Il progetto – che ha coinvolto i comuni di Spello, Foligno, Bastia Umbra e Magione – è stato un successo e ha dato il via a una serie di studi ed eventi legati a Benvenuto Crispoldi.
Si è scatenata una vera e propria Crispoldi mania. Il progetto Benvenuto Crispoldi. Tra arte e rivoluzione da Spello all’Europa. Un nostos attraverso i Comuni di Bastia Umbra, Foligno e Magione – da poco concluso – che celebrava questo personaggio dai tanti volti a 100 anni dalla morte, ha riscosso grande successo e ha fatto scoprire, o riscoprire, agli spellani e all’Umbria, una figura di nicchia, ma che potrebbe riservare ancora tante sorprese.
La serie di iniziative intercomunali – quattro i Comuni coinvolti: Spello, Bastia Umbra, Foligno e Magione – hanno portato alla luce le testimonianze lasciate da Crispoldi nei loro territori offrendone letture diverse e inedite; studi e ritrovamenti hanno creato anche un itinerario permanente dedicato all’artista, all’archeologo, al sindaco e al rivoluzionario spellano. Con la sua concittadina Irene Falcinelli, assessora alla Cultura e al Turismo del Comune di Spello, abbiamo tirato le somme di questi intensi mesi, che sono stati il punto di partenza per scoprire ancora di più Benvenuto Crispoldi: «È in corso una vera Crispoldite» ci dice.
Assessora, qual è il bilancio finale del progetto? È soddisfatta?
Il progetto si conclude magnificamente: tutti coloro che hanno partecipato alle celebrazioni dei 100 anni dalla morte di Benvenuto Crispoldi hanno sviluppato una grande motivazione a indagare questo personaggio: la sua azione e il suo ruolo a livello regionale, nazionale e internazionale. A Spello abbiamo organizzato una mostra e promosso degli scritti specifici per approfondire quelli che sono stati gli ambiti d’azione del nostro concittadino. Crispoldi si è dimostrato una figura di particolare rilievo sotto molteplici aspetti, quindi devo dire che l’esito di questi quattro mesi di attività è molto positivo sotto ogni punto di vista.
Tra le tante iniziative che avete proposto, ce n’è stata una che ha riscosso particolare interesse?
Tutte hanno avuto un riscontro di pubblico molto alto. Gli spellani – in particolare – hanno apprezzato quella dedicata alla Spello tra ‘800 e ‘900 in cui è stato presentato un catalogo fotografico, realizzato in collaborazione col Circolo Cine Foto Amatori Hispellum, che racconta la città in cui si muoveva Crispoldi: un vero e proprio focus su quella che era la Spello dei suoi tempi. Due sono stati poi gli appuntamenti meritevoli: il convegno d’apertura che ha presentato il progetto, e la giornata studio che ha focalizzato la figura di Crispoldi archeologo. Gli studiosi hanno messo in evidenza come l’attività di ricerca sia stata l’occasione per rilanciare Spello, anche in vista di una prospettiva futura. Inoltre, è emerso il suo ruolo di Sindaco e quanto fosse stato determinante nell’intraprendere relazioni con gli enti pubblici, con il Ministero dell’Istruzione, con la corrispondente attuale della Sovrintendenza, con il Museo nazionale di Villa Giulia e con architetti e funzionari di livello nazionale. Quest’uomo, pur venendo da un piccolo borgo, interloquiva a livello paritario con le massime autorità del tempo. È stato il suo punto di forza.
Gli spellani lo hanno imparato a conoscere o già in città era famoso?
In molti lo conoscevano in modo marginale: in città sono intitolate a suo nome una via e una sala pubblica. È stato il primo sindaco socialista dell’Umbria e tra i primi 60 sindaci socialisti d’Italia. Eletto nel 1914, essendo esule, entrò in carica nel 1915 e ci rimase fino al 1919. Da sindaco ha avuto il coraggio di prendere decisioni anche impopolari a sostegno della popolazione più povera e di quella in difficoltà.
Quali, ad esempio?
La prima che mi viene in mente è quella che riguarda via Giulia. Oggi è una strada di Spello, molto bella e residenziale, 100 anni fa invece era abitata da persone umili, che condividevano le case con gli animali. Questo comportava per loro un precario stato di salute e il direttore sanitario dell’epoca aveva fatto presente la situazione già al sindaco precedente, che però non era intervenuto. Crispoldi invece, una volta alla guida della città, emana un provvedimento coraggioso: bandisce gli animali da cortile e stabilisce che non si può tenere più un maiale per famiglia; lo fa per tutelare la salute dei suoi concittadini, risultando anche impopolare. Si occupa poi del sostegno di famiglie povere e indigenti, oltre a firmare provvedimenti a favore della patria durante la Grande Guerra, raccogliendo denaro e beni di prima necessità. Tutto questo è stato raccontato nelle diverse giornate di studio e gli spellani hanno manifestato fin da subito ammirazione e interesse per questa figura.
Ha suscitato interesse anche nei giovani?
Sì. Letizia, una studentessa spellana dell’Università di Perugia, ha deciso di scrivere la tesi di laurea su questo personaggio. Riuscire ad arrivare anche ai più giovani con questa azione divulgativa è motivo di grande soddisfazione. Capisco che è un argomento di nicchia e una figura minore, ma il coinvolgimento nel progetto anche di altri Comuni lo ha reso più popolare.
L’unione con Bastia Umbra, Foligno e Magione è stata un punto di forza…
Sicuramente. Il progetto è un esempio di buone pratiche amministrative unite tra loro. Questo lavoro ci ha permesso non solo di indagare la figura di Crispoldi, ma anche il periodo storico delle città e dell’Umbria che lui ha vissuto. Si è creato un vivido interesse regionale e noi auspichiamo, che nel prossimo futuro, ci possa essere un interessamento di più ampio respiro, sia dal punto di vista regionale sia nazionale. Inoltre, abbiamo creato anche degli itinerari – consultabili nel sito – che uniscono più comuni e tracciano il percorso intrapreso da questo personaggio.
Per non far morire tutto questo, ci saranno altre iniziative?
Ovviamente, anche perché, come diciamo scherzosamente, è in corso a Spello una vera e propria una Crispoldite. Alcuni cittadini hanno scoperto di possedere degli affreschi, all’interno delle loro case, realizzati da Crispoldi: degli studiosi li hanno analizzati e hanno individuato la sua firma scritta al contrario. Inoltre, è emerso che diverse famiglie sono in possesso di sue opere passate di generazione in generazione e arrivate fino a noi. Ma non finisce qui. Sono state donate anche delle lastre fotografiche in bromuro risalenti a 100 anni fa e attribuite a Crispoldi: queste lastre, molto delicate, verranno ulteriormente indagate. Quindi ora abbiamo tanto materiale da studiare e da raccogliere per una eventuale mostra o per degli approfondimenti, come ad esempio il suo rapporto con Gerardo Dottori. C’è tanto da fare per scoprire quest’uomo e i diversi ambiti che ha toccato; ci è stato restituito un personaggio molto più articolato e variegato di quello che conoscevamo. Il progetto è stato solo l’inizio, ce ne siamo resi conto nel corso di questi mesi.
Agnese Priorelli
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