico sono presenti 8 specie vegetali (di cui 1 prioritaria) e 83 specie animali (di cui 4 prioritarie) cosรฌ ripartite: 30 mammiferi, 11 rettili, 9 anfibi, 11 pesci e 22 invertebrati. Inoltre, sono presenti 50 uccelli, inclusi nellโ€™Allegato I della Direttiva Uccelli.

 

Salamandrina dagli occhiali settentrionale (Salamandrina perspicillata). Foto Archivio Studio Naturalistico Hyla

 

La Rete Natura 2000 rappresenta un patrimonio che necessita lโ€™attenzione di tutti i cittadini dellโ€™Unione Europea, in quanto anche i siti particolarmente marginali possono beneficiare della politica comunitaria proprio grazie alla presenza di specie di piante, di animali e di habitat di particolare interesse conservazionistico.

 


BIBLIOGRAFIA

  • Gigante D., Goretti E., La Porta G., Lorenzoni M., Maneli F., Pallottini M., Pompei L., Venanzoni R., Carletti S., Funghini E., Montioni F., Petruzzi E., Spilinga C. (2019) Guida ai siti Natura 2000. La biodiversitร . Una rete per conservarla.

Briziarelli, Rondini, Casucci (Lega): grande successo grazie alla caparbietร  dell’asssessore Melasecche e del presidente Tesei.

โ€œEsprimiamo tutta la nostra soddisfazione per lโ€™importante risultato raggiunto dalla Giunta Tesei con la fermata a Terontola del Frecciarossaโ€. Sono le parole del Senatore della Lega, Luca Briziarelli; del Consigliere regionale, Eugenio Rondini e di Marco Casucci, Consigliere regionale della Toscana appena appresa la notizia che dal prossimo mese di febbraio il Frecciarossa fermerร  anche a Terontola. โ€œUn risultato importante per lโ€™Umbria e per la Toscana. Un collegamento indispensabile a vantaggio di cittadini e turisti. Una grande vittoria anche per lโ€™area del Trasimeno. Ora ci attendiamo โ€“ continuano senatore e consiglieri โ€“ che arrivino le scuse da parte di tutti coloro che parlavano di iniziativa โ€œinconsistente ed elettoraleโ€. Eโ€™ il minimo davanti a un risultato concreto, raggiunto grazie alla caparbietร  dellโ€™Assessore Enrico Melasecche e della Presidente Donatella Tesei che concretizza quanto da noi richiesto, insieme ai Sindaci di Cortona Luciano Meoni e di Tuoro sul Trasimeno Maria Elena Minciaroni e allโ€™assessore di Cortona Silvia Spensierati, nel corso di un incontro ufficiale presso l’Assessorato Regionale ai Trasporti dell’Umbria tenutosi nel mese di gennaio 2020. La fermata di Terontola โ€“ continuano gli esponenti del Carroccio โ€“ permetterร  un accesso verso Milano molto importante per il territorio umbro e toscano, arricchendo lโ€™offerta delle soluzioni a disposizione delle comunitร . Una risposta che arriva in un particolare momento, come quello che stiamo vivendo, in cui oltre all’emergenza sanitaria รจ necessario gettare le basi per la ripresa economica che passa anche dai collegamenti e dai trasportiโ€.

Tra la Valdichiana – che fu denominata il granaio dellโ€™antica Roma, dove si snodava il navigabile fiume Clanis (oggi sostituto in parte dal Canale Maestro della Chiana) che veniva usato da Etruschi e Romani per trasportare le derrate alimentari fino alla Cittร  Eterna – e lโ€™altrettanto prezioso e ricco lago Trasimeno, si racconta di una terribile creatura leggendaria: la Marroca.

In questi territori, tra Umbria e Toscana, si narra di un animale ripugnante, un meticcio tra una serpe e una lumaca, dotato di lunghi tentacoli, che vive abitualmente nellโ€™acqua stagnante. La Marroca รจ un essere capace di emettere strani suoni e borbottii per attirare a sรฉ le vittime e, quando una persona si avvicina troppo ai bordi dellโ€™acqua, lโ€™afferra con le sue potenti propaggini e la trascina nella sua sinistra tana per poi, con calma, succhiarle il sangue.

La Marroca

รˆ un animale nato dalla fantasia popolare che รจ servito da spauracchio nei confronti dei bambini per tenerli lontani dagli specchi melmosi della palude chianina, specialmente di notte.
Si tenga presente che la Valdichiana, nel corso dei secoli, da una fertilissima pianura รจ passata a essere a una vasta palude, talvolta insalubre. Per cause diverse o per scopi militari, il fiume Clanis fu ostruito a valle dal Muro Grosso, nei pressi di Fabro, prima dagli antichi Romani e poi dagli orvietani, provocando un progressivo allagamento del fondovalle chianino fino a divenire una palude insalubre. Per tale motivo i popoli si spostarono sempre piรน in collina, fin quando la conclusione della bonifica della Valdichiana, avvenuta intorno al 1870 e durata circa un secolo, con le sue opere idrauliche riportรฒ la vivibilitร  nella piana delle Chiane, precedentemente impaludata. Lโ€™amore e il senso di protezione per i propri figli, affinchรฉ non si avvicinassero ai pericolosi acquitrini e alle malsane acque paludose chianine specialmente di notte, indussero la creazione della storia leggendaria della Marroca.

