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La Pasqua si avvicina e sulle tavole degli italiani, tra le varie prelibatezze, non potrร  di certo mancare la tradizionale colomba, di cui l’Umbria, con le sue innumerevoli pasticcerie artigianali, vanta un’offerta ampia e di qualitร . Ma come scegliere quella perfetta?

L’Universitร  dei Sapori, Corebook e Rosaria Castaldo di AboutUmbria, domani alle ore 9.00, si incontrano presso la sede dell’Universitร  dei Sapori con giornalisti ed esperti del settore per degustare le colombe artigianali umbre.

 

 

La Ciaramicola e la torta dolce sono i dolci tipici umbri del periodo pasquale. Non la colomba, le cui origini si confondono tra aneddoti e leggende del Nord. Anche se la contesa resta tra Milano e Verona, in tutta la pasticceria italiana non esiste dolce piรน simbolico di questa preparazione che evoca la pace, piรน che mai ambita in questa difficile fase internazionale. Se poi, alla particolare forma, aggiungiamo il successo smisurato raggiunto dai lievitati negli ultimi anni, ecco che la Colomba spicca il volo. Dal supermercato alla pasticceria piรน raffinata il soffice dolce ammicca su scaffali e vetrine, si parte da pochi euro fino a 40 e oltre per portare in tavola il simbolo della pace. Ma come scegliere tra le decine di offerte e proposte gourmet?

In base al proprio portafoglio ovviamente ma anche prediligendo un prodotto che rispecchi almeno in parte le caratteristiche qualitative di un disciplinare (sรฌ, la Colomba tradizionale ha un regolamento ministeriale), che sia ottimo al palato e soprattutto genuino. Scadenza breve, lievito madre, assenza di conservanti e ingredienti di qualitร : queste sono le proprietร  principali che valgono la spesa un poโ€™ piรน impegnativa per un prodotto realmente artigianale. Di questo e oltre si discuterร  martedรฌ 19 marzo in questo incontro-degustazione, organizzato dallโ€™Universitร  dei Sapori di Perugia in collaborazione con Corebook, con giornalisti ed esperti di settore per testare le colombe artigianali umbre piรน golose, quelle che assolutamente non potranno mancare sulla tavola pasquale.

Umbria Dance School, diretta da Barbara Formica, organizza il 28 e 29 marzo 2024 a Marsciano (Perugia), due giornate di stage di danza classica, danza di carattere e danza contemporanea.

 

 

Uno staff docenti di eccellenza:

danza classica / Alessandro Rende โ€“ docente della Scuola del Teatro dellโ€™Opera di Roma

danza di carattere / Ioulia Sofina โ€“ docente della Scuola del Teatro dellโ€™Opera di Roma

danza contemporanea / Hektor Budlla โ€“ giร  danzatore di Aterballetto e coreografo internazionale

Tre lezioni al giorno, con possibilitร  di scegliere tra 2 livelli:

principianti: 9-12 anni

intermedio/avanzato dai 13 anni.

 


Prenotazioni e iscrizioni:

Le classi sono a numero chiuso. Per confermare la partecipazione inviare una mail a umbriadanceschool@gmail.com o telefonare al +39 349 668 7505.

Barbara Formica +39 349 668 7505 โ€“ +39 338 125 2424

umbriadanceschool@gmail.com

La Pasqua รจ alle porte e tutti si accingono a mangiare uova di cioccolato: al latte, fondente o bianco poco importa. Ma conoscete tutte le sue caratteristiche e la sua storia?

Se ti chiedessi di nominare – a bruciapelo – un prodotto dolce, sono convinto che mi risponderesti: ยซIl cioccolatoยป o comunque un preparato che lo contenga. Sarei curioso di sapere qual รจ stato il tuo primo pensiero: scrivimelo se ti va! Ma il cioccolato possiamo ironicamente definirlo come la risposta corretta a tutte le domande. Lo affermiamo noi oggi, ma in realtร  i primi a pensarlo furono i Maya e gli Aztechi che, oltre 3.000 anni fa, cominciarono con la coltivazione della pianta del cacao da cui poi si รจ arrivati alla produzione del cioccolato. Le piรน celebri leggende associano il cioccolato alla dea della fertilitร , al punto che veniva offerto in tributo, insieme allโ€™incenso, alle divinitร  della loro religione.

