Nel cuore della Valnerina, lungo la riva sinistra del fiume Nera, sorge Arrone, cittadella su un colle roccioso la cui storia millenaria รจ testimoniata da ritrovamenti quali una lastra marmorea con iscrizione, un cippo in travertino, dei bronzetti e un sigillo provenienti da un santuario sulla cima del monte Arrone, nonchรฉ una testa marmorea femminile risalente addirittura al II sec a.C.
Per le vie di Arrone
Il borgo sembra debba il suo nome alla famiglia degli Arroni, nobili romani scappati alle devastazioni di Saraceni e Ungari che, rifugiatisi in Valnerina, diedero vita al primo nucleo dellโodierno paese, costruendo nel IX secolo un castello dalla struttura difensiva medievale visibile ancora oggi; in seguito alla sottomissione degli Arroni al Ducato di Spoleto, avvenuta nel 1229, gli uomini di Arrone lo riscattarono, trasformandolo da Signoria a Comune nel 1347. Molto piรน tardi invece, nel 1860, Arrone entra far parte del Regno dโItalia e il capitano garibaldino Gaetano Turchetti passa alla storia come il primo sindaco del paese.
La sua struttura abitativa รจ composta da due nuclei antichi – La Terra e Santa Maria – e da uno periferico nella zona pianeggiante, di piรน recente insediamento. La Terra, nucleo primordiale e Castello di Arrone, racchiude tra le mura antiche la chiesa gotica di San Giovanni Battista – patrono del borgo – protagonista di un recente restauro che ha coinvolto lโabside poligonale, la torre campanaria e gli affreschi quattrocenteschi, che risentono dellโinfluenza di Filippo Lippi. Concorre al recupero del patrimonio di questo castello di poggio anche lโinstallazione di sensori Bluetooth per lโapp Visit Arrone.
Lโapp Visit Arrone
Collega i due antichi borghi lโarco dโispirazione gotica della Porta di San Giovanni; tra i vicoli stretti, fuori le mura del castello, si scorgono altre testimonianze del passato, come quelle in via del Vicinato: la chiesa di Santa Maria Assunta, costruita nel XV secolo con portone risalente al 1493, il medievale campanile civico, con sei arcate e quattro campane e la torre degli olivi a base quadrata, costruita durante la dominazione longobarda e ornata da un ulivo cresciutovi spontaneamente.
Chiesa di San Valentino, Casteldilago
Casteldilago, il borgo di San Valentino
Nel borgo della frazione di Casteldilago, nei pressi di un lago scomparso, imperdibile รจ la chiesa di San Valentino, che, addossata sulla parete rocciosa su cui poggia il paese, corona uno sperone posto alla sommitร della cinta muraria; la chiesa parrocchiale, che onora il Santo martire ternano รจ stata edificata come pieve durante la stagione del Ducato longobardo di Spoleto tra il VII e VIII secolo. Allโinterno โ sulla parete sinistra โ รจ collocata la statua di San Valentino che tiene in mano un modellino di Casteldilago. Fuori dalle mura del borgo รจ la chiesa di San Nicola a catturare lโattenzione con i suoi affreschi cinquecenteschi realizzati dalla scuola di Giovanni Di Pietro, noto come Lo Spagna; oltre al Museo della Ceramica, nato in seguito al rinvenimento, allโinterno di unโantica cisterna, di numerosi oggetti di uso comune.
Parco fluviale del Nera
Unโultima imperdibile tappa รจ il Santuario della Madonna dello Scoglio del XVI secolo: eretto su un costone a strapiombo intorno a unโimmagine della Madonna dipinta su roccia, รจ raggiungibile grazie a un percorso panoramico che offre una splendida vista sulla Valnerina. Tra gli eventi piรน sentiti, la Rassegna dโArte Contemporanea, Terra in Fiore, La Terra sotto le stelle, la Fiaccolata in canoasul Nera (6 gennaio), la Processione della Madonna dello Scoglio e la Sagra dellโAcquacotta, in onore della Festa di San Giovanni Battista (24 giugno).
Arrone รจ anche una meraviglia naturale, dove le acque che sgorgano ovunque dalla roccia sedimentaria danno vita a fiumi, a laghi e alla Cascata delle Marmore – la seconda piรน alta in Italia – inserita nel Parco fluviale del Nera, che offre anche numerose attivitร : escursioni in bicicletta, trekking, arrampicata su roccia, discesa del fiume in canoa e divertimento nel Parco Avventura. A conclusione di unโemozionante esperienza nel Parco, perchรฉ non provare i meravigliosi prodotti tipici della zona di Arrone? Lโolio extravergine dโoliva, il tartufo, il formaggio pecorino e la norcineria della Valnerina, ma anche frutti di bosco, miele e le specie ittiche di acqua dolce – come trote e gamberi – prodotti principi di piatti tipici quali il brodetto di gamberi, ciriole con filetti di trota e tartufo nero e tagliolini ai gamberi di fiume.
Qualificare lโUmbria e Terni attraverso una visione dโinsieme, contemporanea, di tanti dettagli interconnessi.
Around The Nera รจ un conio del 2023 pensato per serie di articoli, interviste e ricerche sul Nera o la Nera, come porta dellโUmbria Sud, da Orte al salto del Velino, via gole del Nera e attorno a Terni. Un reportage sul Lungo Nera, teatro di interventi di rigenerazione urbana nellโarea ex Opificio Siri trasformato nel centro museale e contemporaneo Caos, che danno a questa parte di cittร il necessario ruolo di driver di sviluppo culturale. Sullโopera incompiuta Genesis di Beverly Pepper (around the incomplete work) che in quellโarea doveva sorgere, e un focus sul Drago, emblema della cittร . Tra questi, Estratto di Drago, dallo scitale al Thyrus in 3D, in cui si concentrano le fasi salienti. Cultura e contemporaneitร sono i denominatori, per qualificare Terni e lโUmbria attraverso una visione dโinsieme, di tanti dettagli interconnessi.
Genesis. di Beverly Pepper. Foto di Mauro Cinti
Case opera dโarte, collezionismo locale e arte pubblica
Nel contesto piรน ampio, Around The Nera ha esplorato le identitร sommerse di Terni il cui tessuto artistico si rivela attraverso le narrazioni del collezionismo locale, parallele allโarte pubblica. Iniziative culturali come Atelier liberi (Profili Babocci), CavourArt, e TowerA hanno fatto emergere questo aspetto con lโapertura di spazi temporanei dellโarte nelle dimore private e nei luoghi di culto simbolici e suggestivi, in un transito di artisti incessante. Il Duomo, ornato con le splendide porte di Bruno Ceccobelli, espone Kathartirio di Valentina Angeli,sotto le volte romaniche a crociera di San Francesco,Lauretta Barcaroli deposita Ogni possibile mondo.ย Narrazioni a tratti inattese che scorrono dalle Tre Piazze di Ridolfi del centro al Lungonera, e alla Terni medioevale. Tra gli innumerevoli palazzi dellโarchitettura urbanistica moderna della ricostruzione post bellica si scoprono Case opera dโarte per dirla alla Edmond de Goncourt, come Alberici Paparoni e il suo unico giardino rinascimentale. Case autobiografiche, in cui, per il tramite di oggetti e opere dโarte, si raccontano gli artisti attraverso le Collezioni di famiglia.
