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Torna a Montone dal 7 all’11 luglio la manifestazione dedicata al cinema, con ospiti internazionali e film da Oscar. Presenti Terry Gillam e Thomas Vinterberg.

Venticinque anni di cinema, d’incontri e di eventi. L’Umbria Film Festival quest’anno soffia su un quarto di secolo e lo fa proponendo «Un’edizione spettacolare e scintillante, grazie alla presenza di nomi illustri per festeggiare al meglio questo importante traguardo» parola di Vanessa Strizzi, direttrice artistica dell’evento.

 

Terry Gillam, presidente onorario del festival

 

Oltre alla presenza del regista e sceneggiatore Terry Gillam (La leggenda del re pescatore, Paura e delirio a Las Vegas, I fratelli Grimm e l’incantevole strega, Parnassus – L’uomo che voleva ingannare il diavolo) nonché presidente onorario del Festival, che festeggerà i suoi 80 anni, un altro nome illustre sarà nel borgo umbro: stiamo parlando del fresco Premio Oscar Thomas Vinterberg, che riceverà le chiavi della città di Montone (10 luglio). Il regista danese – fondatore del movimento cinematografico Dogma 95 – è autore di Festen, con cui vinse il Premio della Giuria al Festival di Cannes, ed è il vincitore dell’Oscar 2021 come Miglior Film Straniero con Un altro giro che ha dedicato alla figlia morta pochi mesi prima della cerimonia hollywoodiana.
La pellicola racconta la storia di quattro insegnanti disillusi che mettono in pratica le teorie di uno psichiatra che sostiene che l’uomo sia nato con un deficit di alcol nel sangue. Decidono così di mantenere sempre alto il loro tasso alcolico.

Thomas Vinterberg

Tanto cinema… ma non solo

Nel borgo medievale di Montone, dal 7 all’11 luglio, sarà protagonista il cinema, ma non solo: oltre alle 5 proiezioni dei film in concorso – una per sera nella suggestiva piazza Fortebraccio –  ci saranno cortometraggi, performance musicali, laboratori e anche un progetto unico, (In The) Limelight, una mostra diffusa di arte contemporanea che coinvolgerà tre giovani artisti emergenti.
«Faremo una proiezione speciale, il 7 luglio, del film Le avventure del barone di Munchausen di Terry Gilliam – il nostro presidente – che quest’anno sarà presente. E con lui festeggeremo anche i suoi 80 anni. Inoltre, voglio sottolineare anche una rassegna dedicata al regista d’animazione Jānis Cimermanis e la novità di questa edizione: Amarcorti, una sezione competitiva dedicata ai cortometraggi italiani realizzati da giovani cineasti. Dà loro la possibilità di vedere il frutto del loro lavoro giudicato da professionisti del settore e proiettato sul grande schermo, dove il pubblico del festival potrà vederlo e apprezzarlo» prosegue la direttrice artistica. Il Miglior Corto avrà una distribuzione internazionale sulla piattaforma CinemaItaliaUK e la collaborazione per la realizzazione di una nuova opera a cura di Produzione Straordinaria S.r.l.; è prevista anche una Menzione d’Onore, che permetterà al premiato il libero accesso all’archivio di Augustus Color, eccellenza da oltre 40 anni nel campo della produzione, post-produzione e restauro di vecchie pellicole.
L’Umbria Film Festival è un festival particolare: ha un respiro e un valore internazionale ma allo stesso tempo una dimensione umana. «I partecipanti hanno la possibilità – nella cornice fantastica di Montone – di avvicinarsi a ospiti famosi e internazionali e di parlarci direttamente come se fossero degli amici. Inoltre, è un evento che ti prende nel profondo e che regala film molto belli» spiega Vanessa Strizzi.

 

Un altro giro di Thomas Vinterberg

I film in proiezione

Oltre ai già citati Un altro giro e Le avventure del barone di Munchausen (quest’ultimo non è in competizione) verrà trasmesso il film Quo vadis, Aida? di Jasmila Žbanić, che il 9 luglio sarà in anteprima al Festival: si tratta della prima pellicola a trattare direttamente del massacro di Srebrenica. È stata presentata in concorso alla 77ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, oltre a essere candidata all’Oscar 2021 come Miglior Film Straniero in rappresentanza della Bosnia ed Erzegovina. Da non perdere nemmeno Karnawal di Juan Pablo Fèlix (8 luglio): prima direzione per questo regista che esordisce con un noir atipico dove colpi di pistola e numeri di ballo si mescolano e danno vita a un ritratto di una società ricca di tradizioni e violenza. Infine, l’11 luglio è il giorno di Better Days di Derek Tsang, che ha rappresentato Hong Kong ai premi Oscar 2021 come Miglior Film Internazionale (poi vinto da Un altro giro): racconta la storia di Chen Nia che a pochi giorni dai temibili esami di ammissione all’università è testimone del suicidio di una ragazza da tempo bullizzata a scuola. Un gesto di gentilezza le costa il passaggio di consegne come oggetto della derisione e dello sfogo dei bulli.

 

 


È obbligatoria la prenotazione online per assistere alle proiezioni; verrà misurata la temperatura e mantenuto il distanziamento sociale idoneo.