 

Lo chef Alessio Berionni

 

Secondo una leggenda azteca, la pianta del cacao fu donata dal dio Quetzalcoatl agli esseri umani per alleviare la fatica. Sappiamo ora che le fave di cacao contengono in effetti alcaloidi coma la teobromina e anche delle proprietร  energizzanti. In quantitร  minore, caffeina. Elevato, inoltre, il suo potere antiossidante, a cui vengono attribuite anche virtรน antidepressive, grazie alla presenza di serotonina, sostanza coinvolta nella regolazione dellโ€™umore. Ricco di vitamine e minerali, il cacao contiene inoltre flavonoidi che influiscono sui livelli di colesterolo e arreca benefici anche per la salute cardiovascolare. Di contro, รจ sconsigliato nelle persone soggette a ipertensione e nervosismo, nonchรฉ ai bambini al di sotto dei tre anni. I preziosi semi arrivarono in Europa dopo il quarto viaggio di Cristoforo Colombo, ma รจ solo dalla prima metร  del Cinquecento che Hernรกn Cortรฉs, il conquistatore del Messico, iniziรฒ una vera e propria importazione di questa nuova merce nel vecchio continente. Da quel momento, la bevanda, allora consumata con aggiunta di zucchero, anice, cannella e vaniglia, ebbe lo strepitoso, esponenziale successo che tuttora detiene.
Nel Seicento il cacao inizia a essere prodotto anche in Italia, soprattutto a Firenze e a Venezia, ed รจ grazie alla scuola torinese che nel 1819 Francois-Luis Cailler fonderร  la prima fabbrica svizzera di cioccolato. Successivamente, nei primi anni del Novecento, il genovese Bozelli metterร  a punto una macchina per raffinare la pasta di cacao, mentre lโ€™olandese van Houten sโ€™ingegnerร  a trovare il modo di separare il burro di cacao. Nel 1865, a Torino, Caffarel, mescolando cacao e nocciole, avvierร  la produzione di cioccolato gianduia, mentre una decina di anni dopo lo svizzero Daniel Peter inventerร  il cioccolato al latte. La prima produzione di cioccolato fondente, avviata a Berna nel 1879, si deve invece a Rodolphe Lindt, mentre a Frank Mars lโ€™invenzione della prima barretta al cioccolato, apparsa a Chicago nel 1923.
Il cioccolato รจ, nella sua forma originaria nonchรฉ attuale, il cioccolato fondente, un preparato di polvere di cacao, burro di cacao, vaniglia e zucchero. Per ottenere cioccolato al latte, agli stessi ingredienti si aggiunge del latte (o in polvere o condensato) mentre, per il cioccolato bianco, si integra egualmente il latte, ma non si impiega la polvere di cacao.

 

Fondente, al latte e bianco

Adesso, invece, spostiamoci sulle tipologie di cioccolato e lโ€™impiego consigliato in funzione della preparazione. Regola sempre valida in cucina รจ: al di lร  dello specifico tipo, acquistare materie prime di qualitร  รจ la base per un grande risultato. Il cioccolato, come ingrediente principale per altre preparazioni, puรฒ essere usato nelle sue tre grandi categorie: fondente, latte, bianco.
Sono amante di quello fondente 98% e lo uso per uno dei miei cavalli di battaglia, una mousse al cioccolato fondete, affumicato e accompagnato da un caramello salato croccante.

L’Alchermes รจ un liquore italiano di colore rosso cremisi e veniva prodotto a Firenze giร  nel XV secolo, dove ancora oggi viene preparato, con l’antica ricetta, presso un emporio.

