L’artita di Città di Castello racconta le sue attività: tra musica, inclusione e messaggi di rinascita.
Messaggera dell’universo, cantautrice dell’anima e paladina dell’unicità: serve una triade (forse nemmeno basta) per descrivere Gipsy (Marta all’anagrafe) Fiorucci, cantante e suonoterapeuta vibrazionale di Città di Castello. Con la sua voce graffiante e le sue canzoni – scritte da lei in connessione con l’universo – promuove il potere trasformativo, evolutivo e terapeutico della musica e del suono, divulgando messaggi potenti di rinascita, speranza e consapevolezza: «Credo che gli artisti, in particolar modo i musicisti, siano dei portatori di messaggi e per questo possono fare la differenza».
Gipsy sta portando avanti con successo anche il progetto Fiamma dell’Unicità, da lei creato, per promuovere l’inclusione e il valore dell’unicità nelle scuole, nei teatri e nei centri di varia tipologia. «Siamo tutti unici e divini, abbiamo delle qualità irripetibili, per questo è importante riconoscere la bellezza della nostra unicità e coltivare i nostri talenti».
Ha da poco partecipato al Sanremo Christian Music Festival, arrivando seconda con il brano: Regina del suo Regno; suona il monocorda armonico, con il quale sprigiona onde per ripristinare equilibrio e armonia; la scorsa estate ha ricevuto in Campidoglio il premio UmbriaRoma 2024 promosso dell’Associazione degli Umbri con lo scopo di rappresentare e diffondere i valori culturali e spirituali della regione, e personalizza il suo look modificando cappelli: «Ho proprio una passione per i cappelli». Insomma, Gipsy è un concentrato di energia, idee e talento. È unica!

Gipsy, come prima domanda: qual è il suo rapporto con l’Umbria?
È un rapporto molto bello e autentico, ho sempre amato il mio luogo di nascita e ne sono orgogliosa. Questo territorio ha delle bellezze pazzesche, sia paesaggistiche che culturali. È un diamante incastonato nel centro dell’Italia e va custodito con la massima cura, perché è un luogo prezioso.
Quanto è presente l’Umbria nelle sue canzoni?
L’ho spesso valorizzata e resa protagonista nei miei videoclip. Ad esempio, quello de L’Anima Grida (uno dei singoli più importanti, che ha vinto diversi premi) è stato girato a Villa Margherini Graziani a San Giustino. La canzone è un dialogo tra noi e la nostra anima: lei ci parla, ci consola e ci rassicura, ma soprattutto ci ricorda che non siamo soli. Quando ci sentiamo soli e fragili è perché perdiamo il contatto con la nostra interiorità e con la nostra matrice originale. Ho scelto proprio Villa Graziani perché incarna appieno la nostra anima: è preziosa, sacra e suggestiva. Il video del singolo Il pianto che trattengo – che parla di trasmutare le ferite interiori in talenti e doni – ha come scenario a Palazzo Vitelli alla Cannoniera a Città di Castello: lì ero circondata da arte e bellezza, è un luogo meraviglioso con le opere di Signorelli e Raffaello. Infine, l’ultimo brano uscito, Unico in questo universo ha come location il Cinema Astra sempre di San Giustino. L’Umbria, in qualche modo, è sempre protagonista nel mio lavoro.
Lei è una cantautrice: come nascono i suoi brani?
Mi occupo della musica e del testo, ho collaborazioni anche con altri autori e compositori, però principalmente sono io che creo il tutto. Le mie canzoni portano messaggi fondamentali, soprattutto alle nuove generazioni; messaggi di rinascita, di speranza, di consapevolezza, di autenticità e di valorizzazione dell’unicità. Nascono da momenti di profonda ispirazione, ma soprattutto da una forte connessione con l’universo. Dall’universo mi arrivano dei messaggi (come delle dettature) da divulgare attraverso le mie canzoni, per questo spesso mi hanno definita: Messaggera dell’universo. Credo che gli artisti, in particolar modo i musicisti, siano dei portatori di messaggi, in questo modo possono fare la differenza.
Quindi non è un’illuminazione improvvisa, serve una connessione e concentrazione…
No, l’ispirazione può arrivare quando sono in mezzo alla natura – la natura è un luogo ricco di stimoli – o quando sono in casa è sto facendo altro. Non c’è una regola precisa. Do molta importanza anche alla tipologia di parole che uso nei testi, perché ogni parola ha una vibrazione e una sua energia: a seconda di quelle che scegliamo, avremo una vibrazione più o meno positiva.
C’è, tra le sue canzoni, una che più la rappresenta?