Qui il programma completo.

Presso la suggestiva Rocca-Museo di Passignano sul Trasimeno, alle ore 18,00 di domenica 4 luglio 2021, sarà inaugurata la mostra “Donna vede Uomo”, alla presenza del Sindaco Sandro Pasquali e della sua vice, Paola Cipolloni, della direttrice del GAL Trasimeno-Orvietano, Francesca Caproni e di altre Autorità Istituzionali.

Gli elaborati delle artiste, così come il progetto, hanno la finalità di trasmettere positività, gioia, felicità e affetto, rifuggendo da ogni forma di violenza, come nei desideri di una civiltà evoluta. Diciotto donne, attraverso l’obiettivo fotografico e la penna, descrivono il mondo dell’uomo tramite le proprie percezioni, dove ogni fotografa ha avuto a disposizione cinque scatti per descrivere come vede l’uomo nel suo mondo e l’abbinata poetessa, ha potuto, con dei versi, scrivere su quello che le specifiche immagini le hanno trasmesso.

Il Sindaco Sandro Pasquali ha dichiarato: «Siamo ben lieti di ospitare Donna vede Uomo, un progetto che percorre finalità e valori di un’espressione eccelsa e assolutamente condivisibile negli aspetti formativi ed educativi. Le immagini e le poesie, oltreché essere di assoluto pregio nella loro composizione, portano e trasmettono un messaggio denso di valori fondamentali e irrinunciabili».

La dott.ssa Francesca Caproni si è espressa: «Siamo ben felici, come GAL Trasimeno Orvietano di aver condiviso questo progetto ambientato sul nostro bellissimo lago Trasimeno, il principale ispiratore delle fotografe e delle poetesse, così come alcune ispirazioni nascono dal suggestivo lago di Piediluco: un ponte dacqua dolce che unisce idealmente i due principali laghi umbri. Infatti e ne siamo convinti, la cultura, in tutte le sue forme, è una promozione per il territorio e calamitante per il turismo».

L’occhio della donna è percettivo, acuto e sensibile, infatti in questo progetto le artiste hanno colto emozioni e sentimenti che spesso l’uomo non palesa. Gli scatti e i versi, rimarranno come perenne istantanea a testimonianza che l’incontro positivo tra due diversi mondi, sia certamente possibile.

Le artiste protagoniste di questo progetto sono 18, di origine italiana, russa, ucraina, ceca e cilena: Anna Maria Bolletta, Roberta Costanzi, Alessandra Di Cesare, Sara Fusini, Helena Malachova, Graziella Mallamaci, Susanna Mannarelli, Katia Merli, Francesca Panichi, Eleonora Pascai, Francesca Pecorella, Catia Rogari, Olena Romanko, Anna Savino, Mariolina Savino, Marina Sereda, Emiliana Tamburi e Carla Tejo. La direttrice artistica è Carla Medici, vice presidente della Casa degli Artisti di Perugia, mentre il coordinatore e organizzatore del progetto è Marco Pareti.

L’evento è patrocinato dalla Regione Umbria, dalla Provincia di Perugia, dal Comune di Passignano s/T, dalle locali associazioni, ProLoco e Rione Centro Storico, con il supporto del GAL Trasimeno-Orvietano e la collaborazione organizzativa di Trasimeno in Dialogo, Ars Cultura, AboutUmbria, MepRadio, TEF, Alessandro Mastrini e La Casa degli Artisti di Perugia.

La manifestazione Donna vede Uomo ospiterà al suo interno, alcuni interventi con tematiche al femminile che riguarderanno libri, dibattiti e presentazioni. L’esposizione sarà visitabile fino al 18 luglio 2021, tutti i giorni e domenica compresa, dalle 10,00 alle 13,00 e dalle 15,00 alle 19,30, presso la panoramica Rocca di Passignano s/T.

Tre giorni di festival con incontri in piazza, dialoghi, spettacoli e punti di vista diversi raccontati attraverso lo sguardo del cinema.

Gianluca Arnone, foto by Karen Di Paola

«È stato il festival della responsabilità. Una vitamina per curare il nostro animo dai postumi di questa pandemia». Con queste parole Gianluca Arnone, direttore artistico del Castiglione Cinema 2021 – Rdc Incontra e coordinatore dell’Ente dello Spettacolo – che da quattro anni promuove la manifestazione cinematografica, nata in occasione del novantesimo anniversario della Rivista del Cinematografo – etichetta l’edizione appena conclusa che ha visto avvicendarsi grandi protagonisti del mondo del cinema, della tv e della musica.

La kermesse – patrocinata dal Comune di Perugia, dal Comune di Castiglione del Lago e dal GAL Trasimeno Orvietano e realizzata grazie all’Associazione I Borghi Più Belli d’Italia e Belfor – ha fatto tornare la gente in piazza per assistere a spettacoli, concerti e incontri.

