fbpx
Home / Posts Tagged "Torciglione"

Il dolce ha origine lontane e pare che il suo nome originario sia stato โ€œAnguilla del Lagoโ€, nato da un caso โ€œforzatoโ€ e dalla creativitร  delle monache che abitavano lโ€™Isola Maggiore. Buonissimo al gusto e al sapore, si mangia tutto lโ€™anno ma in particolare fa parte della tradizione natalizia e caratterizza le tavole umbre imbandite nel periodo delle festivitร  di fine anno. Oggi รจ conosciuto con il nome di โ€œTorciglioneโ€.

Le sue origini, secondo le storie tramandate oralmente dagli anziani lacustri, pare che risalgano a una visita di alti prelati vaticani al convento monacale posto sullโ€™Isola Maggiore nel Trasimeno, giunti lรฌ in un venerdรฌ di magra. Era un periodo invernale di gran freddo e per una forte gelata non cโ€™era pesce a disposizione, allora una suora, quella addetta alla cucina, prese gli ingredienti che aveva disponibili e creรฒ questo dolce dalla forma tipica di unโ€™anguilla. Nasceva cosรฌ lโ€™Anguilla del Lago. Successivamente, nel periodo medievale, il precedente nome sarebbe stato sostituito dal nome Torciglione, con il quale il serpentone umbro รจ giunto fino ai nostri tempi.
Nella parte superiore del dolce, raffigurante appunto unโ€™anguilla o un serpente avvolto a spirale, vengono messi una serie di pinoli a moโ€™ di squame e, nella parte anteriore, una mandorla a rappresentare la lingua e due canditi rossi per gli occhi.
รˆ un dolce che, attraverso i secoli, ha avuto dei valori simbolici diversi. Quello del serpente dellโ€™Apocalisse, che mangiandolo verrebbe sconfitto o quello, che per la sua forma attorcigliata simulerebbe il ciclo della natura, che alterna la vita alla morte e la sua rinascita. Il dolce umbro con la caratteristica forma serpentiforme, viene preparato utilizzando farina di mandorle e zucchero e per le decorazioni, canditi, mandorle e pinoli.
In molte pasticcerie tradizionali del Trasimeno, il Torciglione si puรฒ reperire durante tutto lโ€™anno, nellโ€™ossequioso rispetto dellโ€™antica forma e ricetta. Nel proseguire le tradizioni, in molto famiglie viene preparato il dolce con liturgie culinarie ripetute da generazioni. A Tuoro sul Trasimeno, viene organizzata dalla Proloco una gara per il riconoscimento del Torciglione piรน buono, cucinato secondo tradizione.

 

dolci natalizi umbri

 

Di seguito le indicazioni per la preparazione dellโ€™Anguilla del Lago o Torciglione, confidate da una signora riconosciuta dai piรน per la sua capacitร  pasticcera:

Ingredienti:

  • 500 g mandorle macinate
  • 250 g zucchero
  • 3 uova
  • 1 limone grattugiato
  • mandorle, pinoli, 2 chicchi di caffeฬ€ o due candidi rossi, codette colorate per decorare

 

Preparazione:

Sgusciare le uova e separare i tuorli dagli albumi. Montare i bianchi a neve e sbattere i rossi. Mescolare la farina di mandorle insieme con i tuorli, lo zucchero e il limone grattugiato. Gradualmente aggiungere gli albumi e impastare bene il tutto. Rivestire con carta da forno una teglia mettendo sopra lโ€™impasto e con le mani leggermente umide, dare la forma di un serpente. Decorare il torciglione con mandorle, pinoli e codette colorate. Utilizzare i due chicchi di caffeฬ€ o i due candidi rossi per formare gli occhi del serpente/anguilla e una mandorla per la lingua. Cuocere a forno caldo a 160ยฐ per circa 40 minuti, sin quando la superficie non diventa ben dorata. Fate raffreddare il torciglione prima di servirlo.

Sembra incredibile, ma la tradizione dei tipici dolci umbri รจ legata al fiume che attraversa la regione per andare fino a Roma: inutile dire che si tratta del Tevere.

Una volta il Tevere era un fiume navigabile e non quel misero rigagnolo, sempre in secca, che vediamo ora. Se torniamo indietro di almeno 2500 anni scopriamo che il Tevere era un confine quasi invalicabile; ci saranno stati forse dei traghettatori, ma le due sponde non erano ancora collegate da ponti. A quellโ€™epoca sulla sponda destra vivevano gli Etruschi, mentre sulla sponda sinistra si estendeva la regione degli Umbri, che comprendeva Foligno, Spoleto e Norcia. Possiamo dire: tanto vicini e tanto diversi.
Il territorio etrusco si estendeva fino al mare Tirreno e fu proprio attraverso il mare che gli Etruschi entrarono in contatto con popolazioni, culture e cibi diversi. Gli Umbri invece, sulla destra del fiume, erano lontani dal mare, perciรฒ si servivano solo di cibi a chilometro zero.

