fbpx
Home / Posts Tagged "fiume Nera"

Un luogo dai tanti tesori nascosti e lontano dal turismo di massa.

Una domenica mattina di luglio sono stata con la mia famiglia a Vallo di Nera, per la prima volta. Nonostante sia un’umbra doc, in 34 anni di vita non mi รจ mai balenato per la testa di fare una passeggiata da quelle parti perchรฉ non conoscevo i tesori che si nascondono in questo borgo cosรฌ affascinante. Non per altro รจ considerato uno dei Borghi piรน Belli d’Italia e Bandiera Arancione del Touring Club.

 

Chiesa di Santa Maria Assunta, foto dell’autrice

 

Abbiamo parcheggiato l’auto fuori le mura e siamo entrati in cittร  dalla via che conduce alla Chiesa di Santa Maria Assunta. Alcune signore, in abiti domenicali, erano pronte ad assistere alla Messa. Sorridendoci, ci hanno invitato a entrare in chiesa per ammirare i favolosi interni affrescati da artisti di scuola giottesca. Siamo rimasti sbalorditi dalla bellezza di questo piccolo gioiello che conserva, tra gli altri, La Processione dei Bianchi di Cola di Pietro da Camerino, risalente al 1401.
Uscendo, ci siamo accorti che la porticina a sinistra della chiesa era aperta e dava su un piccolo chiostro tenuto magnificamente. Percorrendo una delle stradine di fronte alla piazza, ci siamo imbattuti in una targa con scritto Casa dei Racconti a fianco a un edificio chiuso. Incuriositi, abbiamo cercato informazioni su internet e abbiamo scoperto che si tratta di un centro di ricerca e documentazione sulla letteratura popolare, un luogo depositario della tradizione orale dell’intera comunitร , soprattutto quella che si tramanda da generazioni e che contiene miti, leggende, favole, racconti e satire. Ci siamo quindi addentrati nei vicoli silenziosi, dove tutto riporta al passato e mi sono immaginata scene di vita medievale: cavalieri a cavallo, dame a passeggio e il correre dei bambini tra i banchi del mercato.

Chiesa di San Giovanni Battista

Tornata alla realtร , eravamo giunti di fronte alla Chiesa di San Giovanni Battista, che si trova nella parte alta della cittร . รˆ stata costruita tra il 1200 ed il 1300, ma รจ stata in parte ricostruita nel 1575. Purtroppo era chiusa quel giorno e non abbiamo potuto visitarla: un motivo valido per tornarci. Tuttavia, ci ha colpito la facciata molto semplice che dร  su una piazzetta che, al centro, ospita una cisterna e a lato un belvedere verso le verdi colline.
Abbiamo continuato la nostra visita salendo per le strette vie e, dopo aver percorso il perimetro del castello, siamo usciti dalle mura giungendo alla Cappella di San Rocco, che sorge sotto un porticato dove รจ presente anche un lavatoio e un abbeveratoio per animali. Quello che ci ha colpiti รจ l‘atmosfera tranquilla e rilassata di questo borgo. Vallo di Nera รจ un susseguirsi di stradine, mensole, portoni di legno e sottopassaggi angusti. Tutti si conoscono nel paese, una grande famiglia che ci ha accolti in casa propria con gentilezza e affabilitร . Non c’รจ alcuna traccia del turismo di massa e intorno la natura รจ la vera protagonista del paesaggio. Questi sono solo alcuni dei validi motivi per visitarla. La posizione in cui si trova, inoltre, offre spunti per diverse attivitร , come il rafting lungo il fiume Nera e una piacevole passeggiata in bici lungo il tragitto dell’ex ferrovia Spoleto-Norcia. Senza dimenticare che Vallo di Nera รจ la cittร  del tartufo.

Per chi vive o frequenta una regione ricca dโ€™importanti corsi dโ€™acqua come lโ€™Umbria รจ normale aver avuto in qualche modo a che fare con una trota: vuoi perchรฉ trainati dalla passione per la pesca a mosca, vuoi perchรฉ di fronte a un succulento cartoccio non si puรฒ dire di no o vuoi per il solo fatto che siamo abituati a collegare questo magnifico pesce alle chiare, fresche e dolci acque di petrarchesca memoria. Non tutte le trote dei nostri corsi dโ€™acqua perรฒ ci raccontano la stessa storia e, se si va ad approfondire lโ€™argomento, saltano fuori problematiche del tutto inaspettate.

 

Trota mediterranea (Salmo cettii). Foto di Massimo Lorenzoni

 

Iniziamo a fare un poโ€™ di chiarezza: la trota mediterranea nativa (Salmo cettii) รจ un salmonide esclusivo dellโ€™area mediterranea che, attualmente, nel territorio italiano si trova in uno stato di conservazione sfavorevole, tendente al declino. Questa specie frequenta i tratti alti dei bacini idrografici insulari e peninsulari appenninici e i torrenti montani delle Alpi occidentali.
Ma come fa a essere a rischio di scomparsa una specie ittica che viene allevata in molte troticolture e puntualmente reimmessa nei corsi dโ€™acqua con importanti ripopolamenti proprio a ridosso della stagione di pesca? Semplicemente perchรฉ non tutte le trote sono ugualiโ€ฆ
Si stima che ad oggi in Italia rimangano solo qualche migliaia di individui appartenenti alle popolazioni diย Salmo cettiiย autoctone, con popolazioni isolate in piccoli bacini idrici di montagna.
La specie รจ particolarmente minacciata dallโ€™alterazione degli habitat, dal bracconaggio e dai rilasci illegali con entitร  non autoctone che ne impoveriscono il patrimonio genetico.
Proprio su questโ€™ultimo punto vogliamo porre lโ€™attenzione, in quanto quelle azioni di ripopolamento non pianificate e soprattutto i frequenti rilasci illegali di animali pronto pesca per la stagione alieutica non fanno che deteriorare ulteriormente il giร  profondamente minato corredo genetico della specie.

