fbpx
Home / 2019 / Dicembre

INGREDIENTI:ย 

  • Zuppa di castagne e ceciย 
  • 200 g di ceciย ย 
  • 250 g di castagneย 
  • 100 g di pomodoro passatoย 
  • 1 spicchio dโ€™aglioย 
  • 1 ciuffo di prezzemoloย 
  • 2 fette di pane casareccioย 
  • 3 cucchiai di olio extravergine dโ€™olivaย 
  • Saleย 
  • Pepeย 

ย 

 

PREPARAZIONE:ย ย 

Tenete i ceci a bagno per almeno 24 ore; poneteli in una pentola, copriteli dโ€™acqua e fateli lessare per almeno 2 ore, quindi scolateli: arrostite le castagne, pelatele e fatele a pezzetti. Fate un trito di aglio e prezzemolo e ponetelo, assieme alle castagne e allโ€™olio, in una casseruola. Fate soffriggere, unite il pomodoro e, dopo qualche minuto, i ceci. Dopo una decina di minuti, versate lโ€™acqua e fate cuocere per unโ€™oretta. Regolate di sale, pepe e versate sulle fette di pane abbrustolito prima di servire.ย ย 

ย 

Questa era, ed รจ, la minestra della Vigilia di Natale in alcune zone vicino a Todi.ย ย 

 


Per gentile concessione di Calzetti&Mariucci editore.

Nei momenti piรน bui della sua storia, quando imperiali e Chiesa si fronteggiavano e mentre i condottieri costruivano castelli e massacravano gli avversari, lโ€™Umbria ha partorito due grandi figure che sono agli antipodi rispetto alla violenza che era attorno a loro: San Francesco e Jacopone da Todi.

Un santo e un mistico. Due uomini che attraverso la sofferenza hanno scritto e parlato di pace, di intima serenitร  e di povertร . Se di San Francesco si รจ scritto e visto tanto, del poeta di Todi si sa tanto e niente. Entrambi si sono scontrati con un papa. Innocenzo III approva la regola di San Francesco, Bonifacio VIII non sopporta le critiche. Prima scomunica Jacopone e poi lo costringe a un’orrenda prigionia. Cinque anni di carcere durissimo, da cui esce ferito nel corpo ma pacificato nello spirito.
Jacopone รจ un poeta come San Francesco ed entrambi, prima di Dante, hanno usato il volgare italiano con risultati elevatissimi. Jacopone si รจ servito della poesia per esprimere la sua relazione personale con Dio. Molti ricordano i versi struggenti tratti dal Pianto della Madonna ai piedi della croce:

O figlio figlio figlio
amoroso giglio,
โ€ฆ
figlio bianco e vermiglio
figlio senza simiglio
figlio a chi mโ€™appiglio.

 

Tutti amavano la sua poesia, ma il tempo ha calato su di lui un velo di silenzio. Il silenzio รจ durato trecento anni e finalmente con lentezza cโ€™รจ stato il risveglio. Dopo il Todi International Music Master, il Todi Festival e la mostra dedicata ad Ayrton Senna, Todi ha dedicato un ciclo di conferenze alla scoperta della veritร  su Jacopone. O meglio, la veritร  su dove รจ morto, nellโ€™Abbazia di San Lorenzo a Collazzone e su chiostro della chiesa di San Fortunato, dove รจ stato tenuto prigioniero. Sembra che abbia soggiornato anche nel convento di Montesanto.
Jacopone era uno spilungone: era magro e lungo – da cui il soprannome – e si vestiva da bizzoco francescano: indossava cioรจ il saio da terziario francescano. In un’immagine รจ raffigurato in ginocchio, in meditazione, davanti allโ€™immagine di Cristo e senza aureola. Jacopone non รจ stato fatto santo perchรฉ la chiesa non ha mai perdonato la scomunica che gli era stata inflitta da Bonifacio VIII, il papa che peraltro sgambettava a testa in giรน nellโ€™Inferno di Dante.

