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I turisti stanno tornando. A Roma si vedono giร  file di persone al seguito di una bandierina. A Venezia ancora si riesce a circolare ma ben presto la cittร  sarร  totalmente occupata da nuove ondate di visitatori. Firenze si sta preparando.

Il Carapace di Arnaldo Pomodoro

 

Qui in Umbria i turisti iniziano ad arrivare e, se il virus non ci sorprenderร  ancora, con lโ€™estate si farร  nuovamente il pieno. รˆ un peccato che i percorsi delle visite siano, ancora oggi, focalizzati quasi esclusivamente sui tour classici: Giotto, San Francesco, Orvieto e il medioevo dei borghi. Lโ€™Umbria centrale, infatti, รจ ricca anche di moderne opere di architettura e di scultura, ma purtroppo non si incontrano turisti ad ammirarle. Lรฌ hanno lavorato archistar e artisti famosi; tra loro troviamo niente meno che lโ€™artista Arnaldo Pomodoro. Le sue sfere di bronzo, che rappresentano il mondo, sono famosissime e si vedono ovunque: da Roma a New York, passando per il cortile del Vaticano. Pomodoro ha disegnato e costruito il Carapace della cantina Lunelli, vicino a Bevagna. Si tratta di unโ€™opera dโ€™arte che prima si osserva da fuori e poi si gode da dentro; ha linee curve, morbide e crepe come un viso che ha vissuto. Poi si entra lโ€™opera dโ€™arte. Lasciando il tempo quasi eterno del Carapace ci si inoltra sotto la bellissima cupola di legno mossa e articolata; lรฌ sotto cโ€™รจ unโ€™atmosfera raccolta dove spicca il colore rosso delle sedie, pronte ad accogliere i visitatori per far loro gustare comodamente il vino della cantina Lunelli. Un vero piacere per gli occhi, per il gusto e per lo spirito.

La chiesa di San Paolo Apostolo a Foligno

A Foligno Massimiliano Fuksas ha lavorato su un enorme spazio vuoto: la zona dove hanno vissuto i terremotati del โ€˜97 fino quando, dopo lunghi anni, hanno potuto avere una casa. Il comune di Foligno ha pensato allora di usare quello spazio rimasto vuoto per erigere una chiesa dedicata a San Paolo. La chiesa si presenta come un gigantesco parallelepipedo di cemento bianco, sospeso su un rettangolo vetrato. Le pareti laterali hanno delle grandi spaccature vitree che lasciano penetrare una luce soffusa. Davanti alla chiesa si estende una lunga platea di cemento, anchโ€™essa bianca e, tutto in torno, ci sono grandi spazi dedicati alle passeggiate e al parcheggio.

Mario Botta รจ sceso dalla Svizzera per costruire una scuola a Cittร  della Pieve. La costruzione riassume la storia umbra partendo dal mattone, passando per il Medioevo e approdando allo spazio aperto. La sua cifra stilistica รจ il mattone rosso che nel ‘600 era giร  stato introdotto da un altro architetto svizzero: Francesco Borromini. Il mattone si integra benissimo con lโ€™ambiente ed รจ risultato piรน che mai indicato poichรฉ lโ€™Umbria รจ stata produttrice di mattoni fin dal periodo etrusco. La costruzione รจ modulata come le antiche mura medievali, ma con pareti che lasciano entrare la luce e la cultura. La scuola da una parte si affaccia sulla valle mentre dallโ€™altra รจ preceduta una grande area aperta: spazio ideale per lo svago dei ragazzi e degli abitanti di Cittร  della Pieve.
Accanto a queste vi sono molte altre opere moderne e contemporanee. Lโ€™Umbria ha anche creato tanti giardini di sculture che arricchiscono il paesaggio e portano lโ€™arte in mezzo alla gente, anche a quella di passaggio. Di questo perรฒ parleremo ben presto.

 

Cittร  della Pieve, foto Pino Musi. Sito www.botta.ch

La manifestazione, in programma dal 21 al 24 aprile, conta 158 conferenze, 151 relatori di fama nazionale e internazionale. Tra gli ospiti il premio Nobel Giorgio Parisi, il filosofo Massimo Cacciari, il geologo Mario Tozzi e lโ€™analista geopolitico Dario Fabbri.

Festa di Scienza e Filosofia – Virtute e Canoscenza riprende il cammino, proprio come recita il tema scelto per accompagnare lโ€™XI edizione. Oggi pomeriggio alle 16, presso Sala Rossa di Palazzo Trinci a Foligno, si taglia il nastro alla presenza del Ministro dellโ€™Universitร  e della Ricerca, Maria Cristina Messa che interverrร , insieme al referente della Festa e fisico Roberto Battiston, allโ€™interno di una conferenza dal titolo: Stato e prospettive della ricerca italiana. Lโ€™evento – che si tiene a Foligno dal 21 al 24 aprile – ha come tema e filo conduttore: Riprendiamo il cammino. La scienza, il nuovo sviluppo, il pensiero libero.

 

 

ยซNon era facile arrivare alla XI edizione della Festa e il fatto di esserci riusciti รจ segno dellโ€™interesse che i cittadini hanno per le questioni trattate. Il titolo scelto porta con sรฉ temi collegati allโ€™uscita dalla pandemia e al processo mondiale in atto verso nuovi sistemi di sviluppo. รˆ lโ€™edizione piรน grande da quando abbiamo iniziato e rappresenta la volontร  di ricominciare tutti insieme: cโ€™รจ infatti un numero molto elevato di relatori, 151, di fama nazionale e internazionale, con 158 conferenze. รˆ una vera festa di cui sono protagonisti i giovani, gli scienziati, i giornalisti di settore, per scoprire insieme il significato della scienza e le conseguenze che questa ha sullโ€™uomo. Parleremo di temi di attualitร  come il nuovo sviluppo alla libertร  del pensiero razionale, passando per i cambiamenti climatici, lโ€™intelligenza artificiale e il mondo del Metaverso, e fino ad arrivare al futuro della salute e al superamento delle disparitร  di genereยป spiega Pierluigi Mingarelli, direttore del Laboratorio di Scienze Sperimentali di Foligno, che promuove e organizza la manifestazione in collaborazione con il Comune di Foligno, la Regione Umbria e Oicos riflessioni.
Come da tradizione cโ€™รจ anche uno spazio dedicato a Dante, la cui virtute e conoscenza declamata nella Divina Commedia si ritrova anche nel sottotitolo che accompagna Festa di Scienza e Filosofia. Un appuntamento reso ancora piรน importante dal fatto che nel 2022 si celebrano i 550 anni dalla stampa della editio princeps, avvenuta proprio a Foligno lโ€™11 aprile del 1472. Tra le nuove location cโ€™รจ il Museo Diocesano Capitolare, che ospita – tra gli altri – lโ€™incontro La questione ecologica tra ambiente fisico e universo digitale, con il filosofo Silvano Tagliagambe insieme al decano della Facoltร  di Filosofia della Pontificia Universitร  Lateranense, Philip Larrey, e al presidente della Pontificia Accademia per la Vita, monsignor Vincenzo Paglia. Questโ€™anno, inoltre, la Festa esce dal centro storico per raggiungere anche la periferia: a Santโ€™Eraclio si terranno due conferenze a cura della biologa Claudia Bordese e del giornalista scientifico Piero Bianucci.