Tra i suoi ingredienti, oltre all’alcool etilico, zucchero, chiodi di garofano, cannella, acqua, cardamomo, acqua di rose e lamponi, c’รจ la cocciniglia. La cocciniglia รจ il colorante tipico, di colore rosso cremisi, e viene ricavato da un insetto della famiglia Coccoidea.

 

 

Attraverso una lunga e particolare lavorazione si ottiene l’acido carmico, da cui si otterrร  il colorante. Un chilogrammo ha origine da circa centomila insetti. Il colorante siffatto, da sempre รจ stato destinato principalmente all’industria alimentare (E 120 รจ la sigla dell’additivo) e, in piccola misura, alla tintura dei tessuti. Ovviamente l’estrazione dell’acido carnico dagli insetti ha un costo molto elevato e pertanto, nel tempo, la cocciniglia รจ stata sostituita in modo importante da coloranti di origine sintetica (E 122, E 124, E 132).
Oltre che nell’alchermes, la cocciniglia รจ stata presente in molte bevande di colore rosso, come aperitivi, bitter e bevande gassate. Il nome cremisi e alchermes derivano dall’arabo qirmizi che significa prodotto da insetti.

 

dolci pasquali umbri

La ciaramicola

In molti dolci umbri…

La ciaramicola รจ il tipico dolce della provincia di Perugia, di colore rosso con glassa bianca, dove l’alchermes รจ utilizzato in maniera importante, cosรฌ come per gli strufoli e le frappe, che vengono spruzzati con il rosso liquore. Non sono da meno l’arrocciata o rocciata, la zuppa inglese, il salame del re, la pizza di Pasqua dolce, i ravioli dolci con ricotta, le pesche dolci e le castagnole sono tipiche e tradizionali preparazioni di dolci umbri che prevedono l’uso dell’alchermes, che piaceva molto ai Medici e piace ancora a molti. D’ora in avanti, quando assaggerete il tipico liquore rosso cremisi o un dolce che preveda il suo utilizzo, vi sorgerร  un dubbio: questo alchermes utilizza il colorante fatto con gli insetti o con gli additivi sintetici? Tra gli ingredienti potrebbe esserci scritto E 120… basterร  leggere l’etichetta.

 


Ricetta tradizionale della ciaramicola

La tradizione vuole che il 6 gennaio sulla tavola degli umbri spunti fiera… la torta di Pasqua.

Dolci, carbone (per i piรน cattivi) e caramelle, ma non solo. Il 6 gennaio in Umbria si mangia anche la torta di Pasqua. Non puรฒ mancare sulle tavole โ€“ in particolare quelle perugine โ€“ perchรฉ lโ€™Epifania รจ la prima Pasqua dellโ€™anno e quindi va celebrata con il prodotto tipico della regione legato a questa ricorrenza. La torta โ€“ pizza nellโ€™Umbria del sud, crescia a Gubbio โ€“ con il formaggio, oggi si trova facilmente in ogni periodo dellโ€™anno, a differenza di come accadeva anticamente, quando era relegata a piatto del periodo pasquale o al giorno della Befana. Farcita, accompagnata dai salumi o semplicemente sola, soffice e resa piรน gustosa dal formaggio, รจ dunque immancabile anche il 6 gennaio.

Qui trovate la ricetta tradizionale.

 

prodotti tipici umbria

La prima Pasqua… la prima torta

La presenza in tavola della torta di Pasqua รจ legata alla celebrazione della prima Pasqua dellโ€™anno che, per la religione cristiana, coincide con lโ€™arrivo dei Magi il 6 gennaio; รจ una festivitร  molto importante in quanto si ricorda il manifestarsi del Dio bambino. Nella chiesa cattolica, ortodossa e anglicana รจ una delle massime solennitร  dellโ€™anno liturgico, come la Pasqua, il Natale e la Pentecoste.