La mandorla e la noce

La caratteristica delle due popolazioni si puรฒ riassumere in due frutti piccoli, ma ricchi di significato: la mandorla e la noce. Gli Etruschi usavano le mandorle, gli Umbri le noci. Giacchรฉ sono state trovate tracce di mandorli nella zona di Cittร  di Castello, si pensa che lโ€™albero fosse presente in epoca etrusca. A sinistra invece, il noce era la pianta tradizionale della civiltร  contadina.
Cโ€™รจ anche da dire che in quei tempi lontani gli alberi erano legati a un concetto di sacralitร  e di buon auspicio. Il mandorlo era visto come foriero di benessere e si perde nella notte dei tempi lโ€™uso di mangiare confetti in occasione dei matrimoni per augurare agli sposi di vivere felici e contenti per 100 anni.
Per contro il noce ha una storia cupa che parla di streghe e di malefici vari. Tuttavia, malgrado la cattiva fama dellโ€™albero, si mangiava il frutto e si usava il legno, esattamente come il castagno della zona di Amelia/Santa Restituta.

 

dolci natalizi umbri

Torciglione

Dolci umbri

Gli usi diversi li ritroviamo ancora oggi perchรฉ la tradizione si รจ mantenuta nei dolci. Ripartiamo da destra dove sโ€™incontra Perugia e a Perugia si mangia il Torciglione: un serpentone che si morde la coda ripieno di mandorle e canditi, tipica composizione natalizia. Lo si trova anche a Chiusi, cittร  ancora piรน etrusca e pure a Cittร  di Castello e sul lago Trasimeno. Forse, anzichรฉ un serpente il Torciglione rappresentava unโ€™anguilla e serviva a propiziare le pesca.
Il Torciglione si mangia durante le feste del Natale, mentre cโ€™รจ un altro dolce perugino, a base di mandorle, che si consuma un mese prima: le Fave dei Morti. Sono piccoli biscotti a forma ovviamente di fava, fatti di pasta di mandorle e zucchero. Le Fave dei Morti si preparavano in occasione di un funerale e si consumavano sulla tomba del defunto durante il banchetto funebre. Usare le mandorle equivaleva a dire ricchezza e per secoli le mandorle hanno fatto la loro comparsa solo sulle tavole dei ricchi e nelle spezierie, dove si allestivano medicinali sempre per ricchi.

 

biscotti tipici umbri

Fave dei Morti

 

Noci e nocciole erano invece cibo per poveri e questo caratterizzava il lato sinistro del Tevere. ย Anche se poveri gli Umbri hanno elaborato un dolce che รจ il loro vanto e che tutti conoscono: la Rocciata. รˆ conosciuta come la Rocciata di Assisi, ma si tratta di un dolce che si prepara tra Umbria e Marche. Pare che la sua origine sia antichissima e se ne trova una traccia non troppo dissimile nelle Tavole Eugubine, tavole di bronzo, scritte in lingua umbra, risalenti al III secolo a.C. e che riportano fatti risalenti a secoli prima. In questo dolce poi hanno messo lo zampino anche i Longobardi: รจ infatti simile a uno strรผdel, con mele e noci e avvolte in una pasta sottile.
Per me fu una sorpresa scoprire che la pasta della Rocciata fosse fatta proprio come la pasta dello strรผdel che faceva mia nonna altoatesina, e anche mia nonna mescolava mele e noci. Sono passati piรน di 10 secoli e non cโ€™รจ stata alcuna variazione nella pasta e poca nel ripieno. Il ripieno invece si รจ differenziato perchรฉ in Umbria รจ stata aggiunta una spruzzata di alchermes che gli conferisce quel bel colore rosato. Lโ€™alchermes fa dunque la grossa differenza tra Nord e Centro, ma ci sono pure delle piccole differenze locali: a Spoleto รจ stato aggiunto il cacao e a Foligno si sparge sullโ€™impasto del pan grattato per assorbire i liquidi in eccesso.

 

dolci tipici umbri

Rocciata di Assisi

 

Le noci entrano anche nella ricetta dei Maccheroni dolci. Lโ€™origine? Potrebbe trattarsi di una parola greco-bizantina legata allโ€™uso della cena funebre, perchรฉ maccheroni proviene dal greco makarios (beato). Si preparano infatti in occasione delle feste dei Morti, dei Santi e si mangiano anche la sera della vigilia di Natale. La ricetta prevede come ingredienti: maccheroni, noci, zucchero/miele e alchermes.
Comunque, qualunque sia lโ€™origine di questi dolci, rimane chiaro che a destra del fiume i dolci, ancora oggi, sono farciti o addirittura fatti con le mandorle mentre quelli di sinistra, anche se sono intervenuti i nordici Longobardi, nel loro ripieno hanno sempre le noci.