 

L’interno della cellula

Gli ospiti presenti

Quattro giorni densi di incontri e dibattiti, a cominciare dallโ€™attesissimo appuntamento con il premio Nobel Giorgio Parisi (in videocollegamento il 24 aprile). Tra i grandi nomi anche quelli del geologo Mario Tozzi, del direttore di ricerca dellโ€™Irccs Ospedale San Raffaele Anna Flavia Dโ€™Amelio Einaudi, del direttore scientifico dellโ€™ospedale San Raffaele Gianvito Martino, dellโ€™analista geopolitico Dario Fabbri, dellโ€™oceanografa Katrin Schroeder, del direttore dellโ€™Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs Giuseppe Remuzzi, dellโ€™ex direttore della Clinica di malattie infettive dellโ€™Ospedale Sacco di Milano Massimo Galli, della presidente di Emergency Rossella Miccio, dellโ€™astrofisica ucraina Elena Bannikova, del presidente nazionale della Fondazione Associazione Medici Diabetologi Paolo Di Bartolo, dello psichiatra e sociologo Paolo Crepet, del matematico Piergiorgio Odifreddi, dellโ€™amministratore delegato di Avio Spa Giulio Ranzo, del caporedattore di Leonardo, il tg della Scienza e dellโ€™Ambiente di Rai3 Silvia Rosa Brusin, della giornalista scientifica Enrica Battifoglia, del presidente dellโ€™Infn Antonio Zoccoli, del filosofo Umberto Galimberti, del filosofo Massimo Cacciari, della senatrice a vita Elena Cattaneo, della dirigente di ricerca emerita dellโ€™Infn Lucia Votano, del presidente e fondatore dellโ€™Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Silvio Garattini e del sociologo Domenico De Masi. Non mancheranno, poi, i quattro referenti scientifici della Festa: il fisico e genetista Edoardo Boncinelli, il filosofo Silvano Tagliagambe, il fisico sperimentale Roberto Battiston e il linguista Massimo Arcangeli.

 

L’interno della cellula

La maxi-installazione di Cellulaessenziale

Nella corte esterna di palazzo Trinci รจ visitabile fino al 1ยฐ maggio lโ€™installazione dal titolo Entriamo nella nostra cellula, grande novitร  di questa edizione. Curato dal Laboratorio di Scienze Sperimentali di Foligno, il progetto ha visto la collaborazione dellโ€™Itt Da Vinci, del Liceo classico Frezzi-Beata Angela, dellโ€™Its Umbria Academy e della Direzione didattica del 3ยฐ Circolo di Foligno.
Si tratta di una cupola trasparente che rappresenta la membrana cellulare, contenente il nucleo, il reticolo endoplasmatico, i mitocondri e i ribosomi. Una volta allโ€™interno รจ possibile seguire le fasi principali che caratterizzano il metabolismo cellulare. Mentre allโ€™esterno, sotto le arcate del palazzo folignate, sono posizionati dei computer per degli approfondimenti sulla biologia e delle postazioni che consentono, grazie a dei visori, di sperimentare innovative tecnologie immersive. ยซLa cellula รจ lโ€™unitร  di base degli esseri viventi, il centro motore della vita. Tutti ne parlano ma nessuno cโ€™รจ mai entrato dentro, in questo modo si puรฒ fare un vero e proprio virtual tour sotto la guida di attenti tutor, che accompagnano adulti e bambini in un vero e proprio viaggio tra i vari organi cellulariยป conclude il professor Mingarelli.

 


Per maggiori informazioni

Gli interrogativi che si pongono Don Abbondio e Renato Zero sono gli stessi di quando camminiamo per le strade della cittร .

ยซCarneade! Chi era costui?ยป รจ la domanda che, nell’ottavo capitolo dei Promessi Sposi, Don Abbondio si fa a proposito del filosofo greco Carneade. Carneade fu un seguace del Probabilismo, vissuto tra il 213 e il 129 a.C., e considerato un personaggio minore tra i filosofi della sua epoca. Di qui il detto di una persona priva di fama. ยซLui chi รจ? E loro, dico loro chi sono?ยป. Qui si tratta di tutta un’altra storia ed รจ evidente anche la forzatura di questa citazione, presente in un brano di Renato Zero che racconta l’incontro organizzato con una donna che non รจ sola. La domanda che si pone รจ capire chi รจ l’uomo che sta con lei.
Spesso, viaggiando in macchina, passeggiando in bicicletta o semplicemente camminando mi tornano in mente proprio Don Abbondio e Renato Zero e non di rado esclamo: ยซChi era costui? Lui chi รจ?ยป e, se si tratta di una via con doppio nome mi viene proprio da dire: ยซE loro, dico loro, chi sono?ยป.
Fino ad alcuni anni fa utilizzavamo una mappa cartacea, oggi ricorriamo sempre piรน frequentemente al navigatore satellitare. A me non dispiace chiedere informazioni direttamente alle persone con la classica domanda: ยซScusi, sa mica dov’รจ via…?ยป La risposta รจ quasi sempre labirintica con ยซla prima a destra, poi tutto a dritto, alla rotonda a sinistra, passata l’edicola ancora a sinistra, dopo 300 metri vede un distributore, passa il ponte ed รจ arrivatoยป. Le strade di una cittร  spesso sono legate a personaggi noti della storia, dell’arte, della letteratura, della scienza. Che si tratti di paese o cittร  non mancano certo Via Garibaldi, Corso Cavour, Via Dante Alighieri, Via Papa Giovanni XXIII, Via Verdi. Perรฒ, oltre ai personaggi piรน popolari, ci sono anche i cosiddetti personaggi minori spesso dimenticati e che hanno un nome che sinceramente ci dice poco o nulla. Spesso si tratta di uomini e donne legati al passato della cittร  che si sono distinti per valori e attivitร  poste in vita.

Augusto Ciuffelli

Come si assegna il nome a una via o a una piazza?

La normativa che stabilisce come dare un nome a una strada nuova รจ la legge 1188/27; invece, quella che indica come cambiare nome a una strada giร  esistente รจ il Rdl 1158/23. Per attribuire una denominazione a una strada nuova o piazza pubblica รจ necessario che il Comune chieda l’autorizzazione del Prefetto. Si puรฒ dare il nome di una persona a una strada o a una piazza a condizione che questa sia morta da almeno 10 anni a meno che non si tratti di un caduto in guerra o di una persona deceduta per la causa nazionale. รˆ facoltร  del Ministero per l’Interno derogare quando si tratta di persone che abbiano benemeritato della Nazione. Il Comune puรฒ cambiare nome a una strada, ma solo dietro autorizzazione della Prefettura e sentito il Ministero dei Beni e delle Attivitร  Culturali e la Soprintendenza. La Soprintendenza valuta gli aspetti di ordine storico e culturale, il Ministero dell’Interno valuta solo invece l’opportunitร  di derogare alla norma che impone un intervallo di dieci anni dalla scomparsa del personaggio illustre. Il cambio di nome della strada deve essere motivato in modo specifico.

Personaggi meno illustri di Foligno

Ecco allora una breve guida di toponomastica folignate riguardante le strade intitolati a personaggi, immagino, poco noti ai cittadini di Foligno. Una via ricorda Augusto Ciuffelli nato a Massa Martana nel 1856. Ciuffelli, di modeste estrazioni sociali, appena ventenne fu nominato segretario particolare di Zanardelli, lanciandosi cosรฌ nella carriera politica. Nel 1898 venne nominato prefetto e nel 1904 venne eletto deputato nel collegio di Todi. Dal 1910 al 1916 fu ministro nei governi Luzzatti, Orlando e Salandra. Fu inoltre presidente di sezione del Consiglio di Stato. Morรฌ a Roma il 6 gennaio 1921.