La leggenda racconta…

In qualche casa si racconta di Albo, un bambino che fu catturato da una Marroca, la lumaca-serpente con i tentacoli, ma venne salvato dal proprio cane, che purtroppo rimase ucciso nello scontro con la mostruosa creatura. Si narra che Albo, per lo spavento, tornรฒ dai propri genitori con i capelli completamente bianchi.
Una testa scolpita su pietra arenaria, visibile nellโ€™Antiquarium del Municipio di Baschi (TR), viene chiamata La Marroca e nella Tuscia viterbese assume le sembianze di una strega, mentre le analoghe Biddrina e Occhiomalo sono diffuse rispettivamente in Sicilia e in Maremma.
La diffusione dei racconti contadini della Chiana potrebbe essersi attuata a seguito dei pellegrini passanti sul tratto chianino della Via Romea-Germanica, destinati prima a Roma e poi, tramite la via Appia, verso il meridione italiano e quindi in Terra Santa. Il racconto della Marroca, nella vita agreste della Valdichiana, si รจ sopito a seguito dello spopolamento delle campagne avvenuto nel secolo scorso, cosรฌ come molte delle tante leggende contadine legate alla vita di campagna.
La Valdichiana Umbra e quella Toscana, non sono solo terre ricche di cultura, storia, arte ed enogastronomia ma anche di favole, novelle e racconti che avvolgono nellโ€™incognito e nel mistero la bellezza carismatica delle Chiane e aumentano lโ€™attrattivitร  di questi meravigliosi luoghi.

Almanacco: ยซSimbolo di quel genere letterario che ha contribuito a diffondere sapere tecnico e scientifico e a costruire lโ€™identitร  culturale di interi popoli e nazioni fino allโ€™avvento dei piรน moderni mass mediaยป (UNESCO)

Barbanera: figura mitica di uomo vicino alle stelle, astrologo o forse astronomo.
Almanacco barbanera: pubblicato ogni anno a partire dal 1762.
Fondazione barbanera: luogo di raccolta e studio degli almanacchi e di fogli popolari attraverso i secoli.

Nel 2015 lโ€™UNESCO ha inserito gli Almanacchi Barbanera nel Registro della Memoria del Mondo in quanto Patrimonio dellโ€™Umanitร : lโ€™almanacco รจ stato per secoli, probabilmente fin dal Medioevo, lโ€™anello di unione tra la cultura alta e quella bassa. Lโ€™Almanacco รจ stato fonte di ogni genere di informazioni utili a chi non aveva mezzi per accedere allโ€™istruzione e al sapere. Cinquanta o sessanta anni fa era facile sentir dire: ยซIo non ho potuto studiare. Ho iniziato a lavorare a 10 o 11 anniยป. Una frase ben triste, ma era il tono della voce a renderla ancora piรน malinconica. Aver mancato qualcosa di sconosciuto ma importante era la consapevolezza di milioni di persone.

 

 

Gli Almanacchi Barbanera si inseriscono in questa voglia di sapere, nella necessitร  di migliorare la propria conoscenza e, perchรฉ no, anche nella speranza in un futuro forse migliore.
Immaginate una sera dโ€™inverno in un casolare, senza luce elettrica e talvolta senza nemmeno il pavimento in mattoni – per questi privilegi bisognerร  attendere ancora del tempo. Un paio di famiglie contadine sono sedute davanti al fuoco del camino: le donne lavorano a maglia o rammendano camicie e calzini, gli uomini fumano la pipa e bevono un vino di bassa qualitร , fanno cesti di vimini o intagliano il legno; uno di loro, forse lโ€™unico che sa leggere, legge lโ€™almanacco e tutti gli altri ascoltano.
Ogni almanacco iniziava, ed รจ cosรฌ anche oggi, con il dialogo tra Barbanera e il suo allievo Silvano. Si tratta di osservazioni sulla vita e sullโ€™universo: รจ pur sempre un astronomo che parla.
A seguire sono le importanti effemeridi che informano sulle fasi lunari e sul sorgere e tramontare del sole. Le fasi lunari sono importanti per i contadini che devono seminare, ma pure per le donne che legano gravidanze e parti alla Casta Diva.

Poi, sfogliando lโ€™almanacco, iniziano le pagine dedicate ai mesi, con informazioni e consigli. In ogni mese si parla di salute, di campagna, di come curare lโ€™orto e proteggere dal gelo o dal caldo i prodotti della terra. Non puรฒ inoltre mancare un poโ€™ di divertimento con proverbi e brevi storie, piรน o meno agiografiche. Qualche ricetta si inserisce timidamente: cose semplici, come era semplice lโ€™alimentazione del mondo rurale, e naturalmente ci sono i consigli per lโ€™igiene della persona e della casa.
Tutto con quel tono paternalistico oramai sparito. Ci sono almanacchi che tra i consigli utili riportano le date delle fiere, fondamentali per fare acquisti di ogni genere quando i negozi difettavano. Gli almanacchi erano e ancora oggi sono una micro enciclopedia di consigli pratici e utili. Infatti vengono ancora stampati milioni di calendari e almanacchi che vanno in giro per il mondo.
In realtร  gli almanacchi hanno sempre viaggiato molto. Sono stati stampati anche allโ€™estero per i nostri emigranti; ne รจ un esempio quello stampato allโ€™inizio del Novecento negli Stati Uniti che dava informazioni su come ottenere la cittadinanza, come e cosa rispondere alle domande del centro immigrazione, come inviare i soldi a casa. Hanno anticipato le informazioni che i migranti oggi trovano su internet e i centri Money Transfer.

