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Lโ€™areale sottendente il lago Trasimeno e le adiacenti Chiane, รจ ricco di eccellenze enogastronomiche e rappresenta un serbatoio prezioso per una serie di prodotti agroalimentari tipici e unici, che caratterizzano e fanno conoscere questi luoghi a molte latitudini del mondo e sono amati da chi ha avuto la possibilitร  di apprezzarli. Mi riferisco a tutti quei prodotti che tipicizzano questo meraviglioso territorio, quali il pesce lacustre, i vini, gli oli, le carni, i cereali, i legumi, gli ortaggi che hanno dato vita a piatti tipici, riconoscibili, caratterizzanti e ambasciatori mondiali indiscutibili di bontร  e gusto.

Partendo da questi presupposti, con Livia Polegri, lโ€™agronoma del Parco 3A-PTA della Regione Umbria, abbiamo voluto raccontare su queste pagine la ricchezza genetica agroalimentare del comprensorio lacustre che parte dai tempi lontani, in luoghi giร  antropizzati fin dal Paleolitico, per poi transitare dagli Etruschi e antichi Romani.
Il Trasimeno e la Valdichiana hanno rappresentato un serbatoio alimentare prezioso, variegato e ambito, che nei secoli hanno visto queste terre di confine sotto le costanti mire di possesso e gestione dei poteri politici, amministrativi e militari, anche con lotte e scontri per la supremazia territoriale. Prodotti alimentari dimenticati, sottovalutati e poi ritrovati ce ne sono una miriade e il lavoro di ricerca e di valorizzazione รจ partito qualche tempo fa.
I semi conservati dentro vecchi barattoli, abitudini mantenute da generazioni e la semina nella terra natia hanno contrastato la coltivazione di alcune specie ormai abbandonate anche a seguito dellโ€™esodo dalle campagne del secolo scorso. In seguito, queste ricchezze genetiche sono state di nuovo individuate, recuperate e poste a disposizione della comunitร . I presupposti sono corretti, ma la conoscenza della disponibilitร  di alcune di queste varietร  non รจ nota ai piรน; quindi vorremmo approfittare di queste pagine affinchรฉ i semi tipici restino in zona, disponibili sul territorio per la sua gente.
Comunque in modo spontaneo e quasi inconsapevole, sono state conservate dagli orticoltori del Trasimeno molte varietร  autoctone di fagioli, pomodori, meloni, cocomeri, zucche, cetrioli, cipolle, aglione, sorgo, cavoli, broccoli, broccoletti, rapi, olivo, vite, oltre a specie ittiche come il luccio del Trasimeno, da poco iscritto al Registro regionale delle Risorse Genetiche Autoctone. Alcune di queste varietร  hanno rischiato di andare perdute per sempre.

 

legumi tipici umbriLa Fagiolina del Trasimeno

Iniziamo questa carrellata con la Fagiolina del Trasimeno, un legume antichissimo conosciuto dagli antichi Greci, citato da Plinio il Vecchio e poi da Alberto Magno, che lo descrive con semi dai molti colori e con il caratteristico occhio. La prima testimonianza scritta della coltivazione della Fagiolina del Trasimeno risale al 1876, sul Giornale Agrario Italiano.
Riviste specializzate, nel secolo scorso, hanno scritto che la Fagiolina del lago, composta da piccoli fagioli biancastri con occhio bruno, รจ di facile cottura e molto saporita. Si tratta di una specie diversa da quella del fagiolo, introdotto in Europa dal Nuovo Mondo nel โ€˜500, e che tra lโ€™altro le ha rubato il suo antico nome phaseolus. La fagiolina viene dallโ€™Africa, ed รจ giunta in Italia probabilmente grazie agli scambi commerciali che si svolgevano nel Mediterraneo in tempi antichi, sicuramente in epoca preromana.
รˆ noto che la Fagiolina del Trasimeno รจ stata da sempre prevalentemente destinata allโ€™autoconsumo, ma nel secolo scorso ha rischiato lโ€™estinzione perchรฉ, a causa della maturazione scalare, doveva esser raccolta manualmente e quindi occorreva, per la raccolta, unโ€™intensa e costante presenza in campo.