Caterina Scarpellini

A pochi metri dal Laboratorio di Scienze Sperimentali, nel cuore della cittร  una via รจ intitolata a Caterina Scarpellini. Nata a Foligno nel 1808 si trasferรฌ a diciotto anni a Roma come assistente dello zio, lo scienziato Feliciano Scarpellini. A Roma sposรฒ Erasmo Fabri e insieme a lui continuรฒ a lavorare alla stazione astronomica della Sapienza โ€“ Universitร  di Roma. Caterina Scarpellini aveva una solida formazione e una profonda conoscenza del sistema solare e per divulgare i dati delle sue indagini fondรฒ con suo marito la rivista La Corrispondenza scientifica in Roma.

Nel 1856 la scienziata istituรฌ presso l’osservatorio capitolino una stazione meteorologica e ozonometrica. Inoltre documentรฒ l’osservazione della grande cometa dell’aprile del 1854, oggi nota come C/1854 F1,e quella del giugno 1861, l’eclissi solare del 1860 e i passaggi di sciami di meteoreย  tra il 1861 e il 1868. Fu eletta membro della Societร  dei Georgofili di Firenze e dell’Accademia dei Quiriti a Roma, cosรฌ come dell’Accademia di Dresda e della Societร  imperiale dei naturalisti di Mosca. Oggi uno dei crateri di Venere porta il suo nome. Morรฌ a Roma il 28 novembre 1873.

Vicino all’area verde del Parco dei Canapรจ troviamo via Pier Antonio Mezzastris nato a Foligno intorno alla prima metร  del Quattrocento (1430 ca.) da una famiglia di artisti. Mezzastris fu un pittore e decoratore che lavorรฒ su soggetti di genere sacro, svolgendo attivitร  prevalentemente nella cittร  di Foligno e nelle zone limitrofe. La sua abilitร  tecnica ed eleganza nel dipingere la troviamo ad Assisi sulle pareti dell’oratorio dell’ospedale dei Pellegrini. Morรฌ a Foligno nel 1506.

Nei pressi di Porta Romana si trova viale Luigi Chiavellati. Nato a Terni nel 1902, Chiavellati conseguรฌ la laurea in medicina presso l’universitร  di Perugia e successivamente ricoprรฌ il ruolo di sottotenente medico di complemento. Mentre era medico condotto a Foligno, fu richiamato alle armi nell’ottobre del 1935 e con il grado di capomanipolo medico raggiunse l’Africa orientale. Cadde in combattimento nel gennaio del 1936 a Passo Uarieu. Fu decorato con la medaglia d’oro al valor militare alla memoria.

A Orazio Antinori รจ dedicata una via nella frazione di Borroni di Foligno. Orazio Antinori nacque a Perugia ed รจ stato un esploratore e tra i piรน stimati conoscitori italiani del continente africano sia centrale che orientale. Iniziรฒ fin da piccolo a interessarsi all’ornitologia per poi studiare storia naturale a Perugia e Roma. Caduta la repubblica romana (1849) si dedicรฒ ai viaggi in Grecia, Egitto e Sudan. Nel 1853 iniziรฒ la sua attivitร  di esploratore in Africa e nel 1876 guidรฒ la Grande Spedizione avendo come meta i laghi equatoriali dell’Africa Orientale. Un fortuito ma grave incidente di caccia lo privรฒ della mano destra e dopo una breve malattia morรฌ nel 1882 a Lรจt-Marefiร  in Etiopia.

 

Orazio Antinori

 

Nella zona di Prato Smeraldo troviamo via Petronio Barbati. Discendente da una nobile famiglia nacque a Foligno verso la fine del 1400 o all’inizio del 1500. Petronio Barbati si laureรฒ in diritto civile e canonico, professรฒ l’avvocatura ma soprattutto si dedicรฒ agli studi letterari e alla poesia. Una sua commedia fu recitata nel 1549. Verso gli ultimi anni della sua vita, amareggiato da certi fastidiosi intrighi familiari che gli fecero venire in odio la sua cittร , si trasferรฌ a Roma dove ottenne un posto da segretario presso un cardinale. Le poesie del Barbati furono raccolte e pubblicate col titolo: Rime di Petronio Barbati gentiluomo di Foligno estratte da varie raccolte del secolo XVI e dai suoi manoscritti originali. Si sa che restรฒ privo di un occhio, e che morรฌ a Foligno, mentre era segretario del cardinale Caetani il 22 novembre 1554.

Sempre nella solita zona di Foligno troviamo via Tignosi. Niccolรฒ Tignosi nacque il 30 marzo 1402 a Foligno da una famiglia eminente. Studiรฒ arti e medicina a Perugia, Siena e Bologna. Giร  negli anni accademici 1424-25 e 1425-26 รจ attestato come docente nell’universitร  di Perugia nel settore disciplinare di arti e medicina. Si stabilรฌ temporaneamente a Firenze intorno al 1440 per un incarico diplomatico ricevuto dal governo perugino e proprio agli anni fiorentini risalgono le opere di Tignosi che ci sono conservate. Nel 1471 lo troviamo a Todi dove esercita la pratica medica al servizio del Comune. Morรฌ nel 1474 a Pisa dove continuava a insegnare; fu sepolto nel locale convento di S. Croce in Fossabanda.

Vicinissimo a via Tignosi รจ dedicata una via allo storico e notaio Durante Dorio. Nato a Leonessa nell’attuale provincia di Rieti intorno al 1571 (non รจ certa la sua data di nascita) lavorรฒ come cancelliere e notaio. All’etร  di 30 anni fu raccomandato per un lavoro presso la cancelleria criminale di Foligno. Sempre a Foligno ricoprรฌ il ruolo di cancelliere della Curia, e proprio a Foligno iniziรฒ la sua attivitร  di ricercatore e storico. La cittร  gli diede la cittadinanza nel 1632 e Durante Dorio vi acquistรฒ una casa dove costruรฌ una piccola cappella. Malgrado le sue tante ricerche e i suoi tanti scritti, la sola opera pubblicata fu Istoria della famiglia Trinci pubblicata nel 1638. La morte lo raggiunse la vigilia di Natale del 1645 a Foligno.
รˆ emerso dunque un mosaico di biografie non comuni, di vicende personali, di differenti estrazioni sociali e professioni. Sono piccole storie di personaggi minori ma che comunque hanno lasciato traccia nell’identitร  della cittร  di Foligno.

Spettacoli teatrali, concerti, reading, presentazione di libri, proiezioni e mostre fotografiche in luoghi sorprendenti dellโ€™Umbria alla ricerca di quelle radici dellโ€™umanitร  da ritrovare. E proprio sotto il nome Radici di Umanitร ย รจ in arrivo un ricco e suggestivo programma di eventi dal 2 aprile al 3 luglio 2022.

Con lโ€™obiettivo di affrontare, declinare e interpretare i temi caldi della nostra epoca, sono cosรฌ attesi anche grandi nomi del panorama artistico e culturale italiano: da Bruno Arpaia a Franco Arminio, da Massimo Zamboni alla Zastava Orkestar, da Claudio Morici al reading teatrale della coppia Piccioni-Gaggianesi su Buzzati, fino alle mostre e documentari di Stefano Schirato ed Andrea Segre. Spazio anche ad artisti umbri, come al teatro di Silvio Impegnoso, Ludovico Rรถhl e Alessandro Sesti e alla musica degli Espada.