Ma piรน famosa รจ la Befana, la vecchietta che a cavallo di una scopa scende dal camino portando in dono dolci, caramelle, frutta secca o carbone e aglio ai piรน cattivi. Lโ€™etimologia della parola Befana – corruzione lessicale di Epifania – deriva dal tardo latino epiphania, dal verbo greco, epifร ino (che significa mi rendo manifesto) o dal sostantivo femminile epifร neia (manifestazione, apparizione, venuta, presenza divina). La sua storia รจ molto antica e legata (forse) a riti propiziatori pagani risalenti al X-VI secolo a.C., per favorire i cicli stagionali dellโ€™agricoltura. Unโ€™altra ipotesi collegherebbe la Befana con unโ€™antica festa romana, che si svolgeva in inverno, in onore di Giano e Strenia – da cui deriva anche il termine strenna – e durante la quale si scambiavano regali.
Di certo c’รจ che lโ€™Epifania… tutte le feste porta via!

ยซEro unโ€™anima in pena e non sapevo che fare della mia vita, poi รจ arrivato Dio e mi ha aperto il mondo social, come un vero miracoloยป.

Nei giorni scorsi ho avuto una (video)chiamata da Dio. Non รจ una cosa da tutti i giorni, ma ero pronta, mi ero persino truccata. Era piรน di un mese che non lo facevo! Dio, alias Alessandro Paolocci da Foligno, ha oltre un milione di follower tra Facebook, Twitter e Instagram e chi frequenta i social non puรฒ non conoscerlo. Creare questo profilo gli ha cambiato la vita ed รจ stata come una vera chiamata, un segno che gli ha aperto orizzonti e possibilitร . La nostra chiacchierata โ€“ al limite tra il serio e lโ€™ironico, tra il sacro e il profano โ€“ inizia con una mia incertezza che prontamente chiarisco: ยซCome la devo chiamare: Dio, Altissimo, Divino o Alessandro?ยป, ยซDio va benissimoยป. Avvertenza per il lettore: a volte risponderร  Alessandro, a volte Dio. La differenza รจ molto sottile.

 

Alessandro Paolucci

Lei piรน che il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe รจ il Dio di Facebook, Twitter e Instagram: come si fa a diventare cosรฌ popolari sui social?

Dopo aver ho creato il profilo social di Dio, ho visto che ci hanno provato anche altri โ€“ con altre figure religiose – ma non hanno avuto lo stesso ritorno di pubblico. Forse, a differenza di me hanno una vita e ci passano meno tempo, oppure hanno sbagliato il momento. Ho aperto il profilo Twitter nel 2011, Facebook 2013 e Instagram un anno dopo: erano gli anni del boom dei social e gli algoritmi erano piรน generosi, oggi non sarebbe cosรฌ facile. Inoltre รจ stata una vera novitร , ancora non esistevano profili simili.

Mi perdoni il gioco di parole: comโ€™รจ nata lโ€™idea di creare Dio?

Era il 2011 ed ero disoccupato. La realtร  non andava benissimo, mentre sui social tutto era perfetto. Avevo visto che cโ€™era il profilo Twitter del Papa, ovviamente era finto โ€“ ancora il Papa vero non aveva aperto il suo. Ho pensato, spariamola grossa e creiamo il profilo di Dio. A quel punto dovevo farmi seguire e farmi leggere, cosรฌ mi sono messo a ricercare tutti i tweet che parlavano di Dio e sono andato a rispondere a tutti. Questa cosa, apparentemente scema, ha dato il via e nel giro di poche ore ho ricevuto tanti messaggi di gente esaltata perchรฉ gli aveva risposto Dio. (ride!) Allโ€™epoca non avevo capito il potenziale, ma era un gioco divertente e ho continuato a farlo.

Siamo oramai a Pasquaโ€ฆ come affronta questi giorni, anche in virtรน della situazione che si sta vivendo?