La dottoressa Polegri, a proposito della situazione attuale della Fagiolina del Trasimeno, ha dichiarato: ยซOra si coltivano sostanzialmente due tipi, quella tutta bianca e quella di colorazioni miste, mentre prima della riscoperta ogni agricoltore aveva la sua, quindi ci sono accessioni dai semi tutti rossi, o tutti color crema con occhio rosso, o crema con occhio nero, ecc., oppure di due tipi di colorazione (crema con occhio nero e con occhio marrone, oppure grigi con occhio nero e crema con occhio nero, ecc.). La forma bianca senza occhio, rarissima e pressochรฉ assente altrove in Italia, era preferita da alcuni orticoltori, e per il suo aspetto veniva talvolta chiamata risina, ad esempio sul mercato della vicina Perugia. Ma il fortissimo legame che la fagiolina aveva con la cultura locale era indipendente dalla colorazione del seme, ogni famiglia aveva il suo tipo preferito, tanto che a mia conoscenza in Italia non esiste una tale variabilitร  di una stessa specie, per di piรน negletta, in un territorio cosรฌ limitato. Poche altre varietร  locali di questa specie sono conosciute in Italia, sopravvissute in maniera spesso puntiforme e con una o poche colorazioni. Al Trasimeno sono invece state censite dallโ€™Universitร  di Perugia e dal Parco Tecnologico una ventina di accessioni con semi di 12 colorazioni diverse, conservate da anziani orticoltori su tutte le sponde del lago. Questo รจ avvenuto perchรฉ era parte importante della cultura rurale, i mezzadri la coltivavano dopo il grano, per avere un doppio raccolto che sfuggiva al padrone, talvolta arrampicata al mais, di cui ha lo stesso ciclo colturale. Della stessa specie fa parte il fagiolo dal metro, che veniva coltivato per i baccelli lunghissimi, di cui sono state trovate al lago un paio di accessioni. Tradizionalmente si mangiavano anche i baccelli freschi, ma questo รจ un uso che non รจ stato piรน riproposto, forse perchรฉ conviene produrre seme, piรน particolare e piรน facile da commercializzare, perรฒ i ristoranti potrebbero riprenderne l’uso, anche perchรฉ esiste anche una certa diversitร  nei baccelli. Ricordo che le accessioni bianche hanno il baccello tutto verde, mentre quelle con semi scuri avevano (oltre al fiore, viola anzichรฉ bianco) anche il baccello leggermente macchiato di rosso. Lโ€™obiettivo รจ quello di coltivare le biodiversitร  presso la Casa dei Semi del Trasimeno e rendere disponibili le varietร  a chi ne facesse richiestaยป.
I semi vengono utilizzati come i fagioli comuni, lessati o per zuppe e grazie alle loro piccole dimensioni, e non รจ necessario lโ€™ammollo prima della cottura.
In gastronomia la Fagiolina del Trasimeno viene lessata e poi condita con olio EVO oppure, qualche chef in cerca di nuove proposte culinarie, ne accompagna piatti a base di carne o pesce di lago sia come condimento sia come ripieno alle paste. Il modo classico per degustare la Fagiolina prevede, dopo averla lessata in acqua salata per 45 minuti, di servirla come una zuppa insieme a fette bruschettate di pane tipico umbro, con olio EVO e pepe. In alcuni casi si puรฒ accompagnare anche con il pesce di lago in umido, come i filetti di persico reale.

La rivista Medicina e Cure, lโ€™anello tra la medicina e la famiglia umbra, verrร  presentata domenica 31 ottobre ore 11.30 presso bct โ€” Biblioteca Comunale di Terni in occasione di Umbrialibri.

 

Interverranno: Paolo Ceccarelli, Editore; Sonia Bagnetti, Direttore Tecnico di Redazione (Corebook Multimedia & Editoria); Manuel Monti, Dirigente Medico Area critica e Medicina Interna presso Usl Umbria 1; Simone Gioffredi, Audioprotesista, Imprenditore, Titolare InMedica Srl.

Un vero e proprio mondo sommerso quello che รจ stato portato alla luce sabato 23 ottobre 2021 nel corso dello svolgimento del Premio Atlantide, per la prima volta ospitato nellโ€™inconfondibile scenario della Sala dei Notari di Perugia.

Il suo ideatore, il perugino Vittorio Bianchini, ha subito chiarito le finalitร  del progetto, spiegando come la sua professione di ideatore di sistemi di respirazione in ambienti estremi e la sua passione per lโ€™ambiente marino lโ€™abbiamo portato a conoscere una serie di professionisti che, tra scoperte scientifiche, brevetti, record mondiali, intenti divulgativi e autentica passione, hanno contribuito a creare la cosiddetta cultura del mare. Una cultura che poi coincide con quella dellโ€™ambiente.

A introdurre e presentare questa quinta edizione รจ stata Claudia Carrescia, esperta di narrazione e docente. Il Comune di Perugia, che ha patrocinato lโ€™evento, รจ stato rappresentato dallโ€™assessore Cristina Bertinelli, che ha portato i saluti del sindaco Andrea Romizi e dellโ€™amministrazione e ha espresso soddisfazione per la scelta della Sala dei Notari per la cerimonia di premiazione. ยซUna scelta non casualeยป ha ricordato lโ€™assessore ยซperchรฉ proprio in via della Gabbia, a due passi da qui, nel 1966 nacque la prima associazione subacquea dell’Umbria, una delle prime dโ€™Italiaยป.

 

 

Tra gli ospiti autorevoli figura il professor Gerardo Bosco, presidente della Societร  Italiana di Medicina Subacquea e Iperbarica, che ha consegnato il premio a Giampaolo Consoli, capitano di vascello al comando del Gruppo Operativo Subacquei del Raggruppamento Subacquei e Incursori di La Spezia. Consoli, a sua volta, ha conferito un riconoscimento a sorpresa a Vittorio Bianchini.

Premiati anche Massimo Scarpati, inventore della pinna lunga e detentore di diversi premi mondiali per lโ€™attivitร  in apnea e di quasi 10.000 ore dโ€™immersione autonoma ad alto fondale, che ha affascinato la platea con il suono emesso dagli scogli; Paola Catapano, da piรน di 25 anni comunicatrice scientifica al Cern di Ginevra e giornalista scientifica che, nel tempo libero, organizza spedizioni artiche; Pippo Cappellano, giornalista, regista e autore di documentari che, nel corso della sua carriera, ne ha diretti oltre 300, tra cui diverse serie per la Rai sullโ€™esplorazione marina e sullโ€™archeologia subacquea, e Angela Bandini che, nel 1989, ha raggiunto il record mondiale di uomini e donne in apnea profonda assetto variabile di -111 metri, battendo cosรฌ due leggende come Enzo Maiorca e Jacques Mayol.