Lโ€™editore Campi non ha pubblicato solo almanacchi, ma il suo lavoro รจ stato un ponte gettato tra il mondo rurale e popolare e la cultura di base. Le notizie cruente, omicidi, disastri naturali come alluvioni o incendi hanno sempre attirato la curiositร  del pubblico e Campi ha soddisfatto questa inesauribile curiositร  stampando dei fogli volanti, di una sola pagina, con notizie di cronaca nera, di delitti efferati di disastri e di guerre. Piรน la notizia รจ tragica e piรน si accende la curiositร  del pubblico, allora come adesso. I francesi li hanno chiamati feuilleton, e su quei fogli volanti si sono esibite anche penne famose.

 

 

Poi, accanto alle notizie di nera, sono apparsi i fogli con i testi delle canzoni, e non รจ un caso che la famosa rivista Sorrisi e Canzoni sia nata da unโ€™idea di Campi. Chi canta, forse, vorrebbe anche suonare, allora Campi ha editato dei libretti dโ€™istruzione per imparare a suonare da soli la chitarra e altri strumenti.
Ultima curiositร . Forse qualcuno ricorda lโ€™organetto di Barberia con un uomo, una scimmia e un pappagallino che giravano per lโ€™Italia. Lโ€™organetto era una pianola meccanica che strimpellava canzoni famose, la scimmia faceva la buffona e il pappagallo prendeva da una cassetta il biglietto della fortuna e lo consegnava, in cambio di pochi soldi.
Anche quei fogliettini che hanno fatto sognare tanta gente erano stampati dallโ€™editore degli Almanacchi. Per concludere gli Almanacchi possono essere annoverati tra i long selling, ovvero un prodotto editoriale pubblicato ininterrottamente dal 1762. Nemmeno le guerre ne impedirono la pubblicazione.
Visitare la Fondazione Barbanera vuol dire tornare a casa con la testa piena di meraviglie: si comincia dal magnifico giardino e dal frutteto coltivati con principi biologici a vantaggio reciproco delle piante e dei fiori, per terminare con una collezione che riserva tante sorprese assolutamente inedite.

 


La Fondazione, vistabile dietro appuntamento, si trova a Spello.

Basta contattare la FONDAZIONE BARBANERA – Via San Giuseppe 1 – Spello – www.barbanera.it

telefonando: 0742 670845 o scrivendo a: fondazione@barbanera.it

ยซPedalare come un criceto attorno a casa non fa per me, cosรฌ a giugno del 2019 ho iniziato ad allenarmi per partire a gennaio del 2020ยป.

Lorenzo Barone a Pokrovsk

Abbiamo scoperto le imprese di Lorenzo Barone, ventitreenne di San Gemini, tramite i suoi canali social โ€“ Facebook e Instagram โ€“ e lo abbiamo contattato. Non credevo che avrebbe risposto, dopotutto รจ a Pokrovsk, nella Russia nord-orientale, non proprio dietro lโ€™angolo. E invece, dopo uno scambio di messaggi, ho avuto la possibilitร  di fargli qualche domanda. Conoscere la sua impresa mi stuzzicava parecchio!
Lorenzo รจ un biker estremo – cosรฌ potremmo definirlo – che in sella alla sua bici non si ferma davanti a nulla. Ha visitato 37 paesi nel mondo, percorrendo 57.000 chilometri: Corea, Giappone, Marocco, India, Lapponia, Kirghizistan e Tagikistan, per citarne alcuni. Ora si trova immerso nel ghiaccio e nel freddo piรน estremo della Siberia, a pochi chilometri da Yakutsk, la cittร  piรน fredda del mondo, dove in inverno si raggiungono i -50ยฐC.
รˆ partito proprio un anno fa da Magadan e, con il suo inseparabile mezzo di trasporto bello carico (65 kg di peso), ha percorso 5.000 km in tre mesi, dormendo in tenda e cucinando con un fornello da campo. L’obiettivo eraย  quello di percorrere la Siberia in bicicletta, poi perรฒ la pandemia lo ha bloccato lรฌ.
ยซDopo quasi un anno qui il mio punto di vista riguardo al freddo รจ cambiato radicalmente. Nelle ultime settimane la temperatura media a Pokrovsk, nel villaggio dove vivo, รจ stata di -50ยฐ C e la temperatura minima di -57.5ยฐ C; quando รจ salita a -39ยฐ C mi รจ sembrato relativamente caldoยป. Questa avventura gli ha regalato anche lโ€™amore, e venerdรฌ scorso si รจ sposato con Aygul, una ragazza siberiana. ยซHo pedalato per il mondo in lungo e in largo con la mia bici e mai avrei pensato di incontrare lโ€™amore proprio qui, in uno dei luoghi piรน freddi del mondoยป.

Lorenzo, in questo momento di preciso dove sei?
Mi trovo a Pokrovsk โ€“ nella Russia nord-orientale – un villaggio/cittadina di circa 10.000 abitanti sulla costa del fiume Lena, a 70 km dalla cittร  piรน fredda del mondo, Yakutsk.

Quanti gradi?
Al momento ci sono -45ยฐ C ed รจ una giornata calda, dato che da piรน di un mese la temperatura non saliva sopra i -40ยฐ C ed รจ stata spesso sotto i -50ยฐC, con una minima di -59ยฐ C tre giorni fa (di notte ha sicuramente raggiunto i -60ยฐ C). Sembra essere lโ€™inverno piรน freddo degli ultimi 10 anni.