Sono tutte mie figlie, è difficile scegliere. Però se devo proprio, ti dico: L’Anima grida e Unico in questo universo. Quest’ultimo è un brano che promuove l’inclusione a 360 gradi, cosa oggigiorno fondamentale.
Nel suo sito c’è scritto: “Difendiamo la nostra unicità e doniamo al mondo il nostro vero essere”. Cosa vuol dire?
È lo slogan del progetto Fiamma dell’Unicità e la frase principale della canzone Unico in questo universo. Voglio specificare che parlo di unicità e non di diversità – la differenza dei termini è fondamentale – perché noi siamo tutti unici e divini, e abbiamo delle qualità irripetibili, per questo è importante riconoscere la bellezza della nostra unicità e coltivare i nostri talenti. Ognuno di noi nasce per un motivo ben preciso e con una missione da portare avanti, dobbiamo quindi donare le nostre qualità e mostrare al mondo il nostro vero essere, la nostra essenza. Manifestarci per chi siamo veramente, oltre le illusorie apparenze, ed essere in grado di abbracciare la verità interiore, senza vergognarsi. Essere autentici vuol dire divenire immortali, l’autentica non muore mai, mentre ciò che non ha verità interiore è destinato a scomparire, può durare per un attimo, ma non avrà mai l’immortalità.
Ha accennato al progetto Fiamma dell’Unicità, che cos’è?
È un format artistico/divulgativo ideato da me – ne sono molto orgogliosa – che sto portando nelle scuole, nei teatri e nei centri di varia tipologia, per parlare ai giovani e alle loro famiglie. Prevede eventi artistici, musicali e formativi tenuti da me con la collaborazione di professionisti che lavorano nel settore giovanile (coach adolescenziali, educatori o psicologi). Durante gli incontri si svolgo diverse attività e si veicolano dei messaggi ben precisi: non sei una vittima, resta te stesso, cammina testa alta, non vergognarti di come sei, se hai bisogno chiedi aiuto perché non è una vergogna e tanto altro. È un viaggio trasformativo/evolutivo verso l’autenticità dell’essere.
I giovani come rispondono agli incontri?
Ascoltano interessati, ma soprattutto, mi pongono delle domande molto intelligenti per la loro età: spesso sono ragazzi delle scuole medie, ma a volte ci sono anche bambini delle elementari. Questa cosa mi riempie il cuore di gioia.
Il suo simbolo è una fiamma e un cuore: ha un significato?
È la nostra fiamma, la fiamma dei nostri talenti e della nostra unicità, che brilla in ognuno di noi e che dobbiamo assolutamente tirare fuori. Con questo logo e con lo slogan (Difendiamo la nostra unicità e doniamo al mondo il nostro vero essere) ho creato anche una linea di abbigliamento perché ritengo che le parole, quando sono intrise di vibrazioni positive, è molto benefico anche indossarle, non solo cantarle e ascoltarle.

Da poco è uscita una Epic – Version del brano “Unico in questo universo”, impreziosita dalle vibrazioni sprigionate dal suono del monocorda armonico, uno strumento che utilizza e suona anche per svolgere la sua attività di suonoterapia vibrazionale. Ci spieghi meglio…
Portare le frequenze e le vibrazioni benefiche del monocorda armonico all’interno di un brano così importante che promuove l’inclusione e l’autenticità dell’essere, è per me una grande gioia, perché questa sinergia mi permette di veicolare al meglio il messaggio, favorendo l’equilibrio interiore e trasmettendo energia, benessere e sane vibrazioni. Come suonoterapeuta vibrazionale promuovo e diffondo il potere trasformativo, evolutivo e terapeutico della musica e del suono. Lo faccio anche grazie al monocorda armonico, uno strumento di legno a 36 corde che, accordato a determinate frequenze, sprigiona, quando viene suonato, onde sonoro-vibrazionali che vanno a ripristinare equilibrio e armonia all’interno dei nostri centri energetici e del nostro sistema biologico cellulare. Agisce sul benessere psicofisico della persona (a livello fisico, mentale e spirituale) e ci rimette in contatto con la nostra matrice originale, con la nostra interiorità e la nostra anima. Inoltre, elimina lo stress e svuota la mente. Il suono culla e accarezza le emozioni e le cellule, riportando armonia all’interno del nostro organismo. La persona cade in uno stato alterato di coscienza, questo stato aiuta il corpo a rigenerarsi totalmente. Nel mio lavoro unisco i messaggi delle mie canzoni con le frequenze di benessere sprigionate dallo strumento, creando così un connubio prezioso e raro tra musica e suono.
Com’è arrivata a fare quello che fa?