 

Trota fario (Salmo trutta). Foto di Massimo Lorenzoni

 

Ricerche effettuate dallโ€™Universitร  degli Studi di Perugia hanno messo in evidenza che in Umbria sono presenti solo tre popolazioni residue costituite quasi esclusivamente da trota mediterranea, presso il Torrente il Rio al confine con la regione Marche, il Torrente Monterivoso e la parte alta del Fiume Vigi nel sottobacino del Fiume Nera.
Proprio per salvaguardare la specie allโ€™interno del suo areale รจ in corso il progetto LIFE STREAMS Salmo ceTtii REcovery Actions in Mediterranean Streams โ€“ LIFE18 NAT/IT/000931 che ha come obiettivo principale il recupero della trota mediterranea nativa (Salmo cettii) in sei aree pilota del territorio italiano, attraverso la progettazione e lโ€™adozione di azioni concrete e coordinate di conservazione.
Tra le sei aree pilota figurano alcuni siti della Sardegna, del Parco Nazionale della Majella, del Parco Regionale di Montemarcello-Magra-Vara, del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, del Parco Nazionale del Pollino e del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Un grande sforzo congiunto, con lโ€™obiettivo di preservare una specie, erroneamente considerata di poca importanza, che invece ci mostra da unโ€™altra prospettiva il carattere aspro e selvaggio dei corsi dโ€™acqua di montagna.

 


BIBLIOGRAFIA

  • Carosi A., Ghetti L., Padula R., Lorenzoni M. Population status and ecology of the Salmo trutta complex in an Italian river basin under multiple anthropogenic pressures. Ecol Evol. 2020; 00:1โ€“14. https://doi.org/10.1002/ece3.6457

Rete Natura 2000 รจ uno strumento dellโ€™Unione Europea per conservare il patrimonio di biodiversitร .

Non tutti sanno che in Umbria, oltre ai parchi regionali (Monte Cucco, Lago Trasimeno, Fiume Nera, Colfiorito, Monte Subasio, Fiume Tevere), al Sistema Territoriale di Interesse Naturalistico Ambientale – S.T.I.N.A. e al Parco Nazionale dei Monti Sibillini condiviso con la Regione Marche, sono presenti ben 102 aree, piรน o meno grandi, appartenenti alla Rete Natura 2000. Ma capiamo un poโ€™ meglio di cosa si tratta. La Rete Natura 2000 รจ uno strumento dellโ€™Unione Europea per conservare il proprio patrimonio di biodiversitร  attraverso la definizione di una rete di aree istituite ai sensi della Direttiva 92/43/CEE Habitatย per garantire il mantenimento a lungo termine degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna minacciati o rari a livello comunitario.

La Rete รจ formata dai Siti di Interesse Comunitario (SIC) che vengono successivamente designati quali Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e comprende anche le Zone di Protezione Speciale (ZPS) istituite ai sensi dellaย Direttiva 2009/147/CE Uccelliย concernente la conservazione degli uccelli selvatici.
La particolaritร  di queste aree รจ che non vanno considerate delle riserve rigidamente protette dove le attivitร  umane sono escluse, ma delle zone dove la protezione della natura deve tenere conto anche delle esigenze economiche, sociali e culturali, nonchรฉ delle particolaritร  regionali e locali.
I siti delle Rete Natura 2000 in Umbria interessano oltre il 15% del territorio, sono diffusi in tutta la regione e vanno a tutelare habitat e specie di particolare interesse naturalistico meritevoli di attenzione a livello comunitario. In questi siti sono presenti 41 tipologie di habitat (elencati nellโ€™Allegato I della Direttiva Habitat) di cui 11 definiti come prioritari in quanto a rischio di scomparsa a livello continentale. Per quanto riguarda flora e fauna, le specie di interesse comunitario, inserite negli Allegati II, IV e V della Direttiva Habitat, sono in totale 91; nello specifico sono presenti 8 specie vegetali (di cui 1 prioritaria) e 83 specie animali (di cui 4 prioritarie) cosรฌ ripartite: 30 mammiferi, 11 rettili, 9 anfibi, 11 pesci e 22 invertebrati. Inoltre, sono presenti 50 uccelli, inclusi nellโ€™Allegato I della Direttiva Uccelli.

 

Salamandrina dagli occhiali settentrionale (Salamandrina perspicillata). Foto Archivio Studio Naturalistico Hyla

 

La Rete Natura 2000 rappresenta un patrimonio che necessita lโ€™attenzione di tutti i cittadini dellโ€™Unione Europea, in quanto anche i siti particolarmente marginali possono beneficiare della politica comunitaria proprio grazie alla presenza di specie di piante, di animali e di habitat di particolare interesse conservazionistico.

 


BIBLIOGRAFIA

  • Gigante D., Goretti E., La Porta G., Lorenzoni M., Maneli F., Pallottini M., Pompei L., Venanzoni R., Carletti S., Funghini E., Montioni F., Petruzzi E., Spilinga C. (2019) Guida ai siti Natura 2000. La biodiversitร . Una rete per conservarla.

Il colle sul quale sorge Vallo di Nera, dominante sulla fertile valle irrigata dal Nera e protetto da monti boscosi, fu abitato sin da tempi remoti.

Chiesa di Santa Maria Assunta, foto di Enrico Mezzasoma

 

Agli inizi del III secolo avanti Cristo, dopo la conquista romana del territorio, lโ€™ukar, lโ€™antica arce umbra, divenne un uicus fortificato a guardia dellโ€™importante via di comunicazione che segue il corso del fiume Nahar, lโ€™attuale Nera: ne รจ la riprova il toponimo vallum, termine che letteralmente indica il fossato difensivo tipico delle antiche fortificazioni. Agli inizi del Duecento lโ€™assetto urbanistico del borgo, chiuso nella cinta turrita, assunse la fisionomia che ancora oggi, in buon parte, conserva e che ha elevato Vallo di Nera al rango di borgo bandiera Arancione.
Tra le imponenti torri medioevali, nei silenzi arcani del colle Flenzano su cui sorge il castello, si cela uno dei santuari piรน suggestivi della Valnerina: la Chiesa di Santa Maria Assunta, di epoca imperiale. La facciata del tempio, sulla quale campeggia un rosone scandito da 12 colonnine, nasconde lโ€™interno articolato in unโ€™unica navata, originariamente coperto con volte a crociera. Sebbene il tempo e gli interventi succedutisi nel corso dei secoli ne abbiano, in parte, mutato la fisionomia, un recente restauro ha restituito agli affreschi il loro antico splendore. I committenti, i cui nomi accompagnano le pitture, sovrapponevano nuovi dipinti ai precedenti documentando lโ€™intensitร  e la persistenza dโ€™una devozione iniziata con le prime communitates cristiane insediatesi sul territorio. Preghiere plasmate in figure, invocazioni solidificate nelle terre delle tempere che chiedono a Dio, mediante i santi intercessori, la salute per il corpo โ€“ a fulgore et tempestate, a peste fame et bello, libera nos Domine โ€“ e implorano la salvezza per lโ€™anima โ€“ e salutare tuum da nobis.

