Non risultano evidenze storiche o letterarie a sostegno di questa domanda: è difficile stabilirlo, facevano lo stesso lavoro e, per questo motivo, probabilmente si conoscevano anche se non erano proprio coetanei. Ma chi erano Vitellozzo e Naso di Patata e di cosa si occupavano?
Vitellozzo e Naso di Patata
Il suono di questi due nomi, non c’è dubbio, suona un po’ irreverente e sembra rimandare a protagonisti immaginari di qualche fumetto o cartone animato. Si potrebbe pure pensare a due personaggi dei Muppet Show o addirittura a due avventori di locali non proprio alla moda. Ma non è così, è qualcosa di molto più serio! È una storia, o meglio un insieme di vicende che vede artefici, anche del proprio destino, due condottieri umbri: Vitellozzo Vitelli di Città di Castello e Bartolino da Terni detto Naso di Patata.
La figura del condottiero
La figura del condottiero, dalla caduta dell’Impero romano d’Occidente nel 476 fino agli albori dell’anno 1000, divenne spesso simbolo di leggende e racconti popolari. Infatti questa nuova figura si trasformò nel cavaliere errante alla continua ricerca di nemici da sconfiggere e belle donne da proteggere. I suoi valori erano l’onestà , il coraggio, la forza e la fedeltà presso il proprio signore. Due esempi, tra storia e leggenda, di questo periodo furono Rolando e Artù.
Le compagnie di ventura
A partire dal XIV secolo, complici i rivolgimenti e i tumulti dell’epoca, si assiste negli stati italiani alla formazione di scuole militari. Tali scuole vengono definite compagnie di ventura, ognuna di loro ha a capo un capitano di ventura e i soldati che ne facevano parte erano per la maggior parte mercenari. La compagnia era guidata da un condottiero, comunque sottoposto al capitano di ventura. Il termine condottiero prende il nome dalla condotta cioè dal contratto che veniva stipulato con un governo. Un mercenario a tutti gli effetti con tanto di contratto. Non di rado il condottiero era sia letteralmente sia praticamente il capitano di ventura.
Condottieri famosi
Tra i più noti condottieri e capitani di ventura scevri da qualsiasi aspetto leggendario si ricordano Farinata degli Uberti, Uguccione della Faggiola, Giovanni Acuto il cui vero nome era John Hawkwood essendo inglese, Jacopo Dal Verme, Braccio da Montone, Cesare Borgia, il Gattamelata, Malatesta Baglioni. Molti di questi sono umbri.
Vitellozzo Vitelli
Vitellozzo Vitelli nacque a Città di Castello nel 1458. È stato un cavaliere di ventura, condottiero e politico. Ha vissuto in un periodo storico particolarmente complesso ed è rimasto, forse anche per questo, tra i più conosciuti e valorosi combattenti del suo tempo. A 36 anni, nel 1494, due anni dopo la scoperta dell’America, passa sotto il comando del Re Carlo VIII di Francia dando sfoggio della propria abilità militare. Successivamente passa agli stipendi di Pisa e poi al soldo dei fiorentini proprio contro Pisa; un vero mercenario! Nel 1497 ottiene la signoria su Città di Castello. L’anno successivo abbandonò i campi di battaglia perché ammalato di sifilide ma appena guarito partì da Città di Castello per Milano, dove si mise al servizio di Cesare Borgia. Nel 1500 lo troviamo a fianco di Giampaolo Baglioni per riprendere il dominio su Perugia e nel 1501 si reca nel regno di Napoli con i francesi contro gli aragonesi. Vitellozzo continua a vagare e combattere per molte città del centro Italia e ottiene nel 1502 la nomina di conte di Montone. Preoccupato per la crescente ambizione di Cesare Borgia, cerca di distaccarsene ideando una congiura, ma invitato, il 31 dicembre 1502, dallo stesso Cesare ad un banchetto di riconciliazione, verrà strangolato da Michelotto Corella. Vitellozzo, prima di morire, invoca il perdono del Papa, Alessandro VI, per le sue azioni.