Durante un periodo di fervida immaginazione, Oberdan Di Anselmo, artista e collezionista, si proponeva lโambizioso obiettivo di trasformare Terni in un centro all’avanguardia dellโarte. La Galleria Poliantea, inaugurata da Di Anselmo, ospita mostre di rilievo come quella di Carla Accardi nel 1968. Lโartista Mario Schifano contribuisce con una vasta produzione, mentre le raccolte Tonelli e la presidenza di Giulio Carlo Argan nellโAssociazione degli artisti di Terni, fondata da Aurelio De Felice, hanno testimoniato lโimpegno e la vitalitร artistica della cittร .
Mosaico di Corrado Cagli
Museo diffuso: le sculture occupano spazi nelle piazze, ornano i cardini stradali delle rotatorie in un Museo a cielo aperto
Storia di Terni tra le sculture diffuse a cielo aperto, con lasciti importanti, opere di artisti, scultori e architetti di fama nazionale e internazionale che hanno indirizzato lโimmaginario collettivo, e celebrato lโidentitร della cittร . Ad iniziare daHyperion a rappresentare la conca ternana di Agapito Miniucchi, scultoreaccostato dal critico dโarte Sandro Parmiggiani a David Smith, a Ettore Colla e altri grandi protagonisti della scultura internazionale, come Mark Di Suvero e Bernar Venet. Il prezioso mosaico di Corrado Cagli della Fontana dello Zodiacoil cui bozzetto preparatorio del diametro di tre metri e mezzo viene esposto a New York al CIMA, Center for Italian Modern Art. Lโiconico ago d’acciaio della Fontana dello zodiaco simbolo dinamico della cittร , con il TRIPODE in acciaio della passerella di Terni, contribuisce a creare un’atmosfera artistica unica e suggestiva. Completata dal maglio per lโacciaio piรน grande del mondo, la monumentale Pressa della Davy Brothers Ltd e societร Terni, la Lancia di Luce di Arnaldo Pomodoro, Le libertร ย di Giulio Turcato, e altre sinergie scultoree compenetrate nel tessuto urbano. Per citarne alcune: Forme in evoluzione dello spazio n. 1ย di Umbro Battaglini, Sinergica dedicata al campione di motociclismo Libero Liberati, i Riccioliย di Eliseo Mattiacci, il totem di Umberto Mastroianni, Farfalle primitive intuizioni.LโAlbero, ed E-terni. ย Effigi della cittร dellโacciaio, in cui la Acciai Speciali assume un ruolo determinante nella cittร anche in termini artistici. Ancora scultori dellโacciaio legati a Terni come Andrea Forges Davanzati che porta lโacciaio ternano nella sistemazione di Piazza Gerusalemme, e nella Cupola di via Rossetti a Milano sotto forma di un ramรจage di nastro di acciaio inossidabile ispirata al globo del Palazzo della Secessione a Vienna.
Mosaico di Corrado Cagli. Foto di Daniela Zanetti
Storie invisibili: le opere hanno celebrato lโidentitร della cittร fondata sul rapporto acqua e acciaio ma anche la sua vocazione all’energia, materiale e immateriale
Tutto sembrava indicare che Terni, col suo museo diffuso, potesse divenire uno dei siti di Umbria Contemporanea, un parco regionale dellโarte ideato dalla Fondazione Pepper in cui inserire Genesisdella scultrice americana Beverly Pepper molto legata allโUmbria e a Terni. Nonostante gli sforzi ventennali, variazioni di progetto e misteri mai svelati dalla Fondazione Pepper, lโopera si perde dal fondo culturale, resta solo la vasca vuota della fontana che avrebbe incarnato un sentimento ristorativo ideale. Il valore simbolico del fiume Nera e la Cascata da installare a coronamento di quell’area riqualificata del Museo della cittร , poco distante dai giardini che ospitano il Tiro in pietra di Terni. In quel tratto del Nera se ne puรฒ solo immaginare la presenza โ nessunโaltra opera dellโartista รจ a Terni –ย con alcuni bozzetti dellโepoca di progettazione.ย Tra questi, un originale disegno di Genesis che fa vivere ancora quellโidea, rimesso allโarchitetto dellโUrbanistica di Terni Mauro Cinti per la custodia intellettuale dellโopera.
Cascata delle Marmore
Slices di Drago. Una leggenda che diventa realtร , un mito che diventa simbolo
Cโรจ la storia di Terni del Comune libero, nelle grandi dispute del medioevo di scomunicanti e scomunicati, di aquile rosse e aquile nere, dei castellari di difesa, dei Magnati, e dei Banderari. Negli emblemi il dragoghibellino combatte contro i leoni, รจ artigliato dallโaquila rossa dei Guelfi. Alle trame storiche si mescolano i racconti delle leggende. Nellโimmaginario medievale, lโaria malsana delle paludi circostanti, dal Velino al Nera, che mieteva vittime per la malaria, viene identificata con un mostro dโacqua, un drago. La cui soluzione era uccidere la fera. Con opportune opere di bonifica, il drago sconfitto, come narra la leggenda da un giovane della casata Cittadini (poi Cittadini Cesi), divenne il simbolo della forza della cittร . Il Drago e il fiume che dettero le insegne a Terni. Razionalmente, la storia dellโascesa di questa potente famiglia che spronรฒ i ternani per il dominio sulla conca, contro i reatini che si erano insignoriti del Castello sulla Cascata delle Marmore. Restii allโassestamento del selvatico scenario idrogeologico della piana, che il Cavo Curiano dei romani aveva avviato con il taglio della costa rocciosa sovrastante lโantico nucleo di Terni, per liberarla dai ristagni.