 

Pupi Avati, foto di Karen Di Paola

 

«Eravamo pronti a ogni evenienza e già vaccinati grazie all’edizione dello scorso anno, quando siamo stati i primi a mettere in piedi un evento. Siamo molto soddisfatti di questa edizione: gli incontri hanno avuto un riscontro di pubblico notevole, ovviamente nel massimo rispetto alle normative Covid. Su tutti quello al teatro Morlacchi di Perugia dedicato al regista Pupi Avati e alla visione del suo ultimo film Lei mi parla ancora: erano presenti 200 spettatori molto partecipi, un pubblico che voleva essere lì e questo si percepiva e ha creato entusiasmo. Stesso successo per le serate in piazza a Castiglione del Lago e quelle alla Rocca del Leone con Francesco Bruni e Federico Zampaglione. Quest’ultimo ha portato il suo film Morrison e un dialogo tra musica e parole con una sorpresa speciale: un’esibizione con la figlia Linda, vera rivelazione canora della kermesse. Momenti di leggerezza, ma non certo banali, ci sono stati con Ricky Tognazzi e Simona Izzo e con l’attrice Chiara Francini con suo ultimo libro, Il cielo stellato fa le fusa» prosegue il direttore artistico. Castiglione Cinema – vista la sua collocazione nel borgo umbro – è un evento raccolto, una festa intima proprio come fosse un incontro tra amici.
«Per noi era importante lanciare un segnale di ripartenza del mondo della cultura con dei compagni di viaggio – non voglio chiamarli ospiti – che sono venuti a trovarci e che hanno condiviso questo nostro progetto e soprattutto hanno ritrovato, dopo due anni, un pubblico. Tutto questo è servito per riassaporare il gusto di stare insieme, di condividere, di uscire e di godere di eventi dal vivo. Devo dire che siamo molto soddisfatti!» conclude Arnone.

 

Ricky Tognazzi e Simona Izzo, foto di Karen Di Paola

 


La Notte Romantica nei Borghi più belli d’Italia giunge quest’anno alla 6° edizione e si svolgerà, come ogni anno, il sabato successivo al solstizio d’estate, quindi il 26 giugno 2021.

Si tratta di un evento dedicato all’Amore e al romanticismo: in quella sera tutti i borghi che aderiscono, proporranno un programma di eventi e iniziative a tema Amore che coinvolgeranno tutto il borgo sulla base del format che l’Associazione ha studiato. Quindi largo spazio a cene a lume di candela, visite guidate, mostre, installazioni, recital di poesie, rappresentazioni teatrali e tanta tanta musica e balli. Tutto a tema Amore.

La novità di quest’anno sarà il focus l’Amore per l’Arte, un fil rouge che legherà idealmente tutti i borghi, i quali dovranno scegliere un’arte di riferimento (pittura, scultura, teatro, cinema, danza, ecc.) e incentrare gli eventi su di essa. Come ogni anno il dessert Pensiero d’amore, appositamente creato per la manifestazione da uno chef famoso, sarà servito durante le cene a lume di candela organizzate dai ristoranti dei borghi che aderiranno all’evento. Quest’anno il dolce è firmato da Simone Rugiati: lo chef-influencer ha creato in esclusiva per I Borghi più belli d’Italia il Pensiero d’Amore by Simone Rugiati. Black Passion: Fondant al peperoncino, fragole e chantilly.

 

Scopri qui il programma.

«C’è chi vuole preservare le pietre, chi le tradizioni, chi le ricette. Io vorrei conservare le persone e le loro vite, soprattutto se le persone in questione sono esempi incredibili di vite da romanzo, di esistenze uniche, indimenticabili: delle piccole opere d’arte».

Simone Zaccagni con Gigino Menichetti

Quaranta biografie romanzate. Quaranta eugubini normalmente eccezionali. Quaranta personaggi le cui gesta sono passate alla storia e i loro aneddoti raccontati a distanza di anni. Una vera squadra di top player raccolti nel libro Eugubini Fantastici scritto da Simone Zaccagni (edito da Alter Erebus press & label) che verrà presentato a Gubbio nel chiostro di San Pietro nelle serate di sabato 26 giugno (18.30) e domenica 27 giugno (21.00).
Abbiamo incontrato Simone in anteprima per farci svelare i segreti di quest’opera, che non vuol essere solo goliardica ma anche – a suo modo – storica: «Ho voluto rendere immortali persone che, con la sola tradizione orale, rischiavano di scomparire. Gubbio ha un Pantheon di questi personaggi, ha una pletora di campioni, un po’ come la serie A degli anni Ottanta e io, come Roberto Mancini, ho selezionato i migliori. Stiamo parlando di personaggi degli anni Cinquanta, Sessanta, Settanta; ancora vivi ce ne sono soltanto 5-6. Proprio per questo ho voluto omaggiarli e conservarli per evitare che si perdessero tra i ricordi: c’è l’imprenditore di successo e il disoccupato, l’artigiano e l’avvocato, il maestro e la casalinga, quelli che hanno letto un milione di libri e quelli che non sanno nemmeno parlare. Personalità semplici e personalità più complesse, tutti diversi ma uguali nell’essere ricordati da una città intera» spiega Zaccagni.