 

dipinto_chiesa Valnerina

Martirio di Santa Lucia

Un tour all’interno

Lโ€™interno della chiesa, partendo dalla parete sinistra della navata, ospita il Martirio di Santa Lucia, attribuito aย Cola di Pietro daย Camerino: la vergine รจ avvinta a due pariglie di buoi per essere trascinata in un postribolo, ma le bestie non riescono a smuoverla. Due aguzzini la tengono ferma per le spalle mentre il carnefice le affonda nella gola una daga. Dietro il magistrato Paschasius, una gamba sullโ€™altra e in contrasto coi corrucciati personaggi che lo circondano, assiste divertito alla scena. A destra dallโ€™altare – risalente agli inizi del Seicento – nel registro inferiore, da un affresco cinquecentesco che raffigura una Madonna del Latte tra San Gregorio Magno e un porporato, sโ€™affacciano due Vergini col Bambino, una delle quali intenta ad allattare. A essa si rivolgevano le madri per implorare lโ€™abbondanza del prezioso nutrimento.

 

Dormitio della Vergine

 

Indugiando ancora sulla destra dellโ€™altare, campeggiano le figure di due martiri: Barbara, protettrice del fuoco celeste, e Caterina dโ€™Alessandria. In prossimitร  del grande arco, nel registro inferiore, una piccola Madonna di scuola riminese sorregge il Figlio teneramente proteso a baciarle il volto. Sullโ€™abside tuonano le figure austere dei Santi Antonio Abate e Cristoforo. Nellโ€™abside, sulla parete di sinistra, in alto, la Dormitio della Vergine, attorniata dai 12 apostoli. Cinque angeli ne cantano le lodi, mentre altri quattro lโ€™elevano al cielo circonfusa di luce. Particolare menzione merita la scena raffigurante la Fuga in Egitto: due angeli guidano Giuseppe che reca in spalla un bastone a cui sono appesi un otre e due pani, Maria cavalca unโ€™asinella e un garzone sprona la bestia. Sullo sfondo, la pianta carica di frutti che, nella leggenda apocrifa volgarizzata da Jacopo da Voragine, abbassรฒ i rami per rifocillare la Vergine.

 

Fuga in Egitto

 

Tornando alla navata, sulla parete di destra, sono affrescati undici santi, tra i quali San Giuliano in vesti militari e Santโ€™Antonio Abate: San Giuliano forte, liberaci da mala morte, da foco ardente e da acqua corrente, cosรฌ recitano ancora nelle campagne i piรน vecchi. Sotto, la lunga processione dei Bianchi, movimento di penitenti sorto nel 1399 allo scopo di proclamare la pace universale e ottenere il perdono dei peccati: qui Mastro Cola di Pietro, nel 1401, li ritrae durante il loro passaggio alla volta di Roma, con i lunghi sai rossocrociati, intenti a scambiarsi il bacio della Pace, a cantare le lodi della Vergine o a implorare misericordia davanti al Crocifisso. Poco distante Santโ€™Antonio, protettore degli animali, con la campana il cui suono scacciava il demonio, il bordone e il lungo mantello segnato dal tau protettore; Gregorio Magno, coronato col triregnum, mostra un dipinto con i Santi Pietro e Paolo. Proseguendo, unโ€™austera Madonna in trono, della metร  del Quattrocento, porta sulle ginocchia il Bambino con un passerotto, allusivo al racconto apocrifo che narra come il piccolo Gesรน si divertisse a plasmare con la creta uccellini e a vederli volar via dopo aver infuso in essi la vita.

 

Processione dei Bianchi

 

A fianco, le immagini di S. Chiara e S. Maria Egiziaca, coperta dai prolissi capelli: specchio di purezza, la prima; meretrice, poi eremita nel deserto, la seconda. Col capo nimbato da unโ€™aureola, identica a quella di Chiara, lโ€™ex prostituta testimonia la potenza catartica del pentimento e la vastitร  della misericordia divina. Nel registro piรน basso, la Trinitร  reca un libro su cui รจ scritto: Pater e Filius et Spiritus Sanctus et tres unum sunt. Due modi per enunciare il dogma trinitario dei quali il primo, dedicato a quelli che non sapevano leggere, nella sua rustica formulazione risulta non meno efficace.

 

Santa Chiara e Santa Maria Egiziaca

ยซDallโ€™alto si contemplano paesaggi come patinati, conche di un verde argenteo, colline che scendono lentamente a valle recando torri, campanili, basiliche, monasteri. Tramonti limpidi, di un rosso privo di eccesso, sfumano sulle rocche e sugli oliveti, tra suoni di campane e rondini. Lโ€™aria leggera dร  un senso di euforia fisica. Umbria, cuore verde dโ€™Italiaยป.
(Guido Piovene)

Cinque segreti da scoprire, cinque idee di viaggio per un weekend alla scoperta della Valnerina.

 

Vallo di Nera

Vallo di Nera

Una lunga storia umana e naturale, che sopravvive da secoli in un delicato equilibrio, ha modellato un territorio dal fascino medioevale:ย Vallo di Nera,ย un antico castello fondato nel 1217. Se da un lato il fiume Nera, che scorre tra ripidi versanti coperti di boschi, ha creato uno degli angoli piรน belli dโ€™Italia; dallโ€™altro lโ€™uomo, con le sue esigenze di sopravvivenza e difesa, ha arricchito questo angolo diย Valnerinaย creando uno dei piรน limpidi esempi di borgo umbro. Non a caso,ย Vallo di Neraย รจ riconosciuto come uno deiย Borghi piรน Belli dโ€™Italia. Dal castello si sviluppa una fitta rete di sentieri a quote diverse da percorrere a piedi, in bicicletta o a cavallo. Un luogo in cui il tempo sembra essersi fermato, un castello che custodisce al suo interno percorsi gastronomici dai sapori antichi,ย fra tutti il formaggio, principe della tavola locale.