Drago Rendering. Foto by Onirico
Se pare strana la presenza di un Drago in cittร pensiamo a Lubiana con il drago nello stemma comunale, e il noto Ponte dei draghi. Se ci si domanda quanto le sculture dislocate in cittร siano state effettivamente poste a rappresentarne l’identitร , nel concetto di arte diffusa, e nel tentativo di dialogo con lโultra mondo dellโarte si inserisce appieno la nuova opera monumentale Thyrus. Il Drago รจ un simbolo fortemente comunitario. Lโintuizione dello scultore e Docente in Discipline Plastiche Marco Diamanti di realizzarne una scultura, รจ lโinterpretazione contemporanea dei meccanismi tra lโuomo, i miti e i luoghi. Un oggetto culturale che รจ totem emblematico e genius loci di Terni. ยซUnโopera non calata dallโalto.Realizzata con tecniche moderne – spiega lโartista. Lโingegneria 3D applicata a una forma, lโanima tecnologica nascosta nella materia. Soprattutto una leggenda che diventa realtร . Fosse anche realizzata con lo stilema di un fantasy – conclude –ย avvicina i giovani alla propria storia, e allโarte. Una ricerca che va al di lร dell’opera e investe in altro modo il territorio. Di fatto Thyrus sembra essere una di quelle sculture fatte per intersecarsi con altre coseยป.
Rammenta stilisticamente Lโuomo e la donna in acciaio di Batumi, simbolo della conciliazione delle diversitร . In anticipo sulla scultura, la dima di acciaio per delineare gli spazi sul basamento nella rotonda Filipponi che ospiterร il Drago per Terni incisa col motto Ars longa vita brevis, mentre sono in corso le prime attivitร di produzione al laser per trasformare i fogli di acciaio nelle slices di drago.
Un luogo dai tanti tesori nascosti e lontano dal turismo di massa.
Una domenica mattina di luglio sono stata con la mia famiglia a Vallo di Nera, per la prima volta. Nonostante sia un’umbra doc, in 34 anni di vita non mi รจ mai balenato per la testa di fare una passeggiata da quelle parti perchรฉ non conoscevo i tesori che si nascondono in questo borgo cosรฌ affascinante. Non per altro รจ considerato uno dei Borghi piรน Belli d’Italia e Bandiera Arancione del Touring Club.
Chiesa di Santa Maria Assunta, foto dell’autrice
Abbiamo parcheggiato l’auto fuori le mura e siamo entrati in cittร dalla via che conduce alla Chiesa di Santa Maria Assunta. Alcune signore, in abiti domenicali, erano pronte ad assistere alla Messa. Sorridendoci, ci hanno invitato a entrare in chiesa per ammirare i favolosi interni affrescati da artisti di scuola giottesca. Siamo rimasti sbalorditi dalla bellezza di questo piccolo gioiello che conserva, tra gli altri, LaProcessione dei Bianchi di Cola di Pietro da Camerino, risalente al 1401.
Uscendo, ci siamo accorti che la porticina a sinistra della chiesa era aperta e dava su un piccolo chiostro tenuto magnificamente. Percorrendo una delle stradine di fronte alla piazza, ci siamo imbattuti in una targa con scritto Casa dei Racconti a fianco a un edificio chiuso. Incuriositi, abbiamo cercato informazioni su internet e abbiamo scoperto che si tratta di un centro di ricerca e documentazione sulla letteratura popolare, un luogo depositario della tradizione orale dell’intera comunitร , soprattutto quella che si tramanda da generazioni e che contiene miti, leggende, favole, racconti e satire. Ci siamo quindi addentrati nei vicoli silenziosi, dove tutto riporta al passato e mi sono immaginata scene di vita medievale: cavalieri a cavallo, dame a passeggio e il correre dei bambini tra i banchi del mercato.
Chiesa di San Giovanni Battista
Tornata alla realtร , eravamo giunti di fronte alla Chiesa di San Giovanni Battista, che si trova nella parte alta della cittร . ร stata costruita tra il 1200 ed il 1300, ma รจ stata in parte ricostruita nel 1575. Purtroppo era chiusa quel giorno e non abbiamo potuto visitarla: un motivo valido per tornarci. Tuttavia, ci ha colpito la facciata molto semplice che dร su una piazzetta che, al centro, ospita una cisterna e a lato un belvedere verso le verdi colline.
Abbiamo continuato la nostra visita salendo per le strette vie e, dopo aver percorso il perimetro del castello, siamo usciti dalle mura giungendo alla Cappella di San Rocco, che sorge sotto un porticato dove รจ presente anche un lavatoio e un abbeveratoio per animali. Quello che ci ha colpiti รจ l‘atmosfera tranquilla e rilassata di questo borgo. Vallo di Nera รจ un susseguirsi di stradine, mensole, portoni di legno e sottopassaggi angusti. Tutti si conoscono nel paese, una grande famiglia che ci ha accolti in casa propria con gentilezza e affabilitร . Non c’รจ alcuna traccia del turismo di massa e intorno la natura รจ la vera protagonista del paesaggio. Questi sono solo alcuni dei validi motivi per visitarla. La posizione in cui si trova, inoltre, offre spunti per diverse attivitร , come il rafting lungo il fiume Nera e una piacevole passeggiata in bici lungo il tragitto dell’ex ferrovia Spoleto-Norcia. Senza dimenticare che Vallo di Nera รจ la cittร del tartufo.
Per chi vive o frequenta una regione ricca dโimportanti corsi dโacqua come lโUmbria รจ normale aver avuto in qualche modo a che fare con una trota: vuoi perchรฉ trainati dalla passione per la pesca a mosca, vuoi perchรฉ di fronte a un succulento cartoccio non si puรฒ dire di no o vuoi per il solo fatto che siamo abituati a collegare questo magnifico pesce alle chiare, fresche e dolci acque di petrarchesca memoria. Non tutte le trote dei nostri corsi dโacqua perรฒ ci raccontano la stessa storia e, se si va ad approfondire lโargomento, saltano fuori problematiche del tutto inaspettate.
Trota mediterranea (Salmo cettii). Foto di Massimo Lorenzoni
Iniziamo a fare un poโ di chiarezza: la trota mediterranea nativa (Salmo cettii) รจ un salmonide esclusivo dellโarea mediterranea che, attualmente, nel territorio italiano si trova in uno stato di conservazione sfavorevole, tendente al declino. Questa specie frequenta i tratti alti dei bacini idrografici insulari e peninsulari appenninici e i torrenti montani delle Alpi occidentali.
Ma come fa a essere a rischio di scomparsa una specie ittica che viene allevata in molte troticolture e puntualmente reimmessa nei corsi dโacqua con importanti ripopolamenti proprio a ridosso della stagione di pesca? Semplicemente perchรฉ non tutte le trote sono ugualiโฆ
Si stima che ad oggi in Italia rimangano solo qualche migliaia di individui appartenenti alle popolazioni diย Salmo cettiiย autoctone, con popolazioni isolate in piccoli bacini idrici di montagna.
La specie รจ particolarmente minacciata dallโalterazione degli habitat, dal bracconaggio e dai rilasci illegali con entitร non autoctone che ne impoveriscono il patrimonio genetico.