Nel 2019 hai attraversato il deserto del Sahara ora sei immerso nel ghiaccio: รจ una notevole escursione termicaโ€ฆ
Avevo da un poโ€™ l’idea di voler superare i 100ยฐ C di escursione termica viaggiando in bici e cosรฌ ho conosciuto i due estremi, dai -56ยฐ C dello scorso inverno dormendo in tenda ai +50ยฐ C, trasportando 24 litri di acqua nello zaino e cercando di arrivare in tempo ai pozzi perchรฉ bevevo 12 litri al giorno.

รˆ piรน difficile sopportare il caldo estremo o il freddo estremo?
Il freddo estremo (dai -40ยฐ C in giรน) รจ pericoloso perchรฉ anestetizza la carne in poco tempo e, se non si sta attenti, si rischia di venire amputati. Perรฒ io, con il giusto equipaggiamento, lo preferisco al caldo, anche se รจ molto molto piรน difficile, soprattutto accamparsi, montare la tenda cucinare e tutto il resto. Tutto diventa rigido come il cemento, dal cibo ai materiali.

 

Lorenzo a Yakutsk

Come ci si prepara fisicamente e psicologicamente a una sfida del genere?
Bisogna sicuramente avere esperienze con le basse temperature: io prima di venire qui avevo giร  passato cinque mesi al freddo, nei quali avevo percorso 7.000 km tra Lapponia ed est Europa, piรน Kirghizistan e Tagikistan, pedalando sul Pamir in inverno.

Dove ti sei allenato?
Pedalare come un criceto attorno a casa non fa per me, cosรฌ a giugno del 2019 ho iniziato ad allenarmi per partire a gennaio del 2020. Il tutto dopo essermi ripreso da un tuffo in cui mi ero rotto una vertebra cervicale, che mi aveva tenuto fermo per 8 mesi.
Ho pedalato prima 2.700 km in Marocco, poi mi รจ stato offerto un biglietto per la Corea quattro giorni dopo il mio ritorno in nave dal Marocco: lรฌ ho fatto 3.100 km tra Corea e Giappone, poi a fine agosto sono volato in India risparmiando i soldi per tornare in Italia – dato che era alta stagione – e mi sono fatto 4.000 km in India e Himalaya, tornando poi a casa a fine ottobre con un volo molto piรน economico.

Parlaci del progetto che hai per l’inizio di febbraio.
Voglio tentare la strada piรน a nord del mondo. Partendo da qui sono 2.770 km da Pokrovsk fino a Yuryung Khaya: รจ un percorso solo invernale, dato che in parte viene usato un fiume ghiacciato come strada.

Qual รจ stato il momento piรน difficile di questa impresa?
Lo scorso inverno il momento piรน difficile รจ stato quando iniziava a congelarmisi il naso, diventando bianco e perdendo sensibilitร . Era la mia paura piรน grande: ma questo inverno ho risolto costruendomi da solo, con la macchina da cucire, delle maschere, giร  testate a -51ยฐC.

 

E in altri viaggi cโ€™รจ stata una situazione veramente difficile?
Ogni avventura ha situazioni impegnative. Per esempio, quando pedalavo in Himalaya oltre i 5.000 metri, allโ€™inizio ero uno straccio, vomitavo e avevo un mal di testa fortissimo con sangue dal naso. Ma continuavo a pedalare per raggiungere un villaggio, perchรฉ altrimenti avrei finito il cibo… Ho avuto senza dubbio altre situazioni impegnative anche negli altri viaggi.

Come riesci a curare i tuoi canali social e, al tempo stesso, continuare lโ€™avventura?
Prima di questo viaggio usavo davvero poco i social e viaggiavo soltanto; ora mi ci sto dedicando e, quando viaggio, un mio amico ha le credenziali per accedere al mio account e pubblica le foto e i video che gli mando in anticipo.

 

Lorenzo e Aygul

Ora รจ arrivato anche lโ€™amore e la scorsa settimana ti sei sposato: quandโ€™รจ che la porterai in Umbria?
Spero di tornare in Umbria prima dellโ€™estate, ma bisogna vedere la situazione alle frontiere come sarร .

La prima cosa che le farai fare qui in Umbria?
La prima cosa credo sarร  andare a trovare i miei amici che non vedo da oltre un anno; poi magari andremo a fare una bella passeggiata sul Terminillo o sul Gran Sasso ma, chissร , magari anche qualche bel giro in kayak a al lago di Piediluco o in qualche fiume.

Manda un saluto alla tua Umbriaโ€ฆ
Un saluto allโ€™Umbria! Spero di vedervi tutti presto!

 


Qui trovate i suoi canali social per seguirlo e sostenerlo: Facebook, Instagram

INGREDIENTI:

Per il dolce:

  • 6 uova
  • 300 g di farina
  • 300 g di zucchero
  • 1 cartina di lievito per dolci

 

Per farcire:

  • 1 kg di ricotta
  • 600 g di zucchero a velo
  • 200 g di cioccolato fondente a pezzetti
  • 200 g di mandorle tritate
  • 200 g di canditi
  • 100 g di uva secca
  • 1 bustina di vanillina
  • 1 bicchierino di maraschino
  • Alchermes per bagnare la torta

 

PREPARAZIONE:

Sbattete lo zucchero e le uova, unite, lavorando con un cucchiaio di legno, la farina e, in ultimo, il lievito. Versate in una tortiera leggermente unta, infornate a 180ยฐe fate cuocere per 35-40 minuti. Lasciate raffreddare e tagliate a fette sottili e della misura del piatto in cui sarร  posto il dolce. Lavorate bene la ricotta con lo zucchero a velo, unite il cioccolato, le mandorle (che avrete fatto caramellare in un tegamino con un poโ€™ di zucchero), i canditi, lโ€™uva secca, la vanillina e il maraschino. Spruzzate le fette di torta con lโ€™alchermes e ponete nel piatto uno strato di torta, uno di farcia e cosรฌ via fino ad esaurimento degli ingredienti. Lโ€™ultimo strato dovrร  essere di torta. Coprite con un piatto e sopra di esso mettete un peso. Lasciate il dolce cosรฌ, in frigorifero, per mezza giornata almeno.

