Secondo i dati Istat, ogni anno in Italia oltre 6 milioni di donne subiscono una qualche forma di violenza – psicologica, fisica, sessuale – e, dato davvero drammatico, dal 1 gennaio al 18 novembre 2024 sono state 99 le donne vittime di femminicidio.
Le denunce di violenza e le richieste di aiuto al numero verde 1522 sono in costante aumento (nel 2024 si sta registrando un aumento del 57% rispetto ai primi 8 mesi del 2023), segnale che sempre più vittime stanno uscendo dall’isolamento.
Ma come si colloca l’Umbria nel panorama nazionale? Lo abbiamo chiesto a Elisa Tugliani, vice presidente dell’associazione umbra Libera…Mente Donna.
«In Umbria, i centri antiviolenza sono stati aperti con un po’ di ritardo rispetto ad altre regioni. Però, dal 2014, c’è stata una grande crescita e un maggiore impegno da parte delle istituzioni. Abbiamo creato una rete interistituzionale, collaborando con gli enti pubblici, i Comuni capofila e la Regione. Detto questo, è sempre necessario rafforzare questa rete, soprattutto perché ci sono frequenti cambiamenti nelle istituzioni e tra gli operatori, come nel caso delle forze dell’ordine. Ogni anno, è importante sedersi a un tavolo per discutere le criticità e trovare soluzioni concrete. Ad oggi la rete esiste, lavoriamo in collaborazione con le Forze dell’Ordine, le ASL e altri enti, ma bisogna fare in modo che le azioni si traducano in prassi operative efficaci e continuative.»
L’associazione Libera…Mente Donna dal 2014 gestisce i centri antiviolenza in Umbria, in diverse zone sociali: Perugia, Terni, Gubbio, Città di Castello e Foligno e numerosi sportelli in luoghi come il Comune di Umbertide, l’Università per Stranieri di Perugia e l’Università di Perugia. In generale, l’associazione si occupa di violenza di genere offrendo supporto a donne e minori vittime di violenza, fornendo ospitalità e un percorso di uscita dalla violenza attraverso colloqui psicologici, consulenze legali e, nei Comuni di Perugia e Terni, mettendo a disposizione strutture protette, come case rifugio, CAV residenziali e case di emergenza, dove le donne possono essere accolte in situazioni di urgenza.
La Dott.ssa Tugliani sottolinea come questo della violenza sulle donne sia un fenomeno trasversale che non tiene conto di provenienza, estrazione sociale ed età. «Nella nostra esperienza, la violenza di genere è assolutamente trasversale. Abbiamo accolto donne di ogni estrazione sociale: da donne con professioni prestigiose, a donne immigrate o di estrazione sociale più umile. Il fenomeno non riguarda una sola classe sociale, ma colpisce donne di ogni età, provenienza e professione.»
In questo difficile contesto, sensibilizzare è la parola d’ordine «La Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne è utile» afferma Tugliani «se serve a fare il punto su quanto è stato fatto, ma anche a evidenziare le criticità su cui dobbiamo lavorare. È importante che questa giornata non si trasformi in un’autocelebrazione, ma diventi un’opportunità per riflettere sulle azioni concrete da intraprendere durante tutto l’anno. Se diventa solo una giornata di parole e non porta a cambiamenti pratici, perde la sua efficacia. Per noi è fondamentale confrontarci con le istituzioni e con la comunità su questi temi.»
Parlando invece della prevenzione attraverso la promozione della condivisione, dell’ascolto, del rispetto, Tugliani ci ha parlato dei progetti messi in atto dalla regione Umbria «da qualche anno la Regione Umbria ha messo a disposizione fondi nazionali per la prevenzione della violenza di genere, soprattutto nelle scuole, ma anche nelle università. Attualmente stiamo collaborando con scuole primarie, secondarie e superiori, e anche con l’Università di Perugia. La prevenzione è un tema fondamentale, perché se non partiamo da lì, tutte le nostre azioni si limitano a intervenire su situazioni già esplose. È un lavoro che va costruito passo dopo passo, e le scuole stanno iniziando ad accogliere la nostra presenza, anche se ci sono ancora delle resistenze. L’educazione e la sensibilizzazione tra i giovani sono fondamentali per cambiare la cultura che sta alla base della violenza.»
Dati centri antiviolenza Libera…Mente Donna ETS
Il 1522 è il numero verde nazionale attivo in Italia per le donne vittime di violenza e stalking. Si tratta di un servizio pubblico gratuito e anonimo, gestito dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che offre supporto, consulenza e orientamento alle donne che si trovano in situazioni di abuso. Il servizio è attivo 24 ore su 24, 7 giorni su 7, e può essere contattato via telefono, chat o WhatsApp. Le operatrici del 1522 sono formate per ascoltare, aiutare e indirizzare le donne verso risorse adeguate, come centri antiviolenza, case rifugio e supporto legale. È uno strumento importante per denunciare la violenza, chiedere aiuto o semplicemente ricevere informazioni su come affrontare situazioni di abuso.
Sonia Bagnetti
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