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Andare a Schifanoia… non è quello che sembra!

Andare a Schifanoia non è un sinonimo del volgare finire a schifio inteso come terminare malamente, andare a finir male, ma è semplicemente andare a visitare una località in provincia di Terni dal nome un po’ singolare. Schifanoia, appunto.

Località dal nome inconsueto e bizzarro si trovano in tutta Italia, si va da Paperino a Belsedere in Toscana, da Donnadolce a Purgatorio in Sicilia, da Altolà in provincia di Modena a Golasecca nel Varesotto. In Umbria abbiamo Bastardo, Casa del Diavolo, Strozzacapponi (che dovrebbe gemellarsi con l’abruzzese Strozzacavallo nella sede del Castello di Strozzavolpe nei pressi di Poggibonsi), ma a rendere ambigui i nomi di borghi e villaggi nel cuore verde d’Italia è l’accento di alcuni luoghi. Prestiamo dunque molto attenzione a pronunciare correttamente Pisciano (Gubbio), Chiavano (Cascia), Ramazzano–Le Pulci (Perugia), Budino (Foligno). In provincia di Terni c’è Schifanoia, frazione del comune di Narni, ed è lì che sono stato a visitare qualcosa d’interessante.

 

Le vie di Schifanoia
Chiesa S. Giovanni Battista

Sonetti e biografie

Ho scoperto Schifanoia leggendo alcuni sonetti del poeta Giuseppe Gioacchino Belli (1791-1863). Nel sonetto Er Tempo de Francesi così scrive, in modo un po’ irriverente: «Un po’ ppiù cche ddurava Napujjone Cò quell’antri monzù scummunicati, Roma veniva a ddiventà Frascati, Schifanoia, o Ccastel Formicolone. E ssedute, e ddemanio e ccoscrizzione […]».

Schifanoia viene citata anche ne Le biografie dei capitani venturieri dell’Umbria dello storico, politico e patriota perugino Ariodante Fabretti (1816- 1894). «Et adì dicto fu mandato Camillo Vitelli, el signor Pavolo Orsino e li figlioli de Guido e de Ridolfo dei Baglioni con cavalli e fanti a Schifanoia de Berardino dei Ranieri, quali gionti che fuoro la sechegiaro, scarcaro et arserla […], e poi ce impicarono Batistaccio de Sancta Agata ad un torione de Schifanoia».

Schifanoia

Schifanoia si trova a circa 8 km da Terni a un’altezza di 261 m.s.l.m. È un piccolo paese ed è poco popoloso, i suoi abitanti si chiamano Schifannoiani. Un borgo legato, almeno fino alla metà dell’Ottocento, alla pastorizia e all’agricoltura e proprio per la transumanza delle greggi provenienti dal Lazio che trova origine il suo nome, dove schiffa è la vedetta e noja è il pascolo. Inoltre, il termine schifato, nell’Italia centrale, indicava una moneta che era il prezzo di una fida o affidatura, cioè un corrispettivo sul pascolo. In sostanza Schifanoia era luogo di esazione per il transito della pastorizia. I monumenti e luoghi d’interesse sono: Chiesa di S. Giovanni Battista (XIII secolo), Chiesa di S. Michele Arcangelo (XI secolo). Nella zona strettamente circostante è possibile trovare tracce di un antichissimo passato come molluschi fossili che emergono dalle sabbie gialle.

La chiesa di S. Giovanni Battista situata nel centro storico, ha una facciata semplice dove è possibile notare una piccola nicchia con la statua della Madonna. All’interno ci sono affreschi che vanno dal 1300 al 1500. Nei pressi del paese, lungo il Cammino dei Protomartiri, si erge invece la chiesa di San Michele Arcangelo, uno degli edifici romanici più interessanti del territorio. È uno luogo simbolo del cristianesimo e dell’eremitaggio da tantissimi secoli. Costruita sulle rovine di un’altra chiesa dell’VIII secolo, presenta una pianta piuttosto irregolare con due fabbricati che s’incontrano formando un angolo ottuso. La porta esterna d’ingresso è sovrastata dal classico rosone tondo, finestrone decorativo di forma circolare. L’interno è costituito dall’aula abbaziale, luogo di ritrovo della comunità monastica, da un corridoio di collegamento e dalla chiesa vera e propria. Gli ambienti interni sono dipinti con affreschi.

 

Chiesa S. Michele Arcangelo

Il Pliocene

Il termine Pliocene deriva dal greco (pleion e kainos) e sta a indicare una fauna più nuova tra i molluschi marini. Il Pliocene nella scala dei tempi geologici ebbe inizio circa 5.300 milioni di anni fa e terminò circa 2.600 milioni di anni fa. Ebbene a Schifanoia e dintorni è tuttora possibile trovare tracce di questo antichissimo passato, vissuto anche dal nostro antenato Australopithecus.

Nella Rivista Scientifico-Industriale delle principali scoperte e invenzioni del 1880 è presente un breve capitolo dedicato ai fossili pliocenici delle sabbie gialle trovati nelle vicinanze di Schifanoia. I numerosi fossili che si ritrovano in questa zona mostrano senza alcun dubbio quanto quel periodo fosse favorevole alla vita.

Si racconta che a Schifanoia fu trovato, fra la marna turchina (roccia sedimentaria), da un contadino di nome Cecinella un dente di pesce placoide, usato probabilmente in epoca preistorica come arma. Descrive poi così l’autore Giuseppe Terrenzi: «Nel territorio narnese il Pliocene si osserva nelle vicinanze delle Vigne, di Schifanoia, Borgheria, Qualdo Quadamello, Poggio, San Vito, Montoro, Camartana, Marinata, Capitone […] le sabbie gialle si mostrano abbondantemente, formando in tal guisa la parte più interessante delle deposizioni plioceniche. […..] Nel versante occidentale per la prima volta le sabbie gialle si manifestano presso il casino del Signor Roy in prossimità del ponte Sanguinario, ad un chilometro e mezzo dalle Vigne. Quivi sebbene le detta sabbia si mostri potente pure i ritrovamenti di fossili non sono così frequenti come negli altri luoghi. Ma a tre chilometri dalle Vigne, sotto Schifanoja, in prossimità si Sant’ Egidio le sabbie gialle appariscono in tutta la loro potenza, ed ovunque si mostrano ricchissime di fossili. È forse questo il punto più importante del Pliocene superiore narnese, essendo grandissima la quantità dei fossili, che vi si rinvengono».

Probabilmente molti conoscono più il Palazzo Schifanoia a Ferrara, dove i signori si ritrovavano per divertirsi e schivare la noia, che non la località umbra che, al di là del cartello che accoglie il visitatore, offre interessanti spunti storici, architettonici e geologici.

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Domenico Arcangeli

Nato a Pistoia nel 1962, dopo il diploma di maturità scientifica si laurea in Scienze Politiche – indirizzo politico sociale – all'Università degli studi di Firenze. Lavora per oltre venti anni come consulente finanziario per poi seguire la tabaccheria di famiglia. Nel 2020 si trasferisce in Umbria alla ricerca di nuove avventure. Nonno delle bellissime Alma e Giada, è articolista, ghostwriter e scrittore di "romanzi ingialliti".