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Una nuova puntata alla scoperta del mondo dellโ€™Home Staging in Umbria. Questa volta ci concentriamo su come ottimizzare la qualitร  della struttura e rendere piรน agevole l’intervento degli operatori.

Foto di Muriel Plombin Pucci

 

Per catturare lโ€™attenzione del futuro ospite e per offrire un servizio ottimizzato, che sia in termini di comfort, di funzionalitร  o di sostenibilitร , interventi mirati potrebbero aiutare a tutelare la professionalitร  degli operatori, la loro salute e quella degli ospiti e a migliorare una struttura, migliorando l’uso del proprio tempo e quindi il proprio business. Si puรฒ cercare di ottenere il massimo risultato anche con un budget limitato e senza necessitร  di cambiamenti drastici.

Lasciare spazio allโ€™ospite

Siamo sicuri che tutti i mobili e i complementi presenti siano necessari a raccontare al meglio lโ€™anima di una struttura ricettiva? Senza nulla togliere alla sua identitร , alleggerire gli ambienti attraverso una fase di decluttering – ossia di rimozione del superfluo – avrebbe tanti vantaggi. Per superfluo intendiamo tutto quello che impedisce una lettura immediata, fresca e coinvolgente degli spazi. Luce, funzionalitร  e materiali avranno allora la possibilitร  di esprimere tutto il loro potenziale emozionale. Quanto sarebbe ottimizzata la pulizia approfondita di ambienti con i soli complementi indispensabili a vivere lโ€™esperienza di una vacanza?

 

Foto di Muriel Plombin Pucci

Scelta dei materiali e dei tessili

Anche una scelta mirata dellโ€™arredamento e dei materiali faciliterร  i tempi di pulizia e di manutenzione, quindi un maggior controllo dei costi imposti dallโ€™emergenza. Considerati i tempi ristretti per il cambio ospite, una scelta consapevole garantirebbe una corretta applicazione delle modalitร  sanitarie che richiede il momento.
Materiali resistenti e di qualitร  elevata saranno capaci di sopportare le alte temperature e l’utilizzo dei prodotti chimici normati necessari per la sanificazione. Non solo chi pianifica di avviare unโ€™attivitร  ricettiva dovrebbe approcciare questo tema come fonte di efficienza, ma anche chi ha un’attivitร  giร  avviata.
Senza stravolgere la struttura con interventi irreversibili o troppo onerosi, esistono soluzioni progettuali che nascono da unโ€™attenta analisi dellโ€™offerta esistente con lโ€™obiettivo di cambiare solo laddove รจ necessario, sempre nellโ€™ottica di attirare lโ€™ospite ideale e offrire un servizio in linea con i nostri tempi.

 

Foto b Muriel Plombin Pucci

Si apre la quarta edizione di Stati dโ€™Arte, mostra internazionale dโ€™arte contemporanea che avverrร  a Villa Fidelia di Spello dal 1 al 30 agosto 2020, organizzata dallโ€™Associazione La Casa degli Artisti e curataย dal critico dโ€™arte Andrea Baffoni.

Si potranno ammirare le opere di 50 artisti di cui 16 stranieri residenti in Italia. Il primo agosto avverrร  lโ€™inaugurazione alla presenza delle istituzioni, curatori artisti e rappresentanti dei paesi esteri partecipanti. In collaborazione con il Comitato delle Pro-loco del perugino verrร  consegnato ai rappresentanti esteri nelle figure delle ambasciate, consolati o istituti di cultura un riconoscimento per la solidarietร  dimostrata allโ€™Italia nel periodo Covid.

 

 

 

Durante tutto il mese ci saranno eventi dโ€™arte e cultura come performance dโ€™arte, reading di poesia, presentazione di libri, performance di musica e pittura e passerelle dโ€™arte. Importante lโ€™iniziativa legata al Progetto Musae con i laboratori artistici per le persone con disabilitร . Anche la limonaia verrร  allestita e resa fruibile: qui si potrร  ammirare unโ€™installazione artistica e una mostra fotografica dei borghi dellโ€™Umbria visti dallโ€™alto.

La mostra sarร  aperta tutti i giorni dalle 15:30 alle 19:00 e in altri orari durante gli eventi programmati. Da segnalare, e importante per la diffusione e la divulgazione dellโ€™evento, che la base grafica della locandina ufficiale della mostra e tutto il restante materiale รจ firmata dallo stilista e designer Alviero Martini con ALV Andare Lontano Viaggiando.

La mostra รจ patrocinata da Mibac, Regione Umbria, Provincia di Perugia, Comune di Spello, Camera di Commercio di Perugia e Accademia di Belle Arti di Perugia. La giornata di apertura รจ stata presentata da Marco Pareti.

Far conoscere alla cittadinanza, attraverso la cultura, la storia dellโ€™antica chiesa di San Giovenale a Cecalocco.

Questo lโ€™obiettivo dellโ€™iniziativa RecuperiAMO San Giovenale, in programma sabato primo agosto alle 18 nellโ€™area picnic di Cecalocco, accanto alla chiesa di San Giovenale di Cecalocco. Lโ€™evento รจ organizzato dallโ€™associazione culturale Porto di Narni, approdo dโ€™Europa, che cosรฌ torna in campo a pochi giorni dal riuscito evento MozarTiAmo, organizzato per celebrare i 250 anni del passaggio del grande musicista austriaco a Terni e inserito allโ€™interno del cartellone del Terni Falls Festival, che ogni anno celebra il passaggio nel territorio ternano dei protagonisti del Grand Tour.