Coinvolta soprattutto la cittร  di Bevagna, allโ€™interno di spazi come il Teatro Francesco Torti e lโ€™Auditorium di Santa Maria Laurentia. Ma non solo. In programma anche appuntamenti a Foligno (Spazio zut), Perugia (Edicola 518), Montefalco e Giano dellโ€™Umbria. In cartellone, infatti, anche una sezione speciale in tre cantine del territorio come Bellafonte di Bevagna, Scacciadiavoli di Montefalco e Moretti Omero di Giano dellโ€™Umbria. Cinque quindi in totale i comuni umbri coinvolti (Perugia, Foligno, Montefalco, Bevagna, Giano dell’Umbria). La manifestazione Radici di Umanitร  รจ ideata e organizzata da Moow s.r.l., gestore del Coworking Multiverso Foligno, con il sostegno dei Fondi POR FESR Umbria 2014-2020 โ€“ Az. 3.2.1 โ€“ Bando pubblico per partecipazione Progetto Spettacoli dal vivo, del Comune di Bevagna e la collaborazione dellโ€™associazione Ikaria (organizzatrice, tra lโ€™altro, di FolignoLibri) e di Felcos Umbria (associazione di Comuni per lo sviluppo sostenibile).

 

Terra Mala

Il programma

Sabato 2 aprile (ore 21.15) in programma lo spettacolo dโ€™avvio e proprio nella cittร  cuore della rassegna. Al Teatro Torti andrร  in scena Alexo, spettacolo di e con Claudio Morici. Bevagna, quindi, ospiterร  il celebre scrittore, autore e attore teatrale.

Venerdรฌ 6 maggio (ore 10.30) allโ€™Auditorium S. Maria Laurentia di Bevagna ci sarร  la proiezione del documentario di Stefano Schirato TERRA MALA 2. A seguire FELCOS Umbria presenta un corto metraggio che documenta un intervento territoriale diffuso in corso chiamato Clima-X azione per il clima, con protagonisti i giovani, promotori del cambiamento nelle comunitร  e nei territori dellโ€™Umbria.

Sabato 7 maggio (ore 21.15) al Teatro Torti di Bevagna in programma TONNO E CARCIOFINI โ€“ Una storia di wrestling, spettacolo di Silvio Impegnoso, Ludovico Rรถhl e Alessandro Sesti che ha ricevuto anche una Menzione speciale al Premio Scenario 2021. Dopo vari tentativi di trovare un senso nel mondo del teatro, i tre intraprendono il cammino verso la vera finzione: il Wrestling. Il wrestling come luce in fondo al tunnel. โ€œTonno e carciofiniโ€ รจ una storia di amicizia tra due inetti superficiali alla ricerca del successo. Finiranno per trovare nel wrestling il vero senso dellโ€™arte e della vita.

Giovedรฌ 12 maggio (ore 21.30) allo Spazio Zut di Foligno, proiezione del documentario MOLECOLEย di Andrea Segre che ha trascritto in pellicola la fragilitร  della vita nel cuore di una Venezia che lentamente si svuota, meravigliosa e impaurita. Segre, che da anni vive a Roma, รจ rimasto bloccato dal lockdown a Venezia, la cittร  di suo padre e solo in parte anche sua. Il virus ha congelato e svuotato la cittร  davanti ai suoi occhi, riconsegnandola alla sua natura e alla sua storia, e in qualche modo anche a lui.

Venerdรฌ 20 maggio due appuntamenti con MASSIMO ZAMBONI al Teatro Torti di Bevagna: alle 18 la presentazione del libro โ€œLa trionferร โ€ e alle 21.30 il concerto del tour โ€œLa mia patria attualeโ€. Zamboni รจ un chitarrista, cantautore e scrittore italiano che รจ stato il principale compositore dei CCCP e dei successivi CSI, musicalmente considerati i padrini prima del punk rock e poi del rock alternativo italiano. La mia patria attuale รจ il titolo del suo nuovo album, un viaggio proprio nell’umanitร . Come un viaggio รจ il suo nuovo libro, il romanzo storico La Trionferร : storia di un paese del reggiano dove ancora oggi c’รจ un busto di Lenin.

 

Massimo Zamboni

 

Sabato 4 giugno (ore 16.30) prenderร  il via la sezione di Radici di Umanitร  nelle cantine del territorio. Alla Cantina Sacciadiavoli di Montefalco arriverร  FRANCO ARMINIO, per un reading teatrale con degustazione. Arminio ha pubblicato una trentina di libri, si occupa anche di documentari e fotografia ed รจ molto attivo in Rete, dove un gode di un vasto seguito. Collabora con vari giornali, tra cui il Corriere della Sera, Lโ€™espresso e il Fatto quotidiano. Come paesologo e osservatore di luoghi collabora con il Touring club e con National geographic.

Domenica 12 giugno (ore 17) toccherร  alla Cantina Moretti Omero di Giano dellโ€™Umbria: ospite BRUNO ARPAIA per la presentazione del libro Il fantasma dei fatti. A seguire ci sarร  il concerto degli ESPADA. La band umbra si conforma come contenitore di svariate esperienze musicali, laddove ogni componente opera parallelamente in territori divergenti.

Domenica 26 giugno (ore 18) presso la Cantina Bellafonte di Bevagna in cartellone il reading teatrale con degustazione dal titolo UNA COSA CHE COMINCIA. Parole e storie di Dino Buzzatiย con Stella Piccioni e Daniele Gaggianesi.

 

Zastava

 

Sabato 2 luglio (ore 22), il Centro storico di Bevagna accoglierร  il concerto della street band toscanaย  ZASTAVA ORKESTAR: musica balkanica made in Maremma.

Domenica 3 luglio (ore 18.30), sempre il Centro storico di Bevagna ospiterร  un BLIND TASTING, degustazione di vini alla cieca e percorso sensoriale a cura dell’Ass. culturale Ikaria.

In corso di definizione lโ€™evento in programma a Perugia.

 


Info, contatti e prenotazioni:

foligno@multiverso.net

Tel. 0742 459510; 328 5974657; 329 1813629

www.radicidiumanita.wixsite.com/2022

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La Route 27 di John Murray III non รจ quell’autostrada nord-sud degli Stati Uniti che collega il capolinea meridionale Miami, in Florida, con il capolinea nord Fort Wayne, nell’Indiana. รˆ tutto un altro percorso. Guardiamo di cosa si tratta, tornando un po’ indietro nel tempo.

Chi erano i Murray?ย  Una grande dinastia di editori!

Nel 1768 John Mc Murray arrivรฒ a Londra dalla desolata landa di Scozia in cerca di fortuna. Rinunciรฒ presto al prefisso Mc e mise su, con non poche difficoltร , un’attivitร  di vendita di libri. Iniziรฒ cosรฌ semplicemente e forse anche per caso la sua vita di letterato vendendo e successivamente pubblicando libri. L’attivitร  cominciรฒ ben presto a ingranare quando fu colpito da un grave lutto familiare; sua moglie morรฌ. Non si perse d’animo e si risposรฒ presto con la sorella di sua moglie che gli dette un figlio, anche lui di nome John. Alla morte di Murray I, avvenuta nel 1793, l’azienda fu affidata e gestita da amministratori fiduciari per circa 10 anni, quando il figlio John Murray II divenne l’unico responsabile. Mentre suo padre era conosciuto per esagerare con l’alcol, fare baldoria e per essere un bon viveur, John Murray II si rivelรฒ un uomo d’affari tutto d’un pezzo e lontano dal perdere tempo in frivole faccende. Divenne ben presto l’editore di Lord Byron e di Sir Walter Scott.
Alla morte di John Murray II, l’attivitร  fu rilevata dal figlio, anche lui di nome John, che dunque sarร  John Murray III. Uno dei piรน grandi successi di John Murray III fu la pubblicazione del libro L’origine delle specie e delle varietร  attraverso la selezione naturale di Charles Darwin. La dinastia รจ continuata con i vari John Murray fino ad arrivare a John Murray VII, negli anni ’90 del 1900. Nel 2002 il tutto รจ stato venduto al gruppo Hodder Headline Ltd. Finalmente i membri della famiglia Murray sono liberi di scegliere il nome del prossimo bebรฉ. Di John ce ne sono stati fin troppi!

