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La seconda vita dell’acquedotto romano di Spello

Lunghezza: 11,1 km

Durata: 4 ore circa

Dislivello +472 m/ -470 m

Quota: 771 max/229 min

Difficoltà: T

Il percorso prevede la risalita dell’antico tracciato dell’acquedotto (di circa 4500 m) che trae origine dalla sorgente di Fonte Canale posta proprio sotto la nostra prima meta, il Castello di Collepino. Si parte dal parcheggio Poeta di Spello: attraversando la strada ci si immette in via Bulgarella, che conduce all’omonima fonte; si prosegue lungo quello che è un tratto della quinta tappa del Sentiero degli Ulivi – siamo infatti immersi nell’argentea Fascia Olivata Assisi-Spoleto, patrimonio agricolo di rilevanza mondiale della FAO – fino a prendere il sentiero di destra, quello dell’Acquedotto romano (sentiero CAI 352).

La realizzazione di questa infrastruttura è da imputarsi alla serie di interventi di età augustea che videro riorganizzata Spello, divenuta Splendidissima Colonia Julia, con mura, spazi interni e suburbani monumentalizzati e il territorio diviso in lotti per lo sfruttamento agricolo. L’acquedotto fu abbandonato la prima volta in epoca alto medievale, non ricevendo più la manutenzione necessaria al suo funzionamento; fu poi recuperato in età comunale, con il rifiorire della città e, con l’aumento demografico che ne seguì, si rese necessario un potenziamento. L’opera, di proprietà del Comune, rimase in uso fino al XVIII secolo (lungo il percorso è visibile una targa che ricorda il restauro del 1787), ma nel corso del 1800, cominciarono a manifestarsi una serie di problemi legati alla portata – aggravata dalle numerose perdite – all’inquinamento e alle infiltrazioni, che ne decretarono la sostituzione con un nuovo acquedotto dotato di tubazioni in ghisa (inaugurato nel 1904) e il conseguente abbandono.

I quasi 5 km dell’affascinante opera di ingegneria romana sono stati recuperati solo nel 2009 quando, su progetto dell’architetto Stefano Antinucci, si è deciso di utilizzarne il tracciato per creare il sentiero per escursionisti e bikers che stiamo appunto percorrendo. Lungo di esso sono disseminate delle insegne che istruiscono il visitatore sui punti d’interesse principali: la Scogliera, la Grande Muraglia, la Grande Finestra e così via, fino ad arrivare alla suggestiva Panchina Millenaria, ricavata da un brano dell’acquedotto, e ai tre archi realizzati per superare il dislivello di uno dei tanti fossi che punteggiano questi versanti. Poco dopo, un belvedere ci consente di ammirare Spello incorniciato dagli olivi, mentre sulla Curva del Rosmarino, una casa rurale divenuta eremo della compagnia di Fratel Carretto Jesus Caritas, presenta un’edicola con l’immagine della Madonna degli Angeli.

Siamo circa a metà del percorso verso Collepino e ci aspetta un cambio di… livello. Attraverso una scala di ferro, infatti, ci ritroviamo nel cuore della Grande Chiocciola, un suggestivo tratto di acquedotto scavato nella roccia dal curioso andamento elicoidale. Proseguiamo oltrepassando diversi ponti citati anche nel 1600 dall’erudito e politico spellano Fausto Gentile Donnola – Passasacco, alto 18 metri, il Ponte delle Mole e il Ponte Corvara – e raggiungiamo finalmente la base del promontorio su cui sorge Collepino.

Percorriamo una breve ma abbastanza ripida salita e giungiamo alle porte del castello, nato come colonia di boscaioli e pastori della vicina Abbazia di San Silvestro, assicurandone così anche la protezione da scorribande e saccheggi. È proprio verso l’abbazia benedettina di San Silvestro che ci dirigiamo, risalendo per 400 metri circa lungo la Strada Provinciale di Spello e poi imboccando, sulla sinistra, il sentiero 352, recentemente risistemato e dotato di postazioni per il forest bathing.

La tradizione vuole che l’abbazia di San Silvestro sia stata costruita nel 1025 da San Romualdo, il fondatore dell’ordine dei Camaldolesi. Nel 1535 Paolo III la fece distruggere perché lì avevano trovato riparo alcuni seguaci della famiglia perugina dei Baglioni, avversa al papato. Nel 1969 Madre Maria Teresa dell’Eucaristia, fondatrice delle Piccole Sorelle di Maria, dopo aver scoperto la chiesetta cadente dell’antica abbazia, vi fece realizzare l’Eremo della Trasfigurazione, inaugurandolo il 6 agosto del 1972. La zona, ricompresa nel Parco regionale del Monte Subasio, concilia senza dubbio la contemplazione e il contatto con la natura.

Per circa un centinaio d metri riprendiamo la strada asfaltata e poi, tenendo la sinistra, percorriamo il sentiero 352 che, continuando in leggera salita per circa 1 km, ci porterà a toccare il punto più alto del nostro percorso, posto 771 m s.l.m. Ridiscendiamo ora verso Spello, gradualmente, godendoci gli scorci della città che questo percorso ci offre; giunti a un incrocio di sentieri, prenderemo quello degli Ulivi in direzione Spello, percorrendo una larga carrareccia che ci riporterà nei pressi della fonte della Bulgarella.

Il percorso è semplice per dislivello, terreno e grado di manutenzione, ma è sconsigliato a persone in carrozzina o con ridotta mobilità per via di alcuni passaggi stretti e scale.

 

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