È una consapevolezza che ho acquisito nel corso degli anni, attraverso un processo trasformativo ed evolutivo che si è sprigionato dentro di me e che è durato anni. Mi ha trasformato in quella che sono oggi, mi ha portato a fare ciò che faccio e a capire chi sono e cosa voglio donare al mondo. Anche il monocorda armonico è entrato nella mia vita quando ero pronta ad accoglierlo e a integrarlo con il resto della musica, per creare appunto una sinergia che mi permette di manifestare quelli che sono i miei doni e i miei talenti.

A febbraio, con la canzone “Regina del suo Regno” ha ottenuto il secondo posto al “Sanremo Christian Music Festival 2025”. Di che parla e quando uscirà?
Per l’uscita non c’è ancora una data precisa, stiamo decidendo con i miei collaboratori. Anche questo brano trasmette un messaggio importante: pone l’attenzione sul valore del perdono e del praticare empatia verso sé stessi e verso gli altri, perché le persone che incontriamo non sono che un riflesso di noi, ci fanno da specchio durante il corso della nostra vita. È importante quindi mettersi nei panni dell’altro e perdonare chi ci fa del male, perché in questo modo perdoniamo una parte di noi stessi. La canzone è un messaggio d’amore verso il prossimo.
Ha vissuto anche il Sanremo classico…
Non era la prima volta che andavo a Sanremo. Ho avuto l’onore di salire sul palco dell’Ariston nel 2020 come finalista del Sanremo Rock con il brano Attimi per Attimi (anche il video di questa canzone è girato in Umbria). È stata una gioia incredibile. Negli ultimi 6/7 anni sono sempre andata a Sanremo durante la settimana del Festival: c’è veramente il mondo, tutti gli addetti ai lavori sono lì. È molto stancante (quando torno a casa mi serve qualche giorno per riprendermi) però è un’esperienza bellissima. Quest’anno ho partecipato al Festival della Canzone Cristiana, mentre negli anni passati ero ospite a dei galà, al Sanremo On e a tanti altri eventi che si svolgevano in quei giorni. Sono occasioni per fare interviste con radio e televisioni e per promuovere i brani, è un’esperienza importante che ti lascia veramente tanto.
Chi è Gipsy Fiorucci? Come si descriverebbe in poche parole?
Ho un lato molto emozionale e sensibile che si sposa con la mia parte più coraggiosa e determinata: sono un mix di tutto questo. Con tenacia porto avanti i miei progetti, non mi arrendo di fronte alle difficoltà, cado e mi rialzo e riesco a vedere la luce anche nei momenti di buio. Ho una grande fede e una grande fiducia nell’universo. Tutto questo si ritrova nelle mie canzoni, in cui si amalgamano alla perfezione la mia parte forte, determinata e graffiante con quella intima, introspettiva ed emozionale.
È questo che sognava da bambina?
Assolutamente.
Perché ha scelto di chiamarsi Gipsy Fiorucci?
Perché mi sono spesso sentita una gitana della musica. Viaggio molto per lavoro e quindi simpaticamente ho scelto questo nome. Ho deciso però di lasciare il mio cognome (Fiorucci), perché ritengo che le radici siano fondamentali.
Si definisce anche “una gitana rock”…
Sì, e lo manifesto anche nel mio outfit. Personalizzo il mio abbigliamento e i miei cappelli: ho una passione sfrenata per i cappelli, che spesso modifico secondo i miei gusti. Anche il look rispecchia la mia creatività.
Ritorna così il concetto di unicità…
Esatto. In una società che ci vuole omologati, io celebro la mia unicità e quella di ogni individuo. Ho iniziato nel 2020 il progetto Unicità, diventato poi Fiamma dell’Unicità. Per questo, spesso mi definiscono Cantautrice dell’anima e Paladina dell’unicità.
Sognando: con chi le piacerebbe duettare?
Fabrizio Moro, Ermal Meta, Elisa, Francesco Renga e molti altri. Fondamentale però sarebbe la condivisione dei valori.
E per chi vorrebbe scrivere una canzone?
Così a bruciapelo mi vengono in mente Gianna Nannini e Loredana Bertè.
Quali sono i prossimi progetti…
In primis ho l’uscita del brano Regina del suo Regno, che mi darà una bella carica di energia; poi ho in calendario diversi eventi, anche legati alla musicoterapia, sarò ospite in programmi televisivi e avrò concerti in giro per il centro Italia. Ovviamente continuerò a portare avanti il mio progetto.
Per concludere, come descriverebbe l’Umbria in tre parole?
Artistica, sacra e preziosa.
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Agnese Priorelli

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