 

 

Lโ€™obiettivo โ€“ La chiesa di San Giovenale versa ormai nel degrado e lโ€™obiettivo รจ quello di sensibilizzare la cittadinanza e le istituzioni in ottica di un recupero artistico e strutturale. Lโ€™evento punta a questo obiettivo tramite la cultura: verrร  non solo presentata la storia della chiesa e dellโ€™area di Cecalocco, anche attraverso le testimonianze dei residenti, ma anche proposta una performance teatrale di Stefano de Majo e Marialuna Cipolla, con la presentazione anche di una acquaforte del maestro Massimo Zavoli. โ€œCome da consuetudine โ€“ spiega Christian Armadori, presidente dellโ€™associazione Porto di Narni, approdo dโ€™Europa โ€“ lo spirito รจ proporre unโ€™occasione conviviale allโ€™insegna della storia locale, il teatro, la musica, la pittura, il rispetto per lโ€™ambiente e la voglia di stare insieme. Lโ€™idea nasce dalla volontร  di coinvolgere la cittadinanza sulla necessitร  di salvare la deliziosa chiesa di San Giovenale, un edificio di culto costruito tra il XII e il XIII secolo, in precario stato di conservazione, che presenta allโ€™interno dei pregevoli affreschiโ€. Il sito ricade sotto la giurisdizione ecclesiastica della Diocesi di Spoleto.

Il programma โ€“ Lโ€™incontro รจ previsto alle 18 nellโ€™area picnic di Cecalocco, accanto alla chiesa di San Giovenale. Il presidente Armadori fornirร  ai presenti informazioni storiche sullโ€™edificio di culto, supportato dalle testimonianze degli abitanti di Cecalocco, che piรน volte hanno sollecitato un necessario intervento di recupero. Seguirร  quindi lโ€™artista Massimo Zavoli con la presentazione di unโ€™acquaforte sui Protomartiri, nativi proprio di questa zona dellโ€™Umbria meridionale, di cui ricorrono 800 anni dal martirio. Spazio poi al teatro, con lโ€™attore Stefano de Majo che metterร  in scena il suo spettacolo Francesco: allodola di Dio, accompagnato dalla voce e dalla chitarra di Marialuna Cipolla, nei panni di Santa Chiara. Sarร  dunque richiamata la figura del Poverello di Assisi per invocare il restauro della chiesa.

Per chi volesse mangiare in loco, sarร  in funzione un punto ristoro con panini e bibite gestito dallโ€™agriturismo La Mela Rossa, sponsor dellโ€™iniziativa. Lโ€™evento รจ aperto a tutte le associazioni del territorio che vorranno dare il loro supporto. Per informazioni: assportodinarni@gmail.com oppure 379-1380908 (Christian) o 328-8443594 (Anna).

L’arte della torcitura ha attraversato secoli e continenti. Oggi รจ visibile durante il Mercato delle Gaite di Bevagna.

Perchรฉ torcere la seta?

In natura esistono migliaia di filamenti vegetali e animali piรน o meno lunghi e resistenti. In genere, i filamenti di origine naturale hanno una lunghezza inferiore al metro: da qui la necessitร  di costruire un filo continuo partendo da elementi piรน corti. La filatura, intesa come creazione del filo, nasce dall’unione per torcitura delle fibre. La tessitura, con tutte le fasi di preparatorie dei filati che essa richiede, era giร  una tecnologia consolidata quando in Oriente si scoprรฌ che esistevano fili naturali di centinaia di metri. Erano i fili di seta dei bozzoli di alcuni insetti. Tra gli insetti vi sono centinaia di specie serigene, tuttavia una in particolare fu oggetto di interesse, per diverse ragioni: facile dipanabilitร  del filo, filo molto lungo e sottile, possibilitร  di allevamento domestico. La pratica allevatoria del Bombyx mori, del baco da seta, continua da oltre quattromila anni. Dall’Oriente, molto lentamente, essa arrivรฒ in Europa assieme alla tecnica della trattura, cioรจ all’arte di togliere la bava dei bozzoli per farne un filo utilizzabile. Durante la trattura, la sericina viene sciolta immergendo i bozzoli in acqua calda; individuati poi i capofilo con una spazzola, se ne fa un mazzetto proveniente da piรน bozzoli (la rosa di trattura) e si inizia a tirare (da cui trattura), avendo cura di tener ben unito il mazzetto delle bave e di mantenere l’acqua calda. Il filo cosรฌ ottenuto, reso compatto dal reindurimento della sericina, viene avvolto su di un aspo, dove va a formare le matasse di seta greggia.
Per millenni la seta greggia ottenuta dalla filatura รจ passata direttamente al telaio per essere tessuta. Se si analizzano i rari frammenti di tessuti antichi, ritrovati per lo piรน in tombe cinesi, oppure di provenienza sassanide e bizantina, si osserva come i fili di ordito e di trama siano in genere privi di torsione o ne abbiano una debolissima (pochi giri per metro).
Tuttavia, dal X secolo d.C. in poi, compaiono tessuti con fili decisamente torti, decine o centinaia di spire per metro. L’esigenza di produrre tessuti sempre piรน fini e con disegni sempre piรน complessi, uniti alla necessitร  della tintura in filo, fu quasi sicuramente la causa determinante dell’introduzione della torcitura della seta. Ove e come ciรฒ avvenne per la prima volta non รจ noto. Da semplice esigenza operativa, la torcitura divenne col tempo un settore molto importante nel processo di lavorazione, con imponenti edifici, macchinari, maestranze, normative e capitali dedicati allo scopo.