La mia vita รจ cambiata poco, anche prima stavo sempre al computer e al telefono. Abbiamo superato un mese e la situazione comincia un poโ€™ a pesare.

Vuol dire qualcosa a tutti i suoi fedeli?

La Pasqua questโ€™anno si fa in casa, non andate a trovare i nonni, compratevi lโ€™uovo di Pasqua da soli e la benedizione va benissimo anche in streaming. Il Papa e le chiese si sono organizzati per trasmettere le messe, non serve riaprire le chiese: sono oltre 2.000 anni che la preghiera viene fatta a distanza e ha sempre funzionato bene.

Nel mondo social le fake news sono il male di questo periodoโ€ฆ

รˆ un periodo meraviglioso, ogni giorno ce nโ€™รจ una. Non gli si sta dietro. In questi giorni va di moda quella sul 5G e non sono gli italiani quelli che piรน ci stanno cascando, ma gli inglesi che hanno iniziato a bruciare le antenne 5G. I complottisti inglesi sono piรน avanti di quelli italiani, non รจ da sottovalutare.

 

Io che ascolto la parola di Dio!

Alessandro Paolucci รจ la mano materiale di Dio in qualche modo: chi ha scelto chi?

Alessandro รจ lโ€™incarnazione. Le religioni sono cosรฌ, ogni tanto le divinitร  si reincarnano in un corpo. Certo potevano scegliere meglio. Comunque, รจ stato lui a scegliere me, io nella vita volevo fare lโ€™insegnante e invece sono diventato Dio. Capita! (ride!)

รˆ laureato in Filosofia, forse la scelta non รจ stata poi cosรฌ casuale?

Dopo aver studiato per anni i pensieri su come nei secoli veniva immaginato Dio, in effetti si รจ piรน preparati. Dopotutto Dio, nella scelta delle risorse umane รจ sempre stato bravo.

Alessandro รจ umbro: anche la scelta dellโ€™Umbria non รจ casuale?

Lโ€™Umbria รจ una regione santa. Prendere uno di Roma sarebbe stato banale, quindi Dio ha pensato: Prendiamo uno di Foligno, che non cโ€™entra nullaโ€ฆ nemmeno di Assisi (anche in questo caso sarebbe stato banale), ma di Foligno. Prevedo poi un boom turistico ad Assisi, in quel caso Foligno verrร  spianata e ne diventerร  il parcheggio.

Cosa farebbe Dio se potesse fare un miracolo per lโ€™Umbria?

Ci porterei il mare.

Dalle Marche o dalla Toscana?

Dalle Marche, che verranno completamente sommerse. A qualcosa, purtroppo, bisogna rinunciare. Rinunciamo alle Marche.

Da poco รจ uscito il suo libro Cercasi Dio, punta a raggiungere le copie che ha venduto col primo, quello che tutti noi โ€“ piรน o meno โ€“ conosciamo?

รˆ presto per dirlo, รจ uscito da pochi mesi.

Di cosa parla?

รˆ un romanzo, un poโ€™ autobiografico, un poโ€™ inventato. La vita vera รจ poco avventurosa, quindi lโ€™ho farcita con la fantasia. รˆ una storia dedicata ai giovani nati negli anni Ottanta, quelli che sono stati cresciuti con lโ€™idea che sarebbe andato tutto bene e invece no, รจ andata diversamente. Non รจ che abbiamo avuto una vita difficile, ma ci avevano talmente illuso che la disillusione รจ stata pesante e siamo ancora provati. Io stesso devo dire che, in un periodo difficile della mia vita, Dio mi ha salvato. Aprire questo profilo mi ha aperto una strada che mai avrei immaginato. Tutto questo viene raccontato nel libro. Cโ€™รจ anche mia mamma, che รจ una coprotagonista involontaria.

Quindi possiamo dire che il tocco divino cโ€™รจ stato davveroโ€ฆ

Sรฌ. รˆ stata unโ€™esperienza mistica, tipo San Paolo. Ero unโ€™anima in pena e non sapevo che fare della mia vita, poi รจ arrivato Dio e mi ha aperto il mondo social, come un vero miracolo.