Proprio su questโultimo punto vogliamo porre lโattenzione, in quanto quelle azioni di ripopolamento non pianificate e soprattutto i frequenti rilasci illegali di animali pronto pesca per la stagione alieutica non fanno che deteriorare ulteriormente il giร profondamente minato corredo genetico della specie.
Trota fario (Salmo trutta). Foto di Massimo Lorenzoni
Ricerche effettuate dallโUniversitร degli Studi di Perugia hanno messo in evidenza che in Umbria sono presenti solo tre popolazioni residue costituite quasi esclusivamente da trota mediterranea, presso il Torrente il Rio al confine con la regione Marche, il TorrenteMonterivoso e la parte alta del Fiume Vigi nel sottobacino del Fiume Nera.
Proprio per salvaguardare la specie allโinterno del suo areale รจ in corso il progetto LIFE STREAMS Salmo ceTtii REcovery Actions in Mediterranean Streams โ LIFE18 NAT/IT/000931 che ha come obiettivo principale il recupero della trota mediterranea nativa (Salmo cettii) in sei aree pilota del territorio italiano, attraverso la progettazione e lโadozione di azioni concrete e coordinate di conservazione.
Tra le sei aree pilota figurano alcuni siti della Sardegna, del Parco Nazionale della Majella, del Parco Regionale di Montemarcello-Magra-Vara, del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, del Parco Nazionale del Pollino e del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Un grande sforzo congiunto, con lโobiettivo di preservare una specie, erroneamente considerata di poca importanza, che invece ci mostra da unโaltra prospettiva il carattere aspro e selvaggio dei corsi dโacqua di montagna.
BIBLIOGRAFIA
Carosi A., Ghetti L., Padula R., Lorenzoni M. Population status and ecology of the Salmo trutta complex in an Italian river basin under multiple anthropogenic pressures. Ecol Evol. 2020; 00:1โ14. https://doi.org/10.1002/ece3.6457
Rete Natura 2000 รจ uno strumento dellโUnione Europea per conservare il patrimonio di biodiversitร .
Non tutti sanno che in Umbria, oltre ai parchi regionali (Monte Cucco, Lago Trasimeno, Fiume Nera, Colfiorito, Monte Subasio, Fiume Tevere), al Sistema Territoriale di Interesse Naturalistico Ambientale – S.T.I.N.A. e al Parco Nazionale dei Monti Sibillinicondiviso con la Regione Marche, sono presenti ben 102 aree, piรน o meno grandi, appartenenti alla Rete Natura 2000. Ma capiamo un poโ meglio di cosa si tratta. La Rete Natura 2000 รจ uno strumento dellโUnione Europea per conservare il proprio patrimonio di biodiversitร attraverso la definizione di una rete di aree istituite ai sensi della Direttiva 92/43/CEE Habitatย per garantire il mantenimento a lungo termine degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna minacciati o rari a livello comunitario.
La Rete รจ formata dai Siti di Interesse Comunitario (SIC) che vengono successivamente designati quali Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e comprende anche le Zone di Protezione Speciale (ZPS) istituite ai sensi dellaย Direttiva 2009/147/CEUccelliย concernente la conservazione degli uccelli selvatici.
La particolaritร di queste aree รจ che non vanno considerate delle riserve rigidamente protette dove le attivitร umane sono escluse, ma delle zone dove la protezione della natura deve tenere conto anche delle esigenze economiche, sociali e culturali, nonchรฉ delle particolaritร regionali e locali.
I siti delle Rete Natura 2000 in Umbria interessano oltre il 15% del territorio, sono diffusi in tutta la regione e vanno a tutelare habitat e specie di particolare interesse naturalistico meritevoli di attenzione a livello comunitario. In questi siti sono presenti 41 tipologie di habitat (elencati nellโAllegato I della Direttiva Habitat) di cui 11 definiti come prioritari in quanto a rischio di scomparsa a livello continentale. Per quanto riguarda flora e fauna, le specie di interesse comunitario, inserite negli Allegati II, IV e V della Direttiva Habitat, sono in totale 91; nello specifico sono presenti 8 specie vegetali (di cui 1 prioritaria) e 83 specie animali (di cui 4 prioritarie) cosรฌ ripartite: 30 mammiferi, 11 rettili, 9 anfibi, 11 pesci e 22 invertebrati. Inoltre, sono presenti 50 uccelli, inclusi nellโAllegato I della Direttiva Uccelli.
Salamandrina dagli occhiali settentrionale (Salamandrina perspicillata). FotoArchivio Studio Naturalistico Hyla
La Rete Natura 2000 rappresenta un patrimonio che necessita lโattenzione di tutti i cittadini dellโUnione Europea, in quanto anche i siti particolarmente marginali possono beneficiare della politica comunitaria proprio grazie alla presenza di specie di piante, di animali e di habitat di particolare interesse conservazionistico.
BIBLIOGRAFIA
Gigante D., Goretti E., La Porta G., Lorenzoni M., Maneli F., Pallottini M., Pompei L., Venanzoni R., Carletti S., Funghini E., Montioni F., Petruzzi E., Spilinga C. (2019) Guida ai siti Natura 2000. La biodiversitร . Una rete per conservarla.
Il colle sul quale sorge Vallo di Nera, dominante sulla fertile valle irrigata dal Nera e protetto da monti boscosi, fu abitato sin da tempi remoti.
Chiesa di Santa Maria Assunta, foto di Enrico Mezzasoma
Agli inizi del III secolo avanti Cristo, dopo la conquista romana del territorio, lโukar, lโantica arce umbra, divenne un uicus fortificato a guardia dellโimportante via di comunicazione che segue il corso del fiume Nahar, lโattuale Nera: ne รจ la riprova il toponimo vallum, termine che letteralmente indica il fossato difensivo tipico delle antiche fortificazioni. Agli inizi del Duecento lโassetto urbanistico del borgo, chiuso nella cinta turrita, assunse la fisionomia che ancora oggi, in buon parte, conserva e che ha elevato Vallo di Nera al rango di borgo bandiera Arancione.
Tra le imponenti torri medioevali, nei silenzi arcani del colle Flenzano su cui sorge il castello, si cela uno dei santuari piรน suggestivi della Valnerina: la Chiesa di Santa Maria Assunta, di epoca imperiale. La facciata del tempio, sulla quale campeggia un rosone scandito da 12 colonnine, nasconde lโinterno articolato in unโunica navata, originariamente coperto con volte a crociera. Sebbene il tempo e gli interventi succedutisi nel corso dei secoli ne abbiano, in parte, mutato la fisionomia, un recente restauro ha restituito agli affreschi il loro anticosplendore. I committenti, i cui nomi accompagnano le pitture, sovrapponevano nuovi dipinti ai precedenti documentando lโintensitร e la persistenza dโuna devozione iniziata con le prime communitates cristiane insediatesi sul territorio. Preghiere plasmate in figure, invocazioni solidificate nelle terre delle tempere che chiedono a Dio, mediante i santi intercessori, la salute per il corpo โ a fulgore et tempestate, a peste fame et bello, libera nos Domine โ e implorano la salvezza per lโanima โ e salutare tuum da nobis.