 

Gli immortali

Se Alì Babà aveva i 40 ladroni, Zaccagni ha i suoi 40 personaggi che hanno fatto, a loro modo, la storia di Gubbio e che tenta di preservare come dei veri monumenti storici. «Alcuni di loro è d’obbligo menzionarli perché, come gli artisti del Rinascimento, occorre solo il nome o il soprannome per indentificarli. A Gubbio tutti li conoscono. Penso a Luigi Allegrucci (Guerciolo) e Antonio Farneti (Cioceri) – entrambi hanno fatto anche incursioni nei programmi tivù nazionali – al commendator Pietro Barbetti, a cui hanno intitolato lo stadio, a Giorgio Gini (L’avvocato) che è stato il primo umbro a scalare il Monte Bianco e il primo eugubino a donare il sangue – a Gubbio ancora non si poteva e quindi si recò a Perugia. Tra le donne non potevo non ricordare La Penella (Penelope Banano) che negli anni dopo la Guerra inventò una sala da ballo dentro il salotto di casa sua. Tutti i sabati sera e le domeniche pomeriggio la vallata andava a ballare lì; poi – visto che l’idea funzionava – spostò la sala sopra la stalla, da vera innovatrice della green economy, così da farla scaldare dal calore del bestiame che passava attraverso le assi del pavimento, certo non passava solo il calore! Sono tutte persone che nella loro semplicità sono state innovative per l’epoca che hanno vissuto. All’interno del libro spesso s’incontrano e interagiscono fra di loro, entrando l’uno nella storia dell’altro: una specie di crossing-over letterario» prosegue l’autore.

I 40 personaggi

Una ricerca lunga 20 anni

Per scrivere Eugubini Fantastici – un chiaro omaggio al film Animali fantastici e dove trovarli – l’autore ha fatto un lungo e meticoloso lavoro di ricerca, parlando con parenti, amici o semplici conoscenti di questi personaggi, ma l’idea ha iniziato a prendere corpo una ventina di anni fa, quando con il fratello Francesco, in un sito, ha scritto e riunito le storie di 20 eugubini. «Era stata fatta anche una raccolta uscita in allegato con il giornale Gubbio Oggi: a questi ne ho aggiunti altri 20 ed ecco il libro: un volume prettamente dedicato agli umbri, ma non è detto! Al suo interno ci sono anche delle illustrazioni di Eugenio Rotondi realizzate a carboncino. Posso dire che si aggiunge al Dizionario Eugubino – Italiano che ho scritto nel 2016. Lì cercavo di salvare il dialetto, qui salvo i personaggi che hanno fatto una vita normale, ma che per vari motivi è diventata eccezionale e piena di aneddoti da raccontare e conservare» conclude Simone Zaccagni.

 


Ecco l’elenco completo dei 40 personaggi:

  1. Luigi Allegrucci (Guerciolo)
  2. Lanfranco Amedei (Panìco)
  3. Armando Baldelli (Anghiga)
  4. Michelangelo Bellini (Baleani)
  5. Penelope Banano (La Penella)
  6. Pietro Barbetti (Il Commendatore)
  7. Ermete Bedini (Il Dottore)
  8. Giancarlo Bellucci (Carlinga)
  9. Mario Bianconi (Balenella)
  10. Franco Brandelli (Mago Sanguinetti)
  11. Filippo Braccini (Sciùpete)
  12. Bruno Capannelli (Baratieri)
  13. Alessandro Casagrande (Sandro Del Forno)
  14. Aurelio Casagrande (Checco)
  15. Franco Casagrande Fioretti (Paquito)
  16. Adalgisa Cerbella (La Gisa)
  17. Giuseppe Cerri (Peppe ‘L Capelaro)
  18. Corrado Codignoni
  19. Antonio Farneti (Ciòceri)
  20. Pietrangelo Farneti (Pacio)
  21. Umbro Filippetti
  22. Enzo Gambini
  23. Mario Gillosi (Marietto Dei Vecchi)
  24. Giorgio Gini (L’avvocato)
  25. Mario Marcheggiani (Marullo)
  26. Giambattista Mazzacrelli (Tito)
  27. Mauro Mengoni (Mauro De Baldone)
  28. Luigi Menichetti (Gigino)
  29. Cecilia Morotti (La Cìa)
  30. Enrico Nicchi (Pittino)
  31. Aurelio Passeri (Elio)
  32. Natale Stefano Pauselli (Baffino)
  33. Walter Piccotti (Strizze)
  34. Claudio Pierini (Classe)
  35. Iole Poggi (La Iole)
  36. Luca Signoretti
  37. Astorre Spogli (Bacelone)
  38. Onelio Tosti (Lolly)
  39. Filippo Uccellani
  40. Piero Vispi (Pierino ‘L Ciclista)

La quarta edizione di Castiglione Cinema 2021 – RdC incontra, che si è svolta dal 17 al 19 giugno tra Perugia e Castiglione del Lago, è stata densa di illustri ospiti che hanno reso, come di consueto, la rassegna molto attrattiva e interessante.