La stessa Bandini ha poi assegnato il premio alla memoria di Stefano Tete Venturini, protagonista della storia locale riminese, alla moglie Patrizia. Allo stesso modo, รจ stato premiato anche Danilo Amorini, con la consegna fatta alla moglie Valeria da Francesco Pinelli, storico esponente della subacquea perugina che ha ricordato lโ€™amico con cui divenne istruttore nei primi anni Settanta.

 

 

Paolo Ferraro, infine, annunciato come uno dei premiati di questa edizione, ha deciso di cedere il suo premio al compianto padre Luigi Ferraro, Medaglia dโ€™Oro al Valore militare, esecutore di numerose missioni subacquee nel corso della Seconda Guerra Mondiale e uno dei primi studiosi della meccanica della pinna.

Gli ospiti sono stati omaggiati anche dagli sponsor: Cancellotti, Banca Mediolanum, Lorena Antoniazzi e Centro Energia. Sia i premiati che i premianti hanno avuto la possibilitร  di raccontare le proprie incredibili avventure, le scoperte, gli aneddoti piรน divertenti e lo svolgimento del proprio lavoro in mare. In altre parole, hanno raccontato delle storie, che sono il vero patrimonio del Premio perchรฉ โ€“ come Atlantide – debbono essere scovate e portate alla luce.

Il prevertice della FAO, tenutosi a Roma a fine luglio, era incentrato sul problema della fame nel mondo. Un problema grande come il mondo e con numeri da capogiro: dei 7 miliardi di persone che popolano la terra solo 2 miliardi hanno accesso a cibo e acqua e questi 2 miliardi mangiano come cavallette.

Cosa fare e come fare? In FAO hanno ben chiaro che stiamo attraversando un drammatico cambio climatico che porta con sรฉ siccitร  e devastazione e a ciรฒ si aggiungono le guerre che riducono in polvere quel poco che resta. Il problema viene affrontato guardandolo da varie angolazioni e accettando soluzioni adeguate alle diverse zone del mondo. Ci sono comunque anche piccoli interventi che, se sommati, possono dare un grande beneficio generale. Una di queste soluzioni รจ giร  stata messa in atto da diversi giovani imprenditori autonomi. Il mondo agricolo รจ molto cambiato: la tradizione si conserva ma, al contempo, il nuovo avanza e non รจ eludibile.

 

 

Mentre i vecchi contadini, spesso poco o nulla istruiti, si accontentavano di unโ€™economia di sussistenza, ripetevano gesti millenari ed erano ostili a ogni modifica, i giovani imprenditori si sono laureati, hanno viaggiato, applicano tecniche innovative e ottengono un guadagno adeguato per vivere bene e investire in azienda.
Questi agricoltori moderni lavorano per offrire al mercato un prodotto di miglior qualitร  e a filiera corta. Me lo ha spiegato Francesco Capalbo, un giovane imprenditore agricolo che gestisce Lโ€™orto del miโ€™ nonno: una impresa a conduzione familiare a Montesperello. Ci troviamo in una piccola valle separata dal lago Trasimeno solo da una fila di colline, che la proteggono dai venti impetuosi del lago e dalla grandine, generando un microclima speciale che mitiga e generando la crescita dellโ€™ortofrutta.

 

Francesco Capalbo

 

Francesco Capalbo รจ uno dei 130.000 imprenditori agricoli legati a Confagricoltura che producono, trasformano e vendono in proprio, saltando i mediatori. Non hanno grandi estensioni di terreno e si scontrano con i problemi di stoccaggio e distribuzione, ma il risultato finale รจ un prodotto di elevata qualitร .
Questi agricoltori sono andati allโ€™estero per vedere sul posto le tecniche piรน avanzate di gestione del campo e apprendere tutto quello che puรฒ essere messo in pratica anche da noi in Italia; loro puntano a realizzare un hub con una filiera di produzione, vendita, trasformazione e somministrazione tutta loro.
Nei paesi piรน avanzati si applica giร  da molti anni lโ€™agricoltura di precisione, mediante lโ€™uso di GPS, di droni e di robot. I GPS servono per individuare le zone del campo con una resa migliore e quelle che hanno problemi, cosรฌ che nella semina successiva si possa intervenire e modificare al meglio.
I droni lavorano piรน da vicino e hanno sensori che colgono lo stato di salute della pianta: in questo modo se questa รจ ammalata o attaccata dagli insetti si puรฒ intervenire immediatamente prima che il problema dilaghi. I robot servono per seminare e raccogliere, perรฒ richiedono grandi estensioni di terra e piante modificate apposta per la raccolta meccanica.
Il nostro, per il momento, non รจ un paese tecnicamente avanzato, ma sta procedendo in quella direzione. Lโ€™Italia รจ piccola e non ha estensioni di terreno per competere con Paesi come California, Messico e Canada, dove lโ€™agricoltura di precisione viene applicata con successo. Anche da noi ci si avvale del GPS e dei droni. Per i robot ci vorrร  invece ancora del tempo perchรฉ il loro costo รจ troppo elevato e le superfici sono modeste.
Intanto la raccolta della frutta, meccanica o manuale, non si fa piรน guardando e tastando se il frutto รจ maturo, adesso si raccoglie quando il BRIX (una piccola macchina) rileva la presenza e il giusto grado di zuccheri nel frutto. Un giorno anche qui da noi si lavorerร  con i robot, ciรฒ non significherร  comunque fare una produzione di massa e scadente, ma servirร  a realizzare il grande sogno di ogni agricoltore: quello di togliere allโ€™uomo lโ€™immane fatica di lavorare la terra.
Liberato da una schiavitรน cosรฌ gravosa gli resterร  piรน tempo per seguire con maggiore attenzione il ciclo di produzione per ottenere un prodotto migliore e variato.