John Murray III

Cenni biografici di John Murray III

John Murray III nacque il 16 aprile del 1808. Studiรฒ alla Charterhouse School a Godalming, circa 60 km a sud-ovest di Londra, e si laureรฒ all’Universitร  di Edimburgo nel 1827.
Pubblicรฒ traduzioni in inglese di Goethe e piรน tardi nella sua carriera tutte le opere di Charles Darwin e di Hermann Melville come il romanzo Moby Dick, considerato uno dei capolavori della letteratura americana. Nel 1847 sposรฒ Marion, figlia del famoso banchiere Alexander Smith. Morรฌ all’etร  di 84 anni il 2 aprile del 1892 e fu sepolto nella chiesa parrocchiale di Wimbledon. Lasciรฒ quattro figli, due maschi e due femmine.

Murray’s Handbook for Travelers

John Murray III รจ rimasto famoso anche per la pubblicazione dei suoi Handbooks for Travelers. Altro non erano che guide di viaggio pubblicate a partire dal 1836. La serie comprendeva destinazioni turistiche in Europa e in parti dell’Asia e dell’Africa settentrionale. La sua prima guida di viaggio fu un Manuale per i viaggiatori in Olanda, Belgio e Reno. Nel 1900 la sua azienda aveva prodotto piรน di 400 guide turistiche. Possiamo senza ombra di dubbio affermare che le guide turistiche di Murray III del diciannovesimo secolo sono forse le piรน dotte e sapienti nel loro genere.

La Route 27

A Handbook for Travelers in Central Italy, di Octavian Blewitt, fu pubblicato a Londra in Albemarle Street da John Murray III nel 1850.
Nella parte introduttiva di questo volume viene specificato che la versione inglese รจ reperibile, oltre che in altre cittร , anche presso la tipografia Vincenzo Bartelli di Perugia.
Nella prefazione viene sottolineato come gli Stati dell’Italia Centrale e Meridionale sono forse di piรน grande interesse che di altri parti d’Europa. Viene inoltre specificato che l’opera รจ frutto di due viaggi per desiderio di dare giustizia al Paese e al popolo studiando le loro caratteristiche direttamente sul posto e acquisendo una personale conoscenza dei distretti piรน remoti ma altrettanto ricchi di storia e d’arte.
A un certo punto di questa guida di viaggio viene descritta la Route 27: Florence to Rome by Arezzo e Perugia.

Inizio la mia lettura da Foligno che cosรฌ subito viene descritta: ยซBefore arriving at Foligno, the Topino, upon which it is built, is crossedยป. Vengono subito indicate delle locande (Inns) dove mangiare e pernottare: Tre Mori, Grande Albergo e La Posta.
Foligno รจ descritta come ยซuna attiva e industriosa cittร  vescovile di 8.000 abitanti, gode di un’alta reputazione in tutti gli Stati limitrofi per il suo bestiame. La Chiesa di San Niccolรฒ preserva un bellissimo altare di Niccolรฒ Alunno, nativo di questa cittร . Il Corso, chiamato Canopia, permette al cittadino una piacevole passeggiata lungo l’antica cinta murariaยป.
ยซA poche miglia a ovest di Foligno, al bivio del Topino con il Timia, c’รฉ Bevagna che conserva ancora le tracce del suo antico nome Mevania. Celebrata dai poeti latini per la ricchezza dei suoi pascoli e ancora famosa per la pregiata razza di bovini bianchi. Strabone (geografo e storico greco) cita Mevania come una delle cittร  piรน considerevoli dell’Umbria. Plinio (storico) afferma inoltre che se le sue mura fossero di mattoni non potrebbero essere capaci di tanta resistenzaยป. Questa cittร  รจ inoltre memorabile come luogo di nascita di Properzio (poeta romano). ยซSulla collina sopra Bevagna, distante 6 miglia, c’รจ il piccolo paese di Montefalco notevole per due dipinti di Benozzo Gozzoli, nelle chiese di San Fortunato e di San Francescoยป.
La descrizione dei luoghi continua con: ยซOn leaving Foligno for Rome, imbocchiamo la via Flaminia e superato sant’Eraclio si valica il confine che separa le delegazioni di Perugia con quelle di Spoleto. La strada entra presto nella bella valle del Clitunnoยป. Il percorso continua poi fino a raggiungere Roma.

Conclusioni

Oggi siamo abituati a fare le nostre escursioni spesso utilizzando Google Maps e tutto quello che ci viene offerto da internet: luoghi d’interesse, orari dei musei, dove mangiare e dormire con tanto di recensioni e poi ancora le 10 cose da vedere in un giorno, sagre gastronomiche e feste popolari. Sempre attaccati al nostro smartphone come se fosse un’estensione del nostro corpo. Un’idea interessante potrebbe essere quella di procurarsi l’Handbook for Travelers in Central Italy e seguire il percorso e i suggerimenti che ci vengono offerti. Una nuova esperienza di viaggio che di sicuro ci stimolerร  la voglia di conoscere, la curiositร  e il senso di avventura.

Si conferma in Umbria la presenza di BNI, uno dei business network di maggiore successo al mondo, che puรฒ vantare giร  oltre 10.000 membri in Italia.

Il 3 dicembre 2021, lโ€™executive director di BNI Davide Venturi presenzierร , presso lโ€™agriturismo Il Cantico di San Francesco di Palazzo di Assisi, lโ€™inaugurazione di due nuovi capitoli della Region Umbria, quello di Minerva di Assisi e quello di Smile di Foligno. BNI รจ unโ€™organizzazione di business networking professionale il cui primo obiettivo รจ scambiarsi referenze di affari qualificate. รˆ lโ€™organizzazione con il maggior successo in questo ambito, con piรน di 10.200 Capitoli attivi in 70 Paesi nel mondo.

 

 

Fondata nel 1985, BNIยฎ รจ l’organizzazione di scambio referenze piรน vasta e di successo a livello mondiale. I membri sono professionisti e imprenditori che si aiutano reciprocamente ad aumentare il proprio giro d’affari grazie al Givers Gainยฎ (chi dร  riceve). Ogni settimana, in migliaia di gruppi in tutto il mondo, i membri si incontrano con altri professionisti e imprenditori per costruire e alimentare relazioni a lungo termine basate sulla fiducia reciproca e scambiare referenze di business di qualitร . La partecipazione a BNIยฎ permette l’accesso a formazione professionale erogata da esperti del settore e l’opportunitร  di fare networking e business con centinaia di migliaia di membri BNIยฎ in tutto il mondo.
Negli ultimi dodici mesi, i membri BNI hanno scambiato piรน di 12 milioni di referenze, che hanno generato piรน di 18 miliardi di euro di business. Nei due nuovi Capitoli, che si vanno ad aggiungere agli altri quattro capitoli della Regione Umbria, sono giร  presenti oltre 50 aziende e professionisti, ognuno rappresentante di una diversa attivitร  lavorativa; regola principale di BNI รจ infatti che allโ€™interno di ogni Capitolo sia ammesso un solo rappresentante per specializzazione.
In particolare, la vocazione del Capitolo Minerva รจ fortemente orientata al Turismo e al Benessere, due temi essenziali per il futuro dellโ€™Umbria.