Martirio di Santa Lucia
Un tour all’interno
Lโinterno della chiesa, partendo dalla parete sinistra della navata, ospita il Martirio di Santa Lucia, attribuito aย Cola di Pietro daย Camerino: la vergine รจ avvinta a due pariglie di buoi per essere trascinata in un postribolo, ma le bestie non riescono a smuoverla. Due aguzzini la tengono ferma per le spalle mentre il carnefice le affonda nella gola una daga. Dietro il magistrato Paschasius, una gamba sullโaltra e in contrasto coi corrucciati personaggi che lo circondano, assiste divertito alla scena. A destra dallโaltare – risalente agli inizi del Seicento – nel registro inferiore, da un affresco cinquecentesco che raffigura una Madonna del Latte tra San Gregorio Magno e un porporato, sโaffacciano due Vergini col Bambino, una delle quali intenta ad allattare. A essa si rivolgevano le madri per implorare lโabbondanza del prezioso nutrimento.
Dormitio della Vergine
Indugiando ancora sulla destra dellโaltare, campeggiano le figure di due martiri: Barbara, protettrice del fuoco celeste, e Caterina dโAlessandria. In prossimitร del grande arco, nel registro inferiore, una piccola Madonna di scuola riminese sorregge il Figlio teneramente proteso a baciarle il volto. Sullโabside tuonano le figure austere dei Santi Antonio Abate e Cristoforo. Nellโabside, sulla parete di sinistra, in alto, la Dormitio della Vergine, attorniata dai 12 apostoli. Cinque angeli ne cantano le lodi, mentre altri quattro lโelevano al cielo circonfusa di luce. Particolare menzione merita la scena raffigurante la Fuga in Egitto: due angeli guidano Giuseppe che reca in spalla un bastone a cui sono appesi un otre e due pani, Maria cavalca unโasinella e un garzone sprona la bestia. Sullo sfondo, la pianta carica di frutti che, nella leggenda apocrifa volgarizzata da Jacopo da Voragine, abbassรฒ i rami per rifocillare la Vergine.
Fuga in Egitto
Tornando alla navata, sulla parete di destra, sono affrescati undici santi, tra i quali San Giuliano in vesti militari e SantโAntonio Abate: San Giuliano forte, liberaci da mala morte, da foco ardente e da acqua corrente, cosรฌ recitano ancora nelle campagne i piรน vecchi. Sotto, la lunga processione dei Bianchi, movimento di penitenti sorto nel 1399 allo scopo di proclamare la pace universale e ottenere il perdono dei peccati: qui Mastro Cola di Pietro, nel 1401, li ritrae durante il loro passaggio alla volta di Roma, con i lunghi sai rossocrociati, intenti a scambiarsi il bacio della Pace, a cantare le lodi della Vergine o a implorare misericordia davanti al Crocifisso. Poco distante SantโAntonio, protettore degli animali, con la campana il cui suono scacciava il demonio, il bordone e il lungo mantello segnato dal tau protettore; Gregorio Magno, coronato col triregnum,mostra un dipinto con i Santi Pietro e Paolo. Proseguendo, unโaustera Madonna in trono, della metร del Quattrocento, porta sulle ginocchia il Bambino con un passerotto, allusivo al racconto apocrifo che narra come il piccolo Gesรน si divertisse a plasmare con la creta uccellini e a vederli volar via dopo aver infuso in essi la vita.
Processione dei Bianchi
A fianco, le immagini di S. Chiara e S. Maria Egiziaca, coperta dai prolissi capelli: specchio di purezza, la prima; meretrice, poi eremita nel deserto, la seconda. Col capo nimbato da unโaureola, identica a quella di Chiara, lโex prostituta testimonia la potenza catartica del pentimento e la vastitร della misericordia divina. Nel registro piรน basso, la Trinitร reca un libro su cui รจ scritto: Pater e Filius et Spiritus Sanctus et tres unum sunt. Due modi per enunciare il dogma trinitario dei quali il primo, dedicato a quelli che non sapevano leggere, nella sua rustica formulazione risulta non meno efficace.
ยซDallโalto si contemplano paesaggi come patinati, conche di un verde argenteo, colline che scendono lentamente a valle recando torri, campanili, basiliche, monasteri. Tramonti limpidi, di un rosso privo di eccesso, sfumano sulle rocche e sugli oliveti, tra suoni di campane e rondini. Lโaria leggera dร un senso di euforia fisica. Umbria, cuore verde dโItaliaยป.
(Guido Piovene)
Cinque segreti da scoprire, cinque idee di viaggio per un weekend alla scoperta della Valnerina.
Vallo di Nera
Vallo di Nera
Una lunga storia umana e naturale, che sopravvive da secoli in un delicato equilibrio, ha modellato un territorio dal fascino medioevale:ย Vallo di Nera,ย un antico castello fondato nel 1217. Se da un lato il fiume Nera, che scorre tra ripidi versanti coperti di boschi, ha creato uno degli angoli piรน belli dโItalia; dallโaltro lโuomo, con le sue esigenze di sopravvivenza e difesa, ha arricchito questo angolo diย Valnerinaย creando uno dei piรน limpidi esempi di borgo umbro. Non a caso,ย Vallo di Neraย รจ riconosciuto come uno deiย Borghi piรน Belli dโItalia. Dal castello si sviluppa una fitta rete di sentieri a quote diverse da percorrere a piedi, in bicicletta o a cavallo. Un luogo in cui il tempo sembra essersi fermato, un castello che custodisce al suo interno percorsi gastronomici dai sapori antichi,ย fra tutti il formaggio, principe della tavola locale.
Abbazia dei Santi Felice e Mauro
Abbazia dei Santi Felice e Mauro
LโAbbazia dei Santi Felice e Mauro, sfiorata dallo scorrere armonioso del fiume Nera, narraย le epiche gesta dei due monaci sirianiย a cui รจ consacrata. LโAbbazia, mirabile esempio di architettura romanica umbra, sorge in un luogo intriso di fascino: secondo la tradizione, la Valle del Nera che oggi appare come un dipinto di borghi medioevali e antichi vigneti, in antichitร era una selva paludosa, dimora di unโoscura creatura:ย un drago. La leggenda narra che i due monaci siriani, il cui coraggio รจ narrato dal fregio finemente scolpito che sorregge il rosone, uccisero il drago ed evangelizzarono laย Valle del Nera.ย Gli affreschi del 1100, la facciata meravigliosamente scolpita, la grotta in cui si credeva abitasse il drago e la natura rigogliosa in cui รจ immersa fanno dellโAbbazia dei Santi Felice e Mauroย uno dei gioielli piรน preziosiย dellaย Valnerina.