Torcitoio circolare da seta

La torcitura antica e il torcitoio tondo a energia umana

La produzione di seta torta a mano era lenta e dispendiosa; il filo torto dava luogo a evidenti irregolaritร  della pezza finita, attribuibili alla disuniforme distribuzione della torsione lungo il filo. La ruota a filare semplice permise di risolvere in parte i limiti produttivi dei filati per tessitura. Di probabile provenienza orientale, essa compare in Europa dopo il 1000; la prima raffigurazione รจ visibile in una delle vetrate della cattedrale di Chartres e risale al 1150 circa. Nel corso del XIII secolo compare in quel di Lucca anche il torcitoio tondo, mosso dall’uomo. La loro origine finora รจ ignota, forse arrivavano dal Medio Oriente, all’epoca delle prime quattro crociate, dal 1098 al 1204.
Hanno forma cilindrica e torcono contemporaneamente la seta di circa 80 rocchetti completandoli in 6-10 ore con soli due addetti. Se si pensa che a mano una persona torce un rocchetto in 30-40 ore, si ha un salto quantitativo di produzione di circa 300 volte, con una qualitร  di filato migliore e a un costo inferiore. La fonte di energia erano le braccia dellโ€™uomo. Una persona allenata poteva muovere fino a 150 rocchetti per 8-10 ore con qualche sosta. A causa di guerre civili in Lucca, giร  nel Trecento la conoscenza del torcitoio si diffonde a Firenze, Bologna, Venezia, nel sud della Francia. Nella seconda metร  del Quattrocento il giovane Leonardo da Vinci, a Firenze dove era a bottega del Verrocchio, conosce il torcitoio circolare da seta ormai consolidato da piรน di due secoli di attivitร . Ne rimane affascinato, lo studia nei dettagli, vi scrive sopra persino degli indovinelli e lo migliora: inventa il distributore automatico del filo; inventa le rocchelle per avvolgere la seta lavorata e le bacchette per inserirle, in sostituzione dei piรน ingombranti aspi; inventa un nuovo tipo di movimentazione dei fusi, allo scopo utilizza una ruota suddivisa in settori (strofinacci) per migliorare l’aderenza. Tutte invenzioni che accrescono di molto la qualitร  dei filati di seta e la produttivitร  della macchina.
A partire dal Trecento, inoltre, esigenze produttive avevano obbligato a ricorrere all’energia idraulica per muovere i torcitoi da seta, diventati ormai grandi macchinari alti 5-6 metri. I nuovi dispositivi leonardiani che li migliorano si diffondono presto. La cittร  di Bologna, con centinaia di torcitoi impiantati, ne รจ il centro piรน imponente fino al XVII secolo. Ma la stessa macchina รจ ormai diffusa in Italia, Francia, Spagna, Olanda Belgio, Austria, Ungheria.

 

Il torcitoio circolare da seta a energia umana e la sua storia nel Mercato delle Gaite

Il torcitoio da seta รจ la prima macchina operativa complessa che lโ€™uomo abbia mai ricostruito: รจ tale perchรฉ รจ densa e ripetitiva. Ha circa due metri di diametro ed รจ alta poco di piรน. I suoi elementi operativi sono ripetuti parecchie decine di volte, consentendo di torcere in modo regolare 80-150 fili contemporaneamente. Un uomo-motore collocato allโ€™interno la muove, mentre un operatore allโ€™esterno provvede alle varie esigenze della torcitura. Si tratta di una delle macchine piรน interessanti del Medioevo, certamente quella piรน produttiva. Un torcitoio da 100 fusi richiede due operai contro i cento di prima, e il tempo per torcere un rocchetto รจ cento volte minore di quello che si impiegherebbe per torcere a mano. Complessivamente, quindi, lโ€™invenzione accorcia di 10.000 volte il tempo di torcitura per una produzione media artigianale. Raramente nella storia della tecnica ci si imbatte in simili risultati. Questa invenzione svolge in un giorno il lavoro prima compiuto da due-tre mila persone: si puรฒ sicuramente affermare che la civiltร  industriale nasce con i torcitoi da seta.
La prima documentazione iconografica che si conosca si trova negli Statuti dell’Arte della Seta di Firenze del 1487, copia di un manoscritto del secolo precedente e conservato alla Biblioteca Laurenziana di Firenze. Nel disegno appare un ordine di fusi, disposti lungo una circonferenza (valico), raggruppati tre a tre, per un totale di 24 fusi e 8 aspi per valico. Una descrizione degli elementi costitutivi la si trova nell’Archivio di Stato di Lucca, Archivio notari, n.117, notaio Bartolomeo Buonmese, 1335.
Il documento lucchese indica che la macchina consta di due incastellature di legno concentriche di 3 metri di diametro per poco piรน di due metri di altezza e porta due serie di dodici aspi con dieci alberini per ogni aspo. La struttura interna ruota intorno a un asse verticale, un cilindro ruotante, azionato da una persona che lo spinge con il proprio corpo, a ritroso; contemporaneamente la struttura esterna sfrega sugli alberini e i meccanismi di trattura per farli ruotare. Su ogni alberino รจ fissata rigidamente la bobina, sopra la quale gira rapidamente su un coperchio a calotta (coronelle) un filo a S. Il filo di seta non ritorto passa dalla bobina sullโ€™aspo sovrastante attraverso due fori. Quando lโ€™alberino gira e con esso la bobina, il filo viene ritorto man mano che viene tirato dallโ€™aspo. Durante questo processo, la seta si torce, acquistando caratteristiche fisiche diverse dal filo di partenza e piรน adatte a conferire al tessuto finito lโ€™aspetto che gli รจ piรน peculiare.
Sulla base del Trattato e con le conoscenze storiche acquisite nel settore, la Gaita Santa Maria ha ricostruito il torcitoio circolare a energia umana facendone lโ€™unico esemplare funzionante al mondo.
Esso consta di due ordini di 12 aspi ciascuno, cui corrispondono due ordini di tre bobine per ogni aspo, disposte lungo la circonferenza (valico) per un totale di 72 bobine. Sulla parte mobile del torcitoio trovano sistemazione, sia i dispositivi che fanno ruotare i fusi (strofinacci) sia gli elementi inclinati (principi) di unโ€™ampia vite senza fine, tradizionalmente chiamati serpi. Gli aspi che raccolgono il filo torto in matasse sono mossi dai serpi, grazie a una ruota a raggi, la bozzoniera.
Durante la manifestazione, il torcitoio รจ certamente, fra gli strumenti dโ€™epoca presenti, il piรน prestigioso per il suo valore storico e culturale e inoltre, nellโ€™ambito di una riproduzione il piรน fedele possibile di mestieri medievali, รจ sicuramente la macchina riprodotta nel modo piรน corretto per quanto riguarda le fonti di energia, immune dalla contaminazione con le tecnologie moderne (corrente elettrica, metano): utilizza solo la forza delle braccia.
La progettazione e la sua realizzazione hanno richiesto tempo e fatica, ma il risultato ottenuto ripaga delle difficoltร  incontrate. E allora come non ricordare chi, negli anni 1996 e 1997, ha desiderato e voluto ricostruire la macchina: Anacleto, Alfredo, Anna, Pia, Attilio, Gianluigi, Marco M (il costruttore), Gianpaolo (il disegnatore), Marco T.M, Francesca, Luigi, Natale; e chi negli anni successivi vi ha dedicato il suo tempo: Mario, Rita, Gianmarco. E come non ricordare i luoghi visitati: Firenze (Lโ€™antico setificio toscano), Gorizia (Il museo della Seta), Garlate (Civico Museo della Seta Abegg), Abbadia Lariana (Civico Museo Setificio Monti), Como (Museo Didattico della Seta), San Leucio e il suo setificio (Caserta).
Un ringraziamento particolare a Flavio Crippa, esperto di archeotecnologia industriale, che ci ha fornito disegni e informazioni indispensabili. E infine, come non ricordare che il torcitoio รจ stato esposto a Strasburgo, nellโ€™ambito di una mostra su Leonardo da Vinci e le sue macchine.