 

Abbazia dei Santi Felice e Mauro

Abbazia dei Santi Felice e Mauro

Lโ€™Abbazia dei Santi Felice e Mauro, sfiorata dallo scorrere armonioso del fiume Nera, narraย le epiche gesta dei due monaci sirianiย a cui รจ consacrata. Lโ€™Abbazia, mirabile esempio di architettura romanica umbra, sorge in un luogo intriso di fascino: secondo la tradizione, la Valle del Nera che oggi appare come un dipinto di borghi medioevali e antichi vigneti, in antichitร  era una selva paludosa, dimora di unโ€™oscura creatura:ย un drago. La leggenda narra che i due monaci siriani, il cui coraggio รจ narrato dal fregio finemente scolpito che sorregge il rosone, uccisero il drago ed evangelizzarono laย Valle del Nera.ย Gli affreschi del 1100, la facciata meravigliosamente scolpita, la grotta in cui si credeva abitasse il drago e la natura rigogliosa in cui รจ immersa fanno dellโ€™Abbazia dei Santi Felice e Mauroย uno dei gioielli piรน preziosiย dellaย Valnerina.

 

Eremo della Madonna della Stella

Eremo della Madonna della Stella

Lโ€™Eremo della Madonna della Stella,scolpito nella rocciaย  dalla sapiente mano di monaci benedettini, รจ uno dei luoghi piรน suggestivi della verde Umbria. Era il VII secolo quando i primi eremi si insediarono in questo angolo diย Valnerina.ย Tra i silenzi del vento e della natura, in un luogo in cui non si vedono altro che due palmi di cielo, al canto della preghiera si unรฌ quello dellโ€™arte:ย lโ€™Eremo, infatti,ย prende il nome da una suggestiva opera dโ€™arte che raffigura la Madonna vestita di stelle, rinvenuta casualmente in un dirupo. A incorniciare il sentiero che porta fino allโ€™Eremo della Madonna della Stella, un limpido ruscello che nasce sui versanti orientali dellaย Valnerina, formando una piccola cascata a poca distanza dal Santuario.

 

Altipiano di Castelluccio

Lโ€™altipiano di Castelluccio

Il ยซluogo piรน simile al Tibet che esista in Europaยป, cosรฌ un celebre viaggiatore definรฌย lโ€™altopiano di Castelluccio,ย una terra antica dai colori pastelloย custodita allโ€™ombra deiย Monti Sibillini. Un angolo di Umbria dai mille volti:ย regno della naturaย eย terra di antiche leggende, di fate dai piedi di capra e di mistici oracoli, fra tutti la Sibilla, che dร  il nome alla catena montuosa che oggi รจย Parco Nazionale. Tra le mille esperienze che si possono fare sullโ€™altopiano di Castelluccioย ce nโ€™รจ una che non delude mai:ย unโ€™escursione a piedi o a cavalloย tra i mille sentieri che costituiscono il cuore del luogo, uno scivolare quasi involontario tra le braccia di Madre Natura. E poi sapori inconfondibili che sembravano perduti, ma che provengono dal cuore di una terra generosa:ย dalla lenticchia ai cerealiย questo รจ un angolo di paradiso che parla una lingua comune, quella della tradizione.

 

Lo zafferano

Lo zafferano

Lโ€™arcano mistero che avvolge lโ€™etimologia della parola Crocus Sativus, denominazione scientifica con cui viene comunemente indicato lo zafferano, si perde nella leggenda di Croco, che si innamorรฒ mortalmente della ninfa Smilaceย per poi essere tramutato in un biondo fiore di zafferano. La coltivazione delloย zafferano, elemento identitario della storia e dei costumi umbri, attinge alle esperienze di un passato importante inteso come patrimonio prezioso dal quale trarre ispirazione.ย Un lavoro in cui lโ€™elemento umano รจ esclusivo:ย dalla preparazione delย terreno alla scelta dei bulbi, passando per il momento della sfioratura fino al confezionamento del prodotto finale.

Nel cuore verde dellโ€™Umbria, allโ€™ombra di monumentali abbazie, tra gli echi del Medioevo e della storia, avvolto negli aromi di unโ€™antica tradizione gastronomica, รจ custodito un territorio selvaggio, un angolo di Appennino in cui il tuono del fiume Nera rimbomba fragoroso, infrangendosi tra le rocce e facendo sobbalzare il cuore per lโ€™adrenalina.

Stiamo parlando della Valnerina, un coriandolo di Umbria decantato in tutto il mondo come Terra dei Santi, ma che si presta in maniera eccellente alla voglia di avventura e divertimento di tutta la famiglia. Tra cascate, falesie e sentieri si dipanano numerose attivitร  outdoor attraverso le quali scoprire il fascino di una natura selvaggia che si specchia nellโ€™acqua limpida di un fiume indomito, il Nera, nome che nella sua forma piรน antica significa proprio โ€œforteโ€.

 

Fare rafting รจ sempre suggestivo; farlo in Umbria, lo รจ ancora di piรน!

Discese adrenaliniche tra i flutti: il rafting e lโ€™hydrospeed

Il piรน celebre degli sport acquatici che permettono di solcare il Nera รจ senza dubbio il rafting, un modo particolarmente dinamico e avventuroso per percorrere tratti di fiume a bordo di colorati gommoni. Uno sport da vivere, che riscuote notevole successo tra i piรน giovani. Tanti gli itinerari da scegliere: da quelli piรน adrenalinici che costeggiano le acque della Cascata delle Marmore – dove il corso del fiume รจ piรน spumeggiante – a quelli piรน tranquilli e adatti anche ai piรน piccoli, ma che comunque riservano forti emozioni. Particolare menzione merita lโ€™hydrospeed, una discesa fluviale aggrappati a una sorta di salvagente nei punti in cui lโ€™acqua scorre piรน veloce e le rapide sono piรน selvagge. Una soluzione piรน rapida ed emozionante per chi vuole essere protagonista sul fiume. Unโ€™avventura da condividere con un compagno di viaggio alquanto insolito: il Nera. La forza della natura, lo spirito dโ€™avventura, lโ€™adrenalina che sale in un vortice di emozioni che ti faranno tornare a casa cambiato da questa nuova esperienza.