Continua il tour di eventi organizzati da AboutUmbria in giro per la regione per presentare i numeri della sua collana Collection. Questa volta tocca al colore White, ultimo numero dedicato appunto al colore bianco, occasione che porta AboutUmbria a Foligno.

Calamita Cosmica, foto by Claudia Iona

 

La rivista contiene infatti un interessante articolo dedicato alla Calamita Cosmica, lโ€™opera di Gino De Dominicis conservata nellโ€™ex chiesa della Santissima Trinitร  in Annunziata, e sarร  proprio questo lโ€™incipit che condurrร  i presenti lungo un excursus tracciato da unโ€™affascinante linea bianca.
Gli argomenti affrontati in questo numero coinvolgono al solito lโ€™intero territorio regionale, partendo dalla Tela Umbra di Cittร  di Castello, passando per il Trasimeno con lโ€™albero piรน grande del mondo realizzato in acqua, arrivando a Todi e al suggestivo Tempio della Consolazione e a Terni, in piazza Tacito e alla sua bianca fontana. Si racconta della bianca e soffice torta al testo, del panpepato bianco di Narni, dei bianchi bozzoli della seta immortalati nella Gaita Santa Maria di Bevagna e del parco archeologico di Carsulae. Come di consueto lโ€™arte riveste un ruolo di primo piano e fra gli artisti citati ci saranno la ternana Lauretta Barcaroli, che ha realizzato per lโ€™occasione lโ€™opera Avvento allegata in una riproduzione litografica alle prime 200 copie della rivista, e gli assisani Peducci & Savini, la cui opera Opinion Leaders รจ stata scelta per la copertina di White.
Diverse le realtร  imprenditoriali raccontate in White: Cancelloni Food Service, il Castello di Montevibiano Vecchio, lโ€™agriturismo Il Cantico di San Francesco, Listone Giordano, lโ€™Oro di Spello e le Fonti di Sassovivo.
Allโ€™evento parteciperanno: Decio Barili, Assessore alla Cultura del Comune di Foligno, Sonia Bagnetti, presidente di AboutUmbria, Ludovica Cappelletti, grafica e web designer di Corebook, Claudia Ioan di Officine Creative Italiane, Antonella Pesola e Giulia Venturini, storiche dellโ€™arte. Coordinerร  Ugo Mancusi, direttore marketing di Corebook.

INGREDIENTI:
  • 200 g di farina
  • 200 g di zucchero
  • 40 g di semi dโ€™anice
  • 2 cucchiai di olio extravergine dโ€™oliva

 

PREPARAZIONE:

Mescolate la farina, zucchero e semi dโ€™anice. Unite lโ€™olio, quindi impastate con acqua tiepida. Ricavate tante strisce lunghe 7-8 cm; potete infornarle cosรฌ o dare loro la forma di ciambelle. Fate cuocere a 180ยฐC e sfornate quando i biscotti saranno ben dorati.

 

 

I biscotti allโ€™anice, che a Todi si chiamano tisichelle delle monache, erano i dolci natalizi della vecchia Umbria contadina e, in occasione di questa festivitร , sono stati consumati fino alla fine degli anni Trenta. Sono perรฒ rimasti in uso, sebbene con varianti piรน ricche, come dolce non legato al Natale. Qualcuno mette nellโ€™impasto uova, altri mettono vino. Nel perugino si facevano i grenturchini, in cui si impiegava metร  farina di granturco e metร  di frumento.

 


Per gentile concessione di Calzetti&Mariucci editore.

Dal 7 dicembre 2019 al 6 gennaio 2020, nel delizioso borgo di Acquasparta, avrร  luogo la prima edizione dell’Antica Fiera Lincea di Natale. Un tuffo tra storia e Natale, costellato da eventi per grandi e bambini.

รˆ sembrato di fare un viaggio a ritroso nel tempo quando, presso la sede della Provincia di Terni, Giovanni Montani, sindaco di Acquasparta, il vicesindaco Benvenuto Romano, gli assessori Sara Marcucci, Federico Regno, Guido Morichetti, hanno presentato il ricco programma dell’Antica Fiera Lincea di Natale.