 

Il torcitoio da seta negli Statuti Comunali Umbri

A Perugia la lavorazione della seta inizia nella prima metร  del Quattrocento. Nel 1529 lโ€™arte dei bambacari chiese e ottenne di unirsi con i setaioli. I bambacari e i setaioli costituirono il Collegio della seta e della bambagia (mantenendo tuttavia separati i propri statuti) nel 1529.ย  In seguito, la necessitร  di raggiungere un piรน razionale impiego delle risorse economiche convinse dellโ€™opportunitร  di riunire le due arti. La nuova istituzione assunta la denominazione di Arte della Seta e della Bambagia, redasse gli statuti nel 1531. Nel 1543 vennero elaborati gli statuti definitivi dellโ€™arte. Redatte in volgare, le le disposizioni sono comprese in sessantadue capitoli, di cui quarantotto riguardano lโ€™arte della seta e quattordici quella della bambagia.

Capitolo 7.ย  Che niuno filatoiaio o torcetore possa filare ne torcere seta a frostiere nรฉ a chi non ha botigha.

Capitolo X.ย  Che quilli che pigliaranno sete a torcere sieno obligate a torcerle bene a iuditio de li uffitiali.

A Foligno, giร  negli anni 1471-1472, due mercanti imprenditori forestieri manifestano il desiderio di introdurre lโ€™arte della seta. Ma solo nel 1540 vengono elaborate tre bozze degli statuti dellโ€™arte, due delle quali abbastanza simili e composte da 15 capitoli e 17 capitoli.

Capitolo 8. Item che nessun filatutaro, ne tintore, possano torcere, ne filare, ne tignere in alcuno modo, alcuna generatione de seta ad nessuno foristero, ne ad alcuno altro che non sia matriculato et scritto ad larte sotto pena.

Nellโ€™ASF รจ presente un documento datato 18.2.1528, in cui Girolamo di Marsilio di Giovanni Taccori e Giovanni Battista di Vincenzo dello stesso Giovanni Taccori vendono a Matteo Gentili e Feliciano di Girolamo Seggi di Foligno unum filatorium ligneum aptum ad filandum et torcendum siricum al prezzo di 26 fiorini. Un documento datato 14 luglio 1556 afferma che a Cicco qm. Giovanni Antonio,ย  filatoraio di Foligno, Prospero qm. Andrea Merganti affitta unum atterratum cum filatorio apto ad filandum et torcendum sericeum ad duas valcas sito nel rione Ammanniti, per tre anni e per sette fiorini lโ€™anno.
Dal 1559 lโ€™arte subisce una svolta decisiva: viene introdotto a Foligno il filatoio idraulico, uno dei primi dellโ€™Italia centrale, ad opera del nobile Francesco Orfini; viene ubicato nel rione Spada, presso i mulini a grano e a olio della comunitร .

Conclusioni

Si รจ parlato spesso di leggenda del filo dโ€™oro, tanto รจ avventurosa e sconcertante la storia della seta, materia di lusso, simbolo di bellezza e di potere, che unisce e al tempo stesso divide, Asia ed Europa; fattore primario di commercio, ma anche di scambi culturali.

ย La machina

รˆ maraveja, รจ ordegno celeste. Mille e mille rigagnoli de filo, torce et incanna come cento mani, anzi dugento. Ne lo suo ventre scoperto una femmina spigne et Ella gira e con Ella gira lo mondo universo. Li mille e mille bachi non truovan lo tempo de filare, le femmine de levare la colla e mannellare, chรจ giร  tutto ritorto. Indulgenzia me vรฉne dal Segnore perchรฉ non vโ€™ha persone che possan prendere suo loco. La machina cum grande fatica sโ€™adopra a vantaggio e satisfatione de tucti, perรฒ che cresce il filo, e giร  tutta Mevania: homini et femine et pulzelle et pargoli involti sono da esso per tignere et per tessere, et panni assai vi sono da tagliare. De jorno e de nocte battono li telari e laqua de lโ€™ Attone pare nun essere bastanzia peโ€™ lavaggi e tenture de lo panno che co lo filo de lo torcitoio sโ€™appresta.