 

PROGRAMMA DELLโ€™EVENTO

  1. 18:00 Apertura – Registrazione ospiti
  2. 18:30 Open Networking
  3. 19:00 Presentazione capitolo Smile – Presentazione capitolo Minerva
  4. 19:20 Intervento executive director Davide Venturi
  5. 20.00 Apericena

 


N.B. รจ necessario prenotarsi al numero +39 348 3314376 o presso la segreteria dellโ€™agriturismo Il Cantico di San Francesco di Palazzo di Assisi. Tel +39 075 9975721. Cell: +39 392 9976768

Email: info@ilcanticodisanfrancesco.it

Per accedere ai locali รจ necessario esibire il Green Pass

 

รˆ stata inaugurata la mostra โ€œLeandra Angelucci Cominazzini. Una donna futuristaโ€ a palazzo Trinci, residenza della nobile famiglia che governรฒ la cittร  di Foligno tra il 1305 e il 1439; la mostra, promossa da CoopCulture in collaborazione con il Comune di Foligno, รจ dedicata alla pittrice futurista folignate per la ricorrenza dei quarantโ€™anni dalla sua morte.

 

La mostra, occasione imperdibile per ricordare e far meglio conoscere lโ€™artista folignate, sarร  visibile fino al 24 gennaio 2022. Curata da Massimo Duranti e Andrea Baffoni, allestita nelle sale di palazzo Trinci e al piano terra della biblioteca comunale, รจ divisa per sezioni con circa novanta opere, fra dipinti, arazzi e manufatti in ceramica che documentano lโ€™attivitร  di Leandra Angelucci Cominazzini e da cui si ricavano interessanti notizie sul rapporto intercorso con Filippo Tommaso Marinetti e con i personaggi di spicco del panorama culturale italiano del periodo futurista.
La mostra รจ arricchita da una sezione documentaria dedicata allโ€™artista, alle sue esposizioni e ai contatti che strinse lungo tutta la sua operosa vita, e una sezione bibliografica dedicata allโ€™editore folignate dedito alla pubblicazione di opere futuriste Franco Campitelli, a cura di Antonella Pesola e Domenico Cialfi.

 

Le opere

La sua vita

Leandra Cominazzini (Foligno, 5 settembre 1890 โ€“ Foligno, 24 gennaio 1981), รจ stata unโ€™artista di primo piano nella cultura futurista italiana: nasce nella cittร  dei Trinci da una famiglia dell’alta borghesia e trascorre tutta la sua infanzia a Foligno. Fin da giovanissima fu mandata dalla famiglia, come era previsto per le donne, presso il Collegio Santo Spirito a Perugia, per continuare gli studi all’istituto magistrale, anche se il suo desiderio era quello di frequentare i corsi dell’Accademia.[1]
Iniziรฒ a dedicarsi allโ€™arte, la sua passione, appena diplomata, spaziando dal pannello murale, ai vetri dipinti a smalto e a olio, alle tele e alle mattonelle; sperimentรฒ il campo della pittura non tradizionale con la creazione di arazzi, riprendendo un’antica tecnica usata dalle donne di Spello. Grazie allโ€™esposizione dei suoi arazzi, vinse una medaglia dโ€™argento, alla Prima mostra internazionale di Arte sacra a Valle Giulia a Roma nel 1930.

 

 

Il 1932 fu un anno fondamentale per lโ€™artista, poichรฉ questa data segnรฒ lโ€™incontro con Gerardo Dottori, firmatario del manifesto dell’Aeropittura e figura di punta del futurismo a Perugia. Profondamente legato a Dottori fu Tommaso Marinetti, fondatore del movimento futurista e ideatore della mostra Premio Golfo della Spezia, presso la quale Leandra Cominazzini presentรฒ un suo dipinto. Dopo tale successo lโ€™artista partecipรฒ alle piรน importanti esposizioni italiane: la XX e la XXIII Esposizione internazionale d’arte di Venezia, nel 1936 e nel 1942, alle Quadriennali di Roma nel 1939 e nel 1943; espose inoltre a Napoli, Terni, Roma, Orvieto, Milano, Cremona, Bologna, Firenze e Foligno, inviando sempre le sue creazioni e non andando mai di persona.[2]
Fu unโ€™artista poliedrica, non si dedicรฒ solo alla pittura ma, nel 1939, si cimentรฒ anche nella poesia, dedicando a Marinetti la raccolta di Aeropoesia futurista umbra, pubblicata poi postuma nel 1983.
La sua pittura subรฌ un cambiamento radicale, quando, all’inizio degli anni Cinquanta, rimase vedova del marito Ottorino Angelucci, un industriale perugino; la sua arte mutรฒ radicalmente, prediligendo soggetti come il cosmo, i satelliti e gli astri.[3] Lโ€™artista si spense nella sua cittร  natale il 24 gennaio 1981.

Lโ€™affetto di Leandra alla cittร  รจ dimostrato da unโ€™opera raffigurante la pittura astraleย del 1970, donata al Comune di Foligno e conservata nel deposito del museo di palazzo Trinci, ora esposta al pubblico.
Lโ€™artista donรฒ, alla Biblioteca comunale Dante Alighieri della sua cittร  nel 1979, il suo archivio, raccogliendo lโ€™invito fatto dallโ€™amministrazione di voler costituire un fondo documentario sugli artisti umbri, che si รจ arricchito poi di altre pubblicazioni entrate a far parte del patrimonio librario nellโ€™aprile del 1981. La documentazione ricopre un periodo molto ampio: dal 1900 al 1981, che testimonia la varietร  di stili e generi dellโ€™artista poliedrica, dalle iniziali prove di disegni scolastici, allโ€™Autobiografia manoscritta. Fondamentali sono le lettere di Gerardo Dottori, lโ€™artista con il quale si รจ sempre confrontata dal 1932, quando iniziรฒ a frequentare il gruppo futurista umbro con Alessandro Bruschetti, Vittorio Meschini e Giuseppe Preziosi.
La vita e la storia dellโ€™artista รจ delineate nella mostra attraverso il materiale facente parte dellโ€™Archivio Cominazzini, oggi digitalizzato. Dopo la seconda guerra mondiale infatti Leandra nella volontร  di tenere desto lo spirito delโ€‹ Futurismo, cercรฒ continui legami con gli artisti con cui condivise le rassegne espositive e lโ€™idealitร  del movimento marinettiano; sono presenti infatti molti carteggi con alcuni esponenti, spicca infatti il forte legame di stima e amicizia con Giovanni Acquaviva ed Enzo Benedetto. Diversi documenti riguardano anche lโ€™ultimo segretario di Marinetti, Luigi Scrivo con il quale Leandra ebbe un epistolario dal 1968 al 1975. Accompagnano il lungo percorso artistico numerosi ritagli di stampa, fotografie, un diploma di partecipazione e cataloghi delle esposizioni piรน significative; il ricco materiale testimonia la volontร  di Leandra di aggiornarsi e per continuare a esprimere la propria arte. La mostra si completa con un catalogo edito da Coopculture con saggi dei curatori, approfondimenti di Emanuela Cecconelli e Lucia Bertoglio ed un aggiornato apparato scientifico a cura di Antonella Pesola composto da una dettagliata cronologia e bibliografia. Leandra Angelucci Cominazzini fu tra le poche personalitร  femminili che aderirono al Futurismo; il suo ruolo allโ€™interno del movimento appare molto interessante se si considera che tale movimento aveva una visione dellโ€™arte basata su valori come la forza, la velocitร , la guerra, da cui il genere femminile era generalmente escluso; le donne allora reagirono ampliando gli spazi del movimento, diventando artiste a tutto tondo, impegnate cosรฌ su piรน fronti artistici.