 

 

La premessa รจ che circa 400 anni fa, Federico Cesi, cofondatore della prima Accademia scientifica al mondo, detta dei Lincei e con sede a Roma, trasferรฌ la sua dimora a Palazzo Cesi di Acquasparta e vi fondรฒ il primo liceo accademico linceiano, dove la ricerca e lo studio erano seguiti da vari scienziati. Galileo Galilei ne fu visitatore.
Altresรฌ Acquasparta era conosciuta per la tradizione fieristica, dove molti mercanti offrivano i loro prodotti ai curiosi e tra questi, agli studiosi ospitati dal Linceo Federico Cesi.
Rifacendosi come richiamo turistico alla storia fieristica e culturale-scientifica di Acquasparta, l’attuale governo cittadino ha pensato di ricreare quelle atmosfere con la prima edizione dell’Antica Fiera Lincea di Natale, per favorire la promozione e il rilancio economico del territorio, ricco di attrazioni culturali e storiche ma statico nel suo sistema produttivo.

 

Palazzo Cesi

 

La Fiera sarร  costellata da una serie di eventi come concerti, spettacoli, artisti di strada, tamburini rinascimentali, la Passeggiata dei Lincei, selezionati mercatini artigianali e prodotti tipici, visite guidate del borgo e di alcune stanze di Palazzo Cesi. I bambini potranno visitare la casa di Babbo Natale e gli saranno dedicati numerosi laboratori.
Il sindaco Montani ha detto: ยซIl lavoro integrato tra Comune, Associazioni, Commercianti e privati cittadini, ha permesso la realizzazione dell’evento. Inoltre, per attrarre investimenti abbiamo dei progetti collegati a una cava locale per futuri sviluppi artigianali e industriali; vorremmo indire la giornata del risparmio dedicata ai ragazzi nonchรฉ costruire iniziative con i comuni limitrofi. Poi ci sono delle ferme intenzioni a realizzare nel breve, progetti legati a Palazzo Cesi e alla figura di Galileo Galileiยป.

Storia, arte, bellezza. Il Tempio della Consolazione di Todi ospiterร  la nuova uscita di AboutUmbria Collection, WHITE.

 

Nel nuovo numero della rivista da collezione dedicata alle eccellenze dellโ€™Umbria, sarร  contenuto un approfondito articolo dedicato proprio al Tempio tuderte attribuito al genio di Bramante: la storia artistica e culturale di questa monumentale opera sarร  corredata da curiositร , aspetti inediti e approfondimenti.
Come rivista da collezione, AboutUmbria Collection compie un excursus tra gli aspetti noti e meno noti della Regione, attraverso un filo conduttore che questa volta รจ bianco: bianco come le ceramiche e i marmi utilizzati dagli artisti contemporanei, bianco come la torta al testo, bianco come il bozzolo del baco da seta, come la Tela Umbra, come la bianca fontana di piazza Tacito a Terni.
E bianco naturalmente come il Tempio di Santa Maria della Consolazione, raro e mirabile esempio di architettura rinascimentale in Umbria, narrato attraverso tre articoli che saranno approfonditi durante la presentazione, in programma per venerdรฌ 6 dicembre alle ore 16.00.
A intervenire saranno l’Avvocato Claudia Orsini, Presidente La Consolazione E.T.A.B., l’Assessore alla Cultura del Comune di Tod, il Dottor Claudio Ranchicchio; la Dottoressa Laura Zazzerini, direttore editoriale di AboutUmbria; la Dottoressa Martina Pazzi e il progettista Dottore Geologo Gabriele Lena.

Milano: finanza, moda, editoria, televisione, panettone, Duomo, teatro alla Scala. Foligno: lu centru de lu munnu, come da delibera comunale.