Da un Anonimo umbro del XX secolo.

 


Bibliografia

F. Crippa, Il torcitoio circolare da seta, estratto da: Quaderni storici 73/a. XXV, n.1ยฐ aprile 1990
La Gaita Santa Maria riscopre lโ€™arte della seta, La Tipografica Bevagna, 2007

ยซLa Terra dallโ€™alto รจ semplicemente stupenda. Ho avuto la fortuna di lanciarmi su zone con panorami mozzafiato. Auguro a tutti di vedere ciรฒ che noi vediamo da lassรน!ยป

ยซUno dei piรน grandi sogni dellโ€™uomo รจ sempre stato quello di volare: lanciarsi con il paracadute a piรน di 4.000 metri credo che sia uno dei modi piรน intensi per realizzare quel sognoยป. Il Caporal Maggiore Capo Marco Soro, di Passaggio di Bettona, realizza questo sogno ogni giorno. Da 15 anni veste la divisa della Brigata Paracadutisti Folgore dellโ€™Esercito Italiano e fa parte del gruppo di Paracadutismo Indoor dellโ€™Esercito. Allenamento, preparazione e tanta passione gli hanno fatto raggiungere con la sua squadra degli importanti traguardi nazionali e internazionali, come il podio mondiale ottenuto nel 2019, la medaglia dโ€™oro al Belgian Open o lโ€™argento ai Wind Games 2020 โ€“ tanto per citare i piรน recenti. In questa chiacchierata ci ha svelato tutti i segreti di questo sport e la bellezza del paracadutismo. ยซรˆ stato amore a prima vistaยป. Io mi sono fatta prendere la mano e l’ho tempestato di domande!

 

Caporal Maggiore Capo Marco Soro

Caporal Maggiore, la prima domanda รจ di rito: qualย รจ il suo legame con lโ€™Umbria?

Circa quindici anni fa ho scelto la divisa dellโ€™Esercito e la mia vita professionale รจ in Toscana, ma lโ€™Umbria รจ la mia terra natia e di certo non la dimentico. Sono nato ad Assisi, abito a Passaggio di Bettona e la mia fidanzata รจ di Papiano. Direi proprio che il mio รจ un legame indissolubile.

Ci spieghi: cosโ€™รจ il Paracadutismo Indoor?

Il paracadutismo indoor รจ unโ€™attivitร  sportiva molto recente, che nasce grazie allโ€™invenzione dei simulatori di caduta libera, ovvero i tunnel del vento verticali. Permette a chiunque, anche a un non paracadutista, di realizzare quello che รจ sempre stato il sogno di ogni essere umano, ovvero il desiderio volare. Un forte flusso dโ€™aria proveniente dal basso fa si che il corpo umano riesca a sollevarsi da terra, simulando cosรฌ la caduta libera che si ha con il lancio da un aereo. La sensazione che si prova รจ identica. Con il passare degli anni รจ diventato uno sport a tutti gli effetti, con un proprio circuito ufficiale di competizioni nazionali e internazionali.

Quali sono i prerequisiti per praticare questa disciplina?

Il paracadutismo indoor prevede varie discipline. Per poter praticare la nostra –ย  che รจ di squadra ed esattamente si chiama VFS 4-way (Vertical Formation Skydiving a 4 elementi) – si deve prima raggiungere un avanzato livello di volo individuale. Sono fondamentali una buona preparazione fisica e un costante allenamento di volo presso un tunnel.

 

Esibizione di Paracadutismo Indoor

In pratica in cosa consiste?

Lโ€™obiettivo della nostra specialitร  consiste nel formare, durante la caduta libera, il piรน alto numero di figure possibili nel tempo massimo di 35 secondi. Per figura si intende una prestabilita e determinata posizione dellโ€™intera squadra che deve essere eseguita in assetto verticale, head-up (testa in su) e/oย head-down (testa in giรน). Questo tipo di posizione, che espone poco della figura del corpo umano allโ€™aria, comporta il raggiungimento di altissime velocitร  di caduta libera che sfiorano i 300 km/h. Ovviamente per provare semplicemente un simulatore di caduta libera non serve essere degli atleti, lo fanno normalmente anche i bambini, basta affidarsi a un preparato istruttore e il gioco รจ fatto!

Come si svolge una gara?

Una gara si svolge normalmente in tre giorni. I round di gara sono 10, della durata di 35 secondi ciascuno. Le figure da riproporre in ogni round vengono estratte a sorte dai giudici di gara. Per ogni figura eseguita correttamente si guadagna un punto. Alla fine del decimo round, la squadra che ha totalizzato il maggior numero di punti, vince.

Quante ore vi allenate?

Quotidianamente e per almeno due ore pratichiamo delle attivitร  di allenamento a terra pensate appositamente per migliorare la resistenza e la forza fisica specifiche, in modo tale da incrementare le prestazioni individuali durante gli allenamenti di squadra. Per quanto riguarda lโ€™addestramento al tunnel, siamo impegnati mediamente due settimane al mese.

Avete delle gare prossimamente?

A fine ottobre, presso il tunnel di Charleroi in Belgio, la Squadra dellโ€™Esercito parteciperร  al Campionato Europeo e Coppa del Mondo di Indoor Skydiving 2020, attualmente una delle competizioni indoor piรน importanti al mondo.

 

La squadra: Alessandro Binello, Andrea Cardinali, Marco Soro e Stefano Falagiani

Ci puรฒ descrivere in poche parole cosa si prova a lanciarsi col paracadute?

Il paracadutismo รจ uno sport che, praticato nel pieno rispetto delle regole di sicurezza, regala emozioni indescrivibili. Come giร  detto, uno dei piรน grandi sogni dellโ€™uomo รจ sempre stato quello di volare: lanciarsi con il paracadute da un velivolo a piรน di 4.000 metri credo che sia uno dei modi piรน intensi per realizzare quel sogno.