Eremo della Madonna della Stella
Eremo della Madonna della Stella
LโEremo della Madonna della Stella,scolpito nella rocciaย dalla sapiente mano di monaci benedettini, รจ uno dei luoghi piรน suggestivi della verde Umbria. Era il VII secolo quando i primi eremi si insediarono in questo angolo diย Valnerina.ย Tra i silenzi del vento e della natura, in un luogo in cui non si vedono altro che due palmi di cielo, al canto della preghiera si unรฌ quello dellโarte:ย lโEremo, infatti,ย prende il nome da una suggestiva opera dโarte che raffigura la Madonna vestita di stelle, rinvenuta casualmente in un dirupo. A incorniciare il sentiero che porta fino allโEremo della Madonna della Stella, un limpido ruscello che nasce sui versanti orientali dellaย Valnerina, formando una piccola cascata a poca distanza dal Santuario.
Altipiano di Castelluccio
Lโaltipiano di Castelluccio
Il ยซluogo piรน simile al Tibet che esista in Europaยป, cosรฌ un celebre viaggiatore definรฌย lโaltopiano di Castelluccio,ย una terra antica dai colori pastelloย custodita allโombra deiย Monti Sibillini. Un angolo di Umbria dai mille volti:ย regno della naturaย eย terra di antiche leggende, di fate dai piedi di capra e di mistici oracoli, fra tutti la Sibilla, che dร il nome alla catena montuosa che oggi รจย Parco Nazionale. Tra le mille esperienze che si possono fare sullโaltopiano di Castelluccioย ce nโรจ una che non delude mai:ย unโescursione a piedi o a cavalloย tra i mille sentieri che costituiscono il cuore del luogo, uno scivolare quasi involontario tra le braccia di Madre Natura. E poi sapori inconfondibili che sembravano perduti, ma che provengono dal cuore di una terra generosa:ย dalla lenticchia ai cerealiย questo รจ un angolo di paradiso che parla una lingua comune, quella della tradizione.
Lo zafferano
Lo zafferano
Lโarcano mistero che avvolge lโetimologia della parola Crocus Sativus, denominazione scientifica con cui viene comunemente indicato lo zafferano, si perde nella leggenda di Croco, che si innamorรฒ mortalmente della ninfa Smilaceย per poi essere tramutato in un biondo fiore di zafferano. La coltivazione delloย zafferano, elemento identitario della storia e dei costumi umbri, attinge alle esperienze di un passato importante inteso come patrimonio prezioso dal quale trarre ispirazione.ย Un lavoro in cui lโelemento umano รจ esclusivo:ย dalla preparazione delย terreno alla scelta dei bulbi, passando per il momento della sfioratura fino al confezionamento del prodotto finale.
Nel cuore verde dellโUmbria, allโombra di monumentali abbazie, tra gli echi del Medioevo e della storia, avvolto negli aromi di unโantica tradizione gastronomica, รจ custodito un territorio selvaggio, un angolo di Appennino in cui il tuono del fiume Nera rimbomba fragoroso, infrangendosi tra le rocce e facendo sobbalzare il cuore per lโadrenalina.
Stiamo parlando della Valnerina, un coriandolo di Umbria decantato in tutto il mondo come Terra dei Santi, ma che si presta in maniera eccellente alla voglia di avventura e divertimento di tutta la famiglia. Tra cascate, falesie e sentieri si dipanano numerose attivitร outdoor attraverso le quali scoprire il fascino di una natura selvaggia che si specchia nellโacqua limpida di un fiume indomito, il Nera, nome che nella sua forma piรน antica significa proprio โforteโ.
Fare rafting รจ sempre suggestivo; farlo in Umbria, lo รจ ancora di piรน!
Discese adrenaliniche tra i flutti: il rafting e lโhydrospeed
Il piรน celebre degli sport acquatici che permettono di solcare il Nera รจ senza dubbio il rafting, un modo particolarmente dinamico e avventuroso per percorrere tratti di fiume a bordo di colorati gommoni. Uno sport da vivere, che riscuote notevole successo tra i piรน giovani. Tanti gli itinerari da scegliere: da quelli piรน adrenalinici che costeggiano le acque della Cascata delle Marmore – dove il corso del fiume รจ piรน spumeggiante – a quelli piรน tranquilli e adatti anche ai piรน piccoli, ma che comunque riservano forti emozioni. Particolare menzione merita lโhydrospeed, una discesa fluviale aggrappati a una sorta di salvagente nei punti in cui lโacqua scorre piรน veloce e le rapide sono piรน selvagge. Una soluzione piรน rapida ed emozionante per chi vuole essere protagonista sul fiume. Unโavventura da condividere con un compagno di viaggio alquanto insolito: il Nera. La forza della natura, lo spirito dโavventura, lโadrenalina che sale in un vortice di emozioni che ti faranno tornare a casa cambiato da questa nuova esperienza.
Balconi di roccia: lโarrampicata sportiva
Roccia, acqua, terra: sono i tre elementi che in questo angolo di Umbria si fondono insieme plasmando le forme, il paesaggio e la natura che sono protagonisti di questa terra. Una montagna dal paesaggio unico e irripetibile, che dalla Falesia di Ferentillo offre scorci di luminosa bellezza. Un paesaggio plasmato dallโuomo, che ha saputo conservare la natura autentica di questo luogo, offre quanto di piรน suggestivo un free climber possa desiderare. Guardare la parete che sale, seguirne le linee, le sporgenze per poi sentire la roccia sotto le mani. Lโarrampicata รจ il contatto con la montagna, unโimpresa non piรน riservata a pochi atleti, ma che gode di sempre maggiore popolaritร , per il desiderio di sfidare le proprie forze, per poter osservare le altitudini da un balcone di roccia che regala unโesperienza naturale totalizzante.
Lโarrampicata sportiva รจ uno stile di arrampicata che si basa su ancoraggi permanenti fissi alla roccia come protezione/sicurezza.
In mountain bike alla scoperta della vecchia ferrovia Spoleto-Norcia
La Valnerina รจ una terra forgiata da Madre Natura per essere scoperta pedalando. In questo angolo di Umbria, tra lโazzurro limpido del Nera e la skyline di borghi e torri medievali, si sviluppa un percorso pedonale e ciclabile che si estende, per oltre 30 km, lungo la vecchia ferrovia che un tempo collegava Spoleto a Norcia. Una greenway nel cuore piรน selvaggio dellโUmbria che percorre luoghi in cui contrasti paesaggistici e culturali mantengono viva la tradizione e accompagnano i bikers in un itinerario dai mille volti. Tante le occasioni per vivere incontri interessanti: รจ abbastanza facile, infatti, scorgere numerose specie di rapaci diurni che si librano in volo dalle maestose pieghe rocciose che incorniciano il percorso. I piรน comuni sono il gheppio e la poiana, o addirittura una coppia di aquile reali che ha il suo nido in una delle gole attraversate dalla vecchia ferrovia. Mentre gli appassionati di rafting scivolano sulle acque del Nera, chi fa trekking o pedala puรฒ anche esplorare una vecchia galleria stradale abbandonata. Buio, pipistrelli, spifferi gelati e cigolii sinistri garantiscono 5 minuti da brivido.