 

L’orbo veggente, 1936

 


[1] Massimo Duranti, Enrico Crispolti, Leandra Angelucci Cominazzini Futurista Onirica, Perugia, 1983.
[2] Mirella Bentivoglio, Le futuriste italiane nelle arti visive, De Luca, 2008.
[3]Voce Cominazzini Leandra in Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche.

Al confine tra Umbria e Marche, in quella zona spartita tra il comune umbro di Foligno e quello marchigiano di Serravalle del Chienti, si estende un sistema di altipiani carsici circondato da una serie di rilievi. Prati fioriti che tendono periodicamente a riempirsi dโ€™acqua, offrendo un paesaggio diverso in ogni stagione.

Ricciano, Arvello, Pian della Croce, Annifo, Colfiorito, Palude e Popola:ย questi i nomi di quegli altipiani posti aย 750 metri di altitudine, residui fioriti di una palude carsica ormai da tempo prosciugatasi. Disperse ormai le esalazioni mefitiche, il terreno, lโ€™altitudine e le variazioni atmosferiche fanno in modo perรฒ che si creino degli specchi dโ€™acqua di particolare bellezza, dimora di numerose specie di piante e animali. Il Cavalier Francesco Santoni ne dร  unโ€™esemplareย rappresentazione in versi.

 

parco di colfiorito umbria

Opere idriche sullโ€™altopiano di Colfiorito

Il piรน famoso รจ senza dubbio il Lago di Colfiorito, dove lโ€™acqua permane pressochรฉ tutto lโ€™anno, costeggiato da una pittoresca passerella di legno e giร  oggetto di opere di ingegneria idraulica dal 1483, quandoย Giulio Cesare Varanoย spinse per la costruzione di unaย galleria, conosciuta comeย La Botteย oย La Botte dei Varano, che convogliรฒ gran parte delle acque stazionanti nellโ€™altopiano nel fiume Chienti. Ambienti del genere, se lasciati a sรฉ stessi, sono infatti soggetti a un gradualeย interramento, cosa che, una volta divenuta irreversibile, comporta la sparizione di quel particolare ecosistema che si era creato.
E come non pensare, allora, alle recenti vicissitudini di questi bacini dโ€™alta quota? Si ricordi il canale artificiale, scavato tra gli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso, che permise di mettere in comunicazione laย Palude di Annifoย con quella sopracitata di Colfiorito: opera che, nel dicembre 2017, si รจ rivelata estremamente utile. Durante la torrida estate precedente, infatti, le temperature elevate avevano causato lโ€™evaporazione totaleย della palude, lasciando cumuli di pesci prima a morire โ€“ e poi a marcire โ€“ sotto al sole. Selezione naturale, direte voi; ma la stessa natura ha pensato bene di rimediare creando un altro,ย nuovo, bacino nella Piana di Annifo, nel dicembre dello stesso anno. Il neonato lago, come in passato, potrebbe durare fino a primavera; cosรฌ, una volta scioltisi il ghiaccio e la neve che glassano queste contrade, sarร  possibile convogliare parte delle sue acque verso il martoriato Lago di Colfiorito, donandogli una seconda vita.

 

musei nei pressi di foligno umbria

Museo Archeologico di Colfiorito

Natura e civiltร 

Sarebbe un peccato, infatti, se questa zona umida โ€“ peraltro protetta da un parco regionale e dalla Convenzione di Ramsar โ€“ si alterasse a tal punto da sparire per sempre. Circondata infatti da boschi di cerri e agrifogli, la piana di Colfiorito ospita animali rariย come il tarabuso, lโ€™airone rosso e il tarabusino, cosรฌ come pavoncelle, pittime reali, chiurli, germani reali, gallinelle dโ€™acqua, poiane e falchi di palude. Allo stesso modo, vi crescono ninfee bianche, brasche dโ€™acqua, millefoglio, il giaggiolo dโ€™acqua, il ranuncolo, diverse piante officinali e la carnivora erba vescica. Nella zona occupata, fino al 1950, dalla torbiera, ormai esaurita, vi crescono pennacchi e orchidee acquatiche.
Nei pressi di questa magnifica porzione di terra, vi รจ anche ilย MAC, ilย Museo Archeologico di Colfiorito, che raccoglie le testimonianze di tutti quei popoli che, in queste zone di passaggio tra lโ€™Appennino umbro e quello marchigiano, si sono avvicendati: i Romani, i Cartaginesi e, prima ancora, i Plestini, che conferirono alla zona il secondo nome di Altipiani Plestini.
Per chi invece voglia immergersi in unโ€™atmosfera daย Signore degli Anelli,ย ogni anno, ad agosto, la zona di Montelago รจ animata dal pittorescoย Montelago Celtic Festival,ย evento imperdibile per gli amanti del genere.

 


Fonti: R. Borsellini,ย Riflessi dโ€™acqua: Laghi, fiumi e cascate dellโ€™Umbria,ย Cittร  di Castello, Edimond, 2008.

ยซRinunciare al dialetto significa ripudiare secoli di cultura locale, di tradizioni orali, di sapienza gnomica trasmessa dagli antenati. Significa perdere un inestimabile patrimonio di metafore, similitudini, modi di dire, frutto della fantasia popolare che quando crea le sue immagini, pittoresche e folgoranti, le crea in dialettoยป. Cesare Marchi

ยซLo spoletino รจ un dialetto simpatico, divertente e immediato, con un vero e proprio marchio di fabbrica che lo contraddistingue: la cantilena nel parlare. รˆ una nostra prerogativa, che diventa quasi inesistente quando parliamo correttamente italianoยป spiega Riccardo Bocali che, con Mauro Piccioni, forma il duo Pere Cotogne, (se ve lo state chiedendo, il nome non ha nessun significato particolare!) una collaborazione nata per caso una decina di anni fa con lo scopo di doppiare in dialetto spoletino film e video, ma soprattutto divertirsi e far divertire.

Mauro Piccioni e Riccardo Bocali

ยซUn giorno ci siamo detti: Vogliamo provare a fare un doppiaggio in dialetto? Abbiamo caricato il primo video su Youtube e in poche ore รจ stato visualizzato da tantissime persone, richiamando anche lโ€™attenzione della stampa locale. Cosรฌ tutto รจ partito!ยป.

In questa quinta puntata di Di(a)lettiamoci โ€“ forse lo avrete giร  capito – siamo arrivati a Spoleto, dove il dialetto cambia dal centro alla periferia e dove, in un comune di 30.00 abitanti,. possono esserci 5 o 6 varianti della stessa parola.