Foligno e Milano non sono gemellate, ma sono unite da un sottile fil rouge – che poi tanto sottile non รจ – che si chiama Giuseppe Piermarini. Milano deve molto a questo figlio di Foligno. Dire Piermarini vuol dire vuol dire palazzo Reale, palazzo Belgioioso, vuol dire villa reale di Monza, ma soprattutto vuol dire Teatro alla Scala. Quel folignate ha fatto di Milano lu centru de lu munnu per la Lirica.
Il gioco di pieni e vuoti messo in opera dal Piermarini ha un equilibrio matematico, con il risultato che lโ€™acustica della Scala รจ ancora perfetta.

 

Teatro alla Scala

Una vita da archistar

Arriva a Milano come assistente dellโ€™architetto piรน in voga del momento, lโ€™olandese Van Wittel da noi conosciuto come Vanvitelli. Venivano da Caserta, dove Vanvitelli aveva appena finito di costruire la magnifica Reggia di Caserta. Gli Asburgo vogliono il meglio e lo convocano per restaurare il palazzo Reale. Milano รจ finita sotto lo scettro dellโ€™Impero austriaco e giustamente la corte di Vienna vuole una residenza moderna e prestigiosa nei suoi possedimenti meridionali.
Il progetto Vanvitelli non piace, viene rigettato. Viene approvato invece quello del giovane Piermarini. A 30 anni fu subito un archistar del Neoclassicismo. Come Renzo Piano, che a 30 anni costruรฌ il Beaubourg e fu subito archistar. Dieci anni dopo, nel 1779, allโ€™etร  di 45 anni, Piermarini venne nominato Imperial Regio Architetto e tale restรฒ fino allโ€™arrivo di Napoleone.
Gli eventi politici lo costrinsero a tornare a Foligno. Ormai ha 64 anni, non ha commesse da portare avanti ed รจ giร  fuori moda; il Neoclassicismo รจ soppiantato dallo stile impero portato da Napoleone. Finalmente trova il tempo da dedicare ai suoi studi amati matematici. Quando muore, nel 1808, Foligno non se ne accorge e la sorte contribuisce a cancellare le sue tracce.
Riposava tranquillo nella chiesa di Santa Maria Maddalena, quando giovani sostenitori della Repubblica Romana – siamo nel 1848 – distrussero la chiesa e dispersero le ossa dei morti fuori dalla cittร . Impossibile quindi dargli una sepoltura autorevole.

L'omaggio di Foligno

Finalmente – e siamo giร  nel 1897 – Foligno decide di dedicare il teatro Apollo allโ€™Imperial Regio Architetto, chiamandolo Teatro Piermarini. Poi, i bombardamenti alleati nella Seconda Guerra Mondiale, hanno raso al suolo anche il teatro.

Il monumento dedicato a Piermarini

Malgrado gli sforzi fatti, il tempo e la storia non hanno raso al suolo la sua memoria. Gli รจ sopravvissuta la casa di via Pignatara dove ha abitato, che รจ diventata un centro studi a lui dedicato e dove si conservano ben 640 disegni originali.

Un teatro, una scuola e il centro studi portano il suo nome, ma mancava un doveroso monumento commemorativo. Finalmente cโ€™รจ. Lโ€™incarico รจ stato assegnato, pochi anni fa, a Ivan Theimer un artista ceco amante del classicismo italiano, bronzo compreso. Ivan Theimer proviene da un ex territorio dell’Impero austro-ungarico e ha realizzato il monumento per uno che ha lavorato sotto lโ€™Imperial Regio governo austro-ungarico. Il cerchio รจ perfetto.

Theimer ha visto Piermarini come Ercole che sostiene un obelisco sottile, che rappresenta il tempo e la storia. Il monumento ricorda un poโ€™ lโ€™elefantino della Minerva a Roma, che porta sulla schiena un obelisco. Dice la leggenda che lโ€™elefantino rappresenti lo stesso Bernini gravato dal lavoro. Bernini รจ marmo, Theimer รจ bronzo. Infatti, sono di bronzo le grandi lastre alla base del monumento che celebrano le opere del Piermarini.