Un evento di portata internazionale si svolgerร  sabato, presso la Sala dei Notari

ยซPassione e amore per il mare, unito al rispetto e alla cultura dellโ€™ambienteยป. รˆ la filosofia del Premio Atlantide che verrร  assegnato sabato 23 ottobre a Perugia (ore 11.00 presso la Sala dei Notari).

Giampaolo Consoli

Un premio, che da alcuni anni, vuole portare alla luce e far emergere โ€“ nel vero senso del termine – persone di scienza e di cultura che hanno dedicato la loro vita (e ancora oggi lo fanno) alla scoperta, alla ricerca e alla cura del mare e degli oceani. Far conoscere, attraverso i racconti e le storie dei protagonisti, tutte le bellezze e le diverse forme di vita che popolano le nostre acque, per conoscere e rispettare consapevolmente. Lโ€™esperienza piรน che trentennale degli organizzatori rende lโ€™evento di portata internazionale e puรฒ vantare collaborazioni con Universitร , organizzazioni ambientaliste, con lโ€™Agenzia Spaziale Europea e con il mondo dello sport.

Lโ€™appuntamento, che si svolge annualmente in uno scenario speciale, questโ€™anno premierร  autorevoli personaggi come: Giampaolo Consoli, Paolo Ferraro, Paola Catapano, Massimo Scarpati, Angela Bandini e Pippo Cappellano. Interverrร  il prof. Gerardo Bosco, presidente del SIMSI, Societร  Italiana di Medicina Subacquea e Iperbarica.

Gli ospiti

Giampaolo Consoli รจ comandante del gruppo Operativo Subacquei del Raggruppamento Subacquei e incursori di La Spezia con il grado di Capitano di Vascello. Per venti anni รจ stato delegato italiano al gruppo di lavoro permanente della NATO per le attivitร  subacquee, oltre ad aver partecipato a numerosi interventi di soccorso, รจ accompagnatore di subacquei disabili e consulente per le scene di esplosioni subacquee nel cinema.

Paolo Ferraro

Sarร  presente poiย Paolo Ferraro, 75 anni, 50 dei quali dedicati al mondo subacqueo in particolare sul versante dellโ€™industria: รจ infatti stato presidente della Technisub per 25 anni e presidente delle filiali tedesche e spagnole dellโ€™Aqua Lung. Ha fatto parte del Consiglio Direttivo della CMAS ed รจ stato fra i promotori e primo presidente del Gruppo Sub Confinsub Genova, che riuniva le aziende del settore subacqueo aderenti a Confindustria. Insignito del Tridente dโ€™Oro 2011 dellโ€™Accademia Internazionale di Scienze e Tecniche Subacquee ne รจ da quellโ€™anno direttore.

Da piรน di 25 anni comunicatrice scientifica al CERN di Ginevra e giornalista scientifica,ย Paola Catapano รจ stata definita invece: ยซemblema della contemporaneitร  capace di coniugare ad alti livelli il sapere scientifico con lo spirito di avventuraยป. Alterna pubblicazioni a spedizioni nei piรน remoti angoli del globo in condizioni estreme (Artico e Antartico in particolare). Nella sua ultima avventura – lo scorso agosto – รจ stata capoprogetto di Polarquest, una spedizione a vela nellโ€™Artico finalizzata a stimare la quantitร  di legname e plastica presenti nelle acque e a monitorare lโ€™impatto del cambiamento climatico sulla biodiversitร .

Paola Catapano

Il team ha attraversato lโ€™80esimo parallelo Nord e ha mappato per la prima volta via mare e via aria diverse aree di costa e mare a cavallo dellโ€™80ยฐparallelo, testimoniando lo stato dellโ€™ambiente artico in una delle regioni piรน a nord del Pianeta.

Con piรน di 2.300 immersioni oltre i cento metri e quasi 10.000 ore dโ€™immersione autonoma ad alto fondale, vincitore di vari campionati mondiali per lโ€™attivitร  in apnea Massimo Scarpatiย รจ tra i piรน competenti e accreditati conoscitori del mare. Inventore della pinna lunga, ha dato vita a una linea commerciale che porta il suo nome. Inoltre, รจ stato il primo a usare autorespiratori a miscela a base di elio per la pesca del corallo, a fare decompressioni con gas di aria arricchita da ossigeno, a utilizzare tecnologia ROV per lโ€™esplorazione dei fondali e il monitoraggio degli ambienti e a segnalare lโ€™attivitร  sonora degli scogli, riuscendo a percepire dalla superficie la presenza di formazioni rocciose di notte o in condizioni di acque torbide.

 

Massimo Scarpati

 

Non mancherร  anche Angela Bandini che nel 1989 ha raggiunto il record mondiale di uomini e donne in apnea profonda assetto variabile di -111 metri, battendo cosรฌ due leggende come Enzo Maiorca e Jacques Mayol. Angela mentre danzava da ragazzina con i delfini nel delfinario di Rimini ha incontrato Jacques Mayol che รจ rimasto colpito dal suo talento e lโ€™ha ingaggia per girare film e documentari e realizzare spedizioni scientifiche in giro per il mondo nei posti piรน remoti della Terra e solcando tutti gli oceani.