In particolare, nell’incontro organizzato nella centralissima Piazza Mazzini di Castiglione del Lago intitolato È il borgo, bellezza!, Davide Rampello, poliedrico uomo di cultura, regista televisivo e direttore artistico del padiglione Italia Expo Dubai, Fiorello Primi, Presidente de I Borghi più Belli d’Italia, Romeo Pippi, Consigliere del GAL Trasimeno-Orvietano, Gianluca Arnone, Direttore artistico di Castiglione Cinema 2021 e Davide Vecchi, direttore del Corriere dell’Umbria, hanno portato la loro testimonianza sul tema della bellezza e del rilancio economico e culturale dei borghi e su come il patrimonio storico e artistico deve confrontarsi con nuovi traguardi turistici e strizzare l’occhio all’innovazione, per incrementarne l’attrattività.

 

Davide Rampello

Le dichiarazioni

Davide Rampello, ha dichiarato: «Abbiamo vissuto, non solo dal punto di vista turistico, momenti di passività terribili ma dobbiamo ripartire da un concetto nuovo di ospitalità, con una relazione capace di realizzare un nuovo concetto anche di bellezza. Il termine bellezza è stato concepito nel periodo greco ed è stato usato per la prima volta da Saffo. La bellezza, e non solo dal punto di vista estetico, unisce le persone».
Il Presidente de I Borghi più Belli d’Italia, Fiorello Primi, ha detto: «La nostra associazione è nata con un’accezione turistica, per poi mettere in rilievo le persone che, con le loro tradizioni, usi e costumi vivono il borgo e si relazionano con i turisti e le persone in genere, raccontando e raccontandosi».
Mentre Romeo Pippi, consigliere del GAL Trasimeno-Orvietano, ha detto: «Siamo ben contenti di sostenere occasioni di questo genere che portano visibilità al nostro comprensorio. Occorre poi, tutti insieme, progettare azioni comuni e attività concrete mettendo in connessione le istituzioni amministrative e di azione locale, con il fine di valorizzare e rivalutare il territorio».
Davide Vecchi, direttore del Corriere dell’Umbria, ha puntualizzato: «Il giornalismo deve fare la sua parte per la valorizzazione dei borghi con la loro bellezza e il loro patrimonio, anche attraverso buone notizie».

 

Gianluca Arnone, Davide Vecchi, Romeo Pippi, Fiorello Primi, Davide Rampello

 

Il festival cinematografico è stato ideato e promosso dalla Fondazione Ente dello Spettacolo e il suo Presidente, Monsignor Davide Milani, ha precisato: «Il Festival è un’occasione di incontro e di confronto su molti temi, a partire dai Borghi, parlando di cinema. Questa è un’occasione per costruire comunità e che vuole gettare alleanze amichevoli, sia nel presente sia in proiezione futura. Da Castiglione e da Perugia parte un segnale di ravvio e di speranza per tutti e soprattutto per i giovani e gli studenti».
Il GAL Trasimeno-Orvietano, La Fondazione Ente dello Spettacolo, I Borghi più belli d’Italia e il Comune di Castiglione del Lago insieme a quello di Perugia, sono tra i principali sostenitori dell’iniziativa dove Davide Rampello, nell’occasione dell’incontro È il borgo, bellezza! ha ricevuto il Premio Castiglione Cinema 2021 – RdC incontra, rappresentato da un piatto di ceramica creato da un’artigiana castiglionese.

Immaginiamo, qualche secolo fa, un pastore con le sue pecore e i suoi cani che porta i propri ovini a brucare in qualche pascolo lontano dalla propria casa: è il fenomeno della transumanza, le cui radici affondano nel III secolo a.C.

In Italia, la transumanza è stata sempre effettuata con regolarità, anche se in tempi recenti non è poi ancora così diffusa, per motivi legati a tecnologie e modalità di allevamento animale innovative: in alcuni casi viene fatta con camion e autotreni su cui vengono trasportati gli animali. La transumanza mediterranea – differente è quella alpina legata all’alpeggio in estate e alla custodia in stalle in inverno – è il trasferimento delle mandrie e delle greggi, in estate, verso i pascoli in quota e in inverno verso quelli a valle e in pianura, con spostamenti tra territori anche molto distanti tra di loro.

 

 

Lo spostamento degli animali, attraverso i tratturi – le vie della transumanza – è una ricorrenza antica utile ad avere condizioni climatiche favorevoli e sempre buoni pascoli; i pastori vi portavano le loro greggi, venendo accompagnati dai loro fedeli e operosi cani, che rappresentavano un imprescindibile aiuto per la gestione e la difesa delle pecore. Talvolta gli spostamenti stagionali riguardavano anche i cavalli, come per quelli bradi di Castelluccio di Norcia.
Questa usanza è stata praticata, fin dai tempi antichi, nelle regioni dell’appennino centro-meridionale, soprattutto nella parte meridionale di Umbria e Marche, nella maremma tosco-laziale, nell’alto Lazio, in Puglia, Lucania, Campania, Abruzzo e Molise. Tale tecnica pastorale ha innescato importanti e indissolubili conseguenze con scambi sociali, culturali e gastronomici.
Da questo punto di vista i pastori, nei loro percorsi di transumanza, transitavano perlopiù distanti dai luoghi antropizzati e dovevano cibarsi dove si trovavano e con quello che avevano a disposizione. Infatti si portavano dietro alimenti che rimanessero inalterati nonostante il clima e i lunghi tragitti, al fine di conservare le loro caratteristiche alimentari. Carni secche, formaggi, fiaschetta di vino e gallette venivano portati al seguito mentre scambiavano, con i contadini che incontravano, formaggi freschi e ricotta con uova, pane, farina, vino oppure con sale, pepe, tabacco e fiammiferi. Lo scambio di culture, di prodotti, di usi e costumi, fin da allora nasceva spontaneo tra popolazioni diverse.
Una fonte d’acqua era una sosta obbligata per far bere le greggi e qui i pastori s’incontravano tra di loro o con le genti locali che commerciavano o che esercitavano il baratto. In questi luoghi, costantemente frequentati, potevano nascere, sasso dopo sasso, o un ricovero o un luogo di culto e in seguito un agglomerato abitato.