Balconi di roccia: lโ€™arrampicata sportiva

Roccia, acqua, terra: sono i tre elementi che in questo angolo di Umbria si fondono insieme plasmando le forme, il paesaggio e la natura che sono protagonisti di questa terra. Una montagna dal paesaggio unico e irripetibile, che dalla Falesia di Ferentillo offre scorci di luminosa bellezza. Un paesaggio plasmato dallโ€™uomo, che ha saputo conservare la natura autentica di questo luogo, offre quanto di piรน suggestivo un free climber possa desiderare. Guardare la parete che sale, seguirne le linee, le sporgenze per poi sentire la roccia sotto le mani. Lโ€™arrampicata รจ il contatto con la montagna, unโ€™impresa non piรน riservata a pochi atleti, ma che gode di sempre maggiore popolaritร , per il desiderio di sfidare le proprie forze, per poter osservare le altitudini da un balcone di roccia che regala unโ€™esperienza naturale totalizzante.

 

Lโ€™arrampicata sportiva รจ uno stile di arrampicata che si basa su ancoraggi permanenti fissi alla roccia come protezione/sicurezza.

In mountain bike alla scoperta della vecchia ferrovia Spoleto-Norcia

La Valnerina รจ una terra forgiata da Madre Natura per essere scoperta pedalando. In questo angolo di Umbria, tra lโ€™azzurro limpido del Nera e la skyline di borghi e torri medievali, si sviluppa un percorso pedonale e ciclabile che si estende, per oltre 30 km, lungo la vecchia ferrovia che un tempo collegava Spoleto a Norcia. Una greenway nel cuore piรน selvaggio dellโ€™Umbria che percorre luoghi in cui contrasti paesaggistici e culturali mantengono viva la tradizione e accompagnano i bikers in un itinerario dai mille volti. Tante le occasioni per vivere incontri interessanti: รจ abbastanza facile, infatti, scorgere numerose specie di rapaci diurni che si librano in volo dalle maestose pieghe rocciose che incorniciano il percorso. I piรน comuni sono il gheppio e la poiana, o addirittura una coppia di aquile reali che ha il suo nido in una delle gole attraversate dalla vecchia ferrovia. Mentre gli appassionati di rafting scivolano sulle acque del Nera, chi fa trekking o pedala puรฒ anche esplorare una vecchia galleria stradale abbandonata. Buio, pipistrelli, spifferi gelati e cigolii sinistri garantiscono 5 minuti da brivido.

 

La strada ferrata su cui si articola lโ€™Ex Ferrovia Spoleto-Norcia era un capolavoro assoluto di ingegneria ferroviaria

A spasso tra cielo e terra: trekking in Valnerina

Un angolo di Umbria, la Valnerina – conosciuto per una sacralitร  antica come le leggende che la popolano e dove i santi e gli anacoreti umbri hanno trascorso ore di preghiera e meditazione – รจ la scenografia ideale per chi, con gli scarponcini ai piedi, ricerca unโ€™esperienza slow, allโ€™insegna della natura e dello sport. Dal Parco Nazionale dei Monti Sibillini alla Cascata delle Marmore, ogni sentiero conduce a borghi che custodiscono importanti testimonianze architettoniche o a punti panoramici che regalano scorci indimenticabili. Trekking in Valnerina significa scoprire e riscoprire antiche strade e angoli dimenticati, camminare sulla linea di confine tra cielo e terra, sulle tracce di una volpe o di uno dei cavalieri del passato. Stacca la spina del quotidiano e concediti uno spazio per vivere fuori dal tempo, per essere padrone dei tuoi passi e nutrirti a piene mani di sensazioni irrinunciabili.

 

Trekking in Valnerina

Tra realtร  e incantesimo: deltaplano e paracadutismo

Lโ€™idea di volare, il desiderio di imitare gli uccelli, ha sempre destato nellโ€™uomo sensazioni straordinarie, dal mito di Icaro al genio di Leonardo da Vinci, fino allโ€™invenzione dei fratelli Wright. Tuttavia, seduti in comode poltrone reclinabili, non proviamo certo la sensazione di essere noi, con il movimento del nostro corpo, a consentire di librarci in aria. Sensazioni invece che colpiscono piacevolmente gli appassionati delย parapendio e del deltaplano. Pochi passi e viaโ€ฆ Un lungo respiro e lโ€™aria sembra avere improvvisamente un profumo mai sentito prima. Una volta in volo, il silenzio รจ quasi surreale. Lโ€™unico rumore che si avverte รจ quello del vento tra le corde della vela. I sensi si colorano di emozioni mai vissute prime. Esaurita la potente carica emotiva dei primi secondi, si inizia a prendere confidenza con questa nuova prospettiva: รจ il momento di godersi la vista riservata agli uccelli e ai pochi fortunati che hanno nel sangue questa passione. Giรน in basso, con la luce di taglio di uno splendido tramonto, il verde dei boschi e della campagna si accende in tutte le sue sfumature, e la linea dellโ€™orizzonte si fa piรน marcata. Unโ€™esperienza da vivere, a metร  strada tra realtร  e incantesimo.

 

ยซElla sโ€™avanza

Come unโ€™eternitร  per ingoiare

Tutto che incontra, di spavento lโ€™occhio

Beando, impareggiabil cateratta

Orribilmente bella.

Onde questo frastuono? รˆ del Velino

Che precipita a piombo ne lโ€™abisso

De lโ€™alpestre ciglion de la montagna

Enorme cateratta e del baleno

Rapida al pariโ€ฆ

Al ciel la spuma

Sโ€™alza e giรน cade in perpetua pioggia

Nube inesausta e dolce rugiada

Che germina intorno un sempre verde

Maggio, un tappeto di smeraldiยป.