 

Questo dolce veniva servito nei pranzi di matrimonio dei contadini ricchi di Gubbio. Lโ€™uso รจ durato fino a metร  degli anni Cinquanta, ma, anche se in altre occasioni, in alcune famiglie continuano a prepararlo. Famosi erano i dolci di ricotta della signora Rina Secchi Notari, che veniva chiamata a preparare i pranzi di nozze e che mi ha svelato la sua ricetta personale. Il dolce di ricotta – รจ evidente simbolismo del bianco della ricotta – giร  nellโ€™Ottocento era una delle portate del pranzo di matrimonio dei contadini della vicina Romagna.

 


Per gentile concessione diย Calzetti&Mariucci.

L’Umbria e la Cumbria sono due regioni europee che presentano un interessante aspetto in comune: sono fra i posti migliori dove andare a vivere e crescere una famiglia.

La Cumbria

รˆ la stessa Unione Europea che incorona l’Umbria e la Cumbria ai primi posti per la qualitร  della vita. La nostra risulta essere anche una tra le regioni piรน longeve. Oltre ad avere un nome molto simile, solo la consonante C le differenzia, sembra davvero che abbiano tutte le caratteristiche adatte a trasferirsi, metter su casa e crescere dei bambini. Perugia e Carlisle, i due rispettivi capoluoghi, distano 2.230 km. La distanza obiettivamente non si discute, ma alla fine รจ solo geografica. Potremmo dunque dire che la distanza c’รจ ma non la dimostra. La Cumbria si trova nel nord-ovest dell’Inghilterra, ha un’area di 6.768 km quadrati e una popolazione di circa 500.000 abitanti. Ha inoltre una mappa molto simile alla nostra.

Una poesia della Cumbria

Il connubio tra natura, ambiente e condizioni di vita sembra essere l’ideale da queste parti. I paesaggi di queste zone, come ad esempio il Lake District, hanno ispirato alcuni poeti romantici come Coleridge e Wordsworth, pittori come John Constable e scrittrici come Beatrix Potter.
Riporto un passaggio poetico di Wordsworth nativo e innamorato di questa terra: ยซI wandered lonely as a cloud that floats on high o’er vales and hills, When all at once I saw a crowd, a host, of golden daffodils; Beside the lake, beneath the trees, fluttering and dancing in the breezeยป. (Vagabondavo solo come una nuvola che alta fluttua su valli e colline, Quando a un tratto vidi una folla, una schiera di dorati narcisi lungo il lago e sotto gli alberi, svolazzanti e danzanti nella brezza). Il Lake District ha una bellezza spettacolare che lo fa risaltare tra le altri regioni della Gran Bretagna.

L’Umbria

I posti migliori in cui vivere

Perchรฉ allora queste due Regioni sono considerate fra le migliori per vivere? Perchรฉ ci sono buone scuole e Universitร , c’รจ bassa criminalitร  e le case hanno prezzi accessibili. Comprare una casa e avere dei figli sono due tappe fondamentali della vita e trovare un luogo che soddisfa queste due esigenze coniugate con un ambiente sicuro rappresenta il top. Se uno si trasferisce in una casa per sempre quindi ha una duplice scelta: L’Umbria o la Cumbria! Se uno apprezza l’aria pulita, la campagna e le viste spettacolari su laghi, montagne, le cascate e ancora se รจ importante uno stile di vita rilassante con comunitร  amichevoli, L’Umbria e la Cumbria daranno la qualitร  di vita che uno sta cercando.

Altre somiglianze

In queste due Regioni abbiamo ottimi collegamenti ferroviari, stradali e anche aerei che permettono un facile raggiungimento verso le altre regioni dei rispettivi Stati. L’Umbria e la Cumbria sono anche regioni di laghi dove il loro Windermere รจ lungo 17 km, mentre il nostro lago Trasimeno ha una lunghezza di 16,1 km. Da notare che spesso in Cumbria i laghi vengono chiamati meres (stagni), waters (acque) e tarns (laghetti). Se sei un appassionato camminatore l’Umbria e la Cumbria offrono infiniti percorsi da esplorare, se sei un appassionato ciclista hai di che toglierti la voglia. Se sei un appassionato di cultura, di eventi musicali ed eventi legati al cinema e alla letteratura queste due regioni ti offrono sempre il meglio. Le due regioni sono inoltre orgogliose per le loro prelibatezze locali in tema di salumi, formaggi, dessert, dolci e birre artigianali. Al loro sticky toffee pudding contrapponiamo la nostra rocciata. I loro villaggi e mete turistiche come Kendal, Keswick, Penrith, Bowness-on-Windermere, Sedbergh le possiamo tranquillamente affiancare alle nostre Spello, Trevi, Todi, Castiglione del Lago, Norcia. La cittadina di Ulverstone รจ famosa nel mondo per essere il paese natale dell’attore comico Stan Laurel. Il festival del Jazz รจ presente in entrambe le regioni con il Jazz Festival a Keswick e con Umbria Jazz a Perugia.
Al Lake District sito Unesco contrapponiamo l’Eremo delle carceri, la Chiesa di San Damiano, la Cittร  di Assisi, il Santuario di Rivotorto, il Tempietto del Clitunno, la Basilica di Santa Maria degli Angeli, la Basilica di San Salvatore, la Riserva Naturale del Monte Peglia. La piรน grande differenza fra queste due regioni? La guida a sinistra, ma questo รจ solamente un dettaglio!

