«Insisti, persisti, raggiungi e conquisti»
Questa è la frase che più rappresenta Fiammetta Rossi, ventitreenne di Foligno e studentessa di Giurisprudenza che, lo scorso marzo, ha portato in Umbria due medaglie d’oro dai Mondiali Universitari di tiro a volo in Malesia: una, vinta nella gara Trap donne individuale, l’altra nella gara a squadre.
«Insisti, persisti, raggiungi e conquisti è una frase che mi diceva sempre mio nonno e nella quale credo molto, così tanto da essermela tatuata». Fiammetta – che fa parte del Gruppo Sportivo Fiamme Oro – ha proseguito la dinastia di campioni nel tiro a volo, dopo nonno Nando e papà Luciano, iniziando per caso questa disciplina: «Per nove anni ho praticato equitazione, poi qualcosa è cambiato». Sicuramente, la scelta di cambiare è stata più che azzeccata, visto i risultati raggiunti.
Cosa si prova ad avere al collo due medaglie d’oro?
È stata un’emozione impressionante. Qualcosa di unico. Mi ero preparata molto per questo e ancora lavoro sodo per andare avanti nella mia carriera e per portare avanti qualcosa in cui credo molto. Il bello di questo sport è che si va in pensione tardi, si può praticare anche oltre i 50 anni, quindi di tempo ne ho ancora.
Lei è figlia d’arte, suo padre Luciano è il presidente della Fitav (Federazione Italiana Tiro a Volo): era un destino già scritto?
Non proprio. Per nove anni della mia vita ho praticato equitazione, poi un giorno guardando le Olimpiadi di Londra ho visto una mia amica gareggiare nel tiro a volo e, da lì, ho deciso di provare. Ho iniziato per gioco, mi è piaciuto e così ho continuato. Dopotutto – fin da piccola – il mio sogno era quello di fare la poliziotta a cavallo: ora faccio parte del Gruppo Sportivo Fiamme Oro della Polizia di Stato.
Le Olimpiadi di Tokyo 2020 sono vicine: spera di andare?
Mi piacerebbe tantissimo. Sono nella rosa azzurra e voglio crederci! Se non saranno le Olimpiadi di Tokyo, saranno quelle del 2024. Il mio sogno è provare a partecipare: già il solo fatto di essere lì ripaga i sacrifici che si fanno per arrivarci. Tutti gli sportivi sognano un’Olimpiade, è importante anche un Mondiale ovviamente, ma l’Olimpiade resta e sarà sempre l’Olimpiade. Se vinci una medaglia lì, entri nella leggenda. Io sto lavorando ogni giorno per questo, facendo sacrifici e allenandomi con impegno e continuità. Ho ancora tanto da fare.
Ha appuntamenti importanti nei prossimi mesi?
Il prossimo anno parteciperò alle Olimpiadi Universitarie, potrò così assaporare l’ambiente olimpico. Già so che mi piacerà tantissimo (ride).
Piccola curiosità: dove tiene le medaglie?
Le tengo a casa, le devo avere vicine. Ogni tanto le prendo in mano, le coccolo e le accarezzo. Le guardo e rivivo l’emozione che ho provato nel momento della vittoria e penso: «Sono mie!»
Parliamo un po’ di Umbria: qual è il suo legame con questa regione?
Amo molto la mia terra. Il verde che c’è mi rilassa. Amo i paesaggi e il cibo, mi piace tutto di lei. Girare per il mondo è bello, ma tornare a casa lo è ancora di più. Sono nata a Montefalco e ora vivo a Foligno, ma voglio tornare in mezzo alla natura, agli animali. Li amo molto e adoro stare a contatto con loro.
Ama gli animali. Quindi lei spara, ma solo ai piattelli?
Non ho mai praticato la caccia – forse una volta mi è capitato di sparare – ma rispetto chi la pratica. È un’arte antica e non sono integralista a riguardo. Anche perché, i veri cacciatori rispettano molto la natura.
Il tiro a volo può dare altre soddisfazioni all’Umbria dopo Diana Bacosi e lei? Ci sono giovani promettenti?
Siamo piccoli, ma cattivi. In Umbria c’è un settore giovanile molto interessante e si sta facendo un ottimo lavoro con loro. Sono molto fiduciosa.
Come descriverebbe l’Umbria in tre parole?
Passione, tradizione e benessere. Anche se per descrivere l’Umbria tre parole non bastano.
La prima cosa che le viene in mente pensando a questa regione…
La casa, le mie radici e l’amore. Sono una ragazza molto tradizionalista.
Agnese Priorelli
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