I piatti della tradizione

Tra gli alimenti che un pastore transumante dell’appennino dell’areale prossimo al confine umbro-laziale-marchigiano-abruzzese e destinato con le sue greggi ai pascoli attorno a Roma poteva portare con sé, come scorta personale di derrate alimentari, erano farina o pasta essiccata, pecorino, guanciale, uova e dopo la scoperta dell’America, il pomodoro.
Da questi pochi elementi nascono dei piatti definiti storici e di culto che hanno origine dalla cucina tipica antica, conosciuti a tutte le latitudini del globo terrestre e che la città di Roma ha fatto si che siano divenuti tra i protagonisti della propria tipicità: Roma li ha fatti conoscere ai viaggiatori di tutto il mondo associandoli, come è corretto, a un binomio indissolubile costituito dalla bellezza della Città Eterna e dalla bontà degli antichi piatti.
Quindi la pasta cacio e pepe, la gricia, la carbonara e l’amatriciana sono piatti considerati tra i più autorevoli e apprezzati ambasciatori di romanità che ovunque non vengono tradotti nella lingua locale ma sono, a prescindere, riconosciuti e desiderati, riuscendo così ad abbattere qualsiasi tipo di barriera e mettere d’accordo tutti quelli che li hanno potuti apprezzare o solamente agognare di assaggiarli. Ma in tutto questo, i pastori transumanti dell’appennino e delle campagne dell’Italia centrale, sono stati i veri e inconsapevoli protagonisti per aver ispirato tali ricette nate da ingredienti, per loro necessari e che hanno donato un’unicità culinaria e tipicità che Roma ha avuto il pregio e la forza di diffondere ai palati di tutto il mondo.

 

Carbonara

 

Possiamo dire che la pasta alla gricia è la capostipite storica dei condimenti delle altre paste; schematicamente, mettendo in risalto gli ingredienti che compongono il piatto, potremmo così riassumere:

  • pasta, guanciale, pecorino e pepe = Pasta alla Gricia;
  • meno guanciale = Pasta Cacio e Pepe;
  • più uovo = Pasta alla Carbonara;
  • più pomodoro = Pasta all’Amatriciana.

Tutti e quattro i piatti sono composti da ingredienti molto semplici, ma la loro preparazione è talmente delicata e meticolosa nei vari passaggi culinari che richiede molta attenzione.
Ciascuno di questi quattro piatti ci aiuterà a fare un viaggio del gusto a ritroso nel tempo e con la mente potremmo immaginare di diventare un po’ pastori come quelli che preparavano e assaporavano la loro pasta in un’antica ricetta mentre, con le loro greggi, erano destinati ad arrivare a Roma e a portare le loro preziose testimonianze culinarie che sarebbero state destinate a divenire immortali come e insieme alla beltà della Città Eterna.
Non solo Roma ma visitare l’appennino umbro e laziale, n0ursino e amatriciano potrebbe essere un’occasione per scoprire nuove mete e territori e conoscere le comunità locali con le loro tradizioni secolari. Sicuramente, durante le nostre passeggiate sui sentieri tra un borgo e l’altro, incontreremo qualcuno che ci intratterrà piacevolmente con racconti e aneddoti sulla transumanza e magari essere accompagnati nella conversazione da un gustoso piatto di pasta preparato con una ricetta antica e un bicchiere di buon vino.
Rimanete sintonizzati su queste pagine, prossimamente vi racconteremo la preparazione originale delle quattro antiche ricette e allora si che ne scopriremo delle belle… vi avviso che saranno banditi aglio, olio, peperoncino, cipolla e ovviamente la panna, altrimenti non parleremo delle antiche e originali ricette ma delle loro, seppur apprezzate, fantasiose e irriverenti varianti. Evviva i pastori! Evviva la tradizione pastorale appenninica e italiana!

Grande musica, tutta in sicurezza e nel rispetto dell’ambiente in una delle location più belle della città di Perugia e dell’Umbria. E tanta voglia, come sempre, di stupire.

Sono queste le direttrici principali dell’ottava edizione de L’Umbria che spacca che nel 2021 torna, dopo la pausa per emergenza sanitaria dello scorso anno, in versione giardino segreto.