In concreto cosa รจ successo?

Ad esempio, mi contattano aziende per tenere corsi sui social network, perchรฉ vedono che la mia pagina cresce, ha successo e quindi vogliono sapere i tutti segreti. Mi pagano per questo. Ho lavorato a Milano in aziende dove non sono entrato per il mio curriculum, ma perchรฉ ero Dio. Volevano Dio in azienda. Una cosa incredibile!

Alessandro รจ credente?

Credo in me stesso.

Per finire faccia un augurio ai suoi fedeliโ€ฆ e anche a chi non รจ proprio un suo fan.

Piรน che un augurio ci vuole un incoraggiamento. Gli economisti dicono che ci sarร  la ripresa dopo il grande crollo. รˆ sempre stato cosรฌ e cosรฌ sarร . Bisogna perรฒ fare dei cambiamenti, basta essere solo piรน igienici e piรน responsabili dei nostri germi. Non รจ difficile, sono cose che la mamma ci insegna a 5 anniโ€ฆ ce la possiamo fare!

Ingredienti per una torta

  • 500 g di farina
  • 5 uova
  • 200 g di formaggio misto, possibilmente pecorino e romanesco, di cui metร  grattugiato e metร  a pezzetti
  • 50 g di strutto
  • 50 g di olio extravergine dโ€™oliva
  • 60 g di lievito di birra
  • 7-8 grani di pepe
  • Sale
  • Olio o strutto per ungere la tortiera

 

 

Procedimento

Ponete i grani di pepe in un pentolino assieme a un poโ€™ dโ€™acqua e fate bollire per un quarto dโ€™ora, quindi lasciate raffreddare e filtrate. Lavorate assieme la farina, le uova, lo strutto, lโ€™olio, i formaggi, lโ€™acqua aromatizzata al pepe, un bel pizzico di sale e il lievito, sciolto in poca acqua tiepida. Ungete una tortiera alta, con la base piรน stretta della parte superiore e riempitela a metร  con lโ€™impasto. Fate lievitare fino a quando la torta non avrร  raggiunto i bordi della tortiera (sarร  necessaria all’incirca unโ€™ora โ€“ unโ€™ora e mezza) quindi infornate a 160ยฐ circa. Fate cuocere per circa unโ€™ora, alzando a 180ยฐ verso fine cottura. Sfornate e lasciate raffreddare prima di gustare la torta, che si conserva per molti giorni.

 

 

Questa versione della torta di Pasqua con il formaggio, pur essendo moderna perchรฉ prevede la cottura nel forno, rispetta negli ingredienti e nella forma la torta tradizionale. La devo alla signora Carla Onoriniย di Magione, che tra lโ€™altro, invece di mettere il pepe in grani previsto dalla ricetta originale e non a tutti gradito, aromatizzava la torta con acqua bollita al pepe. La torta โ€“ pizza nellโ€™Umbria del sud, crescia a Gubbio โ€“ con il formaggio, oggi si trova tutto lโ€™anno nelle panetterie, ma un tempo compariva sulle mense degli umbri solo nel periodo pasquale e anche il 6 gennaio, giorno di Pasqua Epifania, che per la tradizione popolare รจ la prima Pasqua dellโ€™anno.

 


Per gentile concessione di Calzetti&Mariucci editore.

Mi sono resa conto che a Perugia le ciambelle vanno alla grande e che si assomigliano un po’ tutte

Durante il periodo pasquale non cโ€™รจ panetteria, bar o pasticceria dove non sbocci la ciaramicola, il ciambellone umbro dal caratteristico colore rosa ricoperto di meringa e codette colorate.
Un dolce delicato, sebbene imporporato dallโ€™alcolico alchermes, che la tradizione vuole legato ai cinque rioni del capoluogo perugino, ma che la storia, con un documento del 1430, identifica come un prodotto da forno che il camerlengo di Gubbio aveva voluto offrire ai cittadini il 15 maggio, in occasione dei festeggiamenti al patrono Santโ€™Ubaldo.