La strage di Senigallia
Questo assassinio, che vide coinvolti anche altri personaggi, è uno dei tanti e famosi fatti di sangue che hanno costellato il Cinquecento in Italia ed è conosciuto come la strage di Senigallia. La strage fu ordita da Cesare Borgia, detto il duca Valentino, ai danni di quattro uomini d’arme già suoi alleati: Oliverotto Signore di Fermo, Vitellozzo Vitelli, Paolo e Francesco Orsini. Vitellozzo e Oliverotto furono tra gli ideatori di una congiura ai danni del Borgia, desideroso di ampliare i suoi territori. Dopo aver trucidato alcuni funzionari del Valentino e fomentato ribellioni nel Ducato di Urbino, i congiurati accettarono l’invito per un incontro di riappacificazione dal celebre uomo politico con cui si incontrarono a Senigallia il 31 dicembre del 1502. Qui questi furono imprigionati dopo aver ricevuto dal Borgia un bacio in segno di riconciliazione e venuta la notte vennero uccisi da un sicario. Successivamente anche altri congiurati furono uccisi su iniziativa dello stesso Cesare Borgia.
Bartolino da Terni – Naso di Patata
Quando Vitellozzo morì a 45 anni, Bartolino da Terni, detto Naso di Patata, aveva 72 anni e si trovava a Cremona dove era stato nominato custode della Rocca. Bartolino da Terni-Naso di Patata fu un condottiero sulla cui persona si hanno poche notizie. Fu devoto alla Repubblica di Venezia che dominava Crema, città che riuscì a difendere da bande provenienti da Milano all’epoca in mano agli spagnoli e ai francesi. Nel giugno del 1484 i milanesi misero sotto assedio Crema, ma Naso di Patata riuscì a liberarla dall’accerchiamento e salvarla. La stessa Bergamo fu difesa con forza, fierezza e orgoglio da Naso di Patata, il ternano pluripremiato per lealtà e coraggio nelle sue vincenti dinamiche belligeranti. Divenne il simbolo di due terre lontane, Terni e Bergamo, ma amiche ancora oggi all’interno del mondo calcistico.
La sua dedizione alla Repubblica di Venezia non fu solo di carattere militare, si distinse anche in fatto di donazioni come quando elargì 3.000 ducati al mercenario Renzo de Ceri al servizio della Serenissima. Si occupò anche di amministrazione quando fu incaricato di ripristinare le decorazioni e i simboli della repubblica veneta che i francesi avevano distrutto.
Alla sua morte, avvenuta il 1° luglio 1518, l’artista Lorenzo Bregno fu incaricato di realizzare un monumento funebre che risulterà il più importante esempio di scultura rinascimentale in marmo presente nel territorio cremasco.
Lo scultore realizzò il volto del condottiero esattamente come gli fu descritto, con un grosso, abbondante e prominente naso a modo di patata. Pochissime sono le conoscenze della sua vita privata e anche per questo non sappiamo se Vitellozzo e Naso di Patata si conoscessero o se fossero amici. Di sicuro, una volta incontrati, considerate le loro forti e taglienti personalità , si sarebbero derisi a vicenda con un semplice dialogo: «Vitellozzo ti vedo un po’ appesantito!», «Appesantito sarà il tuo naso, caro Bertolino».
Conclusioni
Spesso si parla dell’Umbria attraverso la storia dei suoi santi (San Francesco, Santa Chiara, Santa Rita da Cascia, San Benedetto da Norcia, San Valentino da Terni) per colmare un bisogno di spiritualità . Culla del monachesimo benedettino e del movimento francescano l’Umbria si è meritata l’appellativo di Terra di Santi.
Ma l’Umbria è anche stata terra di condottieri le cui gesta vengono ancora oggi ricordate con rievocazioni storiche, musei, volumi e pubblicazioni. I condottieri che hanno fatto grande la nostra regione sono molti e Vitellozzo Vitelli con Bartolino da Terni Naso di Patata sono un esempio splendente di questo nobile lavoro di altri tempi.
Domenico Arcangeli
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