ยซIn periferia si utilizzano termini che nel centro storico vengono pronunciati meno e viceversa. Laddello (laggiรน), jemo laddello (andiamo laggiรน), quaddecco (qui), ad esempio sono parole piรน da periferia. Anche la costruzione della frase puรฒ essere diversa da zona a zona, nascono pure delle diatribe per le traduzioni piรน corrette. รˆ un dialetto molto complesso, basti pensare che a Trevi, Montefalco, Campello sul Clitunno, Castel Rinaldi, che sono cittadine molto vicine, ha piccole sfaccettature e diversitร . A tal proposito mi viene in mente miole (tenaglie) che in periferia non si dice frequentementeยป prosegue Riccardo.

Tra un colpo e unโ€™esclamazione!

Diciamo la veritร , lo spoletino insieme al folignate sono i dialetti che rappresentano lโ€™Umbria fuori regione. Gli umbri per il resto dโ€™Italia parlano come loro, con questโ€™accento e con questa cadenza.
Come ogni dialetto ha delle caratteristiche ben precise che lo contraddistinguono: la I finale usata come rafforzativo alla fine delle parole (jemo รฌ, forza รฌ); lโ€™articolo lu e le U nelle finali (il gatto รจ il gattu) e la I che diventa R se impura (mordo per molto), senza dimenticare le parole che vengono troncate, prerogativa di un po’ tutta la regione. ยซUnโ€™espressione tipicamente spoletina รจ: Uah! Lo diciamo sempre quando cโ€™incontriamo, mentre il ciao รจ sostituito da: Ohโ€ฆ commmmโ€™รจ?! rigorosamente con innumerevoli emme. Oppure quando ci salutiamo lo facciamo in modo molto fantasioso e originale, รจ una nostra caratteristica: Che te pija un corbu, come stai?, Che te pij nโ€™corbu bisestile cosรฌ dura quattrโ€™anni!, Che te pija un corbo a tracolla cuscรฌ non te lo perdi!, oppure quando qualcuno fa una sciocchezza si dice: Quando inauguri lu cervellu dimmelo che te regalo ‘na coccia!. Tra le parole piรน usate non possiamo non citare pollai (sbrigati), jemo (andiamo), issu, essa (lui, lei) quisto, quista (questo, questa)ยป specificano le Pere Cotogne.

 

Spoleto, foto by Enrico Mezzasoma

Un tesoro da non perdere

Questo dialetto ha sicuramente delle influenze marchigiane e diverse caratteristica simili al folignate e al ternano: ยซAbbiamo fatto spettacoli nella zona di Roma e veniamo tranquillamente capiti, mentre da Spello in su faticano a comprenderci. Con i nostri spettacoli e doppiaggi cerchiamo anche di coinvolgere i giovani, che purtroppo, non vogliono piรน parlare il dialetto perchรฉ ritenuto volgare e motivo di vergogna, per questo tendono a parlarlo in modo molto soft. Diciamo, che siamo un poโ€™ tutti cresciuti con questa convinzione, invece รจ importate mantenerlo e conoscerlo, dopotutto sono le nostre radici, la nostra storia. Ovviamente nei luoghi consoniยป conclude (ridendo) Riccardo Bocali.

 


Le puntate precedenti

Perugino
Eugubino
Castellano
Folignate

ยซIl dialetto non si salva solo con le poesie, le commedie e i festival. Si tramanda anche infilandolo nel discorso, come un cetriolino in un panino. รˆ un po’ snob, lo ammetto. Ma mica possiamo parlare tutti ingleseยป. Beppe Severgnini

Con la quarta puntata di #Di(a)lettiamoci – il tour che vi porta alla scoperta dei dialetti umbri – ci spostiamo a Foligno: cittร  in cui il patriottismo locale regna sovrano, dove non amano particolarmente Perugia โ€“ vorrebbero avere una provincia tutta loro – e dove l’attaccamento al territorio e il dialetto sono molto sentiti. Dopotutto sono sempre lu centru de lu munnu!
Giovanni Ruiu folignate D.O.C. che fa parte della redazione della rivista Stuzzicadenti ย – che racconta il territorio e le storie di Foligno – senza pensarci troppo, ha scritto lโ€™articolo e me lo ha inviato bell’e pronto: ยซPur di non farci mettere mano a una perugina, hai fatto tutto tu!ยป ho esclamato. ยซDovrei dire che non รจ cosรฌ, perรฒ un pochetto sรฌ, via!ยป. Quindi vi lascio condurre da Giovanni alla scoperta del dialetto folignate, delle sue parole e dellโ€™essenza di Foligno.

Facemo a capisse…

Giovanni Ruiu

Semo jente de Fulignu, semo fatti cuscรฌ: queste le parole cantate da Massimo Bagnato di cui ogni folignate un poโ€™ si risente, sia quelli che non je sta vene (non gli sta bene) – la j la mettemo dappertutto – sia a quelli che je sta vene (gli sta bene). Perchรฉ semo fatti realmente cuscรฌ, un poโ€™ incazzosi e un poโ€™ rompi scatole, ma tanto socievoli. Il patriottismo folignate ci contraddistingue, basta chiedere anche a un solo vecchietto che trovi in piazza da dove viene e lui ti risponderร  da Fulignu, al massimo forse dalla zona de appartenenza. Eh giร  perchรฉ, noi ce litigamo le zone, Prato Smeraldo e Sportella Marini se possono vedรฉ poco, Cave e Maceratola non so stati mai troppo amici, li Vurruni – un paesino che si chiama Borroni – e limitrofi non ne parliamo.
Comunque, in qualsiasi zona tu ti trovi, sentirai le parole finire sempre e solo con una lettera: la U, infatti, approposito de esse incazzusu, basta pocu pe piร  focu.

Nรฉ capoluogo nรฉ marchigiani

E quello che non sopportiamo piรน di tutto รจ quando i nostri meriti li associano agli altri: perchรฉ non ci nascondiamo dietro a un dito, a noi il capoluogo non ci piace, non ce la facemo a sentรฌ parlร  co ‘n gatto nta la vocca – la B e la V per noi sono uguali – i folignati pensano che i perugini parlano con un gatto in bocca, il famoso donca.
E quando ci dicono di essere simili ai marchiciani (marchigiani) io vorrei far notare questo: la storia insegna che il popolo degli Umbri insediรฒ i territori dallโ€™attuale Lazio, arrivando a Foligno e dirigendosi verso il mare, quindi diciamo la veritร , non semo noi quelli fori luogo, ecco. E se questa puรฒ sembrare una magra consolazione, pacenza (pazienza) a noi ce basta, e come se dice da noi, chi spizzica non digiuna (meglio poco che niente, lโ€™importante รจ accontentarsi).

 

La cattedrale di San Feliciano. Foto di Enrico Mezzasoma

Velli e impossibili

E non posso non dedicare due parole ai paesetti de montagna, perchรฉ so il nostro collegamento al mare, il nostro motore agricolo, lโ€™origine delle parole piรน strane, e poi perchรฉ me sentirei rinfacciร  la frase chi fiji chi fijiastri? (Alcuni sรฌ e alcuni no?). Quindi o tutti o nessuno. Foligno รจ questo e molto di piรน: ma dโ€™altronde non basterebbe un articolo per spiegare quanto semo velli (siamo belli) ma anche quanto semo intoccabili, praticamente come una bella donna che perรฒ รจ accompagnata; ma dโ€™altronde, come direbbe un mio caro amico de Cifo: ยซLi rigori se tirano da lu portiere, mica a porta votaยป (non รจ sempre facile fare delle coseโ€ฆ). Per concludere: forza Foligno sempre!

 


Le puntate precedenti

Perugino

Eugubino

Castellano

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