Cosรฌ scriveva Lord Byron nel 1816 quando, allโ€™etร  di 28 anni, visitรฒ lโ€™Umbria e le Cascate delle Marmore. Una leggenda del Seicento narra che il pastorello Velino, assorto dopo le fatiche della caccia, affacciandosi su quelle balse da cui lโ€™acqua tuona fragorosa a valle, restรฒ incantato dalla Nerina che tesseva i suoi biondi capelli al sole di primavera. La giovane ancella non rispose ai richiami del pastorello che, tormentato dal rifiuto dellโ€™amata, ricorse a Cupido affinchรฉ le frecce della sua faretra facessero breccia nel cuore della fanciulla. Il dio, per vendicare il rifiuto al pastore Velino, fece precipitare Nerina nei vortici dello fiume che da costei prese il nome. Fu allora che dal cielo discese Venere, curando Nerina dalle ferite della caduta e trasformandola in Ninfa. Dilaniato dal dolore, le sofferte lacrimeย del fanciullo fecero traboccare il Lago di Pilato dalle balse rocciose oltre le quali lo sguardo del pastorello incrociรฒ, per la prima volta, quello della fanciulla. Solamente allora ย i cuori dei due innamorati aprirono una breccia nel muro del tempo consacrando allโ€™eternitร  quella che oggi รจ la perla piรน preziosa della Valnerina: la Cascata delle Marmore.

 

Cascate delle Marmore

Nessun poeta o pittore vide mai cosa piรน bella, M.Alinda Bonacci Brunamonti (1841 โ€“ 1903)

Ed รจ qui che il viaggiatore deve mostrare un grande talento, quello di saper guardare oltre la semplice bellezza della natura, abbandonandosi anima e corpo al pathos creativo delle acque umbre, un arcobaleno fra valli selvagge che evocano, tra i lividi bagliori dellโ€™alba, lโ€™ancestrale identitร  delle terre appenniniche. Un paesaggio, quello dellaย  Cascata delle Marmore, che รจ intreccio inestricabile di cultura, di emozioni e di sapere, una bussola a cui il viaggiatore affida il timone della sua anima affinchรฉ lo sollevi dalla sete del viaggio riconducendolo a suggestioni primitive e segrete. Per oltre due millenni, tra i bagliori di un cielo che muore per poi risorgere dalle ceneri della notte il Nera, di cui la natura ha lacerato la memoria trasformandone rocce e riflessi in primordiali sculture totemiche, ha accentuato col suo scorrere impetuoso la profonditร  degli strati calcarei mentre il Velino, nel flebile volteggiare della corrente che trascina a valle, cresceva nel suo alveo innalzandoย  mura di calcare e detriti che impedivano alle acque di compiere il cammino che il Creato aveva tracciato per loro.
Era il 272 A.C. quando lโ€™imperium del console romano Curio Dentato ordinรฒ la realizzazione di un canale per far defluire le acque stagnanti in direzione del salto naturale di Marmore: da lรฌ, le lโ€™acque, dopo un tuffo di 165 metri, si gettavano nel sacro Nera, gregario dellโ€™antico Tevere.

 

Cascate delle Marmore

I cui rami sempre verdi e pieni di ghiande si intrecciavano sul serpeggiante sentiero, Percy Bysshe Shelley (1792 โ€“ 1822)

ยซEcco fumano le aree sullโ€™alto ciglione, lโ€™ร ugure solleva al cielo le braccia cercando benefici auspici; le trombe squillano vigorosamente mentre lโ€™ultima diga รจ abbattuta; la massa dโ€™acqua, salutata da un formidabile grido di ammirazione precipita bianca e spumosa nel baratro, e a spire e vortici, mugghiando raggiunge la lenta ondaย del Nera, mentre sopra questo inferno di acque appare lโ€™arco dellโ€™irideยป.

A queste parole il gesuita e storico Luigi Lanzi affida il compito di preservare la polvere di una storia arcaica, che si rinnova ogni giorno nel labirinto del tempo e della memoria per poi celarsi nuovamente dietro il velo della leggenda. Acqua e roccia, campanili dโ€™acqua e altari di pietra dai volumi in libertร  che si espandono fino a sfiorare un confine sapientemente tracciato che li arresta, per poi ricondursi lโ€™un lโ€™altro nei segreti della rupe da cui si irradiano nellโ€™universo. Una cascata che si manifesta come sortilegio, un luogo in cui le pulsazioni della natura scandiscono il ritmo dellโ€™acqua e delle vicende umane, oltrepassando lโ€™armonia della terraย su cui precipita.

 

Henry James, visitando lโ€™Umbria, scriveva: ยซLa sua [del visitatore] prima cura sarร  di non aver fretta nel camminare dappertutto molto lentamente e senza meta conservando tutto quel che i suoi occhi incontrerannoยป.

Un pugno di parole quello che ha ispirato questo itinerario tra i sapori e gli aromi della Valnerina, tasselli di un mosaico antico, quello della tradizione umbra, che vuole raccontare la sua storia. Un viaggio per riappropiarsi del proprio tempo, nel cuore di unโ€™Umbria che non conosce fast food. Ci sono passato, presente e futuro racchiusi nei sapori della Valnerina, terra in cui gli antichi Romani prima e i Longobardi poi hanno innalzato torri e santuari e dove, per secoli, la vita laica e quella religiosa hanno dipinto tele di borghi e cittร  medioevali. ย Sapori e tradizioni autentiche che riprendono vita in un gioco di valli e altopiani, luoghi in cui รจ custodito il genio dellโ€™uomo; luoghi in cui tradizione, sapienza e ruralitร  si intrecciano con intense passioni, ispirazione pura e stupefacente grandezza. Percepire tutto lo stupore del viaggiatore racchiuso in un solo luogo, sentirsi avvolgere dalle meraviglie del Creato in un solo sguardo, scoprire il mistero dellโ€™ispirazione piรน pura, conoscere il desiderio delle genti umbre di riflettere, a tavola, la ricchezza della loro terra: ecco perchรฉ compiere questo viaggio nei sapori della Valnerina.