Livrea perugina

Certo รจ che, guardando lo stemma di Perugia, il binomio rosso-bianco che la ciaramicola cerca di replicare sembra essere un vero e proprio omaggio alla cittร . Il bianco, simbolo di rinascita, รจ screziato di quelli che il dialetto chiama cecini, dei confetti colorati di cui il verde simboleggia i giardini che caratterizzavano il rione Porta Eburnea, il blu Porta Santa Susanna che guarda al lago Trasimeno, il giallo il grano proveniente da le contrade oltre Porta Santโ€™Angelo, il rosso la legna da ardere che arrivava dai boschi oltre Porta San Pietro e il bianco i marmi e i travertini che nobilitano il rione di Porta Sole.
I cinque rioni, in alcune varianti, sono presenti anche sotto forma di pinnacoli di meringa.

 

La variante con la croce e i pinnacoli

 

In altre, invece, a differenziare il dolce รจ una croce posta in mezzo alla ciambella, che per alcuni rappresenterebbe Piazza IV Novembre dove campeggia la Fontana Maggiore, mentre, per altri, sarebbe un semplice simbolo benaugurale.
Forse รจ per questo che le fanciulle in etร  da marito erano solite regalare la ciaramicola ai propri amati: per prospettare loro unโ€™unione feconda.
Terribilmente simile al Torcolo di San Costanzo, non vi pare?

Un dolce, tanti spunti

 

Ma se lโ€™origine della ciaramicola vi sembra confusa, aspettate di sentire quella del nome. Per alcuni, il nome deriva da ciara, volgarizzazione del latino clara (chiara) che verosimilmente fa riferimento allโ€™albume fatto rassodare sulla superficie del dolce ancora caldo. Mica, invece, richiama la parte solida del dolce, il pane.
Di segno opposto รจ la teoria che vuole la derivazione da ciarapica, nome dialettale della cinciallegra che, con il suo piumaggio colorato, sarebbe uno dei primi segnali dellโ€™arrivo della primavera. Per altri il nome della ciambella deriverebbe invece da ciaramella, un neologismo, sempre dialettale, usato per indicare la forma circolare del dolce.

QUI trovi la ricetta di Rita Boini.

INGREDIENTI:
  • 500 g di farina
  • 200 g di zucchero
  • 120 g di strutto
  • 3ย  uova
  • 50 g di alchermes
  • 1 scorzetta di buccia dโ€™arancia non trattata (solo la parte arancione) grattuggiata
  • poco latte
  • burro per ungere la tortiera
  • confettini colorati
  • 1 cartina di lievito per dolci, dose da ยฝ Kg
  • burro per ungere lo stampo.ย 

ย ย 

PREPARAZIONE

Lavorate assieme la farina, lo zucchero, lo strutto 2 uova e un tuorlo, lโ€™archemes, la buccia dโ€™arancia ed un poโ€™ di latte, unite al lievito e versate in uno stampo unto di burro, lasciando da parte un poโ€™ di impasto e dando la forma diย  un torcolo. Ricavate dalla pasta rimasta due bastoncini e disponeteli a forma di croce attraverso il buco della ciaramicola. Infornate a 180 ยฐC e fate cuocere per circa 40 minuti. Togliete dal fuoco, ponete sulla superficie della ciaramicola la chiara dellโ€™uovo rimasta montata, spolverizzate con i confettini ed infornate a fuoco caldo, ma spento, perchรฉ la chiara si rapprenda.

 

La ciaramicola con lโ€™alchermes era il dolce tipico di Pasqua nel perugino e si usava prepararne in abbondanza per farne dono agli amici.ย 

 

Per gentile concessione di Calzetti-Mariucci Editori