 

Angela Bandini

 

Infine riceverร  il premioย Pippo Cappellano – giornalista, regista e autore di documentari โ€“ nel corso della sua carriera ha diretto oltre 300 documentari in tutto il mondo, tra questi diverse serie per la Rai sullโ€™esplorazione marina e sullโ€™archeologia subacquea.

Pippo Cappellano

Ha ricevuto il Tridente dโ€™Oro e la Cittadinanza Onoraria di Ustica nel 1983, con la seguente motivazione: ยซHa realizzato sin dal 1967 filmati subacquei di altissimo interesse scientifico e divulgativo per la televisione italiana, riscuotendo ovunque notevoli consensiยป.

Nel 2006 per la trasmissione Ulisse di Alberto Angela ha realizzato il primo documentario archeologico in Italia con riprese a oltre 100 metri di profonditร : Lโ€™enigma del Polluce, vincitore del premio Pinna dโ€™Oro di Antibes come Migliore Film Storico. Dal 2013 al 2020 รจ stato vice presidente vicario dellโ€™Accademia Internazionale di Scienze e Tecniche Subacquee.

 


Per maggiori informazioni

ยซAncora, a distanza di mesi, non mi rendo conto. Finchรฉ uno non si trova lรฌ non comprende cosa sia unโ€™Olimpiadeยป.

Alessandra Favoriti con la coppa e la medaglia di Campione d’Europa

La dottoressa Alessandra Favoriti รจ un medico sportivo di Terni, fa parte dello staff della Ternana Calcio e – da anni โ€“ di quello dellโ€™Italvolley femminile, fresco di titolo europeo. Fieramente umbra e ternana, ex pallavolista e super tifosa delle Fere, รจ riuscita a unire il lavoro con la passione per lo sport. Chiacchierare con lei รจ stato molto divertente, nonostante le nostre fedi calcistiche opposte. Ci siamo promesse di risentirci dopo Perugia-Ternana del 18 dicembre: ยซGli sfottรฒ sono il bello dello sport. รˆ una delle parti piรน divertentiยป dice schiettamente. Io non potrei essere piรน dโ€™accordo!

 

Alessandra, la prima domanda รจ dโ€™obbligo: qual รจ il tuo legame con lโ€™Umbria?

Sono nata a Terni, sono fieramente umbra. Sono molto legata alla mia terra: mi piace girarla, scoprirla ed esplorarla.

Perchรฉ hai scelto di diventare un medico sportivo?

Ho scelto questa specializzazione probabilmente perchรฉ sono nata in una famiglia di sportivi che mi ha sempre avvicinato a questo mondo. รˆ quello che mi piace! Ho unito passione e lavoro.

Anche tu hai giocato a pallavolo: che emozione รจ stata vincere lโ€™Europeo?

Seguo la Nazionale da 7 anni, ho visto queste ragazze crescere e vincere anche nelle competizioni giovanili. Se fossi stata a casa sarei comunque stata una loro super tifosa, ma trovarmi lรฌ in panchina come membro dello staff รจ una cosa che non riesco ancora a realizzare. Unโ€™emozione grandissima.

La prima cosa che hai pensatoโ€ฆ

Oh, finalmente! Vincere contro la Serbia a casa loroโ€ฆ รจ proprio bello!

Una soddisfazione anche per rispondere alle critiche post Olimpicheโ€ฆ

Sรฌ, รจ stato il giusto epilogo di unโ€™estate in cui abbiamo lavorato molto bene. Nello sport si vince e si perde e le critiche ci stanno, perรฒ questa รจ una vittoria meritata, se non altro per tutto lโ€™impegno che cโ€™รจ stato.

Cosa vuol dire per uno sportivo (o ex sportivo) partecipare alle Olimpiadi?

Ancora, a distanza di mesi non me ne rendo conto. รˆ stata unโ€™Olimpiade surreale, vissuta in modo molto intenso, forse perchรฉ non cโ€™era il pubblico o per il periodo storico che viviamo. Finchรฉ non sei lรฌ non ti rendi conto di quello che รจ realmente: vedere atleti di tutto il mondo, culture di tutto il mondo, abitudini alimentari di tutto il mondo. Incontrare campioni che hai sempre visto in tv e sentirsi parte del team Italia genera un senso di appartenenza molto grande. Forse anche per questo le delusioni e le vittorie sono amplificate, le percepisci maggiormente.

Sei mai andata nel panico in campo durante un intervento?

No, non รจ mai accaduto. Ci sono tutti i mezzi per fare gli accertamenti e tutelare la salute degli atleti.

Il tuo passato da sportiva ti ha aiuta in questo mondo?

Indubbiamente lavorare nello sport che conosco e che ho praticato fa sรฌ che io abbia un approccio migliore con le problematiche che devo affrontare. Chi si vuole affacciare alla medicina dello sport deve essere in grado di lavorare allโ€™interno di uno staff e non รจ facile, soprattutto quando si sta con le nazionali: si vive insieme 24 ore su 24, questo รจ bello, ma cโ€™รจ anche uno sforzo maggiore.

Qual รจ la cosa che da medico ripeti sempre ai tuoi pazienti sportivi?