 

I colori dell’Umbria

Possibile gemellaggio?

Considerate tutte queste somiglianze perchรฉ le due regioni non si gemellano? Un buon accordo di gemellaggio puรฒ rivelarsi un’operazione assai virtuosa e arrecare molti benefici alla comunitร  e all’amministrazione regionale. Integrazione, unione tra persone provenienti da due aree diverse, condivisione dei problemi, progetti, scambio di opinioni. Ne sono certo i vantaggi saranno tangibili. Ricordiamoci che un buon gemellaggio รจ seguire anche o soprattutto l’affinitร  di partenza. Le relazioni di gemellaggio, come sappiamo, portano indubbi vantaggi culturali ed economici attraverso la promozione e la valorizzazione delle proprie bellezze e delle proprie tipicitร .

 

I colori della Cumbria

Cataract of Lodore

Concludo con un passo di Cataract of Lodore, poesia scritta nel 1820 dal poeta inglese Robert Southey che descrive le Lodore falls (Cascate di Lodore), altro elemento che lega la Cumbria all’Umbria. Come non ricordare infatti la definizione orribilmente bella che il poeta Byron diede alla Cascata delle Marmore nel quarto canto del poema Childe Harold’s Pilgrimage?

From its sources which well

In the tarn on the fell;
From its fountains
In the mountains,
Its rills and its gills;
Through moss and through brake,
It runs and it creeps
For a while, till it sleeps
In its own little lake.
And thence at departing,
Awakening and starting,
It runs through the reeds,
And away it proceeds,
Through meadow and glade,
In sun and in shade […]

In questo iniziale passaggio il poeta Southey descrive la nascita della cascata dalle sue fonti. Il primo ruscello che attraversa il muschio e poi e s’insinua e ancora si ferma; si risveglia e inizia a correre tra le canne procedendo verso prati e radure al sole e all’ombra.

Un importante traguardo รจ stato raggiunto da alcuni prodotti agricoli e agroalimentari umbri, che sono stati inseriti nel Registro Regionale delle Risorse Genetiche Autoctone di Interesse Agrario, grazie allโ€™interessamento del 3A-PTA, il Parco Tecnologico Agroalimentare dellโ€™Umbria, insieme alla sintonica e determinata perseveranza di alcuni avveduti operatori del mondo dellโ€™agricoltura e della pesca.

Olivo Ornellona

I prodotti agricoli e agroalimentari di una volta possono rappresentare unโ€™importante opportunitร  per la filiera delle aziende coinvolte a livello di produzione, trasformazione, commercializzazione e somministrazione. Nel processo sono ovviamente coinvolti tutti coloro i quali ne fanno parte e con particolari ricadute nei settori: agricoltura, pesca, commercio, artigianato, cultura, enogastronomia e turismo. รˆ fondamentale, per le specie iscritte, aver ricevuto questo ambito riconoscimento, in quanto attorno a questi prodotti certificati si possono costruire strategie di business e di marketing, innescando importanti implicazioni economiche per tutti quelli che partecipano al percorso di valorizzazione e commerciale della singola eccellenza, che come una cassa di risonanza puรฒ ampliare lโ€™attrattivitร  e la promozione dellโ€™areale sotteso, al fine di cogliere una maggiore opportunitร  anche economica allโ€™interno dei contesti coinvolti.
I prodotti agricoli e agroalimentari che hanno una presenza certa e continuativa su un territorio da piรน di 50 anni potrebbero essere definiti come Risorse Genetiche Autoctone di Interesse Agrario e iscrivibili al Registro Regionale.
Lโ€™iscrizione avviene a seguito di unโ€™approfondita analisi del dossier presentato, dove i membri del Comitato Tecnico-scientifico esprimono il loro parere per lโ€™inserimento nellโ€™agognato registro.

 

Aglione

 

A oggi, nel Registro Regionale Umbro, sono iscritte 69 risorse genetiche tra varietร  erbacee, arboree e animali. รˆ evidente che un prodotto iscritto al registro certifica un passo fondamentale per la sua tutela e la sua valorizzazione e ha immediati vantaggi sugli operatori che coltivano o allevano o commercializzano la specifica risorsa genetica che, altresรฌ, ha la ghiotta possibilitร  di entrare a far parte della rete di Conservazione e Sicurezza regionale e della Rete Nazionale della Biodiversitร .
Recentemente, il Registro Regionale Umbro, si รจ arricchito di sei risorse genetiche:

  • Lโ€™Aglione, da alcuni chiamato anche lโ€™aglio del bacio, per la delicatezza del sapore e la morbidezza del profumo, che รจ una specie diversa dallโ€™aglio comune. รˆ presente da piรน di 50 anni nella Val di Chiana sia umbra (detta romana) sia toscana, dove gli agricoltori hanno tramandato nei secoli la sua coltivazione e le casalinghe le ricette (es. umbricelli o pici allโ€™aglione). In questo caso lโ€™Aglione Umbro รจ stato iscritto qualche giorno prima di quello toscano e ovviamente ciascuno nei rispettivi registri regionali.
  • Il Luccio del Trasimeno: specie a forte rischio di erosione in tutta Italia per lโ€™inquinamento genetico dovuto allโ€™immissione di altre specie, che invece, grazie allโ€™attivitร  del Centro Ittiogenico e della Cooperativa dei Pescatori, al Trasimeno ha mantenuto, unico caso in Italia, le sue caratteristiche originarie.
  • Il Cardo Gobbo della Media Valle del Tevere: varietร  locale conservata da un agricoltore di Papiano, residuo di una vecchia, molto apprezzata, varietร  tipica della Media Valle del Tevere.
  • Lโ€™Olivo Limona, ad Assisi chiamata Cimignolo: varietร  presente nellโ€™Umbria centro-occidentale e centro-settentrionale con esemplari di etร  ragguardevole, coltivata sporadicamente anche in alcuni areali di regioni limitrofe.
  • Lโ€™Olivo Pocciolo: presente in pochi vecchi esemplari nella fascia olivata Assisi-Spoleto, dove ha dimostrato una notevole adattabilitร  a difficili condizioni di clima e terreno.
  • Lโ€™Olivo Ornellona: varietร  presente con soli due esemplari molto vecchi nel comune di Narni, dalle olive piuttosto grandi che danno un olio di qualitร .

Luccio del Trasimeno

Il 3A-PTA

Il 3A-PTA (Parco Tecnologico Agroalimentare) della Regione Umbria รจ stato il fulcro sviluppatore delle 6 new entry nel registro regionale, come peraltro per tutte le altre risorse genetiche regionali. Il 3A-PTA, opera da piรน di due decenni per garantire il miglioramento e il mantenimento della qualitร  dei prodotti agricoli e agroalimentari, tramite certificazioni per la sicurezza e la tutela del consumatore, la formazione, la ricerca a sostegno delle imprese, i progetti internazionali, lโ€™informazione e il marketing; questi sono alcuni dei servizi e delle attivitร  che fornisce lโ€™Ente regionale guidato dal dott. Marcello Serafini, Amministratore Unico del 3A-PTA con sede a Pantalla (PG).
Tra le persone del 3A-PTA, fautrici di questi importanti ingressi nel registro regionale, ricordiamo il dott. Luciano Concezzi, responsabile dellโ€™Area Innovazione e Ricerca e i suoi collaboratori, il dott. Mauro Gramaccia, il dott. Marco Caffarelli, la dott.ssa Livia Polegri e la dott.ssa Marta Giampiccolo. Oltre alle eccellenze agricole e agroalimentari umbre conosciute e apprezzate in tutto il mondo, si tenga presente che il 3A-PTA della Regione Umbria viene annoverato tra gli Enti istituzionali di indiscusso prestigio e di notevole vanto regionale.

Sembra incredibile, ma la tradizione dei tipici dolci umbri รจ legata al fiume che attraversa la regione per andare fino a Roma: inutile dire che si tratta del Tevere.

Una volta il Tevere era un fiume navigabile e non quel misero rigagnolo, sempre in secca, che vediamo ora. Se torniamo indietro di almeno 2500 anni scopriamo che il Tevere era un confine quasi invalicabile; ci saranno stati forse dei traghettatori, ma le due sponde non erano ancora collegate da ponti. A quellโ€™epoca sulla sponda destra vivevano gli Etruschi, mentre sulla sponda sinistra si estendeva la regione degli Umbri, che comprendeva Foligno, Spoleto e Norcia. Possiamo dire: tanto vicini e tanto diversi.
Il territorio etrusco si estendeva fino al mare Tirreno e fu proprio attraverso il mare che gli Etruschi entrarono in contatto con popolazioni, culture e cibi diversi. Gli Umbri invece, sulla destra del fiume, erano lontani dal mare, perciรฒ si servivano solo di cibi a chilometro zero.

La mandorla e la noce

La caratteristica delle due popolazioni si puรฒ riassumere in due frutti piccoli, ma ricchi di significato: la mandorla e la noce. Gli Etruschi usavano le mandorle, gli Umbri le noci. Giacchรฉ sono state trovate tracce di mandorli nella zona di Cittร  di Castello, si pensa che lโ€™albero fosse presente in epoca etrusca. A sinistra invece, il noce era la pianta tradizionale della civiltร  contadina.
Cโ€™รจ anche da dire che in quei tempi lontani gli alberi erano legati a un concetto di sacralitร  e di buon auspicio. Il mandorlo era visto come foriero di benessere e si perde nella notte dei tempi lโ€™uso di mangiare confetti in occasione dei matrimoni per augurare agli sposi di vivere felici e contenti per 100 anni.
Per contro il noce ha una storia cupa che parla di streghe e di malefici vari. Tuttavia, malgrado la cattiva fama dellโ€™albero, si mangiava il frutto e si usava il legno, esattamente come il castagno della zona di Amelia/Santa Restituta.

 

dolci natalizi umbri

Torciglione

Dolci umbri

Gli usi diversi li ritroviamo ancora oggi perchรฉ la tradizione si รจ mantenuta nei dolci. Ripartiamo da destra dove sโ€™incontra Perugia e a Perugia si mangia il Torciglione: un serpentone che si morde la coda ripieno di mandorle e canditi, tipica composizione natalizia. Lo si trova anche a Chiusi, cittร  ancora piรน etrusca e pure a Cittร  di Castello e sul lago Trasimeno. Forse, anzichรฉ un serpente il Torciglione rappresentava unโ€™anguilla e serviva a propiziare le pesca.
Il Torciglione si mangia durante le feste del Natale, mentre cโ€™รจ un altro dolce perugino, a base di mandorle, che si consuma un mese prima: le Fave dei Morti. Sono piccoli biscotti a forma ovviamente di fava, fatti di pasta di mandorle e zucchero. Le Fave dei Morti si preparavano in occasione di un funerale e si consumavano sulla tomba del defunto durante il banchetto funebre. Usare le mandorle equivaleva a dire ricchezza e per secoli le mandorle hanno fatto la loro comparsa solo sulle tavole dei ricchi e nelle spezierie, dove si allestivano medicinali sempre per ricchi.