 

 

Il giardino segreto è quello immerso nel magnifico scenario della Villa del Colle del Cardinale a Colle Umberto di Perugia, dove dal 2 al 4 luglio si svolgerà la rassegna, all’interno di una residenza principesca del sec. XVI, realizzata dal Cardinale Fulvio della Corgna, con un parco adiacente molto suggestivo. Spazi gentilmente concessi dal Polo Museale dell’Umbria e dalla Galleria Nazionale dell’Umbria, partner storici del festival.

Quest’anno, infatti, l’Umbria che spacca cambia pelle e si adatta alla situazione particolare dettata dalla situazione emergenziale causata dal covid. Concerti quindi seduti, distanziati e in sicurezza in un contesto mozzafiato con una natura che non mancherà di emozionare al pari della musica.

L’Umbria che Spacca – ormai uno dei Festival musicali più importanti della regione per partecipazione, pubblico, qualità della proposta artistica e culturale, grado di inclusività e innovazione – ha da sempre come scopo principale quello di valorizzare e promuovere la molteplicità delle proposte musicali, artistiche, culturali e imprenditoriali presenti ed operanti nel territorio umbro, cercando anche di promuovere le immense bellezze del territorio.

L’evento è realizzato dall’associazione Staff Roghers (direzione artistica a cura di Aimone Romizi, presidente dell’associazione nonché frontman dei Fast animals and slow kids, band perugina tra le più rappresentative della scena musicale italiana) con il contributo di Regione Umbria e Comune di Perugia, con il patrocinio di Galleria nazionale dell’Umbria, Direzione regionale musei dell’Umbria, Università degli studi di Perugia e Adisu agenzia per il diritto allo studio Umbria e con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia.

Gli ospiti

Per quanto concerne gli artisti coinvolti, quest’anno si spazierà dal cantautorato italiano d’eccellenza con Niccolò Fabi al pop contemporaneo dei Coma Cose (reduci dall’ottimo consenso di pubblico e critica al Festival di Sanremo 2021), fino al rap da classifica di Frah Quintale (top indie italian artist 2021 su Spotify). Sono questi i tre headliner delle rispettive serate che in serbo hanno però altri open act da non perdere: ci sarà infatti molta altra musica di qualità anche grazie a Emma Nolde, Vipra, VazzaNikki (la band di Valerio Lundini) e agli umbri Melancholia (grandi protagonisti nell’ultima edizione di X Factor), Elephant Brain e Teleterna.

 

 

Programma concerti Villa del Colle del Cardinale

Il Festival si svolgerà nelle giornate di venerdì 2, sabato 3 e domenica 4 luglio 2021. L’apertura dei cancelli è prevista per le ore 17 e la giornata all’interno della Villa si svolgerà secondo questo programma (dalle ore 18 alle ore 24):

 

  • Venerdì 2 luglio

Elephant Brain (opener) + Emma Nolde (opener) + Niccoló Fabi (headliner)

  • Sabato 3 luglio

Teleterna (opener) + Vipra (opener) + Frah Quintale (headliner)

  • Domenica 4 Luglio

VazzaNikki e Valerio Lundini (opener) + Melancholia (opener) + Coma Cose (headliner)

 

Niccolò Fabi / Venerdì 2 luglio (ancora pochi biglietti, si va verso il sold out)

Per questa estate riprende il viaggio musicale di Niccolò Fabi. Lo storico cantautore romano ha annunciato le date del tour che a partire dal 24 giugno lo porteranno a suonare in alcuni tra i luoghi più iconici e suggestivi della Penisola, tra recuperi di concerti annullati a causa della pandemia e nuove date. Quella di Niccolò Fabi sarà una tournée lunga tre mesi, in compagnia dei colleghi di sempre Roberto Angelini, Pier Cortese, Alberto Bianco, Daniele “mf coffee” Rossi e Filippo Cornaglia. Fabi si prepara quindi a salire sul palco per presentare al pubblico, oltre ai suoi classici, i brani dell’ultimo album ‘Tradizione e Tradimento’ uscito nell’ottobre del 2019 e che non è mai stato suonato dal vivo a causa dell’arrivo della pandemia che ha bloccato i concerti.

Biglietti disponibili qui: https://ticketitalia.com/niccolo-fabi?search=fabi

 

Frah Quintale / Sabato 3 luglio

Disco di platino con l’album d’esordio Regardez Moi, Frah Quintale è la rivelazione della scena Street Pop italiana, l’artista che con la sua musica e il suo immaginario ha contribuito a delineare un nuovo genere. Originale sia nella sua estetica che nella musica, ha raggiunto e superato 235 milioni di ascolti su Spotify. Con il tour del 2021 (tour estivo e tour autunnale), Frah Quintale presenterà per la prima volta dal vivo ‘Banzai’ (Lato blu e Lato arancio).

L’apertura delle prenotazioni online per il concerto gratuito di Frah Quintale sarà il 23 giugno (dalle ore 13) sul sito www.umbriachespacca.it.