Devo essere sincera, ho due gruppi ai quali non devo dire molte cose, sono dei professionisti. Forse la nutrizione, in particolare quando si cambia fuso orario e si va dallโ€™altra parte del mondo, va tenuta sotto controllo. La cura dellโ€™alimentazione diventa fondamentale, soprattutto in competizioni molto lunghe e con ritmi serrati. Ripeto sempre: mangiare bene e riposarsi.

 

Penso alla Ternana. Una donna in campo con soli uomini: รจ piรน facile comandarli o farsi rispettare?

Mi trovo bene in entrambi gli ambienti, tra lโ€™altro anche nella Nazionale di pallavolo sono lโ€™unica donna nello staff. Sia le pallavoliste sia i calciatori sono dei professionisti e ascoltano i consigli del medico. Il rapporto piรน importante รจ quello con il resto dello staff: fondamentale รจ ottenere la fiducia, mantenerla e soprattutto entrare nelle dinamiche dei due sport che, ovviamente sono differenti.

Cโ€™รจ molta differenza tra i due approcci?

No, รจ solo diversa lโ€™esperienza. In Nazionale convivi 24 ore su 24 con gli altri e ci sono dinamiche piรน intense. Ho la fortuna di essermi integrata bene in entrambe le squadre.

Potremmo parlare di calcio per ore, ma non so se finiremmo questa intervista (scherzo!): io tifosa del Perugia e del Milan, tu della Ternana e della Romaโ€ฆ

Benissimo! Sullo sport sono molto campanilista, lo sfottรฒ รจ un divertimento. Ho giร  segnato la data del derby contro il Perugia. Ce lโ€™ho stampata in testa (scherza! ndr). Il prendersi in giro รจ una parte divertente dello sport. Allora ci risentiamo dopo la partita!

Il tuo sogno รจ la Ternana che vince lo scudetto?

Eh, magari!

Lo scambieresti con la medaglia dellโ€™Europeo di volley?

รˆ unโ€™altra cosa. Le metterei entrambe sullo stesso piano. Vincere contro la Serbia a Belgrado equivale a vincere un derby in trasferta.

Ma nel derby non cโ€™รจ un trofeo in palio?

Non importa, basta la gloria!

Svelaci una curiositร  accaduta durante gli Europeiโ€ฆ

Ne sono successe tante. Ti posso dire che io e il preparatore atletico siamo andati in fissa con le canzoni di Will Smith. รˆ stata la nostra colonna sonora.

E nello spogliatoio della Ternana?

Con la Ternana abbiamo dei gesti scaramantici che perรฒ non vanno detti, altrimenti perderebbero la loro efficacia!

Parliamo di sport in Umbria: cosa andrebbe migliorato?

Da persona che ha praticato attivitร  sportiva da tutta la vita, spero che lโ€™Umbria e lo sport facciano pace. Il calcio รจ un movimento molto forte, ma le altre realtร  lo sono meno, tra queste penso alla pallavolo. Non tanto ad alto livello, ma nel movimento giovanile ci sono societร  in crisi che questo periodo storico ha aggravato. Mancano inoltre le strutture, penso ad esempio allโ€™atletica a Terni che aveva una grande tradizione e che ora non ha piรน nemmeno una casa dove allenarsi. Servono grossi investimenti soprattutto nelle strutture: lo sport รจ importante, fa bene alla salute e dobbiamo appoggiarlo in ogni modo. Come Ternana Calcio abbiamo fatto qualcosa ma non basta, ci vuole lโ€™intervento della Regione. Occorre dare spazio a tutti gli sport e il primo passo รจ avere impianti adeguati. Lo sport รจ salute, movimento, integrazione, unione, lavoroโ€ฆ

Per concludere, come descriveresti lโ€™Umbria in tre parole?

Verde, mistica, affascinante.

La prima cosa che ti viene in mente pensando a questa regioneโ€ฆ

Terni. Casa mia.

Green Tableย รจ unโ€™iniziativa culturale promossa daย Fondazione Giordanoย eย Media Eventiย in partnership conย lโ€™Istituto Nazionale di Architetturaย e lโ€™Associazione per il Disegno Industriale.

Obiettivo del forum – che si terrร  a Perugia dal 20 al 23 ottobre – รจ la divulgazione di idee, progetti e soluzioni concrete in risposta alle grandi sfide della difesa dellโ€™ambiente e della salute, dalla piรน piccola alla piรน grande scala. Dallโ€™ambito dunque del design, allโ€™architettura e urbanistica, fino al planning territoriale.

Un tavolo tondo capace di viaggiare,ย 2 clessidre, 3 ospiti, 4 domande e risposte di 5 minuti ciascuna. Queste le regole. Lo scambio si conclude con una proposta di azione concreta da lasciare come ereditร  del tavolo.

Un evento fisico e digitale che si condensa in quattro giornate, ma abbraccia un anno intero. Green Table chiama a raccolta persone e unisce luoghi distanti attorno a una stessa visione dโ€™insieme. Una panoramica a 360 gradi sulle grandi sfide della contemporaneitร .

Green Table si svolge inย modalitร  phygital, attraverso un mix di momenti fisici e digitali resi possibili grazie allโ€™utilizzo di unโ€™innovativa piattaforma cross-mediale accessibile ovunque via web.ย I singoli panel verranno trasmessi in streaming da Perugia e in differita da diverse cittร  del mondo โ€“ tra cuiย Milano, Amsterdam, Barcellona, Monaco e Shanghaiย โ€“ rappresentative di distretti produttivi e culturali tra i piรน attivi attorno ai temi della sostenibilitร .ย Previa registrazione allโ€™interno della piattaforma digitale, gli utenti di qualsiasi parte del mondo potranno seguire gratuitamente tutti gli eventi previsti da programma.ย 

 


Per maggiori informazioni.