La trota del Nera

Affidare il percorso dei propri passi ai sussurri del Nera significa aggiungere allโ€™atlante che ispira questo viaggio nellโ€™Umbria sacra pagine di una geografia lontana dal tempo, in cui la genialitร  dellโ€™uomo ha saputo inchinarsi al cospetto del fiume sacro, traย i canti e le preghiere di eremi e santi che, tra le rocce dellโ€™Appennino piรน selvaggio, hanno consegnato allโ€™eternitร  degli altari ceneri di esperienze straordinarie. Uno scorrere primitivo, che da millenni tormentaย il sonno di questi antichi ponti di pietra e che ha modellato, al ritmo che scandisce la contesa tra il sole e la luna,ย un paesaggio superbo, unendo il suo nome a territorio divenuto icona impareggiabile dellโ€™Umbria fluviale. Valnerina, luogo in cui la biodiversitร  resiste ai colpi dโ€™ascia delle catene agroalimentari che seppelliscono nei cimiteri della tradizione storie di lenze pescatori, uomini dai volti consunti dal Nera e della sua brezza, ultimo respiro di un fiume che rivendica la sua libertร . Ed รจ proprio nei silenzi armonici che il fiume trascina a valle che dimora la trota della Valnerina, ambito trofeo di pescatori provenienti da ogni dove.

miele_umbro

Il miele

In Valnerina, il viaggio nelle terre del sapore puรฒ iniziare da uno dei tanti valichi e confini e proseguire secondo un filo logico, o semplicemente lasciare alla casualitร  quale borgo o scorcio toccare di volta in volta, trovando anime diverse e aromi inaspettati. Andare per le aziende produttrici di antichi sapori, quale il miele, permette di incontrare persone, volti e storie. Acquistare direttamente dai produttori, a km zero, non garantisce soltanto la sicurezza della qualitร , ma anche il confronto con chi, dallโ€™amara fatica del quotidiano, ricava quanto di piรน dolce possa offrire la tavola umbra. Significa percorrere un itinerario lungo i sentieri di un paesaggio spesso incontaminato, in un presente che sa rispettare il suo passato, nelle piccole storie e, attraverso esse, nella grande Storia. Una vocazione, quella della terra umbra per questo nobile nettare, tanto prezioso quanto apprezzato, che รจ rifiorita, con rinnovato e vivace entusiasmo, attingendo alla fonte di una tradizione antica, come fosse una visione dalla quale trarre ispirazione. Il miele: essenza di un territorio dal passato antico, eccellenza gastronomica ricca di fascino che piรน di nessunโ€™altra sa esaltare il concetto di una tradizione in cui รจ la qualitร  a prevalere sulla quantitร . Una sfida delicata e appassionante, quella dellโ€™apicoltore, il cui lavoro diventa attenta e costante premura e dove le mani si fanno lievi, quasi impalpabili.

legumi tipici umbri

La lenticchia IGP di Castelluccio

Se esistesse una notte degliย Oscarย gastronomica, sul red carpet del gusto e della tradizione le eccellenze umbre si aggiudicherebbero piรน di una nomination: dallโ€™aroma piรน intenso alla piรน antica ricetta non protagonista, fino ai migliori effetti speciali. Ma se cโ€™รจ unaย nominationย che di certo non puรฒ mancare รจ quella per la scenografia:ย Castelluccio di Norcia, palcoscenico in cui a esibirsi sono sapori arcaici, dal fascino straordinariamente attuale. La ricerca delle genuinitร , come nel caso della lenticchia DOP, puรฒ essere condotta solamente percorrendo lo stesso set in cui รจ la regia della tradizione umbra a girare le riprese: un sipario che si apre sul cuore verde dโ€™Italia, in cui la sapienza e la creativitร  delle genti umbre hanno saputo mettere in scena il migliore tra i copioni.
Castelluccio di Norcia, una terra povera dai prodotti sani, sarebbe forse questo il titolo di coda migliore con cui chiudere questo cortometraggio nellโ€™Umbria della genuinitร . Nel casting della tradizione il ruolo di protagonista spetta proprio alla celebre lenticchia, leguminosa che nel freddo dellโ€™inverno appenninico riesce a custodire una qualitร  ineguagliabile. Un alimento orgogliosamente made in Valnerinaย che, nella timidezza di un seme straordinariamente piccolo, nasconde un sapore infinitamente grande. Tenacia, creativitร  e sapienza hanno scritto la sceneggiatura di una terra che resiste: tenacia e sapienza perchรฉ, nonostante un territorio selvaggio per condizioni climatiche, hanno saputo conservare incorrotte le attivitร  agricole tradizionali; la creativitร  perchรฉ ha dato un tocco di genialitร  alla reinterpretazione culinaria di questi sapori.

Continua…

ยซAnche il piรน lungo dei viaggi inizia con un passoยป, recitava quel polveroso aforisma orientale che sembra esorti lโ€™animo umano a immolarsi oltre la piรน ardua delle salite,ย oltre quelle torri di fumo che segnano il confine tra ciรฒ che la ragione rifugge e il cuore rivendica.

Yin e Yang, entitร  tanto complementari quanto antiteticheย che qui assumono la connotazione di Terra e Cielo, congiunzione ancestrale di quellโ€™ordine cosmico che qui si manifestaย in idilli di valli soggiogate da rocche e castelli, fortificazioni dellโ€™animo e della mente.

 

Foto by I luoghi del silenzio

La valle dei viandanti

Non a caso il nostro viaggio inizia proprio da una valle, quella di Narco, e dal suo fiume che qui si rivela metafora di un percorso interiore dallโ€™incedere ciclico capace di restituire allโ€™animo umanoย i gradi di marinaio e naufrago. E allora sorge spontaneo pensare a quellโ€™uomo senza volto, a quellโ€™eroe romantico simboleggiato dal dipinto di Friedrich[1]. Un viandante che porta nel suo nomeย lโ€™idea del percorso, di un peregrinare senza sosta, di una ricerca infinita che si perde nei misteri della vita.
Issata sulla volta del cielo da funi di roccia e granito, laย Val di Narcoย abbraccia il viaggiatore nellโ€™ampio respiro del suo ventre iniziandolo a unโ€™esperienza dai contorni onirici,ย in cui gocce dโ€™acqua e di memoria infinitamente piccole celano ciรฒ che รจ infinitamente grande ed eterno. Acqua che quindi รจ armonia ed equilibrium,ย espressione del creazionismo cosmicoย che si eleva al cielo in localitร ย Santa Anatolia di Narco, dove il Nera bagnaย lโ€™Abbazia dei Santi Felice e Mauro, santuario ancestrale che contende agli spiriti arcani del vento e delle stelle i misteri e i silenzi dellโ€™eterno.