 

Coma Cose / Domenica 4 luglio (sold out)

Coma Cose sono Fausto Lama e California. Un duo nato nel 2016, una coppia prima nella vita e poi nella musica, che mischia vissuto e gusto sonoro urbano a una poetica cantautorale. Nel 2021 hanno partecipato alla settantunesima edizione del Festival di Sanremo incantando il pubblico con il brano ‘Fiamme negli occhi’, che diventa singolo d’oro in sole tre settimane e successivamente platino. Il singolo è contenuto nel loro ultimo album “Nostralgia” pubblicato lo scorso 16 aprile.

Biglietti disponibili qui: https://ticketitalia.com/coma-cose?search=coma+co

 


Sito: www.umbriachespacca.it

C’è un grande fermento nel tuderte dove le novità fioccano come i pollini in primavera e nascono nuove ciclabili e pedonabili: “Transameria”, “Slow food del territorio”, “Benvenuti a Casa Mia” e il “Circuito del Furioso”.

Tutto porta a godere, o forse è meglio dire a scoprire il territorio, immergendosi profondamente e gustando ogni suo particolare che va dalla posizione del sentiero alla natura che si attraversa, dalla conoscenza dei castelli al cibo.

Circuito del Furioso

Qui in Umbria si sta mettendo in pratica il famoso detto: festinare lento = sbrigarsi adagio. I latini dicevano che per fare le cose bene bisognava sbrigarsi, ma al contempo bisognava gustare lentamente quello che si faceva.
L’ultimo nato è il Circuito del Furioso: un sentiero ciclopedonale che si snoda tutto sul lato destro del Tevere tra Todi e Montecastello di Vibio e che potrebbe sembrare un circuito come un altro da un lato qualsiasi di Tevere e basta. Ma non è proprio così. Per capirlo bisogna fare un salto indietro nel tempo.

La storia

Fino a pochi decenni fa chi stava a destra del Tevere non aveva modo di andare a sinistra, salvo raggiungere a distanza di tanti chilometri un traghetto oppure un ponte. La divisione era netta, come l’Autostrada del Sole, che però ha tanti attraversamenti da sopra o da sotto. Qui invece niente. Tra Todi e Perugia si stava a destra o a sinistra. Un ponte si trovava a Ponte San Giovanni (Perugia) e collegava l’est e l’ovest dell’Italia mentre l’altro era 50 chilometri più a sud a Pontecuti.
Quest’ultimo permetteva di salire a Todi a chi proveniva da Orvieto. Nel mezzo: il nulla, perché il fiume era troppo largo. Nel Medioevo vi era un ponte anche a Montemolino, ma fu distrutto attorno al 1300 e non se ne fece più niente.
Le strade erano solo sentieri che andavano di paese in paese e salivano sulle colline dove dominavano i castelli e dove si erano sviluppati borghi di poche anime. Il Circuito del Furioso, che presto verrà inaugurato, è un anello di 17 chilometri che seguendo rigorosamente i tracciati storici passa accanto a sei castelli e a un convento.
In Umbria i castelli non mancano mai, come del resto in Trentino o in Valle d’Aosta; qui non saranno altrettanto belli, ma sicuramente sono più numerosi.
Per conventi ed eremi invece la partita è ancora aperta. Ci troviamo sulla destra del fiume e il percorso passa da Piandiporto, Pian San Martino e sfiora Pontecuti. Il Tevere adesso non è più un fiume maestoso e non fa più paura. Ormai il volume delle acque si è molto ridotto, le piene sono sempre più rare e le dighe controllano quello che resta. Nel passato però il fiume era ricco di acque, vorticoso e pericoloso, tanto che sotto lo sperone di Montemolino per la sua violenza si meritò l’appellativo di Furioso. Ed era proprio lì quel ponte che nel 1300 fu distrutto nella lotta spietata tra guelfi e ghibellini, ponte che non venne più ricostruito ma sostituito da un traghettatore. Per ben sei secoli vi hanno lavorato i traghettatori, poi con l’avvento delle automobili si pensò che un ponte potesse essere ancora utile. Era il 1924.

Abazia San Bartolomeo

Ormai in dirittura di arrivo, il progetto Circuito del Furioso dovrebbe essere inaugurato a giugno prossimo 2021 con interessanti proposte per chi soggiorna a Todi almeno due notti. Tra queste, un tour domenicale in bici (per un massimo di 25 persone) guidato da Walter Nilo Ciucci che, appassionato e grande conoscitore del territorio, ha esplorato le vecchie tracce e disegnato il nuovo tracciato sull’antico, valorizzandone la natura e quella storia che lui ben conosce.
Gli antichi viaggiatori si dovevano portare al seguito ogni sorta di cibo e bevande, oggi invece seguendo questo percorso ci si porterà solo dell’acqua perché questa ciclabile offre anche un’esperienza gastronomica. Lungo il suo percorso si potranno infatti gustare tutti quei piatti che prima erano riservati solo a chi si muoveva sulla destra del fiume come: la brosega, la ciaramicola, i crostini alla ghiotta e le fave in insalata e la famosa frittata al tartufo. Molti si chiederanno cosa sono questi nomi insoliti? Sono i piatti della tradizione contadina che volutamente non spiego per stimolare la vostra curiosità e soprattutto lasciarvi la sorpresa. La passeggiata sarà a pagamento.

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