 

biscotti tipici umbri

Fave dei Morti

 

Noci e nocciole erano invece cibo per poveri e questo caratterizzava il lato sinistro del Tevere. ย Anche se poveri gli Umbri hanno elaborato un dolce che รจ il loro vanto e che tutti conoscono: la Rocciata. รˆ conosciuta come la Rocciata di Assisi, ma si tratta di un dolce che si prepara tra Umbria e Marche. Pare che la sua origine sia antichissima e se ne trova una traccia non troppo dissimile nelle Tavole Eugubine, tavole di bronzo, scritte in lingua umbra, risalenti al III secolo a.C. e che riportano fatti risalenti a secoli prima. In questo dolce poi hanno messo lo zampino anche i Longobardi: รจ infatti simile a uno strรผdel, con mele e noci e avvolte in una pasta sottile.
Per me fu una sorpresa scoprire che la pasta della Rocciata fosse fatta proprio come la pasta dello strรผdel che faceva mia nonna altoatesina, e anche mia nonna mescolava mele e noci. Sono passati piรน di 10 secoli e non cโ€™รจ stata alcuna variazione nella pasta e poca nel ripieno. Il ripieno invece si รจ differenziato perchรฉ in Umbria รจ stata aggiunta una spruzzata di alchermes che gli conferisce quel bel colore rosato. Lโ€™alchermes fa dunque la grossa differenza tra Nord e Centro, ma ci sono pure delle piccole differenze locali: a Spoleto รจ stato aggiunto il cacao e a Foligno si sparge sullโ€™impasto del pan grattato per assorbire i liquidi in eccesso.

 

dolci tipici umbri

Rocciata di Assisi

 

Le noci entrano anche nella ricetta dei Maccheroni dolci. Lโ€™origine? Potrebbe trattarsi di una parola greco-bizantina legata allโ€™uso della cena funebre, perchรฉ maccheroni proviene dal greco makarios (beato). Si preparano infatti in occasione delle feste dei Morti, dei Santi e si mangiano anche la sera della vigilia di Natale. La ricetta prevede come ingredienti: maccheroni, noci, zucchero/miele e alchermes.
Comunque, qualunque sia lโ€™origine di questi dolci, rimane chiaro che a destra del fiume i dolci, ancora oggi, sono farciti o addirittura fatti con le mandorle mentre quelli di sinistra, anche se sono intervenuti i nordici Longobardi, nel loro ripieno hanno sempre le noci.

La tradizione vuole che il 6 gennaio sulla tavola degli umbri spunti fiera… la torta di Pasqua.

Dolci, carbone (per i piรน cattivi) e caramelle, ma non solo. Il 6 gennaio in Umbria si mangia anche la torta di Pasqua. Non puรฒ mancare sulle tavole โ€“ in particolare quelle perugine โ€“ perchรฉ lโ€™Epifania รจ la prima Pasqua dellโ€™anno e quindi va celebrata con il prodotto tipico della regione legato a questa ricorrenza. La torta โ€“ pizza nellโ€™Umbria del sud, crescia a Gubbio โ€“ con il formaggio, oggi si trova facilmente in ogni periodo dellโ€™anno, a differenza di come accadeva anticamente, quando era relegata a piatto del periodo pasquale o al giorno della Befana. Farcita, accompagnata dai salumi o semplicemente sola, soffice e resa piรน gustosa dal formaggio, รจ dunque immancabile anche il 6 gennaio.

Qui trovate la ricetta tradizionale.

 

prodotti tipici umbria

La prima Pasqua… la prima torta

La presenza in tavola della torta di Pasqua รจ legata alla celebrazione della prima Pasqua dellโ€™anno che, per la religione cristiana, coincide con lโ€™arrivo dei Magi il 6 gennaio; รจ una festivitร  molto importante in quanto si ricorda il manifestarsi del Dio bambino. Nella chiesa cattolica, ortodossa e anglicana รจ una delle massime solennitร  dellโ€™anno liturgico, come la Pasqua, il Natale e la Pentecoste.

Ma piรน famosa รจ la Befana, la vecchietta che a cavallo di una scopa scende dal camino portando in dono dolci, caramelle, frutta secca o carbone e aglio ai piรน cattivi. Lโ€™etimologia della parola Befana – corruzione lessicale di Epifania – deriva dal tardo latino epiphania, dal verbo greco, epifร ino (che significa mi rendo manifesto) o dal sostantivo femminile epifร neia (manifestazione, apparizione, venuta, presenza divina). La sua storia รจ molto antica e legata (forse) a riti propiziatori pagani risalenti al X-VI secolo a.C., per favorire i cicli stagionali dellโ€™agricoltura. Unโ€™altra ipotesi collegherebbe la Befana con unโ€™antica festa romana, che si svolgeva in inverno, in onore di Giano e Strenia – da cui deriva anche il termine strenna – e durante la quale si scambiavano regali.
Di certo c’รจ che lโ€™Epifania… tutte le feste porta via!

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