Cโ€™รจ stato un momento, quando era ragazzino, in cui ha deciso dโ€™intraprendere la carriera militare? O รจ accaduto per caso?

Non ho un ricordo ben preciso di quando ho maturato questa decisione, ma sono cresciuto rinforzando di giorno in giorno il desiderio di arruolarmi nellโ€™Esercito e di entrare nella Brigata Paracadutistiย Folgore.

Il primo lancio non si scorda mai: ci racconti il suoโ€ฆ

รˆ proprio vero, รจ una sensazione assolutamente indimenticabile! Il mio primo lancio lโ€™ho fatto a Reggio Emilia nel 2005 e avevo poco piรน di 18 anni. Come tutti i diciottenni non vedevo lโ€™ora di mettermi alla prova. Ricordo benissimo di aver provato delle fortissime emozioni, completamente nuove, mai provate fino a quel momento. Uno strano mix adrenalinico fatto di paura ed entusiasmo. Con il paracadutismo fu amore a prima vista! Da lรฌ in poi non ho mai piรน smesso di praticare questo sport e ho sempre e solo cercato di migliorarmi.

Qualย รจ lโ€™ultima cosa che pensa prima di un salto?

Ora che il paracadutismo, oltre che passione e divertimento, รจ per me attivitร  agonistica, prima di ogni salto ripasso mentalmente gli esercizi da eseguire durante il lancio. Mi concentro su quanto discusso pochi minuti prima con i miei compagni di squadra in fase di briefing pre-lancio visto che i momenti precedenti allโ€™uscita dal velivolo sono fondamentali per la perfetta riuscita degli esercizi. Non ci si puรฒ permettere di distrarsi o di pensare ad altro. Bisogna essere concentrati sul lavoro da eseguire e naturalmente sulle procedure di sicurezza da rispettare.

Comโ€™รจ la Terra vista dallโ€™alto?

Puรฒ sembrare una risposta scontata, ma รจ semplicemente stupenda. Ho avuto la fortuna di lanciarmi su zone con panorami mozzafiato. Auguro a tutti di vedere ciรฒ che noi vediamo da lassรน!

Fa dei gesti scaramanticiโ€ฆ anche prima di una gara?

Piรน che di gesti caramantici parlerei di routine. Prima di ogni lancio e prima di ogni round di gara io e i miei tre compagni di squadra ci mettiamo in cerchio e ci diamo la giusta carica effettuando il nostro saluto di squadra. Ogni squadra ha il suo modo per augurarsi buona fortuna!

 

I paracadutisti della Folgore sono, nellโ€™immaginario collettivo, i piรน audaci e fighi: ne siete consapevoli?

Lโ€™immaginario collettivo talvolta rappresenta la realtร  in modo un poโ€™ approssimativo. Sicuramente la Brigata Paracadutisti Folgore รจ uno dei reparti piรน famosi dellโ€™Esercito Italiano ed รจ connotato da altissime capacitร , ma la professionalitร  di tutti i miei colleghi delle altre specialitร  non รจ sicuramente da meno. I reparti paracadutisti hanno una storia di sacrificio e di dedizione che, come ha detto lei, si racconta da sola e non ha bisogno di commenti. Sono assolutamente contento della mia scelta e se tornassi indietro non cambierei nulla di quello che ho fatto! Soprattutto la mia scelta di entrare nella Sezione di Paracadutismo Sportivo dellโ€™Esercito.

Cโ€™รจ un luogo o un panorama dellโ€™Umbria in cui le piacerebbe lanciarsi?

Certamente, sono i luoghi a cui sono piรน affezionato. Il mio paese, Passaggio di Bettona. Poi sicuramente anche Assisi dove sono nato e Castelluccio di Norcia, perchรฉ secondo me paesaggisticamente รจ una delle zone piรน belle di tutta lโ€™Umbria.

Come descriverebbe lโ€™Umbria in tre parole?

Bellezza,ย natura,ย tradizione.

La prima cosa che le viene in mente pensando a questa regione.

Quando penso allโ€™Umbria รจ inevitabile pensare alla parola Casa.

Due mani sapienti guidate da un’esperienza commisurata ad anni di passione e di innovazione, condotte da uno spirito guida che ha visto l’anima dell’artista e dell’artigiana dapprima crescere singolarmente e poi fondersi in un’unica essenza per celebrare i propri saperi con delle opere che sono uniche e personalizzate nel loro genere.

Graziella Bennati

A Borghetto di Tuoro sul Trasimeno c’รจ chi fonde l’arte del pizzo d’Irlanda con l’arte orafa: Graziella Bennati. Le tipologie delle sue creazioni sono molteplici: dai preziosi oggetti d’arredamento alle regali scarpe, dai magnifici capi d’abbigliamento alla principesca lingerie, fino ad arrivare agli splendidi gioielli.
Graziella riesce a esaltare, con la bellezza del suo pregiato manufatto – creato con un particolare filo d’oro incastonato da pietre preziose o coralli, che sceglie lei personalmente – la persona, rendendola unica, raffinata e ammirata.

La storia

Bennati ha iniziato a lavorare partendo dal mondo dell’arte orafa, in cui ha maturato una riconosciuta esperienza e capacitร  artistica, anche se la sua mente illuminata l’ha sempre portata a ricercare l’innovazione. Ancor prima, fin da bambina, la nonna le insegnava a utilizzare l’uncinetto per realizzare dei piccoli lavori con la tecnica del Pizzo d’Irlanda d’Isola Maggiore del lago Trasimeno. Questa tecnica fu portata in quell’isola dalla Marchesa Elena Guglielmi all’inizio del Novecento e la tradizione di questo particolare ricamo รจ giunta fino ai giorni nostri grazie alle donne isolane, che ancora oggi ricamano con lenta maestria davanti all’uscio della propria casa.