Giulio Gigli, giovane chef di successo che dellโ€™uso della materia prima, della stagionalitร  e dei prodotti tipici del territorio, ha fatto il suo credo: la tradizione viene abbinata alle sapienti tecniche culinarie apprese durante le sue importanti esperienze fatte in ristoranti stellati internazionali e in varie parti del mondo.

Aglione, foto di Andrea Di Lorenzo

Qualche tempo fa ho incontrato Giulio a casa mia e, durante unโ€™amabile chiacchierata sullโ€™aglione, ce ne siamo raccontate sui pregi e sulle caratteristiche di questa eccellenza da poco riconosciuta come risorsa genetica autoctona di interesse agrario inscritta nel registro della Regione Umbria, grazie alle pratiche istruite dal Parco 3A-PTA, in particolare dallโ€™ufficio gestito da Luciano Concezzi, con protagoniste Livia Polegri e Marta Gianpiccolo che hanno istruito la domanda di richiesta, in aggiunta a un contributo del vostro inviato lacustre, che รจ stato coinvolto in merito.
La premessa รจ dovuta, anche perchรฉ la chef nonchรฉ produttrice di grani antichi Valentina Dugo, ha innescato il contatto con Giulio Gigli, a proposito dellโ€™aglione. E da qui nasce lโ€™interesse di chef Giulio, che venne a casa mia prima di andare in Slovenia per una sua consulenza destinata a un noto ristorante stellato, dove portรฒ anche lโ€™aglione come prodotto tipico da utilizzare in quel luogo. Per dare un seguito e condivisione al nostro incontro, preparai a Giulio la mia ricetta della pasta allโ€™aglione, che ha molto apprezzato e non solo a parole.
Successivamente ci sono stati altri incontri, dove Giulio mi fece degustare una bontร  unica, quella dei fiori dโ€™aglione preparati secondo la sua tradizione familiareโ€ฆ una squisitezza.
Giulio, durante le nostre amabili conversazioni, mi ha raccontato del suo progetto, della sua filosofia di proporre piatti della tradizione con lโ€™innovazione a fargli da spalla e di realizzare un orto per la stagionalitร  dei prodotti da usare nelle sue ricette.

Tutto molto bello e suggestivoโ€ฆ e Giulio ce lโ€™ha fatta! Bravo! Lโ€™uso dellโ€™aglione, della roveja, della fagiolina del lago Trasimeno, del sambuco viene affiancato dai frutti della terra del periodo che produce il suo orto, che Giulio ha realizzato negli spazi adiacenti il suo ristorante che apre alla stagionalitร , tipicitร , unicitร  dei prodotti che, dal vicino campo, porta in tavola. Il tutto arricchito dalle tecniche culinarie che lui utilizza con gran maestria, dopo averle fatte sue dalle cucine dei ristoranti famosi e stellati dove ha lavorato.

Lo chef Giulio Gigli, foto di Andrea Di Lorenzo

La sua nuova fucina culinaria si trova a Capodacqua di Foligno, รจ il ristorante UNE, un antico mulino ad acqua del Quattrocento, la sua struttura รจ visibile allโ€™interno dei locali, ristrutturato in modo molto capace e accogliente che fa sentire subito a proprio agio e captare il messaggio che Giulio con il suo progetto, ha voluto imprimere e donare ai suoi visitatori/degustatori. Infatti UNE significa acqua in antico umbro e qui di acque ne siamo circondati oltre che di sapori, profumi, tradizione e innovazione.
Il progetto di Giulio Gigli, chef dโ€™avanguardia in nome della tradizione, ha come mission quella di deliziare nel palato e nella mente i degustatori che vorranno apprezzare i prodotti tipici stagionali trattati con eccellenti tecniche culinarie stellate. Unโ€™ottima scelta di vini da abbinare ai piatti, completa lโ€™intrigante offerta gustativa.
La mia visita presso il ristorante di Giulio, ben conferma quanto scritto. Vale la pena andare a Capodacqua di Foligno, al ristorante UNE, dove le stagionalitร  dei prodotti alimentari vi aspettano sui tavoli del ristorante, provenienti direttamente dallโ€™orto di Giulio Gigli, chef di successo, che parla con nuovi e incantevoli linguaggi dโ€™arte culinari, tutti da percorrere per straordinarie e indimenticabili esperienze di gusto!

16 ottobre : Musa che Ispiraย 

Lezione di anatomia artistica curata dal Dott. Daniele Cerami, con esperienza pratica di copia dal vero dei calchi in gesso presenti in gipsoteca.ย  Gli utenti potranno, attraverso la guida del Maestro d’arte, scoprire dettagli e metodi del disegno artistico accademico.

23 ottobre : Andate/ritorni -I curatori raccontano

Le opere in prestito dalla Galleria Nazionale dell’Umbria raccontate da Carla Scagliosi e Giovanni Manuali.

 


INFO E PRENOTAZIONI: musa@sistemamuseo.it.