La strada ferrata su cui si articola lโEx Ferrovia Spoleto-Norcia era un capolavoro assoluto di ingegneria ferroviaria
A spasso tra cielo e terra: trekking in Valnerina
Un angolo di Umbria,la Valnerina – conosciuto per una sacralitร antica come le leggende che la popolano e dove i santi e gli anacoreti umbri hanno trascorso ore di preghiera e meditazione – รจ la scenografia ideale per chi, con gli scarponcini ai piedi, ricerca unโesperienza slow, allโinsegna della natura e dello sport. Dal Parco Nazionale dei Monti Sibillini alla Cascata delle Marmore, ogni sentiero conduce a borghi che custodiscono importanti testimonianze architettoniche o a punti panoramici che regalano scorci indimenticabili. Trekking in Valnerina significa scoprire e riscoprire antiche strade e angoli dimenticati, camminare sulla linea di confine tra cielo e terra, sulle tracce di una volpe o di uno dei cavalieri del passato. Stacca la spina del quotidiano e concediti uno spazio per vivere fuori dal tempo, per essere padrone dei tuoi passi e nutrirti a piene mani di sensazioni irrinunciabili.
Trekking in Valnerina
Tra realtร e incantesimo: deltaplano e paracadutismo
Lโidea di volare, il desiderio di imitare gli uccelli, ha sempre destato nellโuomo sensazioni straordinarie, dal mito di Icaro al genio di Leonardo da Vinci, fino allโinvenzione dei fratelli Wright. Tuttavia, seduti in comode poltrone reclinabili, non proviamo certo la sensazione di essere noi, con il movimento del nostro corpo, a consentire di librarci in aria. Sensazioni invece che colpiscono piacevolmente gli appassionati delย parapendio e del deltaplano. Pochi passi e viaโฆ Un lungo respiro e lโaria sembra avere improvvisamente un profumo mai sentito prima. Una volta in volo, il silenzio รจ quasi surreale. Lโunico rumore che si avverte รจ quello del vento tra le corde della vela. I sensi si colorano di emozioni mai vissute prime. Esaurita la potente carica emotiva dei primi secondi, si inizia a prendere confidenza con questa nuova prospettiva: รจ il momento di godersi la vista riservata agli uccelli e ai pochi fortunati che hanno nel sangue questa passione. Giรน in basso, con la luce di taglio di uno splendido tramonto, il verde dei boschi e della campagna si accende in tutte le sue sfumature, e la linea dellโorizzonte si fa piรน marcata. Unโesperienza da vivere, a metร strada tra realtร e incantesimo.
Cosรฌ scriveva Lord Byron nel 1816 quando, allโetร di 28 anni, visitรฒ lโUmbria e le Cascate delle Marmore. Una leggenda del Seicento narra che il pastorello Velino, assorto dopo le fatiche della caccia, affacciandosi su quelle balse da cui lโacqua tuona fragorosa a valle, restรฒ incantato dalla Nerina che tesseva i suoi biondi capelli al sole di primavera. La giovane ancella non rispose ai richiami del pastorello che, tormentato dal rifiuto dellโamata, ricorse a Cupido affinchรฉ le frecce della sua faretra facessero breccia nel cuore della fanciulla. Il dio, per vendicare il rifiuto al pastore Velino, fece precipitare Nerina nei vortici dello fiume che da costei prese il nome. Fu allora che dal cielo discese Venere, curando Nerina dalle ferite della caduta e trasformandola in Ninfa. Dilaniato dal dolore, le sofferte lacrimeย del fanciullo fecero traboccare il Lago di Pilato dalle balse rocciose oltre le quali lo sguardo del pastorello incrociรฒ, per la prima volta, quello della fanciulla. Solamente allora ย i cuori dei due innamorati aprirono una breccia nel muro del tempo consacrando allโeternitร quella che oggi รจ la perla piรน preziosa della Valnerina: la Cascata delle Marmore.
Cascate delle Marmore
Nessun poeta o pittore vide mai cosa piรน bella, M.Alinda Bonacci Brunamonti (1841 โ 1903)
Ed รจ qui che il viaggiatore deve mostrare un grande talento, quello di saper guardare oltre la semplice bellezza della natura, abbandonandosi anima e corpo al pathos creativo delle acque umbre, un arcobaleno fra valli selvagge che evocano, tra i lividi bagliori dellโalba, lโancestrale identitร delle terre appenniniche. Un paesaggio, quello dellaย Cascata delle Marmore, che รจ intreccio inestricabile di cultura, di emozioni e di sapere, una bussola a cui il viaggiatore affida il timone della sua anima affinchรฉ lo sollevi dalla sete del viaggio riconducendolo a suggestioni primitive e segrete. Per oltre due millenni, tra i bagliori di un cielo che muore per poi risorgere dalle ceneri della notte il Nera, di cui la natura ha lacerato la memoria trasformandone rocce e riflessi in primordiali sculture totemiche, ha accentuato col suo scorrere impetuoso la profonditร degli strati calcarei mentre il Velino, nel flebile volteggiare della corrente che trascina a valle, cresceva nel suo alveo innalzandoย mura di calcare e detriti che impedivano alle acque di compiere il cammino che il Creato aveva tracciato per loro.
Era il 272 A.C. quando lโimperium del console romano Curio Dentato ordinรฒ la realizzazione di un canale per far defluire le acque stagnanti in direzione del salto naturale di Marmore: da lรฌ, le lโacque, dopo un tuffo di 165 metri, si gettavano nel sacro Nera, gregario dellโantico Tevere.
Cascate delle Marmore
I cui rami sempre verdi e pieni di ghiande si intrecciavano sul serpeggiante sentiero, Percy Bysshe Shelley (1792 โ 1822)
ยซEcco fumano le aree sullโalto ciglione, lโร ugure solleva al cielo le braccia cercando benefici auspici; le trombe squillano vigorosamente mentre lโultima diga รจ abbattuta; la massa dโacqua, salutata da un formidabile grido di ammirazione precipita bianca e spumosa nel baratro, e a spire e vortici, mugghiando raggiunge la lenta ondaย del Nera, mentre sopra questo inferno di acque appare lโarco dellโirideยป.