 

Graziella Bennati Creazioni

Graziella Bennati Creazioni

 

Il Museo del Merletto di Isola Maggiore accoglie alcuni capolavori artistici creati nel tempo. Graziella aveva imparato questa sopraffina arte da bambina e nella sua maturitร  la utilizza per creare le sue opere. Un uncinetto e un filo d’oro speciale (da lei studiato e brevettato), sono gli strumenti base per le sue creazioni, talvolta impreziosite da pietre e coralli, che rendono ogni singolo elaborato unico e speciale.
Graziella Bennati ha portato la sua arte in tutto il mondo, partecipando a fiere e manifestazioni a molte latitudini del globo e ricevendo diversi premi e riconoscimenti; le sono stati dedicati numerosi articoli su giornali e riviste di prestigio sia del settore orafo sia di quello della moda. Graziella e le sue creazioni, una vera eccellenza del lago Trasimeno e umbra nonchรฉ orgoglio italiano; un esempio di sapiente maestria per il prezioso e per il bello.

 

Graziella Bennati Creazioni

 

Vale la pena andare a visitare il laboratorio di Graziella a Borghetto di Tuoro o l’esposizione allestita presso l’Info Point situato presso il molo d’imbarco per la Maggiore a Tuoro, dove ogni donna diventa una desiderabile Ninfa e ogni uomo il suo Principe.

Nel periodo post pandemico la musica riparte e torna ad esplodere nei concerti, immersi nelle suggestive location della verde Umbria, con la quarta edizione delย Festival Internazionale Green Music, diretta ed ideata dalย Maestro Maurizio Mastrini.

Il Festival torna ad emozionare, in sicurezza, il pubblico di tutte le etร  e culture, accompagnandolo in una nuova esperienza musicale attraverso i luoghi dโ€™incanto del cuore verde dโ€™Italia, al fine di valorizzare e promuovere il territorio di questa regione.
La manifestazione apre con lโ€™anteprimaย in uno degli angoli piรน armonici, suggestivi e carichi dโ€™emozione della regione, ilย Bosco di San Francesco,ย bene del Fondo Ambiente Italiano,ย adย Assisi.ย Quiย sabato 25 luglio alle 20.30 รจ in programma il Concerto della buonanotte del duo composto dai noti concertisti di chitarra, Massimo Agostinelli e Andrea Zampini. I due musicisti spazieranno nel repertorio sudamericano che va da Astor Piazzolla a Anton Carlos Jobim.
L’evento รจ organizzato in collaborazione con ilย Fai, ente patrocinante ilย Festival Internazionale Green Music,ย cheย ha interamente recuperato l’area salvandola dal degrado e dall’incuria, ed รจ inserito nella rassegna Sere FAI dโ€™Estate .
La tappa diย Assisiย rappresenta una delle piรน emblematiche peril Festival, nato dall’intuizione di coniugare arte e natura posizionando i concerti fuori dai luoghi di ordinanza, con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio paesaggistico e storico regionale attraverso il potere evocativo della musica, offrendo allo stesso tempo un’opportunitร  di esibizione ad artisti e giovani talenti della scena nazionale e internazionale.

Le suggestioni sonore della chitarra si fonderanno con la bellezza di un luogo inaspettato, al quale si accede da un portone nel muro di cinta del piazzale davanti alla Basilica Superiore di Assisi.
Da qui si imbocca uno stretto sentiero che porta a un ampio fondovalle, ai piedi del centro cittadino. Si estendono davanti agli occhi benย 64 ettari di natura, tra terreni boschivi e campi coltivati, radure e oliveti, pareti di pietra rosa. Si possono ammirare, inoltre, importanti testimonianze della presenza di monache benedettine, tra โ€˜200 e โ€˜300: un monastero, la chiesa romanica di Santa Croce, un mulino attivo fino ai primi del โ€˜900, i resti di un ospedale che assisteva malati e pellegrini e, poco piรน avanti, unโ€™antica torre trecentesca eretta a difesa di un opificio.
Salendo sulla sua cima si ha la possibilitร  di ammirare appieno l’opera di land art, il โ€œTerzo Paradisoโ€, del maestro Michelangelo Pistoletto: 121 ulivi disposti a doppio filare formano tre ampi elementi circolari tra loro tangenti, di cui il maggiore, posizionato tra gli altri due, ha al centro unโ€™asta alta 12 metri, che simboleggia lโ€™unione tra cielo e terra.
Proprio nella radura che ospita lโ€™opera di Pistoletto, risuoneranno le note del duo dei celebri chitarristi anconetani.
Raccomandazione degli organizzatori, quella di non dimenticarsi a casa plaid e cuscino per accomodarsi sul prato e godersi il concerto in pieno relax.
Il festival continuerร  ad entusiasmare i partecipanti durante le calde serate estive per un totale di circa 15 concerti,ย ai quali parteciperanno artisti di grande spessore e di lunga esperienza comeย Uto Ughi, uno dei massimi esponenti della scuola violinistica italiana,ย Antonella Ruggiero, cantante italiana famosa per la sua estensione vocale e per essere stata uno dei membri fondatori della celebre band di fama internazionale iย Matia Bazar, eย Juan Lorenzo, chitarrista di flamenco italiano, considerato uno dei suoi massimi esponenti e, naturalmente, unโ€™esibizione del direttore artistico Maurizio Mastrini che, nella magica cornice dei Giardini pubblici di Orvieto, presenterร  in anteprima il suo ultimo lavoro pianistico, scritto nel periodo di quarantena, dal titolo Lockdown.

“La vita di comunitร  intorno al forno di Collazzone” รจ l’incontro che si terrร  domenica nel completo rispetto delle misure anticovid, nel borgo medievale della media valle del Tevere.