 

Rosone a doppia corolla

Lโ€™abbazia

Consacrata ai due monaci siriani che intorno al V secolo a.C. si insediarono in Val di Narco, lโ€™Abbazia dei Santi Felice e Mauro, vestibolo di ingresso nella contemplazione dello spirito, narra nella polvere acre dei bassorilievi cheย la cingono le vicende dei santi uccisori del drago, nel cui mito si cela la bonifica della valle che le esondazioni del Nera rendevano insalubre. Svestito il saio, quei monaci schivi venuti dalla lontana Siria indossarono le vesti pagane dellโ€™homo faber, trionfo della tecnica e della sapienza umana, sinonimo di una spiritualitร  che qui rifiuta il possesso prometeico della natura perchรฉ rappresentazione di quel motore immobile da cui tutto ha origine e in cui tutto si risolve.
La facciata, ode dagli echi marmorei che celebra la plasticitร  del romanico spoletino, tesse tra i cinerei mormorii del Nera pentagrammi di mosaici e affreschi che consacrano alla gloria degli altari le gesta dei santi uccisori del drago. Ammainato tra i rovi di antichi sentieri campestri fioriti nei giardini perduti della Valnerina, il rosone a doppia corolla narra, nel fregio che lo sorregge, le epiche gesta del santo Felice, elemento ornamentale che qui si rivela allegoria dellโ€™esperienza umana, monito scultoreo dallโ€™effetto bipolare a cui lโ€™artista affida il compito di elevare lo spirito di chi lo contempla per poi ancorarlo al suolo, su quel letto dโ€™arenaria su cui giace la leggenda dei santi sauroctoni, cioรจ uccisori di draghi.

 

Presbiterio, foto di La Valnerina

 


[1] Si veda Viandante su mare di nebbia, Caspar David Friedrich, olio su tela, 1818, Hamburger Kunsthalle Amburgo.โ‡‘

Un tracciato fatto di strade secondarie, sentieri, argini e borghi abbarbicati. Laย Greenway del Neraย รจ tutto questo.

Panorama delle cascate delle Marmore

 

Un percorso ciclopedonale nato nel cuore verde della Valnerina, pensato per far conoscere e per far vivere questi luoghi spesso fin troppo dimenticati. Un anello di 180 chilometri dedicato agli amanti della natura. Non troppo difficile nรฉ faticoso, permette ai viandanti di godersi il paesaggio con il fiume Nera e tutti i suoi emissari, ma anche lโ€™aspetto culturale della zona, grazie agli storici borghi che si attraversano.

Lโ€™idea

La Greenway รจ stata pensata per far conoscere la Valnerina e per far vivere il territorio della comunitร  montana cui appartiene. Ma non รจ tutto qui. รˆ nata, infatti, come una vera e propria emergenza naturalistica, per preservare il paesaggio potendone perรฒ sfruttare lโ€™enorme potenziale, nel rispetto dellโ€™equilibrio ecologico. รˆ cosรฌ divenuto lo strumento di apprendimento diretto della natura e delle sue articolate forme, il luogo in cui poter sperimentare un approccio creativo e coinvolgente per attrarre nuove forme di turismo e di conoscenza del territorio.

I tracciati

Il primo passo per mettere il visitatore in contatto con il territorio รจ stato lโ€™identificazione e la sistemazione di un percorso alternativo, percorribile a piedi, in bicicletta o a cavallo. Il punto di partenza รจ la Cascata delle Marmore, cosรฌ come il punto di arrivo. Un anello totalmente immerso nel verde che permette al turista di entrare in un mondo inesplorato fatto di sentieri verdeggianti e magici borghi. Cosรฌ dal luogo tanto amato da Lord Byron e dagli altri viaggiatori amanti del Grand Tour inizia un lungo percorso formato in parte da strade giร  segnate: gli itinerari benedettini, la via francigena, lโ€™ex ferrovia Spoleto-Norcia.
Dalla Cascata delle Marmore fino al bivio di Preci รจ possibile โ€œcamminare a braccettoโ€ con il Nera. Infatti, la sponda sinistra del fiume รจ interamente percorribile e forma una delle sterrate piรน interessanti del centro Italia. Da qui, chi vuole, puรฒ prendere il percorso montano che vi รจ stato collegato che passando per Preci, Norcia, Cascia, Monteleone di Spoleto, Salto del Cieco, Piediluco, Prati di Stroncone, torna alla Cascata, passando per i Campacci di Marmore (Belvedere superiore).

 

Marmore

Cascata delle Marmore vista dal Penna Rossa

 

Essendo un percorso ad anello, la Greenway puรฒ essere percorsa sia in senso orario, sia in senso antiorario. Per renderla fruibile a tutti, inoltre, รจ stata suddivisa in sedici tratti, anchโ€™essi ad anello, cosicchรฉ sia piรน facile per il viaggiatore tornare al punto di partenza senza dover ripercorrere la stessa strada. Molti di questi tratti lungo il fiume, dalla Cascata fino a Preci, sono prevalentemente pianeggianti, ma quelli montani per il ritorno alla Cascata presentano salite anche molto impegnative che, perรฒ, possono essere evitate scegliendo il percorso alternativo su asfalto, su strade sempre poco trafficate. Ciascuno di questi ha una lunghezza che va dai cinque ai ventidue chilometri. Unendo piรน tratti si puรฒ programmare un viaggio a tappe della lunghezza voluta. Ogni tratta, ben indicata dai cartelli, collega centri abitati dotati di servizi. Lungo il percorso inoltre sono segnalati i sentieri che portano alle varie zone naturali protette.

Una gita per tutti

La Greenway รจ un percorso che puรฒ essere davvero esplorato da tutti. In completa sicurezza, perchรฉ dedicato esclusivamente a utenti non motorizzati, garantisce lโ€™accesso a tutti grazie a quella che viene definita circolazione dolce, che consente di godere lentamente del territorio che si sta attraversando per poter osservare da ogni punto di vista i paesaggi circostanti.

 

Fiume Nera

 


Sitografia: http://www.lagreenwaydelnera.it/it

  • 1