ยซDue persone che si ponessero a scrivere uno stesso dialetto senza saper lโ€™uno dellโ€™altro, nรฉ seguire un metodo giร  ricevuto, si puรฒ scommettere che non iscriverebbero una parola sola nello stesso modoยป
Giacomo Leopardi.

Lโ€™orvietano รจ una macedonia di dialetti che attinge in parte dallโ€™umbro, in parte dal toscano e in parte dal laziale, e si discosta molto dal dialetto ternano e dalla parlata perugina, o dai molti dialetti dellโ€™alto Lazio. Con la nuova tappa di Dialettiamoci andiamo a Orvieto (e zone limitrofe) per scoprire tutti i segreti del suo vernacolo che รจ colorito e decisamente simpatico, un miscuglio linguistico per certi versi bizzarro.

Gianluca Foresi

La sua peculiaritร  principale รจ il plurale maschile che viene declinato al femminile: i fagioli co le cotiche diventano le faciole co’ le cotiche, le sorde (soldi), le sasse (i sassi), le carabiniere co le baffe (i carabinieri coi baffi) e se: Volete lโ€™acqua ma le case? Scoperchiate le tette (Volete l’acqua nelle case? Scoperchiate i tetti).
A condurci passo dopo passo nel viaggio orvietano cโ€™รจ Gianluca Foresi, attore di rievocazioni storiche e nativo della cittร , che ama la lingua in tutti i suoi aspetti.
ยซPrima dโ€™iniziare la nostra chiacchierata annamo a mettese a ceccia sulle schiace del Duono (andiamo a sederci sulle scale del Duomo). Gli orvietani fanno questo, oltre che a usare diocaro come inflessione, come fosse un cioรจ. Non cโ€™รจ nulla di blasfemo. E poi se ti chiedono come stae? (come stai) si puรฒ rispondere: Cโ€™ho na fame che sgavuglio (ho una fame che non ci vedo), fame si dice anche lupa (nun ho magnato gnente da iersera… e mรฒ cโ€™ho na lupa!) poi dopo mangiato ce pija la scarfagna (sonno, abbiocco) che si dice anche cicagna o cecagna.
Ecco, a Orvieto parliamo cosรฌ. Se poi vuoi chiamare qualcuno, devi urlare Oh vรจ! oppure quellโ€™o/quella do; laggiรน diventa me la ju, vieni qui, vieni me qui e andato รจ ito. La testa da noi รจ la copoccia, il ragazzo o la ragazza sono il bardasso o la bardassa (usato anche per indicare il fidanzato/a), le chicchere sono le stoviglie mentre il pรฌolo รจ il chiacchierare ridendo e scherzando: deriva, in forma onomatopeica, dal suono del verso dei pulcini. Usiamo molto anche la parola gagliardo – decisamente romanesca – e quando iniziamo un racconto diciamo: sessimo io eโ€ฆ (eravamo io eโ€ฆ), invece, dicesse Foresiโ€ฆ quando riportiamo le parole di qualcunoยป spiega Gianluca Foresi.

 

Per le vie di Orvieto

Se te pija a pittinicchioโ€ฆ รจ la fine!

Nel vernacolo gli insulti sono un vero fiore allโ€™occhiello e lโ€™orvietano non รจ certo da meno, quindi si spazia da lolo (sciocco) a marruano (grezzo, poco raffinato) o ciummello (imbranato). Per rinforzare possiamo dire che manco lโ€™billo te magna la capoccia (per dire che non sei molto intelligente) o sei proprio un metule (sei inutile. Il metule รจ il palo che sta in mezzo al pagliaio, sta lรฌ fermo e sembra che non serva a niente).
A Orvieto si puรฒ incontrare anche qualcuno che te pijร  a pittinicchio: mโ€™ha reso a pittinicchio, nun me mollava piรน! (si dice quando una persona chiacchiera tanto e non ti lascia piรน andare) o che dร  il pillotto (il tormento). Puรฒ capitare che in un luogo non ce se ribruglica (non ci si gira, si dice quando un luogo รจ troppo stretto), si puรฒ camminare a gnaolone (camminare come i gatti a quattro zampe) o me darebbe ma li cani! (per indicare una persona messa male) Ma lโ€™importante รจ levร  โ€˜ste struffajje de mezzo (vari oggetti in mezzo)… sinnรฒ โ€˜nciampico!
ยซUsiamo molto anche lโ€™imprecazione perdindirindio o il modo di dire Sโ€™รจ sfondato come โ€˜l pozzo de San Patrizio per indicare qualcuno che mangia molto. Invece quando si รจ fortunati si dice: sei passato par Arduino. Arduino si trovava anticamente nella zona di Porta Romana e si occupava della monta dei cavalli, รจ un modo elegante per dire che hai un grande fondoschiena. Molto usato รจ anche: sarร  che โ€˜l cane magna โ€˜l falasco, ma che scioje la balla (se il cane vuol mangiare il grano prima deve scogliere la balla) per indicare un obiettivo che non si riesce a raggiungere. Quando invece una ragazza รจ irraggiungibile per un ragazzo si dice n’รจ motore pe quela trebbiaยป conclude lโ€™attore orvietano.
Comunque caro lettore ricorda sempre che Quannรจ nero โ€˜l buco de lโ€™Apone nu la tiene manco Cristo col bastone (Quando da Orvieto, guardando verso lโ€™Apone (Viceno, una frazione) vedi nuvole nere, pioverร  di sicuro).

 


Le puntate precedenti

Perugino
Eugubino
Castellano
Folignate
Spoletino
Ternano

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