Il vecchio forno di comunitร , inserito in un’antica torre del camminamento medievale del paese, viene ancora usato, anche se con modalitร  diverse dal passato e non di rado per le vie del borgo si spande il profumo del pane appena cotto. La cultura del forno collettivo, inteso come strumento di cottura, ma anche di condivisione e convivialitร , รจ ancora viva a Collazzone. Persone del paese e associazioni – la Comunitร  dei forni collettivi di Collazzone e dell’Umbria, l’associazione Idea Comune e la Pro loco – introdurranno i partecipanti al mondo del pane, dei forni, dell’economia circolare cui davano vita. Verranno insegnati segreti e tecniche di cottura ma anche raccontate storie, alcune inaspettate, sul nostro passato lontano e vicino. In particolare Francesca Grauso svelerร  la storia del forno e alzerร  il velo sul tema Donne e panificazione.

 

Collazzone, foto by Enrico Mezzasoma

 

L’appuntamento inizia alle 10.30, con una visita al forno nel rispetto del distanziamento sociale, che perรฒ non impedirร  di avvicinarsi a questo manufatto di architettura rurale minore e ai suoi segreti, proseguirร  nel vicino orto delle monache, uno spazio aperto protetto dal verde con vista sulla vallata, dove ci sarร  il momento dei racconti e delle storie, e finirร  con una degustazione, offerta gratuitamente ai partecipanti, rigorosamente servita in confezioni monouso. Il numero dei partecipanti รจ ristretto, la partecipazione รจ gratuita ma a prenotazione obbligatoria, da effettuarsi entro le 14.00 di venerdรฌ 24 luglio, telefonando al numero 3486081891.

L’evento รจ organizzato nell’ambito del Progetto Benessere di Aiab Umbria, finanziato dalla Regione Umbria con risorse statali del ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
PARTNER: Unc (Unione nazionale comunicazioni) e associazione Alea.
COLLABORATORI: Banca del Tempo di Perugia (insieme agli uffici regionali), Asd San Mariano, Asd Santa Sabina, Ada (Associazione per i diritti degli anziani).


Partecipazione gratuita ma con prenotazione obbligatoria.

Perugia al primo posto tra i grandi atenei statali d’Italia: cosรฌ il Censis (Centro Studi Investimenti Sociali) colloca l’ateneo umbro all’interno della classifica per l’anno 2020/2021.

Un riconoscimento dovuto alla qualitร  della strutture disponibili, dei servizi erogati, del livello di internazionalizzazione, alla capacitร  di comunicazione 2.0 e dell’occupabilitร , che si รจ tradotta in un punteggio complessivo di 92,7. Quella di Perugia si configura quindi come un’Universitร  moderna, un vero e proprio fiore all’occhiello della regione nel panorama accademico italiano.

L’importanza di questo evento รจ stata ricordata anche dal Presidente dell’Assemblea Legislativa, Marco Squarta, durante le celebrazioni per il 50ยฐ anniversario della Regione Umbra, tenutesi lo scorso 20 luglio alla Sala dei Notari:
ยซPerugia al primo posto in classifica tra le migliori universitร  italiane, secondo il Censis, รจ motivo di straordinario orgoglio per la cittร  e per l’intera Umbria. Per il quarto anno consecutivo il nostro ateneo registra un aumento delle iscrizioni, superando quota 20.000, a dimostrazione del fatto che quella di Perugia รจ un’universitร  moderna che a livello nazionale ha implementato l’offerta, i servizi e la comunicazione, trovando le forze per reagire alla crisi economica mondiale del 2008, ma anche allo tsunami del dopo Amanda Knox, in termini di iscrizioniยป.

Il nostro viaggio nell’accoglienza e nell’ospitalitร  prosegue con la seconda puntata di Home staging – Umbria da valorizzare. Questa volta il protagonista รจ il turismo enogastronomico, vero fiore all’occhiello del territorio umbro.

Foto di Muriel Plombin

 

Partiamo da un dato molto importante: nel 2017 viene istituzionalizzato in Italia il binomio agroalimentare-turismo, ossia viene ufficializzato il turismo enogastronomico. Ciรฒ significa che viene riconosciuto il forte legame tra prodotti agroalimentari, territorio e declinazioni dellโ€™accoglienza nel Bel Paese. Il turismo ovviamente ha molto a che fare con il patrimonio archeologico, storico, ambientale, architettonico e con la cultura.

 

Foto di Muriel Plombin

 

Si sta verificando esattamente quello che si prospettava da qualche mese, ossia un turismo infra-regionale, e aumenterร  la voglia di scoprire e riscoprire la bellezza e lโ€™autenticitร  della nostra regione attraverso la qualitร  dei suoi prodotti: legumi, tartufi, vino, olioโ€ฆ Questi valori possono anche intercettare i viaggiatori motivati che vanno in cerca di esperienze sul territorio umbro, anche online. Perchรฉ non coinvolgere realtร  locali, piccoli produttori o chef per creare sinergie e contestualizzare la propria struttura ricettiva e cosรฌ valorizzare lโ€™identitร  della nostra Umbria?

 

 

Foto di Muriel Plombin

Ripensare le zone dedicate al consumo pasti

L’ospite potrebbe preferire, almeno per un certo periodo, di limitare lโ€™uscita al ristorante o al bar. La cucina diventa allora criterio di ricerca della casa vacanza ideale e non solo per gli appassionati…
Potrebbero anche essere incentivate o consigliate le consegne a domicilio o lโ€™asporto da parte dei ristoranti di zona. Unโ€™attenzione particolare potrร  essere data alla valorizzazione di spazi comodi e ben attrezzati per cucinare e/o per consumare i pasti, che siano in esterno e/o allโ€™interno della propria struttura, facendo in modo che siano dotati di tutti i criteri di comfort, per gustare una colazione, un pranzo, un semplice aperitivo oppure la cena appena consegnata.

 

Foto di Muriel Plombin

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