A queste parole il gesuita e storico Luigi Lanzi affida il compito di preservare la polvere di una storia arcaica, che si rinnova ogni giorno nel labirinto del tempo e della memoria per poi celarsi nuovamente dietro il velo della leggenda. Acqua e roccia, campanili dโacqua e altari di pietra dai volumi in libertร che si espandono fino a sfiorare un confine sapientemente tracciato che li arresta, per poi ricondursi lโun lโaltro nei segreti della rupe da cui si irradiano nellโuniverso. Una cascata che si manifesta come sortilegio, un luogo in cui le pulsazioni della natura scandiscono il ritmo dellโacqua e delle vicende umane, oltrepassando lโarmonia della terraย su cui precipita.
Henry James, visitando lโUmbria, scriveva: ยซLa sua [del visitatore] prima cura sarร di non aver fretta nel camminare dappertutto molto lentamente e senza meta conservando tutto quel che i suoi occhi incontrerannoยป.
Un pugno di parole quello che ha ispirato questo itinerario tra i sapori e gli aromi della Valnerina, tasselli di un mosaico antico, quello della tradizione umbra, che vuole raccontare la sua storia. Un viaggio per riappropiarsi del proprio tempo, nel cuore di unโUmbria che non conosce fast food. Ci sono passato, presente e futuro racchiusi nei sapori della Valnerina, terra in cui gli antichi Romani prima e i Longobardi poi hanno innalzato torri e santuari e dove, per secoli, la vita laica e quella religiosa hanno dipinto tele di borghi e cittร medioevali. ย Sapori e tradizioni autentiche che riprendono vita in un gioco di valli e altopiani, luoghi in cui รจ custodito il genio dellโuomo; luoghi in cui tradizione, sapienza e ruralitร si intrecciano con intense passioni, ispirazione pura e stupefacente grandezza. Percepire tutto lo stupore del viaggiatore racchiuso in un solo luogo, sentirsi avvolgere dalle meraviglie del Creato in un solo sguardo, scoprire il mistero dellโispirazione piรน pura, conoscere il desiderio delle genti umbre di riflettere, a tavola, la ricchezza della loro terra: ecco perchรฉ compiere questo viaggio nei sapori della Valnerina.
La trota del Nera
Affidare il percorso dei propri passi ai sussurri del Nera significa aggiungere allโatlante che ispira questo viaggio nellโUmbria sacra pagine di una geografia lontana dal tempo, in cui la genialitร dellโuomo ha saputo inchinarsi al cospetto del fiume sacro, traย i canti e le preghiere di eremi e santi che, tra le rocce dellโAppennino piรน selvaggio, hanno consegnato allโeternitร degli altari ceneri di esperienze straordinarie. Uno scorrere primitivo, che da millenni tormentaย il sonno di questi antichi ponti di pietra e che ha modellato, al ritmo che scandisce la contesa tra il sole e la luna,ย un paesaggio superbo, unendo il suo nome a territorio divenuto icona impareggiabile dellโUmbria fluviale. Valnerina, luogo in cui la biodiversitร resiste ai colpi dโascia delle catene agroalimentari che seppelliscono nei cimiteri della tradizione storie di lenze pescatori, uomini dai volti consunti dal Nera e della sua brezza, ultimo respiro di un fiume che rivendica la sua libertร . Ed รจ proprio nei silenzi armonici che il fiume trascina a valle che dimora la trota della Valnerina, ambito trofeo di pescatori provenienti da ogni dove.
Il miele
In Valnerina, il viaggio nelle terre del sapore puรฒ iniziare da uno dei tanti valichi e confini e proseguire secondo un filo logico, o semplicemente lasciare alla casualitร quale borgo o scorcio toccare di volta in volta, trovando anime diverse e aromi inaspettati. Andare per le aziende produttrici di antichi sapori, quale il miele, permette di incontrare persone, volti e storie. Acquistare direttamente dai produttori, a km zero, non garantisce soltanto la sicurezza della qualitร , ma anche il confronto con chi, dallโamara fatica del quotidiano, ricava quanto di piรน dolce possa offrire la tavola umbra. Significa percorrere un itinerario lungo i sentieri di un paesaggio spesso incontaminato, in un presente che sa rispettare il suo passato, nelle piccole storie e, attraverso esse, nella grande Storia. Una vocazione, quella della terra umbra per questo nobile nettare, tanto prezioso quanto apprezzato, che รจ rifiorita, con rinnovato e vivace entusiasmo, attingendo alla fonte di una tradizione antica, come fosse una visione dalla quale trarre ispirazione. Il miele: essenza di un territorio dal passato antico, eccellenza gastronomica ricca di fascino che piรน di nessunโaltra sa esaltare il concetto di una tradizione in cui รจ la qualitร a prevalere sulla quantitร . Una sfida delicata e appassionante, quella dellโapicoltore, il cui lavoro diventa attenta e costante premura e dove le mani si fanno lievi, quasi impalpabili.
La lenticchia IGP di Castelluccio
Se esistesse una notte degliย Oscarย gastronomica, sul red carpet del gusto e della tradizione le eccellenze umbre si aggiudicherebbero piรน di una nomination: dallโaroma piรน intenso alla piรน antica ricetta non protagonista, fino ai migliori effetti speciali. Ma se cโรจ unaย nominationย che di certo non puรฒ mancare รจ quella per la scenografia:ย Castelluccio di Norcia, palcoscenico in cui a esibirsi sono sapori arcaici, dal fascino straordinariamente attuale. La ricerca delle genuinitร , come nel caso della lenticchia DOP, puรฒ essere condotta solamente percorrendo lo stesso set in cui รจ la regia della tradizione umbra a girare le riprese: un sipario che si apre sul cuore verde dโItalia, in cui la sapienza e la creativitร delle genti umbre hanno saputo mettere in scena il migliore tra i copioni. Castelluccio di Norcia, una terra povera dai prodotti sani, sarebbe forse questo il titolo di coda migliore con cui chiudere questo cortometraggio nellโUmbria della genuinitร . Nel casting della tradizione il ruolo di protagonista spetta proprio alla celebre lenticchia, leguminosa che nel freddo dellโinverno appenninico riesce a custodire una qualitร ineguagliabile. Un alimento orgogliosamente made in Valnerinaย che, nella timidezza di un seme straordinariamente piccolo, nasconde un sapore infinitamente grande. Tenacia, creativitร e sapienza hanno scritto la sceneggiatura di una terra che resiste: tenacia e sapienza perchรฉ, nonostante un territorio selvaggio per condizioni climatiche, hanno saputo conservare incorrotte le attivitร agricole tradizionali; la creativitร perchรฉ ha dato un tocco di genialitร alla reinterpretazione culinaria di questi sapori.