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Dio: «Si prega in streaming da 2.000 anni, continuiamo a farlo»

di Agnese Priorelli

«Ero un’anima in pena e non sapevo che fare della mia vita, poi è arrivato Dio e mi ha aperto il mondo social, come un vero miracolo».

Nei giorni scorsi ho avuto una (video)chiamata da Dio. Non è una cosa da tutti i giorni, ma ero pronta, mi ero persino truccata. Era più di un mese che non lo facevo! Dio, alias Alessandro Paolocci da Foligno, ha oltre un milione di follower tra Facebook, Twitter e Instagram e chi frequenta i social non può non conoscerlo. Creare questo profilo gli ha cambiato la vita ed è stata come una vera chiamata, un segno che gli ha aperto orizzonti e possibilità. La nostra chiacchierata – al limite tra il serio e l’ironico, tra il sacro e il profano – inizia con una mia incertezza che prontamente chiarisco: «Come la devo chiamare: Dio, Altissimo, Divino o Alessandro?», «Dio va benissimo». Avvertenza per il lettore: a volte risponderà Alessandro, a volte Dio. La differenza è molto sottile.

 

Alessandro Paolucci

Lei più che il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe è il Dio di Facebook, Twitter e Instagram: come si fa a diventare così popolari sui social?

Dopo aver ho creato il profilo social di Dio, ho visto che ci hanno provato anche altri – con altre figure religiose – ma non hanno avuto lo stesso ritorno di pubblico. Forse, a differenza di me hanno una vita e ci passano meno tempo, oppure hanno sbagliato il momento. Ho aperto il profilo Twitter nel 2011, Facebook 2013 e Instagram un anno dopo: erano gli anni del boom dei social e gli algoritmi erano più generosi, oggi non sarebbe così facile. Inoltre è stata una vera novità, ancora non esistevano profili simili.

Mi perdoni il gioco di parole: com’è nata l’idea di creare Dio?

Era il 2011 ed ero disoccupato. La realtà non andava benissimo, mentre sui social tutto era perfetto. Avevo visto che c’era il profilo Twitter del Papa, ovviamente era finto – ancora il Papa vero non aveva aperto il suo. Ho pensato, spariamola grossa e creiamo il profilo di Dio. A quel punto dovevo farmi seguire e farmi leggere, così mi sono messo a ricercare tutti i tweet che parlavano di Dio e sono andato a rispondere a tutti. Questa cosa, apparentemente scema, ha dato il via e nel giro di poche ore ho ricevuto tanti messaggi di gente esaltata perché gli aveva risposto Dio. (ride!) All’epoca non avevo capito il potenziale, ma era un gioco divertente e ho continuato a farlo.

Siamo oramai a Pasqua… come affronta questi giorni, anche in virtù della situazione che si sta vivendo?

La mia vita è cambiata poco, anche prima stavo sempre al computer e al telefono. Abbiamo superato un mese e la situazione comincia un po’ a pesare.

Vuol dire qualcosa a tutti i suoi fedeli?

La Pasqua quest’anno si fa in casa, non andate a trovare i nonni, compratevi l’uovo di Pasqua da soli e la benedizione va benissimo anche in streaming. Il Papa e le chiese si sono organizzati per trasmettere le messe, non serve riaprire le chiese: sono oltre 2.000 anni che la preghiera viene fatta a distanza e ha sempre funzionato bene.

Nel mondo social le fake news sono il male di questo periodo…

È un periodo meraviglioso, ogni giorno ce n’è una. Non gli si sta dietro. In questi giorni va di moda quella sul 5G e non sono gli italiani quelli che più ci stanno cascando, ma gli inglesi che hanno iniziato a bruciare le antenne 5G. I complottisti inglesi sono più avanti di quelli italiani, non è da sottovalutare.

 

Io che ascolto la parola di Dio!

Alessandro Paolucci è la mano materiale di Dio in qualche modo: chi ha scelto chi?

Alessandro è l’incarnazione. Le religioni sono così, ogni tanto le divinità si reincarnano in un corpo. Certo potevano scegliere meglio. Comunque, è stato lui a scegliere me, io nella vita volevo fare l’insegnante e invece sono diventato Dio. Capita! (ride!)

È laureato in Filosofia, forse la scelta non è stata poi così casuale?

Dopo aver studiato per anni i pensieri su come nei secoli veniva immaginato Dio, in effetti si è più preparati. Dopotutto Dio, nella scelta delle risorse umane è sempre stato bravo.

Alessandro è umbro: anche la scelta dell’Umbria non è casuale?

L’Umbria è una regione santa. Prendere uno di Roma sarebbe stato banale, quindi Dio ha pensato: Prendiamo uno di Foligno, che non c’entra nulla… nemmeno di Assisi (anche in questo caso sarebbe stato banale), ma di Foligno. Prevedo poi un boom turistico ad Assisi, in quel caso Foligno verrà spianata e ne diventerà il parcheggio.

Cosa farebbe Dio se potesse fare un miracolo per l’Umbria?

Ci porterei il mare.

Dalle Marche o dalla Toscana?

Dalle Marche, che verranno completamente sommerse. A qualcosa, purtroppo, bisogna rinunciare. Rinunciamo alle Marche.

Da poco è uscito il suo libro Cercasi Dio, punta a raggiungere le copie che ha venduto col primo, quello che tutti noi – più o meno – conosciamo?

È presto per dirlo, è uscito da pochi mesi.

Di cosa parla?

È un romanzo, un po’ autobiografico, un po’ inventato. La vita vera è poco avventurosa, quindi l’ho farcita con la fantasia. È una storia dedicata ai giovani nati negli anni Ottanta, quelli che sono stati cresciuti con l’idea che sarebbe andato tutto bene e invece no, è andata diversamente. Non è che abbiamo avuto una vita difficile, ma ci avevano talmente illuso che la disillusione è stata pesante e siamo ancora provati. Io stesso devo dire che, in un periodo difficile della mia vita, Dio mi ha salvato. Aprire questo profilo mi ha aperto una strada che mai avrei immaginato. Tutto questo viene raccontato nel libro. C’è anche mia mamma, che è una coprotagonista involontaria.

Quindi possiamo dire che il tocco divino c’è stato davvero…

Sì. È stata un’esperienza mistica, tipo San Paolo. Ero un’anima in pena e non sapevo che fare della mia vita, poi è arrivato Dio e mi ha aperto il mondo social, come un vero miracolo.

In concreto cosa è successo?

Ad esempio, mi contattano aziende per tenere corsi sui social network, perché vedono che la mia pagina cresce, ha successo e quindi vogliono sapere i tutti segreti. Mi pagano per questo. Ho lavorato a Milano in aziende dove non sono entrato per il mio curriculum, ma perché ero Dio. Volevano Dio in azienda. Una cosa incredibile!

Alessandro è credente?

Credo in me stesso.

Per finire faccia un augurio ai suoi fedeli… e anche a chi non è proprio un suo fan.

Più che un augurio ci vuole un incoraggiamento. Gli economisti dicono che ci sarà la ripresa dopo il grande crollo. È sempre stato così e così sarà. Bisogna però fare dei cambiamenti, basta essere solo più igienici e più responsabili dei nostri germi. Non è difficile, sono cose che la mamma ci insegna a 5 anni… ce la possiamo fare!

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Agnese Priorelli

Laureata in Scienze della Comunicazione, è giornalista pubblicista dal 2008. Ha lavorato come collaboratrice e redattrice in quotidiani e settimanali. Ora collabora con un giornale online e con un free press. È appassionata di cinema e sport.